Al quinto summit internazionale della Comunità politica europea (EPC), che si è svolto ieri a Budapest, a casa del premier Orban, erano presenti quasi tutti i capi di stato e di governo dei 42 paesi che ne fanno parte, inclusi Regno Unito, Turchia e Ucraina. Assenti il premier spagnolo Sanchez, che deve far fronte al post alluvione a Valencia, e il cancelliere tedesco Scholz, alle prese con un terremoto interno di altra natura.
Zelensky, lui si, era presente, come lo è sempre stato; e per questo Trump lo aveva paragonato ad un venditore, non più di un mese fa. Ora tocca a lui far fronte ad una minaccia esistenziale, quella di ritrovarsi nella fossa dei leoni da solo.
Colpisce il discorso che ha pronunciato ieri in apertura dei lavori. perchè ha usato tinte forti per ricordare a tutti, in primis agli europei, la posta in gioco. Quella oscura profezia che si lega alla presenza di soldati della Corea del Nord sul suolo europeo, col preciso mandato di uccidere ucraini in Europa. E tutto questo va ad aggiungersi ad una decisa intensificazione delle operazioni militari russe. La preoccupante coalizione tra la Russia e la Corea del Nord è in fondo animata dalla stessa logica di Trump, sebbene le intenzioni dovrebbero essere divergenti, e cioè che solo la forza può imporre la pace. Ora questa forza di contrasto, sinora, l'Ucraina ha potuto esibirla grazie al sostegno dell'Occidente, ma ora quella coalizione potrebbe sfaldarsi sotto i colpi del nuovo corso che vorrà imprimere Trump alla politica estera degli Stati Uniti.
Zelensky non ha usato giri di parole; ha detto chiaramente che fare "concessioni" a Putin in cambio della pace sarebbe inaccettabile per l'Ucraiana, ed un suicidio per l'Europa. Sopratutto perchè, riferita a quest'ultima, sarebbe un segnale imperdonabile di debolezza, tale da svuotare di efficacia qualsiasi approccio alla pace attraverso la forza. No, la pace che insegue Zelensky, una pace giusta come ricorda in ogni sua dichiarazione, richiede sì la forza, ma la forza di non cedere al crimine commesso da Putin con l'invasione dell'Ucraiana e l'occupazione di alcune sue parti. E' facile per il premier ucraino proclamare un 'evidenza: che Putin non ha dato inizio a questa guerra per conquistare più terre, ne ha in abbondanza, ma per conquistare il potere in chiave anti Occidente.
Quindi, una minaccia esistenziale, che l'Eiropa stenta ancora a decodificare nella sua reale portata e nelle conseguenze per il futuro.
Cita ancora Zelensky gli sforzi che sono stati fatti sul piano diplomatico, nonostante la narrativa prevalente che solo le armi abbiano parlato. E' stata elaborata nei consessi internazionali una Peace Fromula, che punta su temi quali il nucleare, la sicurezza alimentare, la sicurezza energetica, il ritorno dei prigionieri ed altro ancora. Ma, c'è da dire, a poco sono valse, se è mancata ogni colta la condivisione di tali punti con chi - Cina e la stessa Russia - si sono fatti alfieri di un nuovo ordine mondiale.
Ma la guerra, e soprattutto la ricostruzione, si fanno con i soldi. E su questo punto Zelensky ha voluto ribadire che i proventi derivati dai capitali russi congelati in Europa non hanno altra rivendicazione che quella avanzata dall'Ucraina. A poco serve, però se dall'altrolato le sanzioni imposte dall'Occidente a Putin vengono facilmente eluse attraverso transazioni commerciali spesso opache.
Il discorso di Zelensky incontrerà orecchie attente in Europa, ma menti disorientate dal nuovo scenario che irrompe con il ritorno di Trump. Il suo appello all'unità è la vera sfida esistenziale dell'Europa di domani.
CLS
COP29, non ci saranno i leader, ma l'Europa sì.
A guidare il team negoziale dell'UE sarà Il Commissario per l'azione per il clima, Wopke Hoekstra, che dovrà agire a stretto contatto con il Consiglio UE e gli Stati membri per rispettare il mandato negoziale dell'UE adottato il mese scorso.
Alla COP29, le parti dell'accordo di Parigi devono garantire che i flussi finanziari globali siano sempre più allineati all'accordo di Parigi, sbloccando gli investimenti, attraverso l'adozione di un nuovo obiettivo globale quantificato (NCQG) sui finanziamenti per il clima. L'UE è attualmente il principale fornitore di finanziamenti internazionali per il clima, contribuendo con 28,6 miliardi di euro in finanziamenti pubblici per il clima nel 2023 e mobilitando un importo aggiuntivo di 7,2 miliardi di euro di finanziamenti privati per sostenere i paesi in via di sviluppo nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell'adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici.
Oltre al NCQG come priorità principale dei negoziati di quest'anno, un altro elemento importante sarà la riconferma degli obiettivi energetici globali concordati lo scorso anno a Dubai per la transizione dai combustibili fossili, il triplo degli investimenti in energie rinnovabili e il raddoppio delle misure di efficienza energetica entro il 2030. I negoziatori dell'UE lavoreranno per stabilire aspettative ambiziose per i contributi determinati a livello nazionale (NDC) che saranno presentati da tutte le parti l'anno prossimo. Inoltre, il team negoziale dell'UE lavorerà anche per concludere i negoziati sui mercati internazionali del carbonio ai sensi dell'articolo 6 dell'accordo di Parigi.
La Commissaria per l'energia, Kadri Simson, parteciperà il 14 e 15 novembre, concentrandosi sull'attuazione dell'impegno per la transizione dai combustibili fossili, sul nostro lavoro per ridurre le emissioni di metano e sullo sviluppo di tecnologie pulite. La Commissaria per l'innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la gioventù, Iliana Ivanova, parteciperà anche il 12 novembre per assistere a un evento di alto livello su "Il futuro della competitività a zero emissioni nette".
La piattaforme di e-commerce TEMU sotto indagine per sospette pratiche scorrette
In base ad un'indagine condotta a livello europeo la Rete di cooperazione delle autorità nazionali di tutela dei consumatorii (Rete CPC) e la Commissione europea hanno contestato a Temu, il mercato online, un certo numero di pratiche sulla sua piattaforma che violano i diritti dei consumatori europei. La rete CPC ha chiesto a Temu di rendere queste pratiche conformi alla legislazione sulla tutela dei consumatori dell’Unione Europea. Temu rimane sotto indagine e gli è stato chiesto di fornire ulteriori informazioni.
L'indagine della rete CPC copre un'ampia gamma di pratiche che i consumatori incontrano quando fanno acquisti su Temu, comprese quelle che potrebbero indurre in errore i consumatori o influenzare indebitamente le loro decisioni di acquisto. La rete CPC sta inoltre indagando se Temu rispetta gli specifici obblighi di informazione previsti dai mercati online ai sensi del diritto dei consumatori.
Temu ha ora un mese per rispondere alle conclusioni della rete CPC e offrire impegni su come affronterà le questioni individuate in materia di diritto dei consumatori. A seconda della risposta di Temu, la rete CPC potrebbe avviare un dialogo con l'azienda. Se Temu non risponde alle preoccupazioni sollevate dalla rete CPC, le autorità nazionali possono adottare misure coercitive per garantire il rispetto della legge. Inclusa la possibilità di imporre sanzioni in base al fatturato annuo di Temu negli Stati membri interessati.
L'Europa si prepara all'eventualità di attacchi informatici su larga scala: oggi l'esercitazione Blue OLEX
Autorità responsabilii della sicurezza informatica degli Stati membrie della Commissione europea prendono parte oggi all'esercitazione annuale denominata ‘Blueprint Operational Level Exercise’ (Blue OLEx), per testare la preparazione dell'UE in caso di crisi della sicurezza informatica.
Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, ha dichiarato: “Questa esercitazione ci aiuterà a rafforzare le nostre difese in materia di sicurezza informatica e a garantire un ambiente digitale più sicuro per i nostri cittadini e le nostre imprese in tutto il mondo. »
Quest’anno l’esercitazione è guidata dalle autorità italiane, con il supporto dell’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (ENISA). Nel 2024, Blue OLEx si concentrerà sulla cooperazione a livello esecutivo, in particolare attraverso la rete delle organizzazioni di collegamento in caso di crisi IT (EU-CyCLONe), creata con la direttiva sulle misure volte a garantire un livello comune elevato di sicurezza informatica in tutta l'Unione (direttiva IRS 2) . L’esercizio aiuterà i leader della sicurezza informatica a identificare le aree di miglioramento nel modo standardizzato di rispondere a incidenti e crisi.
EU-CyCLONe mira a contribuire alla gestione dei principali incidenti e crisi IT a livello operativo. Integra le strutture di cibersicurezza esistenti a livello dell’UE stabilendo collegamenti tra la cooperazione a livello tecnico, come il Computer Security Incident Response Team (CSIRT), e i livelli politici, come l’Integrated Policy Response in Crisis Situations (IPCR). I risultati ottenuti durante l’esercitazione contribuiranno alla valutazione del piano di risposta coordinata ai principali incidenti e crisi di cibersicurezza, adottato nel 2017.
