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29/11/2022

Green Deal europeo: porre fine agli sprechi di imballaggi, promuovere il riutilizzo e il riciclaggio

Viene alla luce una delle misure più controverse nei prossimi anni della transizione green voluta dal Vice Presidente Timmermans. Oggi la Commissione propone nuove norme a livello di UE sugli imballaggi, per affrontare questa fonte di rifiuti in costante crescita. In media, ogni europeo genera quasi 180 kg di rifiuti di imballaggio all'anno. L'imballaggio è uno dei principali utilizzatori di materiali vergini poiché il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzati nell'UE sono destinati all'imballaggio. Senza azione, l'UE vedrebbe un ulteriore aumento del 19% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030, e per i rifiuti di imballaggi in plastica addirittura un aumento del 46%.

Le nuove regole mirano a invertire questa tendenza. Per i consumatori, garantiranno opzioni di imballaggio riutilizzabili, elimineranno gli imballaggi non necessari, limiteranno il sovraimballaggio e forniranno etichette chiare per supportare il corretto riciclaggio. Per l'industria creeranno nuove opportunità commerciali, in particolare per le aziende più piccole, ridurranno la necessità di materiali vergini, aumentando la capacità di riciclaggio dell'Europa e rendendo l'Europa meno dipendente dalle risorse primarie e dai fornitori esterni. Metteranno il settore degli imballaggi sulla buona strada per la neutralità climatica entro il 2050.

La Commissione fa inoltre chiarezza ai consumatori e all'industria sulla plastica a base biologica, compostabile e biodegradabile, stabilendo per quali applicazioni tali materie plastiche sono veramente vantaggiose per l'ambiente e come dovrebbero essere progettate, smaltite e riciclate.

Le proposte sono elementi fondamentali del piano d'azione per l'economia circolare del Green Deal europeo e del suo obiettivo di rendere i prodotti sostenibili la norma. Rispondono anche a richieste specifiche degli europei espresse alla Conferenza sul futuro dell'Europa.

C. Lombardi Satriani

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21/11/2022

Coordinamento delle politiche economiche: la Commissione definisce gli orientamenti per contribuire ad affrontare la crisi energetica e rendere l'Europa più verde e più digitale

Oggi la Commissione ha avviato il ciclo del semestre europeo 2023 per il coordinamento delle politiche economiche. Il pacchetto si basa sulle previsioni economiche dell'autunno 2022, che hanno mostrato che dopo una prima metà dell'anno forte, l'economia dell'UE è ora entrata in una fase molto più difficile. Mentre un'azione politica rapida e ben coordinata durante la pandemia di COVID-19 continua a dare i suoi frutti, le conseguenze dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia pongono l'UE di fronte a sfide molteplici e complesse. I prezzi dell'energia al picco storico, i tassi di inflazione elevati, le carenze nell’ approvvigionamento energetico, l'aumento dei livelli e dei costi di indebitamento  incidono sull'attività economica ed erodono  il potere d'acquisto delle famiglie.

Queste sfide richiedono un'azione coordinata per garantire un approvvigionamento energetico adeguato e conveniente, salvaguardare la stabilità economica e finanziaria e proteggere le famiglie e le imprese vulnerabili, preservando nel contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche. Allo stesso tempo, è necessaria un'azione rapida per promuovere la crescita potenziale e la creazione di posti di lavoro di qualità e realizzare le transizioni verde e digitale. Il coordinamento delle politiche economiche attraverso il semestre europeo serve ad aiutare gli Stati membri a raggiungere questi obiettivi stabilendo priorità e fornendo orientamenti politici chiari e ben coordinati per l'anno a venire.

L'analisi annuale della crescita sostenibile di quest'anno propone un programma ambizioso per rafforzare ulteriormente le risposte politiche coordinate dell'UE per mitigare gli impatti negativi degli shock energetici a breve termine. Allo stesso tempo, è fondamentale continuare ad aumentare la resilienza sociale ed economica e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva a medio termine, mantenendo nel contempo la flessibilità per affrontare le nuove sfide. Questo approccio è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che sono parte integrante del semestre europeo.

C. Lombardi Satriani

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20/11/2022

Rotte migratorie: la Commissione propone un piano d'azione per il Mediterraneo centrale per affrontare le sfide immediate

In vista del Consiglio straordinario Giustizia e affari interni (Affari interni) del 25 novembre 2022, la Commissione presenta un piano d'azione dell'UE sul Mediterraneo centrale. Pur sottolineando che le soluzioni strutturali potranno essere trovate solo attraverso un accordo sull'intera serie di riforme in materia di asilo e migrazione attualmente in fase di negoziazione, la Commissione propone una serie di misure operative per affrontare le sfide immediate e in corso lungo la rotta migratoria del Mediterraneo centrale.

Il piano d'azione propone una serie di 20 misure articolate attorno a tre pilastri. Sono intese a contrastare la migrazione irregolare, fornire soluzioni alle emergenze di ricerca e soccorso e rafforzare una solidarietà bilanciata dalla responsabilità tra gli Stati membri.

Viene riconosciuta come findamentale la cooperazione rafforzata con i paesi partner e le organizzazioni internazionali. L'UE rafforzerà le capacità di Tunisia, Egitto e Libia per garantire una migliore gestione delle frontiere e della migrazione. Rafforzerà la lotta contro il traffico di migranti e rafforzerà l'impegno diplomatico sui rimpatri, intensificando nel contempo i percorsi legali verso l'UE. Per coordinare queste azioni e massimizzarne l'impatto, l'UE farà un uso migliore delle sue strutture di coordinamento e avvierà un'apposita iniziativa Team Europe nel Mediterraneo centrale entro la fine di quest'anno.

