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Paralisi dell'OMC: la Commissione europea reagisce

11 dicembre 2019

La Commissione europea ha presentato oggi una proposta che consentirà all'Unione europea di proteggere i propri interessi commerciali nonostante la paralisi del sistema multilaterale di risoluzione delle controversie all'interno dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Per sottolineare ancor più l'importanza del rispetto e dell'applicazione degli accordi commerciali dell'UE la Commissione ha creato oggi la figura del responsabile dell'esecuzione degli accordi commerciali.

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Focus

Arrivano i campioni europei nel settore dei semiconduttori

8 febbraio 2022

Al commissario Thierry Breton non piace la parola "campione". O meglio, va bene se parliamo di campioni del calcio o di qualche altra disciplina sportiva, ma no, se parliamo di imprese la parola proprio non gli piace. Forse perché evoca una gara dove dovrebbe vincere il migliore, in teoria. Non quello che è pagato di più. Si perché oggi la Commissione europea ha compiuto un passo importante con l'adozione del Chips Act, una serie di misure che dovrebbero permettere all'Europa di limitare la sua dipendenza dall'estero e magari provare ad affermare una propria leadership nel settore dei semiconduttori e dei microprocessori. Si, proprio quei dispositivi che consentono alle nostre vite di essere sempre più tecnologicamente dipendenti. Che si tratti della sanità, dell'automobile, delle telecomunicazioni o della difesa, oggi la differenza si misura in nanometri, per cui il traguardo ora è rappresentato dalle nuove palette in silicio dello spessore di 1.4 nanometri. Ma...però c'è un ma. Grande quanto quel pilastro del mercato unico europeo che si chiama principio di libera concorrenza e che da sempre ha stabilito che gli aiuti di stato sono illegittimi perché alterano artificialmente la competizione tra imprese. Ora invece il Chips Act, oltre a mobilizzare 11 miliardi di euro, consente agli Stati membri - in via eccezionale nelle intenzioni della Commissaria Vestager, il che significa sino al 2030 - di derogare alle regole sugli aiuti di stato ed investire sino a 30 miliardi di euro in Progetti di Importante Interesse Comune Europeo e nelle c.d. Mega Fabbriche. In realtà, a forza di deroghe è dall'inizio della pandemia COVID-19 che gli aiuti di stato non sono più aiuti ma legittimi interventi di protezione. Con il risultato, certificato nell'ottava relazione sulla politica di coesione, che le disparità regionali sono in calo dal 2008, ma restano più grandi di quanto non fossero nel periodo precedente la crisi economica.

CLS

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Editoriale

Il vitello d'oro ( anzi di diamante) e la guerra in Ucraina

Bruxelles, 26 febbraio 2022

Spicca un paradosso nella complicata e pericolosa vicenda della guerra in Ucraiana. Mentre i leader europei cercano l'accordo, per ora non trovato, sull'opportunità di colpire la Russia con sanzioni "devastanti", come spesso annunciato facendo eco alle dichiarazioni di Biden, i beni di lusso compresi i diamanti scivolano inosservati dal paniere delle sanzioni approvate. Quanto vale la vita di un ucraino? Senz'altro meno di un diamante, verrebbe da dire. La giustificazione addotta, a parziale copertura ed in soccorso all'Italia ed al Belgio responsabili in ultima analisi di questa scelta, sarebbe l'ininfluenza di tali beni sull'economia russa, che invece si è scelto di colpire con ben più incisive misure a carattere finanziario e nei settori dei trasporti, dei trasferimenti tecnologici e della libera circolazione delle persone implicate a vario titolo con il regime di Putin. Magari sarà anche vero, eppure resta l'amaro in bocca nel constatare che certi vizi di ricchezza sfidano impavidi i carriarmati e trovano sempre adepti disposti ad anteporli a qualunque altra considerazione. Anche solo morale, al pensiero dei riccastri russi che incuranti di tutti continueranno a fare shopping a Milano e ad Anversa.

