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22/09/2025

Il Comitato delle Regioni rompe il tabù della difesa

L'attuale guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, unita alle crescenti minacce ibride, ha profondamente rimodellato l'approccio dell'UE alla difesa e alla sicurezza, accelerando la spinta verso una politica più reattiva. In questo contesto, il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha ufficialmente inaugurato oggi il suo Gruppo di lavoro sulla difesa (GdL Difesa), per integrare le prospettive regionali e locali nella difesa dell'UE e rafforzare la resilienza dell'Europa promuovendo contributi territoriali alla prontezza difensiva, alla protezione civile, alla risposta alle crisi e a un'industria della difesa competitiva.

Offrendo un forum strutturato per la cooperazione, il GdL Difesa, presieduto da Fernando López Miras, Presidente della Regione di Murcia, mira a collegare gli enti locali e regionali con le istituzioni dell'UE, promuovere lo scambio di buone pratiche e sostenere un'Unione europea della difesa più coordinata ed efficace. Durante la riunione, i membri del GdL hanno scambiato opinioni sulla situazione della sicurezza nelle rispettive circoscrizioni, presentando progetti, investimenti e buone pratiche pertinenti in settori quali la protezione civile, la resilienza, la sicurezza informatica e la lotta alla disinformazione. Lo scambio ha evidenziato la diversità delle sfide locali, ma anche l'impegno comune di regioni e città a contribuire alla sicurezza dell'Europa.

Il Gruppo di Lavoro ha inoltre tenuto un dibattito con Klaus Welle, Consigliere Speciale di Andrius Kubilius, Commissario Europeo per la Difesa e lo Spazio, che ha presentato le ultime iniziative della Commissione Europea per rafforzare la prontezza e l'industria della difesa europea. I membri hanno accolto con favore l'ambizione della Commissione di accelerare l'integrazione della difesa europea e hanno sottolineato l'importanza di coinvolgere gli enti locali e regionali nell'attuazione di questa integrazione rafforzata della difesa.

Il Gruppo di Lavoro Difesa ha adottato la sua tabella di marcia per il periodo 2025-2027, concentrandosi sui seguenti ambiti prioritari:

- Investimenti nelle capacità di difesa: garantire che i fondi UE rafforzino gli ecosistemi industriali regionali, le PMI, i centri di ricerca e i progetti a duplice uso.
- Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034: garantire un solido sostegno a livello UE per la difesa, la sicurezza e lo spazio, incluso un aumento di cinque volte degli stanziamenti per la difesa.
- Meccanismo di protezione civile: rafforzare la resilienza delle comunità, la formazione, la sensibilizzazione dei cittadini e la mobilitazione dei volontari a livello locale.
- Trasporti: potenziamento delle infrastrutture a duplice uso, compresi i corridoi ferroviari e i valichi di frontiera.
- Contrasto alle minacce ibride: rafforzamento della cooperazione tra autorità locali e regionali, Stati membri e istituzioni dell'UE per individuare e rispondere alla manipolazione e all'interferenza di informazioni straniere.

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Argomento
Focus
22/09/2025

La Giornata della Commissione 22/09/2025

Anche i trasporti avvicinano la Moldavia all'Europa

L'UE e la Moldavia hanno deciso di prorogare la validità del loro attuale accordo sui trasporti su strada fino al 31 marzo 2027. L'accordo è concepito per supportare l'accesso della Moldavia ai mercati globali, facilitando il transito attraverso i paesi dell'UE e rafforzando i collegamenti del paese con il mercato UE. Dalla sua firma iniziale, il 29 giugno 2022, l'accordo ha incrementato significativamente le esportazioni su strada, a vantaggio di entrambe le economie.

Il Commissario per i Trasporti Sostenibili e il Turismo, Apostolos Tzitzikostas, ha dichiarato: "Siamo molto lieti di prorogare l'accordo sui trasporti su strada con la Moldavia, che si è già dimostrato un vero successo. Ha fornito un sostegno fondamentale all'economia moldava in seguito all'aggressione russa contro l'Ucraina, incrementando al contempo le esportazioni dell'UE verso la Moldavia. Questa proroga è una dimostrazione tangibile del continuo sostegno dell'UE alla Moldavia e della costante integrazione delle nostre economie".

L'accordo con la Moldavia è stato stipulato in seguito alla perdita di importanti vie di trasporto che attraversavano i porti ucraini del Mar Nero e i mercati di esportazione a est dell'Ucraina, a causa della guerra di aggressione russa. Liberalizzando parzialmente il trasporto merci su strada attraverso la concessione di diritti di transito e di trasporto bilaterali agli autotrasportatori moldavi e dell'UE per i rispettivi territori, l'accordo sostiene una più profonda integrazione del mercato moldavo nell'UE. Ha inoltre rafforzato le corsie di solidarietà UE-Ucraina, poiché la Moldavia è un importante paese di transito per le esportazioni e le importazioni ucraine.

Le esportazioni su strada dalla Moldavia all'UE sono aumentate del 57% in volume e del 41% in valore nel terzo trimestre del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2021 (prima dell'accordo). Anche l'UE ha tratto notevoli benefici dall'accordo: le esportazioni su strada dell'UE verso la Moldavia sono aumentate del 49% in valore e del 36% in volume nello stesso periodo.

36° Concorso dei Giovani Scienziati Europei

I vincitori del 36° Concorso dell'Unione Europea per Giovani Scienziati (EUCYS) sono stati annunciati a Riga, in Lettonia, venerdì 19 settembre. Giovani scienziati provenienti da Canada, Repubblica Ceca, Polonia e Svezia si sono aggiudicati i primi premi per i loro progetti che affrontano sfide sociali come il monitoraggio ecologico degli oceani, l'avvio della replicazione del DNA e l'utilizzo dello spin quantistico per elaborare e archiviare informazioni.

Ekaterina Zaharieva, Commissaria per le Startup, la Ricerca e l'Innovazione: "Congratulazioni ai vincitori di EUCYS 2025. Il vostro talento e la vostra dedizione dimostrano perché l'Europa deve continuare a investire nei giovani scienziati. La creatività e l'eccellenza della prossima generazione manterranno l'Europa all'avanguardia nella ricerca e nell'innovazione. Allo stesso tempo, dobbiamo continuare a investire in modo sostanziale nella ricerca e nell'innovazione europea per garantire che le menti migliori scelgano l'Europa".

La Commissione Europea ha lanciato il concorso nel 1989. Dal 15 al 20 settembre, la Lettonia ha ospitato l'evento per la prima volta, accogliendo 133 giovani scienziati di alto livello di età compresa tra 14 e 20 anni provenienti da 37 paesi dell'UE e non solo, tra cui Stati Uniti, Canada, Cina e Corea del Sud. A partire dal 2026, EUCYS aderirà all'iniziativa più ampia "Science Comes to Town", che stanzia 6 milioni di euro per un massimo di sei città dell'UE e dei paesi associati a Horizon Europe per organizzare programmi annuali volti ad avvicinare la scienza ai cittadini.

Consultazione sul futuro del Nuovo Bauhaus

Venerdì 19 settembre la Commissione ha lanciato un invito a presentare contributi su come rafforzare il Nuovo Bauhaus Europeo (NEB). L'obiettivo del NEB è consentire alle comunità locali, sempre più colpite dalle sfide attuali come i cambiamenti climatici e le pressioni abitative, di guidare la transizione verso un futuro sostenibile e inclusivo. Sulla base dei riscontri ricevuti, la Commissione prevede di adottare una Comunicazione e una proposta di Raccomandazione del Consiglio nel dicembre 2025.

Lanciato dalla Presidente von der Leyen nel 2020, il NEB mira a co-creare edifici, spazi pubblici e quartieri che siano belli, sostenibili e inclusivi; e a riunire le persone, nello spirito della creazione e della comunità. Cinque anni dopo, il NEB è cresciuto fino a diventare un movimento dinamico, sostenuto da una solida comunità di oltre 1.900 organizzazioni, che comprende architetti, designer, ricercatori, comunità locali e cittadini. L'UE ha investito 740 milioni di euro in quasi 700 progetti in tutta Europa e oltre, anche per la ricostruzione dell'Ucraina. Inoltre, il Fondo NEB 2025-2027 fornisce una solida base finanziaria per gli anni a venire, al fine di rivitalizzare i quartieri attraverso la progettazione partecipata e la co-creazione.

La call for evidence sarà aperta sul portale "Have Your Say" fino al 17 ottobre. Cittadini, professionisti, esperti e chiunque sia interessato alla questione possono inviare le proprie opinioni. Link:

https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/14912-New-European-Bauhaus_en

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La Giornata UE
19/09/2025

La Giornata della Commissione 19/09/2025

L'Europa realizza in Estonia la più grande fabbrica europea di magneti in terre rare

E' stata inaugurata la più grande fabbrica europea di magneti in terre rare a Narva, in Estonia. Questa fabbrica, finanziata dall'UE, produrrà magneti permanenti in terre rare da utilizzare in settori economici chiave, ad esempio nei veicoli elettrici, nelle turbine eoliche e nella microelettronica. Poiché oltre il 90% dei magneti attualmente importati nell'UE proviene dalla Cina, la nuova fabbrica aumenterà notevolmente l'autonomia strategica e la competitività dell'Europa, cruciali per la transizione industriale e pulita.

Il Vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme, Raffaele Fitto, ha dichiarato: "L'inaugurazione della fabbrica di magneti è un perfetto esempio di come la politica di coesione possa fare davvero la differenza per una regione e i suoi cittadini, creando nuovi posti di lavoro e stimolando l'economia. Ma non solo: questo progetto finanziato dall'UE contribuirà anche ad aumentare la competitività dell'intera UE. Dimostra ancora una volta come la politica di coesione sia una politica vantaggiosa per tutti gli europei".

La fabbrica è stata costruita grazie a un sostegno di 14,5 milioni di euro del Fondo per una transizione giusta. Avrà un impatto positivo significativo sull'economia di Narva e dell'intera contea di Ida-Viru, creando fino a 1.000 posti di lavoro e attraendo talenti da tutto il mondo. Migliorerà inoltre notevolmente la capacità industriale e l'autonomia strategica dell'Europa nel settore dei magneti in terre rare. La fabbrica aumenterà la resilienza di questa regione e ne favorirà la transizione dall'estrazione di scisto bituminoso, un'attività economica basata sui combustibili fossili su cui la regione ha fatto affidamento in passato.

Aperta una consutlazione pubblica sulla futura legislazione europea sul benessere animale

 

La Commissione ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere contributi sulla revisione della legislazione UE in materia di benessere degli animali negli allevamenti. Allevatori, cittadini, imprese, autorità nazionali e regionali, ONG e altre parti interessate sono invitati a condividere le proprie opinioni.

Nel contesto della Vision for Agriculture and Food adottata lo scorso febbraio la Commissione si è impegnata a uno stretto dialogo con gli agricoltori, il settore dell'approvvigionamento alimentare e la società civile sulla questione del benessere degli animali. La Commissione prevede di presentare la sua prima proposta di revisione della legislazione UE verso la fine del prossimo anno. Questa proposta sarà basata su dati concreti e darà seguito alla risposta della Commissione all'iniziativa dei cittadini "End the Cage Age". Affronterà anche la questione degli standard di benessere degli animali relativi ai prodotti importati nell'UE, particolarmente delicato con la finalizzazione dell'accordo di libero scambio con i paesi del Mercosur.. Il lavoro della Commissione sulla revisione sarà supportato da altre attività di consultazione, come sondaggi delle principali parti interessate, nonché dal contributo scientifico fornito dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).

Il Commissario Várhelyi ha dichiarato: "Modernizzare alcune delle nostre norme sul benessere degli animali è una chiara aspettativa dei nostri cittadini. Per rispondere a questa richiesta, garantendo al contempo la competitività degli allevatori europei, chiediamo il parere di tutte le parti interessate sulle norme per il benessere degli animali negli allevamenti. Abbiamo bisogno che tutti intorno al tavolo trovino soluzioni valide e sostenibili, basate su solide prove".

La consultazione, disponibile sul portale "Dì la tua", rimarrà aperta fino al 12 dicembre 2025. Link:

https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/14671-On-farm-animal-welfare-for-certain-animals-modernisation-of-EU-legislation_en

La Commissione eurpea propone l'utilizzo di un nuovo fertilizzante ricavato dal letame trasformato

Gli Stati membri dell'UE hanno dato parere positivo alla proposta della Commissione relativa al fertilizzante RENURE. Significa che sarà consentito l'uso di fertilizzanti RENURE oltre ii limiti stabiliti dalla Direttiva Nitrati per l'uso di letame e letame trasformato; in questo modo gli Stati membri e gli agricoltori avranno la possibilità di sostituire i fertilizzanti chimici con fertilizzanti RENURE. Ciò avverrà in modo sicuro per garantire la continua protezione delle acque e dell'ambiente. Ciò ridurrà inoltre i costi per gli agricoltori e aumenterà l'autonomia strategica del settore agricolo dell'UE. I fertilizzanti RENURE, acronimo di "REcovered Nitrogen from manURE", sono prodotti a partire da letame trasformato.

A seguito dell'odierna riunione del Comitato Nitrati, la proposta RENURE della Commissione sarà condivisa con il Parlamento europeo e il Consiglio per un periodo di esame di tre mesi. Se non vi saranno obiezioni da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, la Commissione potrà adottare questa modifica alla Direttiva Nitrati. Istituito sulla base dalla Direttiva Nitrati, il Comitato Nitrati è composto dai rappresentanti degli Stati membri. Assiste la Commissione nelle questioni relative all'attuazione della presente direttiva e al suo adeguamento al progresso scientifico e tecnico.

La modifica si applicherebbe solo agli Stati membri che scelgono di autorizzare RENURE. Questi ultimi dovranno recepirla nel diritto nazionale.

La Commissaria per l'Ambiente, la Resilienza Idrica e un'Economia Circolare Competitiva, Jessika Roswall, ha dichiarato: "L'uso di fertilizzanti RENURE può favorire una gestione efficiente dei nutrienti e rendere la nostra agricoltura più resiliente, pur rimanendo sicura per l'ambiente. La nostra proposta offre flessibilità agli Stati membri che desiderano utilizzare fertilizzanti RENURE, garantendo al contempo la possibilità di affrontare i punti critici dell'inquinamento. Si tratta di un passo concreto verso la responsabilizzazione dei nostri agricoltori e la tutela delle nostre risorse naturali condivise".

