In questi giorni l'Europa è un vulcano in piena attività, quasi che il gran caldo sia conseguenza e manifestazione del ribollire di iniziative politiche e legislative accomunate dal desiderio di proiettarsi verso il futururo, oltre la guerra. Quasi a ribadire l'assurdità del contendere armato, quando in gioco ci sono le Scienze della vita, le dirompenti Tecnologie quantistiche, i cambiamenti climatici e le misure necessarie per contrastarli.
Quasi che la vita abbia comunque la meglio sulle pulsioni distruttive e l'Europa, almeno nella sua parte migliore, non vuole allontanarsi da quell'obiettivo. Ecco, duqnue, che in rapida successione sono state presentate strategie e iniziative nei settori sopra menzionati, che adesso dovranno faticare a farsi strada per raggiungere il mare, perchè gli ostacoli sotto forma di spinte all'inerzia oppure all'interesse di parte sono ovunque disseminati.
Piace pensare ad un'Europa cauta, che sapendo di maneggiare il futuro sente l'esigenza di lasciarsi guidare e, di conseguenza, chiama al proprio fianco un comitato di esperti e premi nobel per stabilire come promuovere e rafforzare le tecnologie quantistiche. Avendo in mente da subito che la differenza potrebbe farla il loro uso in ambito militare. già previsto come decisivo.
Tutto questo avviene nella crescente preoccupazione per gli assetti futuri del mondo, strapazzati da un uso della forza in spregio del diritto internazionale.
E' rassicurante la prospettiva di un futuro basato sulla conoscenza, secondo uno slogan di oltre vent'anni fa. E' questa l'Europa che i cittadini dovrebbero imparare a senitre come spazio provilegiato di appartenenza nella confusione del globo; e viverla con più decisione.
CLS
La Commissione europea ha proposto una modifica alla legge UE sul clima, fissando un obiettivo climatico UE per il 2040 di riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra (GHG) rispetto ai livelli del 1990, come richiesto dagli orientamenti politici della Commissione per il periodo 2024-2029. Ciò offrirà certezza agli investitori e innovazione, rafforzerà la leadership industriale delle nostre imprese e aumenterà la sicurezza energetica dell'Europa. Proprio questa settimana, l'ultimo Eurobarometro ha mostrato un forte sostegno dei cittadini all'azione per il clima dell'UE, fornendo un solido mandato per mantenere la rotta dell'agenda di transizione pulita dell'UE. L'UE è sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo del 55% entro il 2030. La proposta odierna si basa sull'obiettivo giuridicamente vincolante dell'UE di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e definisce un percorso più pragmatico e flessibile per raggiungerlo, nell'ottica di un'economia europea decarbonizzata entro il 2050.
In linea con la Bussola della Competitività dell'UE, il Clean Industrial Deal e il Piano d'azione per un'energia accessibile, l'obiettivo climatico proposto per il 2040 tiene pienamente conto dell'attuale panorama economico, geopolitico e di sicurezza e offre a investitori e imprese la prevedibilità e la stabilità di cui hanno bisogno nella transizione energetica pulita dell'UE. Mantenendo la rotta sulla decarbonizzazione, l'UE vorrebbe stimolare gli investimenti nell'innovazione, creare più posti di lavoro e crescita, aumenterà la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici e diventare più indipendente dal punto di vista energetico.
La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: "I cittadini europei, sempre più sensibili all'impatto dei cambiamenti climatici, si aspettano che l'Europa agisca. L'industria e gli investitori si aspettano che stabiliamo una direzione di marcia prevedibile. Oggi dimostriamo di essere fermamente convinti del nostro impegno a decarbonizzare l'economia europea entro il 2050. L'obiettivo è chiaro, il percorso è pragmatico e realistico".
La proposta definisce un modo per raggiungere l'obiettivo del 2040 in modo diverso rispetto al passato. Due elementi centrali della proposta sono la flessibilità e l'importanza di accelerare e rafforzare le giuste condizioni abilitanti per sostenere questo obiettivo del 90%. Un elemento centrale è la flessibilità che la Commissione prenderà in considerazione nella progettazione dei futuri atti legislativi per raggiungere questo obiettivo climatico entro il 2040. Tra queste rientrano la possibilità di conteggiare i crediti in termini di contenimento delle emissioni acquisiti nei confronti di paesi terzi a partire dal 2036, l'utilizzo di assorbimenti permanenti nazionali nel sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS) e una maggiore flessibilità di compensazione tra settori per contribuire al raggiungimento degli obiettivi in modo economicamente vantaggioso e socialmente equo. Concretamente, significa che uno Stato membro avrà la possibilità di compensare le difficoltà incontrate in un settore specifico con un risultato superiore alla media nella riduzione delle emissioni derivanti da rifiuti e trasporti.
La Commissione ha pubblicato oggi una comunicazione sull'attuazione delle prime proposte relative al Clean Industrial Deal, a pochi mesi dalla sua presentazione. La sua attuazione è fondamentale per il raggiungimento dell'obiettivo climatico del 2040.
Uno dei risultati chiave è il quadro normativo per gli aiuti di Stato del Clean Industrial Deal, adottato la scorsa settimana, per sostenere ulteriormente gli investimenti nella transizione verso l'energia pulita. È stata inoltre concordata la semplificazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM), esentando il 90% degli importatori, riducendo così la burocrazia e garantendone un'attuazione fluida. Questa semplificazione rappresenta il primo passo prima di una revisione più generale del CBAM a fine anno, accompagnata da proposte legislative volte a rafforzare il meccanismo. La comunicazione odierna illustra i risultati dell'analisi della Commissione su come trovare una soluzione al problema della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio dalle esportazioni.
A integrazione del quadro normativo sugli aiuti di Stato e della comunicazione odierna, la Commissione ha inoltre pubblicato la raccomandazione sugli incentivi fiscali per incoraggiare gli investimenti nelle tecnologie pulite e nella decarbonizzazione industriale, attraverso misure come l'ammortamento accelerato e i crediti d'imposta. Ha inoltre presentato una raccomandazione e documenti di orientamento per ottimizzare l'uso delle nuove norme UE sulle energie rinnovabili, volte a espandere le energie rinnovabili e ridurre i costi energetici.
Le misure per l'energia a prezzi accessibili volte ad aumentare la produzione di componenti di rete e a sostenere i contratti di acquisto di energia (PPA), il progetto pilota per la futura Banca per la decarbonizzazione industriale, il prossimo piano d'azione per l'industria chimica e i dialoghi settoriali con le parti interessate sono tra le azioni che contribuiranno alla realizzazione del Clean Industrial Deal. Attese per la fine di questo mese, le proposte per il prossimo Quadro finanziario pluriennale definiranno anche le modalità con cui il futuro bilancio dell'UE sosterrà la transizione verso un'economia pulita.
La legge europea sul clima, entrata in vigore nel luglio 2021, sancisce l'impegno dell'UE a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e l'obiettivo intermedio di riduzione di almeno il 55% delle emissioni nette di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione concordati, l'UE ha adottato un pacchetto legislativo per il 2030, noto come "Fit for 55", la cui attuazione da parte degli Stati membri – essenziale per il raggiungimento degli obiettivi del 2040 – è in corso. La valutazione dei Piani Nazionali per l'Energia e il Clima (PNEC) da parte della Commissione, presentata il 28 maggio, ha mostrato che l'UE si sta avvicinando collettivamente all'obiettivo climatico del 2030 di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra.
La legge sul clima prevede giuridicamente un obiettivo climatico intermedio per il 2040 per accelerare il raggiungimento della neutralità climatica, una proposta necessaria entro sei mesi dal primo Bilancio Globale dell'Accordo di Parigi, raggiunto nel dicembre 2023.
La Commissione Europea ha presentato la Strategia Quantum Europe per rendere l'Europa leader mondiale nel settore quantistico entro il 2030. La Strategia promuoverà un ecosistema quantistico resiliente e sovrano che alimenterà la crescita delle startup e trasformerà la scienza rivoluzionaria in applicazioni pronte per il mercato, mantenendo al contempo la leadership scientifica dell'Europa. Le tecnologie quantistiche rappresentano una rivoluzione dalle implicazioni fondamentali per affrontare sfide complesse: dalle innovazioni farmaceutiche alla sicurezza delle infrastrutture critiche. Offriranno nuove opportunità per la competitività industriale e la sovranità tecnologica dell'UE, con un forte potenziale a duplice uso per la difesa e la sicurezza. Entro il 2040, si prevede che il settore creerà migliaia di posti di lavoro altamente qualificati in tutta l'UE e supererà un valore globale di 155 miliardi di euro.
La Strategia si concentra su cinque aree: ricerca e innovazione, infrastrutture quantistiche, rafforzamento dell'ecosistema, tecnologie spaziali e a duplice uso e competenze quantistiche.
Include le seguenti azioni:
1) Lancio dell'iniziativa di ricerca e innovazione Quantum Europe, un'iniziativa congiunta dell'UE e degli Stati membri per sostenere la ricerca di base e sviluppare applicazioni in settori pubblici e industriali chiave.
2) Creazione di un centro di progettazione quantistica e di sei linee pilota per chip quantistici, con un finanziamento pubblico fino a 50 milioni di euro, per trasformare prototipi scientifici in prodotti realizzabili.
3) Lancio di un centro pilota per l'Internet quantistica europea.
4) Espansione della rete di Cluster per le Competenza Quantistica in tutta l'UE e creazione dell'Accademia Europea delle Competenze Quantistiche nel 2026.
5) Sviluppo di una Roadmap per la Tecnologia Quantistica nello Spazio insieme con l'Agenzia Spaziale Europea e sostegno alla Roadmap Tecnologica nel campo degli Armamenti Europei.
Questa strategia mira ad aumentare la quota di finanziamenti privati globali che le aziende europee del settore quantistico ricevono, attualmente intorno al 5%, per stimolare la crescita di startup e scaleup europee e promuovere l'adozione di soluzioni quantistiche europee da parte delle industrie europee.
Una volta lanciata la proposta, parte l'iter di implementazione. La Commissione lavorerà a stretto contatto con gli Stati membri e la comunità quantistica europea, inclusi il mondo accademico, le startup, gli attori industriali e gli stakeholder dell'innovazione, nonché i loro rappresentanti, per trasformare gli obiettivi della strategia in realtà. verrà costituito un comitato consultivo di alto livello che riunirà i principali scienziati ed esperti di tecnologia quantistica europei, tra cui premi Nobel europei per la quantistic e fornirà una guida strategica indipendente per l'attuazione della Strategia
E' prevista inoltre, la presentazione entro il 2026 della proposta di un atto legislativo, il Quantum Act, che rafforzerà ulteriormente l'ecosistema quantistico e gli sforzi di industrializzazione, incentivando gli Stati membri, le aziende, gli investitori e i ricercatori a investire in impianti di produzione (pilota), nell'ambito di iniziative nazionali o regionali su larga scala a livello dell'UE.
La Commissione europea ha lanciato una nuova strategia per rendere l'Europa il luogo più attraente al mondo per le scienze della vita entro il 2030. Le scienze della vita – lo studio dei sistemi viventi, dalle cellule agli ecosistemi – sono fondamentali per la nostra salute, il nostro ambiente e la nostra economia. Promuovono l'innovazione in medicina, alimentazione e produzione sostenibile, aggiungendo quasi 1.500 miliardi di euro di valore all'economia dell'UE e sostenendo 29 milioni di posti di lavoro in tutta l'Unione.
