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22/04/2024

La nuova App di Tik Tok, già lanciata in Francia e Spagna, a rischio di sospensione in tutta Europa

Oggi la Commissione ha aperto un secondo procedimento formale contro TikTok ai sensi del Digital Services Act (DSA). La procedura consiste nel valutare se l'azienda possa aver violato il DSA lanciando TikTok Lite in Francia e Spagna. Ai sensi della DSA, le piattaforme online designate come molto grandi sono obbligate a presentare una relazione di valutazione del rischio, comprese le misure per mitigare eventuali rischi sistemici, prima di lanciare qualsiasi nuova funzionalità che potrebbe avere un impatto critico in termini di rischio sistemico. . 

La Commissione ritiene che il Task and Reward Programi" di TikTok Lite, che consente agli utenti di guadagnare punti eseguendo determinate "attività" su TikTok, come guardare video, mettere mi piace ai contenuti, seguire creatori, invitare amici a iscriversi a TikTok, ecc. , sia stato lanciato senza una previa valutazione dei rischi che comporta, in particolare quelli legati all'effetto di dipendenza dalla piattaforma, e senza adottare misure efficaci di attenuazione di tali rischi. Ciò è particolarmente preoccupante per i bambini, data la sospetta assenza di efficaci meccanismi di verifica dell’età su TikTok. La mancanza di efficaci meccanismi di verifica dell’età e la struttura delle piattaforma sospettata di creare dipendenza sono già oggetto di indagine nel primo procedimento formale contro TikTok.

L’indagine si concentrerà sui seguenti aspetti:

- Il rispetto da parte di TikTok dell'obbligo ai sensi del DSA di condurre e presentare un rapporto di valutazione del rischio prima di implementare funzionalità, in questo caso il programma "Task and Reward Lite", che potrebbero avere un impatto critico sui rischi sistemici. In particolare effetti negativi sulla salute mentale, compresa quella dei minori, soprattutto a causa della nuova funzionalità che induce dipendenza nei comportamenti degli utenti.

- Le misure adottate da TikTok per mitigare tali rischi.

Se provate, tali inadempienze costituirebbero violazioni degli articoli 34 e 35 del DSA.  Inoltre, la Commissione ha invitato con carattere di obbligatorietà  TikTok a rispondere alla richiesta di informazione giò inviata il 17 aprile 2024. In particolare la Commissione aveva chiesto  a TikTok di fornire entro il 18  aprile  il rapporto di valutazione del rischio per la nuova app TikTok Lite, nonché informazioni sulle misure che la piattaforma ha messo in atto per mitigare i potenziali rischi sistemici di queste nuove funzionalità. TikTok non ha fornito tale documento entro la scadenza. 

TikTok ha ora tempo fino al 23 aprile per presentare il rapporto di valutazione del rischio alla Commissione e fino al 3 maggio per fornire le altre informazioni richieste. Nel caso in cui TikTok non risponda alla richiesta di informazioni della Commissione entro i termini indicati, la Commissione può imporre sanzioni fino all'1% del reddito annuo totale o del fatturato mondiale dellla società e sanzioni periodiche fino al 5% del reddito medio giornaliero  o del fatturato annuo mondiale.

Infine, vista la negligenza da parte di TikTok nel presentare la valutazione  prima del lancio di TikTok Lite, secondo quanto previsto dal DSA, la Commissione sospetta prima facie una violazione della normativa europea e ritiene che sussistano rischi di gravi danni per la salute mentale degli utenti. La Commissione ha quindi comunicato a TikTok anche l'intenzione di imporre misure provvisorie consistenti nella sospensione del programma a premi TikTok Lite nell'UE in attesa della valutazione della sua sicurezza. Prima di adottare formalmente la sospensione, TikTok ha tempo fino al 24 aprile per presentare argomentazioni in sua difesa.

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17/04/2024

Vertice europeo: le decisioni su Ucraina, Turchia e Medio oriente.

Ucraina.

1. Ricordando le sue conclusioni del marzo 2024, il Consiglio europeo ribadisce il suo pieno e fermo sostegno all'Ucraina, al suo popolo e alla sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale.

2. Il Consiglio europeo condanna fermamente i continui attacchi aerei e missilistici della Russia contro i civili e le infrastrutture civili e critiche dell’Ucraina, compreso il recente intensificarsi degli attacchi contro il settore energetico. L’Unione Europea e i suoi Stati membri intensificheranno la fornitura di assistenza umanitaria e di protezione civile, comprese attrezzature come generatori di corrente e trasformatori di potenza.

3. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di fornire urgentemente difesa aerea all'Ucraina e di accelerare e intensificare la fornitura di tutta l'assistenza militare necessaria, comprese munizioni di artiglieria e missili. Invita il Consiglio, in particolare nella sua prossima riunione, e gli Stati membri a garantire il necessario seguito. Il Consiglio europeo accoglie con favore i progressi compiuti sulle proposte volte a destinare le entrate straordinarie derivanti dai beni immobilizzati della Russia a beneficio dell’Ucraina e ne chiede la rapida adozione.

Il sostegno militare sarà fornito nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e tenendo conto degli interessi di sicurezza e di difesa di tutti gli Stati membri.

Medio Oriente

4. Il Consiglio europeo condanna fermamente e inequivocabilmente l’attacco iraniano a Israele e ribadisce la sua piena solidarietà al popolo di Israele e il suo impegno per la sicurezza di Israele e la stabilità regionale. Il Consiglio europeo invita l'Iran e i suoi delegati a cessare tutti gli attacchi ed esorta tutte le parti a dar prova della massima moderazione e ad astenersi da qualsiasi azione che possa aumentare le tensioni nella regione. L’Unione Europea adotterà ulteriori misure restrittive nei confronti dell’Iran, in particolare in relazione ai veicoli aerei senza pilota (UAV) e ai missili. L’Unione europea resta pienamente impegnata a contribuire alla riduzione della tensione e alla sicurezza nella regione.

5. Il Consiglio europeo ricorda le sue conclusioni del marzo 2024 in tutti i loro elementi e ribadisce il suo impegno a collaborare con i partner per porre fine senza indugio alla crisi a Gaza e attuare la risoluzione 2728 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, anche attraverso il raggiungimento di un cessate il fuoco immediato e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi, oltre a garantire un accesso completo, rapido, sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari su larga scala per i palestinesi bisognosi. L’Unione europea resta fermamente impegnata a favore di una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione dei due Stati.

6. L'Unione europea è pronta a collaborare con tutti i partner per evitare un ulteriore inasprimento delle tensioni nella regione, in particolare in Libano. Ricorda il suo forte sostegno al Libano e al popolo libanese e riconosce le difficili circostanze che il Libano sta vivendo a livello interno e a causa delle tensioni regionali. Il Consiglio europeo invita tutte le parti a impegnarsi ad attuare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In questo contesto, l'Unione europea resta impegnata a favore della stabilità del Libano, anche sostenendo le riforme tanto necessarie, e rafforzando il proprio sostegno al Forze armate libanesi.

7. Il Consiglio europeo conferma la determinazione dell'UE a sostenere le persone più vulnerabili in Libano, compresi i rifugiati, gli sfollati interni e le comunità ospitanti bisognose, nonché a fornire sostegno per combattere la tratta e il traffico di esseri umani. Il Consiglio europeo riafferma la necessità di realizzare condizioni per un ritorno sicuro, volontario e dignitoso dei rifugiati siriani, come definito dall'UNHCR.

8. In vista dell'ottava conferenza di Bruxelles sulla Siria, il Consiglio europeo invita l'alto rappresentante e la Commissione a rivedere e rafforzare l'efficacia dell'assistenza dell'UE ai rifugiati e agli sfollati siriani in Siria e nella regione. Invita tutti i donatori a mantenere o ad aumentare il livello di assistenza nei loro confronti.