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La Giornata UE
19/09/2025

Discorso di Ursula von der Leyen sull'adozione del 19* pacchetto di sanzioni alla Russia

urtroppo, nell'ultimo mese, la Russia ha dimostrato tutta la portata del suo disprezzo per la diplomazia e il diritto internazionale. Ha lanciato alcuni dei più grandi attacchi con droni e missili contro l'Ucraina dall'inizio della guerra, colpendo sia edifici governativi che abitazioni civili, colpendo anche il nostro ufficio UE a Kiev, la rappresentanza della nostra Unione. Anche le minacce alla nostra Unione stanno aumentando. Nelle ultime due settimane, i droni russi Shahed hanno violato lo spazio aereo dell'Unione sia in Polonia che in Romania. Queste non sono le azioni di qualcuno che vuole la pace. Il Presidente Putin ha ripetutamente intensificato la sua pressione. E in risposta, l'Europa sta aumentando la sua pressione. Ecco perché oggi presento il nostro 19° pacchetto di sanzioni.
Innanzitutto, sull'energia. L'economia di guerra russa è sostenuta dalle entrate derivanti dai combustibili fossili. Vogliamo ridurre queste entrate. Quindi stiamo vietando le importazioni di GNL russo nei mercati europei. È ora di chiudere il rubinetto. Siamo preparati. Abbiamo risparmiato energia, diversificato le forniture e investito in fonti energetiche a basse emissioni di carbonio come mai prima d'ora. Oggi, questi sforzi stanno dando i loro frutti. Inoltre, abbiamo appena abbassato il tetto massimo del prezzo del petrolio greggio a 47,6 dollari. Per rafforzare l'applicazione delle sanzioni, stiamo ora sanzionando altre 118 navi della flotta ombra. In totale, oltre 560 navi sono ora soggette a sanzioni UE. Le principali società di trading energetico Rosneft e Gazpromneft saranno ora soggette a un divieto totale di transazione. Anche altre società saranno soggette a congelamento dei beni. Ora stiamo perseguendo coloro che alimentano la guerra della Russia acquistando petrolio in violazione delle sanzioni. Prendiamo di mira raffinerie, operatori del settore petrolifero e aziende petrolchimiche in paesi terzi, inclusa la Cina. In tre anni, i ricavi petroliferi russi in Europa sono diminuiti del 90%. Ora stiamo voltando pagina definitivamente.
In secondo luogo, stiamo prendendo di mira le scappatoie finanziarie che la Russia utilizza per eludere le sanzioni. Stiamo imponendo un divieto di transazione ad altre banche in Russia e a quelle di paesi terzi. Stiamo intensificando la repressione delle elusioni. Man mano che le tattiche di evasione diventano più sofisticate, le nostre sanzioni si adatteranno per rimanere all'avanguardia. Pertanto, per la prima volta, le nostre misure restrittive colpiranno le piattaforme di criptovalute e vieteranno le transazioni in criptovalute. Stiamo inserendo nell'elenco le banche straniere collegate ai sistemi di pagamento alternativi russi. E stiamo limitando le transazioni con entità in zone economiche speciali.

La nostra analisi economica è chiara: le nostre sanzioni stanno colpendo gravemente l'economia russa. Il tasso di interesse è al 17%. L'inflazione è persistentemente elevata. L'accesso russo ai finanziamenti e alle entrate è in costante calo. E l'economia bellica russa, surriscaldata, sta raggiungendo i suoi limiti. Ancora più interessante è che, parlando direttamente con i partner che parlano con la Russia, questi affermano che tra le prime richieste russe c'è la revoca delle sanzioni. Sappiamo che le nostre sanzioni sono uno strumento efficace di pressione economica. E continueremo a utilizzarle finché la Russia non si siederà al tavolo dei negoziati con l'Ucraina per una pace giusta e duratura. Parallelamente, come ho annunciato la scorsa settimana, stiamo lavorando a una nuova soluzione per finanziare gli sforzi di difesa dell'Ucraina, basata sui beni russi immobilizzati. Dobbiamo essere molto chiari: questa è la guerra della Russia e chi la commette deve pagarla. Con i saldi di cassa associati a questi beni russi, possiamo fornire all'Ucraina un prestito di riparazione. I beni stessi non saranno toccati. E il rischio dovrà essere sostenuto collettivamente. L'Ucraina rimborserà il prestito solo quando la Russia avrà pagato le riparazioni. Presenteremo presto una proposta.

Infine, stiamo allineando le nostre sanzioni a quelle dei nostri partner del G7, sotto la guida della presidenza canadese. E per sostenere l'Ucraina nella sua lotta per la libertà, stiamo anche lavorando a stretto contatto con la Coalizione dei Volenterosi. L'Europa è stata al fianco dell'Ucraina fin dall'inizio. Di fronte all'escalation russa, l'Europa ha raccolto la sfida. Continueremo a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per porre fine a questa brutale guerra. Invito ora gli Stati membri ad approvare rapidamente queste nuove sanzioni. Vogliamo che la Russia abbandoni il campo di battaglia e si sieda al tavolo dei negoziati. Questo è il modo per dare una vera possibilità alla pace.

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Focus
18/09/2025

La Giornata della Commissione 18/09/2025

Approvata la revisione di medio termine della Politica di Coesione per far fronte alle nuove priorità

Parlamento europeo e Consiglio.hanno adottatodi importanti aggiornamenti alla politica di coesione 2021-2027. Queste modifiche consentiranno agli Stati membri e alle regioni dell'UE di riassegnare i fondi verso nuove priorità strategiche, rafforzando così gli investimenti in competitività, difesa, alloggi a prezzi accessibili e sostenibili, resilienza idrica e transizione energetica.

Gli Stati membri e le regioni che desiderano investire in queste nuove priorità beneficeranno di tassi di prefinanziamento più elevati, fino al 20%, per accelerare l'avvio e l'attuazione dei progetti. Inoltre, questi tassi di prefinanziamento aumenteranno ulteriormente per i programmi che riassegneranno almeno il 10% del loro valore totale alle nuove priorità.

I fondi riprogrammati beneficeranno inoltre di tassi di cofinanziamento UE più elevati, superiori di 10 punti percentuali rispetto ai tassi applicabili, riducendo così il necessario contributo integrativo proveniente dai bilanci nazionali. Infine, sono previste condizioni ancora più favorevoli per le regioni dell'UE confinanti con Russia e Bielorussia, colpite negativamente dalla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina.

Raffaele Fitto, Vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme, ha dichiarato: "L'adozione della proposta di revisione intermedia rappresenta un passo importante nella modernizzazione della politica di coesione per rispondere costantemente alle sfide odierne. Permette di investire nelle nostre priorità comuni europee: competitività, difesa, alloggi a prezzi accessibili e sostenibili, resilienza idrica e transizione energetica. Per realizzare le nostre priorità comuni servono regioni forti, e la politica di coesione modernizzata fornisce loro gli strumenti per farlo".

Roxana Mînzatu, Vicepresidente esecutiva per i Diritti sociali e le competenze, l'occupazione di qualità e la preparazione, ha dichiarato: "L'UE investe massicciamente nei suoi cittadini, per sostenerli lungo tutto l'arco della loro vita. Questo aggiornamento della politica di coesione dell'UE continuerà a migliorare il modo in cui i fondi UE promuovono l'occupazione, l'istruzione, l'inclusione sociale e altro ancora. Aiuta gli Stati membri a investire in settori quali l'apprendimento permanente, il reinserimento delle persone nel mercato del lavoro o il sostegno ai bambini in difficoltà. Le modifiche mirate della revisione intermedia rendono la politica di coesione più agile, reattiva ed efficace, per rispondere alle realtà odierne e per attrezzare meglio l'Europa a salvaguardare la sua prosperità futura".

Le modifiche sono state proposte ad aprile dalla Commissione, a seguito di consultazioni con gli Stati membri. Non appena saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale della Commissione europea, gli Stati membri e le regioni potranno avvalersi delle nuove flessibilità presentando alla Commissione modifiche ai loro programmi di coesione.

 

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La Giornata UE
18/09/2025

Canada e Gran Bretagna potranno presto accedere ai prestiti SAFE per l'acquisto di armamenti

Il Consiglio ha adottato oggi una decisione che autorizza l'avvio di negoziati, rispettivamente, con il Regno Unito e con il Canada per la loro partecipazione allo strumento di prestito per la difesa SAFE da 150 miliardi di euro. I negoziati saranno condotti dalla Commissione e si concentreranno in particolare sulle condizioni alle quali le aziende e i prodotti britannici e canadesi possono essere coinvolti negli appalti nell'ambito dello strumento di finanziamento "Azione per la sicurezza in Europa" (SAFE).

In risposta all'attuale situazione geopolitica e all'urgente necessità di ingenti investimenti in equipaggiamenti per la difesa, l'UE erogherà, tramite SAFE, fino a 150 miliardi di euro che saranno erogati agli Stati membri interessati su richiesta e sulla base di piani nazionali. Gli erogazioni assumeranno la forma di prestiti a lunga scadenza a prezzi competitivi, che dovranno essere rimborsati dagli Stati membri beneficiari.

Coinvolgimento di paesi terzi
SAFE consente anche la partecipazione di paesi terzi. I paesi in via di adesione, i paesi candidati, i potenziali candidati e i paesi che hanno firmato un partenariato per la sicurezza e la difesa con l'UE, come il Regno Unito e il Canada, possono partecipare agli appalti comuni. L'Ucraina e i paesi SEE-EFTA saranno trattati alle stesse condizioni degli Stati membri. Non solo potranno partecipare agli appalti comuni, ma anche i loro settori industriali saranno trattati alle stesse condizioni degli Stati membri. I negoziati con il Regno Unito e il Canada mireranno a definire le condizioni in base alle quali tale accesso potrà essere esteso anche alle aziende e ai prodotti britannici e canadesi.

La Commissione europea può ora avviare i negoziati per conto dell'UE, sulla base del mandato conferito dal Consiglio. La Commissione condurrà tali negoziati in costante coordinamento e dialogo permanente con il Consiglio. Una volta firmati, gli accordi saranno soggetti all'approvazione del Parlamento europeo.

Contesto
SAFE è il primo pilastro del piano ReArm Europe/Readiness 2030 della Commissione europea, che mira a mobilitare fino a 800 miliardi di euro di spesa per la difesa. SAFE è stato proposto dalla Commissione a seguito della spinta del Consiglio europeo a incrementare in modo decisivo la prontezza di difesa dell'Europa entro i prossimi cinque anni.

Gli altri pilastri del piano ReArm Europe/Readiness 2030 sono: l'aumento dei finanziamenti nazionali per la difesa attivando la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita; la maggiore flessibilità degli strumenti dell'UE, come i fondi di coesione, per consentire maggiori investimenti nella difesa; l'integrazione dei finanziamenti pubblici con i contributi della Banca europea per gli investimenti; e la mobilitazione di capitali privati.

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Focus
17/09/2025

La Giornata della Commissione 17/09/2025

Nuovi aiuti finanziaeri dall'Europa alla Gordania

La Commissione europea ha erogato la prima tranche di 250 milioni di euro di Assistenza Macrofinanziaria (AMF) al Regno hashemita di Giordania. Questa erogazione fa parte del programma AMF IV dell'UE da 500 milioni di euro per la Giordania, approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio nell'aprile 2025. L'erogazione ha fatto seguito alla firma del Memorandum d'intesa tra l'UE e la Giordania il 25 agosto, che delinea le riforme concordate e le misure politiche a sostegno dell'attuazione dell'AMF. L'AMF sostiene gli obiettivi del più ampio Partenariato Strategico e Globale UE-Giordania, per promuovere la stabilità economica, la crescita sostenibile, la resilienza e il processo di riforma in Giordania.

L'erogazione della prima tranche è subordinata al rispetto da parte della Giordania delle precondizioni, ovvero il continuo rispetto dei principi democratici, dello Stato di diritto e dei diritti umani, nonché il mantenimento di risultati soddisfacenti nell'ambito del programma del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Le restanti due tranche, da 150 milioni di euro e 100 milioni di euro, saranno erogate in un periodo massimo di due anni e mezzo. La loro erogazione sarà subordinata all'attuazione tempestiva ed efficace delle misure politiche stabilite nel Memorandum d'intesa. Le riforme concordate mirano a rafforzare l'economia giordana in settori chiave, tra cui la gestione delle finanze pubbliche, la governance e la lotta alla corruzione, le politiche di protezione sociale e del mercato del lavoro, la transizione verde e il contesto imprenditoriale. La Commissione, insieme al Servizio europeo per l'azione esterna, continuerà a monitorare attentamente i progressi in coordinamento con i partner internazionali.

Questo quarto AMF precede la recente proposta della Commissione per una quinta operazione di AMF alla Giordania, per un importo massimo di 500 milioni di euro in prestiti, soggetta all'approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio, che integrerà il programma di riforme previsto dal presente AMF. Insieme, le due operazioni porterebbero l'assistenza macrofinanziaria complessiva dell'UE a 1 miliardo di euro.

L'Europa autorizza un nuovo farmaco per la depressione post partum

La Commissione Europea ha concesso l'autorizzazione all'immissione in commercio nell'UE dello zuranolone, un farmaco per il trattamento della depressione post-partum (PPD). La PPD è una condizione di salute mentale che può colpire le donne dopo il parto ed è caratterizzata da tristezza persistente, ansia, affaticamento e difficoltà funzionali. Può essere grave e duratura, con conseguenze negative per la madre e il bambino. Attualmente non esistono trattamenti specifici approvati per questa condizione e gli antidepressivi standard spesso non agiscono con sufficiente rapidità.

L'autorizzazione si basa sulla valutazione scientifica positiva dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Il beneficio dello zuranolone risiede nella sua capacità di ridurre i sintomi depressivi correlati alla depressione post-partum dopo due settimane di trattamento. Lo zuranolone è soggetto a prescrizione medica e può avere alcuni effetti collaterali, elencati sulla confezione. Non deve essere usato in gravidanza e non è raccomandato durante l'allattamento.

Il primo fondo di credito privato per le PMI nel settore della difesa

La Commissione Europea e il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) hanno erogato a Sienna Hephaistos Private Investments S.C.A. SICAV-RAIF 30 milioni di euro nell'ambito del Fondo di Equity per la Difesa (DEF) di InvestEU. Gestito da Sienna Investment Managers France, questo nuovo fondo diventa il primo fondo di credito privato in Europa a finanziare esclusivamente piccole e medie imprese (PMI) e mid-cap nel settore della difesa. In risposta alla guerra in Ucraina e alla continua instabilità geopolitica, le esigenze di sicurezza e difesa europee sono aumentate drasticamente, evidenziando le vulnerabilità della catena di approvvigionamento. Molte PMI specializzate e piccole mid-cap, spesso a conduzione familiare, forniscono componenti e tecnologie essenziali, ma hanno un accesso limitato ai finanziamenti bancari.

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La Giornata UE
16/09/2025

La Giornata della Commissione 16/09/2025

Trasporto merci su strada più sostenibile con il rafforzamento delle infrastrutture di ricarica.

L'Europa  accelera sulla riduzione delle emissioni dei trasporti derivanti dal trasporto merci su strada. Il Commissario per i Trasporti e il Turismo, Apostolos Tzitzikostas, presenta l'iniziativa "Clean Transport Corridor", che mira ad accelerare la diffusione di infrastrutture di ricarica per veicoli pesanti lungo i principali corridoi merci. L'iniziativa partirà dai corridoi Scandinavo-Mediterraneo e Mare del Nord-Baltico.

L'iniziativa "Clean Transport Corridor", approvata da nove Stati membri lungo i due corridoi di trasporto, sarà presentata in occasione della cerimonia di firma di una dichiarazione ministeriale sulle infrastrutture di ricarica per i camion a Bruxelles. La dichiarazione stabilisce impegni per rafforzare la cooperazione e affrontare le principali sfide, tra cui le lunghe procedure di pianificazione e autorizzazione, la limitata disponibilità di siti, la frammentazione dei finanziamenti, l'insufficiente capacità di rete e i ritardi nell'accesso alla rete elettrica. Rappresenta sia un impegno politico congiunto che una guida strategica per le politiche attuali e future sulle infrastrutture di ricarica per autocarri.

La Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri per definire nel dettaglio le misure in una tabella di marcia e per estendere l'iniziativa ad altri corridoi della rete transeuropea di trasporto (TEN-T), sostenendo ulteriormente la transizione dell'Europa verso un trasporto merci su strada pulito.

Una nuova relazione della Commissione mostra come persistono vulnerabilità nell'accesso al lavoro

Una migliore integrazione dei gruppi sottorappresentati – come donne, anziani, migranti e persone con disabilità – nel mercato del lavoro può contribuire ad attenuare la carenza di competenze e manodopera e a compensare i cambiamenti demografici che rischiano di ridurre la forza lavoro dell'UE fino a 18 milioni entro il 2050.

La relazione 2025 della Commissione sull'occupazione e gli sviluppi sociali in Europa (ESDE) evidenzia che un quinto della popolazione in età lavorativa – circa 51 milioni di persone – è attualmente al di fuori del mercato del lavoro dell'UE, con donne, persone di età compresa tra 55 e 64 anni, migranti e persone con disabilità che ne costituiscono la stragrande maggioranza. Facilitare l'accesso al mercato del lavoro contribuirebbe inoltre al raggiungimento dell'obiettivo di un tasso di occupazione del 78% fissato dall'UE per il 2030. Allo stesso tempo, migliorerebbe la coesione sociale e sosterrebbe l'obiettivo di riduzione della povertà dell'UE entro il 2030.