Con un finanziamento di oltre 10 miliardi di euro all'anno dall'attuale bilancio dell'UE, la strategia definisce un approccio coordinato lungo l'intera catena del valore delle scienze della vita. Mira ad accelerare l'innovazione, facilitare l'accesso al mercato e rafforzare la fiducia del pubblico nelle nuove tecnologie, garantendo che apportino benefici alle persone e al pianeta.
Ottimizzare l'ecosistema della ricerca e dell'innovazione:
La Commissione elaborerà un piano di investimenti dell'UE per agevolare il finanziamento di sperimentazioni cliniche in più paesi e rafforzare le infrastrutture europee di ricerca clinica. Questa strategia promuoverà inoltre un approccio "One Health" alla ricerca e all'innovazione e mobiliterà fino a 100 milioni di euro nell'ambito dei programmi di lavoro di Horizon Europe 2026-2027, il programma di ricerca dell'UE, per sviluppare e implementare soluzioni basate sul microbioma. Inoltre, 250 milioni di euro saranno mobilitati per tecnologie intersettoriali nel campo delle scienze della vita, sostenendo lo sviluppo di nuovi prodotti che promuovano l'innovazione industriale e la sostenibilità, tra cui nuove metodologie di approccio, nuove molecole, materiali avanzati e una biofabbricazione più efficiente.
Consentire un rapido accesso al mercato per le innovazioni nel settore delle scienze della vita:
Per accelerare l'accesso al mercato per le innovazioni nel settore delle scienze della vita, la Commissione proporrà un atto legislativo sulle biotecnologie che creerà un quadro normativo più favorevole all'innovazione in tutti i settori biotecnologici. La Commissione lancerà inoltre un'interfaccia di matchmaking per mettere in contatto startup, industria e investitori, sfruttando il portafoglio del Consiglio europeo per l'innovazione e la sua rete di investitori (Trusted Investors Network).
Rafforzare la fiducia, l'adozione e l'utilizzo dell'innovazione:
La Commissione mobiliterà 300 milioni di euro per stimolare gli appalti per l'innovazione nel settore delle scienze della vita in settori quali l'adattamento ai cambiamenti climatici, i vaccini di nuova generazione e le soluzioni oncologiche a prezzi accessibili. La Commissione istituirà inoltre un gruppo di coordinamento per le scienze della vita per allineare le politiche e i finanziamenti tra i settori e sostenere il coinvolgimento delle principali parti interessate, tra cui industria e cittadini.
La Presidente von der Leyen aveva annunciato la Strategia nei suoi orientamenti politici come uno dei componenti della Bussola della Competitività. L'Europa è da tempo leader nelle scienze della vita, forte di una solida base di conoscenze e di eccellenza scientifica, ma ora sta perdendo terreno rispetto ad altri attori globali nel trasformare la ricerca in soluzioni concrete. Le sfide includono ecosistemi di innovazione frammentati, dati e intelligenza artificiale sottoutilizzati e una lenta diffusione sul mercato.
La strategia si basa su una consultazione pubblica e su un'ampia base di dati, tra cui due studi del Centro Comune di Ricerca della Commissione: "I settori delle scienze della vita nell'UE: motori di crescita economica e innovazione", che evidenzia 29 milioni di occupati e 1,5 trilioni di euro di valore aggiunto, e "Tendenze nei brevetti nelle scienze della vita: focus su prodotti farmaceutici e tecnologie mediche", che mostra come l'UE si collochi al secondo posto a livello mondiale con il 17% dei brevetti depositati.
A proposito di economia circolare, quo vadis Europa?
La Commissione mette in campo diverse iniziative per accelerare la transizione dell'UE verso un'economia circolare e preparare il terreno per la legge sull'economia circolare, prevista per il 2026. L'economia circolare rafforza la competitività e la crescita economica promuovendo il riutilizzo, il riciclaggio e la rigenerazione dei materiali.
Oggi si terrà un dialogo strategico sulla circolarità, con la partecipazione dei Vicepresidenti Esecutivi Teresa Ribera e Stéphane Séjourné e della Commissaria Jessika Roswall, accompagnato da un pacchetto di nuove azioni per promuovere l'economia circolare. Le iniziative adottate oggi includono norme sulle spedizioni di rifiuti e una valutazione della legislazione sui rifiuti elettronici. Inoltre, nei prossimi giorni saranno pubblicate nuove norme per migliorare l'efficienza del riciclaggio e il recupero dei materiali dalle batterie esauste. Il dialogo darà inoltre avvio a una consultazione pubblica con le parti interessate e a un invito a presentare contributi che saranno pubblicati a breve. Queste azioni riguardano diverse dimensioni dell'economia circolare e contribuiranno sia a promuovere la transizione sia a rafforzare l'attuazione della legislazione vigente.
Il prossimo Circular Economy Act sosterrà gli obiettivi dell’UE nell’ambito della Competitiveness Compass e del Clean Industrial Deal per raddoppiare la quota di materiale riciclato nell’economia dell’UE e diventare un leader mondiale nell’economia circolare entro il 2030.
Lanciato in orbita il satellite Sentinel-4
Copernicus Sentinel-4, ora in orbita con successo dopo il lancio da Cape Canaveral il 1° luglio 2025, rappresenta un importante passo avanti negli sforzi europei per monitorare la qualità dell'aria.
Si tratta della prima missione Copernicus in orbita geostazionaria dedicata al monitoraggio delle condizioni atmosferiche in Europa, potenziando significativamente le capacità di osservazione della Terra dell'UE. Sentinel-4 è dotato di uno spettrometro UVN (Ultravioletto Visibile Vicino all'Infrarosso) avanzato, appositamente progettato per misurare con precisione inquinanti atmosferici critici come ozono (O₃), biossido di azoto (NO₂), formaldeide (HCHO), biossido di zolfo (SO₂) e aerosol.
Una volta operativa, la missione fornirà dati orari vitali sulla composizione atmosferica. Queste informazioni consentiranno al Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) di offrire informazioni in tempo reale a scienziati, responsabili politici e agenzie ambientali, supportando gli sforzi per mitigare l'inquinamento e migliorare la qualità dell'aria in tutta Europa. La missione contribuisce direttamente alle politiche ambientali dell'UE, tra cui la Direttiva sulla qualità dell'aria ambiente e il Piano d'azione per l'inquinamento zero.
Copernicus è la componente di osservazione della Terra del Programma Spaziale dell'UE.
I ricercatori europei potranno accedere ai dati delle grandi piattaforme
Con l'adozione di un atto delegato nell'ambito del Digital Services Act (DSA), la Commissione europea intende consentire ai ricercatori l'accesso ai dati interni delle piattaforme online considerate di grandi dimensioni dimensioni (VLOP) ed aimotori di ricerca (VLOSE) nell'Unione europea. Queste norme consentiranno una ricerca indipendente sui rischi sistemici e sulle misure di mitigazione di VLOP e VLOSE.
In questo modo la Commissione chiarisce come VLOP e VLOSE debbano condividere i dati con i ricercatori qualificati, specificando i requisiti legali e tecnici per l'accesso ai dati. Istituisce inoltre un nuovo portale online di accesso ai dati DSA che consente ai ricercatori di reperire informazioni e comunicare con VLOP, VLOSE, autorità nazionali e i Coordinatori dei Servizi Digitali (DSC). I ricercatori devono essere sottoposti a verifica da parte di un DSC per accedere ai dati interni. Il 27 giugno, il Consiglio dei Coordinatori dei Servizi Digitali ha approvato l'intenzione di un'ulteriore cooperazione tra tutti i DSC per implementare uniformemente le procedure di verifica e accesso ai dati.
Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno ora tre mesi di tempo per esaminare l'atto delegato, che entrerà in vigore al termine di questo periodo, previa pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. A quel punto, i primi ricercatori potranno presentare la loro domanda di accesso ai dati interni delle piattaforme.
Questo regolamento integra l'obbligo DSA vigente per i VLOP e i VLOSE di fornire ai ricercatori l'accesso ai dati pubblicamente disponibili sulle loro interfacce.
Nuove misure in favore dei disabili
Entra in vigore nell'UE l'Atto europeo sull'accessibilità (EAA). Prodotti e servizi essenziali come telefoni, computer, e-book, servizi bancari e comunicazioni elettroniche dovranno essere accessibili alle persone con disabilità. L'EAA rappresenta un passo avanti per ridurre le barriere che le persone con disabilità incontrano quotidianamente. Rende più facile per le persone con disabilità partecipare pienamente alla società, ad esempio nel mondo del lavoro, rendendo accessibili le apparecchiature informatiche e facilitando l'uso delle tecnologie assistive. Contribuirà inoltre a una maggiore mobilità, poiché il livello di accessibilità sarà simile in tutta l'UE.
L'Atto stabilisce requisiti di accessibilità comuni in tutta l'UE per prodotti e servizi selezionati, dalla dimensione adeguata dei caratteri alle funzioni di sintesi vocale nei terminali di pagamento self-service, negli e-reader e negli smartphone, e altro ancora. Ciò semplificherà le norme per gli operatori economici che finora si sono trovati a dover far fronte a requisiti di accessibilità divergenti e spesso contraddittori a livello transfrontaliero. La Commissione sta supportando gli Stati membri attraverso riunioni periodiche con i punti di contatto nazionali, anche per affrontare questioni specifiche per paese.
Hadja Lahbib, Commissaria per l'Uguaglianza, la Preparazione e la Gestione delle Crisi, ha dichiarato: "Circa 100 milioni di persone nell'UE convivono con una disabilità. L'accessibilità è un prerequisito per la partecipazione alla società. L'Atto europeo sull'accessibilità è una misura di equità e giustizia, ma anche di crescita e innovazione. Rappresenta un ulteriore passo avanti per consentire alle persone con disabilità in tutta l'UE di vivere la propria vita allo stesso modo di chi non ha disabilità. Mentre celebriamo questo traguardo, mettiamolo in pratica e facciamolo rispettare, assicurandoci che queste nuove norme apportino un cambiamento reale e duraturo per tutti".
Niente pedaggi autostradali ai veicoli pesanti a zero emissioni
Per stimolare e sostenere la competitività del trasporto stradale sostenibile, la Commissione europea propone di esentare i veicoli pesanti a zero emissioni dai pedaggi stradali e dai diritti d'uso. Come previsto nel suo Piano d'azione industriale per il settore automobilistico europeo, la Commissione propone di prorogare l'attuale periodo di esenzione dal 31 dicembre 2025 al 30 giugno 2031, offrendo un incentivo significativo alle aziende a investire in veicoli pesanti a zero emissioni.
Il costo iniziale di questi veicoli è attualmente superiore a quello dei loro omologhi convenzionali, il che li rende meno attraenti per gli acquirenti. Questo rimane uno dei principali ostacoli alla loro diffusione su larga scala. Con l'abolizione dei pedaggi e dei diritti d'uso, l'UE intende rendere i camion e gli autobus a zero emissioni un'opzione più praticabile per le aziende.
"Dobbiamo creare le condizioni giuste per sostenere le aziende europee e premiare chi si muove per primo nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio", ha dichiarato il Commissario per i Trasporti e il Turismo Sostenibili, Apostolos Tzitzikostas. "Estendendo il periodo di esenzione, offriamo un forte incentivo alle imprese affinché investano in veicoli a zero emissioni e riducano le emissioni del trasporto su strada. È importante per le nostre aziende, ma anche per i nostri obiettivi climatici."