Turchia

9. Il Consiglio europeo ha tenuto un dibattito strategico sulle relazioni UE-Turchia, prendendo atto della comunicazione congiunta dell'Alto Rappresentante e della Commissione sullo stato delle relazioni politiche, economiche e commerciali UE-Turchia. L’Unione Europea ha un interesse strategico in un ambiente stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale e nello sviluppo di una relazione di collaborazione e reciprocamente vantaggiosa con la Turchia. Il Consiglio europeo incarica il Coreper, nel rispetto delle competenze delle istituzioni competenti, a portare avanti i lavori sulle raccomandazioni della comunicazione congiunta in linea con le precedenti conclusioni del Consiglio europeo e in modo graduale, proporzionato e reversibile, soggetto a ulteriori orientamenti da parte del Consiglio europeo. L’impegno costruttivodella Turchia sarà determinante per far avanzare le varie aree di cooperazione identificate nella comunicazione congiunta.

10. A questo proposito, l’Unione europea attribuisce particolare importanza alla ripresa e ai progressi nei colloqui per una soluzione a Cipro al fine di rafforzare ulteriormente la cooperazione UE-Turchia. Ricordando le sue precedenti conclusioni, il Consiglio europeo resta pienamente impegnato a favore di una soluzione globale del problema di Cipro, nel quadro delle Nazioni Unite, in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e in linea con i principi su cui si fonda l'Unione e con l'acquis. Il Consiglio europeo accoglie con favore la nomina di María Angela Holguín Cuéllar quale inviata personale del Segretario generale delle Nazioni Unite a Cipro. L’Unione europea è pronta a svolgere un ruolo attivo nel sostenere tutte le fasi del processo guidato dalle Nazioni Unite, con tutti i mezzi adeguati a sua disposizione.

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12/04/2024

L'Europa rafforza il sostegno finanziario all'Egitto

L’UE fornirà 1 miliardo di euro di assistenza macrofinanziaria urgente a breve termine all’Egitto per contribuire a stabilizzare la sua economia. E' un bene, è un male?. In realtà denuncia solo l'impotenza dell'Europa ad agire sul piano diplomatico per raddrizzare le tensioni in Medio Oriente, e l'unica via che da sempre le riesce facile e in tempi relativamente brevi è dare soldi. Dare soldi alla Turtchia nel 2016 per bloccare l'ondata di migranti sulla rotta balcanica, dare soldi oggi prima alla Tunisia, ora all'Egitto per lo stesso motivo, ma con molte ipocrisie in più.

Nelle intenzioni del Consiglio che ha adottato la decisione, il che vuol dire dei 27 stati membri dell'UE, gli aiuti sono destinati a far fronte al deterioramento della situazione macrofiscale e alle esigenze finanziarie del paese negli ultimi mesi, in particolare dopo lo scoppio della guerra di Gaza, gli attacchi Houthi nel Mar Rosso e le ripercussioni della guerra  della Russia contro l’Ucraina. Il miliardo di euro di assistenza a breve termine fa parte di un pacchetto di due proposte per fornire assistenza macrofinanziaria all’Egitto. La seconda parte dell'operazione, ancora da adottare, metterebbe a disposizione 4 miliardi di euro nel periodo 2024-2027. 

L’assistenza macrofinanziaria si affianza al rinnovo di un  un programma di sostegno concluso con il Fondo monetario internazionale (FMI), per  8 miliardi di euro, che sarà reso disponibile purché siano soddisfatte diverse condizioni. 

Ed ora veniamo al fronte delle necessarie apparenze per rispettare il ruolo di alto profilo che vorrebbe esercitare l'Europa sul piano internazionale. Infatti, nel comunicato del Consiglio è detto che l'assistenza macrofinanziaria sarà fornita sotto forma di prestiti  in un'unica soluzione. Una precondizione per la concessione dell’assistenza è che l’Egitto continui a compiere passi concreti e credibili verso il rispetto dei principi democratici (compreso un sistema parlamentare multipartitico) e dello Stato di diritto e garantendo il rispetto dei diritti umani. Con buona pace della famiglia di Giulio Regeni.

La decisione adottatta oggi scaturisce dalla proposta presentata dalla Commissione il 15 marzo 2024 lriguardo ad un'operazione di assistenza macrofinanziaria all'Egitto per un importo complessivo di 5 miliardi di euro in prestiti, a seguito della richiesta dell'Egitto del 12 marzo 2024. Sarà erogato 1 miliardo di euro a breve termine e 4 miliardi di euro nel periodo 2024-2027. L’approccio differenziato mira a rendere possibile l’erogazione della prima parte degli aiuti entro la fine del 2024, per rispondere con urgenza alla richiesta dell’Egitto. In conformità con il regolamento finanziario, i prestiti verrebbero accantonati nel bilancio dell’UE a un tasso del 9% (90 milioni di euro) nell’ambito del Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument – Global Europe (NDICI – Global Europe).

 

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11/04/2024

Fuori dal coro, la voce della Caritas sul nuovo Patto sui migranti

Votato con sufficiente maggioranza ma ancor più celebrata da alcuni dei più atorevoli rappresentanti delle istituzioni europee come una svolta nelle politiche dell'Europa sull'immigrazione, il nuovo Patto non trova tutti entusiasti e all'indomani della votazione si leva decisa la voce della Caritas, da sempre in prima linea con tanto cuore e meno soldi nell'aiutare quanti giungono nel nostro continente in fuga da condizioni di vita non più sostenibili. 

Caritas sottolinea che  il Patto non è riuscito a riformare il disfunzionale sistema di Dublino, che rende responsabile del trattamento della richiesta di asilo il paese dell’UE in cui arriva per primo il richiedente asilo. Le nuove regole si basano invece su un complicato meccanismo di solidarietà in cui gli Stati membri dell’UE possono letteralmente pagare per evitare la ricollocazione dei richiedenti asilo, il che non compenserà la maggiore responsabilità che ricadrà sugli Stati membri alle frontiere esterne dell’UE.

Anche l’espansione dell’uso di procedure accelerate di asilo e rimpatrio alle frontiere per confinare i richiedenti asilo nei paesi di confine dell’UE e prevenire i “movimenti secondari” è problematica. Ciò comporterà una detenzione diffusa, anche di famiglie e bambini, procedure di asilo affrettate con garanzie limitate e standard di accoglienza inadeguati nei paesi di confine in difficoltà. Il nuovo screening rischia inoltre di aumentare e legittimare la profilazione razziale discriminatoria. L’uso più ampio del concetto di “paese terzo sicuro” significherà che più persone saranno rimpatriate in un paese di transito, come ad esempio la Tunisia, riflettendo la crescente tendenza all’esternalizzazione che cerca di spostare la responsabilità dell’asilo verso paesi extra-UE e incrementare i rendimenti.

Infine,secondo la Caritas  saranno disponibili ai governi una serie di misure eccezionali per ritardare l’accesso alla procedura di asilo e prolungare le procedure di frontiera in caso di situazioni di crisi, e verrà introdotto il controverso concetto di “strumentalizzazione” dei migranti da parte di paesi extra-UE. E' già successo quando la Bielorussia ha spinto migliaia di disperati ad attraversare la frontiera con la Polonia e sono stati respinti e di fatto abbandonati al loro destino nella terra di nessuno trai due paesi. 

Gli Stati membri hanno ora due anni per prepararsi all’attuazione del Patto. Caritas esorta a prevenire la detenzione generalizzata alle frontiere, a creare condizioni di accoglienza dignitose, compreso un adeguato supporto medico e assistenza legale, e a consentire alle ONG di accedere alle persone sottoposte a procedure di frontiera. Richiama la necessità di un monitoraggio efficace che coinvolga l’Agenzia per l’asilo dell’UE e la Commissione europea, con conseguenze concrete in caso di illeciti e mancato rispetto del diritto dell’UE. I dati sono drammatici come ricordato da michael Landau, Presidente di Caritas Euroa: "Dal 2014, oltre 30.000 persone sono morte nel Mediterraneo e questa situazione deve cambiare se vogliamo che l'UE sia all'altezza dei suoi valori. L'accesso a procedure di asilo e condizioni di accoglienza giuste e dignitose nell'UE, nonché percorsi sicuri fanno parte la soluzione.".

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04/04/2024

L'aiuto ai Balcani diventa impegno concreto

Raggiunto l'accordo politico oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla Reform and Growth Facility  da 6 miliardi di euro per i Balcani occidentali, a sostegno del piano di riforma e crescita proposto dalla Commissione nel novembre 2023. Si tratta di un'iniziativa senza precedenti che consentee ai paesi dei Balcani occidentali di accedere ad alcuni vantaggi derivanti dall’adesione all’UE prima dell’adesione. Lo strumento fornirà maggiore assistenza finanziaria in cambio delle riforme socioeconomiche  definite nel contesto del processo di adesione. 

