La Commissione europea, attraverso la sua Direzione generale competente per il settore el digitale CNECT, ha bisogno di costituire un gruppo di esperti, circa 80, specializzati nelle tecnologie digitali e ha lanciato a tal fine un invito a manifestazioni d'interesse.
Sono invitati a partecipare, segnalando la propria disponibilità, esperti in tecnologie digitali critiche ed emergenti e il loro uso attuale o futuro, che spaziano dai semiconduttori e dalla fotonica all'intelligenza artificiale, dati, robotica, quantistica, calcolo ad alte prestazioni, ma anche connettività avanzata, Internet di nuova generazione e mondi virtuali, cloud, edge, Internet delle cose o comunicazione e sicurezza digitale avanzata, govtech e interoperabilità, tra molte altre.
L'invito è rivolto ad un ampio spettro di stakeholder, tra cui ricercatori, innovatori, esperti di mercato e industriali, ma anche ONG e altri utenti della tecnologia. Dovranno dare in particolare un contributo a due studi in corso per migliorare la comprensione delle future tecnologie e capacità digitali strategiche per l'Europa. Considerando la rapida evoluzione delle tecnologie e dei mercati digitali, il contesto geopolitico, l'intensificarsi della corsa tecnologica globale e l'importanza della trasformazione digitale e sostenibile dell'industria e della società, questi due studi commissionati dalla DG CNECT mirano a ottenere ulteriori conoscenze e prove sulla necessità di supportare la ricerca, lo sviluppo e l'implementazione di tecnologie e capacità digitali critiche ed emergenti in Europa nel medio termine dal 2028 al 2040.
i due studi hanno come tema: 1) “Lo sviluppo delle capacità digitali critiche dell’UE oltre il 2027”, focalizzato sullo sviluppo (integrazione, applicazione e implementazione) di tecnologie e infrastrutture digitali e sul relativo sviluppo delle competenze; 2) “Concetti chiave per le tecnologie digitali strategiche per il 10° Programma Quadro di ricerca e sviluppo”, incentrato sul futuro prossimo del programma europeo di ricerca, sviluppo e innovazione delle tecnologie digitali strategiche.
A tal fine le attività rilevanti che saranno svolte con il coinvolgimento del gruppo di esperti sono articolate su tre passaggi: 1) A fine febbraio 2025 verrà organizzata una discussione di gruppo per discutere e perfezionare l'elenco delle tecnologie e delle capacità critiche strategiche ed emergenti rilevanti per gli investimenti a livello dell'UE; 2) Un sondaggio Delphi sarà condotto a marzo e aprile 2025 (due round) per raccogliere e perfezionare opinioni di esperti sulle tendenze future e sulle intuizioni sulla generazione e l'implementazione di tecnologie e capacità digitali emergenti e critiche e dei relativi ecosistemi entro gli orizzonti del 2028, 2034 e 2040, nonché sui fattori contestuali che avranno un impatto su questi sviluppi; 3) infine Un ciclo di cinque workshop di previsione nella primavera e nell'autunno del 2025 avrà lo scopo di sviluppare opzioni di investimento per i programmi di finanziamento dell'UE per il periodo 2028-2034, esplorando un ampio spettro di possibili futuri per la generazione e l'implementazione di tecnologie e capacità digitali emergenti e critiche, con esercizi di creazione di scenari e di backcasting.
Gli esperti, selezionati in numero tra i 50 e gli 80, dovranno possedere le seguenti caratteristiche professionali:
- competenza in specifiche tecnologie digitali, con una comprovata conoscenza approfondita dei progressi tecnologici correlati alla ricerca e/o all'implementazione di tecnologie e capacità digitali, comprese le tendenze e le esigenze emergenti;
- comprensione dell'ecosistema industriale e della ricerca digitale dell'UE correlato allo sviluppo di questa specifica tecnologia digitale e delle sue applicazioni in vari settori;
- conoscenza del posizionamento competitivo dell'UE in relazione a questa specifica tecnologia su scala globale e la consapevolezza di eventuali dipendenze all'interno delle catene del valore globali.
Per inviare la propria manifestazione d'interesse, entro il 20 gennaio, collegarsi al link riportato nella sezione in abbonamento
La ricerca di nuovo personale interessa l'Ufficio per l'intelligenza artificiale della DG CONNECT e riguarda gli aspetti dell'intelligenza artificiale attinenti le scienze sociali. In particolari il rafforzamento di personale riguarda le seguenti unità: AI Excellence e Robotics, AI Regulation e Compliance, AI Safety, AI Innovation e Policy Coordination e AI for Societal Good. I profili ricercati sono quelli di Legal e Policy Officer.
In quanto centro di competenza dell'UE in materia di IA, l'Ufficio europeo per l'IA svolge un ruolo chiave nell'implementazione dell'AI Act, in particolare per l'IA di uso generale, promuovendo lo sviluppo e l'uso di un'IA affidabile e la cooperazione internazionale. L'Ufficio per l'IA è all'avanguardia nella politica e nell'innovazione globale in materia di IA, istituito all'interno della Commissione europea, come parte della DG CONNECT. Il team collabora a stretto contatto con gli Stati membri, le autorità di regolamentazione e altri organismi dotati di competenze specifiche, nonché con paesi terzi e organizzazioni internazionali competenti.
I candidati per la posizione di Policy Officer devono possedere almeno tre anni di esperienza nelle politiche digitali dell'UE, forti capacità analitiche e di ricerca, nonché la capacità di tradurre i risultati in politiche attuabili. Il ruolo comporta varie responsabilità, come contribuire alla formulazione di politiche e procedure per la politica UE sull'IA, monitorare lo sviluppo dei mercati e delle tecnologie dell'IA, nonché collaborare con le parti interessate per raccogliere conoscenze e prove per l'implementazione delle politiche sull'IA. I Policy Officer contribuiranno anche alla preparazione di documenti politici, briefing e diversi eventi politici. Lo scopo principale di questa posizione è di affrontare le sfide politiche e garantire una comprensione e un'implementazione complete delle politiche sull'IA nell'UE e oltre.
I candidati per la posizione di Legal Officer devono avere almeno tre anni di esperienza nella legislazione digitale dell'UE e ottime capacità analitiche e comunicative. Deve avere una conoscenza approfondita delle questioni legali relative all'IA e all'EU AI Act. Inoltre, è essenziale avere esperienza pratica nella stesura e revisione di documenti legali, linee guida, decisioni e altri atti pertinenti per l'AI Office. L'esperienza nella standardizzazione sarebbe vantaggiosa. Le responsabilità di questo ruolo includono il contributo alla fase preparatoria dell'implementazione dell'AI Act sviluppando approcci, linee guida e quadri analitici basati su prove. Anche la collaborazione con terze parti per raccogliere conoscenze e prove per l'applicazione dell'AI Act è un compito essenziale. Il candidato lavorerà per garantire l'efficace implementazione delle norme dell'AI Act, tra cui legislazione secondaria, linee guida, codici di condotta, codici di condotta o standard pertinenti.
Le candidature vanno presentate entro il 15 gennaio, tramite il sito web dell'ufficio epso per il personale. Link nella sezione in abbonamento.
La durata iniziale del contratto è di un anno, con possibilità di estensione fino a 6 anni totali. Entrambe le posizioni appartengono al Function Group IV.
Nonostante guerre e divisioni la fiducia nell'Europa resiste
L’ultimo Eurobarometro pubblicato oggi mostra che la fiducia nell’Unione europea è la più alta dal 2007 e il livello di sostegno per l’euro è il più alto mai registrato. L’indagine rivela anche che gli europei sono più ottimisti riguardo al futuro. Si esprimono a favore di un’UE più forte e più indipendente, soprattutto di fronte alle attuali sfide globali. Per gli europei, la sicurezza e la difesa dovrebbero essere la prima priorità d’azione dell’UE a medio termine. Le tendenze sono positive anche nella maggior parte dei paesi interessati dall’allargamento. Alla luce della guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina, quasi nove europei su dieci approvano gli aiuti umanitari alle popolazioni colpite dalla guerra e più di sette su dieci sostengono le sanzioni economiche contro il governo, le imprese e i cittadini russi. La guerra in Ucraina continua ad essere considerata la questione più importante a livello europeo.
Inizia l'inverno ver, la guerra persiste e l'Europa fa scorta di gas
La Commissione ha fissato gli obiettivi che gli Stati membri dell'UE sono tenuti a rispettare nel 2025 per garantire che gli impianti di stoccaggio del gas siano riempiti almeno al 90% della capacità entro il 1° novembre 2025, come richiesto dal regolamento UE sullo stoccaggio del gas. Il regolamento definisce gli obiettivi con scadenze il 1° febbraio, il 1° maggio, il 1° luglio e il 1° settembre 2025 per gli Stati membri che hanno impianti di stoccaggio sotterraneo sul loro territorio e per gli Stati membri collegati tramite la rete del gas.
Questi obiettivi sono le soglie minime che gli Stati membri dell'UE devono rispettare per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento tramite impianti di stoccaggio riforniti per l'inverno 2025-2026. Dalla sua adozione nel giugno 2022, il regolamento sullo stoccaggio del gas ha svolto un ruolo cruciale nel garantire la disponibilità di gas sufficiente per l'inverno. Ogni anno dall'introduzione del regolamento durante la crisi energetica, l'UE ha superato l'obiettivo che si era prefissato in termini di riempimento degli impianti di stoccaggio del gas. Quest'anno, lo stoccaggio è di circa il 95% alla scadenza del 1° novembre. Ciò equivale a circa 100 miliardi di metri cubi di gas immagazzinato nell'UE, pari a circa un terzo del consumo annuale di gas dell'UE.
Anche il Giappone si prepara ad entrare nel programma di ricerca Horizon
L'UE e il Giappone hanno avviato i negoziati per l'adesione del Giappone a Horizon Europe, il programma di ricerca e innovazione dell'UE. In caso di esito positivo, sarebbe la prima volta che il Giappone prende parte alla più stretta forma di cooperazione nel campo della ricerca e dell'innovazione che l'UE può offrire. Con Horizon Europe, l'UE ha ampliato questa opportunità a paesi non UE con un forte profilo scientifico, innovativo e tecnologico, sono necessariamente prossimi geograficamente all'Europa, ma con una prospettiva globale simile, come Canada, Nuova Zelanda o Corea del Sud, che hanno già negoziato con successo la loro associazione al programma.
Iliana Ivanova, Commissaria per l'innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la gioventù, ha affermato: "L'apertura dei negoziati per l'associazione del Giappone a Horizon Europe segna un cambiamento radicale nella nostra cooperazione. Sia per l'UE che per il Giappone, la ricerca e l'innovazione sono fondamentali per garantire la competitività e realizzare le transizioni verde e digitale. Insieme, saremo in grado di raggiungerli più rapidamente e trovare soluzioni alle sfide più urgenti del mondo".
I negoziati riguardano l'associazione al Pilastro II di Horizon Europe, che affronta le sfide sociali attraverso progetti di collaborazione multinazionali. In caso di successo, i ricercatori giapponesi saranno in grado di guidare e coordinare i propri progetti di ricerca e innovazione nell'ambito del programma, di cercare una collaborazione più approfondita con i partner dell'UE e degli altri paesi associati e di ottenere finanziamenti.
