Notizie

Informazione agile sull'Unione Europea

Ordina per
27/06/2025

La Giornata della Commissione 27/06/2025

Nuove misure in favore dei disabili ​

Entra in vigore nell'UE l'Atto europeo sull'accessibilità (EAA). Prodotti e servizi essenziali come telefoni, computer, e-book, servizi bancari e comunicazioni elettroniche dovranno essere accessibili alle persone con disabilità. L'EAA rappresenta un passo avanti per ridurre le barriere che le persone con disabilità incontrano quotidianamente. Rende più facile per le persone con disabilità partecipare pienamente alla società, ad esempio nel mondo del lavoro, rendendo accessibili le apparecchiature informatiche e facilitando l'uso delle tecnologie assistive. Contribuirà inoltre a una maggiore mobilità, poiché il livello di accessibilità sarà simile in tutta l'UE.

L'Atto stabilisce requisiti di accessibilità comuni in tutta l'UE per prodotti e servizi selezionati, dalla dimensione adeguata dei caratteri alle funzioni di sintesi vocale nei terminali di pagamento self-service, negli e-reader e negli smartphone, e altro ancora. Ciò semplificherà le norme per gli operatori economici che finora si sono trovati a dover far fronte a requisiti di accessibilità divergenti e spesso contraddittori a livello transfrontaliero. La Commissione sta supportando gli Stati membri attraverso riunioni periodiche con i punti di contatto nazionali, anche per affrontare questioni specifiche per paese.

Hadja Lahbib, Commissaria per l'Uguaglianza, la Preparazione e la Gestione delle Crisi, ha dichiarato: "Circa 100 milioni di persone nell'UE convivono con una disabilità. L'accessibilità è un prerequisito per la partecipazione alla società. L'Atto europeo sull'accessibilità è una misura di equità e giustizia, ma anche di crescita e innovazione. Rappresenta un ulteriore passo avanti per consentire alle persone con disabilità in tutta l'UE di vivere la propria vita allo stesso modo di chi non ha disabilità. Mentre celebriamo questo traguardo, mettiamolo in pratica e facciamolo rispettare, assicurandoci che queste nuove norme apportino un cambiamento reale e duraturo per tutti".

Niente pedaggi autostradali ai veicoli pesanti a zero emissioni

Per stimolare e sostenere la competitività del trasporto stradale sostenibile, la Commissione europea propone di esentare i veicoli pesanti a zero emissioni dai pedaggi stradali e dai diritti d'uso. Come previsto nel suo Piano d'azione industriale per il settore automobilistico europeo, la Commissione propone di prorogare l'attuale periodo di esenzione dal 31 dicembre 2025 al 30 giugno 2031, offrendo un incentivo significativo alle aziende a investire in veicoli pesanti a zero emissioni.

Il costo iniziale di questi veicoli è attualmente superiore a quello dei loro omologhi convenzionali, il che li rende meno attraenti per gli acquirenti. Questo rimane uno dei principali ostacoli alla loro diffusione su larga scala. Con l'abolizione dei pedaggi e dei diritti d'uso, l'UE intende rendere i camion e gli autobus a zero emissioni un'opzione più praticabile per le aziende.

"Dobbiamo creare le condizioni giuste per sostenere le aziende europee e premiare chi si muove per primo nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio", ha dichiarato il Commissario per i Trasporti e il Turismo Sostenibili, Apostolos Tzitzikostas. "Estendendo il periodo di esenzione, offriamo un forte incentivo alle imprese affinché investano in veicoli a zero emissioni e riducano le emissioni del trasporto su strada. È importante per le nostre aziende, ma anche per i nostri obiettivi climatici."

Il periodo di esenzione proposto sarà sincronizzato con gli standard prestazionali dell'UE in materia di emissioni di CO2 per i nuovi veicoli pesanti, che mirano a una riduzione del 43% delle emissioni entro il 2030.

Trovato l'accordo politico sulla revisione della direttiva sulla risoluzione alternativa delle controversia

Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto l'accordo sulla proposta della Commissione di revisione della Direttiva sulla risoluzione alternativa delle controversie (ADR). La nuova normativa semplifica e modernizza la risoluzione extragiudiziale delle controversie tra imprese e consumatori nell'Unione europea, adattandola ai mercati digitali e rafforzando ulteriormente la tutela dei consumatori dell'UE. In precedenza, la Direttiva era limitata alle controversie contrattuali tra consumatori e commercianti dell'UE. Ora il suo ambito di applicazione è esteso alle controversie relative a obblighi precontrattuali, contenuti e servizi digitali, nonché contratti non monetari. Ora include anche i commercianti extra-UE che intendono avvalersi di procedure ADR. Il nuovo obbligo per i commercianti di rispondere alle richieste di ADR entro 20 giorni incentiverà le imprese a coinvolgere i consumatori nelle procedure di risoluzione extragiudiziale. I nuovi punti di contatto ADR istituiti negli Stati membri forniranno ulteriore assistenza ai consumatori nel processo di risoluzione delle controversie transfrontaliere.

Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, ha dichiarato: "L'accordo raggiunto ieri rafforzerà i diritti dei consumatori nell'era digitale, promuovendo al contempo la fiducia nel mercato. La risoluzione extragiudiziale delle controversie è uno strumento potente ed economicamente vantaggioso, ora migliorato a vantaggio di tutti".

Michael McGrath, Commissario per la democrazia, la giustizia, lo stato di diritto e la tutela dei consumatori, ha dichiarato: "L'accordo di ieri rappresenta un passo positivo per i consumatori. La risoluzione extragiudiziale delle controversie offre loro un modo rapido, equo e conveniente per far valere i propri diritti senza essere scoraggiati da lunghe e costose procedure giudiziarie. La direttiva riveduta adegua il sistema all'attuale economia digitale, rendendo la giustizia più accessibile a tutti".

Il prossimo passo è l'adozione formale della direttiva da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. La direttiva entrerà in vigore 32 mesi dopo la sua entrata in vigore.

Dettagli →
Argomento
La Giornata UE
26/06/2025

La BEI finanzia la difesa italiana

La BEI stanzia 107,5 milioni di euro per sostenere sicurezza e difesa in Italia. Il finanziamento riguarderà l'acquisto di elicotteri per l'esercito. Si tratta del terzo accordo di finanziamento siglato tra l'istutizione bancaria europea ed i Ministeri italiani per ll'Economia e le Finanze e per la Difesa.

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha firmato un nuovo accordo strategico con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Difesa, con l'obiettivo di rafforzare ulteriormente le capacità di sicurezza e difesa dell'Italia.

L'operazione rientra nel più ampio impegno della BEI per la sicurezza e la difesa europea. Ha recentemente ampliato i criteri di ammissibilità al sostegno di progetti militari, in linea con le priorità dell'UE. Il prestito sarà erogato al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che a sua volta destinerà le risorse della BEI al Ministero della Difesa. Le condizioni favorevoli offerte dalla BEI sui mercati internazionali consentono al governo italiano di realizzare notevoli risparmi sugli interessi nell'arco dei 20 anni.

Si tratta del terzo accordo di questo tipo tra la BEI, il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Difesa. Nel 2022, la BEI ha erogato 240 milioni di euro per finanziare l'acquisto di 16 elicotteri leggeri per l'Arma dei Carabinieri e l'ammodernamento del sistema nazionale di controllo del traffico aereo, mentre nel 2020 ha erogato 220 milioni di euro per la costruzione di tre navi idro-oceanografiche.

"Questo accordo dimostra il crescente impegno della BEI a sostegno della sicurezza e della difesa europea ed è il risultato di un dialogo proficuo e costante con il Governo italiano per promuovere investimenti strategici che rafforzino la competitività e la sicurezza dell'Italia", ha dichiarato la Vicepresidente della BEI, Gelsomina Vigliotti. "Continueremo a lavorare fianco a fianco con i nostri partner per salvaguardare l'autonomia strategica dell'Unione Europea".

Contesto

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria a lungo termine dell'Unione Europea, di proprietà degli Stati Membri. Costruita attorno a otto priorità chiave, finanzia investimenti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi politici dell'UE, sostenendo l'azione per il clima e l'ambiente, la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, la sicurezza e la difesa, la coesione, l'agricoltura e la bioeconomia, le infrastrutture sociali, l'Unione dei mercati dei capitali e un'Europa più forte in un mondo più pacifico e prospero. Il Gruppo BEI, che comprende anche il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), ha sottoscritto oltre 900 progetti per un valore di quasi 89 miliardi di euro nel 2024, rafforzando la competitività e la sicurezza dell'Europa. Il Gruppo BEI ha sottoscritto 99 operazioni per un totale di 10,98 miliardi di euro in Italia nel 2024, contribuendo a sbloccare quasi 37 miliardi di euro di investimenti nell'economia reale. Tutti i progetti finanziati dal Gruppo BEI sono in linea con l'accordo di Parigi sul clima, come promesso nella nostra Roadmap per la Climate Bank. Quasi il 60% dei finanziamenti annuali del Gruppo BEI sostiene progetti che contribuiscono direttamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all'adattamento e a un ambiente più sano. Promuovendo l'integrazione dei mercati e mobilitando gli investimenti, i fondi messi a disposizione dal Gruppo hanno sbloccato oltre 100 miliardi di euro in nuovi investimenti per la sicurezza energetica dell'Europa nel 2024 e hanno mobilitato ulteriori 110 miliardi di euro per startup e scale-up. Circa la metà dei finanziamenti della BEI all'interno dell'Unione europea è destinata alle regioni della coesione, dove il reddito pro capite è inferiore alla media UE.

Dettagli →
Argomento
Focus
25/06/2025

La Giornata della Commissione 25/06/2025

In arrivo le istruzioni per l'uso dei dispositivi medici in formato elettronico

Gli operatori sanitari potranno ricevere le istruzioni per l'uso dei dispositivi medici in formato elettronico, anziché esclusivamente cartaceo, grazie a un regolamento della Commissione europea presentato oggi. Il regolamento si applica a tutti i dispositivi medici utilizzati dagli operatori sanitari all'interno dell'UE. Gli operatori possono comunque richiedere versioni cartacee, se lo preferiscono. L'adozione di istruzioni per l'uso elettroniche rientra in una più ampia iniziativa della Commissione volta a modernizzare l'assistenza sanitaria, promuovere la sostenibilità ambientale e alleviare le pressioni finanziarie e amministrative sui produttori di dispositivi. La misura ha ricevuto ampio sostegno nelle recenti consultazioni della Commissione europea con operatori e rappresentanti del settore.

L'annuncio odierno rientra nel lavoro in corso della Commissione per semplificare e migliorare le norme UE sui dispositivi medici. Nei prossimi giorni, la Commissione adotterà una decisione per istituire un gruppo di esperti che fornirà consulenza scientifica e clinica sui dispositivi destinati a categorie specifiche  di pazienti, come bambini o pazienti affetti da malattie rare.

La Commissione sta inoltre effettuando una valutazione del quadro normativo, in vista di una revisione della legislazione sui dispositivi medici e sui dispositivi diagnostici in vitro, al fine di ridurre gli oneri superflui e rendere i requisiti più convenienti e proporzionati. Ciò garantirà un approvvigionamento sicuro di dispositivi sicuri per i pazienti dell'UE, sostenendo al contempo l'innovazione e rafforzando la competitività del settore dei dispositivi medici dell'UE. Questa valutazione e le relative azioni di follow-up saranno presentate a dicembre, quando il Commissario Várhelyi terrà una conferenza sui dispositivi medici a Bruxelles.