Il piano d'azione propone misure per rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e tutti gli attori coinvolti nelle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, utilizzando il gruppo di contatto europeo per la ricerca e il salvataggio, annunciato nell'ambito del nuovo patto. Frontex, insieme agli Stati membri interessati, effettuerà una valutazione della situazione nel Mediterraneo centrale. Sarà garantito un coordinamento più stretto con l'UNHCR e l'OIM. Dovrebbero inoltre essere promosse discussioni in seno all'Organizzazione marittima internazionale sulla necessità di un quadro specifico e orientamenti per le navi con particolare attenzione alle attività di ricerca e soccorso.

La dichiarazione di solidarietà concordata il 22 giugno 2022 prevede un meccanismo volontario e temporaneo per un anno, che funge da ponte verso il futuro sistema permanente previsto dal patto. Il piano d'azione propone di accelerare l'attuazione del meccanismo, anche per fornire un rapido sostegno agli Stati membri che ricevono arrivi via mare, migliorare la flessibilità, razionalizzare i processi e attuare il finanziamento di misure alternative di solidarietà.

C. Lombardi Satriani

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17/11/2022

Costruire lo spazio europeo dell'istruzione: progressi compiuti per quanto riguarda gli obiettivi in materia di istruzione a livello dell'UE, permangono sfide in materia di equità e carenze degli insegnanti

Oggi la Commissione ha approvato la sua relazione sui progressi verso la realizzazione dello spazio europeo dell'istruzione. La relazione fa il punto sulle iniziative e sui progressi compiuti per raggiungere gli obiettivi a livello dell'UE in materia di istruzione e formazione, nonché definisce i compiti in vista del traguardo del 2025.

Le 40 iniziative in corso a livello dell'UE comprendono azioni politiche strategiche - dall'apprendimento misto, all'apprendimento per lo sviluppo sostenibile e la strategia europea per le università - nonché progetti finanziati dall'UE - come le accademie degli insegnanti, la coalizione per l'educazione al clima ed i Centri di eccellenza professionale. Vi sono altre misure come quelle che danno seguito al lavoro dei gruppi di esperti, come quelli sulla disinformazione o sugli investimenti di qualità, insieme a misure per rendere più inclusivi il programma Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà. Grazie a un impegno comune per lo spazio europeo dell'istruzione, queste iniziative rafforzano le azioni intraprese dagli Stati membri.

Questo approccio congiunto nazionale e dell'UE è stato particolarmente efficace per affrontare le nuove sfide che i sistemi di istruzione e formazione dell'UE hanno dovuto affrontare negli ultimi due anni: la pandemia di Covid-19 e l'accoglienza di studenti e insegnanti rifugiati a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. IL

quadro strategico rafforzato, che riunisce gli Stati membri e le principali parti interessate, ha consentito la messa in comune di conoscenze e risorse, una condivisione organizzata di buone pratiche e l'attuazione di soluzioni concrete.

L'Osservatorio sull'istruzione e la formazione che accompagna la relazione indica esempi dei progressi compiuti verso gli obiettivi a livello dell'UE: l'abbandono scolastico è in calo, mentre il livello di istruzione terziaria e la partecipazione all'educazione e alla cura della prima infanzia sono in aumento. Allo stesso tempo, compaiono segnali di allarme che richiedono sforzi sistemici a lungo termine per migliorare l'equità nell'istruzione e affrontare la carenza di insegnanti. Nuovi indicatori a livello di UE in entrambi i settori sosterranno politiche basate su dati concreti e l'apprendimento reciproco.

Grazie al programma Erasmus+, al Recovery and Resilience Facility e ai fondi della politica di coesione dell'UE, si stima che la spesa totale dell'UE per l'istruzione e le competenze tra il 2021 e il 2027 triplicherà rispetto al periodo 2014-20. Pertanto, l'attenzione per l'attuazione, gli investimenti di qualità, l'assorbimento e un solido monitoraggio dei progressi da parte degli Stati membri sono essenziali per gli anni a venire per consolidare le riforme sistemiche e produrre un impatto positivo su studenti, insegnanti, economia e società.

C. Lombardi Satriani

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17/11/2022

Minacce ibride: l'UE conclude l'esercitazione EU INTEGRATED RESOLVE 2022

L'UE ha concluso l'EU Integrated Resolve 2022, un’esercitazione condotta congiuntamente dal Consiglio dell'Unione europea, dalla Commissione europea e dal Servizio europeo per l'azione esterna.

Negli ultimi tre mesi l'UE ha testato la propria preparazione e capacità di gestire efficacemente crisi intersettoriali complesse. L'esercizio contribuirà a migliorare la capacità dell'UE di rispondere a una crisi complessa e ibrida con una dimensione sia interna che esterna.

Lanciato il 19 settembre, questa esercitazione è stato strutturata in due fasi. La prima ha riguardato la pianificazione di un'operazione militare in ambito politica di difesa e sicurezza comune (PSDC) e di una missione civile.

Nella seconda fase, dal 14 al 18 novembre, l'UE si è confrontata con una simulazione di diverse minacce ibride. A questa simulazione hanno preso parte le istituzioni dell'UE, le agenzie e gli organismi dell'UE e 20 Stati membri.

Durante questa fase l'esercitazione è stato portata nel cuore del processo decisionale dell'UE, con il dibattito organizzato a livello di ambasciatori degli Stati membri dell'UE e l'attivazione dell’IPCR, il dispositivo di Risposta Integrata Politica alle Crisi del Consiglio.