Il nuovo bando per il Corpo europeo di solidarietà
La Commissione ha pubblicato il bando 2025 del Corpo europeo di solidarietà, che sostiene la partecipazione dei giovani ad attività di volontariato nelle comunità di tutta l’UE e oltre. Il budget di 166 milioni di euro stanziato per il 2025 rappresenta un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, dovuto al recupero di fondi dagli anni del Covid-19, quando molte attività di volontariato non potevano svolgersi. Il Bando 2025 sosterrà progetti e attività di volontariato che promuovono la sostenibilità ambientale, le competenze e l’alfabetizzazione digitale, l’inclusione e la diversità, la cittadinanza attiva e molto altro ancora. Tra le azioni che saranno finanziate anche l'aiuto alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina. I partecipanti possono inoltre impegnarsi in un’ampia gamma di attività di solidarietà incentrate su tematiche prioritarie quali l’inclusione sociale, la transizione verde e digitale, la partecipazione democratica e le questioni relative alla salute.
Insieme con il bando la Commissione ha pubblicato il rapporto sul Corpo europeo di solidarietà 2021-2023, che presenta l’impatto del programma in questi anni e come ha contribuito a promuovere la solidarietà in tutto il mondo. Nel periodo 2021-2023, il programma ha offerto a più di 66.000 giovani l’opportunità di affrontare sfide sociali e umanitarie. Il rapporto racconta storie potenti e stimolanti provenienti da tutta Europa su come i giovani e le organizzazioni hanno risposto al clima e ai disastri naturali e hanno sostenuto gli ucraini in fuga dalla guerra di aggressione della Russia. Il rapporto vuole stiòolarea più giovani a parteciparei alle iniziative di solidarietà.
Il Corpo è aperto ai giovani dai 18 ai 30 anni, sino ai 35 anni per il volontariato in attività di aiuto umanitario fuori dall'UE. I giovani interessati possono registrarsi sul portale del Corpo europeo di solidarietà, dove potranno trovare le organizzazioni partecipanti. Anche i gruppi giovanili iscritti al Portale possono richiedere finanziamenti per i propri progetti di solidarietà.
Che vi fosse un ponte immaginario che metteva in collegamento il comunismo con il capitalismo nel nome del potere era cosa impensabile ai tempi della egemonia di Stalin. Almeno è quello che abbiamo creduto, pensando che la vera discriminante fosse la conquista della democrazia contro ogni dforma di potere autoritario. Oggi molti si attendono un esito di questo genere guardando al mondo da una prospettiva trasversale. Restare se stessi non fa parte del gioco, purché la corsa sia sempre in salita e non perda mai un colpo. Anche una guerra é utile allo scopo.E' la logica implacabile dell'imperialismo che scavalca ogni ideologia.
Però gli attori sulla scena non sono solo due. Le luci illuminano un altro personaggio, che sarebbe piaciuto molto a Pirandello, lo avrebbe osservato calcare tutto il tempo il palcoscenico in cerca di un'identità non più sua. E' accaduto infatti che nel giorno della storia qualcosa ha fatto cambiare il corso degli eventi, cristallizzandoli su sponde scomode: non più l'idea di progresso da condividere con l'orizzonte vasto di un pianeta da risanare, ma attesa infinita delle mosse dell'altro per poter intuire le proprie e il futuro, forse.
Il futuro è un'onda nera, non ha confini e non concede tempo nella corsa folle dell'innalzamento della temperatura globale. Non si accontenta di faticosi compromessi tra paesi ricchi, in testa l'Europa, e paesi poveri, che per una volta possono pretendere di essere ascoltati. Ma non accontentati, le cifre non colmano la distanza dei bisogni delle diverse parti.
Pirandello sorride, in fondo al teatro, per una volta l'imprevedibile ha un copione prevedibile, salvo oscurarsi quando l'onda nera del futuro si fa troppo alta.
CLS
Il rapporto 2023 del programma Erasmus+, specchio dei tempi che stiamo vivendo
La relazione annuale Erasmus+ 2023 pubblicata oggi evidenzia i risultati del programma nel sostenere l'apprendimento permanente e la cooperazione, con una forte attenzione all'inclusione sociale, alle transizioni verdi e digitali e alla promozione dei valori dell'UE. Il rapporto illustra inoltre il modo in cui il programma ha sostenuto progetti che affrontano le conseguenze della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, anche attraverso finanziamenti per rafforzare ulteriormente la cooperazione nel campo dell'apprendimento.
Con un budget complessivo di oltre 4,5 miliardi di euro nel 2023, il 12,5% in più rispetto all’anno precedente, Erasmus+ ha sostenuto quasi 32.000 progetti, coinvolgendo più di 84.500 organizzazioni. Le azioni di mobilità per l'apprendimento del programma hanno offerto opportunità a oltre 1,3 milioni di studenti, discenti, professori, insegnanti, formatori, animatori giovanili, allenatori sportivi e giovani.
Dal suo lancio nel 1987, alla fine del 2023 Erasmus+ ha offerto a 15,1 milioni di persone l’opportunità di studiare, formarsi, lavorare e fare volontariato all’estero. Dando priorità all'inclusione e alla diversità, Erasmus+ ha continuato a raggiungere meglio persone di diverse fasce d'età e provenienti da contesti culturali, sociali ed economici diversi. Diventando più accessibile alle organizzazioni più piccole e più inclusivo per le persone con minori opportunità, il programma è migliorato in termini di qualità e ha compiuto progressi nel garantire pari opportunità per tutti. Nel 2023, più di 200.000 partecipanti a Erasmus+ erano persone con minori opportunità, tra cui migranti e persone con disabilità, nonché cittadini dell’UE che vivono in aree remote o che affrontano difficoltà socioeconomiche.
A che punto siamo con il PNRR in Germani, Italia e Portogallo
La Commissione ha approvato le valutazioni preliminari positive della seconda richiesta di pagamento della Germania, della sesta richiesta di pagamento dell'Italia e della quinta richiesta di pagamento del Portogallo nell'ambito del Recovery and Resilience Facility, il fulcro di NextGenerationEU. Da notare le differenze nei diversi paesi:
La richiesta della Germania ammonta a 13,5 miliardi di euro (al netto del prefinanziamento) in sovvenzioni. Riguarda importanti fasi nella realizzazione di 15 riforme e 20 investimenti in ricerca e innovazione per la transizione verde, energie rinnovabili e greening di trasporti e alloggi, assistenza sanitaria, digitalizzazione della pubblica amministrazione, istruzione e formazione nonché microelettronica e tecnologie della comunicazione.
La richiesta dell'Italia ammonta a 8,7 miliardi di euro (al netto del prefinanziamento), di cui 1,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 6,9 miliardi di euro in prestiti. Sostiene 17 riforme e 17 investimenti in digitalizzazione, pubblica amministrazione, ambiente imprenditoriale, giustizia, lavoro, mobilità pulita, energie rinnovabili, sicurezza dell'approvvigionamento di gas, agroalimentare, gestione dei rifiuti e salute.
La richiesta del Portogallo ammonta a 2,9 miliardi di euro (al netto del prefinanziamento), di cui 1,65 miliardi di euro in sovvenzioni e 1,25 miliardi di euro in prestiti. Copre misure significative nell'attuazione di 11 riforme e 27 investimenti in edilizia abitativa, greening dei trasporti, prevenzione incendi, capitalizzazione delle aziende, digitalizzazione delle imprese, sviluppo del mercato dei capitali, nonché modernizzazione dei sistemi fiscali e doganali.
Il piano di ripresa e resilienza della Germania è finanziato da 30 miliardi di euro in sovvenzioni. Il piano dell'Italia è sostenuto da 194,4 miliardi di euro, di cui 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Il piano di ripresa e resilienza del Portogallo è finanziato da 22,2 miliardi di euro (16,3 miliardi di euro in sovvenzioni e 5,9 miliardi di euro in prestiti).
I giornalisti che hanno vinto quest'anno il premio Lorenzo Natali
Quest'anno hanno presentato domanda più di 1.200 giornalisti da tutto il mondo. È stata effettuata una preselezione da parte di quattro scuole di giornalismo - l'Universidade Catôlica Portuguesa (Portogallo), l'Universidad de Navarra (Spagna), l'Università Saint-Joseph di Beirut (Libano) e il Vesalius College (Belgio) -, al termine della quale i vincitori sono stati selezionati da una giuria composta da cinque esperti di fama internazionale del mondo del giornalismo: Inday Espina-Varona, Stefanie Glinski, Ntibinyane Alvin Ntibinyane, Delia Rodriguez e Artur Romeu.
I vincitori dell'edizione 2024 sono: per il premio Miglior giornalista emergente, Jamaima Afridi, insignita del premio per il suo lavoro di indagine sulle difficoltà affrontate dai rifugiati afghani in Pakistan, in particolare le donne afghane colpite dal ritorno al potere dei talebani. Per il premio di giornalismo investigativo, un trio di giornalisti francesi formato da Mathilde Cusin, Manon de Couët e Martin Boudot ha ricevuto questo premio per il loro rapporto “Armi, il patrimonio tossico”. Per quanto riguarda il premio per il giornalismo di approfondimento, le giornaliste Gabriela Ramírez e Tina Xu hanno vinto questo premio per il loro articolo intitolato “Vedove ai confini dell'Europa”. Per il premio speciale “Fotogiornalismo”, Bienvenido Velasco è stato premiato per il suo lavoro “Las redes sociale, el engaño que anima a miles de migranti por la selva del Darién”.
I link agli articoli remitati:
https://vimeo.com/954034604/bb36c4afbf?share=copy
https://unbiasthenews.org/widowed-by-europes-borders-graves/
https://efe.com/mundo/2023-09-25/las-redes-sociales-el-engano-que-anima-a-miles-de-migrantes-por-la-selva-del-darien/
Anche un ragazzo italiano tra i vincitori del premio per la promozione dello sport e di una vita attiva
La Commissione ha annunciato i vincitori dell'edizione 2024 dei #BeActive Awards. I premi premiano progetti e individui che si sono dedicati con impegno e successo alla promozione dello sport, dell'attività fisica e di stili di vita sani e attivi in tutta Europa.
Il progetto "UGOTCHI - Punkten mit Klasse" di Sportunion Österreich (Austria) ha vinto il #BeActive Education Award. La loro iniziativa promuove l'attività fisica, un'alimentazione sana e azioni consapevoli tra i bambini delle scuole elementari utilizzando un sistema di premi. Il vincitore del #BeActive Workplace Award è Métropole de Lyon (Francia) e il loro programma di equilibrio fisico e benessere per lo staff di Lyon Metropole. Il #BeActive Local Hero Award è stato assegnato ad Alessio Barnabò (Italia) per il suo progetto "Sailing Achievements Inspire Lives (S.A.I.L)". A maggio 2024, Alessio ha gareggiato come istruttore di vela nelle 151 miglia di Livorno con un equipaggio composto interamente da persone con disabilità. Il progetto "Ninos", avviato dalla Fundacja Rozwoju Sportu Espanola (Polonia) con l'obiettivo di promuovere l'attività fisica e la costruzione di comunità tra diverse generazioni, ha vinto il premio #BeActive Across Generations.