La Svizzera sempre più integrata nella UE

Il Commissario per il Commercio e la Sicurezza Economica, le Relazioni Interistituzionali e la Trasparenza, Maroš Šefčovič, e il Capo del Dipartimento Federale degli Affari Esteri della Confederazione Svizzera, Ignazio Cassis, hanno firmato una Dichiarazione Congiunta per definire il livello di partenariato tra l'UE e la Svizzera. L' accordo copre il periodo dalla fine del 2024 fino all'entrata in vigore del pacchetto di accordi che la Commissione Europea e la Svizzera hanno negoziato tra marzo e dicembre 2024.

La Dichiarazione Congiunta conferma la volontà di entrambe le parti di impegnarsi nella cooperazione in una serie di settori importanti, tra cui la ricerca, l'elettricità, la sanità e l'attuazione degli accordi esistenti. Nello spirito della Dichiarazione, la Commissione ha già introdotto disposizioni transitorie per quanto riguarda la partecipazione della Svizzera ai programmi dell'Unione. Queste consentono alle entità svizzere di richiedere sovvenzioni di ricerca dell'UE nell'ambito di Orizzonte Europa ed Euratom Ricerca e Formazione a partire dal bilancio 2025, anche prima della firma dell'accordo sulla partecipazione della Svizzera ai programmi dell'Unione.

A seguito di una firma prevista per la fine del 2025, le entità svizzere potrebbero beneficiare immediatamente dei finanziamenti per la ricerca e la formazione nell'ambito del programma Horizon Europe ed Euratom. La firma della Dichiarazione Congiunta arriva pochi giorni dopo che la Commissione ha presentato al Consiglio proposte per autorizzare la firma e la conclusione di un pacchetto completo di accordi negoziati lo scorso anno. Le modalità specifiche di cooperazione nei settori indicati nella Dichiarazione Congiunta saranno mantenute finché sarà in corso il processo di ratifica.

Il testo della Dichiarazione Congiunta e i testi delle proposte della Commissione per la firma e la conclusione sono disponibili online.

Dettagli →
Argomento
La Giornata UE
25/06/2025

L'Europa nello spazio

La Commissione europea muove il primo passo nello stabilire una normativa a livello trasnazionale per l'uso corretto dello spazio. Lo EU Space Act, si propone di introdurre  misure ambiziose per rendere il settore spaziale europeo più pulito, più sicuro e più competitivo in Europa e nei suoi mercati di esportazione.

Le norme dei singoli stati in materia di spazio sono attualmente frammentate, con approcci diversi a livello nazionale. Questa frammentazione frena l'innovazione, riduce la quota di mercato europea e crea costi aggiuntivi. Un quadro chiaro e armonizzato a livello europeo garantirà sicurezza, resilienza e responsabilità ambientale in tutta l'Unione, aiutando al contempo le aziende a crescere e ad espandersi oltre confine.

L'EU Space Act intende ridurre la burocrazia, proteggere le risorse spaziali e creare condizioni di concorrenza eque e prevedibili per le imprese.

La nuova normativa europea poggia su tre pilastri:

- Sicurezza: lo spazio sta diventando sempre più congestionato. Oggi sono in orbita 11.000 i satelliti e si prevede che altri 50.000 verranno lanciati nel prossimo decennio. Allo stesso tempo, oltre 128 milioni di detriti circolano già nello spazio, aumentando notevolmente il rischio di collisioni. Nel peggiore dei casi, ciò potrebbe innescare collisioni a cascata che renderebbero inutilizzabili orbite chiave e interromperebbero l'accesso a servizi satellitari vitali. Per prevenire ciò, l'EU Space Act introduce misure per migliorare il tracciamento degli oggetti spaziali e limitare la formazione di nuovi detriti, inclusi requisiti per lo smaltimento sicuro dei satelliti al termine della loro vita operativa.

- Resilienza: lo spazio sta diventando sempre più conteso. Le infrastrutture spaziali affrontano crescenti minacce da attacchi informatici e interferenze elettroniche che prendono di mira satelliti, stazioni terrestri e collegamenti di comunicazione. Questi attacchi possono portare alla perdita di satelliti o all'interruzione di servizi critici. L'EU Space Act richiederà pertanto a tutti gli operatori spaziali di condurre valutazioni approfondite dei rischi durante l'intero ciclo di vita di un satellite, applicando norme di sicurezza informatica e segnalazioni di incidenti specifiche per il settore spaziale.

- Sostenibilità: con la crescita delle attività spaziali, la gestione delle risorse, delle emissioni di CO2 e dei detriti diventa fondamentale. Misurare l'impatto ambientale consente al settore di ridurre il proprio impatto e sostenere la sostenibilità dell'UE. L'EU Space Act stabilirà norme comuni per misurare tali impatti. Queste norme garantiranno dati coerenti e verificati e incoraggeranno l'innovazione in settori come la manutenzione nello spazio, per prolungare la vita utile dei satelliti e ridurre i detriti.

Le nuove norme si applicheranno alle risorse spaziali sia a livello UE che a livello nazionale, nonché agli operatori extra-UE che offrono servizi in Europa. I requisiti normativi saranno adattati alle dimensioni e al livello di maturità delle aziende e valutati in base ai rischi connessi. Sarà offerto supporto per mitigare i potenziali costi per il settore. Ad esempio includendo il rafforzamento delle capacità, l'accesso alle strutture di prova e l'assistenza agli operatori spaziali nella preparazione delle domande di autorizzazione. In questo modo si vuole dare sostegno in particolare  alle start-up ed alle PMI.

Oltre allo Space Act dell'UE, la Commissione ha presentato oggi anche una Visione per l'Economia Spaziale Europea per affrontare l'evoluzione dell'economia spaziale globale e le sfide poste dalla concorrenza internazionale e dalle tensioni geopolitiche. Lo spazio è un settore di mercato ad alta crescita che contribuisce alla competitività dell'UE. Il settore comprende l'industria spaziale europea (manifatturiera e servizi) e i servizi spaziali in numerosi settori di mercato: dal clima e ambiente, all'agricoltura, all'energia, ai trasporti, alle assicurazioni e al settore bancario, alla sicurezza e alla difesa.

La proposta legislativa è soggetta a negoziati in seno al Parlamento europeo e al Consiglio, secondo la procedura legislativa ordinaria. La Commissione procederà ora all'attuazione delle azioni definite nella Visione, in stretta collaborazione con gli Stati membri dell'UE, l'Agenzia dell'UE per il Programma Spaziale (EUSPA), l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e altri partner spaziali, in particolare l'industria aerospaziale.

La Commissione istituirà inoltre uno "Space Team Europe", un forum di alto livello che riunirà tutti gli attori dell'ecosistema spaziale europeo, per federare l'eccellenza e le capacità europee in ambito spaziale in modo coerente ed efficiente. Inoltre, a partire dal 2025, la Commissione svilupperà una metodologia specifica per monitorare la competitività dell'UE nel settore spaziale.

Dettagli →
Argomento
Focus
25/06/2025

Il passo violento della storia

Ad ogni Vertice europeo si concentrano le ambizioni strategiche dei leaders europei, nell'intento comune e nella convinzione che si possa agire insieme per tracciare una direzione e stabilire di conseguenza una tabella di marcia.

Non da sempre. La data spartiacque nella configurazione di due livelli nel processo di integrazione europea, quello strategico e quello operativo, è l'inizio del terzo millennio, quando la Commissione europea, allora sotto la guida di Romano Prodi, adottò per la prima volta un documento strategico con una visione a dieci anni, che si volle chiamare Strategia di Lisbona e di fatto segnò l'ingresso anche dell'Europa nell'era del digitale.

E così via, sulla base dell'assunto che istituzioni avvedute e ben governate fossero in grado da allora in poi di anticipare lo sviluppo degli eventi, regola d'oro per mantenere la competitività sulla scena globale. 

In realtà, con il classico senno di poi, si può affermare che il terzo millennio segna il progressivo arretramento del continente europeo nell'arena della competizione mondiale, troppo lento e articolato al confronto di paesi come la Cina e non solo, rimasti sino ad allora nel cono d'ombra della storia. Il connubio impensabile  tra capitalismo e variegate declinazioni di centralismo statale hanno fatto da formidabili incubatori dell'ascesa economica.

In Europa ci siamo raccontati una storia diversa: quella della civiltà democratica e liberale , che ha in sè la forza di irradiarsi e contagiare il resto del mondo. Pazienza per le tante contraddizioni al suo interno, in primis quella di 28 ( e poi 27) stati membri che si mostrano incapaci, nel nome delle rispettive dviersità, di formare un continente unito, e non si accorge cjhe così facendo si avvia ad un confronto impari con il Golia asiatico. 

Oggi, le ambizioni visionarie riguardo al futuro sono completamente sepolte dal passo violento della storia, che d'improvviso ha preso a camminare troppo in fretta per le possibilità di un continente, non a caso definito vecchio, di starle dietro. 

E dunque, a Bruxelles domani i 27 capi di stato e di governo resteranno inchiodati alle proprie sedie a lungo, con ogni probabilità, per un'agenda dei lavori che si riassume in un dilemma di fondo: che fare a cose già fatte? 

Negli anni recenti una spinta forte verso il futuro, oggetto allo stesso tempo di contrasti interni,  è stata data dall'urgenza di far fronte ai nodi epocali nel cammino dell'umanità, rappresentati dai cambiamenti climatici e dalle innovazioni tecnologiche radicali, quali l'intelligenza artificiale. 

Oggi il punto di fuga del disegno europeo è il riarmo, da cui ci si attende sicurezza, sviluppo economico e affratellamento nel nome della comune necessità di difendersi dai lupi e dagli orsi. E' davvero una curiosa metafora che al summit del G7 in Canada la scorsa settimana, i leaders si siano ritrovati in una località protetta da una cintura serrata di trappole contro gli orsi, che poi sarebbero i frequentatori abituali della zona. 

Però si vive anche di speranza. Il differenziale tra la paura e la speranza sarà la misura della nuova Europa che inevitabilmente dovrà (ri)sorgere dal nuovo (dis)ordine mondiale.

CLS

 

Dettagli →
Argomento
Editoriale
24/06/2025

La Giornata della Commissione 24/06/2025

Il Canada partner strategico dell'Europa per la difesa e la sicurezza

I leader dell'Unione Europea e del Canada – i Presidenti Ursula von der Leyen e António Costa per l'UE, con il Primo Ministro Mark Carney per il Canada – hanno concordato di approfondire la loro cooperazione e il loro partenariato in occasione del 20° Vertice UE-Canada tenutosi ieri. Entrambe le parti hanno firmato un partenariato storico in materia di sicurezza e difesa che rafforzerà il contributo del Canada all'architettura di difesa europea in rapida evoluzione. Hanno inoltre concordato di avviare rapidamente i colloqui su un nuovo accordo bilaterale che permetta al Canada di accedere a SAFE, l'iniziativa congiunta europea per l'approvvigionamento di armi. Ciò consentirebbe di canalizzare gli investimenti in progetti di difesa innovativi.

L'UE e il Canada hanno discusso del successo dell'accordo economico e commerciale globale (CETA). Dalla sua entrata in vigore provvisoria nel 2017, il CETA ha registrato un'impennata del 71% negli scambi commerciali tra l'UE e il Canada, con un arricchimento del prodotto interno lordo (PIL) dell'UE di 3,2 miliardi di euro e di quello del Canada di 1,3 miliardi di euro all'anno. Il CETA dimostra il potere di un commercio aperto ed equo per una prosperità condivisa.

I leader hanno concordato di intensificare la cooperazione sulle materie prime critiche per rafforzare la sicurezza delle loro catene di approvvigionamento. Hanno inoltre concordato di avviare un dialogo sulla politica industriale per esplorare una maggiore cooperazione commerciale in settori chiave come le tecnologie pulite. Per quanto riguarda il digitale, hanno riconosciuto l'ampio potenziale della cooperazione digitale, quindi hanno concordato di lavorare per un accordo commerciale digitale, per allineare standard e infrastrutture e per cooperare in materia di sicurezza informatica, intelligenza artificiale e tecnologia quantistica.

