9 novembre 2015 - Piercarlo Valtorta
Da pochi giorni la Commissione europea ha inviato a Parlamento e Consiglio il suo programma di Lavoro 2016; il primo che mette a pieno regime la macchina dell'attuale Presidente Junker. Per analizzare questo documento che accompagnerà gli addetti ai lavori per tutto il prossimo anno, ci avvarremo di quattro distinti lavori che approfondiranno i punti salienti di tale Programma. Il primo articolo , che segue queste righe, si concentrerà sugli obiettivi generali e il metodo assunto dalla Commissione
per definire il proprio stile.
23 novembre 2015
L'articolo che segue è il secondo di una serie di quattro che sono stati impostati per presentare il Programma di Lavoro della Commissione per il 2016. Con questo articolo inizia l'analisi delle dieci priorità proposte da Junker; in particolare ci si concentrerà su quelle appartenenti all'area economica.
I prossimi articoli si occuperanno dell'area delle relazioni esterne e dell'area giustizia e diritti.
1 dicembre 2015 - Piercarlo Valtorta
Prosegue la presentazione del Programma di lavoro della Commissione per il 2016. Con questo terzo articolo andiamo a presentare l'insieme di quelle priorità che impattano soprattutto la dimensione esterna dell'UE, sia quella di carattere commerciale sia quella più legata alla sicurezza che quella più squisitamente politica.
Il nostro percorso di presentazione si concluderà con un quarto articolo dedicato ai temi della giustizia e democrazia
9 dicembre 2015 - Piercarlo Valtorta
Termina con il presente articolo il percorso in quattro tappe di presentazione del Programma di lavoro della Commissione Junker per il 2016.
Dopo aver analizzato la strategia ed il metodo, le priorità economiche e quelle relative al ruolo dell'Europa nel mondo, vogliamo dedicare qualche parola a quanto viene proposto sui temi della democrazia, dei diritti fondamentali e su temi eticamente discriminanti come le migrazioni di massa.
14 dicembre 2015 - Piercarlo Valtorta
Gli attacchi terroristici di Parigi del 13-14 novembre scorso hanno avuto, tra gli altri, l'effetto di spingere la Commissione europea a prendere con grande rapidità l'iniziativa legislativa sulla lotta al terrorismo.
Infatti già il 2 dicembre la Commissione stessa presentava una proposta di direttiva.
L'articolo che segue intende fare una prima analisi di tale documento.
26.05.2016
Fonte: Consiglio Ue
Keywords: Grecia,
L’Eurogruppo ha trovato nella notte tra il 24 e il 25 maggio un accordo sulla questione greca, dopo 11 ore di trattative. Sbloccati complessivamente aiuti per 10,3 miliardi di euro, in un piano di assistenza che prevede lo stanziamento di una prima tranche di 7,5 miliardi a giugno, mentre la restante parte della somma sarà versata in autunno, dopo aver verificato l’effettiva attuazione delle misure chieste al governo greco che riguardano le privatizzazioni.
Sulla sfida epocale delle migrazioni la Commissione prova a fare sul serio e mette in campo una serie di proposte concrete che mirano a rinforzare l’Agenda europea sulla migrazione, lanciata il 13 maggio 2015. Le iniziative dell’Esecutivo europeo sono state presentate ai parlamentari riuniti in plenaria a Strasburgo lo scorso 7 giugno e prevedono il lancio di una nuova strategia per fronteggiare la sfida dei flussi migratori con un approccio olistico e globale diretto sia alla dimensione esterna che a quella interna del fenomeno. Le tre proposte riguardano l’avvio di una serie di partenariati con i paesi d’origine delle migrazioni, ma anche un piano d’azione per una maggiore integrazione dei cittadini di Stati terzi già presenti sul territorio europeo e uno nuovo schema unico europeo per la migrazione legale che regoli gli ingressi nel Vecchio Continente di lavoratori altamente qualificati. Ai capi di Stato e di governo che si riuniranno a Bruxelles a fine giugno, il compito di valutare e approvare gli sforzi della Commissione.
04.07.2016
A inizio giugno la Commissione europea ha confermato l’intenzione di estendere il suo Piano di Investimenti anche oltre il 2018, a quasi un anno di distanza dall’entrata in vigore del regolamento attuativo. Il piano ha portato alcuni risultati in termini di approvazione di diversi nuovi progetti ma è ancora molto lontani dall’obiettivo di colmare quel deficit di investimenti in cui l’Europa è sprofondata immediatamente dopo la crisi. Quando lo Juncker Plan fu presentato si stimava un calo di investimenti in Europa del meno 15% rispetto al livello pre-crisi, mentre oggi si è ancora al meno 10%. Oltretutto l’ammontare complessivo degli investimenti era già basso anche nel 2007 se confrontato al tasso di riferimento di altri attori globali con i quali l’Europa si prefigge di competere economicamente, come è stato ricordato anche da Mario Draghi in una recente audizione alla Commissione parlamentare ECON
10 settembre 2016
Procede senza intoppi la cooperazione per fornire assistenza, non solo umanitaria, ai profughi siriani e iracheni ospitati presso le strutture a loro dedicate. Il sostegno finanziario alla Turchia rappresenta l’aspetto più sgradito all’opinione pubblica europea e gli aiuti vengono ancora percepiti come un assegno in bianco da 3 miliardi intestato a Erdogan. In realtà la somma è destinata al finanziamento di un complesso programma di assistenza che vede tra i principali beneficiari gli storici partner umanitari dell’Ue, tra cui diverse agenzie Onu come l’UNHCR e il WFP e alcune importanti ONG come la Croce Rossa.