Per consentire l'innovazione e lo sviluppo in tutti i progetti, i quattro vincitori hanno ricevuto 10.000 € e ciascuno dei 12 finalisti ha ricevuto 2.500 €. I premi #BeActive sono una parte centrale dell'annuale Settimana europea dello sport, l'iniziativa della Commissione per promuovere la partecipazione allo sport e all'attività fisica per le persone di tutte le età e aumentare la consapevolezza sui numerosi vantaggi di entrambi
Le grandi piattaforme online presentano i report sulla valutazione dei rischi
A partire da questa settimana, i provider designati nel 2023 come grandi piattaforme online (VLOP) o grandi motori di ricerca (VLOSE) devono pubblicare per la prima volta i loro report annuali di valutazione dei rischi e di audit, ai sensi del Digital Services Act (DSA). I report devono includere le valutazioni che i provider di VLOP e VLOSE hanno effettuato per identificare e analizzare i rischi derivanti dai loro servizi, come la diffusione di contenuti illegali, la disinformazione o la protezione dei minori. Questi report delineano anche le misure che VLOP e VLOSE hanno messo in atto per mitigare i rischi identificati.
Con la pubblicazione di questi report, il DSA è pronto a portare una nuova era di trasparenza e responsabilità nel settore tecnologico, aiutando a proteggere gli utenti e la società da potenziali danni e promuovendo un ambiente online più sicuro e responsabile. La Commissione organizzerà inoltre workshop in cui i fornitori di questi servizi designati saranno invitati a presentare le valutazioni dei rischi pubblicate ai coordinatori nazionali dei servizi digitali, alle organizzazioni della società civile e ad altre parti interessate. Si prevede che tali workshop si svolgeranno all'inizio del 2025.
Lanciato il partenariato per i talenti con il Pakistan
La Commissione lancia un nuovo partenariato UE-Pakistan per i talenti, per intensificare la cooperazione in materia di migrazione, abbinando meglio le esigenze del mercato del lavoro e le competenze tra gli Stati membri dell'UE e il Pakistan. Il partenariato per i talenti riunisce il Pakistan, gli Stati membri interessati e la Commissione per identificare esigenze comuni e azioni congiunte. Con un finanziamento UE di 3 milioni di euro, il nuovo programma mira a creare nuove opportunità di mobilità lavorativa e educativa tra l'UE e il Pakistan. Il programma fornirà il trasferimento di conoscenze, competenze e affronterà le esigenze di competenze in settori selezionati in Pakistan e negli Stati membri UE interessati, tra cui edilizia, agricoltura, tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), produzione di energia rinnovabile e ospitalità.
I partenariati per i talenti sono un elemento chiave dell'approccio globale e strategico dell'UE, che collabora con i paesi partner per gestire la migrazione. La Commissione ha costantemente collaborato con i partner internazionali in un approccio Team Europe per affrontare le cause profonde della migrazione, combattere il traffico di migranti e promuovere percorsi legali. A giugno 2021, la Commissione ha lanciato i Talent Partnership, un'iniziativa volta ad affrontare la carenza di competenze nell'UE abbinando le competenze dei lavoratori dei paesi terzi alle esigenze del mercato del lavoro dell'UE, coinvolgendo strategicamente i paesi partner in una più ampia cooperazione sulla gestione della migrazione, inclusa la prevenzione della migrazione irregolare. A luglio di quest'anno è stato lanciato con successo il Talent Partnership con il Bangladesh (quelli buoni ce li teniamo, gli altri li spediamo in Albania). La Commissione sta attualmente sviluppando Talent Partnership con altri tre paesi partner: Egitto, Marocco e Tunisia.
La guerra dei dazi è già iniziata, ma con la Cina
La Commissione europea ha formalmente contestato le misure anti-dumping provvisorie imposte dalla Cina sulle importazioni di brandy dall'Europa, richiedendo consultazioni presso l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Secondo la Commissione le misure provvisorie della Cina sul brandy europeo non sono in linea con le norme dell'OMC: infatti, la Cina non ha dimostrato che vi sia alcuna minaccia di danno per la sua industria del brandy, né che vi sia un nesso causale tra la presunta minaccia di danno e le importazioni di brandy dall'UE. Inoltre, la Cina ha avviato il caso sulla base di prove insufficienti, contrariamente agli standard della legge dell'OMC.
Il vicepresidente esecutivo Dombrovskis ha affermato: "L'UE prende molto seriamente qualsiasi uso ingiusto o discutibile di strumenti di difesa commerciale contro qualsiasi settore della nostra economia. Richiedendo consultazioni con la Cina sulle sue misure anti-dumping provvisorie sul brandy dell'UE, la Commissione sta dando seguito al suo impegno di proteggere la nostra industria da accuse infondate e dall'uso improprio di misure di difesa commerciale".
Si conclude la COP29 , in Corea del Sud si aprono i negoziati sull'inquinamento da plastica
Da oggi fino al 1° dicembre, la Commissione partecipa ai negoziati sul Trattato globale sulla plastica (INC-5) a Busan, Repubblica di Corea, con l'obiettivo di raggiungere un accordo su uno strumento globale per affrontare l'inquinamento da plastica. Insieme ai partner del G20, l'UE rimane impegnata a concludere i negoziati entro la fine dell'anno. Le priorità dell'UE per un accordo efficace includono la necessità di affrontare i livelli elevati e insostenibili di produzione primaria di polimeri plastici, vietare le microplastiche aggiunte intenzionalmente nei prodotti e convergere attorno ad un nuovo strumento che affronti la produzione di plastica in modo completo. L'UE sosterrà inoltre il'applicazione del principio che i principali produttori si assumano una quota di responsabilità finanziaria per l'inquinamento da plastica, il cosiddetto principio "chi inquina paga".
Durante i negoziati, l'UE sottolineerà inoltre che, sebbene siano necessarie misure giuridicamente vincolanti a livello globale, si dovrebbero considerare anche le circostanze nazionali e garantire una giusta transizione. L'adozione di uno strumento giuridicamente vincolante per porre fine all'inquinamento da plastica è una priorità fondamentale del piano d'azione per l'economia circolare dell'UE.
Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Maroš Šefčovič, ha dichiarato: "La plastica sta soffocando i nostri oceani, inquinando l'ambiente e danneggiando la salute e i mezzi di sussistenza delle persone. Se le cose continueranno come al solito, la produzione di plastica triplicherà entro il 2060. Abbiamo bisogno di politiche globali coordinate per cambiare i modelli di produzione e consumo della plastica in un modo che sia vantaggioso per le persone e il pianeta. Ora abbiamo la possibilità di dimostrare come possiamo agire congiuntamente per promuovere un'economia più circolare e sostenibile per la plastica. L'UE è pronta a impegnarsi con altre parti e a costruire ponti per concordare un trattato globale entro la fine di quest'anno". A Rio, i leader del G20 hanno dichiarato nella loro dichiarazione finale ldi coler lavorare insieme per concludere i negoziati per uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull'inquinamento da plastica entro la fine del 2024. Per mobilitare il sostegno alla conclusione del trattato, l'UE è attivamente coinvolta nella High Ambition Coalition to End Plastic Pollution, che include 65 paesi impegnati a porre fine all'inquinamento da plastica entro il 2040.
A Baku l'UE rivendica un successo, nonostante la delusione dei paesi in via di sviluppo
Alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP29 a Baku, la Commissione Europea e gli Stati membri dell’UE hanno negoziato con successo un accordo per allineare i flussi finanziari globali con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Grazie all’adozione di un nuovo obiettivo quantificato collettivo (NCQG) per il finanziamento della lotta al cambiamento climatico, l’UE è riuscita ad espandere la base globale di contribuenti per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Le parti hanno convenuto che i finanziamenti combinati provenienti da tutte queste fonti dovrebbero raggiungere almeno 1,3 miliardi di dollari all’anno entro il 2035.
Nell’ambito di questo obiettivo, i paesi sviluppati si impegnano a mobilitare 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 per l’azione climatica nei paesi in via di sviluppo. Questo obiettivo dovrebbe essere raggiunto attraverso un’ampia gamma di fonti, compresi i finanziamenti mobilitati dalle banche multilaterali e, per la prima volta, i contributi di altri paesi. L'UE si è impegnata per garantire che altri paesi contribuissero, in linea con la loro capacità finanziaria.
Il gruppo negoziale dell’UE ha inoltre finalizzato con successo le norme che rafforzeranno l’integrità ambientale, la trasparenza e la responsabilità nei mercati internazionali del carbonio ai sensi dell’articolo 6 dell’accordo di Parigi. Il meccanismo di credito di cui all’articolo 6.4 stabilirà un nuovo standard sostenuto dalle Nazioni Unite per le compensazioni di carbonio di alta qualità, e le nuove regole per la registrazione e il monitoraggio dei trasferimenti internazionali porteranno trasparenza agli accordi bilaterali sul carbonio tra le Parti. Ciò consentirà di ridurre ed eliminare le emissioni in modo economicamente vantaggioso.
Durante la COP29, l’UE ed un gruppo di altri paesi hanno annunciato l’intenzione di presentare un NDC ( National Determined Contributions) allineato a 1,5°C l’anno prossimo. Per far avanzare la transizione verso l’energia pulita, la Commissione e la Beyond Oil and Gas Alliance hanno annunciato una partnership sulla transizione dai combustibili fossili. La Commissione ha inoltre lanciato una nuova tabella di marcia del partenariato per la riduzione del metano per accelerare ulteriormente la riduzione delle emissioni di metano associate alla produzione e al consumo di energia fossile, in collaborazione con una serie di paesi partner, organizzazioni internazionali, ONG e banche di sviluppo.
In particolare Canada, Cile, Unione Europea, Georgia, Messico, Norvegia e Svizzera si sono detti impegnati a rispettare l'obiettivo fissato dagli Accordi di Parigi di ridurre le emissioni per un abbassamento del surriscaaldamento globale di 1,5°C .
Alcuni paesi, , ovvero Bhutan, Madagascar, Panama e Suriname, hanno già raggiunto emissioni nette di gas serra pari a zero ( c.d. I paesi GZERO).
Il Consiglio chiede un maggiore sostegno ai giovani che vivono in aree rurali e remote, in particolare migliorando l’accesso alle opportunità “glocali” nell’istruzione e nell’occupazione, come un modo per combattere le sfide demografiche in Europa.
Le comunità rurali sono una parte fondamentale dell'identità dell'UE e svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo sostenibile. Tuttavia, persistono notevoli disparità tra aree rurali e urbane. I giovani in particolare affrontano sfide legate a minori opportunità di lavoro, minore accesso a un'istruzione di qualità e limitata disponibilità di servizi sociali e sanitari. Questi fattori aumentano la probabilità che i giovani si spostino dalle aree rurali e remote in cerca di migliori opportunità, e sono causa del loro progressivo spopolamento.
Il Consiglio chiede alle autorità dell'UE di intensificare gli sforzi per garantire ai giovani nelle aree rurali e remote un accesso equo ai servizi essenziali, consentendo loro di beneficiare di opportunità "glocal". Il termine "glocal" si riferisce alla capacità di pensare globalmente e agire localmente, nonché all'integrazione del locale e del globale. In particolare, le conclusioni incoraggiano gli Stati membri a:
- migliorare l'accesso dei giovani rurali ai servizi digitali, ad esempio rafforzando l'infrastruttura digitale;
- coinvolgere i giovani che vivono in aree rurali e remote nel processo decisionale a tutti i livelli;
- favorire la creazione di più opportunità di lavoro, istruzione e formazione di qualità, più diversificate e in settori quali l'agricoltura e l'adattamento climatico;
- incoraggiare la solidarietà e l'interazione intergenerazionale, anche tramite organizzazioni giovanili locali;
- formare operatori giovanili, educatori e professionisti per riconoscere i diversi talenti dei giovani.
