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06/02/2024

La Commissione alza il target della riduzione delle emissioni al 90% entro il 2040

a Commissione ha pubblicato oggi una valutazione d'impatto dettagliata sui possibili percorsi per raggiungere l'obiettivo concordato di rendere l'Unione europea neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Sulla base di questa valutazione d'impatto, la Commissione raccomanda una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990 , avviando un dibattito con tutte le parti interessate; la proposta legislativa sarà presentata dalla prossima Commissione, dopo le elezioni europee, perchè sarebbe impossibile al oggi avviare una discussione serena. Questa raccomandazione vuol essere in linea con il parere del Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici (ESABCC) e con gli impegni assunti dall'UE nell'ambito dell'accordo di Parigi. Vediamo nel dettaglio.

La comunicazione di oggi stabilisce una serie di condizioni politiche necessarie per raggiungere l'obiettivo del 90%. Tali misure comprendono la piena attuazione del quadro concordato per il 2030, garantendo al contempo la competitività dell’industria europea, una maggiore attenzione a una transizione giusta che non lasci indietro nessuno, condizioni di parità con i partner internazionali e un dialogo strategico sul quadro post-2030. , anche con l'industria e il settore agricolo.

l punto di partenza è la piena attuazione della legislazione esistente per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. L’aggiornamento in corso dei Piani Nazionali per l’energia e il clima (PNEC) è un elemento chiave nel monitoraggio dei progressi e la Commissione si sta impegnando con gli Stati membri, l'industria e le parti sociali per agevolare ltale attuazione. 

Nella visione della Commissione Il Green Deal deve diventare un accordo per la  decarbonizzazione industriale che si basi sui punti di forza esistenti, come l’energia eolica, idroelettrica e gli elettrolizzatori, e continui ad aumentare la capacità produttiva nazionale in settori in crescita come batterie, veicoli elettrici, pompe di calore, fotovoltaico, CCU /CCS, biogas, biometano ed economia circolare. Anche il carbon pricing e l’accesso ai finanziamenti sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni da parte dell’industria europea. La Commissione istituirà una task force dedicata per sviluppare un approccio globale al carbon pricing  e ai mercati del carbonio. L’Europa dovrà inoltre mobilitare il giusto mix di investimenti del settore pubblico e privato per rendere la propria economia sostenibile e competitiva. Nei prossimi anni sarà necessario un approccio europeo alla finanza, in stretta collaborazione con gli Stati membri.

Nonostante le proteste sempre più accese, la Commissione indica nel dialogo la via necessaria per perseguire una transizione giusta. infatti, nel documento è detto che il dialogo aperto con tutte le parti interessate è una precondizione cruciale per realizzare la transizione pulita. La Commissione ha già avviato dialoghi formali con l’industria ed il settore agricolo. Il dialogo strutturato con le parti sociali dovrebbe essere rafforzato nei prossimi mesi per garantire il loro contributo, concentrandosi su occupazione, mobilità, qualità del lavoro e investimenti nella riqualificazione e nel miglioramento delle competenze. Questa continua azione di sensibilizzazione aiuterà la prossima Commissione a presentare proposte legislative per il quadro strategico post-2030 che dovrebbe raggiungere l’obiettivo del 2040 in modo equo ed efficiente in termini di costi. Il ritmo della decarbonizzazione dipenderà dalla disponibilità di tecnologie che forniscano soluzioni prive di emissioni di carbonio e anche da un uso efficiente delle risorse in un’economia circolare.

Si prevede che il settore energetico raggiungerà la completa decarbonizzazione subito dopo il 2040, sulla base di tutte le soluzioni energetiche a zero o a basse emissioni di carbonio, comprese le energie rinnovabili, il nucleare, l’efficienza energetica, lo stoccaggio, la CCS, la CCU, la rimozione del carbonio, l’energia geotermica e idroelettrica. L’Alleanza industriale sui piccoli reattori modulari, lanciata oggi, è l’ultima iniziativa volta a migliorare la competitività industriale e garantire una forte catena di approvvigionamento dell’UE e una forza lavoro qualificata. Un vantaggio importante di questi sforzi è una minore dipendenza dai combustibili fossili grazie a una riduzione dell’80% del loro consumo energetico tra il 2021 e il 2040. Il quadro politico post-2030 costituirà un’opportunità per sviluppare ulteriormente queste politiche e integrarle con misure sociali e politiche. politiche industriali per garantire una transizione graduale dai combustibili fossili.

Il settore dei trasporti si decarbonizzerà attraverso la combinazione di soluzioni tecnologiche e fcarbon pricing. Con le giuste politiche e il giusto sostegno, anche il settore agricolo può svolgere un ruolo nella transizione, garantendo al tempo stesso una produzione alimentare sufficiente in Europa, assicurando redditi equi e fornendo altri servizi vitali come il miglioramento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio. Un dialogo olistico con l’industria alimentare nel suo insieme, anche oltre i confini dell’azienda agricola, è fondamentale per il successo in questo settore e per lo sviluppo di pratiche e modelli di business sostenibili.
​Emerge come cruciale in questo quadro, dunque,  la  tariffazione del carbonio, che  dovrebbe  svolgere anche un ruolo importante nell’incentivare gli investimenti in tecnologie pulite e nel generare entrate da spendere nell’azione per il clima e nel sostegno sociale alla transizione.

Il raggiungimento dell’obiettivo raccomandato del 90% richiederà sia la riduzione delle emissioni che la rimozione del carbonio. Richiederà l’implementazione di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, nonché l’uso nell'industria del carbonio stoccato. Quest'aspetto si riallaccia alla  Strategia di Gestione del Carbonio industriale dell’UE, che dovrà sostenere lo sviluppo di catene di approvvigionamento della CO2 e delle necessarie infrastrutture per il trasporto della CO2. La cattura del carbonio dovrebbe essere mirata ai settori difficili da decarbonizzare in cui le alternative sono meno sostenibili dal punto di vista economico. La rimozione del carbonio sarà necessaria anche per generare emissioni negative dopo il 2050.

Il documento della Commissione traccia anche i benefici derivanti dall'ambizione obiettivo climatico per il 2040, in terminoi di riduzione dei rischi di eventi meteorologici estremi e delle relative perdite, ma anche una migliore qualità dell’aria e benefici per la salute, una ridotta dipendenza dai combustibili fossili importati e benefici per la biodiversità. Quest benefici superano di gran lunga il costo dell’azione per il clima. 

CLS

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06/02/2024

Trovato l'accordo per il Gigabit Infrastructure Act

Per accelerare la diffusione dell’infrastruttura di rete Gigabit in tutta Europa, lConsiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto oggi l' accordo su una proposta per sostituire la direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga (BCRD) del 2014 con la legge sull’infrastruttura Gigabit (GIA).

Il GIA è uno dei pilastri legislativi strategici per raggiungere gli obiettivi e i traguardi di connessione in Europa, come stabilito nella bussola digitale dell’UE per il decennio, e per implementare le reti di comunicazione elettronica di prossima generazione nell’UE. 

La nuova legge mira a ridurre i costi elevati della realizzazione dell'infrastruttura di comunicazione elettronica, in parte legati a inutili e lunghe procedure di concessione delle autorizzazioni o dell'aggiornamento delle reti. Queste procedure sono ancora complesse, spesso diverse da uno Stato membro all’altro.

Il regolamento mira inoltre ad accelerare la realizzazione delle reti, garantire certezza giuridica e trasparenza per tutti gli attori economici coinvolti e stabilire processi di pianificazione e realizzazione più efficienti per gli operatori delle reti pubbliche di comunicazione elettronica.

Questa legge che pone requisiti minimi di armonizzazione affronta anche la realizzazione e l’accesso alle infrastrutture fisiche interne agli edifici. Faciliterà inoltre le applicazioni transfrontaliere e consentirà alle parti interessate, agli operatori di comunicazioni elettroniche, ai produttori di apparecchiature o alle società di ingegneria civile, di realizzare migliori economie di scala.

L'accordo mantiene l'orientamento generale della proposta della Commissione. I colegislatori hanno tuttavia modificato alcune parti della proposta, riguardanti principalmente i seguenti aspetti:

- come passaggio intermedio è stato introdotto un meccanismo di conciliazione obbligatorio tra enti pubblici e operatori di telecomunicazioni per facilitare la procedura di concessione delle autorizzazioni

- è stata introdotta l'eccezione di un periodo transitorio per i comuni più piccoli, nonché disposizioni specifiche per promuovere la connettività nelle zone rurali e remote

- Sono stati chiariti i fattori nel calcolo delle condizioni eque e ragionevoli di accesso

- è stata introdotta una disposizione specifica che riguarda la presenza di intermediari tra proprietari terrieri e gestori delle infrastrutture

- sono state concordate disposizioni specifiche su un’etichetta volontaria “fibre-ready” per gli edifici

- nel testo sono state incluse diverse eccezioni per le infrastrutture nazionali critiche.

Infine, considerato che l’attuale prezzo al dettaglio per le comunicazioni intra-UE regolamentate scadrà il 14 maggio 2024, l’accordo provvisorio prevede il mantenimento della tutela dei consumatori, soprattutto degli utenti vulnerabili, estendendo i limiti tariffari, che sono di 0,19 euro al minuto per le chiamate e 0,06 € per SMS. 