Nel 2024, l'UE ha creato 1,8 milioni di posti di lavoro in più rispetto all'anno precedente, portando il tasso di occupazione al 75,8%, mentre il tasso di disoccupazione è sceso a un nuovo minimo storico del 5,9%.

La Vicepresidente esecutiva per i Diritti sociali e le competenze, l'occupazione di qualità e la preparazione, Roxana Mînzatu, ha dichiarato: "Il rapporto ESDE 2025 mostra che il mercato del lavoro dell'UE rimane notevolmente solido, con un'occupazione in crescita, in gran parte grazie all'ingresso di un maggior numero di donne, anziani e migranti nel mondo del lavoro. Questo è incoraggiante, ma dobbiamo fare di più per garantire che tutti possano contribuire con le proprie competenze e talenti. Eliminando gli ostacoli, sfidando gli stereotipi e promuovendo la parità di genere, possiamo affrontare la carenza di manodopera, aumentare la nostra competitività e costruire una società più equa e inclusiva."

Inizia il cammino di semplificazione delle norme digitali adottare dall'UE

La Commissione europea ha lanciato una call for evidence  per acquisire ricerche e buone pratiche su come semplificare la legislazione nell'ambito del prossimo Digital Omnibus, in particolare in materia di dati, sicurezza informatica e intelligenza artificiale (IA).

L'invito è in linea con il programma di semplificazione della Commissione e con gli sforzi volti a creare un contesto imprenditoriale più favorevole, alleggerendo gli oneri amministrativi e i costi a carico delle imprese. L'iniziativa sostiene inoltre l'obiettivo della Commissione, espresso nella Bussola della Competitività, di ridurre gli oneri amministrativi di almeno il 25% per tutte le imprese e di almeno il 35% per le piccole e medie imprese.

La Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, Henna Virkkunen, ha dichiarato: "Dobbiamo semplificare le attività commerciali in Europa senza compromettere i nostri elevati standard di equità e sicurezza online. Vogliamo un corpus normativo favorevole all'innovazione: sia nel modo in cui applichiamo le norme, sia nella semplificazione delle leggi laddove i nostri obiettivi possano essere raggiunti a costi inferiori. Puntiamo a meno burocrazia, meno sovrapposizioni e regole meno complesse per le aziende che operano nell'UE".

L' invito fa seguito a un ampio coinvolgimento delle parti interessate, attraverso consultazioni pubbliche sulla strategia per l'Unione dei dati, sulla revisione del Cybersecurity Act e sulla strategia "Apply AI". Rappresenta un primo passo verso la semplificazione del codice digitale dell'UE e rimarrà aperto fino al 14 ottobre 2025.

Anche la normativa europea in materia di sicurezza alimentare e  mangimi nel mirino della semplificazione

La Commissione europea ha lanciato una call for evidence per raccogliere contributi sui lavori in corso per semplificare, chiarire e modernizzare diversi aspetti della legislazione dell'UE in materia di sicurezza alimentare e dei mangimi. L'esercizio di semplificazione risponde alle richieste delle parti interessate e degli Stati membri di ridurre gli oneri amministrativi, migliorare la chiarezza giuridica e aumentare l'efficienza delle procedure normative, garantendo al contempo un elevato livello di sicurezza alimentare nell'UE e rafforzando la competitività.

Il prossimo "omnibus" sulla sicurezza alimentare presenterà misure per semplificare la legislazione in settori quali i prodotti fitosanitari, i biocidi, gli additivi per mangimi, i requisiti igienici e i controlli ufficiali alle frontiere dell'UE. Questo lavoro fa parte della missione conferita a ciascun Commissario per una generale semplificazione della legislazione europea. Fa anche parte del pacchetto di semplificazione trasversale annunciato nella Visione della Commissione per l'agricoltura e l'alimentazione. Questi si prefiggono l'obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi di almeno il 25% per tutte le aziende e di almeno il 35% per le piccole e medie imprese.

Tutti gli interessati sono invitati a partecipare all'invito a presentare contributi. In particolare, la Commissione accoglie con favore i contributi di agricoltori, aziende del settore alimentare e dei mangimi, autorità degli Stati membri, ONG, ricercatori e mondo accademico. L'invito a presentare contributi rimarrà aperto fino al 14 ottobre.

La Commissione prepara un Piano d'Azione contro il cyberbullismo

Il Commissario per l'Equità Intergenerazionale, i Giovani e la Cultura, Glenn Micallef, incontrerà domani a Bruxelles 14 giovani europei per uno scambio di opinioni in vista dell'adozione del Piano d'Azione della Commissione Europea contro il Cyberbullismo. Si discuterà del modo in cui le politiche e i programmi dell'UE possono proteggere meglio i giovani. Il Piano d'Azione sosterrà gli Stati Membri, con particolare attenzione ai minori e ai giovani, particolarmente colpiti da questo problema. I numeri rimangono preoccupanti: circa 1 adolescente su 6 è stato vittima di cyberbullismo e 1 su 8 ammette di esserne vittima.

Oltre a numerose misure a livello nazionale, l'UE ha già messo in atto meccanismi per promuovere la sicurezza e il benessere digitale dei giovani, anche attraverso la strategia "Better Internet for Kids" (BIK+) e le linee guida del Digital Services Act (DSA) sulla protezione dei minori. A luglio, la Commissione ha anche avviato una consultazione pubblica per contribuire allo sviluppo del Piano d'Azione, invitando i giovani, le autorità, gli educatori, la società civile, le piattaforme online e l'industria a condividere le loro esperienze e prospettive. Parallelamente, si stanno svolgendo consultazioni con i minori attraverso la Piattaforma UE per la partecipazione dei minori.

Entrambe le consultazioni rimarranno aperte fino al 29 settembre 2025 e saranno accessibili sul portale "Dì la tua" e sulla Piattaforma UE per la partecipazione dei minori. Link:

https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/14791-Action-plan-against-cyberbullying_en

https://eu-for-children.europa.eu/cyberbullying_en

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La Giornata UE
16/09/2025

Breve ricognizione dei risultati ad un anno dal Piano Draghi

A un anno dalla pubblicazione del Rapporto Draghi, la Commissione europea ha fatto il punto sui progressi compiuti e ha delineato la strada da percorrere durante la conferenza ad alto livello che si tiene oggi, aperta dalla Presidente Ursula von der Leyen e dal Professor Mario Draghi. La Presidente von der Leyen ha sottolineato che il rapporto Draghi rappresenta una vera e propria tabella di marcia e che la nuova Commissione è partita a pieno ritmo fin dal primo giorno. Il suo primo atto è stato il Competitiveness Compass, un quadro di riferimento che trasforma l'analisi in politiche concrete. Da allora, la Commissione ha portato avanti i suoi progressi con determinazione: il Clean Industrial Deal, le Gigafactory per l'intelligenza artificiale, il nuovo quadro normativo sugli aiuti di Stato, il Piano d'azione per l'energia accessibile e l'Unione del risparmio e degli investimenti. Ha inoltre lanciato piani d'azione mirati per i settori chiave (automotive, chimico e siderurgico), il più grande aumento di investimenti nella difesa di sempre, nuove proposte per rafforzare il mercato unico abbattendo le barriere, una strategia per le start-up e le scale-up e sei pacchetti di semplificazione a vantaggio delle imprese grazie alla riduzione della burocrazia. Ulteriori informazioni sui risultati raggiunti sono disponibili in questa scheda informativa.

Non si può continuare a procedere come se nulla fosse accaduto finché non avremo portato a termine tutto, ha affermato la Presidente von der Leyen. Sono in cantiere importanti iniziative: un Fondo per la Competitività da 400 miliardi di euro per promuovere l'innovazione; una tabella di marcia per rimuovere gli ostacoli al Mercato Unico entro il 2028; un pacchetto "Battery Booster" per accelerare la decarbonizzazione; e due ulteriori pacchetti di semplificazione sulla mobilità digitale e militare. A livello internazionale, l'UE sta rafforzando la propria indipendenza strategica, basandosi sull'accordo con il Mercosur e sul recente accordo commerciale con l'Indonesia, e portando avanti i negoziati con India, Sudafrica, Malesia ed Emirati Arabi Uniti.

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Focus
15/09/2025

La Giornata della Commissione 15/09/2025

Entra in vigore l'Accordo in ambito WTO sui sussidi alla pesca

L'Unione Europea accoglie con favore l'entrata in vigore, a lungo attesa, dell'Accordo WTO sui sussidi alla pesca, una pietra miliare importante dopo due decenni di intensi negoziati multilaterali. Ciò rappresenta un significativo passo avanti nell'impegno globale per la protezione degli oceani, poiché mira a eliminare i sussidi dannosi alla pesca, contribuendo in ultima analisi a un oceano più resiliente e prospero per le generazioni future.

Attraverso disposizioni vincolanti e applicabili, si prevede che questo accordo storico ridurrà significativamente la pesca eccessiva, garantirà una pesca sostenibile e promuoverà migliori pratiche per le comunità costiere di tutto il mondo. Questa è anche una delle priorità chiave del Patto europeo per gli oceani, che delinea l'impegno dell'UE per la protezione degli oceani.

L'UE conferma il suo impegno a contrastare ulteriormente i sussidi dannosi alla pesca a livello globale, negoziando disposizioni aggiuntive a integrazione di questa prima fase dell'accordo.

A proposito di infrastrutture di ricerca europee

La Commissione ha lanciato la strategia europea sulle infrastrutture di ricerca e tecnologia per rafforzare la leadership dell'Europa nell'eccellenza scientifica e nell'innovazione tecnologica. Per rimanere all'avanguardia nella corsa mondiale per la scienza e l'innovazione, l'Europa deve rafforzare in modo decisivo le proprie infrastrutture di ricerca e tecnologia e renderle ancora più integrate e accessibili a una più ampia gamma di utenti.

La strategia garantisce che scienziati, ricercatori, innovatori e industria abbiano facile accesso alle strutture all'avanguardia, ai dati di alta qualità e ai servizi personalizzati dell'Europa. Mira inoltre a incoraggiare ricercatori e innovatori di livello mondiale a "scegliere l'Europa".

Dai migliori laboratori e linee di produzione pilota alle attrezzature all'avanguardia come acceleratori di particelle e camere bianche, le infrastrutture di ricerca europee costituiscono la spina dorsale dell'ecosistema europeo della ricerca e dell'innovazione. Supportano l'intero ciclo dell'innovazione, dalla ricerca di frontiera all'innovazione pronta per il mercato, rafforzando così la competitività industriale e la sovranità tecnologica dell'Europa.

I migliori insegnanti in Europa

La Commissione Europea ha annunciato i vincitori degli European Innovative Teaching Awards 2025. 117 insegnanti e scuole in oltre 30 paesi, all'interno e all'esterno dell'UE, sono stati premiati per i loro progetti finanziati da Erasmus+.

La Commissione premia gli educatori che adottano approcci didattici e di apprendimento innovativi, interattivi e inclusivi, aprendo così la strada a un futuro migliore per le generazioni future. vincitori sono insegnanti e scuole che si sono distinti nella promozione della cittadinanza attiva. Hanno illustrato come preparano studenti di tutte le età con le competenze necessarie per partecipare attivamente alla vita pubblica e promuovere valori dell'UE come libertà, solidarietà e inclusione. I vincitori, inoltre, avranno l'opportunità di condividere le migliori pratiche con un pubblico più ampio durante l'evento "European Innovative Teaching Award 2025", che si terrà dall'8 al 9 dicembre a Bruxelles e online. I progetti vincitori saranno presentati su diverse piattaforme: il sito web dell'European Innovative Teaching Award, i canali social di Erasmus+, il portale dello Spazio Europeo dell'Istruzione e la piattaforma European School Education.

La Vicepresidente Esecutiva per i Diritti Sociali e le Competenze, la Qualità del Lavoro e la Preparazione, Roxana Mînzatu, ha dichiarato: "I risultati ottenuti dai vincitori dei Premi Europei per l'Insegnamento Innovativo 2025 sono un esempio del duro lavoro e della dedizione degli insegnanti, e sono grata a ciascuno di loro. Sono un esempio stimolante per le generazioni future di insegnanti. Gli insegnanti sono la spina dorsale delle nostre società. Non solo forniscono ai bambini e ai giovani le conoscenze di cui hanno bisogno per la loro futura carriera, ma, cosa ancora più importante, li preparano alla vita adulta, dotandoli di competenze di base, tra cui la cittadinanza e la cultura civica. Sono convinta che il livello di preparazione, competitività e cultura democratica di una società sia strettamente legato all'istruzione. E alla nostra Unione delle Competenze. Non vedo l'ora di incontrare questi pionieri alla cerimonia di premiazione dell'8 e 9 dicembre a Bruxelles".

la futura Strategia europea per lo sport

La Commissione europea sta consultando i cittadini, inclusi tifosi, praticanti, allenatori, istruttori, volontari, atleti e organizzazioni sportive, in vista della presentazione di una comunicazione politica intitolata "Una visione strategica per lo sport in Europa: rafforzare il modello sportivo europeo".

La comunicazione metterà in luce il ruolo cruciale dello sport come bene pubblico in Europa, sottolineandone l'impatto sulla salute pubblica, l'istruzione, l'inclusione sociale, l'unità europea e la competitività economica. Poiché il modello sportivo europeo si trova ad affrontare diverse sfide, il contributo del pubblico sarà fondamentale per creare un quadro di riferimento per affrontarle e preservare, promuovere e rafforzare il modello. La rilevanza e l'importanza dello sport per l'Europa sono evidenti attraverso numerose iniziative di alto livello e di base. La "Settimana europea dello sport" ed il "Forum europeo dello sport" sono tra le iniziative di punta, mentre l'iniziativa "HealthyLifestyle4All" si concentra sulla promozione di stili di vita sani in tutte le fasce d'età e gli strati sociali. In particolare, integrano lo sport e gli stili di vita attivi con le politiche sanitarie, alimentari e altre politiche correlate.

Il Commissario per l'Equità intergenerazionale, i Giovani, la Cultura e lo Sport, Glenn Micallef, ha dichiarato: "Questa consultazione pubblica ci aiuterà nei nostri prossimi passi per proteggere e rafforzare l'integrità del modello sportivo europeo. Il modello sportivo europeo affonda le sue radici in club forti e radicati nella comunità, nonché in iniziative di base e comunità sportive locali. Lo sport ci unisce come nessun'altra cosa e questa consultazione offrirà ai cittadini europei un'ulteriore opportunità di condividere la propria opinione su come dovrebbe essere il futuro dello sport europeo".

Rivedere la politica europea di approvvigionamento energetico

La Commissione europea ha lanciato una call for evidence per la revisione della politica di sicurezza energetica dell'UE, un'iniziativa chiave per garantire il futuro del sistema energetico europeo. Sebbene il quadro attuale abbia garantito un approvvigionamento energetico affidabile e stabile, l'evoluzione del panorama geopolitico, tecnologico e climatico richiede un approccio più resiliente e adattabile. Questa revisione, menzionata nel Piano d'azione per l'energia accessibile, mirerà a rafforzare la capacità del sistema energetico dell'UE di anticipare e rispondere alle nuove sfide.

il nuovo quadro politico, La cui adozione è prevista per l'inizio del prossimo anno, trarrà spunto dalle recenti crisi e si concentrerà sul rafforzamento della capacità dell'UE di resistere alle minacce tradizionali ed emergenti. Una migliore disponibilità di energia in ogni momento e una migliore preparazione ai periodi di stress dell'approvvigionamento sono fondamentali per garantire ai cittadini dell'UE un accesso continuo a energia a prezzi accessibili.