Oggi, Caritas Europa presenta la sua nuova pubblicazione, con cui invita a inizio del nuovo ciclo istituzionale l'Europa a riformare urgentemente i modelli economici affinchè proteggano sia le persone che l'ambiente. Il rapporto evidenzia la necessità di approcci sostenibili che diano priorità all'uguaglianza sociale o, in altre parole, a un'economia giusta.
L'attuale sistema economico predominante, incentrato sulla crescita economica come obiettivo principale e sul PIL come principale misura del progresso, è una delle principali cause profonde dei principali problemi e ingiustizie contro cui Caritas Europa si batte. Infatti, quando si tratta di reddito, secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2022 il 9% della popolazione mondiale viveva in condizioni di povertà estrema e, secondo la Banca Mondiale, nel 2023 il 45,6% del mondo viveva con meno di $ 6,85 al giorno.
Nel rapporto si evidenzia come nonostante importanti misure e quadri per adattare la nostra economia e il nostro modello di sviluppo (tra cui più di recente l'Agenda 2030 e l'approccio della "crescita verde"), il sistema economico predominante continua a promuovere la ricerca infinita della crescita economica, le cui carenze e contraddizioni intrinseche continuano ad avere un impatto negativo sproporzionato su coloro che sono più indietro e un impatto insopportabile sulla Terra, la nostra casa comune. Finché la nostra economia sarà guidata dal profitto e da una crescita economica illimitata, continuerà a essere distruttiva, in termini sociali, ambientali e politici.
Il report continua delineando le sfide globali e come siano interconnesse: non può esserci giustizia ambientale senza giustizia sociale e viceversa, proprio come non possono esserci sicurezza, prosperità e un futuro vivibile in Europa senza lo stesso tipo di futuro nel Sud del mondo. Finché l'obiettivo schiacciante della massimizzazione del profitto delle più grandi aziende e degli individui più ricchi continuerà a determinare in modo efficace cosa produciamo, per quale scopo e a beneficio di chi, le persone che vivono in povertà ed emarginazione, così come la nostra casa comune, continueranno a pagare il prezzo più alto. Finché l'Europa continuerà a dare priorità alla sua crescita economica e alla sua competitività rispetto al lavorare in solidarietà e cooperazione con il Sud del mondo, non riuscirà a essere il leader globale per il clima e i diritti umani e il partner di fiducia che si sforza di essere.
Ma cosa intende la Caritas per Sud del mondo? I termini Global North e Global South non sono utilizzati come termini geografici ma piuttosto normativi. Si riferiscono al Sud del mondo come ai paesi storicamente colonizzati o a basso reddito, che hanno esperienze comuni nel sopportare costi sproporzionati del sistema economico predominante e nell'essere in posizioni storicamente subordinate nell'ordine internazionale. Mentre si riconoscono i limiti di questa definizione (come il fatto che ci sono molte persone in situazioni di sfruttamento, emarginazione o vulnerabilità a livello globale, compresi i paesi ad alto reddito, che le realtà nel Global South sono diverse e che il termine ospita dicotomie), viene utilizzata come uno strumento concettuale di potenza simbolica per riconoscere la gerarchia globale in termini di ricchezza e potere, senza alcuna implicazione che il Global South sia "meno" o in qualche modo "inferiore".
E dunque l'appello: che si dia ascolto alla voce sempre più forte di quanti - movimenti di base, di advocacy e campagne di sensibilizzazione - stanno sostenendo una trasformazione del sistema economico predominante, per un'economia giusta che dia priorità al benessere sociale ed ecologico, sia in Europa che a livello globale. Essi sottolineano la finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per garantire un futuro di speranza per tutti e l'importanza delle scelte e delle azioni implementate in questo decennio.
Il report sarà presentato al Parlamento Europeo il prossimo 11 dicembre.
Cresce l'interesse dell'industria della difesa europea per i finanziamenti stanziati da bruxelles con il Fondo Europeo della Difesa
I soldi sono ancora pochi ma a quelli comunque non si rinuncia. L'industria della difesa dell'UE, comprese le piccole e medie imprese (PMI) e gli istituti di ricerca, hanno presentato un numero record di proposte nell'ambito dei bandi del Fondo europeo per la difesa (EDF) del 2024: un totale di 298 proposte cui andranno finanziamenti del valore di 1,1 miliardi di euro per progetti di ricerca e sviluppo (R&S) nel settore della difesa. E' il numero più elevato di proposte da quando è stato istituito il Fondo nel 2021, con un incremento del 25% rispetto all'anno precedente. Inoltre, si è registrato un numero record di proposte presentate da PMI e organizzazioni di ricerca, con un aumento del 28% rispetto al 2023. Questo conferma l'attrattività dell'EDF anche per le aziende più piccole o costituire da poco.
Ecco cosa ha detto Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutivo per Un'Europa adatta all'era digitale e ancora in carica per la concorrenza: "Sono lieta di vedere l'interesse in continua crescita da parte dell'industria della difesa europea a collaborare nel contesto del Fondo europeo per la difesa. In un momento in cui la prontezza della difesa europea è fondamentale, è incoraggiante assistere all'impegno dell'industria della difesa, tra cui un numero crescente di PMI, per costruire una base tecnologica di difesa più solida e sviluppare capacità di difesa all'avanguardia". Di certo proprio la difesa è uno di quei settori dove le rigide regole UE sulla libera competizione dovranno cedere il passo alla nuova logica geopolitica dello scontro tra "campioni", inclusi quelli ancora in erba madre in Europe.
In linea con le priorità tematiche concordate con gli Stati membri i bandi EDF per il 2024 intendono supportare le capacità critiche di difesa dell'Europa attraverso il finanziamento di progetti sullo sviluppo: dei blindati da combattimento di nuova generazione; delle capacità di contrasto dei missili ipersonici, di un'ampia gamma di sistemi aerei e terrestri senza pilota; di un sistema autonomo di sminamento pesante; e infine delle comunicazioni spaziali in sicurezza. Tra gli obiettivi strategici anche lo sviluppo di una piattaforma di difesa di nuova generazione per elicotteri e velivoli cargo di medie dimensioni. I finanziamenti del Fondo prevedono anche un supporto dedicato all'innovazione nella difesa, in particolare rivolto alle PMI, che beneficiano anche attraverso l'European Defence Innovation Scheme (EUDIS), di un finanziamento totale di 225 milioni di euro.
Tutte le proposte di progetto presentate saranno ora sottoposte a controlli di ammissibilità e idoneità da parte dei servizi della Commissione. Una volta completati, la Commissione, assistita da esperti esterni indipendenti, valuterà l'eccellenza scientifica e altri criteri di aggiudicazione, oltre a eseguire uno screening etico di tutti i progetti. La pubblicazione dei risultati è previstai a maggio 2025.
Non solo hub per i rimpatri. L'Europa rafforza gli strumenti per chi ha bisogno di protezione.
Il reinsediamento è uno strumento umanitario e di protezione che intende fornire percorsi sicuri per le persone in cerca di protezione nell’UE. Ad attuarlo è il Comitato di Alto Livello, che si è riunito oggi per la prima volta; riunisce rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio, degli Stati membri, dell’Agenzia europea per l’asilo, dell’UNHCR, dell’OIM e della società civile ed è presieduto dalla Commissione europea. E' parte di un sistema permanente cche, in sinergia on il piano biennale dell'Unione, dovrà determinare il numero di persone bisognose di protezione che possono essere ammesse nell'UE, nonché il contributo che ciascuno Stato membro dovrà fornire.
L'adesione al piano biennale sarà decisa su base volontaria da ciascuno Stato membro. Spetta al Consiglio adottare il piano biennale dell'Unione sulla base della proposta presentata dalla Commissione. Il primo piano dovrebbe essere operativo entro la fine del 2025 e coprirà il periodo 2026-2027. La Commissione, con il sostegno del Comitato di alto livello, ne monitorerà l'attuazione. In caso di crisi umanitaria imprevista, la Commissione può proporre al Consiglio un emendamento volto ad aggiungere nuove regioni o paesi extra-UE al piano dell'Unione.
L'istituzione del Comitato rientra nella nuova politica dell'Unione per il reinsediamento e l'ammissione umanitari a seguito dell'adozione del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, entrato in vigore l’11 giugno 2024. La sua attuazione mira a sostenere i paesi partner internazionali affinchè possano riprendersi i migranti arrivati irregolarmente e contrastarne la partenza.
Nasce l'Ecodesign Forum per un fashion attento all'ambiente
La Commissione lancia un bando rivolto a potenziali candidati al un nuovo Ecodesign Forum, istituito nell'ambito del regolamento europeo sull'Ecodesign per prodotti sostenibili (ESPR). Il Forum svolgerà un ruolo importante nell'attuazione dell'ESPR coinvolgendo tutti gli attori l nello sviluppo di norme per prodotti più circolari, efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili.
Il nuovo Ecodesign Forum riunirà rappresentanti dell'industria, della società civile e del mondo accademico, insieme ad esperti nominati dagli Stati membri. Sulla base dell'esperienza maturata con la direttiva sull'Ecodesign, la Commissione consulterà i membri del Forum su aree chiave nell'ambito dell'ESPR. Tra queste, i requisiti dell' ecodesign, i meccanismi di sorveglianza del mercato, le misure di autoregolamentazione ed i divieti di distruggere i prodotti rimasti invenduti. L'Ecodesign Forum avrà anche un ruolo consultivo nell'attuazione delle norme sull'etichettatura energetica.