Il Consiglio invita inoltre la Commissione a migliorare l’accesso alle iniziative e ai fondi pertinenti dell’UE e ad aumentare la visibilità dei giovani rurali nei programmi dell’UE per i giovani, compresa la strategia dell’UE per la gioventù post-2027.
L'Europa emette con successo nuove obbligazioni
Ieri la Commissione europea ha raccolto 7 miliardi di euro in obbligazioni dell’UE nella sua decima operazione per il 2024, di cui 3 miliardi di euro sotto forma di obbligazioni verdi NextGenerationEU.
L'operazione in due tranche prevedeva l'emissione di un'integrazione di 4 miliardi di euro dei bond UE con scadenza 4 dicembre 2031 e di un'integrazione di 3 miliardi di euro del bond verde NextGenerationEU con scadenza 4 febbraio 2043. Il prezzo dell'operazione dei bond a 7 anni è stato fissato al 98,618%, ad un tasso del 2,719%, mentre il Il prezzo del bond a 18 anni è stato fissato al 72,739%, ad un tasso del 3,260%. Le offerte ricevute ammontano a oltre 66 miliardi di euro per il bond a 7 anni e 80 miliardi di euro per il bond a 18 anni.
I fondi raccolti sul mercato obbligazionario saranno utilizzati per finanziare in particolare il NextGenerationEU e il sostegno all’Ucraina, nonché la transizione verde nei piani nazionali di ripresa e resilienza (RRP) degli Stati membri. Tutte le emissioni dei Green Bond sono guidate dal NGEU Green Bond Framework, che è in linea con i Green Bond Principles della International Capital Markets Association (ICMA). Finora la Commissione, rispetto all'obbiettivo di 65 miliardi di euro per la seconda metà del 2024, ne ha raccolto circa 60 miliardi. Una panoramica completa di tutte le transazioni dell’UE eseguite fino ad oggi è disponibile online. Una panoramica dettagliata delle transazioni previste dall’UE per la seconda metà del 2024 è disponibile anche nel piano finanziario dell’UE. La prossima operazione in calendario sarà il 25 novembre 2024.
I Trattati dell’UE conferiscono alla Commissione europea il potere di contrarre prestiti sui mercati internazionali dei capitali per conto dell’Unione europea per finanziare specifici programmi d’azione dell’UE. La sua reputazione è ben consolidata sui mercati dei titoli di debito, grazie alle emissioni obbligazionarie effettuate negli ultimi 40 anni. Le emissioni della Commissione Europea sono tutte denominate esclusivamente in euro. Tutti i prestiti dell’UE sono garantiti dal bilancio dell’UE e i contributi al bilancio costituiscono un obbligo giuridico incondizionato per tutti gli Stati membri ai sensi dei trattati dell’UE.
L'Europa e Singapore rafforzano la cooperazione sull'Intelligenza Artificiale
La Commissione europea ed il Ministero per lo sviluppo digitale e l'informazione di Singapore hanno firmato un accordo amministrativo per segnare l'inizio della cooperazione tra l'ufficio per l'intelligenza artificiale (IA) dell'UE e l'istituto per la sicurezza dell'IA di Singapore. Questo accordo rappresenta un importante passo avanti nel rafforzamento della loro cooperazione nella promozione dell'innovazione, dello sviluppo e dell'uso responsabile di un'IA sicura, affidabile e incentrata sull'uomo.
Margrethe Vestager, commissario europeo per il digitale, ha affermato: "La sicurezza dei modelli di IA utilizzati dalle persone in tutto il mondo è fondamentale. Abbiamo un obiettivo comune per garantire che la tecnologia funzioni per noi e sia in linea con i nostri valori. L'accordo odierno sottolinea che quando condividiamo le conoscenze possiamo imparare gli uni dagli altri. Ciò ci consente di rafforzare la consolidata collaborazione digitale. Tenendo presente la sicurezza, l'innovazione può avvenire con un rischio minimo e progredire nella comprensione di questa tecnologia particolarmente affascinante ma impegnativa. Non vedo l'ora di vedere i risultati della cooperazione tra il nostro ufficio per l'IA e l'istituto per la sicurezza dell'IA di Singapore".
Le due amministrazioni hanno concordato di affrontare la sicurezza dei modelli di IA di uso generale attraverso scambi di informazioni e best practice, test e valutazioni congiunti, sviluppo di strumenti e benchmark, attività di standardizzazione e ricerca su come promuovere un'IA sicura e affidabile. Inoltre, i due partner hanno concordato di scambiare opinioni sulle tendenze e sui futuri sviluppi tecnologici nel campo dell'IA, con ulteriori aree di collaborazione che restano un'opzione. L'accordo amministrativo firmato oggi costituisce un importante risultato del partenariato digitale UE-Singapore firmato nel 2023.
Persone con disabilità, pubblicate le linee guida per una vita più autonoma
La Commissione ha adottato linee guida volte a promuovere il diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente e ad integrarsi nella comunità.
La guida fornisce raccomandazioni pratiche agli Stati membri sull’utilizzo dei fondi dell’UE per accelerare la transizione dall’assistenza istituzionale ai servizi basati sulla comunità e alla vita indipendente per le persone con disabilità. L'obiettivo è che la vita indipendente delle persone con disabilità diventi una realtà, dando loro i mezzi per scegliere come, dove e con chi vivere, e dando loro accesso a una serie di servizi di sostegno locali, nonché "parità di accesso" ai servizi.
Queste linee guida rappresentano una cosiddetta iniziativa “faro” della strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030. Contribuisce al rispetto degli obblighi derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD), di cui sono parti l'UE e tutti gli Stati membri. Gli orientamenti mirano inoltre a sostenere l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali.
E' lecito interrogarsi sul futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Le prospettive sono, nella migliore delle ipotesi, problematiche, sul fronte di possibili nuovi dazi, ma non solo.
"L'Europa deve impatare a svilupparsi da sola". Pensiero di molti e parole testuali di Mario Draghi. E l'appello ripetuto da tutti è di restare uniti. Ma solo un'anima unita è capace di procedere senza rattoppi, nella linearità di un cammino condiviso. E l'Europa di un'anima avrebbe un gran bisogno, Jacques Delors lo aveva ben compreso alla vigilia della svolta impressa dal Trattato di Lisbona.
Tutt'altro sta avvenendo in questi giorni di confuso riassetto dei criteri guida. Eppure tanti, fuori dalle vorticose logiche delle istituzioni europee, si chiedono con semplicità e inquietudine: chi salverà il mondo? Iperbole per significare che guerre, devastazioni climatiche e tecnologie sempre più pervasive obbligano a fare i conti con il timore che l'Europa da sola non possa farcela a difendere valori considerati universali, come i diritti umani, la libertà, il rispetto delle regole tra Stati e sopratutto, la sua svolta all'avanguardia per un impegno concreto in favore del pianeta. Nella scorsa legislatura il vessillo di tanta determinazione prese il nome di Green Deal.
Ora i timori sono che populismi, sovranismi e nazionalismi di diversa ispirazione e matrice trovino infine uno stabile aggancio alla sponda trumpiana; lasciando dall'altra parte del fiume gli eurpeisti convinti. E che l'esito sia un consenso interno sempre più fragile e frammentario.
Ma cosa significa oggi essere un eurropeista convinto? Cosa significa oggi rispetto solo a cinque anni fa, a prima della pandemia, a prima della guerra in Ucraiana? E' urgente avere una risposta, non solo a livello di istituzioni europee e di partiti politici, ma nel sentire comune dei cittadini europei, perchè solo un'anima unita è capace di resilienza. Un recente sondaggio Eurostat pone incima alle preoccupazioni degli europei proprio il clima e le conseguenze imprevedibili del suo cambiamento. E allora essere un europeista convinto poteva dire sino ad oggi battersi per invertire la rotta, assurgendo a modello di rigore e coerenza, com'è giusto che sia quando il tempo non è più dalla tua parte. E' motivo di orgoglio porsi alla testa di una battaglia giusta.
Ma qualcosa si è messo di traverso. Gli agricoltori, i produttori di auto e poi l'intera comunità industriale europea hanno progressivamente allungato l'elenco di quanti vogliono la rivoluzione, ma oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.Da ultimo il voto ieri al Parlamento europeo per depotenziare il regolamento sulla deforestazione, con la spaccatura eclatante tra i partiti che sino ad oggi si ritenevano europeisti e uniti, ha dato il colpo di grazia alla credibilità dell'Europa in questa battaglia.
Trump si annuncia emule di se stesso nel disimpegnare gli Stati Uniti da ogni impegno globale per il clima. L'Europa rischia di diventare il simulacro di se stessa serbando l'apparenza, ma non la sostanza di una transizione verde efficace. E allora, chi salverà il mondo?
CLS
Oggi, l’Ufficio per l’intelligenza artificiale (IA) della Commissione avvia un processo di consultazione sulle future linee guida per orientare le imprese e tutti i soggeti interessati sull'applicazione della nuova normativa europea, in particolare per quanto riguarda la definizione di sistema di IA e l’implementazione di pratiche di IA che presentano rischi inaccettabili.
Le linee guida aiuteranno le autorità nazionali competenti, nonché i fornitori e gli operatori a conformarsi alle norme dell'AI Act la cui applicazione è fissata a partire dali 2 febbraio 2025.
L'AI Office invita tutte le parti interessate, tra cui i fornitori di sistemi di IA, le aziende, le autorità nazionali, il mondo accademico, gli istituti di ricerca e la società civile, a fornire il proprio contributo. I contributi ricevuti confluiranno nelle linee guida della Commissione sulla definizione di sistema di IA e sulle pratiche di IA vietate ai sensi dell'AI Act, che saranno pubblicate all'inizio del 2025.
I criteri giuridici riguardanti la definizione di sistema di IA e le pratiche di IA proibite sono già stabiliti nell'AI Act. Tuttavia la consultazione cerca ulteriori esempi pratici da parte delle parti interessate per fornire ulteriori linee guida più chiare sugli aspetti pratici e sui casi d'uso.
Per questo motivo nel questionario proposto , che si compone di due sezioni incentrate rispettivamente sui due aspetti della normativa - definizione di sistema di AI e vincoli al'uso, i partecipanti possono avvalersi della facoltà di rispondere solo alle domande per loro rilevanti e sono invitati a fornire il maggior numero di esempi concreti. E' possibile anche rispondere per conto di un gruppo di organizzazione, c.d. risposte collettiva - laddove ne risulta agevolata la partecipazione.
La data ultima per partecipare è il 13 docembre 2024. Nella sezione in abbonamento il link.
In arrivo un portale digitale per i lavoratori temporaneamente distaccati all'estero.
Oggi la Commissione ha proposto di istituire un portale unico di dichiarazione digitale per le aziende che forniscono servizi e inviano temporaneamente lavoratori in un altro Stato membro, noti come "lavoratori distaccati". Il mercato unico dell'UE conta 5 milioni di lavoratori distaccati. Uno dei principali ostacoli amministrativi affrontati dai loro datori di lavoro è la gestione di una documentazione multipla e diversificata in ogni Stato membro.
Gli Stati membri potranno utilizzare l'interfaccia pubblica su base volontaria. In quelli che scelgono di farlo, il nuovo portale unico di dichiarazione digitale ridurrà i costi amministrativi per le aziende quando distaccano i propri lavoratori all'estero. In tal modo all'obiettivo la Commissione si propone di ridurre del 25% l'onere di rendicontazione delle aziende, come delineato nella sua comunicazione sulla "Competitività a lungo termine dell'UE", mantenendo pienamente l'attuale elevato livello di protezione dei diritti dei lavoratori distaccati sancito dalla legislazione nazionale e dell'UE.