Il periodo di esenzione proposto sarà sincronizzato con gli standard prestazionali dell'UE in materia di emissioni di CO2 per i nuovi veicoli pesanti, che mirano a una riduzione del 43% delle emissioni entro il 2030.
Trovato l'accordo politico sulla revisione della direttiva sulla risoluzione alternativa delle controversia
Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto l'accordo sulla proposta della Commissione di revisione della Direttiva sulla risoluzione alternativa delle controversie (ADR). La nuova normativa semplifica e modernizza la risoluzione extragiudiziale delle controversie tra imprese e consumatori nell'Unione europea, adattandola ai mercati digitali e rafforzando ulteriormente la tutela dei consumatori dell'UE. In precedenza, la Direttiva era limitata alle controversie contrattuali tra consumatori e commercianti dell'UE. Ora il suo ambito di applicazione è esteso alle controversie relative a obblighi precontrattuali, contenuti e servizi digitali, nonché contratti non monetari. Ora include anche i commercianti extra-UE che intendono avvalersi di procedure ADR. Il nuovo obbligo per i commercianti di rispondere alle richieste di ADR entro 20 giorni incentiverà le imprese a coinvolgere i consumatori nelle procedure di risoluzione extragiudiziale. I nuovi punti di contatto ADR istituiti negli Stati membri forniranno ulteriore assistenza ai consumatori nel processo di risoluzione delle controversie transfrontaliere.
Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, ha dichiarato: "L'accordo raggiunto ieri rafforzerà i diritti dei consumatori nell'era digitale, promuovendo al contempo la fiducia nel mercato. La risoluzione extragiudiziale delle controversie è uno strumento potente ed economicamente vantaggioso, ora migliorato a vantaggio di tutti".
Michael McGrath, Commissario per la democrazia, la giustizia, lo stato di diritto e la tutela dei consumatori, ha dichiarato: "L'accordo di ieri rappresenta un passo positivo per i consumatori. La risoluzione extragiudiziale delle controversie offre loro un modo rapido, equo e conveniente per far valere i propri diritti senza essere scoraggiati da lunghe e costose procedure giudiziarie. La direttiva riveduta adegua il sistema all'attuale economia digitale, rendendo la giustizia più accessibile a tutti".
Il prossimo passo è l'adozione formale della direttiva da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. La direttiva entrerà in vigore 32 mesi dopo la sua entrata in vigore.
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha firmato un nuovo accordo strategico con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Difesa, con l'obiettivo di rafforzare ulteriormente le capacità di sicurezza e difesa dell'Italia.
L'operazione rientra nel più ampio impegno della BEI per la sicurezza e la difesa europea. Ha recentemente ampliato i criteri di ammissibilità al sostegno di progetti militari, in linea con le priorità dell'UE.
Il prestito sarà erogato al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che a sua volta convoglierà le risorse della BEI al Ministero della Difesa. Le condizioni favorevoli offerte dalla BEI sui mercati internazionali consentono al governo italiano di ottenere un notevole risparmio sugli interessi nell'arco dei 20 anni.
Si tratta del terzo accordo di questo tipo tra la BEI, il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Difesa. Nel 2022, la BEI ha erogato 240 milioni di euro per finanziare l'acquisto di 16 elicotteri leggeri per l'Arma dei Carabinieri e l'ammodernamento del sistema nazionale di controllo del traffico aereo, mentre nel 2020 ha erogato 220 milioni di euro per la costruzione di tre navi idro-oceanografiche.
Contesto
Il Gruppo BEI ha firmato 99 operazioni per un totale di 10,98 miliardi di euro in Italia nel 2024, contribuendo a sbloccare quasi 37 miliardi di euro di investimenti nell'economia reale. Tutti i progetti finanziati dal Gruppo BEI sono in linea con l'Accordo di Parigi sul clima, come promesso nella nostra Roadmap della Climate Bank. Quasi il 60% dei finanziamenti annuali del Gruppo BEI sostiene progetti che contribuiscono direttamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all'adattamento e a un ambiente più sano. Promuovendo l'integrazione dei mercati e mobilitando gli investimenti, i fondi messi a disposizione dal Gruppo hanno sbloccato oltre 100 miliardi di euro di nuovi investimenti per la sicurezza energetica dell'Europa nel 2024 e hanno mobilitato ulteriori 110 miliardi di euro per startup e scale-up. Circa la metà dei finanziamenti della BEI all'interno dell'Unione europea è destinata alle regioni della coesione, dove il reddito pro capite è inferiore alla media UE.
"Questo accordo dimostra il crescente impegno della BEI a sostegno della sicurezza e della difesa europea ed è il risultato di un dialogo proficuo e continuo con il Governo italiano per promuovere investimenti strategici che rafforzino la competitività e la sicurezza dell'Italia", ha dichiarato la Vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti. "Continueremo a lavorare fianco a fianco con i nostri partner per salvaguardare l'autonomia strategica dell'Unione Europea".
La BEI stanzia 107,5 milioni di euro per sostenere sicurezza e difesa in Italia. Il finanziamento riguarderà l'acquisto di elicotteri per l'esercito. Si tratta del terzo accordo di finanziamento siglato tra l'istutizione bancaria europea ed i Ministeri italiani per ll'Economia e le Finanze e per la Difesa.
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha firmato un nuovo accordo strategico con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Difesa, con l'obiettivo di rafforzare ulteriormente le capacità di sicurezza e difesa dell'Italia.
L'operazione rientra nel più ampio impegno della BEI per la sicurezza e la difesa europea. Ha recentemente ampliato i criteri di ammissibilità al sostegno di progetti militari, in linea con le priorità dell'UE. Il prestito sarà erogato al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che a sua volta destinerà le risorse della BEI al Ministero della Difesa. Le condizioni favorevoli offerte dalla BEI sui mercati internazionali consentono al governo italiano di realizzare notevoli risparmi sugli interessi nell'arco dei 20 anni.
Si tratta del terzo accordo di questo tipo tra la BEI, il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Difesa. Nel 2022, la BEI ha erogato 240 milioni di euro per finanziare l'acquisto di 16 elicotteri leggeri per l'Arma dei Carabinieri e l'ammodernamento del sistema nazionale di controllo del traffico aereo, mentre nel 2020 ha erogato 220 milioni di euro per la costruzione di tre navi idro-oceanografiche.
"Questo accordo dimostra il crescente impegno della BEI a sostegno della sicurezza e della difesa europea ed è il risultato di un dialogo proficuo e costante con il Governo italiano per promuovere investimenti strategici che rafforzino la competitività e la sicurezza dell'Italia", ha dichiarato la Vicepresidente della BEI, Gelsomina Vigliotti. "Continueremo a lavorare fianco a fianco con i nostri partner per salvaguardare l'autonomia strategica dell'Unione Europea".
Contesto
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria a lungo termine dell'Unione Europea, di proprietà degli Stati Membri. Costruita attorno a otto priorità chiave, finanzia investimenti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi politici dell'UE, sostenendo l'azione per il clima e l'ambiente, la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, la sicurezza e la difesa, la coesione, l'agricoltura e la bioeconomia, le infrastrutture sociali, l'Unione dei mercati dei capitali e un'Europa più forte in un mondo più pacifico e prospero. Il Gruppo BEI, che comprende anche il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), ha sottoscritto oltre 900 progetti per un valore di quasi 89 miliardi di euro nel 2024, rafforzando la competitività e la sicurezza dell'Europa. Il Gruppo BEI ha sottoscritto 99 operazioni per un totale di 10,98 miliardi di euro in Italia nel 2024, contribuendo a sbloccare quasi 37 miliardi di euro di investimenti nell'economia reale. Tutti i progetti finanziati dal Gruppo BEI sono in linea con l'accordo di Parigi sul clima, come promesso nella nostra Roadmap per la Climate Bank. Quasi il 60% dei finanziamenti annuali del Gruppo BEI sostiene progetti che contribuiscono direttamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all'adattamento e a un ambiente più sano. Promuovendo l'integrazione dei mercati e mobilitando gli investimenti, i fondi messi a disposizione dal Gruppo hanno sbloccato oltre 100 miliardi di euro in nuovi investimenti per la sicurezza energetica dell'Europa nel 2024 e hanno mobilitato ulteriori 110 miliardi di euro per startup e scale-up. Circa la metà dei finanziamenti della BEI all'interno dell'Unione europea è destinata alle regioni della coesione, dove il reddito pro capite è inferiore alla media UE.
In arrivo le istruzioni per l'uso dei dispositivi medici in formato elettronico
Gli operatori sanitari potranno ricevere le istruzioni per l'uso dei dispositivi medici in formato elettronico, anziché esclusivamente cartaceo, grazie a un regolamento della Commissione europea presentato oggi. Il regolamento si applica a tutti i dispositivi medici utilizzati dagli operatori sanitari all'interno dell'UE. Gli operatori possono comunque richiedere versioni cartacee, se lo preferiscono. L'adozione di istruzioni per l'uso elettroniche rientra in una più ampia iniziativa della Commissione volta a modernizzare l'assistenza sanitaria, promuovere la sostenibilità ambientale e alleviare le pressioni finanziarie e amministrative sui produttori di dispositivi. La misura ha ricevuto ampio sostegno nelle recenti consultazioni della Commissione europea con operatori e rappresentanti del settore.
L'annuncio odierno rientra nel lavoro in corso della Commissione per semplificare e migliorare le norme UE sui dispositivi medici. Nei prossimi giorni, la Commissione adotterà una decisione per istituire un gruppo di esperti che fornirà consulenza scientifica e clinica sui dispositivi destinati a categorie specifiche di pazienti, come bambini o pazienti affetti da malattie rare.
La Commissione sta inoltre effettuando una valutazione del quadro normativo, in vista di una revisione della legislazione sui dispositivi medici e sui dispositivi diagnostici in vitro, al fine di ridurre gli oneri superflui e rendere i requisiti più convenienti e proporzionati. Ciò garantirà un approvvigionamento sicuro di dispositivi sicuri per i pazienti dell'UE, sostenendo al contempo l'innovazione e rafforzando la competitività del settore dei dispositivi medici dell'UE. Questa valutazione e le relative azioni di follow-up saranno presentate a dicembre, quando il Commissario Várhelyi terrà una conferenza sui dispositivi medici a Bruxelles.
La Svizzera sempre più integrata nella UE
Il Commissario per il Commercio e la Sicurezza Economica, le Relazioni Interistituzionali e la Trasparenza, Maroš Šefčovič, e il Capo del Dipartimento Federale degli Affari Esteri della Confederazione Svizzera, Ignazio Cassis, hanno firmato una Dichiarazione Congiunta per definire il livello di partenariato tra l'UE e la Svizzera. L' accordo copre il periodo dalla fine del 2024 fino all'entrata in vigore del pacchetto di accordi che la Commissione Europea e la Svizzera hanno negoziato tra marzo e dicembre 2024.
La Dichiarazione Congiunta conferma la volontà di entrambe le parti di impegnarsi nella cooperazione in una serie di settori importanti, tra cui la ricerca, l'elettricità, la sanità e l'attuazione degli accordi esistenti. Nello spirito della Dichiarazione, la Commissione ha già introdotto disposizioni transitorie per quanto riguarda la partecipazione della Svizzera ai programmi dell'Unione. Queste consentono alle entità svizzere di richiedere sovvenzioni di ricerca dell'UE nell'ambito di Orizzonte Europa ed Euratom Ricerca e Formazione a partire dal bilancio 2025, anche prima della firma dell'accordo sulla partecipazione della Svizzera ai programmi dell'Unione.