Il Commissario per l'Energia e l'Edilizia Abitativa Dan Jørgensen ha dichiarato: "Il sistema energetico europeo è esposto a nuovi rischi, come gli attacchi informatici, l'impatto dei cambiamenti climatici e un contesto geopolitico turbolento. Affinché l'approvvigionamento energetico rimanga stabile e sicuro in tutto il nostro continente, abbiamo bisogno di un quadro UE più solido e lungimirante. Questa revisione è fondamentale per garantire la sicurezza energetica dell'UE non solo oggi, ma anche per il futuro".

Cittadini, professionisti ed esperti sono invitati a contribuire con dati e approfondimenti fino al 13 ottobre 2025.

 

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La Giornata UE
12/09/2025

La Giornata della Commissione 12/09/2025

Aiuti all'Ucraiana in vista dell'inverno

La Commissione europea sta stanziando 40 milioni di euro aggiuntivi in ​​finanziamenti umanitari per aiutare gli ucraini a sopportare il quarto inverno di guerra. I partner umanitari dell'UE forniranno materiali per la costruzione di ripari, ripareranno case e centri di accoglienza per sfollati danneggiati e miglioreranno l'accesso all'acqua, ai servizi igienici e al riscaldamento. Il sostegno diretto alla preparazione all'inverno includerà assistenza in denaro, combustibili solidi, apparecchi di riscaldamento e isolamento, nonché punti di riscaldamento di emergenza. Particolare attenzione sarà rivolta ai gruppi vulnerabili, come gli anziani, le persone con disabilità e le famiglie sfollate che vivono in insediamenti collettivi.

La Commissaria per la Preparazione e la Gestione delle Crisi, Hadja Lahbib, ha dichiarato: "L'inverno porta nuove difficoltà per milioni di ucraini che già soffrono le conseguenze della guerra russa. Dobbiamo essere uniti nella solidarietà, rafforzare la nostra risposta umanitaria collettiva e proteggere i più vulnerabili durante i mesi freddi a venire. Con questi 40 milioni di euro aggiuntivi, riaffermiamo il nostro impegno nei confronti del popolo ucraino, con solidarietà, umanità e determinazione."

La BEI finanzia l'efficienza energetica delle PMI

La Commissione europea e il Gruppo BEI hanno lanciato congiuntamente l'iniziativa "Efficienza energetica nelle piccole e medie imprese" (PMI). Sviluppata in collaborazione con la Solar Impulse Foundation, questa iniziativa segna un passo significativo verso la risposta alle sfide dell'efficienza energetica che le PMI europee si trovano ad affrontare.

L'iniziativa mira a mobilitare finanziamenti per un totale di oltre 65 miliardi di euro entro il 2027, a beneficio di oltre 350.000 aziende in tutta l'UE. Promuovere l'adozione di misure di efficienza energetica aiuterà le PMI a ridurre la propria impronta di carbonio, migliorandone al contempo la competitività, in linea con il Clean Industrial Deal e il Piano d'azione per un'energia accessibile dell'UE. E' un ulteriore passo a sostegno del rinnovato impegno per l'efficienza energetica assunto dalla Commissione in occasione della Conferenza globale sull'efficienza energetica dell'Agenzia internazionale per l'energia nel giugno 2025.

Il Commissario per l'Energia e l'Edilizia Abitativa Dan Jørgensen ha dichiarato: "Le PMI sono al centro dell'economia e dello stile di vita europei. Tuttavia, investono nell'efficienza energetica solo la metà rispetto alle grandi aziende. Questa iniziativa della BEI, sostenuta dalla Commissione, sarà fondamentale per colmare il divario di investimenti, semplificare l'accesso ai finanziamenti e accelerare l'implementazione di soluzioni per l'efficienza energetica. Con un maggior numero di PMI efficienti dal punto di vista energetico, stimoliamo la nostra economia, beneficiamo il clima e manteniamo un ritmo sano nelle comunità di tutta Europa.

Entra in vigore il Data Act

Oggi entra in vigore nell'Unione Europea il Data Act, che riconosce agli utenti il diritto al ​​controllo sui dati generati dai loro dispositivi connessi, come smartwatch e automobili, e aprendo al contempo alle piccole imprese l'opportunità di utilizzare questi dati per sviluppare servizi post-vendita innovativi. Il Data Act aumenta l'accesso a dati di alta qualità e, con esso, il potenziale per un'innovazione basata sui dati. Il Data Act stabilisce regole eque per una più ampia disponibilità di dati al fine di alimentare l'innovazione, la competitività e la crescita nell'economia digitale europea.

I consumatori e gli utenti aziendali di dispositivi connessi, come automobili, smart TV e macchinari industriali, potranno ora accedere, utilizzare e condividere i dati grezzi generati dai loro dispositivi.

La Commissione sta inoltre pubblicando linee guida per facilitare l'attuazione del Data Act e sta istituendo un helpdesk legale dedicato.

 

 

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La Giornata UE
11/09/2025

La Giornata della Commissione 11/09/2025

Il complesso meccanismo europeo di aiuto finanziario all'ucraiana

La Commissione europea ha erogato l'ottava tranche del prestito concesso all'Ucraina nell'ambito del meccanismo di Assistenza Macrofinanziaria (AMF), del valore di 1 miliardo di euro, rafforzando in questo modo  il ruolo dell'UE come principale donatore  dall'inizio della guerra di aggressione russa, con un sostegno complessivo di oltre 170 miliardi di euro.

In totale, l'AMF ammonta a 18,1 miliardi di euro e rappresenta il contributo dell'UE al prestito globale concesso dai paesi del G7 per l'accelerazione delle entrate straordinarie (ERA), del valore di circa 45 miliardi di euro. Con quest'ultimo pagamento, il sostegno della Commissione all'Ucraina dall'inizio del 2025 raggiunge i 10 miliardi di euro.

Come annunciato ieri dalla Presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione, la Commissione anticiperà 6 miliardi di euro  come contributo dell'UE all'iniziativa di prestiti ERA, in modo da consentire all'UE di aumentare la spesa militare questo autunno, aiutando l'Ucraina a soddisfare le sue urgenti esigenze militari.

I prestiti ERA dei partner del G7 e il prestito AMF dell'UE vengono rimborsati utilizzando i proventi derivanti da beni statali russi immobilizzati detenuti nell'UE. Il 25 agosto, il Meccanismo di coordinamento dei prestiti all'Ucraina ha erogato un importo iniziale di 1,5 miliardi di euro in entrate straordinarie, a sostegno dell'Ucraina nella liquidazione dei prestiti ERA.

Sognando la riunificazione di Cipro

La Commissione europea ha adottato il Programma di aiuti dell'UE 2025 per la comunità turco-cipriota, stanziando 33,7 milioni di euro per sostenere il suo sviluppo socio-economico e agevolare il processo di riunificazione di Cipro.

Il Programma di aiuti mira a promuovere gli scambi commerciali tra le due comunità attraverso la Linea Verde, agevolando l'allineamento dei prodotti turco-ciprioti agli standard UE, ad esempio nei settori lattiero-caseario e agricolo. Il sostegno sarà inoltre destinato alle piccole e medie imprese turco-cipriote, nonché agli imprenditori, per aiutarli a crescere e consolidare le loro attività. Un'altra priorità è il miglioramento delle competenze di lavoratori, insegnanti e bambini con bisogni speciali, nonché la prosecuzione delle borse di studio finanziate dall'UE per i turco-ciprioti negli Stati membri dell'UE.

Il Programma 2025 sosterrà anche progetti nei settori dell'efficienza energetica, dell'uso di energie rinnovabili e della tutela ambientale, inclusa la cooperazione bicomunitaria per la riabilitazione del letto principale del fiume Nicosia. Infine, per continuare a rafforzare la fiducia tra le comunità turco-cipriota e greco-cipriota, il Programma prevede il sostegno continuo al Comitato per le persone scomparse a Cipro, nonché il restauro del patrimonio culturale cipriota per promuovere la riconciliazione e il rispetto della diversità culturale e religiosa.

Tra il 2006 e oggi, l'UE ha stanziato circa 760 milioni di euro per il Programma di aiuti.

A rischio l'autonomia di Hong Kong e di Macao

La Commissione Europea e l'Alto Rappresentante hanno adottato le loro relazioni annuali al Parlamento Europeo e al Consiglio sugli sviluppi politici ed economici per il 2024 nelle Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao.

La relazione su Hong Kong dimostra che le autorità hanno continuato a concentrarsi sulla sicurezza nazionale dopo l'imposizione della Legge sulla Sicurezza Nazionale nel 2020. La relazione evidenzia inoltre la continua erosione dell'autonomia di Hong Kong e delle libertà e dei diritti fondamentali della sua popolazione. Il 19 marzo 2024, il Consiglio Legislativo di Hong Kong ha adottato l'"Ordinanza sulla Salvaguardia della Sicurezza Nazionale" ai sensi dell'articolo 23 della Legge Fondamentale di Hong Kong.

La relazione su Macao dimostra la continua attenzione del governo alla sicurezza nazionale e sottolinea che ciò rischia di compromettere l'autonomia e le libertà fondamentali di Macao. Macao ha adottato una nuova legislazione volta ad attuare la dottrina politica dei “patrioti al governo di Macao”, tra cui l’“Emendamento alla legge elettorale per l’Assemblea legislativa della Regione amministrativa speciale di Macao” e l’“Emendamento alla legge sui giuramenti all’assunzione dell’incarico”.

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La Giornata UE
10/09/2025

Discorso della Presidente Ursula von der Leyen sullo Stato dell'Unione 2025

L'Europa è impegnata in una lotta.

Una lotta per un continente integro che viva in pace,

per un'Europa libera e indipendente.

Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie,

per la libertà e la capacità di scrivere da soli il nostro destino.

Possiamo esserne certi: è una lotta per il nostro futuro.

Ho pensato a lungo se iniziare questo discorso sullo stato dell'Unione con parole così gravi.

Dopotutto noi europei non siamo abituati a esprimerci in questi termini, e la cosa non ci risulta facile.

La nostra Unione è essenzialmente un progetto di pace,

ma la verità è che il mondo odierno non fa sconti.

Non possiamo edulcorare le difficoltà che gli europei vivono quotidianamente.

Si sentono mancare il terreno sotto i piedi,

sentono che le cose si fanno più difficili proprio quando stanno lavorando più duramente.

Avvertono l'impatto della crisi globale

e dell'aumento del costo della vita.

Vedono la vita e il lavoro cambiare molto rapidamente

e guardano con preoccupazione al turbinio di eventi che vedono al telegiornale: dalle immagini sconvolgenti che arrivano da Gaza agli incessanti attacchi della Russia contro l'Ucraina.

Non basta aspettare che passi la tempesta.

Quest'estate abbiamo avuto la prova che non si può più vivere di nostalgia.

Si profila uno scontro per un nuovo ordine mondiale basato sul potere.

Quindi, sì, l'Europa deve combattere

e conquistarsi un posto in un mondo in cui molte grandi potenze hanno nei suoi confronti un atteggiamento ambiguo o apertamente ostile.

 

Un mondo di ambizioni e guerre imperialistiche,

in cui le dipendenze sono strumentalizzate senza alcuno scrupolo.

È per questo che deve nascere una nuova Europa.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

È ora che l'Europa si renda indipendente.

Credo che sia questa la missione della nostra Unione:

riuscire a tutelare la difesa e la sicurezza,

avere il controllo delle tecnologie e delle energie che alimenteranno le nostre economie,

decidere in che tipo di società e democrazia vogliamo vivere,

aprirci al mondo e scegliere partenariati con alleati, vecchi e nuovi.

L'obiettivo principale è avere la libertà e il potere di scrivere da soli il nostro destino

e sappiamo di poterlo fare.

Insieme abbiamo già mostrato quali risultati si possono raggiungere con ambizioni condivise, unità e senso di urgenza.

Ho perso il conto di quante volte mi è stato detto che l'Europa non poteva fare una determinata cosa.

L'ho sentito dire durante la pandemia, a proposito del piano di ripresa, della difesa, del sostegno all'Ucraina, della sicurezza energetica,

e così via.

Eppure ogni volta l'Europa è rimasta unita e ce l'ha fatta.

Ora dobbiamo fare lo stesso.

Perciò, onorevoli deputate, onorevoli deputati, il nocciolo della questione è semplice:

l'Europa è in grado di affrontare questa lotta?

È abbastanza unita e consapevole dell'urgenza?

Possiede la volontà e la capacità politica di raggiungere compromessi?

Oppure vogliamo solo litigare gli uni con gli altri

e farci paralizzare dalle nostre divisioni?

Sono domande a cui tutti dobbiamo rispondere: ogni Stato membro, ogni parlamentare, ogni membro della Commissione.

 

Nessuno escluso.

Per me la scelta è chiara.

L'appello che lancio oggi è quindi un appello all'unità.

Unità tra gli Stati membri,

unità tra le istituzioni dell'UE,

unità tra le forze democratiche europeiste di questo Parlamento.

L'intero collegio ed io siamo qui, pronti per far trasformare questo appello in realtà insieme a voi.

Pronti a rafforzare la maggioranza democratica europeista,

l'unica che può fare la differenza per gli europei.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

La libertà e l'indipendenza sono quello per cui stanno combattendo le persone in Ucraina.

Persone come Sasha e sua nonna.

Sasha aveva solo 11 anni all'epoca dell'attacco russo.

Lui e sua madre si erano rifugiati in un seminterrato a Mariupol.

Una mattina sono usciti per cercare qualcosa da mangiare

e in quel momento si è scatenato l'inferno:

una pioggia di bombe russe in un quartiere di civili.

È diventato tutto buio e Sasha ha sentito il viso bruciare:

aveva una scheggia appena sotto gli occhi.

Nel giro di pochi giorni i soldati russi hanno espugnato la città

e hanno portato Sasha e sua madre in quello che chiamano "campo di filtraggio".

In seguito Sasha è stato portato via,

Gli hanno detto che non aveva bisogno di sua madre,

che sarebbe andato in Russia e avrebbe avuto una mamma russa,

un passaporto russo,

un nome russo.

Lo hanno spedito nella regione occupata del Donetsk.

Lui però non si è arreso:

 

in una tappa durante il viaggio si è fatto prestare il telefono da uno sconosciuto

e ha chiamato la nonna, Liudmyla, che viveva nell'Ucraina libera.

"Baba, riportami a casa."

Lei non ha esitato nemmeno un secondo.

I suoi amici le hanno detto che era una follia,

ma Liudmyla ha mosso mari e monti per arrivare da lui.

Con l'aiuto del governo ucraino ha viaggiato attraverso la Polonia, la Lituania, la Lettonia e la Russia fino ai territori ucraini occupati.

Ha ritrovato Sasha

e rifacendo il lungo viaggio in direzione opposta lo ha riportato al sicuro.

Entrambi però hanno ancora il cuore spezzato.

Ogni giorno continuano a lottare per trovare la madre di Sasha, bloccata chissà dove a causa della brutale guerra russa.

Voglio ringraziare Sasha e Liudmyla per avermi consentito di condividere la loro storia.

Per me è un onore averli qui oggi.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

Vorrei rendere omaggio insieme a voi a Sasha, Liudmyla e all'instancabile lotta dell'Ucraina per la libertà.

 

Purtroppo la storia di Sasha non è affatto un caso isolato.

Ci sono decine di migliaia di bambini ucraini di cui non si sa nulla.

Sono stati catturati, minacciati e costretti a rinnegare la loro identità.

Dobbiamo fare tutto il possibile per aiutarli.

Per questo annuncio che, insieme all'Ucraina e ad altri partner, organizzerò un vertice della coalizione internazionale per il rimpatrio dei bambini ucraini.

Tutti i bambini rapiti devono tornare a casa.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

questa guerra deve finire con una pace giusta e duratura per l'Ucraina.