Meno privacy e più controllo nelle nuove regole sull'accesso ai dati

La Commissione europea ha presentato oggi una tabella di marcia che definisce la strada da seguire per garantire alle forze di polizia ed all'autorità giudiziaria dell'UE un accesso efficace e legittimo ai dati. La tabella di marcia è un risultato importante nell'ambito di ProtectEU, la strategia di sicurezza interna dell'UE presentata dalla Commissione ad aprile di quest'anno.

Terrorismo, criminalità organizzata, frodi online, traffico di droga, abusi sessuali su minori, estorsione sessuale, ransomware e altri reati hanno tutti una caratteristica comune: lasciano tracce digitali. Con l'85% delle indagini penali che si basa ormai su prove elettroniche, le autorità di contrasto necessitano di strumenti migliori e di un quadro giuridico modernizzato per accedere ai dati digitali in modo legittimo, garantendo al contempo il pieno rispetto dei diritti fondamentali.

La tabella di marcia si concentra su sei aree chiave: conservazione dei dati, intercettazione legale, analisi forense digitale, decifratura, standardizzazione e soluzioni di intelligenza artificiale per le forze dell'ordine. La Commissione invita gli Stati membri a discutere la tabella di marcia in occasione del Consiglio informale Giustizia e Affari Interni (GAI) di luglio, che si terrà il 22 e 23 luglio.

Nuove norme europee facilitano il diritto di voto alle elezioni europee e amministrative

Da oggi sono in vigore, sebbene ancora non operative, le nuove norme sul diritto di voto alle elezioni europee e comunali per gli europei che vivono in un altro Stato membro. Tali norme, proposte dalla Commissione nel novembre 2021, impongono agli Stati membri di fornire informazioni tempestive e chiare sulla registrazione degli elettori, sulle date delle elezioni e sulle procedure di voto, garantendo che tali informazioni siano fornite in una lingua ampiamente compresa dagli elettori. Per rafforzare ulteriormente i diritti dei cittadini mobili dell'UE, gli europei residenti in un altro Stato membro avranno ora lo stesso accesso al voto anticipato e, ove disponibile, al voto per corrispondenza o online alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato membro. Nuovi modelli semplificheranno la procedura di registrazione sia per gli elettori che per i candidati, e un nuovo sistema sicuro, fornito dalla Commissione, aiuterà i paesi a condividere i dati per impedire il voto multiplo.

Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha dichiarato: "L'adozione odierna è una grande vittoria per gli europei che vivono all'estero. Un voto più semplice significa che tutti possono facilmente definire le politiche che li riguardano, rafforzando così la democrazia per tutti".

Michael McGrath, Commissario per la Democrazia, la Giustizia, lo Stato di Diritto e la Tutela dei Consumatori, ha aggiunto: "Nessuno dovrebbe incontrare ostacoli al voto, indipendentemente dal Paese europeo in cui risiede. Le nuove norme miglioreranno l'accesso a informazioni chiare e multilingue, garantiranno diritti di voto equi e paritari e rafforzeranno le tutele per tutti gli europei".

Una recente relazione sulle elezioni del Parlamento europeo del 2024 ha rivelato che, sebbene ci siano circa 14 milioni di cosiddetti cittadini mobili, pochissimi votano effettivamente alle elezioni europee. Le nuove norme contribuiranno a garantire che il voto sia facile e accessibile a tutti. Gli Stati membri hanno ora due anni di tempo per recepire le norme, fino a giugno 2027.

Neanche la Brexit può frenare la libera circolazione dei dati

La Commissione ha prorogato di sei mesi la decisione che valuta adeguate le norme del Regno Unito in materia di dati, consentendo di mantenere la libera circolazione dei dati fino al 27 dicembre 2025. La Commissione ha proposto di adottare tale proroga a marzo per dare al Regno Unito il tempo necessario per finalizzare il suo nuovo disegno di legge sui dati. Nel frattempo, il Regno Unito ha adottato il disegno di legge sui dati la scorsa settimana e la Commissione sta ora valutando se il nuovo quadro giuridico continui a garantire un livello adeguato di protezione dei dati personali. Sulla base di questa valutazione, la Commissione deciderà se rinnovare le decisioni di adeguatezza del Regno Unito. Nel frattempo, le principali garanzie del quadro giuridico del Regno Unito, ritenute adeguate nel 2021, rimangono in vigore e continuano ad applicarsi ai dati trasferiti dall'UE.

La Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, Henna Virkkunen, ha dichiarato: "L'UE e il Regno Unito sono tra i mercati più connessi digitalmente a livello mondiale. Mantenere un flusso di dati fluido è fondamentale per preservare il nostro partenariato. L'estensione odierna consente ai dati di continuare a fluire liberamente verso il Regno Unito, mentre valutiamo se, sulla base della nuova legge, le decisioni di adeguatezza possano essere rinnovate in modo più permanente".

Il Commissario per la Democrazia, la Giustizia, lo Stato di Diritto e la Tutela dei Consumatori, Michael McGrath, ha dichiarato: "I dati sono la linfa vitale del commercio, della giustizia e delle forze dell'ordine. Questa estensione garantisce che i flussi di dati vitali tra l'UE e il Regno Unito continuino senza interruzioni, supportando le attività commerciali e la cooperazione transfrontaliera. Ci dà il tempo di valutare la nuova legge britannica sui dati, mantenendo al contempo la stabilità nei nostri partenariati chiave".

L'adozione della proroga tecnica di sei mesi fa seguito al parere positivo del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) a maggio e all'approvazione da parte degli Stati membri il 2 giugno. Le due decisioni di adeguatezza sono in vigore dal 2021.

Nuove soluzioni e strumenti sulla piattaforma europea dedicata all'AI

La Commissione ha presentato nuove funzionalità per i ricercatori e l'industria dell'intelligenza artificiale (IA) sulla sua piattaforma AI-on-Demand, tra cui un marketplace per l'IA, uno strumento di sviluppo IA che richiede una programmazione minima, nonché soluzioni sicure per l'IA generativa e modelli linguistici di grandi dimensioni.

La piattaforma, sviluppata congiuntamente dai progetti AI4Europe e DeployAI, finanziati dall'UE, offre strumenti e soluzioni di IA affidabili sia ai ricercatori che all'industria. Gli innovatori troveranno dati, strumenti e risorse informatiche focalizzate sulle esigenze dei ricercatori. Le PMI, le imprese e le organizzazioni del settore pubblico potranno accedere a strumenti, risorse e moduli di IA pronti all'uso, affidabili e personalizzati per le esigenze dell'industria.

Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha dichiarato: "Oggi si compie un altro passo avanti per porre l'Europa all'avanguardia dell'innovazione e diventare un continente di IA. Questa piattaforma consentirà alle nostre industrie dinamiche e al nostro bacino di talenti di alto livello di sfruttare appieno il potenziale di un'intelligenza artificiale europea affidabile e colmare il divario di innovazione".

Il punto di accesso centrale a un insieme comune di strumenti di IA contribuirà a rafforzare le capacità dell'Unione europea, come stabilito nel Piano d'azione per l'IA continentale. La Commissione invita gli sviluppatori di IA a registrare i propri strumenti e soluzioni, ottenendo visibilità in una rete crescente di innovatori dell'IA e un'esposizione diretta alle imprese che cercano soluzioni di IA pronte all'uso. Raccogliendo risorse di IA affidabili, la piattaforma accelererà l'adozione sicura e scalabile dell'IA nelle industrie europee e nel settore pubblico.

Il sito della piattaforma nella sezione in abbonamento.

Eppure il debito comune c'è e funziona

La Commissione europea ha annunciato ieri la sua intenzione di emettere fino a 70 miliardi di euro di obbligazioni UE nella seconda metà del 2025. L'emissione prevista si aggiunge agli 86 miliardi di euro già raccolti nella prima metà dell'anno.

Seguendo la prassi consolidata, la Commissione effettuerà queste emissioni utilizzando piani di finanziamento semestrali per comunicare i volumi di emissione target in base all'evoluzione del fabbisogno finanziario. La nuova emissione di bond finanzierà il NextGenerationEU e altri programmi strategici come lo Strumento per l'Ucraina, lo Strumento per le riforme e la crescita per i Balcani occidentali e i prestiti di assistenza macrofinanziaria ai paesi limitrofi. Ulteriori emissioni di obbligazioni verdi NextGenerationEU dipenderanno dalla notifica e dalla convalida da parte degli Stati membri delle spese aggiuntive rilevanti per il clima, in linea con il Quadro per le obbligazioni verdi NextGenerationEU.

Lo stato del fisco in Europa

La Commissione europea ha presentato la sua Relazione annuale sulla tassazione (ART), che offre una panoramica dettagliata delle politiche fiscali in tutti i paesi dell'UE. La relazione valuta le recenti tendenze dei sistemi fiscali dell'UE e individua le modalità per migliorare la conformità.

Il gettito fiscale nell'UE-27 è sceso al 39% del PIL, il livello più basso dal 2011. Questo calo è dovuto principalmente alla riduzione delle entrate derivanti da imposte ambientali e patrimoniali. Nell'ultimo decennio, il mix fiscale complessivo è rimasto pressoché stabile. Tuttavia, le imposte sul lavoro sono diminuite al 51,2%, le imposte sui consumi sono scese al 26,9%, mentre le imposte sul capitale sono aumentate al 21,9% a causa dei maggiori utili aziendali. La relazione sottolinea che la riduzione delle imposte sul lavoro, in particolare per i redditi più bassi, sarà fondamentale per rilanciare l'occupazione.

Nel 2024, gli Stati membri hanno proposto quasi 500 misure di riforma fiscale per aumentare le entrate, garantendo al contempo equità, promuovendo la sostenibilità e incoraggiando gli investimenti. Tuttavia, le lacune in termini di conformità rimangono una preoccupazione. Nel 2022, l'UE ha registrato una perdita di gettito IVA di 89 miliardi di euro, una cifra significativa considerando l'elevato debito pubblico e i deficit. La relazione sottolinea inoltre l'importanza delle verifiche fiscali per incrementare le entrate e migliorare il rispetto delle normative. Nel 2022, le autorità fiscali dell'UE hanno condotto 10 milioni di verifiche, raccogliendo ulteriori 105 miliardi di euro per la spesa pubblica.

Inoltre, la relazione evidenzia che l'invecchiamento della popolazione aumenterà la pressione sui sistemi fiscali a causa dell'aumento della spesa e della riduzione della forza lavoro. In alcuni Stati membri, si prevede che la quota di gettito fiscale destinata alle pensioni pubbliche aumenterà di oltre il 10% tra il 2022 e il 2050. Questo cambiamento demografico potrebbe richiedere agli Stati membri di ridurre la dipendenza dalle imposte sul lavoro e di esplorare altre fonti di entrate, come emerge dalla relazione.

 

 

Dettagli →
Argomento
La Giornata UE
17/06/2025

La Giornata della Commissione 17/06/2025

L'Ucraina farà parte dell'Europa almeno nel settore della telefonia

La Commissione propone di integrare l'Ucraina nell'area di roaming dell'UE a partire da gennaio 2026. Ciò consentirà agli ucraini di chiamare, inviare messaggi e utilizzare i propri dati mobili da numeri di telefono ucraini nei 27 paesi dell'UE senza costi aggiuntivi, estendendo gli stessi vantaggi agli europei che si trovano in Ucraina.

La Presidente della Commissione von der Leyen ha dichiarato: "Vogliamo che i cittadini ucraini rimangano in contatto con i loro cari in tutta l'UE, così come nel loro paese d'origine. Per questo motivo proponiamo che l'Ucraina entri a far parte della nostra famiglia del roaming. Riaffermiamo ancora una volta il nostro costante impegno a sostenere l'Ucraina e i suoi cittadini".