L’importo complessivo dello strumento per il periodo 2024-2027 è di 6 miliardi di euro. Questo importo è composto da 2 miliardi di euro in sovvenzioni e 4 miliardi di euro in prestiti altamente agevolati. Almeno la metà della dotazione complessiva sarà assegnata attraverso il Western Balkans Investment Framework (WBIF), a sostegno degli investimenti nelle infrastrutture e nella connettività, compresi i trasporti, l’energia e le transizioni verdi e digitali. La parte restante verrà erogata come sostegno diretto ai bilanci nazionali.

I fondi saranno erogati due volte l'anno, sulla base delle richieste dei partner dei Balcani occidentali e previa verifica da parte della Commissione e, se del caso, del EEAS, il Servizio di Azione Esterna dell'UE, che tutte le condizioni pertinenti siano state soddisfatte. Tali condizioni includono che ai fondi erogati corrispondano  progressi e i risultati, misurabili in termini qualitativi e quantitativi,  nell’attuazione dei  programmi di riforma, nonché condizioni generali relative alla stabilità macrofinanziaria, alla sana gestione delle finanze pubbliche, alla trasparenza e al controllo del bilancio.

Nel caso in cui alcune condizioni non siano soddisfatte, la Commissione può sospendere i pagamenti in parte o totalmente a seconda delle condizioni. A seguito di tale sospensione e nel caso in cui i partner dei Balcani occidentali non soddisfino le relative condizioni per una durata  di un anno (o due anni nel primo anno di attuazione), l'importo sospeso verrà ritirato e potrà essere ridistribuito tra gli altri beneficiari negli anni successivi.

Per finanziare la parte di sostegno sotto forma di prestito, l’Unione Europea raccoglierà 4 miliardi di euro sul mercato finanziario fino alla fine del 2027. I 2 miliardi di euro di sostegno a fondo perduto saranno finanziati attraverso risorse aggiuntive provenienti dalla revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale (QFP).

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28/03/2024

Verso un diploma di laurea europeo

Oggi la Commissione presenta tre iniziative per promuovere la cooperazione transnazionale tra istituti di istruzione superiore, con l’obiettivo finale di creare un titolo di studio europeo. Un titolo europeo volontario andrebbe a vantaggio degli studenti e della comunità dell'istruzione superiore incentivando la mobilità per l'apprendimento all'interno dell'UE e migliorando le competenze trasversali degli studenti. Aiuterebbe a soddisfare la domanda del mercato del lavoro e a rendere i laureati più attraenti per i futuri datori di lavoro, attirando allo stesso tempo studenti da tutto il mondo e stimolando la competitività europea.

Le tre iniziative affrontano gli ostacoli giuridici e amministrativi che impediscono alle università partner di istituire programmi di laurea congiunti competitivi a livello di bachelor, master o dottorato. Le proposte si fondano sull'autonomia istituzionale e sulla libertà accademica delle università. Rispettano pienamente le competenze degli Stati membri e dei governi regionali nel settore dell'istruzione superiore.

Il pacchetto odierno comprende una comunicazione su un progetto per un titolo di studio europeo e due proposte di raccomandazioni del Consiglio a sostegno del settore dell'istruzione superiore: una per migliorare i processi di garanzia della qualità e il riconoscimento automatico delle qualifiche nell'istruzione superiore, e l'altra per rendere le carriere accademiche più attraenti e sostenibile.

Il progetto per una laurea europea presentato oggi apre la strada a un nuovo tipo di programma congiunto, erogato su base volontaria a livello nazionale, regionale o istituzionale e basato su una serie comune di criteri concordati a livello europeo.

Un diploma europeo di questo tipo ridurrebbe la burocrazia e consentirebbe agli istituti di istruzione superiore di diversi paesi di cooperare senza soluzione di continuità a livello transfrontaliero e di creare programmi congiunti.

La comunicazione propone un percorso concreto di cooperazione tra gli Stati membri dell’UE e il settore dell’istruzione superiore verso la creazione di un titolo europeo riconosciuto automaticamente in tutta l’UE. In considerazione della diversità dei sistemi di istruzione superiore in tutta Europa, la Commissione propone un approccio graduale per gli Stati membri verso un titolo europeo, con due possibili punti di ingresso:

- Una certificazione provvisoria come primo passo per istituire un vero marchio europeo nell'istruzione universitaria:  verrebbe assegnata ai programmi che rilasciano un diploma congiunto e che soddisfano i criteri europei proposti così che agli studenti viene rilasciato un  titolo congiunto cui è stato apposto questo label europeo.

- Una laurea europea a pieno titolo: questo nuovo tipo di qualifica si baserebbe su criteri comuni e sarebbe ancorata alla legislazione nazionale. Verrebbe rilasciato congiuntamente da più università di diversi paesi o eventualmente da un'entità giuridica europea istituita da tali università: gli studenti ricevono un "titolo europeo" che viene automaticamente riconosciuto.

La Commissione faciliterà e sosterrà gli Stati membri nel lavoro verso la laurea europea attraverso una serie di azioni concrete, tra cui un laboratorio europeo sulle politiche dei titoli di studio sostenuto dal programma Erasmus+, da istituire nel 2025, con l'obiettivo di coinvolgere gli Stati membri e la comunità dell'istruzione superiore nello sviluppo di linee guida per una laurea europea.

Nel 2025 la Commissione prevede di lanciare i "progetti di percorsi di laurea europei" nell'ambito del programma Erasmus+ per fornire incentivi finanziari agli Stati membri, alle loro agenzie di accreditamento e garanzia della qualità, università, studenti e partner economici e sociali, affinché si impegnino nel percorso verso una laurea europea.

La proposta della Commissione per una raccomandazione del Consiglio su un sistema europeo di garanzia della qualità e di riconoscimento nell'istruzione superiore invita gli Stati membri e gli istituti di istruzione superiore a semplificare e migliorare i processi e le pratiche di garanzia della qualità. Queste sono condizioni necessarie per la responsabilità e la fiducia e per migliorare le prestazioni delle università. Gli Stati membri sono invitati ad adottare misure per consentire agli istituti di istruzione superiore di adattare più rapidamente i programmi offerti alle esigenze della società.

Questa raccomandazione sosterrebbe offerte pedagogiche innovative e garantirebbe che gli istituti di istruzione superiore possano creare programmi transnazionali di qualità garantita e automaticamente riconosciuti in tutta l’UE. Il titolo europeo dipenderà da una forte garanzia di qualità e dal riconoscimento automatico.

La proposta di raccomandazione del Consiglio su carriere attraenti e sostenibili nell'istruzione superiore mira a dare al personale coinvolto nel lavoro transfrontaliero nel campo dell'istruzione e nei metodi di insegnamento innovativi il riconoscimento e la ricompensa che meritano. Raccomanda di garantire che i sistemi nazionali di istruzione superiore affrontino il riconoscimento disomogeneo dei diversi ruoli assunti dal personale oltre alle attività di ricerca.

Il pacchetto sarà discusso con il Consiglio dell’UE e le principali parti interessate nel settore dell’istruzione superiore nei prossimi mesi. La Commissione invita il Consiglio, gli Stati membri, le università, gli studenti e le parti economiche e sociali a collaborare per rendere la laurea europea una realtà.

 

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26/03/2024

Identità digitale europea, modifiche al quadro regolamentare

Per garantire un’identità digitale affidabile e protetta per tutti gli europei, il Consiglio ha adottato oggi un nuovo quadro per l’identità digitale europea (eID). Le modifiche al regolamento costituiscono un chiaro cambiamento di paradigma per l’identità digitale in Europa. L’obiettivo è garantire che le persone e le imprese in tutta Europa abbiano accesso universale a un’identificazione e autenticazione elettronica sicura e affidabile.

In base al nuovo regolamento gli Stati membri offriranno a cittadini e imprese portafogli digitali  in grado di mettere in relazione la loro identità digitale con altre informazioni personali (ad esempio patente di guida, qualifiche, conto bancario). I cittadini potranno dimostrare la propria identità e condividere documenti elettronici dai loro portafogli digitali in maniera più semplice, utilizzando ad esempio il cellulare.