Le organizzazioni e gli individui che soddisfano i criteri di selezione avranno tempo fino al 5 dicembre 2024, ore 12:00 CET (mezzogiorno) per presentare le loro candidature, che saranno poi valutate dalla Commissione. I rappresentanti degli Stati membri e di altri enti pubblici saranno designati su invito diretto della Commissione.
Vale la pena ricordare il processo di Barcellona di cui questa organizzazione, l'Unione per il Mediterraneo, è erede. È stato creato nel 1995, più o meno nel periodo in cui [l’ex] primo ministro israeliano, [Yitzhak] Rabin, fu assassinato. Questa creazione di un processo che poi prese forma in un'organizzazione, l'Unione per il Mediterraneo, faceva parte della risposta internazionale a quell'assassinio, per cercare di trovare un modo per trovare la pace tra Israele e Palestina, [poiché] coloro che uccisero Rabin sapevano che uccidendolo avrebbero ucciso anche il processo di pace.
L’obiettivo dell’Unione per il Mediterraneo era che tutti i paesi di questo bacino – compresi israeliani e palestinesi – potessero lavorare insieme per creare un’area di pace e stabilità. Purtroppo nella storia [questo obiettivo] non è stato scritto [nello specifico] così.
Già l’anno scorso, su iniziativa della Spagna e di altri paesi europei, volevamo che questa piattaforma servisse a discutere del conflitto e delle tragiche conseguenze umane della situazione a Gaza – e delle sue conseguenze sull’intera regione.
Erano trascorsi due mesi dagli attacchi terroristici di Hamas, dopo il 7 ottobre. Allora vennero qui non solo i paesi vicini del Mediterraneo, ma anche molti altri paesi del mondo arabo, per cercare di trovare insieme un modo per fermare questa estensione del conflitto.
Un anno dopo ci siamo incontrati di nuovo qui, abbiamo parlato di nuovo della stessa cosa, ma in [condizioni peggiori], molto peggio.
Ieri il Segretario Generale delle Nazioni Unite, [António Guterres], ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma letteralmente di essere completamente sopraffatto dalla situazione nel nord di Gaza; dal numero di morti; dal numero dei feriti abbandonati; per la distruzione totale di quel territorio; per le centinaia di morti dal 7 ottobre scorso, quando sono state interrotte le comunicazioni ed è iniziata l'offensiva dell'esercito israeliano contro quella parte di territorio, con l'interruzione delle comunicazioni, il più grande black-out informativo nella storia di una guerra in cui un governo democratico partecipa, con oltre 60.000 persone costrette ad abbandonare le proprie case. Delle loro case non rimane più nulla; gli ospedali distrutti e coloro che vi sono rimasti, abbandonati al loro destino.
Questa è la descrizione che fanno il Segretario Generale delle Nazioni Unite, [António Guterres], e tutte le sue organizzazioni, e anche la descrizione che raccoglie oggi la stampa internazionale.
Questo ha fatto da sfondo alla nostra discussione, una discussione in cui tutti o quasi si sono lamentati della situazione che ho descritto, hanno espresso preoccupazione e hanno tentato di trovare soluzioni che impedissero l'escalation delle ostilità in Cisgiordania e in Libano.
Oggi 2 milioni di persone – il 90% della popolazione di Gaza – si trovano in una situazione di estrema insicurezza alimentare. Circa 150.000 stanno semplicemente morendo di fame.
Questa situazione, che non è ancora stata [finita], non può essere [finita] senza tenere conto della situazione del sistema sanitario, con gli ospedali completamente distrutti e senza osservatori internazionali che possano fornire maggiori informazioni.
È vero che Israele giustifica sempre i suoi attacchi perché ovunque li compie crede che ci sia un terrorista. Ma c’è qualcosa che si chiama proporzionalità, nella risposta [di uno Stato]. Esiste una cosa chiamata tenere conto delle vittime collaterali in ogni conflitto. Purtroppo le Nazioni Unite avvertono che il numero delle persone che soffrono di malnutrizione acuta – che è l’eufemismo con cui chiamiamo fame – potrebbe triplicarsi nei prossimi mesi.
Qui abbiamo tutti rifiutato qualsiasi spostamento forzato dei palestinesi rimasti a Gaza. In particolare quelli che possono essere spinti dalla Cisgiordania verso la Giordania. Anche in Libano, i civili stanno pagando un prezzo molto alto [in] questa escalation militare che ha oltrepassato ogni linea rossa – compresi gli attacchi all’UNIFIL, [la Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano].
[Alcuni] attacchi che non solo vanno condannati, ma anche [attribuiti a] chi li compie. Dire che ci sono attentati contro l'UNIFIL senza dire chi li compie nasconde parte della verità. Chi li produce è l’esercito israeliano. Pertanto bisogna condannare l’esercito israeliano e non un essere senza nome. Dobbiamo condannare chi fa ciò che noi condanniamo, altrimenti la sentenza non sarà sufficiente.
C’è bisogno di un cessate il fuoco immediato [da attuare] sulla linea blu e di una risoluzione – che [ha] più di 20 anni – da attuare. Dobbiamo impedire a coloro che ne hanno la forza di tentare di ricostruire il Medio Oriente attraverso la violenza e la distruzione. Creare situazioni di estrema fragilità nella popolazione.
Lo ha detto Hassan Salameh, inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia. Le sue parole sono molto chiare e fanno riferimento alla responsabilità che ha nella comunità internazionale di evitare il peggio. Trovare una soluzione politica che ci permetta di uscire da questa situazione che ogni giorno porta sempre più persone alla disperazione e semina i semi dell’odio che agiteranno intere generazioni.
Allo stesso tempo, sì, buona parte degli ostaggi sono ancora detenuti a Gaza. Dobbiamo chiedere ancora una volta il suo rilascio immediato, come parte di questo processo che porta al cessate il fuoco.
Ma l’impunità deve finire. Devi smettere di rimpiangere le cose e iniziare a prendere misure per evitare che continuino a verificarsi. Perché finora nessuno sembra essere riuscito a convincere il governo di Netanyahu a fermare le azioni che sta intraprendendo.
Pochi giorni fa a Parigi, in una conferenza per gli aiuti al Libano, il presidente [francese, Emmanuel] Macron ha detto – e lo ha detto giustamente – che chiunque cerchi di difendere la civiltà non può praticare la barbarie. È questo un momento in cui i Paesi vicini al Mediterraneo fanno sentire la loro voce, chiedendo che si trovi una soluzione politica a questo conflitto che non può essere altro – anche su questo tutti sono d’accordo – che un processo che porti alla creazione di uno Stato per la Palestina.
La parola chiave qui è implementazione. Non proclamarne la necessità, ma fare quanto necessario affinché una cosa del genere accada. Da 30 anni proclamiamo che questa è la soluzione, [ma] senza agire con decisione per realizzarla.
Anche per questo è nata l’Unione per il Mediterraneo. Per raggiungere questo obiettivo, ha svolto un ruolo che potrebbe essere molto più grande, [ma] affinché ciò accada, sono necessarie riforme nel suo funzionamento, per renderlo più forte, [in modo] che abbia più potere di attrarre le persone. Che sia una vera piattaforma per il dialogo e la cooperazione: Israele non è qui oggi.
[È necessario] far sì che questa organizzazione si adatti alle dinamiche evolutive delle sfide che deve affrontare. Parliamo di guerra, ma potremmo parlare anche di emigrazione – che è un elemento di preoccupazione per la società europea, vissuta in modo diverso in alcuni paesi rispetto ad altri. Con soluzioni diverse, in alcuni Paesi e in altri.
Ancora contrasti tra UE e Regno Unito sulla pesca
Oggi, l'UE ha deciso di richiedere l'istituzione di un tribunale arbitrale ai sensi del meccanismo di risoluzione delle controversie dell'accordo di commercio e cooperazione (TCA) UE-Regno Unito in merito alla decisione del Regno Unito di vietare la pesca del cicerello. Il tribunale arbitrale si pronuncerà sulla compatibilità della misura con il TCA.
In vigore dal 26 marzo 2024, il divieto di pesca del cicerello nelle acque inglesi del Mare del Nord e in tutte le acque scozzesi impedisce alle navi dell'UE di svolgere questa pesca sostenibile. L'UE mette in dubbio la compatibilità di questo divieto con il TCA. Per questo motivo, nell'aprile 2024, l'UE ha richiesto consultazioni con il Regno Unito per trovare una soluzione reciprocamente accettabile, avviando formalmente un procedimento ai sensi del meccanismo di risoluzione delle controversie del TCA. Le consultazioni si sono concluse senza raggiungere una soluzione reciprocamente concordata, alla quale l'UE rimane aperta. L'istituzione di un tribunale arbitrale costituisce il passo successivo della procedura di risoluzione delle controversie.