A seguito di una firma prevista per la fine del 2025, le entità svizzere potrebbero beneficiare immediatamente dei finanziamenti per la ricerca e la formazione nell'ambito del programma Horizon Europe ed Euratom. La firma della Dichiarazione Congiunta arriva pochi giorni dopo che la Commissione ha presentato al Consiglio proposte per autorizzare la firma e la conclusione di un pacchetto completo di accordi negoziati lo scorso anno. Le modalità specifiche di cooperazione nei settori indicati nella Dichiarazione Congiunta saranno mantenute finché sarà in corso il processo di ratifica.
Il testo della Dichiarazione Congiunta e i testi delle proposte della Commissione per la firma e la conclusione sono disponibili online.
La Commissione europea muove il primo passo nello stabilire una normativa a livello trasnazionale per l'uso corretto dello spazio. Lo EU Space Act, si propone di introdurre misure ambiziose per rendere il settore spaziale europeo più pulito, più sicuro e più competitivo in Europa e nei suoi mercati di esportazione.
Le norme dei singoli stati in materia di spazio sono attualmente frammentate, con approcci diversi a livello nazionale. Questa frammentazione frena l'innovazione, riduce la quota di mercato europea e crea costi aggiuntivi. Un quadro chiaro e armonizzato a livello europeo garantirà sicurezza, resilienza e responsabilità ambientale in tutta l'Unione, aiutando al contempo le aziende a crescere e ad espandersi oltre confine.
L'EU Space Act intende ridurre la burocrazia, proteggere le risorse spaziali e creare condizioni di concorrenza eque e prevedibili per le imprese.
La nuova normativa europea poggia su tre pilastri:
- Sicurezza: lo spazio sta diventando sempre più congestionato. Oggi sono in orbita 11.000 i satelliti e si prevede che altri 50.000 verranno lanciati nel prossimo decennio. Allo stesso tempo, oltre 128 milioni di detriti circolano già nello spazio, aumentando notevolmente il rischio di collisioni. Nel peggiore dei casi, ciò potrebbe innescare collisioni a cascata che renderebbero inutilizzabili orbite chiave e interromperebbero l'accesso a servizi satellitari vitali. Per prevenire ciò, l'EU Space Act introduce misure per migliorare il tracciamento degli oggetti spaziali e limitare la formazione di nuovi detriti, inclusi requisiti per lo smaltimento sicuro dei satelliti al termine della loro vita operativa.
- Resilienza: lo spazio sta diventando sempre più conteso. Le infrastrutture spaziali affrontano crescenti minacce da attacchi informatici e interferenze elettroniche che prendono di mira satelliti, stazioni terrestri e collegamenti di comunicazione. Questi attacchi possono portare alla perdita di satelliti o all'interruzione di servizi critici. L'EU Space Act richiederà pertanto a tutti gli operatori spaziali di condurre valutazioni approfondite dei rischi durante l'intero ciclo di vita di un satellite, applicando norme di sicurezza informatica e segnalazioni di incidenti specifiche per il settore spaziale.
- Sostenibilità: con la crescita delle attività spaziali, la gestione delle risorse, delle emissioni di CO2 e dei detriti diventa fondamentale. Misurare l'impatto ambientale consente al settore di ridurre il proprio impatto e sostenere la sostenibilità dell'UE. L'EU Space Act stabilirà norme comuni per misurare tali impatti. Queste norme garantiranno dati coerenti e verificati e incoraggeranno l'innovazione in settori come la manutenzione nello spazio, per prolungare la vita utile dei satelliti e ridurre i detriti.
Le nuove norme si applicheranno alle risorse spaziali sia a livello UE che a livello nazionale, nonché agli operatori extra-UE che offrono servizi in Europa. I requisiti normativi saranno adattati alle dimensioni e al livello di maturità delle aziende e valutati in base ai rischi connessi. Sarà offerto supporto per mitigare i potenziali costi per il settore. Ad esempio includendo il rafforzamento delle capacità, l'accesso alle strutture di prova e l'assistenza agli operatori spaziali nella preparazione delle domande di autorizzazione. In questo modo si vuole dare sostegno in particolare alle start-up ed alle PMI.
Oltre allo Space Act dell'UE, la Commissione ha presentato oggi anche una Visione per l'Economia Spaziale Europea per affrontare l'evoluzione dell'economia spaziale globale e le sfide poste dalla concorrenza internazionale e dalle tensioni geopolitiche. Lo spazio è un settore di mercato ad alta crescita che contribuisce alla competitività dell'UE. Il settore comprende l'industria spaziale europea (manifatturiera e servizi) e i servizi spaziali in numerosi settori di mercato: dal clima e ambiente, all'agricoltura, all'energia, ai trasporti, alle assicurazioni e al settore bancario, alla sicurezza e alla difesa.
La proposta legislativa è soggetta a negoziati in seno al Parlamento europeo e al Consiglio, secondo la procedura legislativa ordinaria. La Commissione procederà ora all'attuazione delle azioni definite nella Visione, in stretta collaborazione con gli Stati membri dell'UE, l'Agenzia dell'UE per il Programma Spaziale (EUSPA), l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e altri partner spaziali, in particolare l'industria aerospaziale.
La Commissione istituirà inoltre uno "Space Team Europe", un forum di alto livello che riunirà tutti gli attori dell'ecosistema spaziale europeo, per federare l'eccellenza e le capacità europee in ambito spaziale in modo coerente ed efficiente. Inoltre, a partire dal 2025, la Commissione svilupperà una metodologia specifica per monitorare la competitività dell'UE nel settore spaziale.
Ad ogni Vertice europeo si concentrano le ambizioni strategiche dei leaders europei, nell'intento comune e nella convinzione che si possa agire insieme per tracciare una direzione e stabilire di conseguenza una tabella di marcia.
Non da sempre. La data spartiacque nella configurazione di due livelli nel processo di integrazione europea, quello strategico e quello operativo, è l'inizio del terzo millennio, quando la Commissione europea, allora sotto la guida di Romano Prodi, adottò per la prima volta un documento strategico con una visione a dieci anni, che si volle chiamare Strategia di Lisbona e di fatto segnò l'ingresso anche dell'Europa nell'era del digitale.
E così via, sulla base dell'assunto che istituzioni avvedute e ben governate fossero in grado da allora in poi di anticipare lo sviluppo degli eventi, regola d'oro per mantenere la competitività sulla scena globale.
In realtà, con il classico senno di poi, si può affermare che il terzo millennio segna il progressivo arretramento del continente europeo nell'arena della competizione mondiale, troppo lento e articolato al confronto di paesi come la Cina e non solo, rimasti sino ad allora nel cono d'ombra della storia. Il connubio impensabile tra capitalismo e variegate declinazioni di centralismo statale hanno fatto da formidabili incubatori dell'ascesa economica.
In Europa ci siamo raccontati una storia diversa: quella della civiltà democratica e liberale , che ha in sè la forza di irradiarsi e contagiare il resto del mondo. Pazienza per le tante contraddizioni al suo interno, in primis quella di 28 ( e poi 27) stati membri che si mostrano incapaci, nel nome delle rispettive dviersità, di formare un continente unito, e non si accorge cjhe così facendo si avvia ad un confronto impari con il Golia asiatico.
Oggi, le ambizioni visionarie riguardo al futuro sono completamente sepolte dal passo violento della storia, che d'improvviso ha preso a camminare troppo in fretta per le possibilità di un continente, non a caso definito vecchio, di starle dietro.
E dunque, a Bruxelles domani i 27 capi di stato e di governo resteranno inchiodati alle proprie sedie a lungo, con ogni probabilità, per un'agenda dei lavori che si riassume in un dilemma di fondo: che fare a cose già fatte?
Negli anni recenti una spinta forte verso il futuro, oggetto allo stesso tempo di contrasti interni, è stata data dall'urgenza di far fronte ai nodi epocali nel cammino dell'umanità, rappresentati dai cambiamenti climatici e dalle innovazioni tecnologiche radicali, quali l'intelligenza artificiale.
Oggi il punto di fuga del disegno europeo è il riarmo, da cui ci si attende sicurezza, sviluppo economico e affratellamento nel nome della comune necessità di difendersi dai lupi e dagli orsi. E' davvero una curiosa metafora che al summit del G7 in Canada la scorsa settimana, i leaders si siano ritrovati in una località protetta da una cintura serrata di trappole contro gli orsi, che poi sarebbero i frequentatori abituali della zona.
Però si vive anche di speranza. Il differenziale tra la paura e la speranza sarà la misura della nuova Europa che inevitabilmente dovrà (ri)sorgere dal nuovo (dis)ordine mondiale.
CLS
Il Canada partner strategico dell'Europa per la difesa e la sicurezza
I leader dell'Unione Europea e del Canada – i Presidenti Ursula von der Leyen e António Costa per l'UE, con il Primo Ministro Mark Carney per il Canada – hanno concordato di approfondire la loro cooperazione e il loro partenariato in occasione del 20° Vertice UE-Canada tenutosi ieri. Entrambe le parti hanno firmato un partenariato storico in materia di sicurezza e difesa che rafforzerà il contributo del Canada all'architettura di difesa europea in rapida evoluzione. Hanno inoltre concordato di avviare rapidamente i colloqui su un nuovo accordo bilaterale che permetta al Canada di accedere a SAFE, l'iniziativa congiunta europea per l'approvvigionamento di armi. Ciò consentirebbe di canalizzare gli investimenti in progetti di difesa innovativi.
L'UE e il Canada hanno discusso del successo dell'accordo economico e commerciale globale (CETA). Dalla sua entrata in vigore provvisoria nel 2017, il CETA ha registrato un'impennata del 71% negli scambi commerciali tra l'UE e il Canada, con un arricchimento del prodotto interno lordo (PIL) dell'UE di 3,2 miliardi di euro e di quello del Canada di 1,3 miliardi di euro all'anno. Il CETA dimostra il potere di un commercio aperto ed equo per una prosperità condivisa.
I leader hanno concordato di intensificare la cooperazione sulle materie prime critiche per rafforzare la sicurezza delle loro catene di approvvigionamento. Hanno inoltre concordato di avviare un dialogo sulla politica industriale per esplorare una maggiore cooperazione commerciale in settori chiave come le tecnologie pulite. Per quanto riguarda il digitale, hanno riconosciuto l'ampio potenziale della cooperazione digitale, quindi hanno concordato di lavorare per un accordo commerciale digitale, per allineare standard e infrastrutture e per cooperare in materia di sicurezza informatica, intelligenza artificiale e tecnologia quantistica.
Meno privacy e più controllo nelle nuove regole sull'accesso ai dati
La Commissione europea ha presentato oggi una tabella di marcia che definisce la strada da seguire per garantire alle forze di polizia ed all'autorità giudiziaria dell'UE un accesso efficace e legittimo ai dati. La tabella di marcia è un risultato importante nell'ambito di ProtectEU, la strategia di sicurezza interna dell'UE presentata dalla Commissione ad aprile di quest'anno.
Terrorismo, criminalità organizzata, frodi online, traffico di droga, abusi sessuali su minori, estorsione sessuale, ransomware e altri reati hanno tutti una caratteristica comune: lasciano tracce digitali. Con l'85% delle indagini penali che si basa ormai su prove elettroniche, le autorità di contrasto necessitano di strumenti migliori e di un quadro giuridico modernizzato per accedere ai dati digitali in modo legittimo, garantendo al contempo il pieno rispetto dei diritti fondamentali.