L’accordo garantisce nel complesso che gli Stati membri abbiano un’ampia autonomia nell’emanare norme più rigorose e dettagliate sui diversi elementi del nuovo regolamento. La nuova legge verrà applicata 18 mesi dopo la sua entrata in vigore, con alcune disposizioni specifiche che diventeranno operative in una fase successiva.

CLS

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31/01/2024

La Commissione cede agli agricoltori e propone una deroga alla PAC

La Commissione europea viene incontro alle preoccupazioni degli agricoltori e apre alla possibilità di deroghe per l’anno 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. La proposta della Commissione fornisce una prima risposta politica concreta per affrontare le preoccupazioni sul reddito degli agricoltori. Fa inoltre seguito alle richieste di diversi Stati membri.

Per ricevere il sostegno della PAC gli agricoltori sono tenuti a rispettare una serie di standard a protezione di  ambiente e  clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola nell’UE e svolge un ruolo importante per integrare pratiche agricole sostenibili. Questo insieme di standard  è denominato GAEC, good agricultural and environmental conditions”.

Lo standard GAEC 8 richiede, tra le altre cose, di dedicare una quota minima di terreno coltivabile a zona non produttive. Si fa riferimento di solito a terreni incolti ma anche ad aree occupate da siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo. Oggi la Commissione offre la possibilità a tutti gli agricoltori dell’UE di essere esentati da questo requisito e di continuare ad avere diritto ai sussidi  di base della PAC.

Inoltre, il requisito del 4% di terreno lasciato incolto si considera soddisfatto anche  per quegli agricoltori che  coltivano colture in grado di fissare l’azoto sul terreno (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture c.d. intercalari sul 7% dei loro seminativi . Le colture intercalari sono piante che crescono tra due colture principali. Queste colture possono servire come foraggio per gli animali o come concime verde. L’uso di colture che fissano l’azoto e di colture intercalari apporta una serie di benefici ambientali per la salute del suolo, compresa la biodiversità del suolo e la limitazione della lisciviazione dei nutrienti. Le colture dovranno essere coltivate senza prodotti fitosanitari.

Pertanto la proposta della Commissione vuole raggiungere un giusto equilibrio tra le esigenze deglii agricoltori in sofferenza  da un lato, e la protezione della biodiversità e della qualità del suolo, dall’altro. Il regolamento si applicherà retroattivamente dal 1° gennaio 2024. Gli Stati membri che desiderano applicare la deroga a livello nazionale devono notificarlo alla Commissione entro 15 giorni in modo che gli agricoltori possano essere informati il prima possibile.

Le parole della Von der Leyen cercano di dare ragione degli sforzi della Commissione per essere sempre in ascolto di tutti, ma suonano come una tardiva corsa ai ripari:

“Gli agricoltori sono la spina dorsale della sicurezza alimentare dell’UE e il cuore delle nostre zone rurali. L’impegno duraturo della Commissione viene portato avanti attraverso il bilancio della politica agricola comune del valore di 386,7 miliardi di euro, che aiuta a stabilizzare il reddito degli agricoltori europei, premiando al contempo i loro sforzi sul clima e sulla sostenibilità. La misura odierna offre ulteriore flessibilità agli agricoltori in un momento in cui devono affrontare molteplici sfide. Continueremo a dialogare con i nostri agricoltori per garantire che la PAC raggiunga il giusto equilibrio tra la risposta alle loro esigenze e la continua fornitura di beni pubblici ai nostri cittadini. "

Clotilde Lombardi Satriani


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31/01/2024

L'Europa non abbandona l'Ucraina nonostante le proteste degli agricoltori polacchi

La Commissione ha proposto oggi di rinnovare per un altro anno la sospensione dei dazi e delle quote di importazione sulle esportazioni ucraine verso l’UE, rafforzando al contempo la protezione dei prodotti agricoli sensibili dell’UE. Ciò avviene in linea con gli impegni dell’UE a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario.

Si tratta di  misure commerciali autonome, a carattere straordinario,  in vigore da giugno 2022 e che rappresentano un pilastro fondamentale del costante sostegno dell’UE all’Ucraina per alleviare la difficile situazione affrontata dai produttori e dagli esportatori ucraini in conseguenza della guerra. 

Sebbene l’obiettivo principale di queste misure sia sostenere l’Ucraina, La Commissione ha deciso di tener conto anche della sensibilità degli agricoltori dell’UE e di altre parti interessate. A tal fine, e considerando un aumento significativo delle importazioni di alcuni prodotti agricoli dall’Ucraina verso l’UE nel 2022 e nel 2023, il provvedimento contiene un meccanismo di salvaguardia rafforzato. Questo al fine di garantire  che possano essere intraprese azioni correttive rapide in caso di perturbazioni significative del mercato dell’UE o dei mercati di uno o più Stati membri.

Per i prodotti più sensibili – pollame, uova e zucchero – è previsto un freno di emergenza che stabilizzerebbe le importazioni sui volumi medi di importazione nel 2022 e nel 2023. Ciò significa che se le importazioni di questi prodotti superassero tali volumi, le tariffe verrebbero reimposte per garantire che i volumi delle importazioni non superino in modo significativo quelli degli anni precedenti.

Parallelamente, la Commissione propone di rinnovare di un altro anno la sospensione di tutti i rimanenti dazi sulle importazioni dalla Moldavia in vigore da luglio 2022. 

Le proposte saranno ora esaminate dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell'Unione europea. L’obiettivo è garantire una transizione senza soluzione di continuità entro la scadenza dell’attuale regime di esenzione, il 5 giugno 2024 per l’Ucraina e il 24 luglio 2024 per la Moldavia.

Contesto

In vigore dal 4 giugno 2022, il regime di esenzione per le importazoni dall'Ucraina hanno avuto un chiaro effetto positivo sugli scambi commerciali dell'Ucraina con l'UE. Insieme alle corsie di solidarietà, queste misure hanno assicurato che i flussi commerciali dall’Ucraina verso l’UE restassero stabili nel 2022 e nel 2023, nonostante le gravi interruzioni causate dalla guerra e contro la tendenza generale di una diminuzione del commercio ucraino nel suo complesso. Le importazioni totali dell’UE dall’Ucraina sono ammontate a 24,3 miliardi di euro nei 12 mesi fino all’ottobre 2023 rispetto ai livelli prebellici nel 2021 di 24 miliardi di euro.

Di natura unilaterale e temporanea, queste misure  ampliano significativamente la portata della liberalizzazione tariffaria nell'ambito dell'Accordo  di libero scambio  UE-Ucraina (DCFTA) sospendendo tutti i dazi, le quote e le misure di salvaguardia sulle importazioni ucraine in un particolare  momento di bisogno da parte  dell'Ucraina. Parallelamente, l’UE e l’Ucraina continuano le discussioni su un’ulteriore liberalizzazione tariffaria permanente e reciproca ai sensi dell’articolo 29 dell’accordo di associazione UE-Ucraina.

Per quanto riguarda la Modavia, le misure speciali di esenzione dai dazi sono in vigore dal 25 luglio 2022. Le esportazioni della Moldavia verso il resto del mondo hanno sofferto dell'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina poiché spesso dipendevano dal transito attraverso il territorio ucraino e dalle infrastrutture ucraine. Le misure hanno aiutato gli sforzi della Moldova per riorientare le esportazioni attraverso l'UE. Nel complesso, le esportazioni dalla Moldavia verso l’UE sono aumentate da 1,8 miliardi di euro nel 2021 a 2,6 miliardi di euro nel 2022. La Commissione propone ora di rinnovare di un altro anno la sospensione di tutti i dazi sulle importazioni dalla Moldova. Ciò significa in pratica che le esportazioni di sette prodotti agricoli soggetti a contingenti tariffari dalla Moldavia continueranno ad essere completamente liberalizzate: pomodori, aglio, uva da tavola, mele, ciliegie, prugne e succo d'uva.

Clotilde Lombardi Satriani

 

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21/09/2023

La grande sfida dei chip alla prova della nuova normativa europea

Oggi entra in vigore il regolamento sui chip. Tale regolamento istituisce una serie completa di misure per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento, la resilienza e la leadership tecnologica dell'UE nell'ambito delle tecnologie e delle applicazioni dei semiconduttori.

I semiconduttori sono componenti essenziali dei prodotti digitali e digitalizzati. Dagli smartphone alle automobili, fino ad applicazioni e infrastrutture critiche per l'assistenza sanitaria, l'energia, la difesa, le comunicazioni e l'automazione industriale, i semiconduttori sono fondamentali per l'economia digitale moderna e sono inoltre al centro di forti interessi geostrategici e della corsa tecnologica mondiale.

Concretamente, il regolamento sui chip rafforzerà le attività di produzione nell'Unione, stimolerà l'ecosistema di progettazione europeo e sosterrà l'espansione e l'innovazione lungo l'intera catena del valore. Con questa normativa l'Unione europea mira a conseguire l'obiettivo di raddoppiare la sua attuale quota di mercato a livello mondiale portandola al 20% nel 2030.

I tre pilastri del regolamento sui chip

Il primo pilastro- l'iniziativa "Chip per l'Europa" - consolida la leadership tecnologica dell'Europa, facilitando il trasferimento di conoscenze "dal laboratorio alla fabbrica", colmando il divario tra la ricerca e l'innovazione e le attività industriali e promuovendo l'industrializzazione delle tecnologie innovative da parte delle imprese europee. L'iniziativa "Chip per l'Europa" sarà attuata principalmente nel quadro dell'impresa comune "Chip".