La libertà dell'Ucraina è la libertà dell'Europa.

Le immagini arrivate dall'Alaska non sono state facili da digerire,

ma pochi giorni dopo i leader europei sono andati a Washington per sostenere il presidente Zelensky e ottenere degli impegni concreti.

Da allora sono stati fatti dei concreti passi avanti.

Solo la settimana scorsa 26 paesi della coalizione dei volenterosi si sono detti pronti a far parte di una forza di rassicurazione in Ucraina o a dare un contributo finanziario, nel contesto di un cessate il fuoco.

Continueremo a sostenere tutti gli sforzi diplomatici per mettere fine alla guerra,

ma tutti abbiamo visto cosa intende la Russia per "diplomazia".

Putin rifiuta di incontrare il presidente Zelensky.

La settimana scorsa la Russia ha lanciato il più alto numero di droni e missili balistici mai registrato in un unico attacco.

Ieri c'è stato un attacco missilistico in un villaggio del Donetsk, contro un gruppo di persone che erano in fila per ritirare la pensione.

Ci sono stati più di 20 morti.

E oggi stesso abbiamo assistito a una violazione sconsiderata e senza precedenti dello spazio aereo polacco ed europeo da parte di più di dieci droni russi.

L'Europa è pienamente solidale con la Polonia.

Il messaggio di Putin è chiaro,

e chiara deve essere la nostra risposta.

Dobbiamo fare ancora più pressione sulla Russia perché si sieda al tavolo dei negoziati.

Servono altre sanzioni.

Al momento siamo al lavoro sul 19º pacchetto, in coordinamento con i nostri partner.

In particolare ci stiamo concentrando su come accelerare l'eliminazione graduale dei combustibili fossili russi, sulla flotta ombra e sul ruolo dei paesi terzi.

Allo stesso tempo serve un maggiore sostegno all'Ucraina.

Nessuno ha contribuito quanto l'Europa,

che finora ha concesso quasi 170 miliardi di € di aiuti militari e finanziari.

Ne serviranno ancora,

ma non dovrebbero essere solo i contribuenti europei a subirne le conseguenze.

La Russia ha scatenato questa guerra ed è la Russia a dover pagare.

Per questo dobbiamo trovare urgentemente una nuova soluzione per finanziare lo sforzo bellico dell'Ucraina usando i beni russi bloccati.

Grazie alle disponibilità liquide associate a tali beni, potremo fornire all'Ucraina un prestito di risarcimento (Reparations Loan).

I beni veri e propri non verranno toccati.

L'assunzione dei rischi dovrà essere collettiva.

L'Ucraina rimborserà il prestito solo una volta che la Russia avrà pagato i risarcimenti.

I fondi aiuteranno l'Ucraina nell'immediato,

ma saranno cruciali anche per la sua sicurezza a medio e lungo termine.

Ad esempio finanzieranno il rafforzamento delle forze armate come prima linea di garanzie di sicurezza.

Proporremo un nuovo programma,

denominato Vantaggio militare qualitativo (Qualitative Military Edge),

che sosterrà gli investimenti nelle capacità delle forze armate ucraine.

I droni sono un esempio perfetto.

Prima della guerra l'Ucraina non ne aveva.

Oggi invece oltre due terzi delle perdite russe di attrezzature derivano dall'uso dei droni da parte dell'Ucraina.

Non si tratta solo di un vantaggio sul campo di battaglia,

ma anche di una dimostrazione del potere dell'ingegno umano nelle società aperte.

Tuttavia la Russia sta recuperando rapidamente, anche grazie ai droni Shahed di progettazione iraniana,

e sta sfruttando la propria produzione industriale di massa.

Nella sola notte di sabato ha inviato in Ucraina 800 droni.

Insomma, l'ingegno umano ha aiutato la difesa dell'Ucraina,

ma la forza bruta dell'industria avversaria rischia di vanificare gli sforzi.

Possiamo quindi utilizzare la nostra forza industriale per aiutare l'Ucraina a rispondere a questi attacchi con i droni.

Possiamo contribuire a trasformare l'ingegnosità ucraina in un vantaggio sul campo di battaglia e in un processo di industrializzazione condiviso.  

È per questo che l'Europa anticiperà 6 miliardi di € dai prestiti per l'accelerazione delle entrate straordinarie e concluderà un'Alleanza per i droni (Drone alliance) con l'Ucraina.

L'Ucraina ha le capacità necessarie.

Ora ha bisogno di applicarle su vasta scala.

Possiamo farlo insieme, affinché l'Ucraina mantenga il suo vantaggio e l'Europa rafforzi il proprio.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

l'economia di guerra di Putin continuerà anche se la guerra finisce.

L'Europa deve perciò essere pronta ad assumersi la responsabilità della propria sicurezza.

Naturalmente, la NATO resterà sempre fondamentale,

ma solo una posizione di difesa europea forte e credibile può garantire la nostra sicurezza.

In questi ultimi anni abbiamo compiuto progressi di portata storica nel costruire la nostra Unione europea della difesa.

All'inizio di quest'anno abbiamo avviato il piano "Prontezza 2030", che potrebbe mobilitare fino a 800 miliardi di € di investimenti nel settore della difesa.

Ne fa parte anche il programma SAFE, pronto a fornire 150 miliardi di € per acquisti congiunti.

Diciannove Stati membri hanno già presentato domanda.

Il programma è già al completo.

È una buona notizia.

Ci adoperiamo inoltre per offrire un incentivo a chi sostiene l'Ucraina o acquista materiale ucraino.

È un aiuto finanziario di emergenza per far fronte a una necessità urgente.

La settimana scorsa, quando ho visitato gli Stati membri in prima linea, ho potuto constatarlo con i miei occhi:

nessuno conosce la minaccia russa meglio di loro.

Non c'è alcun dubbio: il versante orientale dell'Europa protegge tutto il continente,

dal Mar Baltico al Mar Nero.

Per questo motivo dobbiamo investire per sostenerli con una Sorveglianza del versante orientale (Eastern Flank Watch)

e dotare l'Europa di mezzi strategici indipendenti. 

Dobbiamo investire nella sorveglianza spaziale in tempo reale in modo che nessun movimento di forze passi inosservato.

Dobbiamo rispondere all'appello dei nostri amici baltici e costruire questo muro di droni.

Non è un'ambizione astratta.

È il fondamento di una difesa credibile.

Una capacità europea sviluppata, utilizzata e mantenuta congiuntamente, in grado di reagire in tempo reale e che non dia adito ad alcun dubbio sulle nostre intenzioni.

L'Europa difenderà ogni centimetro quadrato del suo territorio.

In tutti i paesi che ho visitato ho sentito lo stesso messaggio: non abbiamo tempo da perdere.

In occasione del prossimo Consiglio europeo presenteremo una tabella di marcia chiara,

per avviare nuovi progetti comuni in materia di difesa,

fissare obiettivi precisi per il 2030

e creare un semestre europeo della difesa.

Il 2030 è dietro l'angolo.

L'Europa deve prepararsi già oggi.

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

la parola indipendenza implica la facoltà di poter scegliere il nostro destino.

Ed è per questo che l'Ucraina sta lottando.

Ed è questo ciò che meritano tutti gli europei.

Perché il concetto di Europa è radicato in un'idea ben precisa: l'idea di libertà e di rafforzamento reciproco.

La stessa idea che ha guidato la generazione all'indomani del 1989,

l'anno che ha segnato la riunificazione tra Est e Ovest.

Un'idea grandiosa, ora come allora.

Ed è per questo motivo che stiamo avvicinando i futuri Stati membri alla nostra Unione:

investendo, sostenendo riforme e promuovendo l'integrazione nel mercato unico.

Dobbiamo tenerci al passo con questo processo basato sul merito.

Perché solo un'Europa unita – e riunita – potrà essere indipendente.

 

Un'Unione più ampia e più forte costituisce una garanzia di sicurezza per tutti noi.

Perché il futuro dell'Ucraina, della Moldova e dei Balcani occidentali risiede nella nostra Unione.

È giunta l'ora di rendere la prossima riunificazione dell'Europa una realtà.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

quello che sta accadendo a Gaza ha scosso le coscienze di tutto il mondo.

Persone uccise mentre implorano di ricevere cibo.

Madri che si stringono ai corpi senza vita dei propri bambini.

Queste immagini sono semplicemente devastanti.

Desidero quindi partire da un messaggio molto chiaro:

la carestia provocata dall'uomo non può e non potrà mai essere usata come arma da guerra.

Per il bene dei bambini come per il bene dell'umanità, si deve porre fine a queste atrocità.

 

Atrocità sintomo di un cambio di rotta divenuto più sistematico negli ultimi mesi, che ha portato a una situazione semplicemente inaccettabile.

Abbiamo assistito al "soffocamento finanziario" dell'Autorità palestinese.

Ai piani per un progetto di insediamento nel cosiddetto blocco E1, che in sostanza separerebbe la Cisgiordania occupata da Gerusalemme Est.

Alle azioni e alle dichiarazioni dei ministri più estremisti del governo israeliano che incitano alla violenza.

Tutto ciò denota il chiaro tentativo di compromettere la soluzione fondata sulla coesistenza dei due Stati,

come anche di minare la visione di uno Stato palestinese sostenibile. E noi non dobbiamo permettere che ciò accada.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

mi affligge davvero pronunciare queste parole.

E so che l'incapacità dell'Europa di concordare una via comune è altrettanto dolorosa per molti cittadini.

Gli stessi cittadini che si chiedono a che punto si dovrà arrivare prima di ottenere una risposta univoca.

Lo comprendo.

Perché quello che sta accadendo a Gaza è inammissibile.

 

E perché l'Europa deve assumere un ruolo guida, come ha già fatto in passato.

Il nostro sostegno finanziario e gli aiuti umanitari superano di gran lunga quelli di qualsiasi altro partner.

Il nostro impegno a favore di un'Autorità palestinese sostenibile mantiene viva la fattibilità della soluzione dei due Stati.

E dobbiamo esortare gli altri partner a intervenire con urgenza, sia nella regione che al di fuori di essa.

 

Ma, naturalmente, l'Europa deve fare di più.

Molti Stati membri si sono mossi autonomamente.

Da parte nostra, abbiamo proposto di sospendere parzialmente i finanziamenti nell'ambito di Orizzonte Europa,

ma l'iniziativa è bloccata dall'assenza di una maggioranza.

Dobbiamo rimediare a questo problema.

Non possiamo permetterci di rimanere paralizzati.

Per questo motivo proporrò un pacchetto di misure che delineino la via da seguire.

 

In primo luogo, la Commissione farà da sola tutto ciò che è in suo potere.

Sospenderemo il nostro sostegno bilaterale a Israele.

Interromperemo tutti i pagamenti nei settori interessati, senza compromettere la collaborazione con la società civile israeliana o lo Yad Vashem.

In secondo luogo, presenteremo due nuove proposte al Consiglio.

Proporremo sanzioni da comminare ai ministri estremisti e ai coloni violenti.

Proporremo anche la sospensione parziale dell'accordo di associazione sulle questioni commerciali.

Raggiungere la maggioranza sarà difficile e ne sono cosciente.

E so che i provvedimenti proposti risulteranno eccessivi per alcuni,

insufficienti per altri.

Ma è giunto il momento di assumerci le nostre responsabilità e lo dobbiamo fare tutti: Parlamento, Consiglio e Commissione.

In terzo luogo, il mese prossimo istituiremo un gruppo di donatori per la Palestina (Palestine Donor Group), che prevede uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza.

Si tratta di un'iniziativa su scala internazionale che vedrà la collaborazione con i partner regionali

e prenderà le mosse dal processo avviato dalla conferenza di New York organizzata da Francia e Arabia Saudita.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

sono un'amica di lunga data del popolo israeliano.

So quanto gli atroci attacchi del 7 ottobre perpetrati dai terroristi di Hamas abbiano scosso nel profondo la nazione di Israele.

A più di 700 giorni da quella terribile giornata, gli ostaggi continuano a essere nelle mani del gruppo terroristico.

Sono 700 giorni di dolore e sofferenza.

Non ci sarà mai posto per Hamas, né ora né mai.

Perché sono terroristi e perché puntano a distruggere Israele.

E stanno seminando il terrore anche tra la propria popolazione,

tenendone in ostaggio il futuro.

 

L'obiettivo dell'Europa è sempre stato lo stesso:

garantire una sicurezza concreta per Israele e un presente e un futuro sicuri per tutti i palestinesi.

Questo presuppone il rilascio degli ostaggi,

l'accesso degli aiuti umanitari senza restrizioni

e la proclamazione immediata di un cessate il fuoco.

Nel lungo periodo, tuttavia, l'unico piano di pace realistico è quello della soluzione dei due Stati.

Quello che vede i due popoli vivere fianco a fianco in pace e sicurezza.

Con un Israele in sicurezza, un'Autorità palestinese sostenibile e la rimozione dell'orribile piaga che è Hamas.

Sono questi gli ideali che l'Europa ha sempre sostenuto

ed è giunto il momento di unire le forze per tradurli in realtà.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

per essere indipendente l'Europa deve riuscire a competere nel periodo turbolento che stiamo attraversando.

Qui in Europa abbiamo tutto il necessario per prosperare: dal mercato unico all'economia sociale di mercato,

ma sentiamo il peso delle difficoltà economiche e geopolitiche cui siamo confrontati.

E abbiamo visto come le dipendenze possono essere usate contro di noi.

 

Per questo motivo investiremo massicciamente nelle tecnologie digitali e pulite.

A ciò aggiungeremo ulteriori investimenti nell'ambito del futuro Fondo per la competitività e nel quadro del programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa, la cui dotazione di bilancio sarà raddoppiata.

Stiamo inoltre eliminando le principali strozzature individuate dalla relazione Draghi, che vanno dall'energia ai capitali, dagli investimenti alla semplificazione.

Abbiamo tenuto dialoghi strategici con i rappresentanti di settori chiave, quali quelli delle automobili, dei prodotti chimici, dell'acciaio, dei prodotti farmaceutici, della difesa e dell'agricoltura,

e sono tutti concordi su un principio:

per proteggere i posti di lavoro dobbiamo agevolare l'attività imprenditoriale in Europa.

In più, i pacchetti omnibus che abbiamo presentato finora faranno davvero la differenza:

meno burocrazia, meno sovrapposizioni, meno norme complesse.

Grazie alle nostre proposte, le imprese europee otterranno una riduzione dei costi burocratici per otto miliardi di € all'anno.

L'euro digitale, ad esempio, agevolerà tanto le imprese quanto i consumatori.

Stiamo mettendo a punto altri pacchetti omnibus, come quelli per la mobilità militare e per il digitale.

Per le imprese innovative stiamo elaborando il cosiddetto 28° regime e stiamo accelerando i lavori sull'Unione europea del risparmio e degli investimenti.

Questo perché molte delle nostre start-up presentano un alto potenziale in tecnologie chiave quali quella quantistica, l'IA o le biotecnologie.

Man mano che queste imprese crescono, tuttavia, la limitata disponibilità di capitale di rischio le costringe a rivolgersi a investitori stranieri.

L'Europa perde così ricchezza e posti di lavoro,

il che ne mina la sovranità tecnologica.

Per questo motivo la Commissione collaborerà con gli investitori privati nell'ambito di un fondo Scaleup Europe, caratterizzato da una dotazione di diversi miliardi di euro.

Il fondo contribuirà a realizzare ingenti investimenti in imprese giovani e in rapida crescita che operano in settori tecnologici critici.

Perché vogliamo che sia il meglio dell'Europa a scegliere l'Europa.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

la nostra principale risorsa è il mercato unico, che però rimane incompiuto.

Secondo le stime dell'FMI, gli ostacoli interni al mercato unico equivalgono a tariffe del 45% sulle merci

e del 110% sui servizi.

Pensiamo a quante opportunità stiamo perdendo.