Il roaming è il primo settore in cui l'UE estenderebbe all'Ucraina il trattamento previsto dal mercato interno. La Commissione ha inviato la proposta adottata oggi al Consiglio per l'approvazione.

I soldi degli europei spesi bene nel 2024 secondo la relazione annuale, con un focus sulla piattaforma per le tecnologie critiche

La Commissione ha pubblicato la sua Relazione Annuale sulla Gestione e il Rendimento (AMPR), che dimostra come il bilancio dell'UE abbia prodotto risultati concreti in relazione alle priorità chiave e abbia risposto alle crisi nel 2024. Tra i numerosi risultati, il bilancio dell'UE ha sostenuto le transizioni verde e digitale, ha contribuito al rafforzamento delle capacità di difesa dell'UE, ha fornito un sostegno costante all'Ucraina e ha contribuito a rispondere alla crisi umanitaria in Medio Oriente. Tutti i risultati del bilancio dell'UE e le informazioni sui programmi finanziari dell'UE sono disponibili nelle Dichiarazioni sui Rendimenti dei Programmi.

Tuttavia, il bilancio dell'UE deve tenere il passo con l'imprevedibilità di un mondo in continua evoluzione. Per questo motivo, la Commissione presenterà le sue proposte per il quadro finanziario pluriennale post-2027 il prossimo 16 luglio. Utilizzare al meglio il denaro dei contribuenti, proteggendo al contempo da errori e frodi, è di fondamentale importanza, e la Commissione lo ha dimostrato attraverso la creazione e il miglioramento di diversi strumenti solidi, come il regolamento sulla condizionalità, un solido quadro di controllo interno e un regolamento finanziario rafforzato.

A seguito della relazione sull'utilizzo del bilancio UE nell'AMPR, la Commissione ha anche pubblicato la prima relazione annuale sulla piattaforma dell'UE per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP). Questa piattaforma, istituita nell'ambito della revisione intermedia del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per coordinare meglio il sostegno alle tecnologie strategiche, ha compiuto progressi significativi nel rafforzare l'innovazione europea e ridurre le dipendenze strategiche. Nel suo primo anno, STEP ha mobilitato oltre 10 miliardi di euro di finanziamenti pubblici dell'UE a favore dei tre settori strategici STEP: tecnologie digitali e innovazione deep-tech, tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse e biotecnologie e competenze correlate. I finanziamenti, a sostegno di progetti ad alto impatto proposti da PMI, start-up, grandi imprese e ricercatori in tutta Europa, provenivano da 11 programmi UE.

La Commissione ha premiato 162 progetti di alta qualità in 23 Stati membri dell'UE con i marchi STEP, aumentandone la visibilità e attraendo finanziamenti aggiuntivi. Forte di questo slancio, nell'aprile 2025 la Commissione ha proposto di estendere STEP alle tecnologie della difesa. Con i negoziati in corso presso il Parlamento europeo e il Consiglio, questa potenziale espansione rappresenta un momento cruciale nel percorso dell'Europa verso l'eccellenza tecnologica e la sicurezza.

I vincitori dei fondi per i ricercatori avanzati

Il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) ha annunciato i vincitori del suo ultimo concorso Advanced Grants, assegnando 721 milioni di euro a 281 ricercatori di spicco in tutta Europa. Nell'ambito del programma Horizon Europe, questo prestigioso finanziamento consente ai ricercatori senior di perseguire progetti ambiziosi che potrebbero portare a importanti scoperte scientifiche.

Il lavoro dei ricercatori premiati coprirà un'ampia gamma di argomenti: dallo sviluppo di un vaccino preventivo per il cancro al seno ereditario allo studio di come la dieta e l'esercizio fisico influenzino le cellule cerebrali legate all'invecchiamento, alla creazione di gemelli digitali di intelligenza artificiale che rispecchiano e potenziano il pensiero e le abilità sociali umane, fino all'esplorazione degli oceani nascosti sulle lune di Giove e Saturno.

Ekaterina Zaharieva, Commissaria per le Startup, la Ricerca e l'Innovazione, ha dichiarato: "Questi finanziamenti dell'ERC rappresentano il nostro impegno a fare dell'Europa il polo mondiale per la ricerca d'eccellenza. Sostenendo progetti che hanno il potenziale di ridefinire interi settori, non investiamo solo nella scienza, ma anche nella prosperità e nella resilienza future del nostro continente. Nelle prossime fasi del concorso, gli scienziati che si trasferiranno in Europa riceveranno un sostegno ancora maggiore per l'insediamento dei loro laboratori e gruppi di ricerca. Questo rientra nella nostra iniziativa "Scegli l'Europa per la scienza", pensata per attrarre e trattenere i migliori scienziati del mondo".

I ricercatori vincitori svolgeranno i loro progetti scientifici presso università e centri di ricerca di 23 Stati membri dell'UE e paesi associati, in particolare nel Regno Unito (56 finanziamenti), in Germania (35), in Italia (25), nei Paesi Bassi (24) e in Francia (23).

L'Europa non dimentica l'Afghanistan

Poiché la crisi in Afghanistan rimane tra le più gravi al mondo, la Commissione europea stanzierà 161 milioni di euro in aiuti umanitari per aiutare gli afghani più vulnerabili nel Paese e nella regione più ampia. Questo finanziamento sosterrà le organizzazioni umanitarie che operano in Afghanistan con oltre 141 milioni di euro, rispondendo al contempo alle esigenze dei cittadini afghani e dei rifugiati in Pakistan e Iran.

Nell'ambito del sostegno dell'UE, è previsto l'arrivo di un nuovo volo del Ponte Aereo Umanitario dell'UE in Afghanistan il 17 giugno, con quasi 100 tonnellate di forniture umanitarie essenziali. Dall'avvio di questo ponte aereo nel 2021, sono stati organizzati un totale di 40 voli, con circa 2.150 tonnellate di beni di prima necessità. Il nuovo finanziamento dell'UE comprende assistenza alimentare, servizi sanitari e trattamenti per la malnutrizione, nonché un migliore accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari nelle aree remote. Riguarda anche la protezione dei gruppi vulnerabili, anche offrendo assistenza legale e tutelando i diritti delle persone a rischio. L'istruzione nelle emergenze è considerata prioritaria, con particolare attenzione a garantire l'accesso alle ragazze, nonché alle misure di preparazione alle catastrofi. Gli aiuti umanitari dell'UE sono erogati esclusivamente tramite partner umanitari che operano sul campo.

Nell'era dello spionaggio virtuale l'Europa serra i ranghi sulla tutela della privacy

La Commissione accoglie con favore l'accordo politico raggiunto ieri dal Parlamento europeo e dal Consiglio sulla proposta della Commissione, a partire da luglio 2023, volta a garantire una migliore e più rapida cooperazione tra le autorità di protezione dei dati (DPA) nell'applicazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Le nuove norme, che si applicheranno ai casi che coinvolgono più Stati membri, consentiranno ai cittadini di ricorrere a rimedi più rapidi in caso di uso improprio dei loro dati e una maggiore certezza del diritto per le imprese. Chiariranno come comportarsi qualora i cittadini debbano presentare un reclamo, garantiranno che i diritti di tutte le parti sottoposte a indagine siano equamente rispettati e che i reclamanti siano adeguatamente coinvolti nel procedimento. Inoltre, saranno introdotte nuove norme concrete sulla cooperazione tra le DPA e scadenze fisse per la presentazione di un progetto di decisione, oltre a semplificare la risoluzione delle controversie e garantire una maggiore trasparenza. La Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen, ha dichiarato: "Il GDPR è una normativa fondamentale per l'UE, decisiva per la creazione di standard globali in tutto il mondo. Grazie a queste nuove norme e alla loro applicazione più rapida ed efficiente, i cittadini trarranno maggiori benefici dalle sue disposizioni".

Il Commissario per la Giustizia, Michael McGrath, ha dichiarato: "L'applicazione efficace delle norme sulla protezione dei dati tutela le persone e garantisce una concorrenza leale per le imprese. La Commissione ha introdotto questo regolamento in risposta diretta alle richieste delle autorità per la protezione dei dati e delle parti interessate. È progettato per eliminare i colli di bottiglia, consentendo alle autorità per la protezione dei dati di accelerare i casi che hanno un impatto su molti soggetti in tutta l'UE".

Le nuove norme sono state proposte nel 2023 in risposta alle richieste delle autorità per la protezione dei dati e delle parti interessate di migliorare il funzionamento del sistema di applicazione. L'obiettivo del regolamento è armonizzare le norme procedurali che le autorità per la protezione dei dati devono seguire e fornire chiarezza e certezza del diritto a tutti gli attori coinvolti.

Lo spazio europeo sempre più chiuso a chi viene dall'estero

La Commissione europea accoglie con favore l'accordo politico provvisorio raggiunto oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla revisione del meccanismo di sospensione dei visti, proposto dalla Commissione nell'ottobre 2023. Le norme riviste rappresentano un ulteriore passo avanti per scoraggiare e affrontare efficacemente le situazioni di abuso dei viaggi senza visto.

I viaggi senza visto sono un pilastro fondamentale dello spazio Schengen, che apporta benefici economici e sociali all'Europa. Allo stesso tempo, l'evoluzione del contesto geopolitico ha portato nuove sfide legate ai viaggi senza visto. Tra queste, l'aumento degli arrivi irregolari dovuto al mancato allineamento con la politica dei visti dell'UE, i programmi di cittadinanza per investitori nei paesi in cui il visto è esente o le minacce ibride, come la strumentalizzazione dei migranti da parte dello Stato. Le nuove norme concordate oggi consentiranno un'azione più rapida e decisa per affrontare queste sfide.

Le norme aggiornate includono nuovi motivi per sospendere i regimi di esenzione dal visto, soglie più basse per attivare il meccanismo di sospensione, una procedura più rapida e flessibile e obblighi di monitoraggio e segnalazione più rigorosi.

 

Dettagli →
Argomento
La Giornata UE
16/06/2025

Come deve essere un autentico partito politico europeo

La  presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle modifiche allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee (EUPPF).Le modifiche mirano a migliorare la trasparenza dei partiti politici europei e a rafforzare il quadro normativo per il loro finanziamento, in particolare per contrastare i rischi di interferenze e manipolazioni straniere. Ridurrà inoltre gli oneri amministrativi e aumenterà la visibilità dei partiti politici europei presso i cittadini dell'UE.

I colegislatori hanno introdotto diverse modifiche alla proposta iniziale della Commissione al fine di rafforzare la trasparenza del contesto politico europeo, la visibilità delle EUPPF e la capacità dell'UE di prevenire il rischio di ingerenze straniere. Tali modifiche mirano principalmente a conseguire i seguenti obiettivi:

criteri di trasparenza e visibilità

Il testo specifica il tipo di attività che i partiti politici europei possono organizzare congiuntamente con i loro partiti affiliati, al fine di contribuire alla formazione di una coscienza politica europea. I colegislatori hanno tuttavia concordato di mantenere il divieto per i partiti politici europei di finanziare campagne referendarie nazionali, come avviene attualmente. Inoltre, il regolamento garantisce misure rigorose in materia di equilibrio di genere nei partiti e nelle liste dei candidati alle elezioni del Parlamento europeo.

regime finanziario

Il regolamento allinea i regimi applicabili ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee, portando il tasso di cofinanziamento per l'ottenimento di sovvenzioni europee al 5% per entrambi. Il testo garantisce inoltre un adeguato monitoraggio della nuova categoria contabile introdotta dalla Commissione, collegata ai proventi finanziari generati dalle attività degli EUPPF ("risorse autogenerate"), e prevede che tale fonte di entrate sia limitata al 3% del loro bilancio annuale per i partiti politici europei e al 5% per le fondazioni politiche europee.

rischi di interferneza straniere

Il testo impone agli EUPPF di presentare una dichiarazione scritta sulla propria conformità e su quella dei propri membri ai valori dell'UE, specificando che una nuova dichiarazione dovrà essere redatta in caso di modifica dell'appartenenza. Il regolamento limita inoltre il rischio di interferenze straniere applicando limitazioni alle categorie di recente creazione di "partiti membri associati" e "organizzazioni membri associate". Inoltre, i colegislatori hanno concordato di vietare quote associative o contributi agli EUPPF da parte di partiti o organizzazioni extra-UE, pur mantenendo la possibilità per i partiti di mantenere la cooperazione con i propri partner politici al di fuori dei confini dell'UE. Infine, il testo introduce garanzie per garantire che i membri dei partiti dell'EUPPF non siano soggetti a misure restrittive.