L'iniziativa sarà sostenuta con 3,3 miliardi di € di fondi dell'UE, che dovrebbero essere integrati da fondi degli Stati membri. Concretamente, tali investimenti sosterranno attività quali la creazione di linee di produzione pilota avanzate per accelerare l'innovazione e lo sviluppo tecnologico, lo sviluppo di una piattaforma di progettazione basata sul cloud, l'istituzione di centri di competenza, lo sviluppo di chip quantistici, nonché la creazione di un fondo per i chip per facilitare l'accesso al finanziamento tramite capitale e tramite debito.

Il secondo pilastro del regolamento sui chip incentiva gli investimenti pubblici e privati negli impianti di produzione a favore dei produttori di chip e dei loro fornitori.

Il secondo pilastro crea un quadro per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento attirando investimenti e rafforzando le capacità produttive nel settore della fabbricazione di semiconduttori. A tal fine stabilisce un quadro per impianti di produzione integrata e fonderie aperte dell'UE, i primi nel loro genere nell'Unione, che contribuiranno alla sicurezza dell'approvvigionamento e a un ecosistema resiliente nell'interesse dell'Unione. Gia al momento della proposta di regolamento sui chip la Commissione aveva indicato che era possibile concedere aiuti di Stato agli impianti primi nel loro genere, conformemente al trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Nel terzo pilastro il regolamento sui chip istituisce inoltre un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per rafforzare la collaborazione con gli Stati membri e tra di essi, monitorare l'approvvigionamento di semiconduttori, stimare la domanda, prevedere le carenze e, se necessario, attivare una fase di crisi. Il 18 aprile 2023 è stato istituito, come primo passo, un sistema di allarme sui semiconduttori, che consente ai portatori di interessi di segnalare le perturbazioni della catena di approvvigionamento dei semiconduttori.

Clotilde Lombardi Satriani

 

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25/07/2023

L'Europa in campo contro la sperimentazione animale

Oggi la Commissione risponde all'iniziativa dei cittadini europei (ICE) "Salvare i cosmetici cruelty-free: impegnarsi per un'Europa senza sperimentazione animale". La risposta presenta una panoramica completa del quadro legislativo e strategico dell'UE riguardo all'uso degli animali a fini sperimentali e propone nuove misure per ridurre ulteriormente la sperimentazione animale.

La Commissione plaude all'iniziativa, riconoscendo che il benessere degli animali continua a destare profonda preoccupazione nei cittadini europei. Sottolinea il ruolo guida dell'UE nell'eliminazione graduale della sperimentazione animale e nel miglioramento del benessere degli animali in generale: tali sforzi hanno portato in particolare al divieto totale della sperimentazione animale nel settore dei cosmetici, in vigore nell'UE dal 2013.

La Commissione preparerà inoltre una nuova tabella di marcia comprendente una serie di misure legislative e non legislative per ridurre ulteriormente la sperimentazione animale, con l'obiettivo di arrivare al divieto di utilizzare gli animali nella normativa riguardante le sostanze chimiche (ad esempio nel regolamento REACH, in quello sui biocidi, in quello sui prodotti fitosanitari e nella disciplina sui medicinali per uso umano e veterinario) e di continuare a sostenere fortemente le alternative alla sperimentazione animale.

In relazione alla modernizzazione della scienza, la Commissione continuerà a sostenere con forza la ricerca per lo sviluppo di alternative alla sperimentazione animale ed esaminerà la possibilità di coordinare le attività degli Stati membri in questo ambito.

 

La Commissione delinea le seguenti azioni in risposta agli obiettivi specifici dell'iniziativa dei cittadini europei:

  • proteggere e rafforzare il divieto di sperimentazione animale per i cosmetici: la Commissione sottolinea che il regolamento UE sui cosmetici vieta già di immettere sul mercato prodotti cosmetici testati su animali. Tale divieto non si estende tuttavia alle prove di sicurezza, necessarie per valutare i rischi che le sostanze chimiche comportano per i lavoratori e l'ambiente, previste dal regolamento dell'UE per la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH). L'interfaccia tra i 2 atti legislativi è attualmente oggetto di valutazione in 2 cause all'esame della Corte di giustizia dell'Unione europea. La Commissione terrà conto dell'esito dei procedimenti giudiziari in vista di eventuali future modifiche legislative;
  • trasformare la legislazione UE sulle sostanze chimiche: nell'ambito del suo impegno a ridurre ed eventualmente eliminare la sperimentazione animale nel contesto della legislazione sulle sostanze chimiche, la Commissione collaborerà con tutte le parti interessate a una tabella di marcia per arrivare a valutazioni della sicurezza chimica ottenute senza ricorrere alla sperimentazione animale. La tabella di marcia servirà da quadro di riferimento per le azioni e le iniziative future volte a ridurre e, in ultima analisi, eliminare la sperimentazione animale nel contesto della legislazione sulle sostanze chimiche all'interno dell'Unione europea;
  • modernizzare la scienza nell'UE: pur non condividendo l'opinione secondo cui sarebbe necessaria una proposta legislativa per conseguire l'obiettivo di eliminare gradualmente il ricorso agli animali nella ricerca, nella formazione e nell'istruzione, la Commissione continuerà a sostenere fermamente lo sviluppo di impostazioni alternative con finanziamenti adeguati. La Commissione propone inoltre di avviare una serie di azioni per accelerare la riduzione della sperimentazione animale nella ricerca, nell'istruzione e nella formazione, anche valutando la possibilità di coordinare le attività degli Stati membri e delle autorità nazionali in questo ambito, organizzando seminari esplorativi e sostenendo nuove iniziative di formazione per gli scienziati all'inizio della carriera.

C. Lombardi Satriani

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20/07/2023

Spazio comune europeo di dati per il turismo

Oggi la Commissione ha pubblicato una comunicazione che presenta gli elementi costitutivi di uno spazio comune europeo di dati per il turismo. Questo spazio di dati consentirà alle imprese del settore turistico e agli enti pubblici di condividere un'ampia gamma di dati per orientare lo sviluppo di servizi turistici innovativi, come pure di migliorare la sostenibilità dell'ecosistema turistico e di rafforzarne la competitività economica.

Il turismo è un ecosistema complesso e altamente dinamico che produce e consuma una mole enorme di dati. Lo spazio comune europeo di dati per il turismo:

  • agevolerà la condivisione di dati di varia origine (ad esempio imprese, enti locali e mondo accademico) portando il pubblico e gli altri portatori di interessi a collaborare per definire le caratteristiche fondamentali dello spazio di dati. Ad esempio, i dati sul consumo energetico degli alberghi possono essere utili per monitorare l'impatto ambientale del turismo su una determinata destinazione;
  • permetterà di accedere ai dati a un'ampia gamma di utenti, tra cui intermediari commerciali, gestori delle destinazioni, fornitori di servizi turistici e altri. Ad esempio, una start-up che offre servizi turistici basati sull'intelligenza artificiale potrà utilizzare dati più pertinenti; un'agenzia di viaggio disporrà di una visione migliore delle offerte per tutte le città, regioni e paesi; un ente locale disporrà di maggiori informazioni sui flussi turistici. Questo aiuterà le imprese (in particolare quelle più piccole) e gli enti locali a creare, migliorare e personalizzare i servizi e a supportare il processo decisionale correlato alla sostenibilità della loro offerta turistica;
  • promuoverà un quadro coerente, affidabile ed efficiente per la governance dello spazio comune europeo di dati per il turismo, basato sul rispetto della vigente legislazione UE e nazionale in materia di dati e delle norme comuni stabilite a livello dell'UE. Ciò garantirà un modello di governance dei dati sviluppato da tutti i portatori di interessi dell'ecosistema turistico: Stati membri, enti locali e regionali, settore privato e istituzioni dell'UE, con il sostegno di finanziamenti dell'Unione;
  • offrirà interoperabilità tra campi di dati e spazi di dati settoriali, come gli spazi comuni europei di dati su mobilità, energia, ambiente, salute, comunità intelligenti, patrimonio culturale e altri settori con evidenti collegamenti con l'esperienza turistica.

La comunicazione odierna illustra i principali fattori abilitanti di uno spazio di dati per il turismo e spiega inoltre perché sia necessario costruire tale spazio in modo graduale, affinché siano prese in considerazione tutte le esigenze dei portatori di interessi e il processo sia in linea con la creazione di altri spazi di dati settoriali, onde garantire l'interoperabilità tra i dati settoriali. Le azioni di coordinamento e sostegno nell'ambito del programma Europa digitale forniranno un piano per la realizzazione dello spazio di dati entro la fine del 2023.

Gli Stati membri, gli enti regionali e locali e il settore privato raccolgono dati, organizzandoli in base alle proprie norme ed esigenze. I dati raccolti in diversi ecosistemi sono rilevanti anche per il turismo. A livello dell'UE Eurostat ha concluso un accordo per la condivisione con il settore privato, su base volontaria, dei dati sulle strutture ricettive e il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha sviluppato nel 2021 il quadro operativo dell'UE per il turismo come strumento per monitorare la transizione verde e digitale e la resilienza dell'ecosistema turistico.