Quando si tratta di gestire risorse condivise, tutte le decisioni prese dall'UE o dal Regno Unito devono essere non discriminatorie, proporzionate agli obiettivi e basate sulle migliori prove scientifiche disponibili. L'UE e il Regno Unito stabiliscono le opportunità di pesca per il cicerello sulla base di una consulenza indipendente all'avanguardia del Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare, che consente di raccogliere stock ittici a livelli che consentono loro di riprodursi alla massima capacità e di mantenere livelli di popolazione sani. L'UE si impegna a promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Agisce per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente nell'ambito della politica comune della pesca e della strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030, e in linea con i suoi impegni nell'ambito del TCA.
116 milioni di aiuti a Germania e Italia per le alluvioni a giugno
La Commissione propone oggi un'assistenza finanziaria di 116 milioni di euro da parte del Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) per aiutare la Germania e l'Italia ad affrontare le conseguenze delle gravi inondazioni che hanno colpito questi paesi nel maggio e giugno 2024.
Questa proposta di finanziamento fa seguito alle richieste di intervento del FSUE presentate dai paesi interessati, che hanno presentato alla Commissione le valutazioni dei danni, inclusa una stima del danno subito. La proposta di finanziamento della Commissione si basa quindi su queste valutazioni e sulle soglie specifiche fissate nel regolamento. Pertanto, il pacchetto di aiuti sarebbe il seguente: 112,07 milioni di euro per la Germania a seguito dei danni provocati dalle inondazioni nei Länder Baviera e Baden-Württemberg alla fine di maggio 2024; e 3,96 milioni di euro all'Italia per sostenere gli sforzi di ripresa dopo le alluvioni che hanno colpito la Valle d'Aosta nel giugno 2024.
L’assistenza del FSUE coprirà parte dei costi delle operazioni di emergenza e di recupero, compresa la riparazione delle infrastrutture danneggiate e la messa in sicurezza delle infrastrutture preventive, la salvaguardia del patrimonio culturale e le operazioni di bonifica.
La proposta di assistenza segue la recente delibera della Commissione nell’agosto 2024 volta a mobilitare più di un miliardo di euro per aiutare Italia, Slovenia, Austria, Grecia e Francia a riprendersi dai recenti disastri naturali. La Commissione sta predisponendo le misure esecutive.
Un report indica che si intensificano le relazioni tra Bruxelles e parlamenti nazionali.
L'auspicato appianarsi del deficit democratico in Europa, spesso attribuibile in realtà proprio ad una distanza ancora non colmata tra rappresentanze conunitarie e nazionali dei cittadini, sarebbe in atto secondo la relazione annuale 2023 sulle relazioni con i parlamenti nazionali e sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. La relazione, infatti, evidenzia un aumento della partecipazione dei parlamenti nazionali al dialogo politico con la Commissione, presentando un totale di 402 pareri scritti dai parlamenti alla Commissione, una cifra che supera di oltre il 10% quella del 2022. Indica che i parlamenti nazionali hanno continuato a impegnarsi con la Commissione sulle sue priorità politiche, prestando particolare attenzione al Green Deal europeo, una nuova spinta per la democrazia europea e la promozione del nostro stile di vita europeo. I parlamenti nazionali hanno inoltre prestato particolare attenzione al programma di lavoro della Commissione per il 2023, rendendolo il documento più commentato, nonché alla guerra di aggressione russa in corso contro l'Ucraina, al conflitto in Medio Oriente, alle riflessioni sul futuro dell'Unione, all'allargamento, alla migrazione e alla sicurezza. Il numero di pareri motivati dei parlamenti nazionali che indicavano violazioni percepite del principio di sussidiarietà nelle proposte della Commissione ammontava a 22. Questo numero rappresenta quasi un terzo in meno rispetto ai 32 ricevuti nel 2022, una cifra in linea con una tendenza al ribasso a lungo termine in questo senso.
La relazione mostra che i membri del Collegio hanno tenuto 127 riunioni con i parlamenti nazionali. Spiega i cambiamenti che diversi parlamenti nazionali hanno implementato per essere informati prima e meglio sul processo politico dell'UE, nonché come esprimere le proprie opinioni in modo più efficace. Allo stesso modo, sottolinea che alcuni parlamenti nazionali hanno iniziato a utilizzare il dialogo politico in modi innovativi. Ad esempio, una Camera ha emesso diversi pareri sulla stessa proposta in diverse fasi del processo legislativo e altri parlamenti hanno utilizzato pareri congiunti per influenzare collettivamente i negoziati in corso nella loro fase finale. Questo dimostra il potenziale strategico e la flessibilità offerti dal dialogo tra i parlamenti nazionali e la Commissione.
Dalle elezioni europee di giugno è difficile trovare una settimana più densa di avvenimenti e confronti tra l'Europa e il resto del mondo. Gli osservatori e gli analisti fanno fatica a comporre il quadro, tanti sono gli input e le suggestioni che ogni singolo giorno della settimana ha regalato. In sequenza: Primo Summit di cooperazione UE - Paesi del Golfo; Vertice europeo dei capi di stato e di governo; Vertice dei ministri della difesa della NATO. Cui si è aggiunta la notiza ieri dell'uccisione da parte dell'esercito israeliano del leader di Hamas, Sinwar, tra l'altro avvenuta per caso.
Eppure su tutti un evento brilla di speranza, mentre a Bruxelles le nubi sono di casa come sempre. Si tratta dell'incontro tra Papa Bergoglio e l'ex premier israeliano Olmert e l'ex ministro degli esteri palestine Al -Kidva, che ha avuto luogo ieri in Vaticano.
Si, perchè una lezione emerge chiara da questa concitata settimana a Bruxelles: i vertici dell'Europa sanno parlare ( a vuoto per lo più) di guerra, ma non sanno cercare la pace. A livello diplomatico, sul conflitto in Medio Oriente tante spaccature e distinguo tra i leader europei, che hanno ulteriormente irradiato verso l'esterno la propria frammentazione interna, già ben visibile a seguito della guerra in Ucraina. Ma non una sola iniziativa di dialogo, anche magari attraverso attori politici fuori dalla scena, ma pur sempre rappresentativi delle loro rispettive comunità.
Come invece ha saputo fare ieri il Vaticano, dando così l'opportunità di portare all'attenzione dell'opinione pubblica almeno un'ipotesi, neanche velleitaria o illusoria, di un nuovo assetto tra Israele e lo Stato palestinese oltre la guerra attuale.
Sembra che in Europa siamo ancora orfani psicologicamente della guerra fredda e ci sentiamo chiamati solo a schierarci con o contro qualcuno, a seconda della posta in gioco. E quando la posta in gioco si riduce a scarti umani in rotta verso le nostre frontiere, allora la coesione fra gli stati europei di colpo si fa compatta e trasversale attorno ad un'unica metafora: fora de ball.
CLS
La Commissione ha adottato oggi il primo regolamento di attuazione della Direttiva NIS2 sulla sicurezza informatica delle entità e delle infrastrutture critiche in Europa. Il regolamento specifica quali sono le misure di gestione dei rischi per la sicurezza informatica e i casi in cui un incidente debba essere considerato significativo con l'obbligo per le aziende che forniscono infrastrutture e servizi digitali di segnalarlo alle autorità nazionali. Rappresenta un ulteriore passo per aumentare la resilienza informatica delle infrastrutture digitali critiche dell'Europa.
Il regolamento attuativo adottato oggi si applicherà a specifiche categorie di aziende che forniscono servizi digitali, come i fornitori di servizi di cloud computing, i fornitori di servizi di data center, i marketplace online, i motori di ricerca online e le piattaforme di social network, per citarne alcuni. Per ciascuna categoria di fornitori di servizi, l'atto specifica quando un incidente è considerato significativo, a chi deve essere segnalato e in quale lasso di tempo.
L'adozione del regolamento attuativo coincide con la scadenza fissata per oggi per la trasposione della direttiva NIS2 nel diritto nazionale di tutti gli stati membri. A partire da domani, 18 ottobre 2024, saranno applicabili tutte le misure necessarie per conformarsi alle norme sulla sicurezza informatica NIS2, comprese le misure di vigilanza e di applicazione.
Un mandato ambizioso per la prossima Conferenza ONU sul clima.
Ieri il Consiglio dei ministri per l'ambiente dell'Unione Europea ha adottato il mandato da conferire alla Commissione per la prossima conferenza sul clima COP29, la conferenza sulla biodiversità COP16 e la conferenza sulla desertificazione COP16.