L'esercitazione è stata poi contrassegnata dallo svolgimento dell'operazione militare e della missione civile pianificate nella prima fase. L'esercitazione militare è stata condotta da "HELBROC BG", il gruppo tattico dell'UE con la Grecia come nazione di riferimento e Bulgaria, Romania, Cipro, Ucraina, Serbia e la Repubblica di Macedonia del Nord come nazioni che forniscono le truppe, nonché la simulazione di un'evacuazione in una delegazione dell'UE.

EU Integrated Resolve 2022 ha anche contribuito a rafforzare la cooperazione dell'UE con la NATO. Parallelamente alla seconda fase dell'UE Integrated Resolve 2022 dal 14 al 18 novembre, la NATO ha svolto l'esercitazione a tavolino PACE 2022. Durante questo periodo, il personale della NATO e dell'UE si è scambiato informazioni sulle procedure decisionali in entrambe le organizzazioni. Questa è stata un'opportunità per testare le rispettive procedure di gestione delle crisi e per coordinarsi a più livelli .

C. Lombardi Satriani

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17/11/2022

L'UE e l'Angola concludono il primo accordo sugli investimenti sostenibili

Oggi la Commissione europea ha concluso i negoziati con la Repubblica dell'Angola su un accordo per la facilitazione degli investimenti sostenibili (SIFA), il primo accordo dell'UE di questo tipo. L'UE sta perseguendo tali accordi per promuovere investimenti sostenibili nella sua politica verso  i partner africani. Il SIFA UE-Angola faciliterà l'attrazione e l'espansione degli investimenti , al contempo nelle relazioni UE-Angola saranno preservati i diritti dei lavoratori ed il rispetto dell’ambiente. L'UE è impegnata a promuovere la sostenibilità nella sua politica commerciale, come stabilito nella sua nuova strategia commerciale.

Questo accordo contribuirà a promuovere gli investimenti sostenibili in Angola e l'UE fornirà anche il supporto tecnico per mettere in atto l'accordo. Ciò avviene mentre l'Angola cerca di diversificare il suo modello economico, che attualmente si basa sulle sue abbondanti materie prime e risorse energetiche. Il SIFA sosterrà anche gli sforzi dell'Angola per migliorare il clima degli investimenti per gli investitori stranieri e locali, in particolare per le piccole e medie imprese. Oltre all'accordo raggiunto oggi, l'Angola prevede di aderire all'accordo di partenariato economico tra l'UE e la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (EU-SADC EPA) per garantire un accesso privilegiato al mercato dell'UE per le esportazioni angolane.

Il perseguimento di accordi di investimento sostenibili con l'Africa e il vicinato meridionale fa parte della più ampia strategia dell'UE per intensificare l'impegno con i paesi africani attraverso l'approccio del "partenariato tra pari". L'obiettivo è sbloccare il potenziale economico, favorire la diversificazione economica e promuovere una crescita inclusiva e sostenibile. Tali accordi sono progettati per migliorare ulteriormente i legami commerciali e di investimento tra i due continenti e all'interno della stessa Africa, in linea con la strategia ed il pacchetto di misure del Global Gateway.

C. Lombardi Satriani

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16/11/2022

IRIS², la nuova infrastruttura europea per la resilienza, l'interconnessione e la sicurezza satellitare

Le parole entustiate del commissario Breton sulla nuova infrastruttura spaziale: Questo è storico! Dopo Galileo e Copernicus, stiamo aggiungendo una terza costellazione al nostro portafoglio europeo di infrastrutture spaziali strategiche. Sì, abbiamo appena raggiunto un accordo con il Consiglio dell'Unione europea e il Parlamento europeo sul testo giuridico che istituisce questa nuova infrastruttura critica per l'UE. Con un budget dell'UE di 2,4 miliardi di euro (più un contributo dell'ESA e futuri investimenti privati), IRIS² trasforma lo spazio in un vettore della nostra autonomia europea, un vettore di connettività e un vettore di resilienza.

Il quadro definito oggi è molto chiaro:

- IRIS² sarà una costellazione sovrana, con severi criteri di ammissibilità e requisiti di sicurezza.

- IRIS² sarà una costellazione incentrata sui servizi governativi, comprese le applicazioni per la difesa.

- fornirà connettività a tutta l'Europa, comprese le aree che attualmente non beneficiano di Internet a banda larga, nonché a tutta l'Africa, utilizzando le orbite nord-sud della costellazione.

- sarà una costellazione di "nuovo spazio" alla maniera europea, integrando il know-how delle principali industrie spaziali europee - ma anche il dinamismo delle nostre start-up, che realizzeranno il 30% dell'infrastruttura.

- sarà una costellazione all'avanguardia della tecnologia, per dare all'Europa un vantaggio, ad esempio nella crittografia quantistica. Sarà quindi un vettore di innovazione.

- sarà una costellazione multi-orbita, in grado di creare sinergie con le nostre attuali costellazioni Galileo e Copernicus. L'obiettivo è ridurre il rischio di congestione dello spazio.

C. Lombardi Satriani

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16/11/2022

Dati sulla resistenza antimicrobica (AMR): l'uso di antibiotici nell'UE diminuisce, ma occorre fare di più

Alla vigilia della Giornata europea di sensibilizzazione sugli antibiotici (EAAD), un sondaggio paneuropeo sulla resistenza antimicrobica mostra che metà degli europei crede ancora erroneamente che gli antibiotici uccidano i virus. Allo stesso tempo, il 23 % degli intervistati ha assunto antibiotici nell'ultimo anno, la cifra più bassa dal 2009 e che mostra chiaramente che il lavoro degli Stati membri e della Commissione per contribuire a sensibilizzare i cittadini sui rischi di un uso eccessivo di antibiotici sta portando risultati. Tuttavia occorre fare molto di più.