Si parla di rifondare l'Europa, di un futuro nuovo per il sogno europeo, ma intanto ricordate a quanti si prodigano in fiumi di parole che in Grecia come in Polonia, insomma alle frontiere dell'Europa, la pratica dei respingimenti dei migranti, che sia in mare o nei boschi gelidi della Bielorussia, è diventata procedura ordinaria; a volte, come è stato in Polonia, condita con le buone intenzioni di offrire un viaggio di ritorno gratis nel paese da cui sono fuggiti.

Da cosa si riparte se non dalla persona? Dalla tecnologia magari? O dalla scienza? O più semplicemente dai soldi?

L'Europa si mostra vulnerabile al cospetto della guerra in Ucraina non perché sprovvista del potenziale bellico per eventualmente difendere i proprio confini in caso di aggressione, ma perché proclama valori vuoti e al momento dei fatti sparisce e passa nelle retrovie. Come sta accadendo al povero Zelensky che si è ritrovato di colpo completamente solo di fronte alla collera di Putin.

Clotilde Lombardi Satriani

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Editoriale

Dichiarazione della Presidente della Commissione europea Von der Leyen al meeting con Consiglio e NATO

Bruxelles, 24 febbraio 2022

stiamo vivendo un momento decisivo. E noi tre, qui riuniti, siamo ancora una volta la dimostrazione di quanto l'Unione europea e la NATO siano compatte nel rispondere alle azioni del Cremlino. Il mondo può vedere che l'unità è la nostra forza.

Oggi di prima mattina il presidente Putin ha ordinato terribili atti di aggressione nei confronti di un paese sovrano e indipendente e di persone innocenti. La Russia risponderà di questa scandalosa violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. La posta in gioco non è solo il Donbas, e non è solo l'Ucraina. La posta in gioco è la stabilità dell'Europa e dell'intero assetto internazionale, il nostro assetto di pace. Il presidente Putin ha scelto di riportare la guerra in Europa. Con una risposta decisa e corale, l'Unione europea ostacolerà in tutti i modi possibili il proseguimento degli interventi aggressivi del Cremlino.

Circa mezz'ora fa, ho avuto un colloquio telefonico con il presidente Zelenskyy che ha chiesto a tutte le parti interessate di aiutarlo come e quanto possibile. Nel corso della giornata sottoporremo all'approvazione dei leader europei un pacchetto di sanzioni pesanti e mirate. Ci stiamo coordinando strettamente con i nostri partner e alleati – Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Norvegia, ma anche, ad esempio, Giappone e Australia.

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Focus

Conclusioni del Consiglio Europeo, 24 febbraio 2022

Conclusioni del Consiglio europeo sull'aggressione militare non provocata e ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina

  1. Il Consiglio europeo condanna con la massima fermezza l'aggressione militare non provocata e ingiustificata della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina. Con le sue azioni militari illegali la Russia viola palesemente il diritto internazionale e i principi della Carta delle Nazioni Unite e compromette la sicurezza e la stabilità europee e mondiali. Il Consiglio europeo sottolinea che ciò include il diritto dell'Ucraina di scegliere il proprio destino. La responsabilità di questo atto di aggressione e di tutte le distruzioni e perdite di vite umane che ne risulteranno ricade interamente sulla Russia, che sarà chiamata a rispondere delle sue azioni.
  2. Il Consiglio europeo esige che la Russia cessi immediatamente le sue azioni militari, ritiri senza condizioni tutte le forze e le attrezzature militari dall'intero territorio dell'Ucraina e rispetti pienamente l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Il Consiglio europeo invita la Russia e le formazioni armate da essa sostenute a rispettare il diritto internazionale umanitario e a porre fine alla loro campagna di disinformazione e ai loro attacchi informatici.
  3. Il Consiglio europeo deplora la tragica perdita di vite umane e le sofferenze causate dall'aggressione russa. È solidale con le donne, gli uomini e i bambini le cui vite sono state colpite da questo attacco ingiustificato e ingiustificabile. Invita la Russia e le formazioni armate da essa sostenute a consentire un accesso dell'aiuto umanitario sicuro e senza restrizioni a tutte le persone che ne hanno bisogno.
  4. Il Consiglio europeo condanna inoltre fermamente il coinvolgimento della Bielorussia nell'aggressione nei confronti dell'Ucraina e la invita ad astenersi da tali azioni e a rispettare i suoi obblighi internazionali.
  5. L'UE ha reagito con rapidità e decisione al riconoscimento delle autoproclamate entità separatiste ucraine da parte della Russia e al dispiegamento delle forze armate di quest'ultima, adottando misure restrittive in risposta. Il Consiglio europeo concorda oggi, in stretto coordinamento con i nostri partner e alleati, ulteriori misure restrittive che avranno enormi e gravi conseguenze per la Russia a causa delle sue azioni. Tali sanzioni riguardano il settore finanziario, i settori dell'energia e dei trasporti, i beni a duplice uso nonché il controllo e il finanziamento delle esportazioni, la politica in materia di visti, ulteriori inserimenti in elenco di persone di cittadinanza russa e nuovi criteri di inserimento in elenco. Il Consiglio adotterà senza indugio le proposte elaborate dalla Commissione e dall'alto rappresentante.
  6. Il Consiglio europeo chiede l'elaborazione e l'adozione urgenti di un ulteriore pacchetto di sanzioni individuali ed economiche che riguardi anche la Bielorussia.
  7. Il Consiglio europeo ribadisce il suo fermo sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Invita tutti i paesi a non riconoscere le due autoproclamate entità separatiste e a non agevolarle o assisterle in alcun modo.
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Focus

Dichiarazione della Von der Leyen sulle ulteriori misure di sanzione nei confronti della Russia

Bruxelles, 27 febbraio 2022

As the war in Ukraine rages on, and Ukrainians fight bravely for their country, the European Union steps up once more its support for Ukraine and the sanctions against the aggressor – Putin's Russia.

For the first time ever, the European Union will finance the purchase and delivery of weapons and other equipment to a country that is under attack.

This is a watershed moment.

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Focus

La guerra di propaganda e le armi vere

Bruxelles, 28 febbraio 2022

Colpisce in questa situazione difficile da decodificare la novità assoluta delle decisioni adottate ieri dall'Europa e singolarmente da alcuni suoi stati membri: ossia l'invio di armi all'Ucraina. Che siano letali, come contestato da alcuni politici italiani, è difficile da negare: tutte le armi sono letali, sono fatte apposta per essere tali. Ma allo stesso tempo l'Europa ha fatto un altro passo. Ha chiuso i confini europei ai media russi in un tentativo di contrastare la guerra di propaganda condotta dalla Russia e dai suoi alleati. Sembra di evocare qui l'interesse legittimo che ogni volta che ti ritrovi nelle lande sperdute di internet pensando di essere al riparo da sguardi indiscreti, ti viene chiesto invece di accettare perché ogni sito ha un prezzo occulto e ne devi essere consapevole e pronto a pagarlo. Ora, se nel nome dell'interesse legittimo non precisate parte terzi possono sapere tutto di te, suona un paradosso che nel nome dello stesso interesse legittimo l'Europa stabilissca che non si debba sapere più nulla di quella che pensano ufficialmente i russi. Siamo in guerra, insomma, su tutti i fronti ormai. Guerra diretta sul piano della propaganda e guerra per interposta persona ( osssia la sventurata Ucraina) sul piano del confronto militare. Speriamo che spararle sempre un po' più forte dell'avversario nel primo campo serva ad impedire che lo stesso accada nel secondo.

Clotilde Lombardi Satriani

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Editoriale

L'impensabile tocca tutti

Bruxelles, 28 febbraio 2022

Gli eventi che si stanno verificando in Ucraina in questi giorni appartengono all'ordine delle cose imponenti.