C. Lombardi Satriani

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19/07/2023

La ricerca europea alla prova dell'ambizione delle nuove Missioni

Nei primi due anni dalla loro creazione, le missioni dell'UE di Orizzonte Europa hanno sostenuto il lavoro della Commissione sul Green Deal europeo, per rendere l'Europa pronta per l'era digitale, e il piano di lotta europeo contro il cancro. Fin dal loro avvio, le missioni dell'UE hanno dimostrato il loro potenziale di accelerare il cambiamento. Sostenute principalmente dai finanziamenti di Orizzonte Europa, hanno anche collegato e sostenuto le politiche e i programmi dell'UE con l'azione locale e il coinvolgimento dei cittadini. Sono sulla buona strada per conseguire i loro ambiziosi obiettivi entro il 2030 in settori critici quali l'adattamento ai cambiamenti climatici, il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti oncologici, il ripristino degli ecosistemi marini e di acqua dolce, la creazione di città climaticamente neutre e la disponibilità di suoli in buona salute.

Queste sono le conclusioni della comunicazione sulle missioni dell'UE nell'ambito di Orizzonte Europa, adottata oggi. La comunicazione fornisce una valutazione approfondita dei progressi compiuti finora, come richiesto dai colegislatori dopo i primi due anni di attività. Mette in evidenza i principali risultati delle attuali cinque missioni, identificando nel contempo le sfide che hanno incontrato e proponendo una serie di azioni per affrontarle. Alla luce di questa valutazione equilibrata, la comunicazione di oggi propone anche di spendere l'11% del bilancio del pilastro 2 di Orizzonte Europa per le missioni dell'UE nell'ultima parte del programma, segnando quindi un aumento rispetto all'attuale 10%. Ciò corrisponde a un importo totale di oltre 3 miliardi di € per il periodo 2024-2027. Avvia inoltre i preparativi di una nuova missione dell'UE sul nuovo Bauhaus europeo.

La Commissione si impegna a rendere ancora più efficaci le missioni dell'UE, ad esempio:

  • intensificando le discussioni con gli attori politici, in particolare con gli Stati membri, su come razionalizzare la governance delle missioni dell'UE per renderla più efficiente, inclusiva ed efficace;
  • mobilitando un più ampio portafoglio di strumenti per garantire una maggiore partecipazione del settore privato, compresi i partenariati pubblico-privato e gli appalti pubblici per l'innovazione;
  • intraprendendo azioni mirate a sostegno degli sforzi di comunicazione a livello locale e nazionale per rafforzare il coinvolgimento dei cittadini e sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alle missioni dell'UE.

Visto il forte potenziale delle missioni di stimolare il cambiamento e considerando il fatto che l'iniziativa del nuovo Bauhaus europeo condivide già diverse caratteristiche con le missioni dell'UE, la Commissione avvia oggi la fase preparatoria di una nuova missione specifica dell'UE, seguendo lo stesso processo delle prime cinque missioni. Ciò comprende la nomina di un consiglio di missione e l'elaborazione di un piano di attuazione. Questi due elementi contribuiranno a definire gli obiettivi e i traguardi esatti della nuova missione.

C. Lombardi Satriani

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17/07/2023

Carenza di antibiotici. L'Europa si attiva

Oggi la Commissione europea, i capi delle agenzie per i medicinali (HMA) e l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) formulano una serie di raccomandazioni riguardanti azioni volte a evitare che, nella prossima stagione invernale, si verifichino carenze degli antibiotici chiave utilizzati per curare le infezioni respiratorie dei pazienti europei. Le raccomandazioni, elaborate dal gruppo direttivo esecutivo per le carenze e la sicurezza dei medicinali (MSSG), integrano il processo di elaborazione di un elenco UE di medicinali critici. In stretta cooperazione con gli Stati membri dell'UE, la Commissione adotterà azioni di seguito operativo, compresi, se necessario, eventuali appalti congiunti.

Se nella prossima stagione invernale la domanda sarà simile a un livello di consumo medio degli anni precedenti, in base ai dati raccolti, l'offerta nell'UE di formulazioni orali degli antibiotici chiave di prima e seconda linea per le infezioni respiratorie corrisponderà alla domanda. L'EMA e l'Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) continueranno a collaborare con i titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio per rafforzare le misure volte ad aumentare l'offerta di alcuni antibiotici per via endovenosa.

Per una preparazione ottimale in vista della stagione invernale, il gruppo direttivo esecutivo dell'EMA per le carenze e la sicurezza dei medicinali ha elaborato le seguenti raccomandazioni di azioni proattive.

  • Aumentare la produzione di antibiotici chiave: per evitare carenze nella prossima stagione autunnale e invernale, l'EMA e l'HERA raccomandano di continuare a dialogare con i titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio per intensificare le misure volte ad aumentare la produzione. Un'azione tempestiva prima della stagione autunnale e invernale dovrebbe dare ai fabbricanti tempo sufficiente per predisporre una capacità produttiva in grado di soddisfare la domanda.
  • Monitoraggio della domanda e dell'offerta: l'EMA e la Commissione, insieme agli Stati membri, continueranno a monitorare la domanda e le forniture in collaborazione con le imprese. Poiché le misure adottate sono concepite per garantire un approvvigionamento sufficiente, i portatori di interessi dovrebbero ordinare il normale quantitativo di medicinali: non c'è necessità di costituire scorte. L'accumulo di scorte di medicinali può provocare difficoltà nelle forniture e determinare o aggravare situazioni di carenza.
  • Sensibilizzazione del pubblico e uso prudente: gli antibiotici dovrebbero essere utilizzati con prudenza per mantenerne l'efficacia ed evitare la resistenza antimicrobica; i medici hanno un ruolo fondamentale in tal senso. Gli antibiotici dovrebbero essere prescritti solo per il trattamento delle infezioni batteriche: non servono e non sono efficaci per curare le infezioni virali come il raffreddore e l'influenza. Sono inoltre consigliate iniziative di sensibilizzazione dei cittadini.

In linea con le conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2023, l'EMA e la Commissione attraverso l'HERA continueranno a monitorare attentamente la domanda e l'offerta e a interagire con i titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio per tutto il resto dell'anno al fine di individuare tempestivamente eventuali diminuzioni impreviste delle forniture e di poter adottare le misure necessarie. Giovedì 20 luglio si terrà una riunione del consiglio HERA, alla quale parteciperanno i rappresentanti dei ministeri della Salute degli Stati membri, della Commissione e dell'industria per discutere ulteriormente la questione e concordare eventuali misure supplementari. 

C. Lombardi Satriani

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14/07/2023

L'Italia davanti alla Corte di Giustizia Europea su discriminazioni verso i lettori stranieri nelle università

a Commissione europea ha deciso in data odierna di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver posto fine alla discriminazione nei confronti dei lettori stranieri: l'Italia non applica adeguatamente le norme di diritto interno che attuano le disposizioni UE in materia di libera circolazione dei lavoratori (regolamento (UE) n. 492/2011 e articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea).

A norma del diritto dell'Unione, i cittadini dell'UE che esercitano il diritto alla libera circolazione non devono essere discriminati a causa della loro cittadinanza per quanto riguarda l'accesso all'occupazione e le condizioni di lavoro. La legge italiana prevede un regime accettabile per la cosiddetta ricostruzione della carriera dei lettori stranieri nelle università italiane: tale aspetto è stato riconosciuto dalla Corte di giustizia dell'Unione europea nella causa C-119/04.

Ad oggi, tuttavia, la maggior parte degli atenei italiani non ha adottato le misure necessarie per una corretta ricostruzione della carriera dei lettori. Ciò comprende l'adeguamento della retribuzione, dell'anzianità e delle corrispondenti prestazioni sociali a quelli di un ricercatore con un contratto a tempo parziale, come pure il diritto al versamento degli arretrati a decorrere dall'inizio del rapporto di lavoro: di conseguenza, la maggior parte dei lettori stranieri non ha ancora ricevuto il denaro e le prestazioni cui ha diritto.

La Commissione ha avviato la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia nel 2021 e vi ha dato seguito con un parere motivato nel gennaio 2023. Nonostante le norme della legislazione nazionale italiana e la sentenza della Corte, i lettori stranieri continuano a essere discriminati: la Commissione ha pertanto deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE.

L'articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) vieta di discriminare i cittadini dell'UE a causa della loro nazionalità in un altro Stato membro dell'Unione per quanto riguarda l'accesso all'occupazione e le condizioni di lavoro.

Tale disposizione del trattato è ulteriormente dettagliata nel regolamento (UE) n. 492/2011 relativo alla libera circolazione dei lavoratori, il cui articolo 7, paragrafo 1, vieta agli Stati membri di trattare i lavoratori dell'UE in modo diverso dai lavoratori nazionali a motivo della loro cittadinanza per quanto concerne le condizioni di impiego e di lavoro, in particolare in materia di retribuzione.

C. Lombardi Satriani

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Focus
30/06/2023

Missione dell'UE "Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque"

La Commissione ha annunciato oggi 18 nuovi progetti che riceveranno oltre106 milioni di EUR per contribuire alla missione dell'UE "Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque". I progetti riuniscono oltre 370 beneficiari provenienti da 36 paesi, tra cui PMI, istituti di ricerca, autorità locali, scuole e imprese. Svolgeranno un ruolo fondamentale nel conseguimento della neutralità climatica e nel ripristino della natura proteggendo e ripristinando la biodiversità nelle acque, riducendo l'inquinamento, sostenendo un'economia blu sostenibile e sviluppando il gemellaggio digitale europeo dell'oceano. Tutti gli Stati membri dell'UE partecipano ai progetti, con azioni che spaziano dal Baltico al Mare del Nord, dal Danubio, dal Mediterraneo e dall'Atlantico.