Inoltre, come evidenziato nella relazione Letta, il mercato unico rimane principalmente incompleto in tre settori: servizi finanziari, energia e telecomunicazioni.

Abbiamo bisogno di scadenze politiche puntuali.

Ecco perché presenteremo una tabella di marcia per il mercato unico da qui al 2028,

che riguarderà i capitali, i servizi, il settore energetico, le telecomunicazioni, il 28° regime e la "quinta libertà" per la circolazione della conoscenza e dell'innovazione.

Se una cosa è quantificabile, può essere realizzata.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

queste iniziative sosterranno anche gli investimenti nelle tecnologie che alimentano la nostra economia,

come quelle pulite e digitali.

Penso all'intelligenza artificiale.

Per assicurare la nostra indipendenza futura è essenziale istituire un'IA europea,

che contribuirà a potenziare le nostre industrie e le nostre società,

dall'assistenza sanitaria alla difesa.

A tal fine porremo le prime pietre angolari, come l'atto legislativo sullo sviluppo del cloud e dell'IA e lo spazio di sperimentazione per la quantistica (Quantum Sandbox).

Stiamo investendo massicciamente nelle gigafabbriche di IA europee,

che sostengono le nostre start-up innovative nello sviluppo, nell'addestramento e nella diffusione dei loro modelli di IA di prossima generazione.

Alla nostra richiesta di unire le forze il settore privato ha risposto in modo entusiastico.

Proprio oggi incontrerò gli amministratori delegati di alcuni fra i maggiori campioni tecnologici europei (European tech champions),

che rilasceranno una dichiarazione sull'IA e le tecnologie europee,

segno del loro impegno a investire nella sovranità tecnologica dell'Europa.

 

Lo stesso approccio va adottato in relazione alle tecnologie pulite, dall'acciaio alle batterie.

Il settore europeo delle tecnologie pulite deve restare in Europa – e dobbiamo agire con urgenza.

 

Con il patto per l'industria pulita abbiano individuato i principali ostacoli che impastoiano questi settori.

Ora dobbiamo accelerare l'attuazione.

Perché gli investitori vogliono la certezza che, quando investono, potranno contare sulla domanda di prodotti puliti europei.

È per questo motivo che la nostra azione dev'essere incentrata sui mercati guida:

per innescare un circolo virtuoso

nel quale la domanda e l'offerta crescono e i prezzi diminuiscono.

Sul versante dell'offerta, vareremo un pacchetto di sostegno per le batterie (Battery Booster).

Il pacchetto metterà a disposizione 1,8 miliardi di € di equity per potenziare la produzione in Europa.

Le batterie sono essenziali per altre tecnologie pulite, in particolare i veicoli elettrici.

L'iniziativa rafforza quindi un caposaldo della nostra indipendenza.

Sul versante della domanda, dobbiamo stimolare con urgenza la domanda di leadership industriale europea nelle tecnologie pulite.

In quest'ottica introdurremo negli appalti pubblici un criterio relativo al "made in Europe".

Quando investiamo nel Global Gateway, ad esempio, offriamo ai partner forti incentivi per comprare europeo.

Ne sono certa: la tecnologia pulita di domani continuerà a essere prodotta in Europa.

Ma, perché questo accada, dobbiamo assicurarci che la nostra industria possa procurarsi i materiali qui in Europa.

E l'unica soluzione è creare un'economia davvero circolare.

Dobbiamo quindi avanzare più spediti con l'atto legislativo sull'economia circolare

e procedere nei settori che sono pronti.

Infine dobbiamo mantenere lo slancio.

La Commissione proporrà pertanto un atto su un acceleratore industriale per i settori e le tecnologie chiave strategici.

Riassumendo, sul fronte delle tecnologie digitali e pulite, dobbiamo essere più rapidi, più intelligenti, più europei.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

già oggi oltre il 70% della nostra energia elettrica proviene da fonti a basse emissioni di anidride carbonica.

Siamo leader mondiali per numero di brevetti di tecnologie pulite, davanti agli Stati Uniti e testa a testa con la Cina.

In termini di capitale di rischio stiamo recuperando terreno rispetto agli Stati Uniti e siamo in netto vantaggio sulla Cina.

Siamo decisamente sulla buona strada per centrare l'obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030.

Ecco che cosa è in grado di fare il Green Deal europeo.

Dobbiamo mantenere la rotta verso i nostri obiettivi climatici e ambientali.

 

La scienza non dà adito a dubbi.

Le argomentazioni economiche e di sicurezza sono altrettanto convincenti.

Questa trasformazione è a tutti gli effetti cruciale per renderci indipendenti.

Perché riduce le nostre dipendenze energetiche.

Perché la produzione circolare ridimensiona quelle strategiche.

E perché crea industrie all'avanguardia che possono esportare soluzioni.

E proprio di soluzioni è alla ricerca il Sud del mondo, dall'Africa all'India fino all'Asia centrale.

Si tratta di mercati in rapida evoluzione; chi li dominerà è ancora tutto da vedere.

Noi possiamo rispondere a questa domanda crescente di soluzioni,

ma non è scontato.

È per questo che, dieci anni dopo l'accordo di Parigi, la Commissione ha proposto traguardi per il 2040.

So che molti sono preoccupati per l'entità della sfida che ci attende.

Per questa ragione la transizione deve sostenere le persone e irrobustire l'industria.

Ciò significa anche catalizzare un aumento massiccio degli investimenti pubblici e privati.

Aprire mercati guida per i prodotti puliti e circolari, in grado di creare posti di lavoro e promuovere gli investimenti in Europa.

Garantire una transizione giusta per tutti, ad esempio sfruttando il Fondo sociale per il clima.

Assicurare condizioni di parità a livello mondiale, in particolare puntando sulla fissazione del prezzo del carbonio.

L'Europa deve tutelare le sue industrie.

Stanno facendo la cosa giusta, ovvero decarbonizzare:

dovrebbero essere premiate e incentivate.

In caso contrario rischiamo di trovarci a dipendere dalle importazioni, siano esse di acciaio per i produttori di auto o di fertilizzanti per gli agricoltori.

Saremmo alla mercé dei prezzi, dei volumi e della qualità che altri sono disposti e in grado di offrirci.

Prendiamo ad esempio l'acciaio e altri metalli.

La sovraccapacità globale erode i margini e non incentiva a pagare un extra per prodotti puliti.

Di conseguenza per l'industria siderurgica europea diventa più difficile investire nella decarbonizzazione.

Per questa ragione la Commissione proporrà un nuovo strumento commerciale a lungo termine che si sostituirà alle misure di salvaguardia sull'acciaio, ormai prossime alla scadenza.

L'Europa continuerà a essere aperta.

Siamo favorevoli alla concorrenza,

ma proteggeremo sempre la nostra industria da quella sleale.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

quando parliamo di competitività, parliamo di posti di lavoro.

Parliamo di persone e dei loro mezzi di sussistenza.

A conti fatti, se vogliamo un'economia competitiva, dobbiamo mettere i lavoratori nelle giuste condizioni.

Proporremo quindi un atto legislativo sui posti di lavoro di qualità,

per far sì che l'occupazione tenga il passo con l'economia di oggi.

Si tratta di un aspetto importante perché sappiamo che molte famiglie sono in difficoltà.

I costi lievitano,

le persone faticano ad arrivare a fine mese.

È una questione basilare di giustizia sociale.

Per questo motivo abbiamo urgente bisogno di un'ambiziosa strategia europea contro la povertà,

in cui definiremo il nostro piano per contribuire a eradicare la povertà entro il 2050.

Sarà accompagnata da una solida garanzia per l'infanzia, tesa a mettere al riparo bambini e bambine dalla povertà.

 

Presenteremo anche una serie di pacchetti sull'accessibilità economica e il costo della vita.

Permettetemi di fare quattro esempi:

il primo è l'energia.

Quando aumentano i costi dell'energia, non cambiano solo le cifre in bolletta,

ma ne risente ogni singolo aspetto della vita delle persone.

All'apice della crisi dell'energia degli ultimi anni, l'Europa è scesa in campo.

Grazie a questo sforzo collettivo, nel giro di poco tempo siamo riusciti a stabilizzare i prezzi e garantirci un approvvigionamento sicuro.

Ora ci stiamo avvicinando all'indipendenza energetica,

ma le bollette dell'energia sono ancora causa di apprensione per milioni di europei

e i costi per l'industria restano elevati a livello strutturale.

Sappiamo qual è stata la causa dell'aumento dei prezzi: la dipendenza dai combustibili fossili russi.

È giunto il momento di liberarcene.

Sappiamo anche che cosa fa scendere i prezzi: l'energia pulita prodotta localmente.

Dobbiamo produrre più energia da fonti rinnovabili interne, affidandoci al nucleare per il carico di base.

Ma dobbiamo anche investire con urgenza nelle infrastrutture e negli interconnettori e provvedere alla loro modernizzazione.

A tal fine proporremo un nuovo pacchetto sulle reti per rinforzare l'infrastruttura di rete e accelerare l'iter autorizzativo.

In aggiunta al pacchetto, oggi ho il piacere di annunciare una nuova iniziativa sulle autostrade energetiche.

Abbiamo individuato otto punti critici di congestione nelle nostre infrastrutture energetiche,

dallo stretto di Øresund al canale di Sicilia.

Ci adopereremo per sbloccarli uno a uno.

Riuniremo pubbliche amministrazioni e fornitori di servizi per affrontare tutte le questioni in sospeso.

Perché gli europei hanno bisogno di energia a prezzi accessibili nell'immediato.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

una casa non è solo quattro pareti e un tetto.

È sicurezza, calore, un ritrovo per amici e familiari.

È senso di appartenenza.

Eppure, per troppi europei oggi la casa è fonte di preoccupazione:

può essere sinonimo di debiti o incertezza.

Le cifre raccontano una realtà difficile.

I prezzi delle case sono saliti di oltre il 20% dal 2015,

 

mentre le licenze edilizie hanno registrato una flessione del 20% in cinque anni.

Non è una semplice crisi degli alloggi,

è una crisi sociale.

Indebolisce il tessuto sociale europeo

e la nostra coesione,

oltre a mettere a rischio la nostra competitività.

Il personale sanitario, gli insegnanti e i vigili del fuoco non possono permettersi di vivere nelle città in cui lavorano.

Gli universitari abbandonano gli studi perché non riescono a pagare l'affitto.

I giovani rimandano i progetti di mettere su famiglia.

Per tutti questi motivi, facendo tesoro dei vostri contributi, presenteremo già quest'anno il primo piano europeo per alloggi a prezzi accessibili.

L'obiettivo sono alloggi più economici, più sostenibili e di migliore qualità.

Sarà uno sforzo europeo, ma radicato nelle realtà locali.

Occorre ripensare completamente il modo in cui affrontiamo il problema.

Dobbiamo rivedere le norme sugli aiuti di Stato per consentire misure di sostegno agli alloggi.

Costruire nuovi alloggi, anche studenteschi, deve diventare molto più semplice.

Presenteremo anche una proposta di legge sugli affitti a breve termine per superare le criticità che ancora permangono.

Serve la collaborazione di tutti i membri della società, i legislatori e le parti interessate.

In questo spirito convocheremo il primo vertice dell'UE sugli alloggi per garantire che l'argomento resti in cima all'ordine del giorno.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

gli alloggi sono indissolubilmente legati alla dignità,

all'equità,

e al futuro dell'Europa.

Otto anni fa il pilastro europeo dei diritti sociali ha sancito il diritto sociale all'alloggio in Europa.

È tempo di concretizzare questa promessa.

 

Il terzo esempio su cui mi vorrei soffermare sono le auto,

pilastro della nostra economia e della nostra industria,

motivo di vanto per l'Europa.

Dal settore automobilistico dipendono milioni di posti di lavoro.

Qualche mese fa abbiamo concesso più flessibilità per raggiungere gli obiettivi settoriali per il 2025:

sta funzionando.

Per quanto riguarda la neutralità tecnologica, stiamo preparando il riesame del 2035.

Milioni di europei vogliono comprare auto europee a prezzi ragionevoli.

Di conseguenza, dobbiamo investire anche in veicoli piccoli e poco costosi,

per andare incontro tanto al mercato europeo quanto all'impennata della domanda mondiale.

Proporremo quindi all'industria di collaborare a un'iniziativa su auto di piccole dimensioni a prezzi contenuti.

Sono del parere che l'Europa dovrebbe avere la sua "e-car".

"E" come ecologica: pulita, efficiente, leggera.

"E" come economica: alla portata di tutti.

"E" come europea: costruita in Europa, facendo affidamento su catene di approvvigionamento europee.

Non possiamo lasciare il mercato in mano alla Cina e agli altri concorrenti.

Non ci sono dubbi: il futuro è elettrico

e l'Europa ne farà parte.

Il futuro delle auto e le auto del futuro devono essere made in Europe.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

l'ultimo esempio che vi porto riguarda il cibo.

In Europa abbiamo accesso ad alimenti di alta qualità a prezzi abbordabili, prodotti da agricoltori e pescatori eccellenti:

uomini e donne che sono anche i custodi delle nostre terre e dei nostri mari, della nostra biodiversità,

la colonna portante della nostra sicurezza alimentare.

Ma vi sono circostanze che remano loro contro, dai costi elevati delle materie prime fino agli oneri burocratici e alla concorrenza sleale.

Ci stiamo muovendo su tutti questi fronti.

Abbiamo semplificato la PAC: meno burocrazia, più fiducia.

Abbiamo riservato fondi per il sostegno al reddito nel prossimo quadro finanziario pluriennale.

E abbiamo fatto in modo che i finanziamenti possano essere integrati da dotazioni nazionali e regionali.

Ma i nostri agricoltori hanno bisogno anche di concorrenza leale e condizioni di parità.

È una conditio sine qua non.

È per questo che l'accordo commerciale con il Mercosur prevede solide misure di salvaguardia, sostenute da risorse finanziarie qualora si renda necessaria una compensazione.

Dobbiamo anche consolidare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare.

Da troppo tempo il loro duro lavoro non è ricompensato come dovrebbe.

Gli agricoltori hanno diritto a percepire un prezzo equo per i loro prodotti, con un margine di profitto adeguato a sostenere le loro famiglie.

Esamineremo l'attuazione della normativa in materia di pratiche commerciali sleali.

E interverremo dove serve.

Oggi posso anche annunciare che incrementeremo il bilancio destinato alla promozione per varare una nuova campagna "Buy European food" a sostegno dei prodotti alimentari europei.

Perché siamo fieri di poter affermare che il cibo europeo è il migliore al mondo.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

quando parliamo di competitività e indipendenza dobbiamo parlare dei nostri rapporti con gli Stati Uniti.

Ho sentito tanti commenti in merito all'accordo che abbiamo raggiunto in estate

e comprendo le reazioni iniziali.

Permettetemi quindi di essere il più chiara possibile.

Quelle con gli Stati Uniti sono le nostre relazioni commerciali più importanti.

Le merci che esportiamo ogni anno verso gli Stati Uniti superano il valore di 500 miliardi di €.

Da queste relazioni commerciali dipendono milioni di posti di lavoro.

In qualità di presidente della Commissione non metterò mai a repentaglio i posti di lavoro o i mezzi di sussistenza delle persone.

Per questo motivo abbiamo concluso un accordo che ci permette di mantenere l'accesso delle nostre industrie al mercato.

E abbiamo fatto in modo che l'accordo raggiunto dall'Europa fosse il migliore possibile.

Abbiamo conferito un relativo vantaggio alle nostre imprese,

perché alcuni dei nostri concorrenti diretti sono soggetti a dazi molto più elevati da parte degli Stati Uniti.

È vero, partono forse da un'aliquota base inferiore.

Ma se consideriamo le esenzioni che siamo riusciti a ottenere e le tariffe aggiuntive che sono state imposte ad altri, ci siamo assicurati l'accordo migliore. Senza ombra di dubbio.