Alla COP29 di Baku, il commissario Wopke Hoekstra guiderà il team negoziale dell'UE. I colloqui si concentreranno principalmente su come finanziare la transizione verde, attraverso l'adozione di un obiettivo comune quantificabile (NCQG) sui finanziamenti per il clima. Come ha affermato il commissario nella conferenza stampa di ieri sera, l'UE cercherà anche di garantire che i paesi di tutto il mondo diano concreta attuazione alla decisione storica della COP28 dell'anno scorso a Dubai di abbandonare i combustibili fossili, triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare i miglioramenti dell'efficienza energetica entro il 2030, il cosiddetto consenso degli Emirati Arabi Uniti. I negoziatori cercheranno di mantenere lo slancio politico dell'anno scorso sulla riduzione delle emissioni, in particolare nella definizione del quadro per il prossimo ciclo di obiettivi climatici a livello nazionale, la cui adozione è prevista per il 2025, prima della COP30. Le conclusioni del Consiglio adottate ieri stabiliscono anche lla posizione negoziale dell'UE ai sensi dell'articolo 6 dell'accordo di Parigi sulle norme per i mercati internazionali del carbonio, che dovrebbero garantire trasparenza e integrità ambientale contribuendo nel contempo alla riduzione delle emissioni. L'UE continuerà inoltre a garantire progressi nelle politiche di adattamento e a rafforzare la resilienza globale ai cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda la conferenza sulla biodiversità della COP16 le conclusioni del Consiglio confermano l'impegno dell'UE per la piena e rapida attuazione del Quadro globale sulla Biodiversità adottato a Kunming-Montréal. L'UE lavorerà per accordi su questioni chiave, tra cui l'integrazione della biodiversità in altre politiche fino al 2030, il rafforzamento delle capacità, un processo decisionale condotto alla luce dei dati scientifici e il rafforzamento delle sinergie tra l'azione per il clima e la biodiversità. Spingerà inoltre verso progressi nella condivisione dei benefici delle risorse genetiche e nella mobilitazione delle risorse per la biodiversità. L'UE ha recentemente presentato i suoi obiettivi specifici del quadro globale sulla biodiversità e la COP16 sarà la prima grande opportunità di bilancio dopo lo storico accordo alla COP15.
Aiuti umanitari incrementati ai paesi dell'Asia e del Pacifico
La Commissione ha annunciato lo stanziamento di aiuti umanitari per un valore di 21,5 milioni di euro per la regione dell'Asia-Pacifico, portando il sostegno totale dell'UE a quasi 95 milioni di euro nel 2024. Questo nuovo finanziamento sosterrà progetti di aiuto umanitario in Bangladesh, Myanmar/. Birmania, Indonesia e Malesia. Se poi i loro cittadini vengono in Europa, li rimandiamo indietro.
Inoltre, è in fase di realizzazione un nuovo ponte aereo umanitario dell’UE che porterà forniture essenziali alle vittime del tifone Yagi, che ha devastato la regione dell’Asia-Pacifico, e si prevede che un volo raggiungerà il Laos nei prossimi giorni.
Janez Lenarčič, commissario per la Gestione delle crisi, ha dichiarato: “La stagione dei monsoni in corso ha colpito in modo particolarmente duro il sud-est asiatico, con diversi paesi che si trovano ad affrontare gravi inondazioni e cicloni. Poiché i disastri causati dai cambiamenti climatici diventano sempre più frequenti e più intensi, è tanto più importante rafforzare la cooperazione internazionale per una migliore preparazione e una risposta efficace. Sono convinto che questo accordo tra l’UE e gli organismi di gestione delle catastrofi dell’ASEAN sarà estremamente vantaggioso e ci consentirà di imparare gli uni dagli altri e di proteggere meglio le nostre popolazioni. »
L’annuncio arriva mentre Janez Lenarčič, commissario per la gestione delle crisi, visita questa settimana le Filippine e l’Indonesia con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione sulla preparazione e risposta alle catastrofi con l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) e altri paesi della regione. In questo contesto il Commissario rappresenterà l'UE alla conferenza ministeriale dell'Asia-Pacifico sulla riduzione del rischio di catastrofi che si terrà a Manila, nelle Filippine.
A Giakarta, il commissario Lenarčič parteciperà alla firma di un accordo sulla gestione delle catastrofi tra la direzione generale della Protezione civile e delle operazioni europee di aiuto umanitario (DG ECHO) dell'UE e il Centro di coordinamento umanitario dell'ASEAN, e segnerà il 20° anniversario dell'accordo il devastante tsunami che ha colpito l’Indonesia nel 2004, ricordando la solidarietà mostrata dall’UE durante la fase di risposta.
Lanciata una piattaforma sulle tecnologie per ridurre l'inquinamento.
Dopo il lancio del Centro europeo di innovazione per la trasformazione industriale e le emissioni (INCITE) nel giugno 2024, la Commissione presenta oggi la piattaforma informativa INCITE che centralizza i dati sulle tecnologie industriali pulite innovative.
INCITE è un componente chiave della revisione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED). Promuove l’adozione di tecnologie innovative che possono ridurre le emissioni (comprese le emissioni di gas serra) o ridurre lo spreco di risorse. La piattaforma è progettata per ricevere e raccogliere dati da e su tutti i settori industriali coperti dalla IED, con un focus iniziale sulle industrie ad alta intensità energetica come la produzione di ferro, acciaio, cemento e prodotti chimici. Per cominciare, sulla piattaforma sono disponibili circa 20 tecniche illustrative provenienti da progetti in corso finanziati dall’UE. Gli esempi includono progetti di cattura e stoccaggio del carbonio nei settori del cemento e della calce, forni ibridi nell’industria del vetro e progetti per il trattamento dei PFAS nelle acque reflue.
Gli utenti possono inviare informazioni attraverso un semplice questionario. La piattaforma aiuta le parti interessate a prendere decisioni informate fornendo una panoramica completa delle prestazioni ambientali, della maturità tecnologica, dei costi e dei benefici di queste tecnologie. La piattaforma sosterrà inoltre il dialogo e la cooperazione tra l’industria, i fornitori delle tecnologie, le organizzazioni di ricerca e tecnologia, i politici e gli attori finanziari. Inoltre, supporterà le autorità nazionali nel processo di approvazione di impianti industriali innovativi e fornirà informazioni agli operatori finanziari per identificare le tecnologie più promettenti su cui investire.
Questo strumento è gestito dal Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione. Tecniche innovative considerate pronte per l'uso e con significativi benefici ambientali saranno incluse nel processo di Siviglia, per sviluppare future norme ambientali e aumentare ulteriormente la diffusione di tecnologie pulite in Europa.
Il Consiglio dell'Unione Europea ha approvato oggi una dichiarazione sulla tutela della vita ebraica e la lotta all'antisemitismo. La dichiarazione evidenzia livelli allarmanti di antisemitismo in tutta l'UE e sottolinea che l'UE si oppone inequivocabilmente a tutte le forme di antisemitismo, razzismo, odio e discriminazione. Il Consiglio chiede con la massima fermezza possibile ulteriori azioni per combattere questi fenomeni.
Tra le aree specifiche, la dichiarazione sottolinea l'importanza di combattere tutte le forme di incitamento all'odio antisemita, tra cui la negazione e la banalizzazione dell'Olocausto. Queste tendenze crescenti, soprattutto online, danneggiano le comunità ebraiche, minano la memoria storica collettiva e minacciano la coesione e la sicurezza delle società democratiche europee.
La dichiarazione sottolinea inoltre la necessità di promuovere la vita ebraica attraverso la cultura, l'istruzione e la commemorazione dell'Olocausto come elementi chiave per promuovere la tolleranza, la comprensione reciproca, il patrimonio culturale e il dialogo interculturale. Un'altra priorità importante è garantire la sicurezza del popolo ebraico e la sicurezza dei locali e delle istituzioni ebraiche, nonché sostenere e proteggere le vittime di tutte le forme di antisemitismo, razzismo e tutte le altre forme di odio. Il Consiglio invita gli Stati membri, la Commissione, l'Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali e l'Agenzia dell'UE per la formazione delle forze dell'ordine a continuare e intensificare i loro sforzi per combattere l'antisemitismo e promuovere la vita ebraica nelle rispettive aree di competenza.
In risposta al diffuso fenomeno dell'antisemitismo le reazioni degli Stati membri in un report
Oggi la Commissione ha pubblicato la sua prima relazione sui progressi della Strategia dell'UE 2021-2030 per combattere l'antisemitismo e promuovere la vita ebraica. La relazione sui progressi mostra che, in linea con la strategia dell'UE, la maggior parte degli Stati membri ha adottato misure contro l'antisemitismo dal 2021, tra cui: 23 Stati membri hanno sviluppato strategie nazionali contro l'antisemitismo; 20 Stati membri hanno nominato un inviato speciale o un coordinatore nazionale per la lotta all'antisemitismo; 25 Stati membri hanno adottato o approvato la definizione operativa di antisemitismo dell'International Holocaust Remembrance Alliance. Tuttavia, dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, gli episodi antisemiti sono aumentati vertiginosamente in tutta Europa. Pertanto, la determinazione a combattere l'antisemitismo nell'UE è più rilevante che mai. Ecco perché la Commissione ha, ad esempio, accelerato l'attuazione della strategia dell'UE, ha reso disponibili finanziamenti per la sicurezza dei locali ebraici, sta sviluppando una rete dedicata di organizzazioni specializzate nella lotta all'antisemitismo online e sta sostenendo la creazione di una "Rete dei luoghi in cui è avvenuto l'Olocausto".
La relazione viene presentata in parallelo con la dichiarazione sulla promozione della vita ebraica e la lotta all’antisemitismo che il Consiglio adotterà il 15 ottobre, che dimostra l’impegno degli Stati membri a combattere l’antisemitismo in tutta l’UE.
Il Fondo per la Transizione Giusta organizza una conferenza a Bruxelles per lo scambio delle migliori esperienze.