Contesto

Il 25 novembre 2021, la Commissione ha adottato il "Pacchetto Democrazia e Integrità per le Elezioni Europee", che includeva una proposta di rifusione del regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee. Il pacchetto includeva anche una proposta legislativa sulla trasparenza e la profilazione della pubblicità politica, già adottata dal Consiglio nel marzo 2024, e due proposte legislative sui diritti elettorali dei cittadini residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini alle elezioni europee e comunali, nonché una comunicazione che annunciava un meccanismo comune per la resilienza elettorale.

Dettagli →
Argomento
Focus
05/06/2025

A proposito di rimpatri e diritti umani: la posizione di Caritas Europa

Riportiamo i punti salienti del policy paper pubblicato da Caritas Europa in vista dell'inizio dell'iter legislativo per l'approvazione del Nuovo Sistema Comune Europeo per i Rimpatri, proposto dalla Commissione lo scorso marzo; una riforma secondo Caritas, che dà priorità al rimpatrio forzato rispetto al rimpatrio volontario e pone le considerazioni di sicurezza al di sopra dei diritti umani. Caritas Europa è profondamente preoccupata che questo approccio porti alla detenzione sistematica, anche per i minori e le famiglie, e limiti gravemente i diritti dei migranti:

" Deploriamo il fatto he venga privilegiato il "rimpatrio a tutti i costi" per aumentare il "tasso di rimpatrio", trascurando le alternative al rimpatrio. La possibile creazione di centri di rimpatrio al di fuori dell'UE segnala ulteriormente un allarmante spostamento di responsabilità oltre i confini europei e comporta potenziali diffuse violazioni dei diritti umani. 

Questo policy paper si basa su anni di esperienza pratica delle nostre organizzazioni affiliate, che implementano programmi di rimpatrio volontario e reinserimento e monitorano il rimpatrio forzato e la detenzione. Attraverso questo lavoro, hanno potuto constatare sia le sfide delle politiche di rimpatrio sia l'impatto disumano della detenzione su individui e famiglie.

Sulla base di questa esperienza, chiediamo un sistema di rimpatrio fondato sul rispetto dei diritti umani e della dignità. I ​​rimpatri volontari dovrebbero sempre essere l'opzione preferita e sostenuta, non metodi punitivi e coercitivi. Sosteniamo un approccio che riconosca la necessità di esplorare alternative al rimpatrio e opzioni legali per rimanere su base individuale. Le politiche dovrebbero concentrarsi sul coinvolgimento delle persone soggette a decisioni di rimpatrio, offrendo loro consulenza indipendente e supporto personalizzato, piuttosto che fare affidamento sulla detenzione diffusa, su misure punitive o sull'uso della violenza. Ciò significa rifiutare pratiche che portano alla stigmatizzazione, alla disumanizzazione e alla criminalizzazione dei migranti. Solide garanzie, anche per i minori e le persone in situazioni vulnerabili, un accesso efficace al supporto legale e alle procedure di ricorso dovrebbero essere un elemento centrale della proposta. Ci opponiamo fermamente al ricorso alla detenzione e sottolineiamo che i minori e le famiglie non dovrebbero mai essere trattenuti.

Nel momento in cui il Parlamento europeo e il Consiglio preparano i loro emendamenti alla proposta di riforma della Commissione, il nostro policy paper delinea le seguenti raccomandazioni chiave:

- Dare priorità ai rimpatri volontari rispetto a quelli forzati e istituire un organismo di monitoraggio forte e indipendente sulle procedure di rimpatrio forzato. Abbandonare le misure incentrate sulla sicurezza, prevenire la profilazione razziale e limitare l'uso dei divieti d'ingresso.

- Passare da un modello punitivo a un approccio basato sul coinvolgimento, limitando le misure che impongono sanzioni e restrizioni sproporzionate al diritto alla libertà.

- Garantire che la detenzione sia rigorosamente una misura di ultima istanza, con motivazioni definite in modo rigoroso, mantenuta per la durata più breve possibile e soggetta a regolare revisione legale. Minori e famiglie non dovrebbero mai essere trattenuti. Il rischio di fuga deve essere definito in modo rigoroso e soggetto a valutazione individuale.
- Sviluppare alternative alla detenzione basate sulla gestione dei casi e sul supporto comunitario.
- Fornire consulenza indipendente e incentrata sulle persone per il rimpatrio e supporto al reinserimento, coinvolgendo le organizzazioni della società civile (OSC). Garantire la continuità tra le fasi pre-partenza e post-arrivo, con un monitoraggio post-rimpatrio, in particolare per le persone in situazioni vulnerabili, compresi i minori non accompagnati.
- Eliminare la possibilità di istituire centri di rimpatrio che trasferirebbero le responsabilità al di fuori dell'UE e comporterebbero rischi sproporzionati di diffuse violazioni dei diritti umani.

- Valutare individualmente se esistano alternative al rimpatrio o se vi siano motivi per rimanere (ad esempio, motivi umanitari, tratta di esseri umani, lavoro, legami familiari). Alle persone che non possono essere rimpatriate per situazioni al di fuori del loro controllo dovrebbe essere concesso un permesso di soggiorno per porre fine a situazioni di limbo giuridico.
- Rafforzare le garanzie per i minori, tra cui la valutazione dell'età, la valutazione del superiore interesse e il monitoraggio post-rimpatrio, insieme a un'adeguata consulenza e supporto.
- Migliorare l'accesso all'assistenza legale gratuita e garantire un effetto sospensivo del ricorso per garantire un rimedio efficace."

 

 

Dettagli →
Argomento
Focus
04/06/2025

Giobbe senza risposta

Narra la Bibbia che il Signore, volendo mettere alla prova il suo servo fedele Giobbe, fece morire i suoi figli, pur sapendoli innocenti come il padre. Il Libro di Giobbe fa proprio, sino ad elevarlo a preghiera il senso di ingiustizia  ed il grido di disperazione dell'uomo che chiede conto al suo Creatore del male che gli accade. Grido che alla fine troverà una isposta, sebbene Dio scelga di farlo non per accontentare quella sete di giustizia, ma per celebrare con potenza l'eterno mistero della Sua volontà.

Sembrano fatti lontani, arcaici, eppure la loro collocazione geografica è la stessa desolata terra in cui, oggi, assistiamo ad una guerra anch'essa "biblica", e dove la figura della madre a Gaza che piange nove dei suoi dieci figli uccisi in un bombardamento israeliano assume la forza simbolica di un grido che pretende una risposta.

Ora sappiamo che l'Europa ha saputo ben mascherare sino a questo momento la sua debolezza in merito al conflitto israelo-palestinese, restando in silenzio. Silenzio che in realtà direbbe tanto sulla capacità dell'Europa di essere sempre se stessa, in coerenza con la sua Carta dei diritti fondamentali ed i suoi obblighi internazionali. Da questo punto di vista, il conflitto che si svolge  in Ucraina ha fatto da alibi alle contraddizioni che altrove si addensavano. L'Alto Rappresentante per la politica estera Kajia Kallas ha sì preso posizione, ma senza essere capace di risolvere il dilemma di fondo: che fare quando un paese riconosciuto come una democrazia ed un alleato, con solidi legami di cooperazione con la UE, scatena una guerra asimmetrica, per difendere la propria esistenza.

L'Europa ha tanto voluto e costruito la pace, che non ha più un bagaglio concettuale adeguato per esprimersi rispetto alle guerre del terzo millennio.

Fino a prima che il mondo muatsse nelle sue regole di convivenza, l'Europa era ferma nel rivendicherare il suo compito pedagogico verso il resto del mondo. Così che, quando si trattò nel 2015 di ridiscutere l'accordo con l'Uzbekistan sul cotone, il Parlamento europeo ebbe gioco facile a ricordare al governo non proprio democratico dell'Uzbekistan che l'Europa considera una violazione dei diritti umani lo sfruttamento di manodopera minorile; pratica, in realtà, comune e radicata nella cultura caucasiche, e non necessariamente tale da rappresentare una forma di sfruttamento.

Oggi, il massacro di tanti bambini a Gaza non trova alcuna reale presa di posizione a livello europeo, in quanto solo alcuni Stati membri hanno invocato la sospensione dell'accordo di associazione con Israele sulla base dell'art. 2, che riguarda appunto il rispetto dei diritti umani. E questo non perché i bambini uzbeki meritino più tutele dai bambini palestinesi, ma per il semplice fatto che far rispettare i diritti umani in tempo di pace non è la stessa cosa che in tempo di guerra. Chiedere una risposta porporzionale e "umana" ad un paese in guerra non trova più riscontro nella realtà; e l'Europa non può rischiare di dover assumere la responsabilità di andare sino in fondo, se decide di stare sempre e comunque dalla parte di chi è vittima di un'ingiustizia.

Sarebbe infatti tale anche la deportazione in paesi terzi, di fatto non sicuri come documentato nei confronti della Tunisia, di persone che hanno la sola colpa di aver violato le frontiere europee; sono escluse le donne e i bambini, questo sì, ma è un distinguo ipocrita. Resta la verità che nel nome dei propri interessi si possono violare i diritti umani. Fa molto meno clamore perchè non ci sono carri armati e bombe.

Così l'Europa resta muta, anche di fronte all'orrore. Giobbe alla fine ebbe altri figli e una vita nuova; il futuro della Palestina potrebbe non avere invece un lieto fine. Forse allora la voce dell'Europa potrà fare la differenza.

CLS

Dettagli →
Argomento
Editoriale
02/06/2025

Inizia l'avventura delle nuove start up made in Europe

La Commissione europea ha lanciato la strategia dell'UE per le startup e le scaleup, "Scegli l'Europa per avviare e scalare", per fare dell'Europa un luogo ideale per avviare e far crescere aziende globali basate sulla tecnologia. La strategia è in linea con la più ampia iniziativa "Scegli l'Europa", lanciata dalla Presidente von der Leyen. Quest'ultima si è concentrata inizialmente sulla componente scientifica, promuovendo un approccio europeo unificato per attrarre e trattenere i talenti, rafforzando così la competitività dell'Europa.

Startup e scaleup sono essenziali per il futuro dell'Europa, poiché promuovono l'innovazione e la crescita sostenibile, creano posti di lavoro di alta qualità, attraggono investimenti e riducono le dipendenze strategiche. Eppure, nonostante solide basi, troppe faticano ancora a portare le idee dal laboratorio al mercato o a crescere su larga scala all'interno dell'UE.

La strategia affronta queste sfide supportandole durante tutto il loro ciclo di vita, dall'avvio alla crescita, fino alla maturazione e al successo nell'UE.
Identifica le esigenze chiave di startup e scaleup e propone una serie di azioni in cinque aree principali:

- Promuovere un ambiente favorevole all'innovazione: come delineato nella strategia per il mercato unico, startup e scaleup necessitano di una minore frammentazione, di minori oneri amministrativi e di norme più semplici e più favorevoli in tutto il mercato unico. La Commissione proporrà un 28° regime europeo per semplificare le norme e ridurre i costi del fallimento, affrontando aspetti critici in settori come l'insolvenza, il diritto del lavoro e il diritto tributario. Il portafoglio europeo per le imprese consentirà interazioni digitali fluide con le pubbliche amministrazioni in tutta l'Unione attraverso un'identità digitale unificata per tutti gli operatori economici. Il prossimo atto europeo sull'innovazione sosterrà ulteriormente l'innovazione promuovendo sandbox normativi.