E voglio essere assolutamente chiara su un punto:

che si tratti di regolamentazioni ambientali o digitali,

siamo noi a stabilire le nostre norme,

siamo noi a stabilire le nostre regole.

L'Europa deciderà sempre da sé.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

io non credo nei dazi.

I dazi non sono altro che tasse.

Ma l'accordo garantisce una stabilità cruciale nelle nostre relazioni con gli Stati Uniti in un periodo di grave insicurezza globale.

Immaginate quali ripercussioni avrebbe una vera e propria guerra commerciale con gli Stati Uniti.

Immaginate il caos che ne deriverebbe.

E poi confrontate questa immagine con quella della Cina della settimana scorsa.

La Cina al fianco dei leader della Russia e della Corea del Nord.

Putin che si compiace delle relazioni instaurate tra la Russia e la Cina, strette come mai prima d'ora.

Sebbene non sorprendano più di tanto, questi sviluppi

rispecchiano una realtà in continua evoluzione.

In questo contesto due sono gli obiettivi prioritari per gli sforzi di indipendenza dell'Europa e per la sua posizione nel mondo.

Il primo è la necessità di incrementare la diversificazione e i partenariati.

L'80% dei nostri scambi commerciali avviene con paesi diversi dagli Stati Uniti.

Dobbiamo quindi sfruttare nuove opportunità.

In un momento in cui il sistema commerciale globale si sta sgretolando, noi garantiamo norme globali stipulando accordi bilaterali,

come quelli con il Messico o il Mercosur.

Oppure negoziamo un accordo storico con l'India, che sarà ultimato entro la fine di quest'anno.

 

Intendiamo inoltre creare una coalizione di paesi che condividono gli stessi principi per riformare il sistema commerciale globale, come l'accordo globale e progressivo di partenariato transpacifico.

Perché il commercio ci consente di rafforzare le catene di approvvigionamento,

rendere i mercati più aperti,

ridurre le dipendenze.

In definitiva si tratta di rafforzare la nostra sicurezza economica.

Il mondo vuole scegliere l'Europa.

E noi dobbiamo sviluppare rapporti commerciali con il mondo.

 

Il secondo obiettivo prioritario per l'Europa è intensificare gli sforzi lì dove altri hanno abbandonato.

Prendiamo la ricerca, per esempio.

Alla scienza non interessano passaporti, generi, etnie o colori politici.

La scienza è uno dei beni mondiali più preziosi.

Per questo motivo la Commissione ha annunciato il pacchetto "Scegliere l'Europa" di 500 milioni di € per attrarre e trattenere i migliori scienziati e ricercatori.

L'Europa deve assumere un ruolo guida anche nel campo della salute mondiale.

Siamo sull'orlo, se non perfino all'inizio, di un'altra crisi sanitaria globale.

In quanto medico per formazione sono inorridita dal propagarsi della disinformazione, che minaccia il progresso globale in qualsiasi campo, dalla lotta contro il morbillo a quella contro la poliomielite.

È per questo che oggi sono fiera di annunciare che l'UE guiderà una nuova iniziativa globale per la resilienza sanitaria (Global Health Resilience Initiative).

Perché il mondo guarda all'Europa e l'Europa è pronta ad assumere il ruolo di guida.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

l'indipendenza dell'Europa risiede nella tutela delle nostre libertà.

La libertà di decidere, di esprimere la propria opinione, di spostarsi in un intero continente.

La libertà di votare, di amare, di pregare.

 

Di vivere in un'Unione dell'uguaglianza.

La nostra democrazia e lo Stato di diritto sono i garanti di tali libertà.

Per questo motivo ci siamo dedicati a potenziare i nostri strumenti e a rafforzare l'applicazione delle norme.

Abbiamo istituito un nuovo ciclo sullo Stato di diritto che permette di individuare tempestivamente i problemi e risolverli attraverso il dialogo.

Abbiamo bisogno di un ciclo annuale integrato sullo Stato di diritto: un ritmo comune, traguardi chiari e contributi da parte di tutte le istituzioni.

E la nostra priorità deve essere quella di colmare le lacune esistenti.

Abbiamo rafforzato il legame tra i fondi dell'Unione e il rispetto dello Stato di diritto.

E lo rafforzeremo ancora di più con il prossimo bilancio a lungo termine.

Il rispetto dello Stato di diritto è una condicio sine qua non per poter usufruire dei finanziamenti dell'UE. Ora e in futuro.

 

La nostra democrazia è sotto attacco.

La manipolazione delle informazioni e la disinformazione crescenti stanno dividendo le nostre società,

erodendo non solo la fiducia nella verità, ma anche nella democrazia stessa.

Per questo motivo abbiamo urgente bisogno dello scudo europeo per la democrazia.

Abbiamo bisogno di maggiori capacità per monitorare e individuare la manipolazione delle informazioni e la disinformazione.

Intendiamo istituire pertanto un nuovo centro europeo per la resilienza democratica (European Centre for Democratic Resilience),

che riunirà tutte le competenze e le capacità degli Stati membri e dei paesi vicini.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

in diverse comunità di tutta Europa i media tradizionali sono in crisi.

In molte zone rurali, l'epoca in cui si andava a comprare il giornale locale è un lontano ricordo.

Questa situazione ha trasformato molti luoghi in deserti dell'informazione, in cui la disinformazione trova terreno fertile.

Si tratta di un fenomeno estremamente pericoloso per la nostra democrazia.

Perché i cittadini informati, che possono fidarsi di ciò che leggono e ascoltano, sono essenziali per far sì che chi è al potere sia chiamato a rendere conto del proprio operato.

E quando i media indipendenti sono smantellati o neutralizzati, la nostra capacità di monitorare la corruzione e preservare la democrazia è gravemente indebolita.

Per questo motivo il primo passo della strategia di un autocrate è sempre quello di neutralizzare i media indipendenti.

Perché il silenzio favorisce il regresso democratico e la corruzione.

Dobbiamo quindi impegnarci di più per proteggere i media e la stampa indipendente.

Intendiamo pertanto avviare un nuovo programma per la resilienza dei media (Media Resilience Programme), che sosterrà il giornalismo indipendente e l'alfabetizzazione mediatica.

Ma dobbiamo anche affiancare investimenti per rispondere ad alcune delle cause profonde di questa tendenza.

Per questo motivo abbiamo proposto di aumentare in modo significativo i finanziamenti destinati ai media nel prossimo bilancio.

Inoltre è necessario anche stimolare il capitale azionario privato.

Utilizzeremo pertanto i nostri strumenti in tal senso per sostenere i media indipendenti e locali.

Una stampa libera è il fondamento di qualsiasi democrazia.

E noi sosterremo la stampa europea affinché rimanga libera.

             

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

lo stesso vale per i social media,

che presentano numerosi vantaggi nel collegare le persone fra loro.

Ma vorrei sollevare una questione specifica,

ossia le conseguenze che si verificano quando diamo ai nostri figli un accesso senza restrizioni ai social media.

Come madre di sette figli e nonna di quattro nipoti, mi immedesimo nell'ansia che nutrono i genitori. Genitori che fanno del loro meglio per proteggere i figli

e temono che il telefono li esponga a tutta una serie di pericoli, anche solo quando fanno scrolling.

Bullismo online,

contenuti per adulti,

incoraggiamento all'autolesionismo.

Algoritmi che sfruttano le vulnerabilità dei minori con l'esplicito intento di creare dipendenza.

Tante madri e tanti padri si sentono troppo spesso impotenti e inermi,

travolti dallo tsunami dei colossi della tecnologia che inonda le loro case, le loro famiglie.

Sono fermamente convinta che a crescere i nostri figli debbano essere i genitori e non gli algoritmi.

La loro voce deve essere ascoltata.

Ecco perché oggi sono qui a dirvi che vi ascolto.

Così come ai miei tempi tutti noi, come società, abbiamo insegnato ai nostri figli che non dovevano fumare, bere e guardare contenuti per adulti prima di una certa età,

ritengo che sia il momento di considerare la possibilità di fare altrettanto per i social media.

I nostri amici in Australia hanno aperto la strada alle prime restrizioni dei social media.

Seguo con attenzione l'attuazione di questa politica per vedere quali potrebbero essere i prossimi passi da adottare qui in Europa.

Chiederò a un gruppo di esperti di fornirmi, entro la fine di quest'anno, un parere sul miglior approccio dal punto di vista europeo.

Affronteremo la questione con cautela e ascolteremo le voci di tutti.

In tutto il nostro operato saremo guidati dalla necessità di dotare i genitori degli strumenti giusti e di costruire un'Europa più sicura per i nostri figli.

Perché quando si tratta della sicurezza online dei nostri figli, l'Europa pensa ai genitori, non al profitto.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

proteggere la democrazia è il nostro compito più importante.

Per riuscirci, però, dobbiamo anche dimostrare che la democrazia offre soluzioni alle legittime preoccupazioni delle persone.

Un caso esemplare è quello della migrazione.

Abbiamo quindi proposto di triplicare le risorse destinate alla gestione della migrazione e delle frontiere nel prossimo bilancio,

in modo da poter gestire efficacemente la migrazione e proteggere le nostre frontiere esterne.

 

È però evidente che questo non basta.

Le cittadine e i cittadini europei hanno dimostrato di essere pronti ad aiutare chi fugge dalla guerra e dalle persecuzioni,

ma si sentono frustrati quando hanno l'impressione che le nostre regole non siano rispettate.

Dobbiamo pertanto intensificare i nostri sforzi.

Occorre un sistema che sia umano, ma non ingenuo.

Dobbiamo affrontare seriamente la questione del ritorno dei richiedenti asilo respinti ai loro paesi d'origine.

 

Non è accettabile che solo il 20% delle persone che non hanno il permesso di restare lasci davvero l'Europa.

Dobbiamo pertanto trovare rapidamente un accordo sul sistema comune di rimpatrio.

Non possiamo perdere altro tempo.

 

Dobbiamo inoltre garantire che il patto sulla migrazione e l'asilo sia attuato nella sua interezza non appena entrerà in vigore.

È rigoroso, ma equo.

E funzionerà solo se ogni Stato membro farà la sua parte:

da nord a sud, da est a ovest.

 

Naturalmente continueremo ad adempiere ai nostri obblighi internazionali.

Ma l'Europa è la nostra casa, siamo noi a decidere chi entra e a quali condizioni, non gli scafisti e i trafficanti,

che guadagnano milioni e milioni con le loro false promesse ciniche e mortali.

Dobbiamo distruggere il loro modello di attività.

Nel complesso le cifre indicano un calo, ma sono ancora troppe le persone che tentano di attraversare le frontiere illegalmente o che muoiono lungo il percorso.

Dobbiamo collaborare con i social media per porre fine alla pianificazione e alla promozione online delle operazioni di traffico di migranti.

Dobbiamo rafforzare la collaborazione con le compagnie aeree, in particolare lungo le rotte più problematiche, come quelle verso la Bielorussia.

Solo seguendo il denaro possiamo rintracciare le reti criminali e prosciugare le loro fonti di finanziamento.

Ci serve un nuovo regime sanzionatorio che prenda di mira gli scafisti e i trafficanti.

Per congelare i loro patrimoni.

Per limitare le loro possibilità di spostamento.

Per privarli dei loro profitti.

Il traffico di esseri umani è un'attività criminale e crudele: nessuno scafista o trafficante deve restare impunito in Europa.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

il messaggio che voglio trasmettere è semplice.

Ciò che conta per le cittadine e i cittadini europei conta anche per l'Europa.

Dobbiamo sempre essere all'altezza delle loro aspettative.

Questa estate tutti noi abbiamo visto le immagini delle foreste e dei paesi dell'Europa avvolti dalle fiamme.

È bruciato più di un milione di ettari,

una superficie pari a circa un terzo del Belgio.

L'entità dei danni è enorme

e sappiamo che non si tratta di un caso isolato.

I cambiamenti climatici rendono le estati sempre più calde, difficili e pericolose.

Dobbiamo perciò impegnarci sempre più e sempre più risolutamente puntando alla resilienza e all'adattamento ai cambiamenti climatici e a soluzioni basate sulla natura.

Ma dobbiamo anche dotarci degli strumenti per rispondere.

Per questo proporremo di creare un nuovo hub europeo per la lotta agli incendi (European firefighting hub) con sede a Cipro, che potrà sostenere anche i paesi nostri vicini.

Sappiamo che il nostro meccanismo di protezione civile può fare la differenza.

Nel corso dell'estate 760 coraggiosi cittadini e cittadine europei sono stati inviati in tutta Europa.

Si sono letteralmente lanciati contro le fiamme.

Vorrei concludere il mio discorso rendendo omaggio a tutti loro: ai vigili del fuoco, ai piloti, alle squadre.

A tutte le persone che non si sono tirate indietro.

Vorrei raccontarvi la storia di un gruppo di venti guardie forestali greche,

specializzate nel domare gli incendi boschivi più minacciosi.

Quando sono scoppiati gli incendi nella regione delle Asturie, la Spagna ha chiesto aiuto all'Europa.

E la Grecia ha risposto all'appello.

Le fiamme erano talmente estese che si sarebbe potuto vedere il fumo dallo spazio.

Per cinque giorni le venti guardie forestali greche hanno combattuto al fianco dei loro colleghi spagnoli.

Le fiamme si avvicinavano sempre di più al paese di Genestoso, ma loro combattevano giorno e notte per arginare quell'inferno.

E alla fine, insieme, sono riusciti a domare l'incendio e a salvare il paese.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

è un onore poter accogliere qui con noi oggi uno di questi eroi:

il capo della squadra greca, il tenente Nikolaos Paisios.

Signor Tenente, caro Nikolaos,

il Suo coraggio è fonte di ispirazione per tutti noi.

Per la Sua forza, il Suo impegno, e la Sua straordinaria leadership:

ευχαριστώ – a Lei e alla Sua squadra di eroi europei.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

questa è l'Europa che forma una sola comunità.

Questa è l'Europa che amo.

Questa è l'Europa che dobbiamo proteggere a qualunque costo.

E dobbiamo farlo insieme.

Desidero collaborare con questo Parlamento e con tutte le forze democratiche europeiste per rispondere alle attese delle cittadine e dei cittadini europei.

Lavorerò su pacchetti legislativi che rafforzino questa maggioranza europeista.

Sono lieta, cara Roberta, che abbiamo potuto rinnovare l'accordo quadro tra la Commissione e il Parlamento,

che consoliderà la nostra cooperazione

e ci consentirà di lavorare sulle riforme concrete di cui abbiamo bisogno.

Io sostengo il diritto d'iniziativa del Parlamento europeo.

E ritengo che sia necessario passare alla maggioranza qualificata in alcuni ambiti, ad esempio in politica estera.

È arrivato il momento di liberarci delle catene dell'unanimità.

Dobbiamo fare in modo che la nostra Unione agisca più rapidamente e sia in grado di rispondere alle attese delle cittadine e dei cittadini europei.

Perché solo così possiamo vincere insieme questa battaglia

e garantire l'indipendenza dell'Europa.

Non dimentichiamoci che abbiamo sempre dovuto lottare per le nostre libertà.

Dalla generazione che ha combattuto unita in tutto il nostro continente

alla stampa clandestina che ha tenuto viva la fiamma della libertà nell'Europa centrale e orientale durante la guerra fredda.

O ancora ai Fratelli della Foresta nei paesi baltici che si sono opposti all'oppressione sovietica in ogni circostanza.

Questa lotta, questa battaglia, è profondamente radicata nel nostro essere europei.

80 anni fa il nostro continente era un inferno in terra.

40 anni fa il nostro continente era diviso da un muro.

Ma, ad ogni occasione, le cittadine e i cittadini europei hanno deciso di lottare per un futuro migliore,

per un continente integro - per renderlo sempre più forte.

Ed è ciò per cui lotto ogni singolo giorno.

Viva l'Europa.