Domani, si svolgerà a Bruxelles la decima edizione della Just Transition Platform Conference, che riunirà oltre 800 partecipanti provenienti dalle regioni dell'UE coinvolte nel Just Transition Mechanism. I partecipanti discuteranno dei risultati della "just transition" sul campo e si scambieranno le best practice. Martedì, la Commissaria per la Coesione e le Riforme Elisa Ferreira aprirà l'evento e inaugurerà la prima mostra in assoluto dedicata ai progetti finanziati nell'ambito del Meccanismo, che condividerà esempi di azioni da tutta Europa. Questi progetti riguardano opportunità di aggiornamento professionale, riqualificazione del territorio e supporto alla ricerca e all'innovazione. La conferenza spiegherà anche l'assistenza disponibile per supportare le regioni che effettuano la transizione verso un'economia a zero emissioni nette.
Mercoledì, le discussioni si concentreranno sulle opzioni di finanziamento aggiuntive disponibili nell'ambito del Public Sector Loan Facility, che, ad esempio, ha già sostenuto alloggi sostenibili e accessibili a Skellefteå, Svezia e l'accessibilità ai trasporti pubblici a Lille, Francia. Altre sessioni esamineranno la riqualificazione del territorio dopo l'eliminazione graduale del carbone e il contributo dell'imprenditoria femminile alla transizione verde.
Giovedì, si terrà un "Dialogo multilivello sulla giusta transizione" per supportare un migliore scambio di buone pratiche tra i diversi livelli di governance a livello nazionale e regionale.
Lanciata nel 2020, la Just Transition Platform fornisce alle parti interessate informazioni chiave sul supporto disponibile nell'ambito del Just Transition Mechanism. Questo supporto finanziario è fornito dal Just Transition Fund e dal Public Sector Loan Facility. L'obiettivo principale è garantire che nessuna regione o persona venga lasciata indietro durante la transizione verso un'economia a zero emissioni nette.
Se Israele non riconosce neanche più l'utilità ed il senso della presenza di UNIFIL, diretta emanazione delle nazioni Unite, come forza di interposizione con il Libano, figuriamoci se può prendere in considerazione qualunque iniziativa diplomatica intrapresa dall'Europa. Sarà per questo che ad occupare di più i leader europei è come sempre il tema dell'immigrazione. Con la definitiva presa d'atto che respingere, in certe condizioni, è meglio che soccorrere ed accogliere; e se non si piò respingere, perchè il diritto internazionale lo vieterebbe, allora a quanti arrivano illegalmente gli si riserva la novità del trasferimento forzato in centri di rimpatrio extra UE.
E poi gli accordi, i c.d. partenariati internazionali, molto chiari nelle intenzioni: soldi in cambio di chiari impegni a chiudere le frontiere di quei paesi per impedirne l'emorragia di esseri umani verso le coste europee.
la prossima settimana si svolgerà il Vertice dei capi di stato e di governo, come da prassi in autunno. Un'agenda mai così complessa e uno scenario mai così incerto. Quanto saprà ritrovare di se stessa un'Europa fragile di senso e di valori.? Davvero vorremmo che le contraddizioni e l'ipocrisia non superassero il limite della decenza: se affermi di credere in valori superiori agli interessi non devi fare accordi con il Rwanda per le materie prime critiche, se tali accordi per te vitali si traducono poi in guerre spietate tra bande nel Congo per il commercio illegale di quelle materie.
Siamo tutti connessi, ma troppo indifferenti.
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Intensificati gli aiuti umanitari al Libano
In risposta alla grave crisi in Medio Oriente l''UE sta mobilitando tutti gli strumenti di risposta a sua disposizione in supporto della poplazione civile in Libano. Oggi, l'UE ha lanciato un'operazione di ponte aereo umanitario composta da tre voli da Dubai e Brindisi, il primo dei quali arriverà a Beirut l'11 ottobre. I voli trasporteranno scorte di proprietà dell'UE, tra cui articoli per l'igiene, coperte e kit di emergenza per i rifugiati. Inoltre, tramite il meccanismo di protezione civile dell'UE, gli aiuti provenienti da Spagna, Slovacchia, Polonia, Francia e Belgio vengono consegnati a Beirut dalla scorsa settimana, con ulteriori aiuti dalla Grecia che saranno trasportati nei prossimi giorni. La Commissione finanzia i costi di trasporto di queste consegne e garantisce un coordinamento fluido. Le forniture donate dagli Stati membri includono medicinali e articoli medici che sono essenziali per assistere le persone in Libano che non hanno accesso all'assistenza sanitaria di emergenza, in particolare per coloro che sono stati sfollati forzatamente.
Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'UE rimane in stretto contatto con gli Stati membri e i partner umanitari per mobilitare ulteriori offerte. Questa assistenza si aggiunge ai circa 104 milioni di euro di aiuti umanitari stanziati dall'UE per il Libano quest'anno.
Infrastrutture digitiali: al via bandi per 865 milioni di euro
La Commissione ha adottato oggi il programma di lavoro per la componente digitale del Meccanismo per Collegare l’Europa, che definisce la portata e gli obiettivi delle azioni finanziate dall’UE per migliorare l’infrastruttura di connettività digitale dell’Europa. Queste azioni beneficeranno di un finanziamento di circa 865 milioni di euro tra il 2024 e il 2027.
Il programma finanzierà la realizzazione dell’infrastruttura 5G, delle piattaforme digitali operative per l’energia e le infrastrutture dei trasporti, nonché la realizzazione e l’aggiornamento delle reti dorsali, compresi i cavi sottomarini. Contribuirà inoltre a rafforzare la competitività dell’ecosistema digitale europeo e a mobilitare risorse pubbliche e private per colmare il divario di investimenti che ostacola la realizzazione di reti ad alte prestazioni. Nei prossimi giorni verranno aperti i primi inviti a presentare proposte.
Margrethe Vestager, commissaria ad interim per il Mercato interno, ha dichiarato: “Migliorare la nostra connettività è di importanza strategica nell’UE. Con questo secondo programma di lavoro miriamo a connettere più cittadini e imprese e a lanciare infrastrutture di connettività più innovative. Il programma di lavoro digitale investirà circa 865 milioni di euro per sostenere azioni volte a realizzare infrastrutture Gigabit e 5G avanzate, nonché progetti di cavi dorsali. »
L'Accordo Europa Stati uNiti per la protezione dei dati personali presenta un biòancio positivo
Sulla base delle informazioni raccolte la Commissione ha pubblicato un rapporto sull'implementazione sino ad oggi dell' EU-US Data Privacy Framework (DPF), in cui conclude che le autorità statunitensi hanno messo in atto tutti gli elementi costitutivi del quadro. Ciò include l'attuazione di misure di salvaguardia per limitare l'accesso ai dati personali da parte delle autorità di intelligence statunitensi a quanto necessario e proporzionato per proteggere la sicurezza nazionale e l'istituzione di un meccanismo di ricorso indipendente e imparziale. La relazione contiene anche una serie di raccomandazioni per garantire che il quadro continui a funzionare in modo efficace, come lo sviluppo di linee guida comuni tra le autorità statunitensi e le autorità di protezione dei dati dell'UE sui requisiti chiave del DPF. La Commissione continuerà a monitorare gli sviluppi e riferirà periodicamente sul suo funzionamento.
Il rapporto si basa sul contributo di un'ampia gamma di attori, tra cui organizzazioni della società civile, associazioni di categoria, autorità di protezione dei dati dell'UE, autorità statunitensi coinvolte nell'attuazione del quadro, nonché sul feedback del pubblico in generale tramite il portale "Have your Say". La relazione si basa anche sulle informazioni raccolte durante la riunione di revisione di luglio 2024 tra il Commissario per la giustizia Didier Reynders, il Segretario al commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo e i loro esperti. La delegazione dell'UE alla riunione di revisione comprendeva rappresentanti della Commissione europea e del Comitato europeo per la protezione dei dati.
Un'azienda farmaceutica francese inaugura gli accordi con l'UE per contrastare le minacce sanitarie transfrontaliere
La Commissione, attraverso l'Autorità di preparazione e risposta alle emergenze sanitarie (HERA) e la Banca europea per gli investimenti, ha firmato oggi un accordo del valore di 20 milioni di euro con l'azienda biofarmaceutica francese Fabentech per lo sviluppo e la distribuzione dei suoi farmaci ad ampio spettro per combattere le minacce biologiche alla salute pubblica.
L'analisi delle minacce condotta da HERA ha dimostrato l'importanza di sviluppare la piattaforma tecnologica di Fabentech, che si basa sulla produzione di frammenti di anticorpi policlonali ad ampio spettro, che riconoscono e neutralizzano agenti patogeni e tossine nel corpo umano. Attraverso le sue capacità integrate di ricerca e sviluppo (R&S) e di bioproduzione, Fabentech mira a sviluppare e produrre rapidamente nuove immunoterapie per migliorare l’efficacia della risposta alle emergenze sanitarie pubbliche. L'accordo odierno è il primo del genere nell'ambito di HERA Invest. Altri investimenti sono in preparazione con altre società europee. Contribuiranno a stimolare l’innovazione per rispondere alle minacce sanitarie prioritarie, come gli agenti patogeni ad alto potenziale pandemico, le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN) e la resistenza agli antibiotici. L'iniziativa faro di HERA, HERA Invest, è un complemento da 100 milioni di euro al programma InvestEU finanziato dal programma d'azione dell'Unione per la salute (EU4Health) e il cui obiettivo è, in definitiva, proteggere i cittadini dalle minacce per la salute.