I nuovi portafogli europei di identità digitale (EDIW) consentiranno a tutti i cittadini di accedere ai servizi online con la propria identità digitale nazionale, che sarà riconosciuta in tutta l’UE, senza dover utilizzare metodi di identificazione privata o condividere inutilmente dati personali. Sarò infatti garantita la condivisione  solo delle informazioni che devono essere condivise. 

E' stato mantenuto l'orientamento generale della proposta della Commissione relativa a un quadro aggiornato che migliorerà l'efficacia ed estenderà i vantaggi di un'identità digitale sicura e conveniente al settore privato e per l'uso mobile. Le discussioni interistituzionali hanno rafforzato la legislazione in diversi settori importanti per i cittadini. Il portafoglio conterrà una dashboard di tutte le transazioni accessibili al suo titolare sia online che offline, offrirà la possibilità di segnalare eventuali violazioni della protezione dei dati e consentirà l'interazione tra portafogli. Inoltre, i cittadini potranno integrare il portafoglio con gli schemi nazionali di identificazione elettronica esistenti e beneficiare di firme elettroniche gratuite per uso non professionale. Gli elementi principali della nuova legge possono essere così riassunti:

- entro il 2026, ogni Stato membro dovrà mettere a disposizione dei propri cittadini un portafoglio di identità digitale e accettare i portafogli digitali EDIW rilasciati da altri Stati membri in base alla nuova normativa;

- sono state incluse garanzie sufficienti per evitare discriminazioni nei confronti di chiunque scelga di non utilizzare il portafoglio, che rimarrà sempre su base volontaria;

- l’emissione, l’utilizzo e la revoca dei portafogli saranno gratuiti per tutte le persone fisiche

- per quanto riguarda la validazione dell’attestazione elettronica gli Stati membri sono tenuti a fornire meccanismi di validazione gratuiti solo per verificare l’autenticità e la validità del wallet e dell’identità dei soggetti;

- il codice dei portafogli: le componenti del software applicativo saranno open source, ma agli Stati membri è lasciata la libertà affinché, per giustificati motivi, componenti specifiche diverse da quelle installate sui dispositivi degli utenti non siano divulgate;

- è stata garantita la coerenza tra il portafoglio come forma di identificazione elettronica e lo schema in base al quale viene emesso.

Infine, la nuova legge chiarisce l’ambito dei certificati qualificati di autenticazione dei siti web (QWAC), che garantiscono che gli utenti possano verificare chi si nasconde dietro un sito web.

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15/03/2024

C'era una volta la PAC

Il meccansimo della condizionalità è largamente praticato nel sistema di spesa dei fondi a carico del bilancio europeo. Lo è anche nel caso della PAC, che nella sua nuova veste per il periodo 2023-2027, ha posto a carico degli agricoltori  il rispetto di alcuni standard ambientali e climatici, chiamati “buone condizioni agricole e ambientali” (GAECs). da cui dipendono  la maggior parte dei pagamenti PAC ricevuti dagli agricoltori. La Commissione ha deciso di modificare questa serie di nove standard, sipratutto per quanto riguardo il loro funzionamento in chiave di condizionalità.

La Commissione propone pertanto di rivedere alcune condizionalità contenute nel Regolamento sui Piani Strategici della PAC. La revisione riguarda le seguenti condizionalità:

- GAEC 8 sui fattori non produttivi: gli agricoltori dell’UE dovranno mantenere gli elementi paesaggistici esistenti sui loro terreni ma non saranno più obbligati a dedicare una parte minima dei loro seminativi ad aree non produttive, come i terreni a riposo. Possono invece scegliere, su base volontaria, di mantenere non produttiva una parte dei loro terreni coltivabili – o di creare nuovi elementi paesaggistici (come siepi o alberi) – e quindi ricevere un ulteriore sostegno finanziario attraverso un eco-programma che ogni Stato membro  dovrà prevedere nei propri piani strategici per la PAC. Tutti gli agricoltori  saranno incentivati a mantenere aree non produttive a beneficio della biodiversità senza temere perdite di reddito.

- GAEC 7 sulla rotazione delle colture: gli agricoltori dell’UE potranno soddisfare questo requisito scegliendo se ruotare o diversificare le proprie colture, a seconda delle circostanze ambientali che devono affrontare, come siccità o alluvioni, ed a condizione che  tale opzione della diversificazione delle colture sia inclusa nel piano strategico della PAC. 

- GAEC 6 sulla copertura del suolo durante i periodi sensibili: gli Stati membri avranno più flessibilità nel definire quali si considerano periodi sensibili e le pratiche consentite, alla luce delle condizioni nazionali e regionali e nel contesto di condizioni meteorologiche molto più variabili.

Oltre a queste modifiche specifiche, la Commissione propone che gli Stati membri possano esentare determinate colture, tipi di terreno o sistemi agricoli dal rispetto dei requisiti in materia di lavorazione del terreno, copertura del suolo e rotazione/diversificazione delle colture (rispettivamente GAEC 5, 6, 7). E' possibile ricorrere ad esenzioni anche per consentire l’aratura per ripristinare i prati permanenti nei siti Natura 2000 nel caso in cui siano danneggiati a causa di predatori o specie invasive (GAEC 9). Tali esenzioni possono coprire l’intero periodo della PAC. Dovrebbero essere limitate in termini di area e istituite solo laddove si rivelino necessarie per affrontare problemi specifici. Sarà la  Commissione Europea ad esaminare le modifiche necessarie per convalidare le esenzioni e mantenere la coerenza con gli obiettivi ambientali generali dei Piani.

In caso di eventi climatici estremi che impediscono agli agricoltori di rispettare gli standard GAEC, gli Stati membri possono anche introdurre deroghe temporanee. Tali deroghe dovrebbero essere limitate nel tempo e applicarsi solo ai soggetti direttamente interessati.

Per garantire agli Stati la possibilità di adattare più agilmente i loro piani strategici della PAC alle mutevoli condizioni, la Commissione propone di raddoppiare il numero di modifiche sotto forma di emendamenti  consentiti ogni anno.  Da ultimo la Commissione propone di esentare le piccole aziende agricole con meno di 10 ettari dai controlli e dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di condizionalità. Saranno così ridotti in maniera significativa gli oneri amministrativi per i piccoli agricoltori, che rappresentano circa  il 65% dei beneficiari della PAC.

Da sottlineare che I piani strategici della PAC prevedono che il 32% del bilancio totale della PAC (circa 98 miliardi di euro)  vada a premiare  azioni volontarie che promuovono gli obiettivi ambientali, climatici ed il benessere degli animali. Le modifiche proposte mantengono questo bilancio senza precedenti e forniscono una maggiore flessibilità per raggiungere gli obiettivi ambientali della PAC.

Inoltre, gli Stati membri dovranno rivedere i propri piani strategici della PAC entro il 31 dicembre 2025 nel caso che specifiche normative ambientali e climatiche (ad esempio sulla conservazione degli uccelli selvatici e degli habitat naturali della fauna e della flora selvatiche e sulla protezione delle acque) vengano aggiornate a livello dell’UE .

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07/03/2024

L'Europa approva uno schema di solidarietà contro le minacce cibernetiche

Parlamento Europeo e Consiglio hanno trovato l'accordo per dare il via libera all'adozione del Cyber Solidarity Act. Si tratta di uno strumento normativo e operativo importante per Irafforzare la solidarietà a livello dell’UE e per individuare, preparare e rispondere meglio alle minacce e agli incidenti informatici. tanto più necessario nell'attuale contesto geopolitico fortemente preoccupante. 

In pratica sono previste tre azioni:

- In primo luogo, la creazione di uno European Cybersecurity Alert System, costituito da una rete di National and Cross-Border Cyber Hubs, che farà leva su strumenti e infrastrutture all’avanguardia, come l’intelligenza artificiale e l’analisi avanzata dei dati, per rilevare minacce e incidenti informatici. Questa infrastruttura consentirà  alle autorità ed agli enti implicati di avere contezza in tempo reale della situazione, in modo da poter rispondere efficacemente. Nell'aprile 2023 è stata avviata una sperimentazione pilota  ad opera di due consorzi transnazionali per gestire e avviare tali strumenti e infrastrutture nell'ambito del programma Digital Europe.