La proposta consentirà inoltre una migliore conformità alle norme esistenti, consentendo l'applicazione di una mobilità equa, in linea con elevati standard di protezione dei lavoratori. Per aumentare la trasparenza, gli Stati membri possono anche inviare una copia della dichiarazione ai lavoratori distaccati. Lo strumento proposto dalla Commissione ridurrà l'onere amministrativo per i lavoratori distaccati. Un unico portale di dichiarazione digitale consentirà ai fornitori di servizi di utilizzare un unico modulo anziché 27 diversi moduli nazionali. Ciò faciliterà la conformità delle aziende agli obblighi di dichiarazione alle autorità nazionali competenti. Lo strumento servirà a migliorare anche la cooperazione tra gli Stati membri e la protezione dei lavoratori.
COP29, insieme, in ordine sparso, verso l'obiettivo di tagliare le emissioni di metano
Alla COP29 di Baku, è stata lanciata una nuova Roadmap per l'abbattimento delle emissioni di metano associate alla produzione e al consumo di energia fossile, che vede insieme la Commissione europea, i paesi partner, l'Agenzia internazionale per l'energia e una serie di organizzazioni non governative (ONG). Questa nuova Roadmap fornisce un modello per la cooperazione tra paesi importatori ed esportatori di combustibili fossili. ieri il Commissario per l'azione per il clima, Wopke Hoekstra, ha affermato: "Ridurre le emissioni di metano dal settore energetico è un obiettivo a portata di mano per l'azione per il clima. Ha senso dal punto di vista economico. Aiuta davvero a rafforzare la nostra sicurezza energetica riducendo al contempo le emissioni. La Roadmap che stiamo lanciando oggi mostra la strada da seguire in termini di promozione della cooperazione tra paesi importatori ed esportatori. Per l'UE, è chiaro: saremo in grado di affrontare efficacemente le emissioni di metano solo se lavoriamo insieme lungo le catene di fornitura globali con tutti i soggetti coinvolti".
Nell'ambito del Global Methane Pledge, lanciato dall'UE e dagli USA, oltre 150 paesi stanno ora implementando un obiettivo collettivo di riduzione delle emissioni globali di metano antropogenico di almeno il 30% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2020. Questa nuova Roadmap stabilisce una serie di azioni concrete da intraprendere, tra cui un solido sistema di monitoraggio, segnalazione e verifica (MRV) basato sui principi dell'Oil and Gas Methane Partnership 2.0 (OGMP 2.0), nonché un piano di progetto per ridurre le emissioni da asset esistenti, fornendo una tempistica chiara, un piano di investimenti e le esigenze di risorse umane.
Queste partnership per accelerare la mitigazione delle emissioni di metano sono state annunciate dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen alla COP28 di Dubai e si basano sulla "Dichiarazione congiunta degli importatori ed esportatori di energia sulla riduzione delle emissioni di gas serra dai combustibili fossili" firmata dall'Unione Europea, dagli Stati Uniti, dal Giappone, dal Canada, dalla Norvegia e da Singapore alla COP27. Dopo il lancio della Roadmap, i primi esempi di implementazione della partnership saranno presentati alla COP30 in Brasile.
Contraffazione e diritti di proprietà intellettuale. Rapporto UE per il 2023
La Commissione europea e l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) hanno pubblicato il rapporto congiunto per il 2023 sull'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) nell'UE. Il rapporto fornisce una panoramica del lavoro svolto dai funzionari doganali responsabili dell'applicazione dei DPI e sottolinea la crescente necessità di un'azione continua contro i contraffattori. Secondo la relazione, nel 2023 sono stati sequestrati circa 152 milioni di articoli che violano i DPI dell'UE per un valore stimato di 3,4 miliardi di euro. Ciò rappresenta un aumento del 77% rispetto all'anno precedente. Gli articoli più sequestrati includono giochi, giocattoli e materiale da imballaggio.
Con l'aumento del volume degli scambi, in particolare nell'e-commerce, le autorità doganali dell'UE operano sotto una pressione crescente. I prodotti contraffatti non solo danneggiano le attività commerciali legittime, ma rappresentano anche una minaccia per la salute, la sicurezza e la protezione dei consumatori dell'UE.
Ecco perché la Commissione propone un approccio nuovo comune, con una proposta ambiziosadi riforma dell'Unione doganale dell'UE, istituita nel 1968. La proposta prevede l'istituzione di un'Autorità doganale europea, un nuovo hub di dati doganali dell'UE, un quadro normativo più solido e nuovi strumenti. Queste misure faciliteranno uno scambio di informazioni più fluido, un'identificazione più facile delle catene di fornitura problematiche e aumenteranno la sicurezza dei prodotti in tutta l'Unione.
Maggiori informazioni sulla proposta di riforma dell'Unione doganale nella sezione in abbonamento.
Verrà il tempo della ricostruzione. Prime iniziative per coinvolgere le imprese europee in Ucraina.
Alla prima conferenza tra Unione europea e Ucraina sulla futura ricostruzione, l'UE ha lanciato un invito a manifestare interesse per mobilitare investimenti privati dell'UE a sostegno degli sforzi di ricostruzione dell'Ucraina. Le proposte saranno esaminate e collegate ai progetti di investimento più adatti finanziati nell'ambito dell'Ukraine Investment Framework, che forma parte integrante del Fondo europeo per l'Ucraina da 50 miliardi di euro. L'invito sarà aperto fino al 1° marzo 2025. Incoraggiando le partnership commerciali e l'impegno del settore privato dell'UE nella ripresa e nella ricostruzione dell'Ucraina, l'UE sostiene anche un'ulteriore integrazione dell'Ucraina nel mercato unico dell'UE.
Olivér Várhelyi, Commissario per il vicinato e l'allargamento, ha affermato: "La ricostruzione dell'Ucraina richiede sia finanziamenti pubblici che partnership con il settore privato. Riunendo questi sforzi, possiamo massimizzare gli investimenti, sostenere la ripresa del paese e la graduale integrazione nel mercato unico dell'UE. In effetti, promuovere il coinvolgimento del settore privato nei processi di ripresa e ricostruzione dell'Ucraina sarà fondamentale per il suo successo".
Questa prima conferenza sugli investimenti UE-Ucraina, organizzata il 13 e 14 novembre a Varsavia nel quadro della quarta mostra internazionale ReBuild Ukraine, riunisce oltre 5.000 partecipanti dall'Ucraina, dall'UE e da altri paesi per mobilitare investimenti privati verso la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell'Ucraina. Dall'inizio della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, l'UE ha reso disponibili quasi 122 miliardi di euro in assistenza finanziaria, umanitaria e militare all'Ucraina e per soddisfare le esigenze degli ucraini nell'UE.
Presentate le prime proposte per le future Fabbriche di Intelligenza Aritficiale
Sono in tutto sette le proposte presentate in risposta al bando lanciato lo scorso settembre per la creazione di abbriche di intelligenza artificiale (AI) nell'ambito dell'EuroHPC Joint Undertaking (JU). Le future fabbriche di AI daranno vita ad un ecosistema europeo in grado di favorire per la formazione di modelli di AI avanzati e lo sviluppo di soluzioni di AI. Saranno costruite attorno alla rete High-Performance Computing (HPC) di supercomputer europei e riuniranno gli ingredienti chiave per il successo nell'AI: potenza di calcolo, dati e talento. Le fabbriche di AI aumenteranno sostanzialmente la potenza di calcolo disponibile per l'AI in Europa. Saranno interconnesse e disponibili per le startup, l'industria e i ricercatori europei di AI.
Le sette proposte provengono da un totale di 15 Stati membri e due paesi extra UE associati, nel dettaglio: Finlandia (insieme alla partecipazione di Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Norvegia e Polonia), Lussemburgo, Svezia, Germania, Italia (insieme alla partecipazione di Austria e Slovenia) e Grecia. Inoltre, è attesa la conclusione dell'iter di invio di una proposta da parte della Spagna con la partecipazione di Portogallo, Romania e Turchia.
Le proposte presentate saranno ora valutate da un gruppo di esperti indipendenti. L'EuroHPC JU prevede di annunciare la selezione delle prime AI Factories a dicembre 2024 e di lanciarle subito dopo. Oltre alle proposte di cui sopra, Cipro e Slovenia hanno presentato lettere di interesse per unirsi o creare un'AI Factory in una fase successiva. La prossima data limite per le proposte successive è il 1° febbraio 2025.
L'UE è ora un passo più vicina all'istituzione delle prime AI Factories all'inizio del 2025, come annunciato nelle linee guida politiche della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Istituita una nuova Zona di restrizione della pesca nell'Adriatico.
In occasione della 47a riunione annuale della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM), che si è svolta dal 4 all'8 novembre a Roma, l'UE e i paesi vicini hanno adottato importanti misure per la sostenibilità del Mediterraneo e del Mar Nero.
Queste misure includono la creazione di una prima zona di restrizione della pesca (ZPR) condivisa tra l’UE e l’Albania per proteggere gli ecosistemi marini vulnerabili, compresi i coralli di bambù vulnerabili e gli habitat critici per le specie demersali. L’adozione di questa nuova ZPR, in aggiunta alla già esistente Jabuka Pomo ZPR, rende l’Adriatico la subregione del Mediterraneo dove la protezione dei fondali marini è più estesa.
Le misure adottate riguardano un ampio spettro di specie a rischio, in particolare lo storione. Quindi niente più caviale dell'Adriatico.
Seguendo l'esempio dell'UE, la CGPM ha consolidato le misure di conservazione dell'anguilla europea e del corallo rosso, sulla base dei programmi di ricerca finanziati dall'UE. La CGPM ha inoltre deciso di collaborare alla raccolta di dati scientifici riguardanti le future misure di gestione e conservazione delle specie sensibili, come lo spinarolo e lo storione, e di adottare un divieto regionale totale sulla pesca dello storione nelle acque marine. Infine, i membri della CGPM si impegnano anche a rafforzare la lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.
Il vicepresidente esecutivo responsabile del Green Deal europeo, Maroš Šefčovič, ha dichiarato: “Accolgo con favore i progressi compiuti con i nostri partner regionali del Mediterraneo nella gestione sostenibile dei nostri stock comuni. Promuovendo un approccio di tolleranza zero nei confronti della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e i principi di gestione della politica comune della pesca, garantiamo condizioni di parità per tutti gli operatori della regione. »
La CGPM svolge un ruolo essenziale a favore della governance della pesca, poiché adotta in particolare raccomandazioni vincolanti per la gestione della pesca e lo sviluppo dell’acquacoltura nel Mediterraneo e nel Mar Nero. Comprende l’UE, 19 stati del Mediterraneo e tre stati del Mar Nero.
Pubblicità nelle stazioni ferroviarie italiane: via libera alla fusione con holding olandese
La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell'UE, l'acquisizione del controllo congiunto di Grandi Stazioni Retail S.p.A. dell'Italia da parte di OMERS Infrastructure European Holdings B.V. ("OMERS") dei Paesi Bassi e DWS Group GmbH & Co KGaA ("DWS") della Germania. La transazione riguarda principalmente la locazione di spazi commerciali e la gestione pubblicitaria in diverse stazioni ferroviarie in Italia.