Investire nella natura e nelle comunità locali

I progetti apporteranno un'ampia gamma di benefici agli oceani e alle acque, quali:

  • Soluzioni di protezione e ripristino degli habitat costieri e marini degradati
  • Protezione e ripristino delle zone umide, delle pianure alluvionali, delle zone umide costiere e delle paludi salmastre nel Danubio
  • Azioni volte a prevenire, ridurre al minimo e porre rimedio all'inquinamento chimico nel Mar Mediterraneo
  • Immettere sul mercato nel Mar Baltico e nel Mare del Nord prodotti e soluzioni sostenibili a base di alghe
  • Prevenire ed eliminare i rifiuti, la plastica e le microplastiche — soluzioni innovative per fiumi europei senza rifiuti
  • Ridurre i rifiuti marini e l'inquinamento utilizzando attrezzi da pesca intelligenti e a basso impatto ambientale
  • Integrazione dei dati di monitoraggio della biodiversità nel duplice oceano digitale
  • Creazione di una biblioteca elettronica delle specie marine e d'acqua dolce
  • Sviluppare modelli imprenditoriali locali di tipo partecipativo per l'agricoltura oceanica.

Maggiori dettagli sui progetti, compresi il bilancio e i beneficiari, sono disponibili nella panoramica dei progetti.

Contesto

Istituite nell'ambito del programma Orizzonte Europa per il periodo 2021-2027, le missioni dell'UE sono un nuovo modo per apportare soluzioni ad alcune delle principali sfide della società. Hanno obiettivi ambiziosi e produrranno risultati tangibili entro il 2030.

Avviata nel settembre 2021, la missione dell'UE "Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque" mira a proteggere e ripristinare la salute dei nostri oceani e delle nostre acque entro il 2030 attraverso la ricerca e l'innovazione, il coinvolgimento dei cittadini e gli investimenti nell'economia blu. La missione affronta l'oceano e le acque come un'unica missione e svolge un ruolo fondamentale nel conseguimento della neutralità climatica e nel ripristino della natura.

La missione sostiene l'impegno e la cooperazione a livello regionale attraverso le zone "Lighthes" nei principali bacini marittimi e fluviali: Atlantic-Artico, Mar Mediterraneo, Mar Baltico-Mare del Nord e Mar Nero. I faro delle missioni sono siti per sperimentare, dimostrare, sviluppare e dispiegare le attività della missione nei mari e nei bacini idrografici dell'UE.

I progetti odierni sono stati selezionati a seguito di un invito a presentare proposte pubblicato nel 2022, compresa una valutazione inter pares da parte di esperti indipendenti. I progetti saranno gestiti dalla CINEA (Agenzia esecutiva europea per il clima, l'infrastruttura e l'ambiente).

C. Lombardi Satriani

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29/06/2023

Portafoglio di identità digitale dell'UE

La Commissione accoglie con favore l'accordo politico provvisorio del Parlamento europeo e del Consiglio dell'UE sugli elementi principali della proposta relativa a un quadro giuridico per un'identità digitale europea. L'elemento innovativo fondamentale di questo quadro è che esso offrirà un portafoglio di identità digitale personale sotto forma di un'applicazione mobile pratica e sicura, il che consentirà a tutti i cittadini, i residenti e le imprese dell'UE di accedere in modo affidabile ai servizi online pubblici e privati in tutta Europa.

Il portafoglio di identità digitale dell'UE rivoluzionerà l'identificazione digitale perché consentirà agli Europei di avere il controllo sui loro dati personali con la praticità delle applicazioni mobili. Gli europei potranno utilizzare i servizi online e fornire credenziali di identità nel pieno controllo dei loro dati personali.

La Commissione sta già investendo 46 milioni di EUR dal programma Europa digitale in quattro progetti pilota su vasta scala per testare il portafoglio di identità digitale dell'UE in una serie di casi d'uso quotidiani, tra cui la patente di guida mobile, la sanità elettronica, i pagamenti, i titoli di istruzione e le qualifiche professionali. I progetti pilota sono stati avviati il 1º aprile 2023 e contribuiranno a migliorare le specifiche tecniche del portafoglio.

Per garantire che gli Stati membri siano pronti a fornire il portafoglio europeo di identità digitale entro i termini stabiliti dal regolamento, la Commissione è impegnata a sviluppare con gli Stati membri un pacchetto di strumenti tecnici per creare il prototipo della app del portafoglio europeo di identità digitale. La prima versione di questo pacchetto di strumenti è stata pubblicata su GitHub nel febbraio 2023 e continuerà ad essere aggiornata. I requisiti e le specifiche del pacchetto di strumenti diventeranno obbligatori una volta che sarà completato il processo legislativo sul quadro per un'identità digitale europea.

Prossime tappe

Sono necessari ulteriori lavori tecnici per completare il testo giuridico in linea con l'accordo politico provvisorio. Successivamente, il testo sarà soggetto all'approvazione formale del Parlamento europeo e del Consiglio. Una volta adottato, il quadro per l'identità digitale europea entrerà in vigore il 20º giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

Contesto

Il programma strategico per il decennio digitale 2030 definisce gli obiettivi di trasformazione digitale che l'Europa desidera raggiungere entro il 2030. Il portafoglio di identità digitale dell'UE contribuisce al conseguimento degli obiettivi del decennio digitale. In particolare, entro il 2030 tutti i servizi pubblici fondamentali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini dovrebbero poter accedere alle proprie cartelle cliniche online e tutti dovrebbero avere accesso a un'identificazione elettronica sicura che rafforzi la tutela della vita privata.

Il portafoglio di identità digitale dell'UE si basa sul vigente quadro giuridico transfrontaliero per le identità digitali affidabili, l'iniziativa europea in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari (il regolamento eIDAS). Adottato nel 2014, il regolamento eIDAS fornisce la base per l'identificazione elettronica transfrontaliera, l'autenticazione e la certificazione dei siti web all'interno dell'UE.

La proposta della Commissione relativa a un quadro aggiornato, su cui i colegislatori hanno raggiunto oggi un accordo politico, migliorerà l'efficacia ed estenderà i benefici di un'identità digitale sicura e pratica al settore privato e per l'uso mobile.  

C. Lombardi Satriani

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28/06/2023

Pacchetto moneta unica

ggi la Commissione europea ha presentato due proposte per fare in modo che i cittadini e le imprese possano continuare ad accedere alle banconote e alle monete in euro, utilizzandole per i pagamenti in tutta la zona euro, e per definire il quadro relativo a un possibile nuovo formato digitale dell'euro che in futuro potrebbe essere emesso dalla Banca centrale europea, in aggiunta al contante.

L'euro continua a essere un simbolo dell'unità e della forza dell'Europa. Da più di vent'anni, in tutta la zona euro e oltre, le persone e le imprese sono abituate a pagare con monete e banconote in euro. Anche se il 60% delle persone intervistate vorrebbe continuare a poter utilizzare il contante, un numero crescente di consumatori sceglie di pagare digitalmente, utilizzando carte e applicazioni di banche e altre imprese digitali e finanziarie. Questa tendenza è stata accelerata dalla pandemia di COVID-19.

Per rispecchiare queste tendenze, oggi la Commissione ha proposto due serie di misure complementari per fare in modo che le persone abbiano sia la possibilità di pagare in contanti sia quella di pagare in maniera digitale quando vogliono utilizzare la moneta della banca centrale:

  • una proposta legislativa sul corso legale del contante in euro per salvaguardare il ruolo del contante e garantire che sia ampiamente accettato come mezzo di pagamento e che rimanga facilmente accessibile alle persone e alle imprese in tutta la zona euro;
  • una proposta legislativa che istituisce il quadro giuridico per un possibile euro digitale, a integrazione delle banconote e delle monete in euro. Oltre alle attuali opzioni sul mercato privato, ciò offrirebbe alle persone e alle imprese una scelta in più per effettuare pagamenti digitali nella zona euro con un formato di valuta pubblica ampiamente accettato, economico, sicuro e resiliente, in aggiunta alle soluzioni di tipo privato attualmente esistenti. Anche se la proposta odierna, una volta adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, istituirebbe il quadro giuridico per l'euro digitale, spetterà in ultima istanza alla Banca centrale europea decidere se e quando emetterlo.

Corso legale delle banconote e delle monete in euro

Il contante in euro ha corso legale nella zona euro. La proposta intende definire a livello normativo cosa implichi questo corso legale, concentrandosi in particolare sulle "due A": accettazione e accesso. Anche se il contante è, in media, ampiamente accettato in tutta la zona euro, sono emerse problematiche in alcuni settori e in alcuni Stati membri. Alcune persone hanno difficoltà ad accedere al contante, ad esempio a causa della chiusura di sportelli ATM e filiali bancarie.

La proposta odierna intende fare in modo che il contante continui ad essere ampiamente accettato in tutta la zona euro e che le persone vi abbiano sufficiente accesso per poter pagare in contanti, se lo desiderano.