In secondo luogo, viene istituito un Meccanismo di Emergenza per la Cybersecurity per migliorare  l'azione preventiva  e le capacità di risposta agli incidenti informatici  su larga scala. Il meccanismo si articola in tre aree principali:

  1. Azioni di preparazione: coinvolgono gli enti che operano in settori critici, quali la sanità o l'energia, per testarne le potenziali vulnerabilità.
  2. Istituzione di una  UE Cybersecurity Reserve  che consisterà in servizi di risposta in caso di incidenti significativi o su larga scala,  forniti da soggetti fidati pronti a intervenire su richiesta degli Stati membri, delle istituzioni, degli organi o delle agenzie dell'Unione europea o di un paese terzo associato a questa specifica azione nell'ambito del programma Digital Europe.
  3. Sostegno finanziario per l'assistenza reciproca: sostenere uno Stato membro che fornisce assistenza tecnica a un altro Stato membro vittima da un attacco  informatico  significativo o su larga scala.

In terzo luogo, la proposta istituisce anche un European Cybersecurity Incident Review Mechanism per esaminare e valutare gli attacchi significativi o su larga scala dopo che si sono verificati, con l’obiettivo di fornire raccomandazioni per migliorare la posizione dell’UE in materia di cibersicurezza.

Inoltre Anche il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo per apportare una modifica allo Cybersecurity Act. In questo modo  si introduce la possibilità di adottare schemi europei di certificazione per i c.d. servizi di sicurezza gestiti. II fornitori , una volta certificati  come "fidati", potranno essere inseriti  nella  EU Cybersecurity Reserve.

I servizi di sicurezza gestiti svolgono un ruolo importante nella prevenzione e nella risposta agli incidenti di sicurezza informatica. Tuttavia, sono anche essi stessi un bersaglio per autori malintenzionati che cercano di accedere agli ambienti sensibili dei loro clienti. La certificazione di tali servizi rafforzerà la cibersicurezza in tutta l’Unione, promuovendo la fiducia e la trasparenza nella catena di approvvigionamento. E' questo un aspetto fondamentale per le imprese e gli operatori delle infrastrutture critiche, che avranno un chiaro punto di riferimento nell’acquisizione di servizi di sicurezza informatica.

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05/03/2024

La nuova Strategia europea per l'industria della difesa

Oggi la Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno presentato la prima strategia europea per il settore industriale della difesa a livello dell’UE e hanno proposto nuove azioni ambizionse a sostegno della competitività  dell’industria della difesa. Alla luce di quanto sta avvenendo in Ucraina, ai confini dell'Unione europea, la strategia europea per l’industria della difesa (EDIS) vuol essere  una visione chiara e a lungo termine di come preparare l’industria della difesa a possibili minacce. Come primo passo nell'immediato, la Commissione europea presenta oggi una proposta legislativa per un programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) e un quadro di misure per garantire la tempestiva disponibilità e fornitura di prodotti per la difesa.

In un ottica che copre i prossimi dieci anni l’industria della difesa europea e gli Stati membri devono investire di più, meglio, insieme ed a livello europeo. Per sostenere gli Stati membri nel raggiungimento di questi obiettivi, la strategia europea per l’industria della difesa presenta una serie di azioni volte a:

- per sostenere la domanda di armamenti in primo luogo vengono potenziati gli strumenti e le iniziative esistenti, come il Piano di sviluppo delle capacità (CDP), la Revisione annuale coordinata sulla difesa (CARD) e la Cooperazione strutturata permanente (PESCO). Saranno sostenuti incentivando la cooperazione degli Stati membri nella fase di approvvigionamento delle capacità di difesa;

- strategico sarà in tal senso lo European Defence Technological and Industrial Base (EDTIB), che deve essere reso più reattivo, in qualsiasi circostanza e orizzonte temporale. Saranno sostenuti gli investimenti degli Stati membri e dell'industria europea della difesa volti a sviluppare e immettere sul mercato le tecnologie e le capacità di difesa più avanzate . Vengono inoltre proposte misure per garantire che l'EDTIB abbia a sua disposizione ciò di cui ha bisogno anche in periodi di crisi, aumentando così la sicurezza dell'approvvigionamento dell'UE;

- Garantire che i bilanci nazionali e dell’UE sostengano con i mezzi necessari l’adattamento dell’industria europea della difesa al nuovo contesto di sicurezza;

- Integrare una cultura della preparazione alla difesa in tutte le politiche, in particolare rivedendo le competenze di settore  della Banca europea per gli investimenti nell'erogazione dei prestiti;
​- Sviluppare legami più stretti con l’Ucraina attraverso la partecipazione alle iniziative dell’Unione a sostegno dell’industria della difesa e stimolando la cooperazione tra l’UE e le industrie della difesa ucraine;

- Collaborare con la NATO e con gli altri partner strategici a livello internazionale.

Per quanto riguarda gli indicatori che dovrebbero misurare il progresso in termini di preparazione dell'industria della difesa europea, la Strategia stabilische che:

- almeno il 40% degli equipaggiamenti e armamenti sia acquistato congiuntamente da pià stati europei entro il 2030;

- entro il 2030, il valore del commercio della difesa intra-UE deve rappresentare almeno il 35% del valore del mercato della difesa dell’UE;

- entro il 2030 almeno il 50% del budget degli appalti di approviggionamento sia speso all'interno dell'UE, soglia che sale ad almeno il 65% entro il 2035.

Il Programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) è la nuova iniziativa legislativa che collegherà le misure di emergenza a breve termine, adottate nel 2023 e che termineranno nel 2025, a un approccio più strutturale e a lungo termine per raggiungere la preparazione industriale della difesa. Ciò garantirà la continuità nel sostegno alla base industriale e tecnologica di difesa europea, per accompagnare il suo rapido adattamento alla nuova realtà. Sul piano finanziario mobiliterà 1,5 miliardi di euro del bilancio dell’UE per il periodo 2025-2027 a beneficio  dell’EDIRPA, strumento finanziario creato per agevolare  la cooperazione tra gli Stati membri nella fase di appalto, e dell’ASAP , che riguarda l'incremento della capacità produttiva delle industrie europee e nasce con lo scopo preciso di aumentare la produzione di munizioni per l'Ucraiana.  L'EDIP supporterà il passaggio alla fase di industrializzazione dei prodotti sviluppati da progetti comuni di ricerca e sviluppo sostenute dal Fondo europeo per la difesa. Il bilancio EDIP può essere utilizzato anche per istituire un Fondo per lAccelerare la trasformazione delle Catene di Approvvigionamento della difesa (FAST). Il nuovo fondo faciliterà in particolare  l’accesso al credito e/o al finanziamento azionario per le PMI  che operano nel settore delle tecnologie per la difesa e/o realizzano prodotti per la difesa. Il bilancio EDIP rafforzerà inoltre la cooperazione industriale della difesa dell'UE con l'Ucraina e sosterrà lo sviluppo della sua base industriale e tecnologica per la difesa. A tal fine, l’EDIP potrebbe eventualmente trarre finanziamenti aggiuntivi dai profitti extra derivanti dalle riserve finanziarie russe depositate nelle banche europee e congelate a seguito della guerra (soggetta a decisione del Consiglio su proposta dell’Alto Rappresentante).

Gli aspetti normativi sono molto interessanti, e la vera novità in fondo. Si parla di un nuovo quadro giuridico, che sarà chiamato Struttura per il Programma Europeo di Armamento (SEAP), per facilitare e ampliare la cooperazione tra gli  Stati membri, in complementarità e sinergia ccon la  PESCO. Cardine centrale  inoltre un nuovo regime a livello dell’UE per la sicurezza dell’approvvigionamento, per garantire a tutti gli stati l’accesso costante a equipaggiamenti e armamenti necessari in Europa e fornirà un quadro per reagire in modo efficiente e rapido a possibili crisi di approvvigionamento in futuro. Inoltre, l’EDIP prevede il lancio di progetti di difesa europei di interesse comune, che beneficierebbero del sostegno finanziario dell’UE. Infine, l’EDIP propone di istituire una struttura di governance, in cui gli Stati membri siano pienamente coinvolti, per garantire la coerenza complessiva dell’azione dell’UE nel campo dell’industria della difesa (il Defense Industrial Readiness Board).