Imponenti nel senso letterale del termine, quel tipo di cose che "si impongono" (per dimensione, gravità, forza,ecc.) e che al contempo "impongono" alle nostre coscienze e intelligenze modi non abituali di guardare e valutare la realtà; come la possibilità attuale della tragedia, la concretezza e vicinanza del dolore, la forza improvvisa e incontrollabile del male.

Il tutto sulla nostra terra. Perché l'Ucraina è Europa e gli ucraini - come i russi - sono europei.

I popoli, le società civili stanno reagendo come possono: con manifestazioni di massa (es. Berlino), di solidarietà (ovunque) di accoglienza (Polonia e Romania).

Ma cosa stanno facendo le grandi organizzazioni che la nostra civiltà ha creato appositamente per limitare e gestire i conflitti che la vita e la storia periodicamente pongono in essere?

Partiamo dall' ONU. E' stato immediatamente convocato il Consiglio di Sicurezza ove è stata proposta una risoluzione di condanna della Russia. Risultato: 11 voti a favore, 3 astenuti (Cina, India e Em. Arabi), 1 veto (Russia); risoluzione bloccata. Gli altri 170 paesi membri non hanno avuto altro modo per mostrare il loro sostegno all'Ucraina se non quello di alzarsi per un lungo applauso dopo le parole più che adeguate (chiedevano un minuto di silenzio per le vittime innocenti) dell'ambasciatore ucraino.

L'Unione Europea. Dopo i primi giorni di tentennamenti sembra stia rendendosi conto che non si può stare al traino degli USA quando il dramma si svolge sulla porta della tua casa.

E ieri sono iniziate le prime sanzioni serie e visibili. A oggi pare proprio che gli Stati membri dell'UE questa volta abbiano imparato ad agire insieme, lavorando su obiettivi concreti e misurabili. Il Covid ha insegnato qualcosa.

Per la prima volta nella sua storia l'UE ha deciso di fornire armi letali ad uno Stato terzo per la sua difesa.

Gli USA. Al di là delle parole forti del presidente Biden la loro azione e reazione é decisamente al di sotto delle possibilità contenute nel loro portafoglio.

La NATO. La NATO non è solo una struttura militare, ma all'interno dell'Alleanza Atlantica anche e soprattutto un attore di tipo strategico che opera su più piani, come quello economico, di controllo delle materie prime, delle vie globali di rifornimento, ecc.

Per ora sta agendo sopratutto su questo piano; ed è bene che sia così.

Rimane la Russia con i suoi alleati (Bielorussia). Perché Putin ha scatenato tutto questo? cosa ne spera? cui prodest?

Difficile rispondere. E forse non essenziale, a questo punto.

Vi è però una domanda che prima o poi noi europei dovremo porci e intorno alla quale forse alcuni insegnanti saranno chiamati a ragionare con i propri studenti; ed è la seguente: posto il rifiuto della guerra (vedasi Costituzione Italiana) quali strumenti si devono usare per "fermare il braccio che colpisce l'innocente"?

La società europea che uscirà da questo confronto dovrà aver fatto almeno qualche passo avanti nella capacità di distinguere e vivere congiuntamente il "rifiuto della guerra" e "l'applicazione della giustizia".

Clotilde Lombardi Satriani

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Editoriale

La European Peace Facility: strumento di pace o embrione della futura politica di difesa della UE?