La resistenza antimicrobica (AMR) rappresenta uno dei maggiori rischi per la salute umana ed è una delle 3 principali minacce per la salute identificate dall'Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) della Commissione e tale da richiedere urgenti misure di coordinamento a livello dell'UE. I nuovi dati pubblicati oggi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) stimano che, in tutta l'Unione europea, l'Islanda e la Norvegia, più di 35.000 persone muoiono ogni anno a causa di infezioni resistenti agli antibiotici. Tali infezioni causano ulteriori 1,5 miliardi di euro di costi sanitari e perdite di produttività nell'UE.

Uno speciale sondaggio di Eurobarometro pubblicato oggi offre una panoramica dell'atteggiamento degli europei nei confronti degli antibiotici. I principali risultati sono:

- L'uso di antibiotici ha raggiunto un minimo storico: il 23% degli europei afferma di aver assunto antibiotici in forma orale nell'ultimo anno, il minimo dal 2009. Ma questo varia dal 42% a Malta al 15% in Svezia e Germania.

- Circa l'8% degli antibiotici è stato assunto senza prescrizione medica.

- Una percentuale molto ampia di europei ha assunto antibiotici senza giustificazione (vale a dire solo per infezioni virali o sintomi ).

Inoltre, solo la metà (50%) degli intervistati mostra di sapere che gli antibiotici sono inefficaci contro i virus.  E solo 3 europei su 10 sanno che l'uso ingiustificato di antibiotici li rende inefficaci, che l'assunzione di antibiotici dovrebbe essere interrotta solo dopo aver completato l'intero trattamento, che gli antibiotici spesso comportano effetti collaterali, come la diarrea, e che gli antibiotici non sono efficaci contro il raffreddore.

Nuovi dati pubblicati oggi dall'ECDC mostrano che, complessivamente, tra il 2016 e il 2020, nell'UE/SEE, il numero di infezioni e decessi dovuti alla resistenza antibatterica è aumentato in modo significativo. Tra il 2017 e il 2021, c'è stato anche un aumento del numero e della proporzione di Klebsiella pneumoniae e Acinetobacter spp., infezioni invasive resistenti ai carbapenemi, un gruppo di antibiotici spesso usati come ultima risorsa.

C. Lombardi Satriani

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15/11/2022

Dichiarazione alla stampa del Commissario Johansson sulla piena capacità di Bulgaria, Romania e Croazia ad entrare nello spazio Schengen

Schengen è la più grande area di libera circolazione del mondo. 3,5 milioni di persone attraversano le frontiere ogni giorno - per lavoro, studio, piacere. Un terzo della popolazione dell'UE vive nelle regioni frontaliere. Ogni anno vengono effettuati 24 milioni di spostamenti per affari e  1,25 miliardi di viaggi nell'area.  Schengen è una delle maggiori conquiste dell'UE. Le connessioni fanno crescere il mercato interno, fanno crescere le economie. Schengen aumenta il tenore di vita delle persone.

22 Stati membri e 4 paesi associati fanno parte di Schengen. Ora è il momento di includerne altri tre. Pertanto oggi presento una comunicazione su uno spazio Schengen più forte con la piena partecipazione di Bulgaria, Romania e Croazia.

Il mese scorso la Bulgaria e la Romania hanno ospitato una missione conoscitiva con 17 esperti degli Stati membri insieme a esperti della Commissione e delle agenzie Frontex, Europol e l’Agenzia per i diritti fondamentali. Hanno valutato gli sviluppi del quadro giuridico, della governance e degli strumenti per gestire efficacemente lo spazio Schengen.

In questo modo  hanno dato risposta alle domande in sospeso da parte di alcuni Stati membri. Questa missione non solo ha avuto un bilancio molto positivo, ma ha anche ribadito la disponibilità dei due paesi ad aderire a Schengen. E la loro capacità di applicare l'acquis di Schengen.

Per quanto riguarda la Croazia, vorrei sottolineare che, già lo scorso anno, è stato il primo Stato membro a istituire un meccanismo di monitoraggio indipendente per garantire la tutela dei diritti fondamentali alle frontiere esterne. Solo due settimane fa il governo croato ha firmato un accordo per rinnovare e rafforzare questo meccanismo.

C. Lombardi Satriani

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15/11/2022

COP27: Team Europe intensifica il sostegno all'adattamento ai cambiamenti climatici e alla resilienza in Africa nell'ambito del programma Global Gateway

Oggi, alla COP27 di Sharm el-Sheikh, l'UE e l'Unione africana hanno annunciato una nuova iniziativa del Team Europe a sostegno dell'adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza in Africa nell'ambito del pacchetto di investimenti UE-Africa Global Gateway. Questa iniziativa Team Europe riunirà I programmi già esistenti e quelli nuovi per oltre 1 miliardo di euro e ne sfrutterà l'impatto migliorando il coordinamento e rafforzando il dialogo politico sull'adattamento ai cambiamenti climatici  tra l'UE e l'UA. Altri 60 milioni di euro derivanti dal contributo complessivo dell'UE serviranno per far fronte a perdite e danni .

Migliorerà la cooperazione con i partner africani per rispondere ulteriormente alle loro esigenze di adattamento e mitigare i rischi di catastrofi. L'iniziativa è lanciata dalla Commissione europea insieme a Danimarca, Francia, Germania e Paesi Bassi ed è aperta ad altri Stati membri e alle banche di sviluppo, che possono rafforzare e accelerare ulteriormente l'azione coordinata di Team Europe in questo campo.