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01/03/2024

Approvata la revisione del bilancio pluriennale 2021/2027

Il Consiglio ha adottato tre atti legislativi relativi alla revisione del quadro finanziario pluriennale dell'UE per il periodo 2021-2027, dando il via libera definitivo al pacchetto, che rafforza il bilancio a lungo termine dell'UE per far fronte alle   conseguenze della guerra in Ucraina a due anni dal suo inizio. Il pacchetto comprende un regolamento che modifica il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, e due regolamenti che istituiscono la Ukrain Facility e  e la Piattaforma STEP per le tecnologie strategiche.  vediamole nel dettaglio.

Le modifiche al quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 riflettono l’accordo raggiunto dai leader dell’UE il 1° febbraio 2024 e rafforzano il bilancio a lungo termine dell’UE in un numero limitato di settori prioritari. In totale, vengono resi disponibili 64,6 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi. I finanziamenti aggiuntivi coprono il sostegno all’Ucraina, la migrazione e la dimensione esterna, gli investimenti in tecnologie critiche nell’ambito della piattaforma STEP, il pagamento degli interessi del Next Generation EU e gli aiuti di emergenza in situazioni quali i disastri naturali e le crisi umanitarie nell’UE e nel mondo .

Questa la loror distribuazione:

 - 50 miliardi di euro per lo strumento per l’Ucraina (17 miliardi di euro in sovvenzioni e 33 miliardi di euro in prestiti);

- 2 miliardi di euro per l'immigrazione e la gestione delle frontiere;

- 7,6 miliardi di euro per ila dimensione esterna, in particolare verso i paesi della sponda sud del Mediterraneo, Balcano e confini orientali;

- 1,5 miliardi di euro per il Fondo europeo per la difesa;

- 2 miliardi di euro per lo Strumento di flessibilità;

- 1,5 miliardi di euro per la Solidarity and Aid Emergency Reserve

In particolare la Ukraine Facility sarà un nuovo strumento dedicato a sostenere la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell'Ucraina, sostenendo al tempo stesso gli sforzi per riforme nell'ambito del suo processo di adesione all'UE. Convoglierà il bilancio dell'UE destinato all'Ucraina in un unico strumento, fornendo all'Ucraina un sostegno coerente, prevedibile e flessibile per il periodo 2024-2027, adattato alle sfide senza precedenti legate al sostegno a un paese in guerra. 

Per quanto riguarda la Piattaforma STEP, avrà la missione di mobilitare gli investimenti nei settori del digitale e deep tech, delle tecnologie pulite e delle biotecnologie, con l’obiettivo generale di rafforzare la sovranità dell’UE e la competitività a lungo termine in queste tecnologie critiche.  Attraverso un mix di incentivi finanziari e misure volte a facilitare il finanziamento dei progetti,  i programmi ed i fondi UE esistenti, compresi i fondi della politica di coesione, InvestEU, Horizon Europe, il Fondo europeo per la difesa, il Fondo per l’innovazione e il nextgenerationEU saranno riorientati verso il finanziamento delle tecnologie critiche.

Le modifiche al regolamento che istituisce il quadro finanziario pluriennale entreranno in vigore il giorno della loro pubblicazione e si applicheranno, con effetto retroattivo, dal 1° gennaio 2024. I regolamenti che istituiscono lo strumento per l'Ucraina e lo STEP entreranno in vigore il giorno successivo alla loro pubblicazione.

 

 

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27/02/2024

Nuove proposte per la leadership industriale europea nei materiali avanzati

Oggi la Commissione ha proposto una strategia globale per raggiungere la leadership industriale dell’UE nel settore dei materiali avanzati, una tecnologia abilitante fondamentale di grande importanza per la duplice transizione verde e digitale. La comunicazione sui materiali avanzati per la leadership industriale propone misure concrete che consentano di allineare le priorità e gli investimenti in ricerca e innovazione nell’UE, garantendo la leadership europea in questa tecnologia chiave. Questa iniziativa, attesa a lungo dalla comunità industriale, rappresenta il primo passo verso un approccio comune europeo per i materiali avanzati, ponendo le basi per ulteriori azioni.

I materiali avanzati sono materiali intenzionalmente progettati e ingegnerizzati per offrire prestazioni superiori o funzioni speciali, sviluppabili con una velocità senza precedenti grazie alla comprensione scientifica e alla potenza di calcolo di oggi. Sono fondamentali ad esempio per l’innovazione nei settori dell’energia, dell’elettronica, dell’edilizia e della mobilità, e quindi cruciali per la transizione verde e digitale. Si prevede che il primo elenco di aree di ricerca verrà ampliato nel corso del tempo in dialogo con il Technology Council, la cui istituzione è prevista a breve.

Si prevede che la domanda di materiali avanzati aumenterà in modo significativo nei prossimi anni, ad esempio per la produzione di energia rinnovabile, batterie, edifici a emissioni zero, semiconduttori, medicinali e dispositivi medici, satelliti, lanciatori spaziali, aerei o per altre applicazioni duali nonché equipaggiamenti  per la difesa.

La strategia intende rafforzare la competitività a lungo termine dell’UE garantendo che l’Unione rimanga all’avanguardia in queste nuove tecnologie dei materiali, sostenendone le capacità di sviluppo, sperimentazione e impiego. Le azioni proposte dovrebbero inoltre rafforzare l’autonomia strategica e la sicurezza economica dell’UE riducendo la dipendenza dalle materie prime critiche  o sostenendone il riciclaggio e il riutilizzo.

Queste le azioni che si articolano su  cinque pilastri:

  1. Rafforzare l’ecosistema europeo di ricerca e innovazione sui materiali avanzati.
  2. Immissione rapida di materiali innovativi sul mercato. E' previsto a tal fine l lo sviluppo di un “materials commons”, ossia un’infrastruttura digitale europea per la ricerca e l’innovazione dei materiali avanzati. Accelererà significativamente la progettazione, lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi materiali avanzati in un ambiente controllato, anche utilizzando l’intelligenza artificiale.
  3. Aumentare gli investimenti di capitale e l’accesso ai finanziamenti. Nell’ambito di questo pacchetto di azioni, l’UE istituirà un nuovo partenariato con l’industria nell’ambito del suo programma quadro di ricerca Horizon Europe, puntando a 500 milioni di euro di investimenti per il periodo 2025-2027, di cui almeno 250 milioni di euro provenienti dal settore privato.
  4. Promuovere la produzione e l’utilizzo di materiali avanzati. Gli strumenti in tal senso saranno gli appalti per l’innovazione, la definizione di standard e l'istituzione di un’Accademia per i  Materiali Avanzati in sinergia con l’Istituto europeo di Innovazione e Tecnologia per garantire che la forza lavoro europea abbia le competenze necessarie.
  5. Istituire, come detto sopra, il Technology Council  per i materiali avanzati, in grado di fornire consulenza sulla gestione di questa iniziativa con gli Stati membri, i paesi associati a al programma Horizon Europe e l’industria.
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23/02/2024

Le promesse di non abbandonare l'Ucraina e il monito della Caritas

Il giorno dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, il 24 febbraio 2022, la Confederazione delle  Caritas si è mobilitata per fornire sostegno immediato alle due organizzazioni cattoliche locali – Caritas Ucraina e Caritas-Spes Ucraina – che operano in 100 centri di aiuto in tutto il Paese. Da allora, i due enti di solidarietà hanno aiutato 3,8 milioni di persone e la Caritas oggi è il maggiore fornitore di aiuti umanitari e servizi sociali.

Tuttavia, il sostegno della Caritas si estende ben oltre l’Ucraina e si concentra anche sui bisogni di milioni di rifugiati ucraini che vivono in Europa. Caritas Europa ha un ruolo nel sostenere la risposta umanitaria regionale nei paesi vicini all'Ucraina (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania, Slovacchia, ecc.). Nel momento in cui la maggior parte dei governi europei, e la stessa Commissione Europea, riducono i finanziamenti umanitari per i progetti in Ucraina, la Caritas lancia un monito accorato   sulle conseguenze in termini di assistenza alle persone in fuga dalla guerra.