- Migliorare i finanziamenti: startup e scaleup necessitano di finanziamenti più efficaci, di un mercato del capitale di rischio (VC) europeo più ampio e integrato e di un maggiore coinvolgimento degli investitori istituzionali europei. La proposta di istituire finalmente l'Unione del Risparmio e degli Investimenti giocherà un ruolo fondamentale per sbloccare maggiori opportunità di finanziamento e investimento nell'UE. A integrazione di questa iniziativa, la strategia mira ad ampliare e semplificare il Consiglio europeo per l'innovazione, a istituire un Fondo Scaleup Europe, in grado di colmare il divario di finanziamento delle scaleup deep tech ed a sviluppare un Patto europeo per gli investimenti nell'innovazione volontario per mobilitare i grandi investitori istituzionali affinché investano in fondi UE, fondi di capitale di rischio e scaleup non quotate.

- Sostenere l'espansione e l'adozione sul mercato: startup e scaleup necessitano di un percorso più rapido dal laboratorio al mercato. La strategia introduce l'iniziativa "Lab to Unicorn", che include gli European Startup and Scaleup Hub per contribuire a collegare gli ecosistemi universitari in tutta l'UE. Questo include un modello per la concessione dele licenze, la condivisione di royalty e ricavi e la partecipazione azionaria per le istituzioni accademiche e i loro inventori nella commercializzazione della proprietà intellettuale (PI) e nella creazione di spin-off, oltre a linee guida sulle norme relative agli aiuti di Stato in materia di PI.

- Attrarre e trattenere i migliori talenti: per trattenere e attrarre i migliori talenti, startup e scaleup necessitano di un migliore accesso a persone altamente qualificate. La strategia introduce l'iniziativa "Blue Carpet", concentrandosi in particolare sulla formazione imprenditoriale e sull'occupazione transfrontaliera. La Commissione promuoverà inoltre la direttiva "Blue Card".

- Facilitare l'accesso a infrastrutture, reti e servizi: startup e scaleup necessitano di tempi di commercializzazione più rapidi e di una commercializzazione più rapida. La strategia propone di semplificare e armonizzare le diverse condizioni di accesso e contrattuali per startup e scaleup alle infrastrutture tecnologiche e di ricerca attraverso una specifica Carta di Accesso.

Dettagli →
Argomento
Focus
02/06/2025

La Giornata della Commissione 02/06/2025

Anche il settore del delivery finisce sotto la scure dell'antitrust europeo

La Commissione ha multato Delivery Hero e Glovo, due importanti aziende di consegna di cibo a domicilio, per un totale di 329 milioni di euro per aver partecipato a un cartello nel settore della consegna di cibo a domicilio online. In particolare, le due aziende (i) hanno concordato di non sottrarre reciprocamente dipendenti; (ii) si sono scambiate informazioni commerciali sensibili; e (iii) si sono assegnate mercati geografici. L'infrazione ha interessato lo Spazio Economico Europeo ("SEE") ed è durata quattro anni. Cartelli come questo riducono la scelta per consumatori e partner commerciali, riducono le opportunità per i dipendenti e riducono gli incentivi a competere e innovare.

Entrambe le società hanno ammesso il loro coinvolgimento nel cartello e hanno accettato di transigere il caso. Questa è la prima decisione in cui la Commissione individua un cartello nel mercato del lavoro e la prima volta che sanziona l'uso anticoncorrenziale di una quota di minoranza in un'impresa concorrente.

Delivery Hero e Glovo sono due delle più grandi aziende di consegna di cibo a domicilio in Europa. Consegnano cibo (preparato da un ristorante o da una cucina professionale), generi alimentari e altri prodotti al dettaglio (non alimentari) ai clienti che ordinano tramite app o sito web. Nel luglio 2018, Delivery Hero ha acquisito una partecipazione di minoranza non di controllo in Glovo, incrementandola progressivamente attraverso investimenti successivi. Nel luglio 2022, Delivery Hero ha acquisito il controllo esclusivo di Glovo.

La Commissione ha rilevato che, da luglio 2018 a luglio 2022, Delivery Hero e Glovo hanno progressivamente rimosso i vincoli concorrenziali tra le due società, sostituendoli con un coordinamento anticoncorrenziale a più livelli. In particolare, le due società hanno concordato:

- Non cercare di attrarre i rispettivi dipendenti. L'accordo tra gli azionisti firmato al momento dell'acquisizione di una quota di minoranza non di controllo di Glovo da parte di Delivery Hero includeva clausole limitate di non assunzione reciproca per alcuni dipendenti. Poco dopo, questo accordo è stato esteso a un accordo generale di non contattare attivamente i dipendenti di nessuno.

- Scambiarsi informazioni commercialmente sensibili. Lo scambio di informazioni commercialmente sensibili (ad esempio, su strategie commerciali, prezzi, capacità, costi e caratteristiche dei prodotti) ha consentito alle aziende di allineare e influenzare il rispettivo comportamento sul mercato.

- Di ripartirsi i mercati geografici. In particolare, le due società hanno concordato di suddividersi i mercati nazionali per la consegna di cibo online nello Spazio Economico Europeo (SEE), eliminando tutte le sovrapposizioni geografiche esistenti, evitando l'ingresso nei rispettivi mercati nazionali e coordinando chi di loro avrebbe dovuto entrare nei mercati in cui nessuna delle due era ancora presente.

Tutte le pratiche sopra menzionate sono state agevolate dalla partecipazione di minoranza di Delivery Hero in Glovo. Possedere una partecipazione in un concorrente non è di per sé illegale, ma in questo caso specifico ha favorito contatti anticoncorrenziali tra le due aziende rivali a diversi livelli. Ha inoltre consentito a Delivery Hero di ottenere accesso a informazioni commercialmente sensibili e di influenzare i processi decisionali di Glovo, e in ultima analisi di allineare le rispettive strategie aziendali delle due aziende. Ciò dimostra che la proprietà incrociata orizzontale tra concorrenti può comportare rischi antitrust e deve essere gestita con cautela.

La Commissione ha ritenuto che le tre pratiche anticoncorrenziali costituiscano un'infrazione unica e continuata, che copre il SEE e costituisce un'infrazione per oggetto ai sensi dell'articolo 101 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea ("TFUE") e dell'articolo 53 dell'accordo SEE. 

le multe inflitte

Le sanzioni inflitte a entrambe le società sono state stabilite sulla base degli orientamenti della Commissione sulle sanzioni del 2006. Nel determinare le sanzioni, la Commissione ha considerato diversi elementi, tra cui la natura multiforme del cartello, il fatto che coprisse l'intero SEE, la sua durata complessiva e l'evoluzione del cartello nel tempo, con periodi di minore intensità. Inoltre, la Commissione ha applicato una riduzione standard del 10% alle sanzioni, in linea con la comunicazione della Commissione del 2008 relativa alla transazione, poiché entrambe le società hanno riconosciuto la propria partecipazione al cartello e la propria responsabilità.

La ripartizione delle sanzioni imposte a ciascuna parte è la seguente:

  • Delivery Hero SE:   €223 285 000
  • Glovoapp23 SA:     €105 732 000
Dettagli →
Argomento
La Giornata UE
29/05/2025

verso la semplificazione del meccanismo di scambio delle quote di carbonio

Il Consiglio UE ha adottato la sua posizione negoziale (orientamento generale) su una delle proposte del cosiddetto pacchetto legislativo "Omnibus I", che semplifica e rafforza il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) dell'UE.
La proposta mira a semplificare e migliorare la conformità in termini di costi al regolamento CBAM, senza comprometterne gli obiettivi climatici, poiché circa il 99% delle emissioni incorporate nei prodotti CBAM importati rimarrebbe coperto. L'obiettivo generale è ridurre gli oneri normativi e amministrativi, nonché i costi di conformità per le imprese dell'UE, in particolare le PMI.

La proposta della Commissione europea prevede, come principale semplificazione delle norme CBAM, un'esenzione "de minimis" più ampia dagli obblighi CBAM, esentando gli importatori che non superano una soglia unica basata sulla massa, fissata a 50 tonnellate di merci importate per importatore all'anno. Questa nuova soglia sostituirebbe le attuali e molto più restrittive disposizioni del regolamento CBAM che esentano le merci di valore trascurabile. Si prevede che la misura proposta, nella maggior parte dei casi, esenterà dagli obblighi CBAM le PMI e i privati ​​che importano quantità ridotte o trascurabili di merci coperte dal regolamento CBAM.

Inoltre, la proposta prevede diverse semplificazioni per tutti gli importatori di beni CBAM al di sopra della soglia. Ciò riguarda in particolare la procedura di autorizzazione, i processi di raccolta dati, il calcolo delle emissioni implicite, le norme di verifica delle emissioni, il calcolo della responsabilità finanziaria dei dichiaranti CBAM autorizzati (soggetti che desiderano importare beni soggetti al CBAM) durante l'anno di importazione nell'UE e la richiesta da parte dei dichiaranti CBAM autorizzati dei prezzi del carbonio pagati in paesi terzi. 

Il mandato negoziale del Consiglio contiene diverse modifiche alla proposta della Commissione, volte a semplificare e chiarire ulteriormente le norme in materia di CBAM. Il Consiglio sostiene inoltre la nuova soglia minima di massa di 50 tonnellate di merci importate, proposta dalla Commissione. Dopo l’adozione odierna della posizione del Consiglio, la presidenza avvierà i negoziati con il Parlamento europeo su questo fascicolo.

Dettagli →
Argomento
Focus
28/05/2025

Gli Stati membri intensificano la cooperazione nella difesa

Il Consiglio dell'UE ha adottato oggi la decisione di avviare la sesta ondata di progetti nell'ambito della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO), il quadro chiave dell'UE per lo sviluppo delle capacità di difesa.
Con 11 nuovi progetti collaborativi, il numero totale di iniziative PESCO ammonta ora a 75. Ciò testimonia l'impegno continuo, collettivo e risoluto degli Stati membri partecipanti a rafforzare la prontezza difensiva dell'UE.
In linea con gli orientamenti strategici forniti dal Consiglio europeo del 6 marzo 2025, l'UE sta intensificando gli sforzi per rafforzare le proprie capacità militari di fronte alle sfide immediate e future.
I nuovi progetti abbracciano diversi settori, tra cui la difesa terrestre, aerea, marittima, i facilitatori strategici e i moltiplicatori di forza, nonché le strutture di addestramento, nonché tecnologie all'avanguardia come i sistemi quantistici e le armi a energia diretta.

I progetti di cooperazione avviati comprendono:

- Joint European Electromagnetic Warfare Convergence Initiative (JEEWCI)
- Substitute for Lead in Infantry Ammunition (SLIA)
- Common Handheld Optronic Interface (CHOI)
- Infantry Navigation w/o GNSS (InfNav w/o GNSS)
- Directed Energy Systems (DES)
- Next Generation Dismounted Soldier System (NGDSS)
- Modular Seabed Vessel (MSV)
- Future (unmanned) Air-to-Air refuelling Capability
- Unmanned Air Transport of Injured Soldiers (UNATIS)
- Quantum Enablers for Strategic Advantage (QUEST)
- Medical Treatment Facility Role 2 Forward-Capability Development (MTF R2F-CD)

Molti di questi progetti rispondono direttamente alle priorità in termini di capacità individuate dai leader dell'UE, rafforzando il ruolo della PESCO nel rafforzare la posizione di difesa dell'UE e nell'approfondirne la sovranità strategica.
La decisione odierna dimostra che la PESCO continua a essere uno strumento centrale per colmare le lacune in termini di capacità dell'UE attraverso la cooperazione. Mobilita gli Stati membri partecipanti per mettere in comune le risorse, coordinare gli investimenti e migliorare l'interoperabilità delle proprie forze armate, rafforzando al contempo la Base Tecnologica e Industriale di Difesa Europea (EDTIB).