L'iniziativa è strutturata su quattro pilastri di azione:

- Rafforzare i sistemi di allerta precoce a livello regionale e nazionale, rafforzare la governance e promuovere decisioni informate sui rischi, in linea con l'iniziativa delle Nazioni Unite "Sistemi di allerta precoce per tutti" presentata dal Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres alla COP 27;

- Sviluppare e implementare strumenti e meccanismi di finanziamento e tutela contro il rischio climatico e le catastrofi (CDRFI) - come prodotti assicurativi innovativi contro il rischio climatico - per proteggere ulteriormente le popolazioni vulnerabili come, ad es. lo scudo globale contro i rischi climatici. Questa iniziativa mira a fornire ai paesi vulnerabili dal punto di vista climatico un rapido accesso ai contratti di assicurazione e ai finanziamenti per la protezione dalle calamità dopo inondazioni o siccità.

- Rendere capaci i meccanismi di supporto pubblico di mobilitare i finanziamenti internazionali per l’adattamento climatico, anche dal settore privato.

I paesi africani hanno già subito eventi climatici senza precedenti nel corso di questo secolo. Entro il 2050, gli impatti climatici potrebbero costare ai paesi africani 50 miliardi di dollari all'anno. L'UE, i suoi Stati membri con le loro stituzioni finanziarie, denominati in maniera unitaria Team Europe, sono il principale donatore mondiale di assistenza allo sviluppo e il maggior contribuente a livello mondiale di finanziamenti per il clima, fornendo almeno un terzo dei finanziamenti pubblici mondiali per il clima con oltre 23 miliardi di EUR impegnati nel 2021.

Uno dei risultati concordati al vertice UE-Unione Africana (UA) del 2022 è stato quello di intensificare gli sforzi per la resilienza climatica nei prossimi anni, in particolare attraverso il pacchetto di investimenti UE-Africa Global Gateway: mira a sostenere la ripresa ed uno sviluppo forte, inclusivo, verde e digitale per l'Africa con investimenti per un totale di 150 miliardi di euro provenienti dall'UE,  dalle istituzioni finanziarie dei singoli Stati membri e dal settore privato. È pienamente allineato con l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile, nonché con gli obiettivi dell'accordo di Parigi.

C. Lombardi Satriani

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14/11/2022

La Commissione propone un'azione per sfruttare appieno il potenziale delle alghe in Europa per diete più sane, minori emissioni di CO2 e lotta all'inquinamento idrico

Oggi la Commissione ha adottato la comunicazione "Verso un settore delle alghe dell'UE forte e sostenibile", un'iniziativa pionieristica per sbloccare il potenziale delle alghe nell'Unione europea. La comunicazione propone 23 azioni per creare opportunità per l'industria per aiutarla a trasformarsi in un settore solido, sostenibile e rigenerativo in grado di soddisfare la crescente domanda dell'UE. L'UE è uno dei maggiori importatori di prodotti a base di alghe a livello globale e si prevede che la domanda raggiungerà i 9 miliardi di euro nel 2030, in particolare per la produzione alimentare, cosmetica, farmaceutica e energetica.

La Commissione identifica 23 azioni, che mirano a migliorare il contesto imprenditoriale, aumentare la consapevolezza sociale e l'accettazione delle alghe e dei prodotti a base di alghe da parte dei consumatori e colmare le lacune in termini di conoscenza, ricerca e tecnologia.

Alla fine del 2019, il Blue Bioeconomy Forum della Commissione Europea ha pubblicato la Roadmap per la bioeconomia blu, dopo aver consultato circa 300 stakeholder. La tabella di marcia ha concluso che lo sviluppo della coltivazione delle alghe è stato ostacolato da fattori quali costi di produzione elevati, produzione su piccola scala, conoscenza limitata dei mercati, esigenze dei consumatori, impatti ambientali della coltivazione delle alghe e quadro di governance frammentato. Seguendo la tabella di marcia, la Commissione ha avviato e sostenuto diverse iniziative relative alle alghe, che sono attualmente in fase di attuazione o pianificazione (2021-2023). Ad esempio, nel febbraio 2022 la Commissione ha creato il forum europeo degli stakeholder per il settore delle alghe (EU4Algae Forum) come ambito specifico per la collaborazione tra le parti interessate europee nel settore delle alghe e un unico centro di informazioni su bandi, progetti, informazioni sul business e migliori pratiche.

C. Lombardi Satriani

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14/11/2022

La Commissione europea emette nuovi bond da 6 miliardi di euro nell’ambito del NextGenerationEU e raccoglie altri 2,5 miliardi di euro per sostenere l'Ucraina

La Commissione europea ha raccolto oggi altri 8,5 miliardi di euro a favore dell’Ucraiana, di cui 6 miliardi attraverso un green bond NextGenerationEU e 2,5 miliardi attraverso ilprogramma di assistenza macrofinanziaria AMF, lanciato a seguito dell’aggressione della Russia contro il paese. Il green bond NextGenerationEU ha una scadenza di 10 anni fissata al  4 febbraio 2033, e l'obbligazione MFA una scadenza di 30 anni, con scadenza il 4 marzo 2053.

Con il green bond emesso oggi, si arriva ad un totale di 35,5 miliardi di euro di bond del NextGenerationEU emessi per finanziare progetti verdi nell'ambito dei piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri dell'UE.