Le organizzazioni Caritas nazionali nei paesi vicini segnalano con preoccupazione  un crescente calo della solidarietà e difficoltà  nell’attuazione della Direttiva europea sulla protezione temporanea (TPD), che garantisce procedure rapide nel rilascio dei permessi di soggiorno e di lavoro  a milioni di rifugiati. Sempre più rifugiati faticano a ricevere un sostegno adeguato e rischiano l’esclusione dai programmi statali, compresi quelli che si trovano in situazioni vulnerabili. Pertanto, Caritas Europa esorta i governi europei a non diminuire il loro sostegno ai rifugiati ucraini e a garantire l’adeguata attuazione della TPD.

Inoltre, in vista della  scadenza della Direttiva a marzo 2025, la Caeitas invita l’UE a pianificare in modo adeguato  la transizione al regime normale. Dovrebbero essere previste diverse opzioni, insieme a un’ulteriore estensione della TPD, come il passaggio al sistema di asilo o  altre forme di protezione temporanea.

La Segreteria Generale di Caritas Europa, Maria Nyman ha dichiarato:  "La storia dell’Europa è cambiata irreversibilmente due anni fa con l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia. Ho visitato l'Ucraina e ho constatato personalmente le conseguenze delle atrocità della guerra su così tante persone e in così tanti luoghi. La Caritas fornisce sostegno a coloro che sono sopravvissuti e alle loro famiglie, e a coloro che vogliono ricostruire la propria vita, casa e comunità. Continueremo a essere solidali e a fornire il nostro costante sostegno per tutto il tempo necessario e pregheremo per il giorno in cui il popolo ucraino potrà vivere di nuovo in pace."

Caritas riporta che le condizioni di vita in Ucraina sono ancora estremamente difficili, con oltre 14 milioni di cittadini in stato di forte bisogno in terminii di di aiuti umanitari. In particolare, Caritas-Spes Ucraina esprime la propria preoccupazione per la contaminazione di numerose fonti d'acqua, del suolo e degli ecosistemi. Inoltre, quasi 3,3 milioni di persone bisognose di aiuti vivono in comunità in prima linea nell’est e nel sud del paese. In queste regioni dell’Ucraina, compresi i territori sotto il controllo temporaneo della Federazione Russa, milioni di persone lottano per avere un accesso adeguato all’acqua, al cibo, alla salute, all’alloggio, alla protezione e ad altri servizi essenziali.

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21/02/2024

La Commissione presenta il Libro Bianco sulle infrastrutture digitali e lancia una consultazione pubblica

La Commissione ha presentato le iniziative nel prossimo futuro per favorire l’innovazione, la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture digitali. La competitività dell'economia europea dipende da queste infrastrutture e dai servizi avanzati di rete digitale, poiché una connettività veloce, sicura e ben distribuita è essenziale per la diffusione delle tecnologie strategiche in settori quali la telemedicina, la guida automatizzata, la manutenzione predittiva degli edifici, o l'agricoltura di precisione.

Il  pacchetto presentato sulla connettività digitale segna l'avvio di una discussione su larga scala con gli syakeholders, gli Stati membri e i partner internazionali sulle seguenti proposte:

- Il Libro bianco su “Come gestire le esigenze delle infrastrutture digitali dell’Europa?” analizza le sfide che l’Europa si trova attualmente ad affrontare nello sviluppo delle future reti di connettività e presenta possibili scenari per attrarre investimenti, promuovere l’innovazione, aumentare la sicurezza e realizzare un vero mercato unico digitale.

- La Raccomandazione sulla sicurezza e la resilienza delle infrastrutture dei cavi sottomarini presenta una serie di azioni a livello nazionale e comunitario volte a migliorare la sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini, attraverso un migliore coordinamento in tutta l’UE, sia in termini di governance che di finanziamento.

Contestualòente  la Commissione lancia una consultazione pubblica sul Libro Bianco rivolta a  Stati membri, società civile, industria e mondo accademico, per raccogliere le loro opinioni sugli scenari delineati nel Libro bianco e offrire loro l'opportunità di contribuire alle future proposte della Commissione in questo ambito .

 

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19/02/2024

Il Consiglio lancia oggi la missione navale EUNAVFOR ASPIDES.

L’obiettivo dell'operazione difensiva di sicurezza marittima è ripristinare e salvaguardare la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo. "Con il lancio di EUNAVFOR ASPIDES, l'Unione europea risponde rapidamente alla necessità di ripristinare la sicurezza marittima e la libertà di navigazione in un corridoio marittimo altamente strategico. L'operazione svolgerà un ruolo chiave nella salvaguardia degli interessi commerciali e di sicurezza, nell'interesse della dell’UE e della più ampia comunità internazionale.", queste le parole dell'Alto Rappresentante per la Politica Esrera e di Sicurezza Josep Borrell.

L'operazione ASPIDES garantirà la presenza navale dell'UE nell'area in cui numerosi attacchi Houthi hanno preso di mira navi commerciali internazionali dall'ottobre 2023. In stretta collaborazione con i partner internazionali che lsono allineati alle posizioni dell'Europa, ASPIDES contribuirà a salvaguardare la sicurezza marittima e garantire la libertà di navigazione, in particolare per le navi mercantili. e commerciali. Nell’ambito del suo mandato di natura difensiva, l’operazione fornirà informazioni sulla  situazione marittima, farà da scorta alle  navi e le proteggerà da possibili attacchi  in mare.

L’operazione sarà attiva lungo le principali linee marittime di comunicazione nello stretto di Baab al-Mandab e nello stretto di Hormuz, nonché nelle acque internazionali del Mar Rosso, del Golfo di Aden, del Mar Arabico, del Golfo di Oman e il Golfo Persico.

Il comandante dell'operazione sarà l'Ammiraglio Vasilios Griparis, mentre il Comandante delle forze sarà il contrammiraglio Stefano Costantino. Il quartier generale dell'operazione avrà sede a Larissa, in Grecia. 

L’operazione ASPIDES si coordinerà strettamente con EUNAVFOR ATALANTA per contribuire alla sicurezza marittima nell’Oceano Indiano occidentale e nel Mar Rosso, nonché con gli altri partner internazionali contribuendo alla sicurezza marittima nella sua area di operazione.

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19/02/2024

Il peso della situazione umanitaria particolarmente grave nelle decisioni dell'Europa sulle sanzioni

Il Consiglio ha deciso oggi di modificare il quadro UE sulle misure restrittive per combattere il terrorismo, introducendo un'eccezione umanitaria alle misure di congelamento dei beni per una durata iniziale di 12 mesi. Si tratta di una novità nelle procedure di aiuto umanitario dell'Europa, che consente ad alcune categorie di soggetti e partner del'Europa o di singoli Stati membri nella fornitura di aiuti umanitari , secondo la risoluzione 2664 (2022) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di effettuare transazioni con persone ed entità colpite da sanzioni  senza alcuna autorizzazione preventiva, se lo scopo è fornire assistenza umanitaria o sostenere altre attività che sostengono i bisogni umani fondamentali delle persone bisognose.

Questa decisione vuole inviare un segnale forte sia agli operatori umanitari che a quelli economici, nonché a coloro che necessitano di aiuti umanitari: le sanzioni dell’UE non ostacolano la fornitura di assistenza umanitaria. Ciò dimostra la ferma determinazione dell’UE ad evitare conseguenze negative involontarie delle sanzioni sull’azione umanitaria e l’importanza attribuita alla piena aderenza al diritto internazionale nella politica delle sanzioni dell’UE.

Il 9 dicembre 2022, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 2664 (2022), che prevede un “carve-out umanitario” – un’esenzione umanitaria permanente – alle misure di congelamento dei beni imposte dai regimi sanzionatori delle Nazioni Unite. Di conseguenza, il 14 febbraio 2023 il Consiglio ha introdotto l'esenzione umanitaria ai sensi della risoluzione 2664 nei regimi di sanzioni delle Nazioni Unite nei cosiddetti regimi di sanzioni miste ONU/UE in cui le misure sanzionatorie dell’UE integrano le sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il 27 novembre 2023 il Consiglio ha introdotto ulteriormente l'esenzione umanitaria in alcuni regimi di misure restrittive dell'Unione.