Gli Stati membri dovranno garantire che i pagamenti in contanti siano ampiamente accettati e che l'accesso al contante sia effettivo e sufficiente. Dovranno monitorare la situazione, riferire in merito e adottare misure per affrontare gli eventuali problemi individuati. Se necessario, la Commissione potrebbe intervenire per specificare le misure da adottare.

La proposta garantirà che tutti nella zona euro siano liberi di scegliere il metodo di pagamento che preferiscono e abbiano accesso ai servizi di base per il contante. In tal modo verrà salvaguardata l'inclusione finanziaria dei gruppi vulnerabili che tendono a fare maggiore affidamento sui pagamenti in contanti, come gli anziani.

Euro digitale

Per adeguarsi alla crescente digitalizzazione dell'economia, la Banca centrale europea (BCE), come molte altre banche centrali in tutto il mondo, sta valutando la possibilità di introdurre l'euro digitale a integrazione del contante. L'euro digitale offrirebbe ai consumatori un'alternativa in più per i pagamenti a livello europeo, in aggiunta alle opzioni attualmente esistenti. Ciò si tradurrebbe in una scelta più ampia per i consumatori e un ruolo internazionale più forte per l'euro.

Come avviene oggi con il contante, l'euro digitale sarebbe disponibile insieme ai mezzi di pagamento privati esistenti a livello nazionale e internazionale, come carte o applicazioni, e funzionerebbe come un portafoglio digitale. Nella zona euro le persone e le imprese potrebbero pagare con l'euro digitale ovunque e in qualsiasi momento.

Va sottolineato che tale sistema sarebbe disponibile per i pagamenti online ma anche offline, permettendo quindi pagamenti da un dispositivo all'altro anche senza connessione Internet, come capita ad esempio in aree remote o nei parcheggi sotterranei. Le operazioni online offrirebbero lo stesso livello di protezione dei dati dei mezzi di pagamento digitali esistenti, mentre i pagamenti offline garantirebbero un elevato livello di riservatezza e protezione dei dati per gli utenti, in quanto consentirebbero loro di effettuare pagamenti digitali rivelando meno dati personali rispetto a quelli che vengono trasmessi oggi quando si paga con carta, proprio come avviene quando si paga in contanti o si preleva contante da uno sportello ATM. Effettuando pagamenti offline con l'euro digitale, nessuno potrebbe vedere cosa si stia acquistando.

Le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento in tutta l'UE distribuirebbero l'euro digitale alle persone e alle imprese, fornendo gratuitamente alle persone fisiche i servizi di base in euro digitale. Per promuovere l'inclusione finanziaria le persone fisiche che non dispongono di un conto bancario potrebbero aprire e detenere un conto presso un ufficio postale o un altro ente pubblico, come un ente locale. Sarebbe un sistema facile da utilizzare, anche per le persone con disabilità.

Gli esercenti in tutta la zona euro sarebbero tenuti ad accettare l'euro digitale, eccezion fatta per i piccolissimi esercenti che potranno scegliere di non accettare pagamenti digitali, dal momento che per loro il costo da sostenere per introdurre una nuova infrastruttura per accettare pagamenti in euro digitale sarebbe sproporzionato.

L'euro digitale potrebbe inoltre costituire una solida base per ulteriori ammodernamenti, consentendo alle banche, ad esempio, di fornire soluzioni innovative ai clienti.

L'ampia disponibilità e l'uso di una valuta digitale emessa dalla banca centrale rappresenterebbero elementi fondamentali anche per la sovranità monetaria dell'UE, in particolare nel caso in cui altre banche centrali nel resto del mondo iniziassero a sviluppare valute digitali, oltre ad essere un elemento importante nel contesto dello sviluppo del mercato delle criptovalute.

La proposta odierna definisce il quadro giuridico e gli elementi essenziali dell'euro digitale che consentirebbero alla Banca centrale europea, previa adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, di introdurre eventualmente una valuta digitale che sia ampiamente disponibile e utilizzabile. Spetterà alla BCE decidere se e quando emettere l'euro digitale; questo progetto richiederà dunque un ulteriore e importante lavoro tecnico da parte della BCE.

C. Lombardi Satriani

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28/06/2023

Nuova normativa europea sui dati

La Commissione accoglie con favore l'accordo politico raggiunto oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell'UE sulla normativa europea sui dati, proposta dalla Commissione nel febbraio 2022.

La rivoluzione dell'internet delle cose (IoT) sta alimentando una crescita esponenziale e si prevede che, nei prossimi anni, i volumi di dati aumenteranno vertiginosamente. Una quantità significativa di dati industriali resta tuttora inutilizzata e racchiude un potenziale non realizzato.

La normativa sui dati intende dare un impulso all'economia dei dati dell'UE sbloccando i dati industriali, ottimizzandone l'accessibilità e l'uso e promuovendo un mercato europeo del cloud competitivo e affidabile. Si prefigge inoltre di fare in modo che i benefici della rivoluzione digitale siano condivisi da tutti.

Concretamente, la normativa sui dati comprende:

  • misure per permettere agli utenti di dispositivi connessi di accedere ai dati generati da tali dispositivi e dai servizi a essi collegati. Gli utenti potranno condividere tali dati con terzi, il che consentirà di promuovere i servizi post-vendita e l'innovazione. Nel contempo, i fabbricanti continuano a essere incentivati a investire nella produzione di dati di alta qualità, potendo contare sulla tutela dei loro segreti commerciali;
  • misure di tutela contro clausole contrattuali abusive imposte unilateralmente. L'obiettivo è tutelare le imprese dell'UE da accordi ingiusti, promuovere trattative eque e permettere alle PMI di partecipare al mercato digitale con maggiore fiducia;
  • meccanismi per consentire agli enti pubblici di accedere ai dati detenuti dal settore privato e di utilizzarli in caso di emergenze pubbliche quali inondazioni e incendi, o ai fini dell'esecuzione di un mandato giuridico, qualora i dati necessari non siano immediatamente disponibili con altri mezzi;
  • nuove norme che offrono ai clienti la possibilità di cambiare fornitore di servizi di trattamento dei dati su cloud. Tali norme mirano a promuovere la concorrenza e la scelta sul mercato, impedendo nel contempo il lock-in. La normativa sui dati contiene inoltre garanzie contro i trasferimenti illeciti di dati, il che garantirà un ambiente di trattamento dei dati più dinamico e sicuro;
  • misure volte a promuovere l'elaborazione di norme di interoperabilità per la condivisione e il trattamento dei dati, in linea con la strategia di normazione dell'UE.

Prossime tappe

L'accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio è ora soggetto all'approvazione formale dei due colegislatori. Una volta adottata, la normativa sui dati entrerà in vigore il 20o giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e sarà applicabile 20 mesi dopo l'entrata in vigore.

La normativa sui dati integra il regolamento sulla governance dei dati del novembre 2020 chiarendo chi può creare valore dai dati e a quali condizioni. Deriva dalla strategia europea per i dati, annunciata nel febbraio 2020, che mira a porre l'UE all'avanguardia nell'era della società basata sui dati.

Collettivamente, queste iniziative creeranno un mercato unificato che permetterà la libera circolazione dei dati all'interno dell'Unione europea e tra settori diversi, avvantaggiando i consumatori, le imprese, i ricercatori, le amministrazioni pubbliche e la società. Ciò alimenterà la collaborazione e l'innovazione, dando alle industrie e ai cittadini europei maggiori mezzi d'azione attraverso soluzioni basate sui dati.

C. Lombardi Satriani

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28/06/2023

Industria europea della difesa

La Commissione plaude all'accordo politico raggiunto ieri tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea sul regolamento sull'istituzione di uno strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA), con una dotazione di 300 milioni di €.

L'EDIRPA incentiverà gli Stati membri a collaborare per acquistare i prodotti della difesa più critici e urgenti alla luce dell'invasione ingiustificata dell'Ucraina da parte della Russia. Rafforzerà l'interoperabilità tra gli Stati membri per gli stessi prodotti, agevolerà i risparmi sui costi e rafforzerà la competitività e l'efficienza della base industriale e tecnologica di difesa europea. Gli appalti comuni degli Stati membri rappresentano un importante passo avanti verso un mercato europeo della difesa più integrato, capace di offrire maggiore prevedibilità all'industria europea della difesa e di darle la possibilità di investire per accrescere la propria capacità produttiva e adattarsi all'attuale contesto di mercato.

L'EDIRPA sosterrà lo sforzo degli Stati membri di spendere nei programmi collaborativi europei almeno il 35% del proprio bilancio destinato all'acquisto di materiale militare; contrasterà la frammentazione della domanda europea, che nuoce alla competitività della base industriale e tecnologica di difesa europea.

A complemento dell'EDIRPA i colegislatori si stanno inoltre adoperando per portare a termine i negoziati sulla legge a sostegno della produzione di munizioni, per sostenere in modo più diretto la capacità industriale di produrre munizioni per l'Ucraina e gli Stati membri dell'UE nell'ambito della strategia sulle munizioni a 3 pilastri concordata dai leader dell'UE.

Nell'adottare la bussola strategica, gli Stati membri si sono impegnati ad aumentare e migliorare la spesa nel settore della difesa allo scopo di affrontare più efficacemente realtà operative e nuove minacce e sfide. Incoraggiando gli appalti comuni, l'EDIRPA e l'imminente legge a sostegno della produzione di munizioni sosterranno questa svolta radicale da parte degli Stati membri.