Complessivamente, la Commissione ha erogato un totale di 96,5 miliardi di euro in finanziamenti a lungo termine nell'ambito del NextGenerationEU nel 2022 e 167,5 miliardi di euro dall'inizio del programma nel giugno 2021. Di questo ammontare, 46,5 miliardi di euro sono stati erogati dal luglio 2022. In questo modo è stato raggiunto il 93% degli obiettivi di finanziamento NextGenerationEU della Commissione per la seconda metà dell'anno, con ulteriori operazioni pianificate fino alla fine dell'anno secondo il piano pubblicato nel giugno 2022.

Per quanto riguarda i proventi dell'obbligazione trentennale, saranno utilizzati per finanziare l'ultima rata dei prestiti di assistenza macrofinanziaria (AMF) all'Ucraina. Finora, nel 2022, la Commissione ha raccolto 6,7 miliardi di EUR per finanziare prestiti di AMF all'Ucraina. L'operazione odierna segue l'esborso di 1,2 miliardi di euro nella prima metà dell'anno, 1 miliardo di euro ad agosto e 2 miliardi di euro a ottobre. Altri 500 milioni di euro sono previsti entro la fine dell'anno.

C. Lombardi Satriani

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31/10/2022

Giornata internazionale per porre fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti: dichiarazione congiunta dell'alto rappresentante Josep Borrell e della vicepresidente Věra Jourová

In vista della Giornata internazionale per porre fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti, il 2 novembre, l'alto rappresentante Josep Borrell e la vicepresidente Věra Jourová hanno rilasciato la seguente dichiarazione:

“I giornalisti sono i nostri occhi e le nostre orecchie che raccontano dalle zone di conflitto. Mettono in pericolo le loro vite per fornire resoconti di ciò che sta accadendo sul campo. I loro reportage sono al servizio di un fondamentale interesse pubblico: resoconti, immagini e notizie dal campo possono avere un impatto decisivo sullo sviluppo e sull'esito dei conflitti armati.

Di conseguenza, il lavoro giornalistico è spesso ostacolato in maniera deliberata nei conflitti armati. I professionisti dei media devono affrontare dinieghi di accesso, censura e  molestie, nonché detenzioni arbitrarie e attacchi brutali. In Ucraina, diversi giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi o feriti, a volte deliberatamente presi di mira, mentre documentavano la verità sulle atrocità commesse dalle truppe russe nella guerra di aggressione all’Ucraina. Il loro lavoro è essenziale, poiché il regime russo conduce una campagna globale di disinformazione sulla realtà della loro guerra.

Rivolgere intenzionalmente attacchi contro giornalisti, in quanto civili, costituisce un crimine di guerra.

Le zone di guerra, tuttavia, non sono gli unici luoghi in cui i giornalisti vengono attaccati. In tutto il mondo, i giornalisti affrontano crescenti minacce nel loro lavoro. Sono vittime di crimini d'odio, molestate online, prese di mira da spyware e persino assassinate.

Dobbiamo porre fine all'impunità per questi crimini e difendere i diritti umani e lo stato di diritto garantendo giustizia alle vittime. Negli ultimi 10 anni, l'80% degli omicidi di giornalisti in tutto il mondo non non ha avuto un responsabile.

L'UE sostiene le reti di giornalisti a rischio e rafforza la capacità dei giornalisti di operare in ambienti ostili in tutto il mondo. Ciò include la fornitura di dispositivi di protezione e assistenza. Nell'ambito del nuovo programma Global Europe for Human Rights and Democracy, stiamo istituendo un Osservatorio sul contrasto all'impunità per contribuire a raccogliere prove ed evidenze per dimostrare le responsabilità a livello globale, regionale e nazionale.

Anche all'interno dell'Unione Europea i giornalisti possono trovarsi in condizioni difficili. Gli Stati membri sono tenuti a rispettare la raccomandazione della Commissione sulla sicurezza dei giornalisti adottata nel 2021. Anche i paesi candidati e quelli vicini dovrebbero adottare tali norme.

C. Lombardi Satriani

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30/10/2022

Digital Market Act: entrano in vigore le regole per gatekeepers per garantire l'apertura dei mercati

Domani entrerà in vigore il Digital Markets Act (DMA) dell'UE. Il nuovo regolamento metterà fine alle pratiche sleali da parte delle aziende che operano come gatekeepers sulle piattaforme online. Èla nuova legislazione è stata proposta dalla Commissione nel dicembre 2020 e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio a tempo di record, nel marzo 2022.

Il DMA definisce quando una grande piattaforma online si qualifica come "gatekeeper". Si tratta di piattaforme digitali che forniscono un importante gateway tra utenti aziendali e consumatori, la cui posizione può garantire loro il potere di agire come regolatori privati, creando così un collo di bottiglia nell'economia digitale. Per affrontare questi problemi, il DMA definirà una serie di obblighi che dovranno rispettare, compreso il divieto ai gatekeeper di assumere determinati comportamenti.

Le società che gestiscono uno o più dei cosiddetti "servizi di piattaforma di base" elencati nel DMA si qualificano come gatekeeper se soddisfano i requisiti descritti di seguito. Questi servizi sono: servizi di intermediazione online come app store, motori di ricerca online, servizi di social network, alcuni servizi di messaggistica, servizi di piattaforma di condivisione video, assistenti virtuali, browser Web, servizi di cloud computing, sistemi operativi, mercati online e servizi pubblicitari.

Il DMA stabilisce un elenco di cose da fare e da non fare che i gatekeeper dovranno implementare nelle loro operazioni quotidiane per garantire mercati digitali equi e aperti. Questi obblighi contribuiranno ad aprire possibilità per le aziende di competere sui mercati e sfidare i c.d. guardiani sulla base dei meriti dei loro prodotti e servizi, dando loro più spazio per innovare.