La tabella di marcia si concentra su sei aree chiave: conservazione dei dati, intercettazione legale, analisi forense digitale, decifratura, standardizzazione e soluzioni di intelligenza artificiale per le forze dell'ordine. La Commissione invita gli Stati membri a discutere la tabella di marcia in occasione del Consiglio informale Giustizia e Affari Interni (GAI) di luglio, che si terrà il 22 e 23 luglio.
Nuove norme europee facilitano il diritto di voto alle elezioni europee e amministrative
Da oggi sono in vigore, sebbene ancora non operative, le nuove norme sul diritto di voto alle elezioni europee e comunali per gli europei che vivono in un altro Stato membro. Tali norme, proposte dalla Commissione nel novembre 2021, impongono agli Stati membri di fornire informazioni tempestive e chiare sulla registrazione degli elettori, sulle date delle elezioni e sulle procedure di voto, garantendo che tali informazioni siano fornite in una lingua ampiamente compresa dagli elettori. Per rafforzare ulteriormente i diritti dei cittadini mobili dell'UE, gli europei residenti in un altro Stato membro avranno ora lo stesso accesso al voto anticipato e, ove disponibile, al voto per corrispondenza o online alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato membro. Nuovi modelli semplificheranno la procedura di registrazione sia per gli elettori che per i candidati, e un nuovo sistema sicuro, fornito dalla Commissione, aiuterà i paesi a condividere i dati per impedire il voto multiplo.
Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha dichiarato: "L'adozione odierna è una grande vittoria per gli europei che vivono all'estero. Un voto più semplice significa che tutti possono facilmente definire le politiche che li riguardano, rafforzando così la democrazia per tutti".
Michael McGrath, Commissario per la Democrazia, la Giustizia, lo Stato di Diritto e la Tutela dei Consumatori, ha aggiunto: "Nessuno dovrebbe incontrare ostacoli al voto, indipendentemente dal Paese europeo in cui risiede. Le nuove norme miglioreranno l'accesso a informazioni chiare e multilingue, garantiranno diritti di voto equi e paritari e rafforzeranno le tutele per tutti gli europei".
Una recente relazione sulle elezioni del Parlamento europeo del 2024 ha rivelato che, sebbene ci siano circa 14 milioni di cosiddetti cittadini mobili, pochissimi votano effettivamente alle elezioni europee. Le nuove norme contribuiranno a garantire che il voto sia facile e accessibile a tutti. Gli Stati membri hanno ora due anni di tempo per recepire le norme, fino a giugno 2027.
Neanche la Brexit può frenare la libera circolazione dei dati
La Commissione ha prorogato di sei mesi la decisione che valuta adeguate le norme del Regno Unito in materia di dati, consentendo di mantenere la libera circolazione dei dati fino al 27 dicembre 2025. La Commissione ha proposto di adottare tale proroga a marzo per dare al Regno Unito il tempo necessario per finalizzare il suo nuovo disegno di legge sui dati. Nel frattempo, il Regno Unito ha adottato il disegno di legge sui dati la scorsa settimana e la Commissione sta ora valutando se il nuovo quadro giuridico continui a garantire un livello adeguato di protezione dei dati personali. Sulla base di questa valutazione, la Commissione deciderà se rinnovare le decisioni di adeguatezza del Regno Unito. Nel frattempo, le principali garanzie del quadro giuridico del Regno Unito, ritenute adeguate nel 2021, rimangono in vigore e continuano ad applicarsi ai dati trasferiti dall'UE.
La Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, Henna Virkkunen, ha dichiarato: "L'UE e il Regno Unito sono tra i mercati più connessi digitalmente a livello mondiale. Mantenere un flusso di dati fluido è fondamentale per preservare il nostro partenariato. L'estensione odierna consente ai dati di continuare a fluire liberamente verso il Regno Unito, mentre valutiamo se, sulla base della nuova legge, le decisioni di adeguatezza possano essere rinnovate in modo più permanente".
Il Commissario per la Democrazia, la Giustizia, lo Stato di Diritto e la Tutela dei Consumatori, Michael McGrath, ha dichiarato: "I dati sono la linfa vitale del commercio, della giustizia e delle forze dell'ordine. Questa estensione garantisce che i flussi di dati vitali tra l'UE e il Regno Unito continuino senza interruzioni, supportando le attività commerciali e la cooperazione transfrontaliera. Ci dà il tempo di valutare la nuova legge britannica sui dati, mantenendo al contempo la stabilità nei nostri partenariati chiave".
L'adozione della proroga tecnica di sei mesi fa seguito al parere positivo del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) a maggio e all'approvazione da parte degli Stati membri il 2 giugno. Le due decisioni di adeguatezza sono in vigore dal 2021.
Nuove soluzioni e strumenti sulla piattaforma europea dedicata all'AI
La Commissione ha presentato nuove funzionalità per i ricercatori e l'industria dell'intelligenza artificiale (IA) sulla sua piattaforma AI-on-Demand, tra cui un marketplace per l'IA, uno strumento di sviluppo IA che richiede una programmazione minima, nonché soluzioni sicure per l'IA generativa e modelli linguistici di grandi dimensioni.
La piattaforma, sviluppata congiuntamente dai progetti AI4Europe e DeployAI, finanziati dall'UE, offre strumenti e soluzioni di IA affidabili sia ai ricercatori che all'industria. Gli innovatori troveranno dati, strumenti e risorse informatiche focalizzate sulle esigenze dei ricercatori. Le PMI, le imprese e le organizzazioni del settore pubblico potranno accedere a strumenti, risorse e moduli di IA pronti all'uso, affidabili e personalizzati per le esigenze dell'industria.
Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha dichiarato: "Oggi si compie un altro passo avanti per porre l'Europa all'avanguardia dell'innovazione e diventare un continente di IA. Questa piattaforma consentirà alle nostre industrie dinamiche e al nostro bacino di talenti di alto livello di sfruttare appieno il potenziale di un'intelligenza artificiale europea affidabile e colmare il divario di innovazione".
Il punto di accesso centrale a un insieme comune di strumenti di IA contribuirà a rafforzare le capacità dell'Unione europea, come stabilito nel Piano d'azione per l'IA continentale. La Commissione invita gli sviluppatori di IA a registrare i propri strumenti e soluzioni, ottenendo visibilità in una rete crescente di innovatori dell'IA e un'esposizione diretta alle imprese che cercano soluzioni di IA pronte all'uso. Raccogliendo risorse di IA affidabili, la piattaforma accelererà l'adozione sicura e scalabile dell'IA nelle industrie europee e nel settore pubblico.
Il sito della piattaforma nella sezione in abbonamento.
Eppure il debito comune c'è e funziona
La Commissione europea ha annunciato ieri la sua intenzione di emettere fino a 70 miliardi di euro di obbligazioni UE nella seconda metà del 2025. L'emissione prevista si aggiunge agli 86 miliardi di euro già raccolti nella prima metà dell'anno.
Seguendo la prassi consolidata, la Commissione effettuerà queste emissioni utilizzando piani di finanziamento semestrali per comunicare i volumi di emissione target in base all'evoluzione del fabbisogno finanziario. La nuova emissione di bond finanzierà il NextGenerationEU e altri programmi strategici come lo Strumento per l'Ucraina, lo Strumento per le riforme e la crescita per i Balcani occidentali e i prestiti di assistenza macrofinanziaria ai paesi limitrofi. Ulteriori emissioni di obbligazioni verdi NextGenerationEU dipenderanno dalla notifica e dalla convalida da parte degli Stati membri delle spese aggiuntive rilevanti per il clima, in linea con il Quadro per le obbligazioni verdi NextGenerationEU.
Lo stato del fisco in Europa
La Commissione europea ha presentato la sua Relazione annuale sulla tassazione (ART), che offre una panoramica dettagliata delle politiche fiscali in tutti i paesi dell'UE. La relazione valuta le recenti tendenze dei sistemi fiscali dell'UE e individua le modalità per migliorare la conformità.
Il gettito fiscale nell'UE-27 è sceso al 39% del PIL, il livello più basso dal 2011. Questo calo è dovuto principalmente alla riduzione delle entrate derivanti da imposte ambientali e patrimoniali. Nell'ultimo decennio, il mix fiscale complessivo è rimasto pressoché stabile. Tuttavia, le imposte sul lavoro sono diminuite al 51,2%, le imposte sui consumi sono scese al 26,9%, mentre le imposte sul capitale sono aumentate al 21,9% a causa dei maggiori utili aziendali. La relazione sottolinea che la riduzione delle imposte sul lavoro, in particolare per i redditi più bassi, sarà fondamentale per rilanciare l'occupazione.
Nel 2024, gli Stati membri hanno proposto quasi 500 misure di riforma fiscale per aumentare le entrate, garantendo al contempo equità, promuovendo la sostenibilità e incoraggiando gli investimenti. Tuttavia, le lacune in termini di conformità rimangono una preoccupazione. Nel 2022, l'UE ha registrato una perdita di gettito IVA di 89 miliardi di euro, una cifra significativa considerando l'elevato debito pubblico e i deficit. La relazione sottolinea inoltre l'importanza delle verifiche fiscali per incrementare le entrate e migliorare il rispetto delle normative. Nel 2022, le autorità fiscali dell'UE hanno condotto 10 milioni di verifiche, raccogliendo ulteriori 105 miliardi di euro per la spesa pubblica.
Inoltre, la relazione evidenzia che l'invecchiamento della popolazione aumenterà la pressione sui sistemi fiscali a causa dell'aumento della spesa e della riduzione della forza lavoro. In alcuni Stati membri, si prevede che la quota di gettito fiscale destinata alle pensioni pubbliche aumenterà di oltre il 10% tra il 2022 e il 2050. Questo cambiamento demografico potrebbe richiedere agli Stati membri di ridurre la dipendenza dalle imposte sul lavoro e di esplorare altre fonti di entrate, come emerge dalla relazione.
L'Ucraina farà parte dell'Europa almeno nel settore della telefonia
La Commissione propone di integrare l'Ucraina nell'area di roaming dell'UE a partire da gennaio 2026. Ciò consentirà agli ucraini di chiamare, inviare messaggi e utilizzare i propri dati mobili da numeri di telefono ucraini nei 27 paesi dell'UE senza costi aggiuntivi, estendendo gli stessi vantaggi agli europei che si trovano in Ucraina.
La Presidente della Commissione von der Leyen ha dichiarato: "Vogliamo che i cittadini ucraini rimangano in contatto con i loro cari in tutta l'UE, così come nel loro paese d'origine. Per questo motivo proponiamo che l'Ucraina entri a far parte della nostra famiglia del roaming. Riaffermiamo ancora una volta il nostro costante impegno a sostenere l'Ucraina e i suoi cittadini".
Il roaming è il primo settore in cui l'UE estenderebbe all'Ucraina il trattamento previsto dal mercato interno. La Commissione ha inviato la proposta adottata oggi al Consiglio per l'approvazione.