La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, data la limitata posizione di mercato combinata delle società risultante dalla transazione proposta. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni.
COP29, non ci saranno i leader, ma l'Europa sì.
A guidare il team negoziale dell'UE sarà Il Commissario per l'azione per il clima, Wopke Hoekstra, che dovrà agire a stretto contatto con il Consiglio UE e gli Stati membri per rispettare il mandato negoziale dell'UE adottato il mese scorso.
Alla COP29, le parti dell'accordo di Parigi devono garantire che i flussi finanziari globali siano sempre più allineati all'accordo di Parigi, sbloccando gli investimenti, attraverso l'adozione di un nuovo obiettivo globale quantificato (NCQG) sui finanziamenti per il clima. L'UE è attualmente il principale fornitore di finanziamenti internazionali per il clima, contribuendo con 28,6 miliardi di euro in finanziamenti pubblici per il clima nel 2023 e mobilitando un importo aggiuntivo di 7,2 miliardi di euro di finanziamenti privati per sostenere i paesi in via di sviluppo nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell'adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici.
Oltre al NCQG come priorità principale dei negoziati di quest'anno, un altro elemento importante sarà la riconferma degli obiettivi energetici globali concordati lo scorso anno a Dubai per la transizione dai combustibili fossili, il triplo degli investimenti in energie rinnovabili e il raddoppio delle misure di efficienza energetica entro il 2030. I negoziatori dell'UE lavoreranno per stabilire aspettative ambiziose per i contributi determinati a livello nazionale (NDC) che saranno presentati da tutte le parti l'anno prossimo. Inoltre, il team negoziale dell'UE lavorerà anche per concludere i negoziati sui mercati internazionali del carbonio ai sensi dell'articolo 6 dell'accordo di Parigi.
La Commissaria per l'energia, Kadri Simson, parteciperà il 14 e 15 novembre, concentrandosi sull'attuazione dell'impegno per la transizione dai combustibili fossili, sul nostro lavoro per ridurre le emissioni di metano e sullo sviluppo di tecnologie pulite. La Commissaria per l'innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la gioventù, Iliana Ivanova, parteciperà anche il 12 novembre per assistere a un evento di alto livello su "Il futuro della competitività a zero emissioni nette".
La piattaforme di e-commerce TEMU sotto indagine per sospette pratiche scorrette
In base ad un'indagine condotta a livello europeo la Rete di cooperazione delle autorità nazionali di tutela dei consumatorii (Rete CPC) e la Commissione europea hanno contestato a Temu, il mercato online, un certo numero di pratiche sulla sua piattaforma che violano i diritti dei consumatori europei. La rete CPC ha chiesto a Temu di rendere queste pratiche conformi alla legislazione sulla tutela dei consumatori dell’Unione Europea. Temu rimane sotto indagine e gli è stato chiesto di fornire ulteriori informazioni.
L'indagine della rete CPC copre un'ampia gamma di pratiche che i consumatori incontrano quando fanno acquisti su Temu, comprese quelle che potrebbero indurre in errore i consumatori o influenzare indebitamente le loro decisioni di acquisto. La rete CPC sta inoltre indagando se Temu rispetta gli specifici obblighi di informazione previsti dai mercati online ai sensi del diritto dei consumatori.
Temu ha ora un mese per rispondere alle conclusioni della rete CPC e offrire impegni su come affronterà le questioni individuate in materia di diritto dei consumatori. A seconda della risposta di Temu, la rete CPC potrebbe avviare un dialogo con l'azienda. Se Temu non risponde alle preoccupazioni sollevate dalla rete CPC, le autorità nazionali possono adottare misure coercitive per garantire il rispetto della legge. Inclusa la possibilità di imporre sanzioni in base al fatturato annuo di Temu negli Stati membri interessati.
L'Europa si prepara all'eventualità di attacchi informatici su larga scala: oggi l'esercitazione Blue OLEX
Autorità responsabilii della sicurezza informatica degli Stati membrie della Commissione europea prendono parte oggi all'esercitazione annuale denominata ‘Blueprint Operational Level Exercise’ (Blue OLEx), per testare la preparazione dell'UE in caso di crisi della sicurezza informatica.
Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, ha dichiarato: “Questa esercitazione ci aiuterà a rafforzare le nostre difese in materia di sicurezza informatica e a garantire un ambiente digitale più sicuro per i nostri cittadini e le nostre imprese in tutto il mondo. »
Quest’anno l’esercitazione è guidata dalle autorità italiane, con il supporto dell’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (ENISA). Nel 2024, Blue OLEx si concentrerà sulla cooperazione a livello esecutivo, in particolare attraverso la rete delle organizzazioni di collegamento in caso di crisi IT (EU-CyCLONe), creata con la direttiva sulle misure volte a garantire un livello comune elevato di sicurezza informatica in tutta l'Unione (direttiva IRS 2) . L’esercizio aiuterà i leader della sicurezza informatica a identificare le aree di miglioramento nel modo standardizzato di rispondere a incidenti e crisi.
EU-CyCLONe mira a contribuire alla gestione dei principali incidenti e crisi IT a livello operativo. Integra le strutture di cibersicurezza esistenti a livello dell’UE stabilendo collegamenti tra la cooperazione a livello tecnico, come il Computer Security Incident Response Team (CSIRT), e i livelli politici, come l’Integrated Policy Response in Crisis Situations (IPCR). I risultati ottenuti durante l’esercitazione contribuiranno alla valutazione del piano di risposta coordinata ai principali incidenti e crisi di cibersicurezza, adottato nel 2017.
Al quinto summit internazionale della Comunità politica europea (EPC), che si è svolto ieri a Budapest, a casa del premier Orban, erano presenti quasi tutti i capi di stato e di governo dei 42 paesi che ne fanno parte, inclusi Regno Unito, Turchia e Ucraina. Assenti il premier spagnolo Sanchez, che deve far fronte al post alluvione a Valencia, e il cancelliere tedesco Scholz, alle prese con un terremoto interno di altra natura.
Zelensky, lui si, era presente, come lo è sempre stato; e per questo Trump lo aveva paragonato ad un venditore, non più di un mese fa. Ora tocca a lui far fronte ad una minaccia esistenziale, quella di ritrovarsi nella fossa dei leoni da solo.
Colpisce il discorso che ha pronunciato ieri in apertura dei lavori. perchè ha usato tinte forti per ricordare a tutti, in primis agli europei, la posta in gioco. Quella oscura profezia che si lega alla presenza di soldati della Corea del Nord sul suolo europeo, col preciso mandato di uccidere ucraini in Europa. E tutto questo va ad aggiungersi ad una decisa intensificazione delle operazioni militari russe. La preoccupante coalizione tra la Russia e la Corea del Nord è in fondo animata dalla stessa logica di Trump, sebbene le intenzioni dovrebbero essere divergenti, e cioè che solo la forza può imporre la pace. Ora questa forza di contrasto, sinora, l'Ucraina ha potuto esibirla grazie al sostegno dell'Occidente, ma ora quella coalizione potrebbe sfaldarsi sotto i colpi del nuovo corso che vorrà imprimere Trump alla politica estera degli Stati Uniti.
Zelensky non ha usato giri di parole; ha detto chiaramente che fare "concessioni" a Putin in cambio della pace sarebbe inaccettabile per l'Ucraiana, ed un suicidio per l'Europa. Sopratutto perchè, riferita a quest'ultima, sarebbe un segnale imperdonabile di debolezza, tale da svuotare di efficacia qualsiasi approccio alla pace attraverso la forza. No, la pace che insegue Zelensky, una pace giusta come ricorda in ogni sua dichiarazione, richiede sì la forza, ma la forza di non cedere al crimine commesso da Putin con l'invasione dell'Ucraiana e l'occupazione di alcune sue parti. E' facile per il premier ucraino proclamare un 'evidenza: che Putin non ha dato inizio a questa guerra per conquistare più terre, ne ha in abbondanza, ma per conquistare il potere in chiave anti Occidente.
Quindi, una minaccia esistenziale, che l'Eiropa stenta ancora a decodificare nella sua reale portata e nelle conseguenze per il futuro.
Cita ancora Zelensky gli sforzi che sono stati fatti sul piano diplomatico, nonostante la narrativa prevalente che solo le armi abbiano parlato. E' stata elaborata nei consessi internazionali una Peace Fromula, che punta su temi quali il nucleare, la sicurezza alimentare, la sicurezza energetica, il ritorno dei prigionieri ed altro ancora. Ma, c'è da dire, a poco sono valse, se è mancata ogni colta la condivisione di tali punti con chi - Cina e la stessa Russia - si sono fatti alfieri di un nuovo ordine mondiale.
Ma la guerra, e soprattutto la ricostruzione, si fanno con i soldi. E su questo punto Zelensky ha voluto ribadire che i proventi derivati dai capitali russi congelati in Europa non hanno altra rivendicazione che quella avanzata dall'Ucraina. A poco serve, però se dall'altrolato le sanzioni imposte dall'Occidente a Putin vengono facilmente eluse attraverso transazioni commerciali spesso opache.
Il discorso di Zelensky incontrerà orecchie attente in Europa, ma menti disorientate dal nuovo scenario che irrompe con il ritorno di Trump. Il suo appello all'unità è la vera sfida esistenziale dell'Europa di domani.
CLS
Oggi, Caritas Europa presenta la sua nuova pubblicazione, con cui invita a inizio del nuovo ciclo istituzionale l'Europa a riformare urgentemente i modelli economici affinchè proteggano sia le persone che l'ambiente. Il rapporto evidenzia la necessità di approcci sostenibili che diano priorità all'uguaglianza sociale o, in altre parole, a un'economia giusta.
L'attuale sistema economico predominante, incentrato sulla crescita economica come obiettivo principale e sul PIL come principale misura del progresso, è una delle principali cause profonde dei principali problemi e ingiustizie contro cui Caritas Europa si batte. Infatti, quando si tratta di reddito, secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2022 il 9% della popolazione mondiale viveva in condizioni di povertà estrema e, secondo la Banca Mondiale, nel 2023 il 45,6% del mondo viveva con meno di $ 6,85 al giorno.
Nel rapporto si evidenzia come nonostante importanti misure e quadri per adattare la nostra economia e il nostro modello di sviluppo (tra cui più di recente l'Agenda 2030 e l'approccio della "crescita verde"), il sistema economico predominante continua a promuovere la ricerca infinita della crescita economica, le cui carenze e contraddizioni intrinseche continuano ad avere un impatto negativo sproporzionato su coloro che sono più indietro e un impatto insopportabile sulla Terra, la nostra casa comune. Finché la nostra economia sarà guidata dal profitto e da una crescita economica illimitata, continuerà a essere distruttiva, in termini sociali, ambientali e politici.
Il report continua delineando le sfide globali e come siano interconnesse: non può esserci giustizia ambientale senza giustizia sociale e viceversa, proprio come non possono esserci sicurezza, prosperità e un futuro vivibile in Europa senza lo stesso tipo di futuro nel Sud del mondo. Finché l'obiettivo schiacciante della massimizzazione del profitto delle più grandi aziende e degli individui più ricchi continuerà a determinare in modo efficace cosa produciamo, per quale scopo e a beneficio di chi, le persone che vivono in povertà ed emarginazione, così come la nostra casa comune, continueranno a pagare il prezzo più alto. Finché l'Europa continuerà a dare priorità alla sua crescita economica e alla sua competitività rispetto al lavorare in solidarietà e cooperazione con il Sud del mondo, non riuscirà a essere il leader globale per il clima e i diritti umani e il partner di fiducia che si sforza di essere.