22 settembre 2016
Una delegazione di 7 eurodeputati della commissione libertà civili è arrivata in Libano per monitorare la condizione dei rifugiati e come procedono i loro reinsediamenti. La delegazione, guidata dal parlamentare Claude Moraes, era composta da Branislav Škripek, Tanja Fajon, Frank Engel Maité Pagazaurtundua, Ska Keller and Jeroen Lenaers. Prima della partenza proprio capo delegazione aveva parlato di una grande opportunità per interagire con diverse ong che operano direttamente sul campo per fornire assistenza umanitaria, ma anche di occasione per vedere come le controparti libanesi trattano le politiche di assistenza ai rifugiati, per poter integrare meglio anche l’operato dell’Unione.
Bruxelles, 9 novembre 2016
Dopo un anno di attesa ed un lungo dibattito in seno al Parlamento europeo, oggi la Commissione europea ha presentato la proposta di un nuovo metodo di calcolo del dumping sulle importazioni da paesi nei quali esistono considerevoli distorsioni di mercato o in cui l'influenza dello Stato sull'economia è pervasiva. L'obiettivo è assicurare che l'Europa disponga di strumenti di difesa commerciale che siano in grado di fronteggiare le realtà attuali, in particolare gli eccessi di capacità produttiva, nel contesto degli scambi internazionali: ciò nel pieno e contemporaneo rispetto degli obblighi internazionali dell'UE nel quadro giuridico dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). La proposta, che introduce modifiche alla normativa antidumping e antisovvenzioni dell'UE, è stata preceduta da un'ampia consultazione pubblica ed è accompagnata da una valutazione d'impatto.
20 dicembre 2016
L'ultima indagine annuale sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa ( Employment and Social Developments in Europe - ESDE), pubblicata in data odierna, mostra risultati incoraggianti. Sono stati creati circa 3 milioni di posti di lavoro e l'occupazione è aumentata, facendo diminuire la povertà. La disoccupazione resta tuttavia elevata e registra enormi differenze tra gli Stati membri. I mercati del lavoro e le società dovranno adattarsi a nuove forme di lavoro. Quest'anno la relazione sull'occupazione e sugli sviluppi sociali - o, in breve, "ESDE"- si è concentrata sull'occupazione come mezzo per combattere la povertà, sulla digitalizzazione e sui cambiamenti nel mondo del lavoro, sul ruolo del dialogo sociale, sulle disparità tra gli Stati membri e sull'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro.
23 gennaio 2017
Oltre 600 rappresentanti delle autorità degli Stati membri, delle istituzioni europee, delle parti sociali e della società civile, fra i quali oltre 20 ministri nazionali e vari membri del collegio dei commissari, stanno discutendo i risultati della consultazione pubblica sul pilastro europeo dei diritti sociali. L'annuncio dell'iniziativa da parte del Presidente Juncker, nel settembre 2015, ha dato il via a un ampio dibattito tra autorità UE, Stati membri, parti sociali, società civile e cittadini in merito ai contenuti e al ruolo del pilastro nonché alle modalità per assicurare equità e giustizia sociale in Europa. Le discussioni odierne porteranno a compimento tale processo e contribuiranno a forgiare la proposta della Commissione sul pilastro, attesa per marzo. Il Presidente Jean-Claude Juncker ha colto l'occasione per annunciare che organizzerà, congiuntamente al Primo Ministro svedese Stefan Löfven, un vertice sociale per l'occupazione e la crescita eque, che si terrà a Göteborg il 17 novembre 2017.
Nel seguito dell'articolo analizziamo le implicazioni del tema dei diritti sociali alla luce dei cambiamenti in atto nei modelli di produzione industriale e della diffusa consapevolezza di un drammatico impoverimento della classe media in Europa
26 gennaio 2017
Gli europei sono più consapevoli che mai del loro status di cittadini dell'Unione e la proporzione degli europei che vogliono essere informati meglio sui loro diritti è in costante aumento. Quattro europei su cinque attribuiscono particolare importanza al diritto di libera circolazione, che consente loro di vivere, lavorare, studiare e intraprendere un'attività economica in qualsiasi parte dell'UE Eurobarometro dicembre 2016). Una mancata consapevolezza significa tuttavia che i cittadini dell'UE non esercitano pienamente il proprio diritto di voto alle elezioni europee e locali e che molti di essi non sanno di poter beneficiare di protezione consolare presso le ambasciate degli altri Stati membri. La relazione 2017 sulla cittadinanza dell'Unione definisce le priorità della Commissione per promuovere una migliore conoscenza di questi diritti e agevolarne l'esercizio nella pratica.