Nel 2022, HERA, insieme agli Stati membri, ha identificato tre specifiche minacce sanitarie ad alto impatto per le quali è essenziale prepararsi e rispondere. Per garantire la disponibilità e l’accessibilità delle contromisure mediche, HERA sostiene lo sviluppo, la capacità produttiva e l’incremento della produzione, dell’approvvigionamento e dell’eventuale stoccaggio di farmaci, apparecchiature diagnostiche, dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale, nonché altre contromisure mediche. In quest'ottica HERA ha collaborato con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) per la costituzione di HERA Invest.
L'UE si attrezza per muoversi con più agio sui mercati obbligazionari
La Commissione ha lanciato la sua strutturaEU Repurchase Agreement (Repo) facility, una forma di emissione a breve termine di titoli UE disponibili su richiesta per i primary dealer europei, allo scopo di rafforzare ulteriormente il ruolo delle obbligazioni UE e, di conseguenza, migliorare l'efficienza e la fluidità del mercato obbligazionario UE. Questo nuovo strumento è frutto della crescita esponenziale delle obbligazioni UE sul mercato secondario negli ultimi anni. Attraverso Repo, l'UE offre ai suoi primary dealer la possibilità di reperire obbligazioni UE specifiche su base temporanea, consentendo agli investitori di avere maggiore fiducia nelle condizioni alle quali possono negoziare obbligazioni UE nel mercato secondario.
Oggi le prime transazioni, che saranno eseguite sul sistema di trading Eurex Repo e saranno compensate tramite Eurex Clearing. . Repo opera in linea con le pratiche standard degli emittenti sovrani peer. L'odierno lancio rappresenta l'ultima misura annunciata dalla Commissione nel dicembre 2022 per dare supporto al mercato obbligazionario europeo. La Commissione ha ora tutti gli strumenti di cui ha bisogno per gestire con successo un periodo intenso di emissione fino alla fine del 2026 con il supporto del Primary Dealer Network.
Il 4 ottobre, la Commissione ha tenuto un workshop multi-stakeholder per raccogliere input per le linee guida sulla protezione dei minori ai sensi del Digital Services Act (DSA). Le linee guida aiuteranno i provider di piattaforme online a garantire un elevato livello di privacy, sicurezza e protezione per i minori.
Il workshop di esperti ha riunito circa 140 partecipanti di un'ampia gamma di settori di appartenenza, tra cui Digital Services Coordinators e altre autorità nazionali competenti, organizzazioni della società civile, piattaforme online e motori di ricerca di grandi dimensioni, piattaforme online più piccole, associazioni di settore, accademici, Safer Internet Centres e Better Internet for Kids Youth Ambassadors. Il workshop integra la recente call for evidence sulle linee guida sulla protezione dei minori che ha raccolto 174 contributi.
Il workshop ha presentato una serie di scenari delineati dai Youth Ambassador di BIK+ e dai rappresentanti delle fondazioni Marie Collins e Molly Rose, che supportano le vittime di abusi sessuali sui minori, autolesionismo e suicidio. Gli scenari si sono concentrati su un'ampia gamma di temi, tra cui l'accesso a contenuti inappropriati per l'età, algoritmi che promuovono comportamenti di dipendenza, cyberbullismo, molestie sessuali, la cosiddetta "sextortion", la proliferazione di materiale pedopornografico (CSAM), la promozione di contenuti e comportamenti di autolesionismo e suicidio, truffe, furto di identità e phishing.
Sulla base di questi scenari di vita reale, i partecipanti hanno identificato esempi di buone pratiche e formulato possibili raccomandazioni per mitigare efficacemente i rischi online per i minori e salvaguardare i diritti del bambino. La discussione ha riguardato i meccanismi di segnalazione concepiti a misura di bambino, i controlli parentali, l'adattamento dei sistemi algoritmici e dei sistemi di raccomandazione, l'impatto delle immagini generate dall'intelligenza artificiale, le impostazioni predefinite di sicurezza e privacy e la moderazione dei contenuti.
Gli atti del workshop confluiranno nella stesura delle linee guida per la protezione dei minori ai sensi dell'articolo 28 del DSA. La Commissione intende sottoporre questa bozza a consultazione pubblica all'inizio del prossimo anno, per adottarla entro la fine del 2025.
Si apre la settimana di Strasburgo con il Parlamento riunito in plenaria nel bel mezzo di un'impennata del conflitto in Medio Oriente e mentre, sull'altro fronte, Zelensky annuncia che il 12 ottobre presenterà agli alleati un piano per la vittoria, cone lo ha definito.
Ma tra le pieghe dell'agenda della settimana di plenaria s'intravedono sprazzi di un futuro forse solo vagheggiato, ma comqunue evocato. Infatti martedì, alla presenza dell'Alto Rappresentanto per la politica estera Borrell, so discuterà di governance mondiale e di come trasformarla per stabilire la pace e il rispetto dei diritti umani tra le nazioni. Lo stesso nobile intento che alla fine della seconda guerra mondiale aveva fatto esclamare a Papa Paolo VI ospite dell'Assemblea delle nazioni Unite ( la prima volta di un pontefice) " Jamais plus la guerre. Plus jamais". Quelle parole ebbero un eco profonda, ma solo perché a proncunciarle era una personalità dotata di un carisma profetico unico e certo impraticabile nei palazzi del potere. Incluso quello di Strasburgo.
Ma ancora di più l'Europa prova a immaginare un futuro di giustizia (!), quando il giorno dopo, mercoledì, discuterà della proposta vagamente rivoluzionaria e di sinistra di tassare i super ricchi, come auspicato dalla Presidenza del G20. Se applicato davvero un tale principio vedrebbe uno spartiacque crearsi tra una minoranza di detentori di ricchezza, ai quali la transizione digitale sta giovando più del dovuto, ma non solo: anche la pandemia, le guerre e via dicendo; e il resto dell'umanità che si smaterializza nella povertà.
utopie, direbbe qualcuno, ma intanto se ne parla. E chissà che non sia un buon inizio.
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Slitta di 12 mesi l'entrata in vigore della normativa europea sulla deforestazione.
Purtroppo ancora una volta il nuovo ciclo istituzionale della Commissione sotto la guida della von der Leyen segna l'ennesima battura d'arresto nel complesso puzzle normativo che il quinquennio appena concluso aveva avviato, per opera principlamente dell'allora Vice Presidente Timmermans. Infatti, slitta di docici mesi l'entrata in vigore della legge sulla deforestazione, che obbliga le imprese, piccole e grandi, possono vendere nell'UE solo i prodotti il cui fornitore abbia rilasciato una dichiarazione di "diligenza dovuta" (due diligence in inglese) che attesti che il prodotto non proviene da terreni deforestati e non ha contribuito al degrado di foreste, comprese le foreste primarie insostituibili, dopo il 31 dicembre 2020. ra i prodotti interessati dalla nuova normativa vi sono capi di bestiame, cacao, caffè, olio di palma, soia e legno, compresi i prodotti che contengono, sono stati alimentati con o sono stati prodotti utilizzando questi prodotti (ad esempio cuoio, cioccolato e mobili); il Parlamento europeo ha chiesto l'inclusione anche della gomma, del carbone, dei prodotti di carta stampata e una serie di derivati dell'olio di palma.
Alla luce delle preoccupazioni espresse da numerosi Stati membri e dai partner internazionali sullo stato dei preparativi, la Commissione propone oggi di concedere alle parti interessate ulteriore tempo per prepararsi. Se tale estensione sarà approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, la legge entrerà in vigore il 30 dicembre 2025 per le grandi aziende e il 30 giugno 2026 per le micro e piccole imprese. Poiché tutti gli strumenti di attuazione sono tecnicamente pronti, secondo la Commissione i 12 mesi aggiuntivi possono fungere da periodo di introduzione graduale per garantire un'attuazione corretta ed efficace.
Le considerazioni svolte dalla Commissione prendono in esame in primo luogo la natura innovativa dell'EUDR ( Regolamento UE sulla Deforestazione), il calendario rapido e la varietà di parti interessate internazionali coinvolte, ritenendo dunque che un periodo aggiuntivo di 12 mesi per l'introduzione graduale del sistema sia una soluzione equilibrata per supportare gli operatori di tutto il mondo nel garantire un'implementazione fluida fin dall'inizio. Con questo passaggio, la Commissione mira a fornire certezza sulla strada da seguire e ad assicurare il successo dell'EUDR, che è fondamentale per affrontare il contributo dell'UE al pressante problema globale della deforestazione. La proposta di estensione non mette in alcun modo in discussione gli obiettivi o la sostanza della legge, come concordato dai colegislatori dell'UE.
Alla scoperta dell'Europa con i pass gratuiti di DiscoverEU
Dalla prossima primavera migliaia di diciottenni avranno l’opportunità di esplorare l’Europa gratuitamente. La Commissione ha appena aperto le candidature per l'ultimo ciclo dell'iniziativa DiscoverEU. In totale sono disponibili 35.500 biglietti di trasporto. Per essere ammessi, i giovani nati tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2006 devono rispondere a un quiz composto da cinque domande sull'UE, oltre a una domanda aggiuntiva sul Portale europeo per i giovani. I candidati verranno classificati in base alle loro risposte e i biglietti verranno distribuiti in base a questa classifica. Il bando è aperto ai giovani dell’Unione Europea e dei paesi associati al programma Erasmus+, tra cui Islanda, Liechtenstein, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Turchia. Il bando è aperto fino al 16 ottobre alle 12:00 CET.