Dettagli →
Argomento
Focus
28/05/2025

La Giornata della Commissione 28/05/2025

Il volto delle start-up in Europa cambia

La Commissione europea ha lanciato la strategia UE per le startup e le scaleup, "Scegli l'Europa per avviare e scalare", per fare dell'Europa un luogo ideale per avviare e far crescere aziende globali basate sulla tecnologia. La strategia è in linea con la più ampia iniziativa "Scegli l'Europa", lanciata dalla Presidente von der Leyen. Quest'iniziativa si è concentrata innanzitutto sulla componente scientifica, promuovendo un approccio europeo unificato per attrarre e trattenere i talenti, rafforzando così la competitività dell'Europa.

Startup e scaleup sono essenziali per il futuro dell'Europa, poiché stimolano l'innovazione e la crescita sostenibile, creano posti di lavoro di alta qualità, attraggono investimenti e riducono le dipendenze strategiche. Tuttavia, nonostante solide basi, troppe imprese faticano ancora a portare le idee dal laboratorio al mercato o a crescere su larga scala all'interno dell'UE.

La strategia affronta queste sfide supportandole durante tutto il loro ciclo di vita, dall'avvio alla crescita, fino alla maturazione e al successo qui nell'UE.

I sondaggi promuovono la nuova politica europea per la difesa

L'ultimo sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi rivela che il 52% degli europei ha fiducia nell'UE, il livello di fiducia più alto da 18 anni. Il sondaggio ha anche registrato il più alto sostegno di sempre per l'euro, sia nell'UE (74%) che nell'area dell'euro (83%). Inoltre, nell'attuale contesto geopolitico, più di 8 europei su 10 vorrebbero vedere un'UE più forte e assertiva attraverso una politica di difesa e sicurezza comune, mentre la pace rimane il valore che meglio rappresenta l'UE. Infine, di fronte alla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, l'80% degli europei è favorevole all'accoglienza nell'UE delle persone in fuga dalla guerra, mentre oltre il 76% sostiene la fornitura di supporto finanziario e umanitario all'Ucraina.

Dettagli →
Argomento
La Giornata UE
27/05/2025

La Giornata della Commissione 27/05/2025

Raggiunto l'accordo tra gli Stati membri sul nuovo piano europeo di prestiti per la difesa

E' stato raggiunto l'accordo in seno al Consiglio dell'UE sullo strumento "Security for Action for Europe" (SAFE). Come proposto nel piano ReArm Europe/Readiness 2030, la Commissione raccoglierà fino a 150 miliardi di euro sui mercati dei capitali, fornendo leve finanziarie agli Stati membri dell'UE per incrementare gli investimenti in settori chiave della difesa come la difesa antimissile, i droni o gli abilitatori strategici. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha dichiarato: "Tempi eccezionali richiedono misure eccezionali. Accolgo con favore l'accordo odierno su SAFE, il nostro strumento di prestito per la prontezza industriale della difesa, come un passo avanti fondamentale. L'Europa deve ora assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza e difesa. Con SAFE, non solo investiamo in capacità all'avanguardia per la nostra Unione, per l'Ucraina e per l'intero continente, ma stiamo anche rafforzando la base tecnologica e industriale della difesa europea. Si tratta di prontezza. Si tratta di resilienza. E si tratta di creare un mercato della difesa veramente europeo. L'Europa sta accelerando i tempi, con determinazione, unità e con una chiara tabella di marcia verso la prontezza entro il 2030".

Andrius Kubilius, Commissario per la Difesa e lo Spazio, ha dichiarato: "L'approvazione dello strumento di prestito per la difesa SAFE rappresenta un passo avanti cruciale per rafforzare la sicurezza e la prontezza difensiva dell'Europa. Accolgo con favore questo accordo tra i nostri Stati membri: invia un chiaro segnale che l'Europa è pronta a investire nella propria difesa, resilienza e base industriale. Insieme, gli Stati membri possono ora acquistare anche con l'Ucraina, per l'Ucraina e in Ucraina. Non si tratta solo di uno strumento finanziario; è un impegno politico per un'Europa più sicura, più capace e più unita".

Gli Stati membri hanno ora sei mesi di tempo dall'entrata in vigore del regolamento per presentare i loro piani nazionali, che saranno poi valutati dalla Commissione.

S'intensifica il contrasto alla pornografia online

Il Digital Service Act mira a garantire un ambiente online più sicuro per i minori. In questo contesto, la Commissione ha avviato un procedimento formale contro Pornhub, Stripchat, XNXX e XVideos per sospette violazioni del Digital Services Act (DSA).

Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha dichiarato: "Lo spazio online dovrebbe essere un ambiente sicuro in cui i bambini possano imparare e interagire. La nostra priorità è proteggere i minori e consentire loro di navigare online in sicurezza. Insieme ai Coordinatori dei Servizi Digitali degli Stati membri, siamo determinati ad affrontare qualsiasi potenziale danno per i giovani utenti online".

Parallelamente, gli Stati membri, riuniti nel Comitato europeo per i servizi digitali, stanno adottando un'azione coordinata contro le piattaforme pornografiche più piccole. Queste azioni rafforzeranno l'impegno della Commissione per proteggere i minori dai contenuti dannosi online, sia per quanto riguarda le grandi piattaforme per adulti supervisionate dalla Commissione, sia per quelle più piccole che ricadono sotto la supervisione dei Coordinatori dei Servizi Digitali.

Quando ci sono eventi climatici estremi l'Europa si mobilita

Oggi la Commissione Ha proposto  per Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Bosnia-Erzegovina e Moldavia un aiuto per un totale di 280 milioni di euro dal Fondo di solidarietà dell'UE (FSUE), per sostenere i loro sforzi di ripresa dopo le gravi alluvioni di settembre e ottobre 2024.Questi paesi sono stati colpiti dalla tempesta Boris, che ha portato precipitazioni senza precedenti e vaste inondazioni, provocando gravi distruzioni in queste zone.

In quanto principale strumento di soccorso post-catastrofe dell'UE, il FSUE finanzierà vari aspetti della ripresa post-catastrofe, tra cui la riparazione delle infrastrutture danneggiate, la protezione delle popolazioni colpite e il potenziamento delle infrastrutture di prevenzione. Sosterrà inoltre la salvaguardia dei siti del patrimonio culturale e le operazioni di bonifica.

Dettagli →
Argomento
La Giornata UE
27/05/2025

Quando taceranno le armi e parleranno i robot

L'Unione europea è stata la prima a dotarsi di una complessa e ambiziosa normativa sull'intelligenza artificiale ed il suo uso in coerenza con i valori fondanti del progetto di integrazione. In primis, la centralità della persona e la sua protezione dai rischi che un tale strumento dirompente può arrecare alla convivenza umana.

Qualche giorno fa una risoluzione del Consiglio europeo sposta l'attenzione su un vuoto normativo furi luogo nella corretta considerazione della posta in gioco, e cioè la non applicabilità della normativa europea sull'IA - l'Artificial Intelligence Act - alla ricerca scientifica; si applica infatti solo alle applicazioni concrete.Per cui è possibile stabilire una serie di pratiche proibite ai sensi dell'art. 5 dell'AI Act, esplicitandole nelle Linee Guida che la Commissione ha proposto lo scorso febbraio, ma non è possibile, almeno al momento, influire con strumenti legislativi sulle attività di ricerca in materia di IA.

Uno dei punti centrali, tra l'altro, del dibattere a livello istituzionale e non solo è la futura Strategia Europea sui Dati, linfa vitale per ogni modello di intelligenza artificiale generativa e, allo stesso tempo, materia delicata e preziosa come potrebbe essere la materia grigia estrapolata dalla corteccia cerebrale e, dunque, indifesa.

Siamo stati i primi, noi europei, a voler proteggere i citadini, tutti i cittadini senza alcuna discriminazione, criminali inclusi sotto certi aspetti, da strumenti invasivi della privacy, adottando il regolamento GDPR tra i più avanzati - e contestati - in materia. Ma gli scenari sono mutati in fretta, rivelando una sfida bifronte: innovazione e sicurezza. Infatti, la moltiplicazione dei potenziali ed attuali nemici dell'Europa ha trovato proprio nell'intelligenza artificiale lo strumento principale e più pericoloso di offensiva.

L'Europa dei 27 s'interroga su cosa fare di fronte ad elezioni palesemente insinuate da tecnoche di disinformazione manipolazione. Deve difendersi più dai robot che dai carri armati, perché la vulnerabilità è ontologica: qualunque democrazia applica il principio di autodifesa in caso di gerra; ma nessuna democrazia, salvo venire meno ai suoi stessi principi, può impedire che la libertà di espressione faccia il suo corso. 

Vi è poi l'aspetto controverso di accesso ai dati da parte delle forze di polizia e giudiziarie. La recente Strategia europea sulla sicurezza interna, adottata dalla Commisione lo scorso 1° aprile, prende atto del fatto che in determinate circostanze il rispetto della privacy può andare a detrimento della capacità di contrasto alle minacce di ogni genere. E questo l'Europa non può più permetterselo, quindi vanno introdotti dei correttivi. Come e in che misura lo vedremo nei prossimi mesi con le iniziative legislative che saranno presentate.

Ci limitiamo ad osservare perplessi ed a chiederci: ma anche i robot ad un certo punto cercheranno di difendersi dagli umani?

CLS

 

Dettagli →
Argomento
Editoriale
27/05/2025

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa conferma gli sforzi del Kazakhstan in favore dei diritti umani

Con la Dichiarazione n. 806 dell’aprile scorso, dal titolo “Integrazione della dimensione di genere nella regione dell’Asia centrale”, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa è intervenuta sul problema delle tante donne cui sono negati i più elementari diritti umani, quando non addirittura costrette a vivere in condizioni di sudditanza, talvolta ai limiti della schiavitù. La Dichiarazione si inserisce nella “Strategia per l’uguaglianza di genere per il periodo 2024-2029adottata dal Consiglio d’Europa lo sorso anno. Infatti, in linea con gli impegni precedenti, questa Strategia guida i lavori dell’Organizzazione internazionale verso una maggiore uguaglianza di genere, con un orizzonte di sei anni. Si tratta di una Strategia volta ad affrontare sfide attuali ed emergenti, che si snoda attorno a sei obiettivi, con lo scopo di garantire l’emancipazione femminile e la parità di genere nel contesto delle attuali sfide geopolitiche. Ed è in questo quadro che la Dichiarazione 806 pone il focus su un drammatico problema che, purtroppo, pur nella sua tragicità, non trova sui nostri media tutti gli spazi che meriterebbe: la spaventosa situazione che stanno vivendo le donne afghane dopo il ritorno al potere dei Talebani. Le misure progressivamente sempre più oppressive per le donne, introdotte dai Talebani, sono diventate il simbolo non solo della crisi interna del paese, ma anche della fragilità dei risultati ottenuti in materia di diritti umani. La Dichiarazione prende atto del fatto che, già nel 2019, l’Unione Europea e il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP, organizzazione internazionale sussidiaria dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nata il 1 gennaio 1966) lanciarono  un’iniziativa per offrire opportunità di istruzione alle donne afghane in Kazakhstan, Uzbekistan e Kirghizistan. Entro il 2027, si prevede, infatti, che oltre 100 donne afghane conseguiranno titoli accademici e professionali presso università dell’Asia centrale. Altresì, va rimarcato che, di recente, con una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si è costituito il “Centro Regionale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l’Asia centrale e l’Afghanistan” ad Almaty (Kazakhstan); ente destinato ad attuare progetti e programmi regionali volti ad assistere i paesi della regione nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile nelle tre dimensioni, economica, sociale e ambientale, in stretto coordinamento con altre realtà delle Nazioni Unite coinvolte. Si tratta di un progetto del Presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev presentato durante la 74a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 2019. I membri firmatari della Dichiarazione 806 (che ha ricevuto il sostegno unanime di tutti e cinque i gruppi politici dell’Assemblea) invitano ora gli stati membri del Consiglio d’Europa a sostenere con forza e cooperare con il neonato polo regionale delle Nazioni Unite di Almaty come piattaforma chiave per coordinare gli sforzi internazionali nella regione e aiutare i paesi dell’Asia centrale nei loro sforzi per assistere le donne afghane.

Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale, fondata nel 1949, con sede a Strasburgo, che raggruppa 46 Stati membri, quasi tutti i paesi europei ed alcuni esterni al continente. La sua missione principale è quella di promuovere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Europa. In tale ambito, l’Assemblea Parlamentare rappresenta le forze politiche dei Parlamenti degli stati membri e promuove l’estensione della cooperazione europea a tutti gli stati democratici d’Europa. E’ composta da 306 parlamentari (e altrettanti supplenti) che formano le delegazioni dei  paesi membri. Il numero dei rappresentanti dei diversi paesi è legato alla consistenza della popolazione e varia da un minimo di due ad un massimo di diciotto. L’Italia vi è rappresentata da 18 membri effettivi e 18 supplenti.

La creazione del Centro Regionale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) ad Almaty rappresenta un riconoscimento del ruolo che sta assumendo il Kazakhstan in Asia centrale. Un Paese caratterizzato da sempre maggiore stabilità, che si è scrollata di dosso velocemente la scomoda eredità sovietica, realizzando ora riforme giuridiche, economiche e sociali intese a portare la società kazaka verso standard sempre più vicini ai modelli liberali ed occidentali. Un ruolo enfatizzato dalla stessa Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che (con una ulteriore Dichiarazione, la 809) ha riconosciuto ed apprezzato gli sforzi del Kazakhstan nella sua politica di tolleranza zero nei confronti della violenza contro donne e bambini, dei maltrattamenti e della corruzione. Inoltre, viene riconosciuto il modello di successo con cui il Kazakhstan promuove l’armonia interetnica e l’unità nazionale. In un mondo dove le differenze religiose, culturali ed etniche sono motivo di crisi anche molto violente, il modello di tolleranza del Kazakhstan, in presenza di circa 130 differenti etnie, rappresenta un esempio di successo per il mantenimento dell’unità nazionale e l’equilibrio sociale. Pare dunque non troppo lontano il giorno in cui il Kazakhstan diverrà uno dei membri non europei del Consiglio d’Europa, al pari di altri che già ne fanno parte.

La nuova responsabilità assunta con le Nazioni Unite per il coordinamento degli sforzi umanitari nella regione, infatti, garantendo il sostegno infrastrutturale e politico al nuovo Centro, conferma l’impegno della giovane repubblica a ritagliarsi un ruolo non secondario nell’agone internazionale, su temi sempre all’ordine del giorno e mai facili da maneggiare. Un impegno sempre più evidente e riconosciuto, come peraltro anche dimostrato dal fatto che esso è da un po’ di tempo meta di continue visite di leader politici e di imprenditori stranieri interessati ad avviare od implementare partneship di varia natura, non solo in campo energetico.

Francesco Lombardi

Dettagli →
Argomento
Focus
26/05/2025

La Giornata della Commissione 26/05/2025

Con l'arrivo dell'estate l'Europa si prepara al rischio incendi

Per prepararsi all'aumento del rischio di incendi boschivi nei prossimi mesi estivi, l'UE ha allestito squadre di vigili del fuoco e velivoli per aiutare i paesi europei colpiti da incendi boschivi. Per supportare rapidamente i vigili del fuoco locali, durante i mesi di luglio e agosto, quasi 650 vigili del fuoco provenienti da 14 paesi europei saranno posizionati strategicamente in località chiave ad alto rischio in Francia, Grecia, Portogallo e Spagna. Ciò incrementerà il numero di vigili del fuoco in ciascun paese. Inoltre, 22 aerei antincendio e 4 elicotteri saranno dislocati in 10 Stati membri per intervenire in caso di necessità. Coordinate e cofinanziate tramite il meccanismo di protezione civile dell'UE, queste risorse contribuiranno a mitigare i rischi e a consentire una risposta alle crisi più rapida e solida. Queste risorse si aggiungono alle capacità nazionali. Questo approccio proattivo conferma l'impegno dell'UE a rimanere un passo avanti alle catastrofi, comprese quelle aggravate dai cambiamenti climatici, e a unire le forze per proteggere vite umane, abitazioni e ambiente. La Commissaria europea per l'uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi, Hadja Lahbib, è oggi a Madrid, dove incontrerà le autorità spagnole della protezione civile.

 La piattaforma SCHEIN sotto la lente della Commissione

Oggi, a seguito di un'indagine coordinata a livello europeo, la Rete di Cooperazione per la Tutela dei Consumatori (CPC), composta dalle autorità nazionali per la tutela dei consumatori e dalla Commissione Europea, ha notificato al marketplace online SHEIN una serie di pratiche sulla sua piattaforma che violano il diritto dei consumatori dell'UE. La Rete CPC ha incaricato SHEIN di adeguare tali pratiche al diritto dei consumatori dell'UE. SHEIN è ancora sotto inchiesta ed è stata invitata a fornire ulteriori informazioni alla Rete CPC.

L'indagine riguarda un'ampia gamma di pratiche con cui i consumatori si imbattono durante gli acquisti su SHEIN e che violano il diritto dei consumatori dell'UE, tra cui, ad esempio, falsi sconti e vendite forzate. Inoltre, la Rete CPC ha richiesto informazioni a SHEIN per valutarne la conformità ad ulteriori obblighi previsti dal diritto dei consumatori dell'UE.

SHEIN ha ora un mese di tempo per rispondere alle conclusioni della Rete CPC e proporre impegni su come affrontare le problematiche di diritto dei consumatori individuate. In base alla risposta di SHEIN, la Rete CPC potrebbe avviare un dialogo con l'azienda. Se SHEIN non dovesse rispondere alle preoccupazioni sollevate dalla Rete CPC, le autorità nazionali potranno adottare misure coercitive per garantire il rispetto delle norme. Ciò include la possibilità di imporre sanzioni basate sul fatturato annuo di SHEIN negli Stati membri dell'UE interessati.

Come i lavoratori europei si spostano all'interno dell'UE

Secondo la relazione di valutazione della Commissione sui primi cinque anni di attività, l'Autorità europea del lavoro (ELA)  ha svolto un ruolo fondamentale per garantire condizioni eque di mobilità dei lavoratori all'interno dell'UE. Con oltre 14 milioni di cittadini dell'UE che lavorano e vivono in uno Stato membro diverso dal proprio, il sostegno dell'ELA alla mobilità equa e al coordinamento della sicurezza sociale rimane fondamentale.

Tra il 2019 e il 2023, l'ELA ha assistito gli Stati membri in 168 ispezioni del lavoro transfrontaliere, verificando la situazione di oltre 13.500 lavoratori in settori ad alto rischio come i trasporti, l'edilizia e l'agricoltura.

La valutazione individua anche aree di miglioramento, tra cui il rafforzamento delle competenze in materia di ispezioni concertate e congiunte, o la gestione di situazioni relative a cittadini di paesi terzi all'interno dell'UE, la capacità di trattamento dei dati personali o la semplificazione e la facilitazione dell'accesso alla procedura di mediazione.

La Vicepresidente esecutiva per i Diritti Sociali e le Competenze, la Qualità del Lavoro e la Preparazione, Roxana Mînzatu, ha dichiarato: "I lavoratori mobili meritano parità di trattamento, condizioni di lavoro eque e un'adeguata protezione sociale. Accolgo con favore questa valutazione della Commissione, che dimostra il valore aggiunto dell'Autorità europea del lavoro (ELA) nel sostenere un'equa mobilità del lavoro intra-UE e garantire il rispetto delle norme dell'UE. Questa valutazione evidenzia chiaramente la necessità di rafforzare ulteriormente l'Autorità, anche rivedendone il mandato. Per questo motivo, all'inizio del 2026, la Commissione presenterà una proposta per rafforzare l'ELA, nell'ambito di un pacchetto più ampio per una mobilità del lavoro equa".

L'Autorità europea del lavoro è stata istituita nel luglio 2019 per garantire un'applicazione equa, semplice ed efficace delle norme dell'UE in materia di mobilità del lavoro e di sicurezza sociale. La Commissione è tenuta a valutare le prestazioni dell'ELA ogni cinque anni, fornendo una valutazione critica del lavoro e dell'efficacia dell'Agenzia. A supporto della valutazione, la Commissione ha condotto una consultazione pubblica nel 2024. La valutazione è disponibile online al seguente link: 

https://employment-social-affairs.ec.europa.eu/document/ac1db01a-3878-451d-adb1-42d329ad022b_en

Anche l'Europa ha fatto la sua parte al festival del cinema di Cannes

I film finanziati dall'UE hanno ricevuto prestigiosi premi alla 78ª edizione del Festival di Cannes, durante la cerimonia di chiusura di sabato 24 maggio.

Sentimental Value di Joachim Trier (Norvegia, Germania, Francia, Danimarca) si è aggiudicato il secondo premio più importante del festival, il Grand Prix. Sirât di Óliver Laxe (Spagna, Francia) è uno dei due vincitori della giuria. Nadia Melliti, invece, ha ricevuto il premio come Migliore Attrice per la sua interpretazione in Petite Dernière, diretto da Hafsia Herzi (Francia, Germania).

Henna Virkkunen, Vicepresidente Esecutiva per la Sovranità Tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha dichiarato: "Questi prestigiosi premi dimostrano la forza creativa e commerciale del cinema europeo. Il programma Media di Europa Creativa continua a sostenere film e opere europee. Sono orgogliosa di vedere queste produzioni sotto i riflettori al Festival di Cannes".

Il programma MEDIA di Europa Creativa ha contribuito a sostenere la produzione e la distribuzione di queste produzioni. In totale, all'edizione 2025 del festival sono stati nominati 23 film sostenuti da MEDIA.

Dettagli →
Argomento
La Giornata UE
26/05/2025

Un'importante consultazione pubblica sull'uso dei dati nell'IA

La Commissione europea sta raccogliendo pareri sull'uso dei dati nell'intelligenza artificiale (IA), sulla semplificazione delle norme applicabili ai dati e sui flussi internazionali di dati per informare la prossima strategia sull'Unione dei dati.

La strategia per l'Unione dei dati aiuterà l'UE a creare set di dati di alta qualità, interoperabili e diversificati, necessari per l'intelligenza artificiale. La strategia mira a garantire la coerenza tra politiche, infrastrutture e strumenti giuridici in materia di dati. Si baserà sul lavoro esistente per abilitare flussi di dati transfrontalieri affidabili, supportare spazi dati comuni e i loro collegamenti con l'ecosistema dell'intelligenza artificiale e garantire la fiducia nella condivisione dei dati.

La Presidente Ursula von der Leyen ha annunciato la strategia per l'Unione dei dati nelle linee guida politiche, che rappresenta un elemento chiave del Piano europeo per diventare un continente basato sull'intelligenza artificiale. Sfrutterà il potenziale dei dati per supportare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale generativa.

La Commissione invita il mondo accademico, i ricercatori e l'industria a fornire il loro feedback sulla consultazione entro il 18 luglio al seguente link: 

https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/14541-European-Data-Union-Strategy_en

 

Dettagli →
Argomento
Focus