Ma come sta rispondendo l'Europa ad una crescente domanda di maggiore partecipazione e di democrazia diretta?
Leggi il seguito
Valletta, 3 febbraio 2017
Accogliamo con favore e sosteniamo gli sforzi della presidenza maltese volti a portare avanti tutti gli elementi della politica migratoria globale dell'UE.
Un elemento centrale di una politica migratoria sostenibile consiste nel garantire un controllo efficace della nostra frontiera esterna e nell'arginare i flussi illegali verso l'UE. Nel 2016 gli arrivi sono scesi a un terzo dei livelli del 2015. Sulla rotta del Mediterraneo orientale, nell'ultimo quadrimestre del 2016, nonostante il persistere delle pressioni, gli arrivi sono diminuiti del 98% rispetto all'anno precedente. Confermiamo il nostro impegno a favore della dichiarazione UE-Turchia e dell'attuazione integrale e non discriminatoria di tutti i suoi aspetti, nonché del proseguimento del sostegno ai paesi situati lungo la rotta dei Balcani occidentali.
Seguito della dichiarazione nell'articolo
Bruxelles, 6 febbraio 2017
Ammodernata e semplificata, la politica agricola comune (PAC), una delle politiche più longeve dell'Unione europea, sarà in grado di offrire migliori risposte alle sfide sociali, politiche, economiche e ambientali del mondo attuale. La Commissione europea ha iniziato la prima fase di ammodernamento e semplificazione della politica agricola comune (PAC) avviando una consultazione pubblica di tre mesi. I contributi ricevuti la aiuteranno a definire le future priorità della politica agricola. Una politica agricola comune più moderna e semplificata consentirà di rispondere alle sfide principali che l'agricoltura e le zone rurali si trovano ad affrontare, contribuendo nel contempo a conseguire le priorità strategiche della Commissione (in particolare crescita e occupazione), nonché allo sviluppo sostenibile e a un bilancio incentrato suirisultati, sulla semplificazione e sulla sussidiarietà.
In Focus le sfide della PAC nell'era della globalizzazione
5 giugno 2017
Il regno Unito il 29 marzo 2017 ha notificato al Presidente del Consiglio Europeo la lettera ufficiale per il divorzio dall'Unione europea. La lettera del Primo Ministro Theresa May, appellandosi all'art. 50 TUE, dà inizio ai negoziati per la Brexit.
La possibilità che uno Stato membro possa lasciare l'Ue è stata di recente introdotta con il trattato di Lisbona nel 2009. Il Trattato sancisce che i negoziati per l'uscita abbiano una durata di due anni, una proroga potrà essere concessa solamente con voto unanime dei 27 stati mebri. Durante questo periodo di transizione, il Regno Unito è considerato ancora membro dell'Unione Euiropea, quindi i suoi rappresentanti sono tenuti a partecipare alla vita dell'Unione; con la sola eccezione delle discussioni che riguardano la Brexit.
6 GIUGNO 2017
sI è svolto oggi presso il Parlamento Europeo un seminario sulla situazione del sistema d'asilo in Europa.
La prima parte del seminario è stata animata da cecilia Wikstrom, relatrice del dossier sulla riforma dell'accordo di Dublino. La revisione è basta sulla porposta presentata lo scorso giugno dalla Commissione.
Nella seconda parte il Commissario Avramopoulos ha illustrato nel merito la proposta.
20 giugno 2017
Il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha illustrato in una lunga dichiarazione quali sono le priorità del suo mandato. i temi toccati sono numerosi e tutti di particolare rilevanza nell'attuale congiuntura storica che sta vivendo l'unione Europea. In particolare, ha parlato di difesa europea, immigrazione, futuro dellUnione europea, Balcani occidentali e rapporti con la Turchia, Brexit, Siria, la situazione in Venezuela, i rapporti con la Tunisia, la situazione nel Mediterraneo e l'ambiente.
luglio 2017
Lo speciale analizza l'evoluzione del fenomeno del terrorismo in Europa ed in altre aree del mondo. Il terrorismo continua a rappresentare una delle maggiori sfide per la stabilità internazionale. Nonostante la volontà politica comune della comunità internazionale di combattere il terrorismo con unità, persistono alcuni ostacoli tra cui l'accordo sulla definizione stessa di terrorismo. Questo pone un significativo impedimento per la ricerca sul terrorismo che solo poche istituzioni hanno intrapreso.
Nel 2014 gli attacchi terroristici sono stati il doppio rispoetto al 2004. Sempre più paesi sono colpiti da questo fenomeno: Africa sub-Saharian, il Medio Oriente, il Nord Africa e l'Asia del Sud. In molti paesi l'instabilità politica ha creato terreno fertile per lo sviluppo del terrorismo, in particolare: Cameroon, Repubblica democratica del Congo, Iraq, Kenya, Libano, Libia, Migeria, Somalia, Sudan, Syria e Yemen.