I soldi degli europei spesi bene nel 2024 secondo la relazione annuale, con un focus sulla piattaforma per le tecnologie critiche
La Commissione ha pubblicato la sua Relazione Annuale sulla Gestione e il Rendimento (AMPR), che dimostra come il bilancio dell'UE abbia prodotto risultati concreti in relazione alle priorità chiave e abbia risposto alle crisi nel 2024. Tra i numerosi risultati, il bilancio dell'UE ha sostenuto le transizioni verde e digitale, ha contribuito al rafforzamento delle capacità di difesa dell'UE, ha fornito un sostegno costante all'Ucraina e ha contribuito a rispondere alla crisi umanitaria in Medio Oriente. Tutti i risultati del bilancio dell'UE e le informazioni sui programmi finanziari dell'UE sono disponibili nelle Dichiarazioni sui Rendimenti dei Programmi.
Tuttavia, il bilancio dell'UE deve tenere il passo con l'imprevedibilità di un mondo in continua evoluzione. Per questo motivo, la Commissione presenterà le sue proposte per il quadro finanziario pluriennale post-2027 il prossimo 16 luglio. Utilizzare al meglio il denaro dei contribuenti, proteggendo al contempo da errori e frodi, è di fondamentale importanza, e la Commissione lo ha dimostrato attraverso la creazione e il miglioramento di diversi strumenti solidi, come il regolamento sulla condizionalità, un solido quadro di controllo interno e un regolamento finanziario rafforzato.
A seguito della relazione sull'utilizzo del bilancio UE nell'AMPR, la Commissione ha anche pubblicato la prima relazione annuale sulla piattaforma dell'UE per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP). Questa piattaforma, istituita nell'ambito della revisione intermedia del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per coordinare meglio il sostegno alle tecnologie strategiche, ha compiuto progressi significativi nel rafforzare l'innovazione europea e ridurre le dipendenze strategiche. Nel suo primo anno, STEP ha mobilitato oltre 10 miliardi di euro di finanziamenti pubblici dell'UE a favore dei tre settori strategici STEP: tecnologie digitali e innovazione deep-tech, tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse e biotecnologie e competenze correlate. I finanziamenti, a sostegno di progetti ad alto impatto proposti da PMI, start-up, grandi imprese e ricercatori in tutta Europa, provenivano da 11 programmi UE.
La Commissione ha premiato 162 progetti di alta qualità in 23 Stati membri dell'UE con i marchi STEP, aumentandone la visibilità e attraendo finanziamenti aggiuntivi. Forte di questo slancio, nell'aprile 2025 la Commissione ha proposto di estendere STEP alle tecnologie della difesa. Con i negoziati in corso presso il Parlamento europeo e il Consiglio, questa potenziale espansione rappresenta un momento cruciale nel percorso dell'Europa verso l'eccellenza tecnologica e la sicurezza.
I vincitori dei fondi per i ricercatori avanzati
Il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) ha annunciato i vincitori del suo ultimo concorso Advanced Grants, assegnando 721 milioni di euro a 281 ricercatori di spicco in tutta Europa. Nell'ambito del programma Horizon Europe, questo prestigioso finanziamento consente ai ricercatori senior di perseguire progetti ambiziosi che potrebbero portare a importanti scoperte scientifiche.
Il lavoro dei ricercatori premiati coprirà un'ampia gamma di argomenti: dallo sviluppo di un vaccino preventivo per il cancro al seno ereditario allo studio di come la dieta e l'esercizio fisico influenzino le cellule cerebrali legate all'invecchiamento, alla creazione di gemelli digitali di intelligenza artificiale che rispecchiano e potenziano il pensiero e le abilità sociali umane, fino all'esplorazione degli oceani nascosti sulle lune di Giove e Saturno.
Ekaterina Zaharieva, Commissaria per le Startup, la Ricerca e l'Innovazione, ha dichiarato: "Questi finanziamenti dell'ERC rappresentano il nostro impegno a fare dell'Europa il polo mondiale per la ricerca d'eccellenza. Sostenendo progetti che hanno il potenziale di ridefinire interi settori, non investiamo solo nella scienza, ma anche nella prosperità e nella resilienza future del nostro continente. Nelle prossime fasi del concorso, gli scienziati che si trasferiranno in Europa riceveranno un sostegno ancora maggiore per l'insediamento dei loro laboratori e gruppi di ricerca. Questo rientra nella nostra iniziativa "Scegli l'Europa per la scienza", pensata per attrarre e trattenere i migliori scienziati del mondo".
I ricercatori vincitori svolgeranno i loro progetti scientifici presso università e centri di ricerca di 23 Stati membri dell'UE e paesi associati, in particolare nel Regno Unito (56 finanziamenti), in Germania (35), in Italia (25), nei Paesi Bassi (24) e in Francia (23).
L'Europa non dimentica l'Afghanistan
Poiché la crisi in Afghanistan rimane tra le più gravi al mondo, la Commissione europea stanzierà 161 milioni di euro in aiuti umanitari per aiutare gli afghani più vulnerabili nel Paese e nella regione più ampia. Questo finanziamento sosterrà le organizzazioni umanitarie che operano in Afghanistan con oltre 141 milioni di euro, rispondendo al contempo alle esigenze dei cittadini afghani e dei rifugiati in Pakistan e Iran.
Nell'ambito del sostegno dell'UE, è previsto l'arrivo di un nuovo volo del Ponte Aereo Umanitario dell'UE in Afghanistan il 17 giugno, con quasi 100 tonnellate di forniture umanitarie essenziali. Dall'avvio di questo ponte aereo nel 2021, sono stati organizzati un totale di 40 voli, con circa 2.150 tonnellate di beni di prima necessità. Il nuovo finanziamento dell'UE comprende assistenza alimentare, servizi sanitari e trattamenti per la malnutrizione, nonché un migliore accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari nelle aree remote. Riguarda anche la protezione dei gruppi vulnerabili, anche offrendo assistenza legale e tutelando i diritti delle persone a rischio. L'istruzione nelle emergenze è considerata prioritaria, con particolare attenzione a garantire l'accesso alle ragazze, nonché alle misure di preparazione alle catastrofi. Gli aiuti umanitari dell'UE sono erogati esclusivamente tramite partner umanitari che operano sul campo.
Nell'era dello spionaggio virtuale l'Europa serra i ranghi sulla tutela della privacy
La Commissione accoglie con favore l'accordo politico raggiunto ieri dal Parlamento europeo e dal Consiglio sulla proposta della Commissione, a partire da luglio 2023, volta a garantire una migliore e più rapida cooperazione tra le autorità di protezione dei dati (DPA) nell'applicazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Le nuove norme, che si applicheranno ai casi che coinvolgono più Stati membri, consentiranno ai cittadini di ricorrere a rimedi più rapidi in caso di uso improprio dei loro dati e una maggiore certezza del diritto per le imprese. Chiariranno come comportarsi qualora i cittadini debbano presentare un reclamo, garantiranno che i diritti di tutte le parti sottoposte a indagine siano equamente rispettati e che i reclamanti siano adeguatamente coinvolti nel procedimento. Inoltre, saranno introdotte nuove norme concrete sulla cooperazione tra le DPA e scadenze fisse per la presentazione di un progetto di decisione, oltre a semplificare la risoluzione delle controversie e garantire una maggiore trasparenza. La Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen, ha dichiarato: "Il GDPR è una normativa fondamentale per l'UE, decisiva per la creazione di standard globali in tutto il mondo. Grazie a queste nuove norme e alla loro applicazione più rapida ed efficiente, i cittadini trarranno maggiori benefici dalle sue disposizioni".
Il Commissario per la Giustizia, Michael McGrath, ha dichiarato: "L'applicazione efficace delle norme sulla protezione dei dati tutela le persone e garantisce una concorrenza leale per le imprese. La Commissione ha introdotto questo regolamento in risposta diretta alle richieste delle autorità per la protezione dei dati e delle parti interessate. È progettato per eliminare i colli di bottiglia, consentendo alle autorità per la protezione dei dati di accelerare i casi che hanno un impatto su molti soggetti in tutta l'UE".
Le nuove norme sono state proposte nel 2023 in risposta alle richieste delle autorità per la protezione dei dati e delle parti interessate di migliorare il funzionamento del sistema di applicazione. L'obiettivo del regolamento è armonizzare le norme procedurali che le autorità per la protezione dei dati devono seguire e fornire chiarezza e certezza del diritto a tutti gli attori coinvolti.
Lo spazio europeo sempre più chiuso a chi viene dall'estero
La Commissione europea accoglie con favore l'accordo politico provvisorio raggiunto oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla revisione del meccanismo di sospensione dei visti, proposto dalla Commissione nell'ottobre 2023. Le norme riviste rappresentano un ulteriore passo avanti per scoraggiare e affrontare efficacemente le situazioni di abuso dei viaggi senza visto.
I viaggi senza visto sono un pilastro fondamentale dello spazio Schengen, che apporta benefici economici e sociali all'Europa. Allo stesso tempo, l'evoluzione del contesto geopolitico ha portato nuove sfide legate ai viaggi senza visto. Tra queste, l'aumento degli arrivi irregolari dovuto al mancato allineamento con la politica dei visti dell'UE, i programmi di cittadinanza per investitori nei paesi in cui il visto è esente o le minacce ibride, come la strumentalizzazione dei migranti da parte dello Stato. Le nuove norme concordate oggi consentiranno un'azione più rapida e decisa per affrontare queste sfide.
Le norme aggiornate includono nuovi motivi per sospendere i regimi di esenzione dal visto, soglie più basse per attivare il meccanismo di sospensione, una procedura più rapida e flessibile e obblighi di monitoraggio e segnalazione più rigorosi.
La presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle modifiche allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee (EUPPF).Le modifiche mirano a migliorare la trasparenza dei partiti politici europei e a rafforzare il quadro normativo per il loro finanziamento, in particolare per contrastare i rischi di interferenze e manipolazioni straniere. Ridurrà inoltre gli oneri amministrativi e aumenterà la visibilità dei partiti politici europei presso i cittadini dell'UE.
I colegislatori hanno introdotto diverse modifiche alla proposta iniziale della Commissione al fine di rafforzare la trasparenza del contesto politico europeo, la visibilità delle EUPPF e la capacità dell'UE di prevenire il rischio di ingerenze straniere. Tali modifiche mirano principalmente a conseguire i seguenti obiettivi:
criteri di trasparenza e visibilità
Il testo specifica il tipo di attività che i partiti politici europei possono organizzare congiuntamente con i loro partiti affiliati, al fine di contribuire alla formazione di una coscienza politica europea. I colegislatori hanno tuttavia concordato di mantenere il divieto per i partiti politici europei di finanziare campagne referendarie nazionali, come avviene attualmente. Inoltre, il regolamento garantisce misure rigorose in materia di equilibrio di genere nei partiti e nelle liste dei candidati alle elezioni del Parlamento europeo.
regime finanziario
Il regolamento allinea i regimi applicabili ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee, portando il tasso di cofinanziamento per l'ottenimento di sovvenzioni europee al 5% per entrambi. Il testo garantisce inoltre un adeguato monitoraggio della nuova categoria contabile introdotta dalla Commissione, collegata ai proventi finanziari generati dalle attività degli EUPPF ("risorse autogenerate"), e prevede che tale fonte di entrate sia limitata al 3% del loro bilancio annuale per i partiti politici europei e al 5% per le fondazioni politiche europee.
rischi di interferneza straniere
Il testo impone agli EUPPF di presentare una dichiarazione scritta sulla propria conformità e su quella dei propri membri ai valori dell'UE, specificando che una nuova dichiarazione dovrà essere redatta in caso di modifica dell'appartenenza. Il regolamento limita inoltre il rischio di interferenze straniere applicando limitazioni alle categorie di recente creazione di "partiti membri associati" e "organizzazioni membri associate". Inoltre, i colegislatori hanno concordato di vietare quote associative o contributi agli EUPPF da parte di partiti o organizzazioni extra-UE, pur mantenendo la possibilità per i partiti di mantenere la cooperazione con i propri partner politici al di fuori dei confini dell'UE. Infine, il testo introduce garanzie per garantire che i membri dei partiti dell'EUPPF non siano soggetti a misure restrittive.