Quando un gatekeeper mette in atto determinate pratiche, come favorire i propri servizi o impedire agli utenti commerciali dei propri servizi di raggiungere i consumatori, ciò di fatto ostacola la concorrenza, portando a minore innovazione, qualità inferiore e prezzi più elevati. Quando un gatekeeper applica pratiche sleali, come imporre condizioni di accesso inique al proprio app store o impedire l'installazione di applicazioni da altre fonti, è probabile che i consumatori paghino di più o siano effettivamente privati dei vantaggi che i servizi alternativi avrebbero potuto portare.

C. Lombardi Satriani

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30/10/2022

Rapporto sugli incendi boschivi in Europa: negli ultimi sei anni si sono verificate tre delle peggiori stagioni di incendi mai registrate

Oggi il Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione ha pubblicato l'ultima edizione della sua relazione annuale sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa nel 2021. Essa conclude che la stagione degli incendi dello scorso anno è stata la seconda peggiore nel territorio dell'UE in termini di  area bruciata (dall'inizio delle registrazioni nel 2006), dopo il 2017 quando erano bruciati oltre 10.000 km². Più di 5.500 km² di terra bruciata nel 2021 – più del doppio delle dimensioni del Lussemburgo – con oltre 1.000 km² bruciati all'interno di aree protette Natura 2000, che rappresentano il serbatoio della biodiversità in Europa.

Il rapporto non copre ancora gli incendi di quest'anno, che sono stati ancora più distruttivi di quelli del 2021. I rapporti annuali consentono di avere come riferimento le passate stagioni degli incendi quando si analizzano i dati preliminari sull'impatto degli incendi nell'anno in corso. In questa prospettiva, il 2022 si presenta ancora peggio, confermando la preoccupante tendenza distruttiva degli ultimi anni. Quest'anno, infatti, è già bruciata un'area di 8.600 km². Questa è una delle più grandi aree bruciate da incendi in Europa entro la fine di ottobre, stabilendo nuovi record bruciati in nove paesi dell'UE. In totale, dalla peggiore stagione degli incendi mai registrata nel 2017, 35.340 km², un'area più grande del Belgio, sono stati bruciati dagli incendi. Circa il 35% della superficie totale bruciata, oltre 11.600 km², si trovava nell'area della rete Natura 2000.

Sebbene l'area bruciata dagli incendi sia stata notevolmente estesa nel 2022, il numero di vittime umane è stato contenuto grazie alle misure di prevenzione attuate dagli Stati membri dell'UE e dal meccanismo di protezione civile dell'UE (UCPM). Nel 2021 l'UE ha ulteriormente rafforzato la capacità di questo meccanismo aumentando i mezzi aerei antincendio per assistere i paesi durante la stagione degli incendi. Questo sostegno è stato ampiamente utilizzato durante gli incendi che hanno colpito la regione mediterranea nel 2021 e nel 2022. Questa maggiore capacità è coordinata dal Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'Ufficio europeo per la protezione civile e gli aiuti umanitari. Il Centro comune di ricerca offre supporto fornendo informazioni tempestive sugli incendi in corso, aiutando a dispiegare mezzi aerei finanziati dall'UE dove sono più necessari

C. Lombardi Satriani

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27/10/2022

Aiuti di Stato: ancora una proroga del Quadro Temporaneo di Crisi

Oggi la Commissione europea ha adottato una nuova modifica al Quadro Temporaneo di Crisi per gli aiuti di Stato per consentire agli Stati membri di continuare a utilizzare la flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere l'economia nel contesto della guerra della Russia contro l'Ucraina. Il quadro temporaneo di crisi è stato adottato il 23 marzo 2022 e modificato per la prima volta il 20 luglio 2022, per integrare il Pacchetto in preparazione dell'inverno e in linea con gli obiettivi del piano REPowerEU.

Tenendo conto del feedback ricevuto dagli Stati membri e delle consultazioni svolte il 5 ottobre 2022 ed il 25 ottobre 2022, e alla luce del recente regolamento relativo a un intervento di emergenza per affrontare i prezzi elevati dell'energia ("regolamento (UE) 2022/1854") e della proposta della Commissione su un nuovo regolamento di emergenza per affrontare i prezzi elevati del gas nell'UE e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento questo inverno, l'emendamento odierno:

- Proroga tutte le attuali misure previste dal quadro temporaneo di crisi fino al 31 dicembre 2023.

- Aumenta i massimali previsti per importi limitati di aiuto fino all'importo di 250.000 e 300.000 euro per le imprese attive rispettivamente nei settori dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura e fino a 2 milioni di euro per le imprese attive in tutti gli altri settori.

- Introduce ulteriore flessibilità per il supporto della liquidità alle imprese energetiche per le loro attività di trading. In casi eccezionali e fatte salve rigorose salvaguardie, gli Stati membri possono fornire garanzie pubbliche superiori al 90% di copertura,. Ciò è in linea con l'atto delegato adottato dalla Commissione il 18 ottobre 2022, che consente l'utilizzo di garanzie bancarie e pubbliche non garantite, a condizioni specifiche.

- Aumenta la flessibilità e le possibilità di supporto per le aziende interessate dall'aumento dei costi energetici, fatte salve le tutele. Gli Stati membri avranno il diritto di calcolare il sostegno sulla base del consumo passato o presente, tenendo conto della necessità di mantenere intatti gli incentivi di mercato per ridurre il consumo di energia e per garantire la continuità delle attività economiche. Inoltre, gli Stati membri possono fornire sostegno in modo più flessibile, anche ai settori ad alta intensità energetica particolarmente colpiti, fatte salve le salvaguardie per evitare sovracompensazioni. Per le imprese che ricevono importi di aiuto maggiori, il Quadro temporaneo di crisi prevede impegni per stabilire un percorso verso la riduzione del consumo energetico e l'attuazione di misure di efficienza energetica.