Ma cosa intende la Caritas per Sud del mondo? I termini Global North e Global South non sono utilizzati come termini geografici ma piuttosto normativi. Si riferiscono al Sud del mondo come ai paesi storicamente colonizzati o a basso reddito, che hanno esperienze comuni nel sopportare costi sproporzionati del sistema economico predominante e nell'essere in posizioni storicamente subordinate nell'ordine internazionale. Mentre si riconoscono i limiti di questa definizione (come il fatto che ci sono molte persone in situazioni di sfruttamento, emarginazione o vulnerabilità a livello globale, compresi i paesi ad alto reddito, che le realtà nel Global South sono diverse e che il termine ospita dicotomie), viene utilizzata come uno strumento concettuale di potenza simbolica per riconoscere la gerarchia globale in termini di ricchezza e potere, senza alcuna implicazione che il Global South sia "meno" o in qualche modo "inferiore".
E dunque l'appello: che si dia ascolto alla voce sempre più forte di quanti - movimenti di base, di advocacy e campagne di sensibilizzazione - stanno sostenendo una trasformazione del sistema economico predominante, per un'economia giusta che dia priorità al benessere sociale ed ecologico, sia in Europa che a livello globale. Essi sottolineano la finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per garantire un futuro di speranza per tutti e l'importanza delle scelte e delle azioni implementate in questo decennio.
Il report sarà presentato al Parlamento Europeo il prossimo 11 dicembre.
Cresce l'interesse dell'industria della difesa europea per i finanziamenti stanziati da bruxelles con il Fondo Europeo della Difesa
I soldi sono ancora pochi ma a quelli comunque non si rinuncia. L'industria della difesa dell'UE, comprese le piccole e medie imprese (PMI) e gli istituti di ricerca, hanno presentato un numero record di proposte nell'ambito dei bandi del Fondo europeo per la difesa (EDF) del 2024: un totale di 298 proposte cui andranno finanziamenti del valore di 1,1 miliardi di euro per progetti di ricerca e sviluppo (R&S) nel settore della difesa. E' il numero più elevato di proposte da quando è stato istituito il Fondo nel 2021, con un incremento del 25% rispetto all'anno precedente. Inoltre, si è registrato un numero record di proposte presentate da PMI e organizzazioni di ricerca, con un aumento del 28% rispetto al 2023. Questo conferma l'attrattività dell'EDF anche per le aziende più piccole o costituire da poco.
Ecco cosa ha detto Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutivo per Un'Europa adatta all'era digitale e ancora in carica per la concorrenza: "Sono lieta di vedere l'interesse in continua crescita da parte dell'industria della difesa europea a collaborare nel contesto del Fondo europeo per la difesa. In un momento in cui la prontezza della difesa europea è fondamentale, è incoraggiante assistere all'impegno dell'industria della difesa, tra cui un numero crescente di PMI, per costruire una base tecnologica di difesa più solida e sviluppare capacità di difesa all'avanguardia". Di certo proprio la difesa è uno di quei settori dove le rigide regole UE sulla libera competizione dovranno cedere il passo alla nuova logica geopolitica dello scontro tra "campioni", inclusi quelli ancora in erba madre in Europe.
In linea con le priorità tematiche concordate con gli Stati membri i bandi EDF per il 2024 intendono supportare le capacità critiche di difesa dell'Europa attraverso il finanziamento di progetti sullo sviluppo: dei blindati da combattimento di nuova generazione; delle capacità di contrasto dei missili ipersonici, di un'ampia gamma di sistemi aerei e terrestri senza pilota; di un sistema autonomo di sminamento pesante; e infine delle comunicazioni spaziali in sicurezza. Tra gli obiettivi strategici anche lo sviluppo di una piattaforma di difesa di nuova generazione per elicotteri e velivoli cargo di medie dimensioni. I finanziamenti del Fondo prevedono anche un supporto dedicato all'innovazione nella difesa, in particolare rivolto alle PMI, che beneficiano anche attraverso l'European Defence Innovation Scheme (EUDIS), di un finanziamento totale di 225 milioni di euro.
Tutte le proposte di progetto presentate saranno ora sottoposte a controlli di ammissibilità e idoneità da parte dei servizi della Commissione. Una volta completati, la Commissione, assistita da esperti esterni indipendenti, valuterà l'eccellenza scientifica e altri criteri di aggiudicazione, oltre a eseguire uno screening etico di tutti i progetti. La pubblicazione dei risultati è previstai a maggio 2025.
Non solo hub per i rimpatri. L'Europa rafforza gli strumenti per chi ha bisogno di protezione.
Il reinsediamento è uno strumento umanitario e di protezione che intende fornire percorsi sicuri per le persone in cerca di protezione nell’UE. Ad attuarlo è il Comitato di Alto Livello, che si è riunito oggi per la prima volta; riunisce rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio, degli Stati membri, dell’Agenzia europea per l’asilo, dell’UNHCR, dell’OIM e della società civile ed è presieduto dalla Commissione europea. E' parte di un sistema permanente cche, in sinergia on il piano biennale dell'Unione, dovrà determinare il numero di persone bisognose di protezione che possono essere ammesse nell'UE, nonché il contributo che ciascuno Stato membro dovrà fornire.
L'adesione al piano biennale sarà decisa su base volontaria da ciascuno Stato membro. Spetta al Consiglio adottare il piano biennale dell'Unione sulla base della proposta presentata dalla Commissione. Il primo piano dovrebbe essere operativo entro la fine del 2025 e coprirà il periodo 2026-2027. La Commissione, con il sostegno del Comitato di alto livello, ne monitorerà l'attuazione. In caso di crisi umanitaria imprevista, la Commissione può proporre al Consiglio un emendamento volto ad aggiungere nuove regioni o paesi extra-UE al piano dell'Unione.
L'istituzione del Comitato rientra nella nuova politica dell'Unione per il reinsediamento e l'ammissione umanitari a seguito dell'adozione del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, entrato in vigore l’11 giugno 2024. La sua attuazione mira a sostenere i paesi partner internazionali affinchè possano riprendersi i migranti arrivati irregolarmente e contrastarne la partenza.
Nasce l'Ecodesign Forum per un fashion attento all'ambiente
La Commissione lancia un bando rivolto a potenziali candidati al un nuovo Ecodesign Forum, istituito nell'ambito del regolamento europeo sull'Ecodesign per prodotti sostenibili (ESPR). Il Forum svolgerà un ruolo importante nell'attuazione dell'ESPR coinvolgendo tutti gli attori l nello sviluppo di norme per prodotti più circolari, efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili.
Il nuovo Ecodesign Forum riunirà rappresentanti dell'industria, della società civile e del mondo accademico, insieme ad esperti nominati dagli Stati membri. Sulla base dell'esperienza maturata con la direttiva sull'Ecodesign, la Commissione consulterà i membri del Forum su aree chiave nell'ambito dell'ESPR. Tra queste, i requisiti dell' ecodesign, i meccanismi di sorveglianza del mercato, le misure di autoregolamentazione ed i divieti di distruggere i prodotti rimasti invenduti. L'Ecodesign Forum avrà anche un ruolo consultivo nell'attuazione delle norme sull'etichettatura energetica.
Le organizzazioni e gli individui che soddisfano i criteri di selezione avranno tempo fino al 5 dicembre 2024, ore 12:00 CET (mezzogiorno) per presentare le loro candidature, che saranno poi valutate dalla Commissione. I rappresentanti degli Stati membri e di altri enti pubblici saranno designati su invito diretto della Commissione.
Ancora contrasti tra UE e Regno Unito sulla pesca
Oggi, l'UE ha deciso di richiedere l'istituzione di un tribunale arbitrale ai sensi del meccanismo di risoluzione delle controversie dell'accordo di commercio e cooperazione (TCA) UE-Regno Unito in merito alla decisione del Regno Unito di vietare la pesca del cicerello. Il tribunale arbitrale si pronuncerà sulla compatibilità della misura con il TCA.
In vigore dal 26 marzo 2024, il divieto di pesca del cicerello nelle acque inglesi del Mare del Nord e in tutte le acque scozzesi impedisce alle navi dell'UE di svolgere questa pesca sostenibile. L'UE mette in dubbio la compatibilità di questo divieto con il TCA. Per questo motivo, nell'aprile 2024, l'UE ha richiesto consultazioni con il Regno Unito per trovare una soluzione reciprocamente accettabile, avviando formalmente un procedimento ai sensi del meccanismo di risoluzione delle controversie del TCA. Le consultazioni si sono concluse senza raggiungere una soluzione reciprocamente concordata, alla quale l'UE rimane aperta. L'istituzione di un tribunale arbitrale costituisce il passo successivo della procedura di risoluzione delle controversie.
Quando si tratta di gestire risorse condivise, tutte le decisioni prese dall'UE o dal Regno Unito devono essere non discriminatorie, proporzionate agli obiettivi e basate sulle migliori prove scientifiche disponibili. L'UE e il Regno Unito stabiliscono le opportunità di pesca per il cicerello sulla base di una consulenza indipendente all'avanguardia del Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare, che consente di raccogliere stock ittici a livelli che consentono loro di riprodursi alla massima capacità e di mantenere livelli di popolazione sani. L'UE si impegna a promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Agisce per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente nell'ambito della politica comune della pesca e della strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030, e in linea con i suoi impegni nell'ambito del TCA.
116 milioni di aiuti a Germania e Italia per le alluvioni a giugno
La Commissione propone oggi un'assistenza finanziaria di 116 milioni di euro da parte del Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) per aiutare la Germania e l'Italia ad affrontare le conseguenze delle gravi inondazioni che hanno colpito questi paesi nel maggio e giugno 2024.
Questa proposta di finanziamento fa seguito alle richieste di intervento del FSUE presentate dai paesi interessati, che hanno presentato alla Commissione le valutazioni dei danni, inclusa una stima del danno subito. La proposta di finanziamento della Commissione si basa quindi su queste valutazioni e sulle soglie specifiche fissate nel regolamento. Pertanto, il pacchetto di aiuti sarebbe il seguente: 112,07 milioni di euro per la Germania a seguito dei danni provocati dalle inondazioni nei Länder Baviera e Baden-Württemberg alla fine di maggio 2024; e 3,96 milioni di euro all'Italia per sostenere gli sforzi di ripresa dopo le alluvioni che hanno colpito la Valle d'Aosta nel giugno 2024.
L’assistenza del FSUE coprirà parte dei costi delle operazioni di emergenza e di recupero, compresa la riparazione delle infrastrutture danneggiate e la messa in sicurezza delle infrastrutture preventive, la salvaguardia del patrimonio culturale e le operazioni di bonifica.
La proposta di assistenza segue la recente delibera della Commissione nell’agosto 2024 volta a mobilitare più di un miliardo di euro per aiutare Italia, Slovenia, Austria, Grecia e Francia a riprendersi dai recenti disastri naturali. La Commissione sta predisponendo le misure esecutive.
Un report indica che si intensificano le relazioni tra Bruxelles e parlamenti nazionali.