Bruxelles, 1° marzo 2022

Nell'intento di rafforzare l'incisività delle misure contro la Russia e indurla a tornare sui propri passi, l'UE ha compiuto un nuovo balzo in avanti. Ieri il Consiglio ha deciso di utilizzare per la prima volta la European Peace Facility per inviare armi letali all'Ucraina, allo scopo, secondo le regole di ingaggio previste per questa operazione che strumentale sempre alla prevenzione , ripristino e mantenimento della pace. Nello specifico copre tutte quelle azioni che abbiano un'implicazione sul piano militare e della sicurezza. Dunque, la guerra in Europa tra Russia e Ucraina risponde in pieno ai criteri indicati; tuttavia, consentendo l'invio di armi di fatto l'Europa ha deciso di giocare su due piani: in primo luogo, si palesa in controluce l'inattesa possibilità che la resistenza opposta dagli ucraini all'avanzata dei russi possa invertire e capovolgere gli apparenti equilibri di forza più delle stesse sanzioni, senza dubbio di non poco impatto, adottate dall'UE. Dall'altro lato non si rinuncia al braccio di ferro sul piano economico tra la Russia gigante energetico e l'Europa che alla dipendenza preferisce la superiorità morale e internazionale. Si cerca in questo modo di smuovere anche le coscienze interne alla stessa Russia, perché sscelgano di stare dalla parte giusta della storia. Ma vediamo nel dettaglio le nuove misure adottate.

Sono vietati i voli di operatori russi in direzione o provenienza dall'Europa. Completamente. Sono vietate tutte le operazioni relative alla gestione delle riserve e delle attività della Banca centrale di Russia.

A titolo dello strumento dello strumento europeo per la pace (EPF) vengono stanziati 450 milioni di euro per finanziare la fornitura alle forze armate ucraine di materiale e piattaforme militari concepiti per l'uso letale della forza. Sono previsti poi ulteriori 50 milioni di euro in forniture non concepite per l'uso letale della forza quali dispositivi di protezione individuale, kit di pronto soccorso e carburante.

Certo, nessuno avrebbe immaginato che questo nuovo strumento, istituito nel 2021, avrebbe avuto quale banco di prova proprio il gigante russo, con cui l'Europa intrattiene molteplici relazioni commerciali ed economiche. E sopprattuto prima che gli stati europei si fossero dotati della c.d. Bussola Strategica per una politica di difesa comune. Si sa, i balzi in avanti o innovano o precipitano le cose. I prossimi giorni daranno l'esito.

CLS

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Editoriale

Il parere della Commissione europea allo sblocco di 21 miliardi all'Italia per il PNRR

Bruxelles, 28 febbraio 2021

Summary

Positive preliminary assessment of the satisfactory fulfilment of milestones and targets related to the first payment request of 30 December 2021 submitted by Italy transmitted to the Economic and Financial Committee by the European Commission.

In accordance with Article 24 (paragraph 2) of Regulation (EU) 2021/241, on 30 of December 2021, Italy submitted a request for payment for the first instalment of the non-repayable support and the first instalment of the loan support. The payment request was accompanied by the required management declaration and summary of audits.

To support its payment request, Italy provided due justification of the satisfactory fulfilment ofthe 29 milestones and targets of the firstinstalment of the non-repayable support and the 22 milestones of the first instalment of the loan support, as set out in Section 2(1)(1.1) and Section 2(2)(2.1) of the Council Implementing Decision of 13 July 2021 the approval of the assessment of the recovery and resilience plan for Italy.

For 2 targets covering a large number of beneficiaries, in addition to the summary documents and official listings provided by Italy, Commission services have assessed a statistically significant sample of individual files. The sample size has been uniformly set at 60, which corresponds to a confidence level of 95% or above in all cases.

Upon receipt of the payment request, the Commission has assessed on a preliminary basis the satisfactory fulfilment of the relevant milestones and targets. Based on the information provided by Italy, the Commission has made a positive preliminary assessment of the satisfactory fulfilment of all 51 milestones and targets.

The milestones and targets positivelyassessedas part of this payment request demonstrate significant steps in the implementation of Italy’srecovery and resilience plan. This includes, among others, the reforms of the justice system, concerning civil and criminal proceedings, as well as insolvency, and reforms of the education system. Further areas of intervention cover the reform of public procurement and the adoption of measuresto improve the effectiveness of spending review and to fight tax evasion. The milestones and targets also confirm progress towards the completion of investment projects related to digitization of the production system, the energy efficiency requalification of private and public buildings, the fostering of administrative capacity, and the support to SMEs especially in the tourism sector.

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