Contesto
Il 25 novembre 2021, la Commissione ha adottato il "Pacchetto Democrazia e Integrità per le Elezioni Europee", che includeva una proposta di rifusione del regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee. Il pacchetto includeva anche una proposta legislativa sulla trasparenza e la profilazione della pubblicità politica, già adottata dal Consiglio nel marzo 2024, e due proposte legislative sui diritti elettorali dei cittadini residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini alle elezioni europee e comunali, nonché una comunicazione che annunciava un meccanismo comune per la resilienza elettorale.
Riportiamo i punti salienti del policy paper pubblicato da Caritas Europa in vista dell'inizio dell'iter legislativo per l'approvazione del Nuovo Sistema Comune Europeo per i Rimpatri, proposto dalla Commissione lo scorso marzo; una riforma secondo Caritas, che dà priorità al rimpatrio forzato rispetto al rimpatrio volontario e pone le considerazioni di sicurezza al di sopra dei diritti umani. Caritas Europa è profondamente preoccupata che questo approccio porti alla detenzione sistematica, anche per i minori e le famiglie, e limiti gravemente i diritti dei migranti:
" Deploriamo il fatto he venga privilegiato il "rimpatrio a tutti i costi" per aumentare il "tasso di rimpatrio", trascurando le alternative al rimpatrio. La possibile creazione di centri di rimpatrio al di fuori dell'UE segnala ulteriormente un allarmante spostamento di responsabilità oltre i confini europei e comporta potenziali diffuse violazioni dei diritti umani.
Questo policy paper si basa su anni di esperienza pratica delle nostre organizzazioni affiliate, che implementano programmi di rimpatrio volontario e reinserimento e monitorano il rimpatrio forzato e la detenzione. Attraverso questo lavoro, hanno potuto constatare sia le sfide delle politiche di rimpatrio sia l'impatto disumano della detenzione su individui e famiglie.
Sulla base di questa esperienza, chiediamo un sistema di rimpatrio fondato sul rispetto dei diritti umani e della dignità. I rimpatri volontari dovrebbero sempre essere l'opzione preferita e sostenuta, non metodi punitivi e coercitivi. Sosteniamo un approccio che riconosca la necessità di esplorare alternative al rimpatrio e opzioni legali per rimanere su base individuale. Le politiche dovrebbero concentrarsi sul coinvolgimento delle persone soggette a decisioni di rimpatrio, offrendo loro consulenza indipendente e supporto personalizzato, piuttosto che fare affidamento sulla detenzione diffusa, su misure punitive o sull'uso della violenza. Ciò significa rifiutare pratiche che portano alla stigmatizzazione, alla disumanizzazione e alla criminalizzazione dei migranti. Solide garanzie, anche per i minori e le persone in situazioni vulnerabili, un accesso efficace al supporto legale e alle procedure di ricorso dovrebbero essere un elemento centrale della proposta. Ci opponiamo fermamente al ricorso alla detenzione e sottolineiamo che i minori e le famiglie non dovrebbero mai essere trattenuti.
Nel momento in cui il Parlamento europeo e il Consiglio preparano i loro emendamenti alla proposta di riforma della Commissione, il nostro policy paper delinea le seguenti raccomandazioni chiave:
- Dare priorità ai rimpatri volontari rispetto a quelli forzati e istituire un organismo di monitoraggio forte e indipendente sulle procedure di rimpatrio forzato. Abbandonare le misure incentrate sulla sicurezza, prevenire la profilazione razziale e limitare l'uso dei divieti d'ingresso.
- Passare da un modello punitivo a un approccio basato sul coinvolgimento, limitando le misure che impongono sanzioni e restrizioni sproporzionate al diritto alla libertà.
- Garantire che la detenzione sia rigorosamente una misura di ultima istanza, con motivazioni definite in modo rigoroso, mantenuta per la durata più breve possibile e soggetta a regolare revisione legale. Minori e famiglie non dovrebbero mai essere trattenuti. Il rischio di fuga deve essere definito in modo rigoroso e soggetto a valutazione individuale.
- Sviluppare alternative alla detenzione basate sulla gestione dei casi e sul supporto comunitario.
- Fornire consulenza indipendente e incentrata sulle persone per il rimpatrio e supporto al reinserimento, coinvolgendo le organizzazioni della società civile (OSC). Garantire la continuità tra le fasi pre-partenza e post-arrivo, con un monitoraggio post-rimpatrio, in particolare per le persone in situazioni vulnerabili, compresi i minori non accompagnati.
- Eliminare la possibilità di istituire centri di rimpatrio che trasferirebbero le responsabilità al di fuori dell'UE e comporterebbero rischi sproporzionati di diffuse violazioni dei diritti umani.
- Valutare individualmente se esistano alternative al rimpatrio o se vi siano motivi per rimanere (ad esempio, motivi umanitari, tratta di esseri umani, lavoro, legami familiari). Alle persone che non possono essere rimpatriate per situazioni al di fuori del loro controllo dovrebbe essere concesso un permesso di soggiorno per porre fine a situazioni di limbo giuridico.
- Rafforzare le garanzie per i minori, tra cui la valutazione dell'età, la valutazione del superiore interesse e il monitoraggio post-rimpatrio, insieme a un'adeguata consulenza e supporto.
- Migliorare l'accesso all'assistenza legale gratuita e garantire un effetto sospensivo del ricorso per garantire un rimedio efficace."
Narra la Bibbia che il Signore, volendo mettere alla prova il suo servo fedele Giobbe, fece morire i suoi figli, pur sapendoli innocenti come il padre. Il Libro di Giobbe fa proprio, sino ad elevarlo a preghiera il senso di ingiustizia ed il grido di disperazione dell'uomo che chiede conto al suo Creatore del male che gli accade. Grido che alla fine troverà una isposta, sebbene Dio scelga di farlo non per accontentare quella sete di giustizia, ma per celebrare con potenza l'eterno mistero della Sua volontà.
Sembrano fatti lontani, arcaici, eppure la loro collocazione geografica è la stessa desolata terra in cui, oggi, assistiamo ad una guerra anch'essa "biblica", e dove la figura della madre a Gaza che piange nove dei suoi dieci figli uccisi in un bombardamento israeliano assume la forza simbolica di un grido che pretende una risposta.
Ora sappiamo che l'Europa ha saputo ben mascherare sino a questo momento la sua debolezza in merito al conflitto israelo-palestinese, restando in silenzio. Silenzio che in realtà direbbe tanto sulla capacità dell'Europa di essere sempre se stessa, in coerenza con la sua Carta dei diritti fondamentali ed i suoi obblighi internazionali. Da questo punto di vista, il conflitto che si svolge in Ucraina ha fatto da alibi alle contraddizioni che altrove si addensavano. L'Alto Rappresentante per la politica estera Kajia Kallas ha sì preso posizione, ma senza essere capace di risolvere il dilemma di fondo: che fare quando un paese riconosciuto come una democrazia ed un alleato, con solidi legami di cooperazione con la UE, scatena una guerra asimmetrica, per difendere la propria esistenza.
L'Europa ha tanto voluto e costruito la pace, che non ha più un bagaglio concettuale adeguato per esprimersi rispetto alle guerre del terzo millennio.
Fino a prima che il mondo muatsse nelle sue regole di convivenza, l'Europa era ferma nel rivendicherare il suo compito pedagogico verso il resto del mondo. Così che, quando si trattò nel 2015 di ridiscutere l'accordo con l'Uzbekistan sul cotone, il Parlamento europeo ebbe gioco facile a ricordare al governo non proprio democratico dell'Uzbekistan che l'Europa considera una violazione dei diritti umani lo sfruttamento di manodopera minorile; pratica, in realtà, comune e radicata nella cultura caucasiche, e non necessariamente tale da rappresentare una forma di sfruttamento.
Oggi, il massacro di tanti bambini a Gaza non trova alcuna reale presa di posizione a livello europeo, in quanto solo alcuni Stati membri hanno invocato la sospensione dell'accordo di associazione con Israele sulla base dell'art. 2, che riguarda appunto il rispetto dei diritti umani. E questo non perché i bambini uzbeki meritino più tutele dai bambini palestinesi, ma per il semplice fatto che far rispettare i diritti umani in tempo di pace non è la stessa cosa che in tempo di guerra. Chiedere una risposta porporzionale e "umana" ad un paese in guerra non trova più riscontro nella realtà; e l'Europa non può rischiare di dover assumere la responsabilità di andare sino in fondo, se decide di stare sempre e comunque dalla parte di chi è vittima di un'ingiustizia.
Sarebbe infatti tale anche la deportazione in paesi terzi, di fatto non sicuri come documentato nei confronti della Tunisia, di persone che hanno la sola colpa di aver violato le frontiere europee; sono escluse le donne e i bambini, questo sì, ma è un distinguo ipocrita. Resta la verità che nel nome dei propri interessi si possono violare i diritti umani. Fa molto meno clamore perchè non ci sono carri armati e bombe.
Così l'Europa resta muta, anche di fronte all'orrore. Giobbe alla fine ebbe altri figli e una vita nuova; il futuro della Palestina potrebbe non avere invece un lieto fine. Forse allora la voce dell'Europa potrà fare la differenza.
CLS
Anche il settore del delivery finisce sotto la scure dell'antitrust europeo
La Commissione ha multato Delivery Hero e Glovo, due importanti aziende di consegna di cibo a domicilio, per un totale di 329 milioni di euro per aver partecipato a un cartello nel settore della consegna di cibo a domicilio online. In particolare, le due aziende (i) hanno concordato di non sottrarre reciprocamente dipendenti; (ii) si sono scambiate informazioni commerciali sensibili; e (iii) si sono assegnate mercati geografici. L'infrazione ha interessato lo Spazio Economico Europeo ("SEE") ed è durata quattro anni. Cartelli come questo riducono la scelta per consumatori e partner commerciali, riducono le opportunità per i dipendenti e riducono gli incentivi a competere e innovare.
Entrambe le società hanno ammesso il loro coinvolgimento nel cartello e hanno accettato di transigere il caso. Questa è la prima decisione in cui la Commissione individua un cartello nel mercato del lavoro e la prima volta che sanziona l'uso anticoncorrenziale di una quota di minoranza in un'impresa concorrente.
Delivery Hero e Glovo sono due delle più grandi aziende di consegna di cibo a domicilio in Europa. Consegnano cibo (preparato da un ristorante o da una cucina professionale), generi alimentari e altri prodotti al dettaglio (non alimentari) ai clienti che ordinano tramite app o sito web. Nel luglio 2018, Delivery Hero ha acquisito una partecipazione di minoranza non di controllo in Glovo, incrementandola progressivamente attraverso investimenti successivi. Nel luglio 2022, Delivery Hero ha acquisito il controllo esclusivo di Glovo.