L'auspicato appianarsi del deficit democratico in Europa, spesso attribuibile in realtà proprio ad una distanza ancora non colmata tra rappresentanze conunitarie e nazionali dei cittadini, sarebbe in atto secondo la relazione annuale 2023 sulle relazioni con i parlamenti nazionali e sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. La relazione, infatti, evidenzia un aumento della partecipazione dei parlamenti nazionali al dialogo politico con la Commissione, presentando un totale di 402 pareri scritti dai parlamenti alla Commissione, una cifra che supera di oltre il 10% quella del 2022. Indica che i parlamenti nazionali hanno continuato a impegnarsi con la Commissione sulle sue priorità politiche, prestando particolare attenzione al Green Deal europeo, una nuova spinta per la democrazia europea e la promozione del nostro stile di vita europeo. I parlamenti nazionali hanno inoltre prestato particolare attenzione al programma di lavoro della Commissione per il 2023, rendendolo il documento più commentato, nonché alla guerra di aggressione russa in corso contro l'Ucraina, al conflitto in Medio Oriente, alle riflessioni sul futuro dell'Unione, all'allargamento, alla migrazione e alla sicurezza. Il numero di pareri motivati dei parlamenti nazionali che indicavano violazioni percepite del principio di sussidiarietà nelle proposte della Commissione ammontava a 22. Questo numero rappresenta quasi un terzo in meno rispetto ai 32 ricevuti nel 2022, una cifra in linea con una tendenza al ribasso a lungo termine in questo senso.
La relazione mostra che i membri del Collegio hanno tenuto 127 riunioni con i parlamenti nazionali. Spiega i cambiamenti che diversi parlamenti nazionali hanno implementato per essere informati prima e meglio sul processo politico dell'UE, nonché come esprimere le proprie opinioni in modo più efficace. Allo stesso modo, sottolinea che alcuni parlamenti nazionali hanno iniziato a utilizzare il dialogo politico in modi innovativi. Ad esempio, una Camera ha emesso diversi pareri sulla stessa proposta in diverse fasi del processo legislativo e altri parlamenti hanno utilizzato pareri congiunti per influenzare collettivamente i negoziati in corso nella loro fase finale. Questo dimostra il potenziale strategico e la flessibilità offerti dal dialogo tra i parlamenti nazionali e la Commissione.
Vale la pena ricordare il processo di Barcellona di cui questa organizzazione, l'Unione per il Mediterraneo, è erede. È stato creato nel 1995, più o meno nel periodo in cui [l’ex] primo ministro israeliano, [Yitzhak] Rabin, fu assassinato. Questa creazione di un processo che poi prese forma in un'organizzazione, l'Unione per il Mediterraneo, faceva parte della risposta internazionale a quell'assassinio, per cercare di trovare un modo per trovare la pace tra Israele e Palestina, [poiché] coloro che uccisero Rabin sapevano che uccidendolo avrebbero ucciso anche il processo di pace.
L’obiettivo dell’Unione per il Mediterraneo era che tutti i paesi di questo bacino – compresi israeliani e palestinesi – potessero lavorare insieme per creare un’area di pace e stabilità. Purtroppo nella storia [questo obiettivo] non è stato scritto [nello specifico] così.
Già l’anno scorso, su iniziativa della Spagna e di altri paesi europei, volevamo che questa piattaforma servisse a discutere del conflitto e delle tragiche conseguenze umane della situazione a Gaza – e delle sue conseguenze sull’intera regione.
Erano trascorsi due mesi dagli attacchi terroristici di Hamas, dopo il 7 ottobre. Allora vennero qui non solo i paesi vicini del Mediterraneo, ma anche molti altri paesi del mondo arabo, per cercare di trovare insieme un modo per fermare questa estensione del conflitto.
Un anno dopo ci siamo incontrati di nuovo qui, abbiamo parlato di nuovo della stessa cosa, ma in [condizioni peggiori], molto peggio.
Ieri il Segretario Generale delle Nazioni Unite, [António Guterres], ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma letteralmente di essere completamente sopraffatto dalla situazione nel nord di Gaza; dal numero di morti; dal numero dei feriti abbandonati; per la distruzione totale di quel territorio; per le centinaia di morti dal 7 ottobre scorso, quando sono state interrotte le comunicazioni ed è iniziata l'offensiva dell'esercito israeliano contro quella parte di territorio, con l'interruzione delle comunicazioni, il più grande black-out informativo nella storia di una guerra in cui un governo democratico partecipa, con oltre 60.000 persone costrette ad abbandonare le proprie case. Delle loro case non rimane più nulla; gli ospedali distrutti e coloro che vi sono rimasti, abbandonati al loro destino.
Questa è la descrizione che fanno il Segretario Generale delle Nazioni Unite, [António Guterres], e tutte le sue organizzazioni, e anche la descrizione che raccoglie oggi la stampa internazionale.
Questo ha fatto da sfondo alla nostra discussione, una discussione in cui tutti o quasi si sono lamentati della situazione che ho descritto, hanno espresso preoccupazione e hanno tentato di trovare soluzioni che impedissero l'escalation delle ostilità in Cisgiordania e in Libano.
Oggi 2 milioni di persone – il 90% della popolazione di Gaza – si trovano in una situazione di estrema insicurezza alimentare. Circa 150.000 stanno semplicemente morendo di fame.
Questa situazione, che non è ancora stata [finita], non può essere [finita] senza tenere conto della situazione del sistema sanitario, con gli ospedali completamente distrutti e senza osservatori internazionali che possano fornire maggiori informazioni.
È vero che Israele giustifica sempre i suoi attacchi perché ovunque li compie crede che ci sia un terrorista. Ma c’è qualcosa che si chiama proporzionalità, nella risposta [di uno Stato]. Esiste una cosa chiamata tenere conto delle vittime collaterali in ogni conflitto. Purtroppo le Nazioni Unite avvertono che il numero delle persone che soffrono di malnutrizione acuta – che è l’eufemismo con cui chiamiamo fame – potrebbe triplicarsi nei prossimi mesi.
Qui abbiamo tutti rifiutato qualsiasi spostamento forzato dei palestinesi rimasti a Gaza. In particolare quelli che possono essere spinti dalla Cisgiordania verso la Giordania. Anche in Libano, i civili stanno pagando un prezzo molto alto [in] questa escalation militare che ha oltrepassato ogni linea rossa – compresi gli attacchi all’UNIFIL, [la Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano].
[Alcuni] attacchi che non solo vanno condannati, ma anche [attribuiti a] chi li compie. Dire che ci sono attentati contro l'UNIFIL senza dire chi li compie nasconde parte della verità. Chi li produce è l’esercito israeliano. Pertanto bisogna condannare l’esercito israeliano e non un essere senza nome. Dobbiamo condannare chi fa ciò che noi condanniamo, altrimenti la sentenza non sarà sufficiente.
C’è bisogno di un cessate il fuoco immediato [da attuare] sulla linea blu e di una risoluzione – che [ha] più di 20 anni – da attuare. Dobbiamo impedire a coloro che ne hanno la forza di tentare di ricostruire il Medio Oriente attraverso la violenza e la distruzione. Creare situazioni di estrema fragilità nella popolazione.
Lo ha detto Hassan Salameh, inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia. Le sue parole sono molto chiare e fanno riferimento alla responsabilità che ha nella comunità internazionale di evitare il peggio. Trovare una soluzione politica che ci permetta di uscire da questa situazione che ogni giorno porta sempre più persone alla disperazione e semina i semi dell’odio che agiteranno intere generazioni.
Allo stesso tempo, sì, buona parte degli ostaggi sono ancora detenuti a Gaza. Dobbiamo chiedere ancora una volta il suo rilascio immediato, come parte di questo processo che porta al cessate il fuoco.
Ma l’impunità deve finire. Devi smettere di rimpiangere le cose e iniziare a prendere misure per evitare che continuino a verificarsi. Perché finora nessuno sembra essere riuscito a convincere il governo di Netanyahu a fermare le azioni che sta intraprendendo.
Pochi giorni fa a Parigi, in una conferenza per gli aiuti al Libano, il presidente [francese, Emmanuel] Macron ha detto – e lo ha detto giustamente – che chiunque cerchi di difendere la civiltà non può praticare la barbarie. È questo un momento in cui i Paesi vicini al Mediterraneo fanno sentire la loro voce, chiedendo che si trovi una soluzione politica a questo conflitto che non può essere altro – anche su questo tutti sono d’accordo – che un processo che porti alla creazione di uno Stato per la Palestina.
La parola chiave qui è implementazione. Non proclamarne la necessità, ma fare quanto necessario affinché una cosa del genere accada. Da 30 anni proclamiamo che questa è la soluzione, [ma] senza agire con decisione per realizzarla.
Anche per questo è nata l’Unione per il Mediterraneo. Per raggiungere questo obiettivo, ha svolto un ruolo che potrebbe essere molto più grande, [ma] affinché ciò accada, sono necessarie riforme nel suo funzionamento, per renderlo più forte, [in modo] che abbia più potere di attrarre le persone. Che sia una vera piattaforma per il dialogo e la cooperazione: Israele non è qui oggi.
[È necessario] far sì che questa organizzazione si adatti alle dinamiche evolutive delle sfide che deve affrontare. Parliamo di guerra, ma potremmo parlare anche di emigrazione – che è un elemento di preoccupazione per la società europea, vissuta in modo diverso in alcuni paesi rispetto ad altri. Con soluzioni diverse, in alcuni Paesi e in altri.
Dalle elezioni europee di giugno è difficile trovare una settimana più densa di avvenimenti e confronti tra l'Europa e il resto del mondo. Gli osservatori e gli analisti fanno fatica a comporre il quadro, tanti sono gli input e le suggestioni che ogni singolo giorno della settimana ha regalato. In sequenza: Primo Summit di cooperazione UE - Paesi del Golfo; Vertice europeo dei capi di stato e di governo; Vertice dei ministri della difesa della NATO. Cui si è aggiunta la notiza ieri dell'uccisione da parte dell'esercito israeliano del leader di Hamas, Sinwar, tra l'altro avvenuta per caso.
Eppure su tutti un evento brilla di speranza, mentre a Bruxelles le nubi sono di casa come sempre. Si tratta dell'incontro tra Papa Bergoglio e l'ex premier israeliano Olmert e l'ex ministro degli esteri palestine Al -Kidva, che ha avuto luogo ieri in Vaticano.
Si, perchè una lezione emerge chiara da questa concitata settimana a Bruxelles: i vertici dell'Europa sanno parlare ( a vuoto per lo più) di guerra, ma non sanno cercare la pace. A livello diplomatico, sul conflitto in Medio Oriente tante spaccature e distinguo tra i leader europei, che hanno ulteriormente irradiato verso l'esterno la propria frammentazione interna, già ben visibile a seguito della guerra in Ucraina. Ma non una sola iniziativa di dialogo, anche magari attraverso attori politici fuori dalla scena, ma pur sempre rappresentativi delle loro rispettive comunità.
Come invece ha saputo fare ieri il Vaticano, dando così l'opportunità di portare all'attenzione dell'opinione pubblica almeno un'ipotesi, neanche velleitaria o illusoria, di un nuovo assetto tra Israele e lo Stato palestinese oltre la guerra attuale.
Sembra che in Europa siamo ancora orfani psicologicamente della guerra fredda e ci sentiamo chiamati solo a schierarci con o contro qualcuno, a seconda della posta in gioco. E quando la posta in gioco si riduce a scarti umani in rotta verso le nostre frontiere, allora la coesione fra gli stati europei di colpo si fa compatta e trasversale attorno ad un'unica metafora: fora de ball.
CLS