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Focus
09/09/2025

La Giornata della Commissione 09/09/2025

Sullo stato del sostegno economico ed umanitario all'Ucraiana

La Commissione europea ha adottato la prima relazione annuale dello Strumento per l'Ucraina, confermando che lo Strumento sta dando i suoi frutti a ritmo sostenuto. Solo nel 2024, la Commissione ha mobilitato 19,6 miliardi di euro in tutti e tre i pilastri dello Strumento: sostegno all'Ucraina attraverso il Piano Ucraina, il Quadro di Investimento per l'Ucraina e l'assistenza all'adesione all'Unione e relative misure di sostegno.

Il sostegno dell'UE ha, tra l'altro, aiutato l'Ucraina a pagare stipendi e pensioni, a sostenere scuole e ospedali e a preservare la stabilità macrofinanziaria in condizioni di guerra. La relazione annuale conclude che il sostegno fornito attraverso lo Strumento per l'Ucraina non solo mantiene in funzione l'economia ucraina, ma sostiene anche riforme chiave che avvicinano il paese all'adesione all'UE, rafforzando l'impegno dell'Europa a sostenere l'Ucraina il più a lungo possibile.

La relazione mostra che l'Ucraina ha realizzato il suo ambizioso programma di riforme previsto dal Piano Ucraina, rendendo lo Strumento il motore finanziario delle riforme strutturali e accelerando il percorso dell'Ucraina verso l'adesione all'UE. Nel 2024, circa un quarto delle misure completate dall'Ucraina ha contribuito direttamente all'allineamento al diritto dell'UE in settori quali la trasparenza del mercato energetico, il controllo dell'inquinamento industriale, le valutazioni ambientali e lo sviluppo regionale.

Il Fondo sta anche rimodellando l'economia ucraina. Attraverso l'Ukraine Investment Framework, il Fondo ha sostenuto ingenti investimenti esteri in Ucraina. Le piccole e medie imprese hanno ricevuto un sostegno mirato tramite 290 milioni di euro in accordi di garanzia dell'UE e 20 milioni di euro in finanziamenti misti. Anche le comunità locali ne beneficiano direttamente. Almeno il 20% del sostegno a fondo perduto è destinato ai comuni, rafforzando la ripresa a livello locale.

Il Fondo si concentra anche sulla tutela dell'ambiente. Almeno il 20% degli investimenti del Fondo aiuterà l'Ucraina a ridurre la sua impronta di carbonio. L'Ucraina ha adottato la sua prima Legge Quadro sul Clima, impegnandosi a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, mentre importanti ammodernamenti delle infrastrutture energetiche e di trasporto sono già in linea con il Green Deal dell'UE.

 

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La Giornata UE
08/09/2025

La Giornata della Commissione 08/09/2025

Una relazione mette in evidenza le sinergie con i parlamenti nazionali

L'ultima relazione annuale della Commissione europea sulle relazioni con i parlamenti nazionali mostra un numero più ampio di organi legislativi impegnati in un dialogo politico attivo.

I parlamenti nazionali collaborano sempre più per influenzare gli affari dell'UE, fornendo un contributo lungimirante al programma legislativo della Commissione con largo anticipo rispetto alle proposte ufficiali. Questa spinta a rafforzare il loro ruolo nel processo decisionale dell'UE è evidente nei loro sforzi collettivi, come le riunioni in gruppi informali e la cofirma di pareri. In particolare, il loro contributo congiunto all'agenda strategica per il ciclo istituzionale 2024-2029, fornito attraverso la Conferenza delle commissioni parlamentari per gli affari dell'Unione (COSAC), dimostra ulteriormente questo approccio collaborativo.

I principi di sussidiarietà e proporzionalità garantiscono che l'UE agisca solo quando è più efficace dei governi nazionali e che le sue azioni siano proporzionate ai suoi obiettivi. I risultati della relazione offrono una preziosa panoramica annuale di come questi fondamentali sistemi di pesi e contrappesi democratici vengano messi in pratica.

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La Giornata UE
05/09/2025

Cosa è stato fatto nei primi dieci mesi della nuova Commissione

Il 10 settembre, la Presidente von der Leyen pronuncerà al Parlamento europeo il primo discorso sullo stato dell'Unione dell'attuale mandato. In vista di questo importante momento, la Commissione presenta oggi una pubblicazione che fa il punto sul suo lavoro dal suo insediamento, avvenuto il 1° dicembre 2024. Questo documento evidenzia quanto la Commissione ha già realizzato in termini di impegni assunti con gli Orientamenti Politici e come ha mantenuto la rotta nell'attuale contesto globale, molto più volatile e competitivo.

Per rafforzare la competitività dell'Europa, la Commissione ha adottato misure importanti per semplificare le norme e ridurre la burocrazia, a sostegno della leadership europea nell'intelligenza artificiale, nell'innovazione rivoluzionaria e nelle tecnologie pulite. Abbiamo investito nella prosperità delle nostre regioni e nel futuro del nostro settore agricolo. La Commissione ha sostenuto con fermezza l'Ucraina. Per rafforzare la sicurezza e la prontezza dell'Europa, abbiamo avviato iniziative senza precedenti a sostegno dell'industria europea della difesa. Per rafforzare la sicurezza economica dell'UE e ridurre le eccessive dipendenze, la Commissione si è adoperata per ampliare la rete di partenariati dell'UE dal Regno Unito all'India e dal Sud-est asiatico al Sud America.

In un mondo sempre più incerto, l'UE si sta posizionando come un attore globale affidabile con cui i partner internazionali desiderano fare affari. La Commissione ha gettato basi importanti con un nuovo bilancio a lungo termine più semplice, ambizioso e flessibile per supportare al meglio le priorità attuali e future dell'Europa.

La pubblicazione è accompagnata da una cronologia che illustra in dettaglio l'attività della Commissione negli ultimi dieci mesi. La Presidente von der Leyen pronuncerà il suo discorso sullo stato dell'Unione davanti alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, mercoledì 10 settembre.

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Focus
22/08/2025

La BEI investe nelle imprese innovative attraverso un nuovo strumento

Il Gruppo Banca Europea per gli Investimenti (BEI) sta portando avanti il ​​suo programma TechEU per mobilitare 250 miliardi di euro di investimenti entro il 2027 per startup, scaleup e aziende innovative in tutta Europa, istituendo un sistema di accesso rapido per la ricerca di finanziamenti.

Il Gruppo BEI sostiene TechEU con una piattaforma che garantirà alle aziende risposte tempestive alle proposte di finanziamento.

La nuova piattaforma TechEU include un portale TechEU con un "Investment Readiness Checker" integrato, uno strumento web di facile utilizzo che consente alle startup e alle scaleup europee che operano nei settori delle tecnologie pulite, delle scienze della vita e delle tecnologie digitali di scoprire come il Gruppo BEI può supportare le loro ambizioni. La piattaforma funge da sportello unico per semplificare l'accesso a una gamma di prodotti azionari, strumenti di tipo azionario, debito, garanzie e servizi di consulenza pensati specificamente per gli imprenditori. Il TechEU Investment Readiness Checker farà il suo debutto commerciale il 27 agosto in occasione di una conferenza internazionale sull'innovazione in Danimarca. L'evento si chiama TechBBQ. Questo è solo un primo passo: la piattaforma verrà ulteriormente sviluppata, con l'aumento dei partecipanti all'ecosistema e delle opzioni di finanziamento disponibili.

"Una delle nostre massime priorità è garantire che gli innovatori europei ricevano i finanziamenti di cui hanno bisogno per avviare, espandere e prosperare in Europa, stimolando la crescita dell'economia europea", ha dichiarato Merete Clausen, Vicedirettrice Generale del FEI. "Per questo motivo stiamo lanciando la piattaforma TechEU, che semplificherà l'accesso a una varietà di strumenti di finanziamento".

Il programma TechEU è la più grande iniziativa di finanziamento per l'innovazione in Europa e mira a sostenere annualmente altri 1.000 innovatori e campioni tecnologici europei, riducendo sostanzialmente i vincoli di finanziamento per le imprese in fase di espansione. Per mobilitare almeno 250 miliardi di euro di investimenti, TechEU beneficia di 70 miliardi di euro in equity, quasi-equity, prestiti e garanzie del Gruppo BEI nel periodo 2025-2027.

La piattaforma funge anche da risorsa completa per le aziende, semplificando l'accesso a tutti gli strumenti di sostegno finanziario della BEI e del FEI durante l'intero ciclo di crescita dell'innovazione, compresi i servizi di consulenza forniti prima delle offerte pubbliche iniziali (IPO). Il programma TechEU si concentra su tecnologie pulite, tecnologie sanitarie, digitalizzazione e intelligenza artificiale, difesa, tecnologie spaziali e materie prime critiche. La prima ondata di finanziamenti si concentra sulle tecnologie pulite, con l'obiettivo di mobilitare 18 miliardi di euro di investimenti e rafforzare la leadership europea in questo settore.

Maggiori informazioni sulla piattaforma TechEU e sul TechEU Investment Readiness Checker saranno disponibili presso uno stand della BEI al TechBBQ o presso uno stand virtuale tramite l'app mobile TechBBQ.

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Focus
22/08/2025

Se l'unione non fa la forza

L'ombra della delusione si allunga sull'Europa all'indomani all'indomani del Joint Statement UE - USA sull'assetto nel suo complesso, dazi inclusi, delle relazioni commerciali tra le due sponde dell'Atlantico. E con la delusione si fa strada un pensiero di dubbio: a che vale stare insieme se alla prova dei fatti pochi decidono per tutti una resa incondizionata? 

L'Unione Europea, che non è mai stata avvezza alla durezza del braccio di ferro, è stata regina del c.d. soft power, che le ha permesso sino ad oggi di avere presa sui suoi interlocutori commerciali in virtù unicamente del prestigio e dell'attrattiva del suo speciale mercato unico.

La diplomazia esercitata con arte attraverso gli accordi commerciali ha avuto le sue zone d'ombra negli equilibri istituzionali europei, giacchè il Parlamento Europeo, conscio che in commissione Affari Esteri (AFET) poteva fare ben poco, ha sempre più affinato il suo ruolo attraverso la commissione per il commercio internazionale (INTA), con un approccio concreto ma al contempo pregno di valenze ben oltre il piano commerciale. Epico lo scontro nel 2015 sul TTIP, ma anche la netta presa di posizione, nello stesso periodo, nei confronti della Turchia, cui fu negato l'allargamento della  unione doganale a motivo dei suoi misfatti in materia di diritti umani.

Oggi l'Europa si scopre non più corteggiata, ma presa a sberle da chi l'accusa, a dispetto di ogni evidenza dei dati, di nuocere agli interessi deli Stati Uniti, di prendere senza dare, di imporre flussi unilaterali.

E l'Europa, pur di evitare il peggio, ha accettato la gogna. ha ceduto alla logica di vecchia memoria, secondo cui il commercio internazionale non può essere basato sulla libertà degli scambi, ma necessita di un sistema di dighe mobili che ne orienti l'evoluzione.  Tutto questo si è reso inevitabile per la delegittimazione del WTO, che un tempo fungeva da semaforo contro la violazione del tracciato imposto dalle regole.

L'Europa s'indebolisce sul piano economico, proprio nel momento in cui divrebbe essere più forte che mai sul piano diplomatico e militare. E per la prima volta viene da chiedersi a che giova restare uniti a testa alta davanti a Putin, se poi nella trattativa con gli Stati Uniti consegniamo le armi senza neanche provare a combattere, a dispetto di un esercito che conta ben 450 milioni di soldati in servizio permanente.

Sapranno i leader europei che se perdono nei confronti delle imprese, e magari anche di quei cittadini che chiedono a gran voce zero immigrati piuttosto che zero emissioni, alla fine più di uno dirà che ha fatto bene la Gran Bretagna?

CLS

 

 

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Editoriale
21/08/2025

Giornata Internazionale delle vittime di persecuzioni a causa della loro fede

Dichiarazione dell'Alto Rappresentante Kaja Kallas

In questa giornata, l'UE rende omaggio a tutti coloro che soffrono, o hanno sofferto, di intolleranza, discriminazione, ostilità, odio, persecuzione o violenza a causa della loro religione o credo, reale o percepita, o della sua assenza.

Nell'ultimo anno, il mondo ha continuato a vedere milioni di persone di diverse affiliazioni religiose, comunità o minoranze cadere vittime della violenza causata da conflitti, terrorismo, repressione, intimidazione di massa e incitamento all'odio. Intolleranza, estremismo, autoritarismo e odio motivato dai conflitti continuano a mettere a repentaglio i diritti e le libertà di troppe persone, mettendo a rischio le loro famiglie, comunità, siti religiosi e luoghi di culto.

L'UE sostiene fermamente il diritto di tutti gli individui a godere della libertà di pensiero, coscienza, religione o credo, e di manifestare o cambiare la propria religione o credo senza rischio di discriminazione, persecuzione o violenza. Ogni individuo ha il diritto di praticare la propria religione o credo individualmente o in comunità con altri, in privato o in pubblico. I siti del patrimonio religioso e i luoghi di culto devono essere protetti in ogni momento, soprattutto quando gruppi di persone che si riuniscono in tali luoghi sono esposti a minacce.

Invitiamo tutti gli Stati ad agire per combattere l'intolleranza, la discriminazione, l'odio e la violenza basati sulla religione o sul credo. La comunità internazionale deve promuovere una cultura di tolleranza religiosa, rispetto per la diversità e comprensione reciproca, e favorire il dialogo interreligioso e interculturale come strumenti essenziali per una convivenza pacifica. L'UE continua a lavorare per raggiungere questo obiettivo, ad esempio attraverso l'assegnazione, lo scorso anno, di finanziamenti UE a due progetti multinazionali che dureranno fino al 2027 in Asia e Africa, con l'obiettivo di promuovere la libertà di religione o di credo e proteggere le persone da discriminazioni, intolleranza e violenza basate sulla religione o sul credo.

L'UE è pronta a contribuire a costruire un mondo in cui persone di tutte le religioni e credenze, ovunque si trovino, possano godere pienamente dei propri diritti umani e vivere fianco a fianco senza paura, in libertà e in pace.

 

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Focus
12/08/2025

Il buono, il brutto e il cattivo

L'Europa aggrappata alla sua debolezza si schiera con forza con chi sinora ha sempre voluto sostenere, in aderenza ai propri valori giuridici, e cerca di blindare con dichiarazioni ferme e unitarie l "attuale linea di contatto" come punto di partenza per i negoziati tra Russia e Ucraiana. Cerca di anticipare le mosse di Trump.

La dichiarazione rilasciata domenica 10 agosto prova a fare i conti con la resa dei conti: alleati e nemici, vittime e carnefici, colpe e ragioni, tutto si rimescola sotto lo sguardo sconcertato di una manciata di paesi europei, affiancati dal Regno Unito.

Infatti, l'incontro Trump-Putin in Alaska in programma a ferragosto, al di là di ogni narrazione o speculazione, segnerà inevitabilmente una svolta, e da quel momento gli eventi dovranno loro malgrado conformarsi alla direzione di marcia stabilita dalle due grandi potenze un tempo nemiche, ed oggi sodali  e complici nell'affermazione di un nuovo assetto mondiale e nella spartizione dei guadagni.

L'Europa rischia di trovarsi sola al di qua della cortina di dazi che la separa dall'alleato di un tempo, e si stringe attorno al suo eroe che affonda nelle sabbie mobili del'era trumpiana. Sullo sfondo s'intravedono le grandi manovre per la ricostruzione dell'Ucraiana. Un tempo dividendo per gli azionisti di maggioranza, oggi rischia di essere un onere troppo grande a carico degli europei, senza alcuna certezza di riuscire a concludere il processo di adesione  dell'Ucraiana all'UE.

Un autunno caldo è alle porte, non solo per le temperature roventi che dettano la nuova normalità del clima. 

CLS

 

 

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