La Commissione ha rilevato che, da luglio 2018 a luglio 2022, Delivery Hero e Glovo hanno progressivamente rimosso i vincoli concorrenziali tra le due società, sostituendoli con un coordinamento anticoncorrenziale a più livelli. In particolare, le due società hanno concordato:
- Non cercare di attrarre i rispettivi dipendenti. L'accordo tra gli azionisti firmato al momento dell'acquisizione di una quota di minoranza non di controllo di Glovo da parte di Delivery Hero includeva clausole limitate di non assunzione reciproca per alcuni dipendenti. Poco dopo, questo accordo è stato esteso a un accordo generale di non contattare attivamente i dipendenti di nessuno.
- Scambiarsi informazioni commercialmente sensibili. Lo scambio di informazioni commercialmente sensibili (ad esempio, su strategie commerciali, prezzi, capacità, costi e caratteristiche dei prodotti) ha consentito alle aziende di allineare e influenzare il rispettivo comportamento sul mercato.
- Di ripartirsi i mercati geografici. In particolare, le due società hanno concordato di suddividersi i mercati nazionali per la consegna di cibo online nello Spazio Economico Europeo (SEE), eliminando tutte le sovrapposizioni geografiche esistenti, evitando l'ingresso nei rispettivi mercati nazionali e coordinando chi di loro avrebbe dovuto entrare nei mercati in cui nessuna delle due era ancora presente.
Tutte le pratiche sopra menzionate sono state agevolate dalla partecipazione di minoranza di Delivery Hero in Glovo. Possedere una partecipazione in un concorrente non è di per sé illegale, ma in questo caso specifico ha favorito contatti anticoncorrenziali tra le due aziende rivali a diversi livelli. Ha inoltre consentito a Delivery Hero di ottenere accesso a informazioni commercialmente sensibili e di influenzare i processi decisionali di Glovo, e in ultima analisi di allineare le rispettive strategie aziendali delle due aziende. Ciò dimostra che la proprietà incrociata orizzontale tra concorrenti può comportare rischi antitrust e deve essere gestita con cautela.
La Commissione ha ritenuto che le tre pratiche anticoncorrenziali costituiscano un'infrazione unica e continuata, che copre il SEE e costituisce un'infrazione per oggetto ai sensi dell'articolo 101 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea ("TFUE") e dell'articolo 53 dell'accordo SEE.
le multe inflitte
Le sanzioni inflitte a entrambe le società sono state stabilite sulla base degli orientamenti della Commissione sulle sanzioni del 2006. Nel determinare le sanzioni, la Commissione ha considerato diversi elementi, tra cui la natura multiforme del cartello, il fatto che coprisse l'intero SEE, la sua durata complessiva e l'evoluzione del cartello nel tempo, con periodi di minore intensità. Inoltre, la Commissione ha applicato una riduzione standard del 10% alle sanzioni, in linea con la comunicazione della Commissione del 2008 relativa alla transazione, poiché entrambe le società hanno riconosciuto la propria partecipazione al cartello e la propria responsabilità.
La ripartizione delle sanzioni imposte a ciascuna parte è la seguente:
La Commissione europea ha lanciato la strategia dell'UE per le startup e le scaleup, "Scegli l'Europa per avviare e scalare", per fare dell'Europa un luogo ideale per avviare e far crescere aziende globali basate sulla tecnologia. La strategia è in linea con la più ampia iniziativa "Scegli l'Europa", lanciata dalla Presidente von der Leyen. Quest'ultima si è concentrata inizialmente sulla componente scientifica, promuovendo un approccio europeo unificato per attrarre e trattenere i talenti, rafforzando così la competitività dell'Europa.
Startup e scaleup sono essenziali per il futuro dell'Europa, poiché promuovono l'innovazione e la crescita sostenibile, creano posti di lavoro di alta qualità, attraggono investimenti e riducono le dipendenze strategiche. Eppure, nonostante solide basi, troppe faticano ancora a portare le idee dal laboratorio al mercato o a crescere su larga scala all'interno dell'UE.
La strategia affronta queste sfide supportandole durante tutto il loro ciclo di vita, dall'avvio alla crescita, fino alla maturazione e al successo nell'UE.
Identifica le esigenze chiave di startup e scaleup e propone una serie di azioni in cinque aree principali:
- Promuovere un ambiente favorevole all'innovazione: come delineato nella strategia per il mercato unico, startup e scaleup necessitano di una minore frammentazione, di minori oneri amministrativi e di norme più semplici e più favorevoli in tutto il mercato unico. La Commissione proporrà un 28° regime europeo per semplificare le norme e ridurre i costi del fallimento, affrontando aspetti critici in settori come l'insolvenza, il diritto del lavoro e il diritto tributario. Il portafoglio europeo per le imprese consentirà interazioni digitali fluide con le pubbliche amministrazioni in tutta l'Unione attraverso un'identità digitale unificata per tutti gli operatori economici. Il prossimo atto europeo sull'innovazione sosterrà ulteriormente l'innovazione promuovendo sandbox normativi.
- Migliorare i finanziamenti: startup e scaleup necessitano di finanziamenti più efficaci, di un mercato del capitale di rischio (VC) europeo più ampio e integrato e di un maggiore coinvolgimento degli investitori istituzionali europei. La proposta di istituire finalmente l'Unione del Risparmio e degli Investimenti giocherà un ruolo fondamentale per sbloccare maggiori opportunità di finanziamento e investimento nell'UE. A integrazione di questa iniziativa, la strategia mira ad ampliare e semplificare il Consiglio europeo per l'innovazione, a istituire un Fondo Scaleup Europe, in grado di colmare il divario di finanziamento delle scaleup deep tech ed a sviluppare un Patto europeo per gli investimenti nell'innovazione volontario per mobilitare i grandi investitori istituzionali affinché investano in fondi UE, fondi di capitale di rischio e scaleup non quotate.
- Sostenere l'espansione e l'adozione sul mercato: startup e scaleup necessitano di un percorso più rapido dal laboratorio al mercato. La strategia introduce l'iniziativa "Lab to Unicorn", che include gli European Startup and Scaleup Hub per contribuire a collegare gli ecosistemi universitari in tutta l'UE. Questo include un modello per la concessione dele licenze, la condivisione di royalty e ricavi e la partecipazione azionaria per le istituzioni accademiche e i loro inventori nella commercializzazione della proprietà intellettuale (PI) e nella creazione di spin-off, oltre a linee guida sulle norme relative agli aiuti di Stato in materia di PI.
- Attrarre e trattenere i migliori talenti: per trattenere e attrarre i migliori talenti, startup e scaleup necessitano di un migliore accesso a persone altamente qualificate. La strategia introduce l'iniziativa "Blue Carpet", concentrandosi in particolare sulla formazione imprenditoriale e sull'occupazione transfrontaliera. La Commissione promuoverà inoltre la direttiva "Blue Card".
- Facilitare l'accesso a infrastrutture, reti e servizi: startup e scaleup necessitano di tempi di commercializzazione più rapidi e di una commercializzazione più rapida. La strategia propone di semplificare e armonizzare le diverse condizioni di accesso e contrattuali per startup e scaleup alle infrastrutture tecnologiche e di ricerca attraverso una specifica Carta di Accesso.
Il Consiglio UE ha adottato la sua posizione negoziale (orientamento generale) su una delle proposte del cosiddetto pacchetto legislativo "Omnibus I", che semplifica e rafforza il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) dell'UE.
La proposta mira a semplificare e migliorare la conformità in termini di costi al regolamento CBAM, senza comprometterne gli obiettivi climatici, poiché circa il 99% delle emissioni incorporate nei prodotti CBAM importati rimarrebbe coperto. L'obiettivo generale è ridurre gli oneri normativi e amministrativi, nonché i costi di conformità per le imprese dell'UE, in particolare le PMI.
La proposta della Commissione europea prevede, come principale semplificazione delle norme CBAM, un'esenzione "de minimis" più ampia dagli obblighi CBAM, esentando gli importatori che non superano una soglia unica basata sulla massa, fissata a 50 tonnellate di merci importate per importatore all'anno. Questa nuova soglia sostituirebbe le attuali e molto più restrittive disposizioni del regolamento CBAM che esentano le merci di valore trascurabile. Si prevede che la misura proposta, nella maggior parte dei casi, esenterà dagli obblighi CBAM le PMI e i privati che importano quantità ridotte o trascurabili di merci coperte dal regolamento CBAM.
Inoltre, la proposta prevede diverse semplificazioni per tutti gli importatori di beni CBAM al di sopra della soglia. Ciò riguarda in particolare la procedura di autorizzazione, i processi di raccolta dati, il calcolo delle emissioni implicite, le norme di verifica delle emissioni, il calcolo della responsabilità finanziaria dei dichiaranti CBAM autorizzati (soggetti che desiderano importare beni soggetti al CBAM) durante l'anno di importazione nell'UE e la richiesta da parte dei dichiaranti CBAM autorizzati dei prezzi del carbonio pagati in paesi terzi.
Il mandato negoziale del Consiglio contiene diverse modifiche alla proposta della Commissione, volte a semplificare e chiarire ulteriormente le norme in materia di CBAM. Il Consiglio sostiene inoltre la nuova soglia minima di massa di 50 tonnellate di merci importate, proposta dalla Commissione. Dopo l’adozione odierna della posizione del Consiglio, la presidenza avvierà i negoziati con il Parlamento europeo su questo fascicolo.
Il Consiglio dell'UE ha adottato oggi la decisione di avviare la sesta ondata di progetti nell'ambito della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO), il quadro chiave dell'UE per lo sviluppo delle capacità di difesa.
Con 11 nuovi progetti collaborativi, il numero totale di iniziative PESCO ammonta ora a 75. Ciò testimonia l'impegno continuo, collettivo e risoluto degli Stati membri partecipanti a rafforzare la prontezza difensiva dell'UE.
In linea con gli orientamenti strategici forniti dal Consiglio europeo del 6 marzo 2025, l'UE sta intensificando gli sforzi per rafforzare le proprie capacità militari di fronte alle sfide immediate e future.
I nuovi progetti abbracciano diversi settori, tra cui la difesa terrestre, aerea, marittima, i facilitatori strategici e i moltiplicatori di forza, nonché le strutture di addestramento, nonché tecnologie all'avanguardia come i sistemi quantistici e le armi a energia diretta.
I progetti di cooperazione avviati comprendono:
- Joint European Electromagnetic Warfare Convergence Initiative (JEEWCI)
- Substitute for Lead in Infantry Ammunition (SLIA)
- Common Handheld Optronic Interface (CHOI)
- Infantry Navigation w/o GNSS (InfNav w/o GNSS)
- Directed Energy Systems (DES)
- Next Generation Dismounted Soldier System (NGDSS)
- Modular Seabed Vessel (MSV)
- Future (unmanned) Air-to-Air refuelling Capability
- Unmanned Air Transport of Injured Soldiers (UNATIS)
- Quantum Enablers for Strategic Advantage (QUEST)
- Medical Treatment Facility Role 2 Forward-Capability Development (MTF R2F-CD)
Molti di questi progetti rispondono direttamente alle priorità in termini di capacità individuate dai leader dell'UE, rafforzando il ruolo della PESCO nel rafforzare la posizione di difesa dell'UE e nell'approfondirne la sovranità strategica.
La decisione odierna dimostra che la PESCO continua a essere uno strumento centrale per colmare le lacune in termini di capacità dell'UE attraverso la cooperazione. Mobilita gli Stati membri partecipanti per mettere in comune le risorse, coordinare gli investimenti e migliorare l'interoperabilità delle proprie forze armate, rafforzando al contempo la Base Tecnologica e Industriale di Difesa Europea (EDTIB).