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16/02/2024

Trasformazione digitale delle imprese. Il diritto societario si adegua

Il Consiglio ha adottato la sua posizione (mandato negoziale) sulla direttiva di modifica volta ad ampliare e potenziare ulteriormente l'uso degli strumenti e dei processi digitali nel diritto societario. Le nuove norme renderanno i dati aziendali più facilmente disponibili, miglioreranno la fiducia e la trasparenza nelle aziende di tutti gli Stati membri, creeranno amministrazioni pubbliche più connesse e ridurranno la burocrazia per le aziende e le altre parti interessate in situazioni transfrontaliere. Contribuirà in tal modo a un mercato unico più integrato e digitalizzato per le imprese.

Ai swnai della proposta di direttiva presentata dalla Commissione, e sulla quale il Consiglio ha adottato la sua posizione, le informazioni sulle imprese a livello dell’UE saranno rese disponibili i attraverso il Sistema di Interconnessione dei Registri delle Imprese (BRIS). La direttiva è intesa a garantire che i dati aziendali contenuti nei registri delle imprese siano accurati, affidabili e aggiornati.

Le nuove norme mirano inoltre a ridurre la burocrazia quando le società utilizzano le informazioni aziendali contenute nei registri delle imprese in contesti transfrontalieri. Ad esempio, la proposta elimina formalità quali la necessità di apporre un’apostilla sui documenti aziendali e incoraggia l’uso del “principio una tantum” quando le società creano più filiali e sedi distaccate in un altro Stato membro. Introduce inoltre un certificato aziendale multilingue dell’UE da utilizzare nelle situazioni transfrontaliere.

Contenuti principali della posizione del Consiglio

Il mandato negoziale del Consiglio condivide gli obiettivi principali della proposta di direttiva ma introduce alcuni miglioramenti per semplificare alcune procedure e ridurre gli oneri amministrativi per le imprese e le autorità nazionali. Ad esempio, specifica meglio  il principio “una tantum” per lo scambio e l’accesso alle informazioni da parte di una società quando crea filiali  transfrontaliere. Al fine di ridurre gli oneri amministrativi sia per i registri delle imprese che per le società, non saranno più richieste le  informazioni sui gruppi di società. Il mandato del Consiglio tutela anche le diverse tradizioni nazionali per quanto riguarda la registrazione dei dati personali nel certificato aziendale dell'UE.

Inoltre, la posizione del Consiglio introduce alcuni allineamenti tecnici che  aumentano la facilità d’uso delle procure digitali a livello europeo, diminuendo il rischio di sviluppare sistemi paralleli non interoperabili in maniera uniforme. Infine, il testo  prevede una proroga di sei mesi del periodo di recepimento per consentire alle imprese di adattarsi ai nuovi requisiti. 

Il mandato concordato dalConsiglio stabilisce un quadro di riferimento per avviare i negoziati con il Parlamento europeo. La proposta di direttiva è stata presentata dalla Commissione Il 29 marzo 2023  come modifica e adeguamento della direttiva del 2019 sull’uso degli strumenti e dei processi digitali nel diritto societario. 

 

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13/02/2024

Apple e Microsoft superano la prima indagine ai sensi del Digital Service Act

Ieri la Commissione ha concluso quattro indagini di mercato avviate il 5 settembre 2023 ai sensi della nuova normativa sui mercati digitali (Digital Market Act), stabilendo che Apple e Microsoft non devono essere designate come gatekeepers per i seguenti servizi offerti dalle loro piattaforma: il servizio di messaggistica di Apple iMessage, Il motore di ricerca online di Microsoft Bing, il browser Edge e il servizio di pubblicità online Microsoft Advertising.

Le indagini della Commissione sono stateavviate in seguito alla notifica da parte di Apple e Microsoft nel luglio 2023 dei core platform services che rientravano nelle soglie quantitative stabilite dal DMA. Tra questi servizi figurano anche i quattro servizi interessati dalle decisioni odierne.  Apple e Microsoft tuttavia hanno presentato le cosiddette argomentazioni di “confutazione”, spiegando perché, nonostante il rientro nelle soglie quantitative, tali servizi  non dovrebbero, a loro avviso, essere qualificati come gateway. 

Nella decisione del 5 settembre 2023, la Commissione ha ritenuto che le argomentazioni avanzate da Apple e Microsoft meritassero un’analisi approfondita. A seguito di tale valutazione approfondita  e tenendo conto del contributo delle parti interessate e dopo aver ascoltato il Digital Market Advisory Committee  la Commissione ha concluso che iMessage, Bing, Edge e Microsoft Advertising non si qualificano come servizi di gatekeeper.

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09/02/2024

I luoghi della Shoah ora saranno in rete grazie ad un finanziamento europeo

La Commissione europea ha lanciato una gara d'appalto per finanziare la crezione di una Rete tra i luoghi che hanno visto l'accadere tragico della Shoah. Il contesto è dato dall'adozione nell'ottobre 2021 della prima Strategia europea per combattere l'antisemitismo e far conoscere la cultura ed i costumi ebraici. Sotto la spinta dell'allarme legato al risorgere in Europa e altrove di forme di intolleranza antisemita, la Commissione europea ha lanciato una propria strategia articolandola su tre pilastri:  1) prevenire tutte le forme di antisemitismo; 2) proteggere e promuovere la vita ebraica, 3) promuovere la ricerca, la formazione e la memoria sui fatti della Shoah. 

Attraverso la creazione di una rete si vuole far sì che la memoria delle vittime dell'Olocausto sia conservata, e ne venga al contempo preservata la verità storica contro ogni tentativo di negazionismo sempre presente. Preseervando i siti dell'Olocausto si vuole far sì che sia le autorità locali sia le comunità facciano propria una coscienza collettiva e chiara delle atrocità accadute in Europa lo scorso secolo. 

Un'importanza particolare viene assegnata ai sopravissuti dell'Olocausto, che ancora tengono vivo il ricordo di quei fatti. E' una generazione che sta scomparendo, e quindi ancora più urgente e vitale valorizzarne il contributo di testimoni. 

I siti dell'Olocausto sono rappresentati dq uei luoghi - campi di concentramento nazisti, luoghi dove avvennero le fucilazioni, punti di deportazione e luoghi dove gli ebrei vennero nascosti - che insieme combinano un mosaioco della tragedia della Shoah.

ha dichiarato il Vice - Presidente Schinas : Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un’ondata allarmante di crimini d’odio antisemiti, discorsi di odio, miti di cospirazione e disinformazione che ci ricordano i capitoli più oscuri della nostra storia. Dobbiamo concentrarci sulla preservazione dei luoghi segnati dall’Olocausto, così da non dimenticare mai cosa succede quando lasciamo che l’antisemitismo e altre forme di odio si diffondano senza problemi”.

La gara d'appalto è del valore di 3 milioni di euro. La scadenza per parteciparvi è il 24 maggio. Informazioni maggiori qui:

https://ted.europa.eu/en/notice/-/detail/80397-2024

 

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08/02/2024

La salute del suolo al centro del bando lanciato dal Progetto HuMUS

Il progetto HuMUS rientra nelle attività finanziate dall'Unione Europea attraverso le Missioni del programma Horizon Europe. Si tratta di grnadi contenitori tematici che cpncentrano grandi risorse finanziarie su consorzi di ricerca vasti e in grado, proprio per le loro dimensioni allargate, di produrre un impatto forte. A loro volta, per favorirne la conoscenza da parte anche delle comunità locali, una delle misure complementari e intregrative è rappresentata dalla promozione di un metodo di governance partecipativo.

Le Missioni sino sei. Una di queste riguarda nello specifico il suolo, la" A Soil Deal for Europe". Da questa specifica Missione nasce il progetto HuMUS, che a sua volta lancia un bando di 600.000 euro rivolte alle autorità locali e regionali affinché si facciano promotori di 20 Progetti Pilota per la salvaguardia ed il ripristino del suolo. La scadenza è il 24 febbraio. Maggiori informazioni qui:

https://humus-project.eu/open-call/

 

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