L'accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione deve ora essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. La Commissione, che ha intenzione di attuare rapidamente l'EDIRPA, elaborerà un programma di lavoro con l'assistenza degli Stati membri in sede di comitato di programma.

 

Dopo il vertice di Versailles del marzo 2022, il 18 maggio la Commissione e l'Alto rappresentante/Vicepresidente Josep Borrell hanno presentato una comunicazione congiunta sulle carenze di investimenti dell'UE nel settore della difesa, proponendo azioni per porvi rimedio.

Sono stati individuati 3 aspetti di tali carenze. Il primo aspetto riguarda il bilancio: negli ultimi 2 decenni gli Stati membri hanno investito in misura insufficiente nel settore della difesa. Il secondo riguarda le capacità: le nostre forze armate non dispongono di determinati fattori abilitanti critici. Il terzo è di natura industriale: nell'UE le capacità di produzione di materiale militare sono adeguate a tempi di pace.

Per contribuire ad affrontare tali sfide la Commissione, insieme al servizio europeo per l'azione esterna e all'Agenzia europea per la difesa, ha istituito una task force per le acquisizioni congiunte nel settore della difesa onde valutare le esigenze più urgenti degli Stati membri e la capacità dell'industria della difesa dell'UE di farvi fronte.

Il 19 luglio 2022 la Commissione ha presentato il regolamento sullo strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA), volto a rafforzare le capacità industriali nel settore della difesa sostenendo la cooperazione degli Stati membri per appalti comuni dei prodotti della difesa più urgenti e critici.

C. Lombardi Satriani

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31/05/2023

Iniziativa dei cittadini europei

Oggi la Commissione ha deciso di registrare un'iniziativa dei cittadini europei (ICE) dal titolo "Efficace applicazione del concetto di precedente giudiziario nei paesi dell'UE".

Gli organizzatori dell'iniziativa invitano la Commissione a introdurre un meccanismo che garantisca il riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie definitive adottate dagli organi giurisdizionali di altri Stati membri su materie analoghe o identiche che richiedano l'applicazione del diritto dell'Unione e che presentino implicazioni transfrontaliere, nonché la possibilità di invocare i precedenti giudiziari emessi dagli organi giurisdizionali del paese in questione.

La decisione di registrazione è di natura giuridica e non pregiudica le conclusioni giuridiche e politiche finali della Commissione sull'iniziativa, né l'eventuale azione che andrà a intraprendere se l'iniziativa otterrà il sostegno necessario.

Poiché l'iniziativa dei cittadini europei soddisfa le condizioni formali stabilite nella legislazione pertinente, la Commissione la ritiene giuridicamente ammissibile, pur non avendola ancora analizzata nel merito.

Prossime tappe

A partire da oggi, data di registrazione dell'iniziativa, gli organizzatori avranno sei mesi per avviare la raccolta delle firme. Se entro un anno riusciranno a raccogliere un milione di firme in almeno sette Stati membri, la Commissione sarà tenuta a reagire e potrà decidere se dare o meno seguito alla richiesta, giustificando la decisione.

Contesto

Prevista dal trattato di Lisbona come strumento per dare modo ai cittadini di influire sul programma di lavoro della Commissione, l'iniziativa dei cittadini europei è stata varata nell'aprile 2012. Una volta registrata ufficialmente, consente a un milione di cittadini provenienti da almeno sette Stati membri di chiedere alla Commissione europea di proporre atti giuridici nei settori di sua competenza. Per essere ammissibile, l'azione proposta 1) non deve esulare manifestamente dalla competenza della Commissione di presentare una proposta di atto giuridico, 2) non deve essere manifestamente ingiuriosa, futile o vessatoria, 3) né manifestamente contraria ai valori dell'Unione.

Dal varo dell'iniziativa dei cittadini europei la Commissione ha ricevuto 126 richieste di registrazione, di cui 101 ammissibili e quindi registrate.

C. Lombardi Satriani

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30/05/2023

Incendi boschivi: l'UE raddoppia la flotta antincendio rescEU per l'estate 2023

Facendo seguito al discorso sullo stato dell'Unione pronunciato dalla Presidente von der Leyen nel settembre dello scorso anno, il Commissario per la Gestione delle crisi Janez Lenarčič ha annunciato oggi, in un discorso tenuto in occasione del 10° anniversario del centro di coordinamento della risposta alle emergenze, il raddoppio della flotta aerea antincendio di rescEU per affrontare la stagione degli incendi boschivi di quest'anno.

 

La flotta antincendio rescEU per il 2023 

  • La riserva di velivoli antincendio di rescEU comprende 24 aerei e 4 elicotteri messi a disposizione da 10 Stati membri:
    • due areomobili antincendio di media portata dalla Croazia
    • Due aeromobili leggeri da Cipro
    • Due elicotteri dalla Cechia
    • Due areomobili antincendio di media portata e un elicottero dalla Francia
    • Due aeromobili leggeri dalla Germania
    • Due areomobili antincendio di media portata, due aeromobili leggeri e un elicottero dalla Grecia
    • Due areomobili antincendio di media portata e due aeromobili leggeri dall'Italia
    • Due aeromobili leggeri dal Portogallo
    • Due areomobili antincendio di media portata dalla Spagna
    • Quattro aeromobili leggeri dalla Svezia
  • Inoltre, Austria, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia invieranno circa 450 vigili del fuoco da stazionare in Francia, Grecia e Portogallo.

Facendo seguito agli inviti dei ministri dell'UE e del Parlamento europeo, nel 2022 la Commissione ha elaborato inoltre un piano d'azione per la prevenzione degli incendi boschivi. Il piano d'azione ruota attorno a tre obiettivi: 1) migliorare la capacità amministrativa; 2) migliorare le conoscenze; 3) aumentare gli investimenti in azioni di prevenzione degli incendi boschivi.

Nell'ambito del piano d'azione per la prevenzione, l'UE avvia oggi una nuova metodologia di valutazione inter pares degli incendi boschivi. Si tratta di un nuovo strumento che, oltre ad aiutare i paesi a valutare le rispettive capacità di prevenire e fare fronte agli incendi boschivi, favorirà lo scambio di buone pratiche tra i paesi europei nell'ambito del meccanismo di protezione civile dell'UE.

Inoltre, nell'ambito del Centro di coordinamento della risposta alle emergenze è in via di istituzione una squadra di sostegno per gli incendi boschivi, al fine di consentire un monitoraggio e un'analisi quasi in tempo reale della situazione degli incendi boschivi da metà giugno a metà settembre.

Le azioni di prevenzione, preparazione e risposta agli incendi boschivi, tra loro strettamente connesse, hanno l'obiettivo di salvare vite umane e mezzi di sussistenza e di proteggere l'ambiente. La disponibilità di esperti in materia di incendi boschivi, di vigili del fuoco ben addestrati, di tecnologie dell'informazione e di mezzi di risposta sufficienti fa la differenza.

L'UE garantisce un approccio coordinato alla prevenzione, alla preparazione e alla risposta agli incendi boschivi quando questi superano le capacità di risposta nazionali. Quando l'entità di un incendio boschivo supera le capacità di risposta di un paese, quest'ultimo può chiedere assistenza tramite il meccanismo di protezione civile dell'UE. Una volta attivato, il centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'UE coordina e finanzia l'assistenza messa a disposizione dagli Stati membri dell'UE e da altri nove Stati partecipanti attraverso offerte spontanee. L'UE ha inoltre creato il pool europeo di protezione civile per disporre di un numero critico di capacità di protezione civile immediatamente attivabili che consentano una risposta collettiva più forte e coerente. Qualora l'emergenza richieda un'ulteriore assistenza di primo soccorso, interviene la flotta di riserva antincendio rescEU, che fornisce mezzi aggiuntivi per far fronte alle catastrofi in Europa. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze opera inoltre un monitoraggio dell'andamento degli incendi boschivi avvalendosi di sistemi di allarme rapido, quali il sistema europeo d'informazione sugli incendi boschivi, mentre il servizio dell'UE di mappatura satellitare di emergenza Copernicus permette di integrare gli interventi con informazioni dettagliate dallo spazio.  

C. Lombardi Satriani

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24/05/2023

Orientamenti strategici nell'ambito del semestre europeo

La Commissione presenta oggi i suoi orientamenti agli Stati membri nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo 2023. L'obiettivo è costruire un'economia solida e adeguata alle esigenze future, che garantisca competitività e prosperità a lungo termine per tutti in un contesto geopolitico difficile. Ciò richiede un approccio integrato in tutti i settori d'intervento: promozione della sostenibilità ambientale, della produttività, dell'equità e della stabilità macroeconomica. A questo fine il semestre europeo rappresenta il quadro di coordinamento delle politiche, integrando l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza con quella dei programmi della politica di coesione. Nel ciclo del semestre europeo sono inoltre previste relazioni aggiornate sui progressi compiuti verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutti gli Stati membri.

 

Prospettive migliori tra difficoltà che permangono

L'economia europea continua a mostrarsi resiliente in un contesto mondiale difficile.