I candidati prescelti avranno l'opportunità di viaggiare in tutta Europa per un massimo di 30 giorni tra il 1 marzo 2025 e il 31 maggio 2026. Possono pianificare i propri itinerari o trarre ispirazione da itinerari esistenti come il "Feel Good Route" che si concentra su attività fisiche e salute mentale durante il viaggio. I partecipanti possono anche trarre ispirazione dal percorso culturale DiscoverEU che collega varie destinazioni culturali con un focus su architettura, musica, belle arti, teatro, moda e design. Possono visitare le capitali europee della cultura, i siti inclusi nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO, i siti etichettati come patrimonio europeo o i luoghi etichettati con l'Access City Award, che sono città che stanno concentrando i loro sforzi per diventare più accessibili alle persone con disabilità.
Oltre all'abbonamento gratuito i partecipanti riceveranno anche una tessera sconto con oltre 40.000 offerte su trasporti pubblici, cultura, alloggio, ristorazione, sport e altri servizi. Inoltre, le agenzie nazionali Erasmus+ organizzano incontri informativi prima della partenza e incontri DiscoverEU, programmi di apprendimento della durata da uno a tre giorni.
La Commissione ha inviato una richiesta di informazioni a YouTube, Snapchat e TikTok ai sensi del Digital Services Act (DSA), chiedendo alle piattaforme di fornire maggiori informazioni su come funzionano i sistemi con cui vengono raccomandati agli utenti determinati contenuti. i sensi del DSA, le piattaforme devono valutare e mitigare adeguatamente i rischi derivanti da tali sistemi, compresi i rischi per la salute mentale degli utenti e la diffusione di contenuti dannosi.
Nello specifico delle piattaforme interessate, YouTube e Snapchat dovranno fornire informazioni dettagliate sui parametri utilizzati dai loro algoritmi per consigliare contenuti agli utenti, nonché su come cercano di mitigare le ripercussioni di tali sistemi sui processi elettorali, sul benessere mentale degli utenti (ad esempio, comportamenti di dipendenza e contenuti "rabbit holes") e sui minori. Le domande riguardano anche le misure delle piattaforme per mitigare la potenziale influenza dei loro sistemi di raccomandazione sulla diffusione di contenuti illegali, come la promozione di droghe illegali e l'incitamento all'odio.
A TikTok è stato chiesto di fornire maggiori informazioni sulle misure adottate per evitare la manipolazione del servizio da parte di attori malintenzionati e per mitigare i rischi correlati alle elezioni, al pluralismo dei media e al discorso civico, che potrebbero essere amplificati da alcuni sistemi di raccomandazione.
YouTube, Snapchat e TikTok devono fornire le informazioni richieste entro il 15 novembre. Sulla base della valutazione delle risposte, la Commissione valuterà i passaggi successivi. Ciò potrebbe comportare l'apertura formale di un procedimento ai sensi dell'articolo 66 del DSA.
La nuova Commissione a guida von der Leyen, al suo secondo mandato, propone la novità di un portafoglio specifico per il Medieterraneo, affidato a Dubravka Suica, anche lei al suo secondo mandato dopo l'attuale in scadenza che riguarda , tra l'altro, anche la democrazia e lo stato di diritto. Le sue nuove competenze le attribuiscono il compito di vegliare sul rispetto dei valori europei e dei diritti umani nei partenriati con i paesi del Mediterraneo, che in buona sostanza sono finalizzati a impedire l'affluso di immigrati irregolari sulle coste di Italia, Grecia e Spagna.
L'escalation della guerra condotta da Israele contro le organizzazioni terroristiche presenti a Gaza e nel Libano, ed ora inquadrata anche a livello di relazioni tra Stati dopo ll'attacco ieri dell'Iran, si sfogherà inevitabilmente su flussi ingenti di profughi da quelle zone. Sarà il banco di prova per sperimentare l'auspicata sinergia tra commissari con portafogli separati ma contigui.
Ma sarà soprattutto il momento in cui esserci per l'Europa può fare la differenza, dato che sul piano diplomatico ancora una volta l'Europa ha opposto la sua inspiegabile inconsistenza rispetto ai fatti accaduti. Tutti invocano la diplomazia, ma cosa mai avrebbe potuto un'entità politica frastagliata quale l'UE di fronte ad uno Stato, Israele, che fa sul serio come non si vedeva dai tempi della seconda guerra mondiale, quando la categoria del nemico autorizzava il principio "mors tua, vita mea".
Ora l'Europa deve decodificare un'area geografica che non le è pertinente solo per gli aspetti dell'immigrazione o del commercio, ma dove si sta realizzando quel nuovo ordine mondiale di incerta definizione, tranne che nei suoi attori geopolitici, in primis gli Emirati Arabi.
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Le imprese europee in cerca di investitori e la risposta di InvestEU
La Commissione ha presentato oggi la valutazione intermedia di InvestEU, il programma di investimenti di punta dell'UE volto a facilitare un migliore accesso ai finanziamenti per le imprese di tutta Europa. A metà del suo ciclo di vita, InvestEU ha già sbloccato 218 miliardi di euro di investimenti, garantiti al 90% dai fondi del programma; si compone di tre parti: il Fondo InvestEU, il portale InvestEU e la piattaforma consultiva InvestEU.
La valutazione intermedia conferma il ruolo essenziale del programma nel ridurre il divario di investimenti nei settori strategici dell’UE e nel mobilitare investimenti pubblici e privati. InvestEU ha fornito un forte sostegno all’economia dell’UE attraverso un’ampia gamma di soluzioni finanziarie e di consulenza in supporto della produzione di energia, delle energie rinnovabili, della produzione industriale pulita e della competitività delle piccole e medie imprese (PMI) . Ha inoltre dimostrato flessibilità nel rispondere a varie crisi legate a priorità strategiche emergenti e alle esigenze di investimento.
Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, ha dichiarato: “La valutazione intermedia mostra che InvestEU ha stimolato gli investimenti, l’innovazione e la creazione di posti di lavoro in tutta Europa, in particolare nel contesto della transizione ecologica e digitale. Con 218 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati già mobilitatilnel 2023, siamo sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo di 372 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi entro il 2026. Il successo di InvestEU evidenzia la necessità di rafforzare ed espandere ulteriormente questa iniziativa in al fine di stimolare gli investimenti pubblici e privati e sostenere i nostri obiettivi comuni”.
Il regolamento InvestEU prevede che la Commissione fornisca al Parlamento europeo e al Consiglio una valutazione intermedia dell’attuazione del programma. Questa valutazione copre i risultati fino al 31 dicembre 2023.
Prima operazione di evacuazione sanitaria a Gaza.
Nel pieno del conflitto in Medio Oriente e nel buio di qualunque prospettiva di pace nel breve termine, l'Europa affronta in maniera diretta il problema dei civili che si trovano privati di cure mediche urgenti ed essenziali. Ieri l’UE ha coordinato la prima operazione di evacuazione medica direttamente da Gaza, trasferendo in Romania otto pazienti bisognosi di cure urgenti, insieme a 24 familiari al seguito. Si tratta della quinta operazione effettuata nell’ambito del meccanismo di protezione civile dell’UE, dopo l’attivazione del meccanismo da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l’evacuazione medica dei pazienti palestinesi da Gaza verso l’Europa.
L'operazione è stata condotta in stretta collaborazione con la Romania, l'OMS e il Coordinamento delle attività governative nei territori di Israele (COGAT). I pazienti sono stati trasportati in tutta sicurezza negli ospedali di Bucarest, dove riceveranno le cure mediche necessarie. Finora, 45 pazienti gravemente malati sono stati evacuati attraverso il meccanismo in Spagna, Belgio e Italia. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’UE continua a coordinarsi con gli Stati membri e resta impegnato in ulteriori evacuazioni mediche.
In attesa delle grandi decisioni politiche s'intensifica la cooperazione culturale e scientifica con i Balcani
Iliana Ivanova, commissaria per l'Innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la gioventù, ha incontrato ieri e oggi i ministri dei Balcani occidentali a Skopje in una serie di incontri che hanno evidenziato gli sforzi congiunti per attuare l'Agenda dei Balcani occidentali nei settori dell'innovazione, della ricerca, dell'istruzione, della cultura, giovani e sport. I partecipanti hanno riaffermato il loro desiderio di intensificare la cooperazione in vista di una maggiore integrazione dei Balcani occidentali nei settori europei dell'istruzione e della ricerca e nell'agenda europea dell'innovazione.
La Commissaria Ivanova ha dichiarato: “La stretta cooperazione con i nostri partner nei Balcani occidentali è una priorità per l’Unione europea. Vorrei congratularmi con loro per i progressi che hanno fatto. Vediamo un nuovo slancio nel processo di allargamento. E incoraggio ciascuno dei nostri partner dei Balcani occidentali ad attuare tutti i criteri stabiliti nei rispettivi quadri negoziali. »