Il calo dei prezzi dell'energia, l'allentamento delle strozzature nell'approvvigionamento e un mercato del lavoro vigoroso hanno sostenuto una crescita moderata nel primo trimestre del 2023, dissipando i timori di una recessione. Al tempo stesso, mentre l'inflazione continua a diminuire, l'inflazione di fondo si è consolidata, determinando un ulteriore inasprimento delle condizioni finanziarie.  

Secondo le previsioni economiche di primavera 2023 l'economia dell'UE crescerà dell'1,0% nel 2023 e dell'1,7% nel 2024. Si prevede che l'inflazione si attesti al 6,7% nel 2023 e al 3,1% nel 2024.

Secondo le proiezioni, quest'anno la crescita dell'occupazione sarà pari allo 0,5%, con un successivo calo allo 0,4% nel 2024. Stando alle previsioni, il tasso di disoccupazione rimarrà appena al di sopra del 6%.

Un'attuazione efficace del dispositivo per la ripresa e la resilienza e della politica di coesione: motori fondamentali di un'economia dell'UE solida e adeguata alle esigenze future

A due anni dalla sua attuazione il dispositivo per la ripresa e la resilienza, cardine del piano per la ripresa dell'Europa "NextGenerationEU" da 800 miliardi di €, continua ad accelerare una transizione verde e digitale equa e inclusiva in tutti gli Stati membri, rafforzando la resilienza dell'UE nel suo complesso. Il semestre europeo integra l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e quella dei programmi della politica di coesione in modo che siano complementari e fornisce orientamenti strategici agli Stati membri sulle principali sfide economiche e sociali.

Con tutti i piani nazionali per la ripresa e la resilienza in corso e 24 richieste di pagamento trattate finora, la Commissione ha erogato, nell'ambito del dispositivo, oltre 152 miliardi di € per l'efficace attuazione delle riforme e degli investimenti chiave. Gli Stati membri dovrebbero mantenere lo slancio impresso all'attuazione dei loro piani e procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione. Gli Stati membri dovrebbero proseguire sul cammino della decarbonizzazione dell'economia e della base industriale dell'UE, correggere le carenze e gli squilibri tra domanda e offerta di manodopera e di competenze, sostenere la creazione di posti di lavoro di qualità, potenziare la ricerca e l'innovazione e creare le condizioni per garantire la prosperità, la competitività, l'equità e la resilienza a lungo termine dell'UE. L'inclusione del capitolo REPowerEU nei piani degli Stati membri, che comporta finanziamenti aggiuntivi, contribuirà ad affrontare le sfide dell'UE in materia di sicurezza energetica e ad accelerare la transizione verso l'energia pulita e un'economia a zero emissioni nette.

e raccomandazioni specifiche per paese sono suddivise in quattro parti:

  • una raccomandazione sulla politica di bilancio che comprende, se del caso, riforme di bilancio strutturali,
  • la raccomandazione di proseguire o accelerare l'attuazione del piano nazionale per la ripresa e la resilienza, compresa la revisione e l'integrazione del capitolo REPowerEU, tenendo conto dei potenziali rischi di attuazione specifici per paese, e di attuare rapidamente i programmi della politica di coesione adottati,
  • una raccomandazione aggiornata e più specifica sulla politica energetica in linea con gli obiettivi di REPowerEU, nonché
  • se pertinente, un'ulteriore raccomandazione sulle sfide strutturali in essere e/o emergenti.

Orientamenti di bilancio

All'approssimarsi della fine del periodo di attivazione della clausola di salvaguardia generale, la Commissione riprende a formulare raccomandazioni specifiche per paese, quantificate e differenziate, sulla politica di bilancio.

  • Gli Stati membri che hanno raggiunto il loro obiettivo di bilancio a medio termine (l'obiettivo di bilancio fissato per ciascun paese nell'ambito del patto di stabilità e crescita), sulla base delle previsioni di primavera 2023, sono invitati a mantenere una posizione di bilancio solida nel 2024.
  • Tutti gli altri Stati membri sono invitati a garantire una politica di bilancio prudente, in particolare limitando l'aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024.
  • Tutti gli Stati membri dovrebbero preservare gli investimenti pubblici finanziati a livello nazionale e garantire l'assorbimento efficace delle sovvenzioni erogate nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'UE, in particolare per promuovere le transizioni verde e digitale.
  • Entro la fine del 2023 tutti gli Stati membri dovrebbero eliminare le misure di sostegno connesse all'energia esistenti. Qualora un nuovo aumento dei prezzi dell'energia richiedesse l'attuazione di misure di sostegno, queste dovrebbero essere mirate alle famiglie e alle imprese vulnerabili, restare sostenibili a livello di bilancio e continuare a fornire incentivi per il risparmio energetico.
  • Per il periodo successivo al 2024 gli Stati membri dovrebbero continuare a perseguire una strategia di bilancio a medio termine di risanamento graduale e sostenibile, combinata con investimenti e riforme che favoriscano una maggiore crescita sostenibile, al fine di conseguire una posizione di bilancio prudente a medio termine.

C. Lombardi Satriani

 

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Focus
22/05/2023

Alluvioni: l'UE mobilita attrezzature di emergenza per assistere le autorità italiane

A seguito di una nuova richiesta di assistenza da parte dell'Italia, l'UE ha mobilitato offerte di attrezzature di pompaggio provenienti da Austria, Bulgaria, Germania, Francia, Polonia, Romania, Slovenia e Slovacchia attraverso il meccanismo di protezione civile dell'UE per aiutare le autorità italiane a far fronte alle gravi inondazioni. La richiesta è stata presentata a seguito di condizioni meteorologiche avverse in Italia che hanno provocato inondazioni e frane negli ultimi giorni, colpendo in particolare la regione centro-settentrionale dell'Emilia-Romagna.

Il 21 maggio le autorità italiane hanno attivato il meccanismo di protezione civile dell'UE. La richiesta di assistenza riguarda le attrezzature di pompaggio ad alta capacità del pool europeo di protezione civile. 

Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'UE è in costante contatto con le autorità italiane, che stanno attualmente valutando le offerte, e l'UE è pronta a fornire ulteriore aiuto se necessario. 

Il servizio Copernicus dell'UE ha inoltre fornito una mappatura satellitare di emergenza delle zone colpite, a seguito di una richiesta dell'autorità italiana di protezione civile del 16 maggio.

Contesto

Quando un'emergenza supera le capacità di risposta di un paese in Europa e nel resto del mondo, il paese può chiedere assistenza attraverso il meccanismo di protezione civile dell'UE. La Commissione europea svolge un ruolo fondamentale nel coordinare la risposta alle catastrofi a livello mondiale. Dalla sua istituzione nel 2001, il meccanismo di protezione civile dell'UE è stato attivato per oltre 600 emergenze e crisi all'interno e all'esterno dell'UE. Il meccanismo di protezione civile dell'UE mira a rafforzare la cooperazione tra i 27 Stati membri e i 9 Stati ora partecipanti (Islanda, Norvegia, Serbia, Macedonia del Nord, Montenegro, Turchia, Bosnia-Erzegovina, Albania e, più recentemente, Ucraina) nel campo della protezione civile al fine di migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta alle catastrofi.

Un approccio comune contribuisce inoltre a mettere in comune le competenze e le capacità degli operatori di primo intervento, ad evitare la duplicazione degli sforzi di soccorso e a garantire che l'assistenza risponda alle esigenze delle persone colpite. La messa in comune delle capacità e delle conoscenze in materia di protezione civile consente una risposta collettiva più forte e coerente.

Il meccanismo contribuisce inoltre a coordinare le attività di preparazione e prevenzione delle catastrofi delle autorità nazionali e contribuisce allo scambio delle migliori pratiche, facilitando così lo sviluppo continuo di norme comuni più rigorose che consentano alle squadre di comprendere meglio i diversi approcci e di lavorare in modo intercambiabile in caso di catastrofi.

C. Lombardi Satriani

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Focus
18/05/2023

La Commissione pubblica la prima relazione sulle prospettive dell'industria europea dei media

ggi la Commissione ha pubblicato la prima relazione sulle prospettive dell'industria europea dei media, che analizza le tendenze nel settore audiovisivo, dei videogiochi e dei mezzi di informazione. Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, ha presentato la relazione al Forum del cinema europeo, organizzato nel quadro del Festival di Cannes.

La relazione sulle prospettive per i media fornisce dati di mercato e individua le sfide e le tendenze tecnologiche di fondo comuni alle industrie dei media. Tra le altre cose, sottolinea l'impatto strutturale del cambiamento in atto nella fruizione dei media, un impatto favorevole agli operatori digitali. Secondo la relazione, la crescita è trainata principalmente da segmenti quali il video on demand (VoD), i giochi per dispositivi mobili o i contenuti immersivi.

La relazione menziona anche una risorsa strategica come i diritti di proprietà intellettuale (PI), sottolineandone l'importanza per le imprese del settore dei media e ricordando che il mantenimento, l'acquisizione e lo sfruttamento di tali diritti può contribuire a un aumento delle entrate nonché alla possibilità di investire o di rimanere indipendenti. Sottolinea inoltre che un'adozione precoce ma prudente di tecnologie e tecniche innovative (ad esempio, della produzione virtuale basata sull'IA) è fondamentale per adattarsi, conquistare nuovi mercati e diventare più competitivi. Inoltre è opportuno ricorrere a strategie orientate sul pubblico, facendone la base su cui costruire modelli imprenditoriali di successo.

C. Lombardi Satriani

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