C. Lombardi Satriani

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27/10/2022

La Bosnia Erzegovina ottiene lo status di paese candidato all'adesione

Il 28 ottobre a Sarajevo, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha tenuto un discorso pubblico davanti al governo della Bosnia-Erzegovina, ai neodeputati del Parlamento appena eletto e ai rappresentanti delle imprese e della società civile. Si è congratulata con il paese per aver ottenuto lo status di candidato, affermando che ora è giunto il momento avanzare sulla strada verso l'Unione europea.

Parlando ai leader politici neoeletti, ha incoraggiato tutti a cogliere questo momento. “Con il vostro lavoro politico, ed è un'enorme responsabilità, il Paese ha un'opportunità unica nell’arco di una generazione di andare avanti. Questo è il momento della Bosnia-Erzegovina e vorrei incoraggiare tutti voi qui presenti e che lavorate per questo Paese a cogliere questo momento”.

La presidente von der Leyen ha anche annunciato un nuovo sostegno dell'UE al paese sotto forma di un pacchetto sulla sicurezza energetica del valore fino a 70 milioni di euro in sovvenzioni. "Questo è importante ora come supporto immediato, ad esempio per sostenere le famiglie vulnerabili e le imprese vulnerabili, le piccole e medie imprese che hanno difficoltà". Ha inoltre annunciato un pacchetto di sostegno più ampio per i Balcani occidentali del valore di 500 milioni di euro in sovvenzioni per infrastrutture che garantirebbero una maggiore indipendenza energetica.

C. Lombardi Satriani

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27/10/2022

Veicoli a emissioni zero: in arrivo il provvedimento che porrà fine alla vendita di nuove auto a emissioni di CO2 in Europa entro il 2035

La Commissione europea accoglie con favore l'accordo raggiunto ieri sera dal Parlamento europeo e dal Consiglio che stabilisce che  auto e furgoni immatricolati in Europa debbano essere a zero emissioni entro il 2035. Nella fase intermedia di transizione verso le zero emissioni, le emissioni medie delle nuove auto dovranno diminuire del 55% entro il 2030 e per i nuovi furgoni del 50% entro il 2030. Questo accordo segna il primo passo verso l'adozione del pacchetto legislativo "Fit for 55" presentato dalla Commissione nel luglio 2021 e dimostra in vista della COP27 il rispetto da parte dell'UE dei suoi impegni internazionali in materia di clima.

Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, ha dichiarato: "L'accordo invia un segnale forte all'industria e ai consumatori: l'Europa sta abbracciando il passaggio a una mobilità a emissioni zero. Le case automobilistiche europee stanno già dimostrando di essere pronte a farsi avanti, con l'arrivo sul mercato di auto elettriche sempre più abbordabili. La velocità con cui questo cambiamento è avvenuto negli ultimi anni è notevole. Non c'è da meravigliarsi se proprio questo dossier sia il primo del pacchetto Fit for 55 sul quale gli Stati membri e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo definitivo".

Questo provvedimento vuol essere un chiaro segnale per i produttori ed i cittadini di un’accelerazione della produzione e vendita di veicoli a zero o quasi emissioni in modo da indirizzere il trasporto su strada verso la neutralità climatica entro il 2050. Questa nuova legislazione dovrebbe rendere il sistema di trasporto dell'UE più sostenibile, fornirà un'aria più pulita per gli europei e segna un passo importante nella realizzazione del Green Deal europeo. Mostra chiaramente l'impegno dell'UE a raggiungere i suoi obiettivi climatici e dimostra che la guerra di aggressione della Russia in Ucraina non sta rallentando la transizione europea verso un'energia pulita, ma piuttosto sta spingendo l’Europa a diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050.

L'accordo taggiunto richiede ora l'adozione formale da parte del Parlamento e del Consiglio. Una volta completato l’iter legislativo, la nuova normativa sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione ed entrerà in vigore.

C. Lombardi Satriani

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26/10/2022

Armi da fuoco: regole aggiornate per aumentare la sicurezza e facilitare il commercio legale

Oggi la Commissione propone di aggiornare le norme dell'UE sull'importazione, l'esportazione e il transito di armi da fuoco per uso civile. Si stima che ben 35 milioni di armi da fuoco siano detenute illegalmente nell'UE e circa 630.000 armi da fuoco sono censite come rubate o smarrite nel sistema d'informazione Schengen. L’aggiornamento delle norme agevolerà il commercio legale di armi da fuoco per uso civile e ridurrà l'onere amministrativo dei fabbricanti, dei commercianti e degli utilizzatori di armi da fuoco. Le norme riviste miglioreranno la sicurezza e affronteranno il problema del traffico di armi da fuoco e consentiranno controlli coordinati e valutazioni del rischio per migliorare la tracciabilità delle armi da fuoco.

Il vicepresidente per la promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, ha dichiarato: “Il traffico di armi da fuoco alimenta la criminalità organizzata all'interno dell'UE e alimenta l'instabilità politica nel vicinato dell'UE. Con lo sviluppo  delle nuove tecnologie, il traffico di armi da fuoco sta assumendo nuove forme per sfuggire ai controlli. Come legislatori, dobbiamo recuperare il ritardo. La riforma che proponiamo colmerà le lacune delle norme esistenti che spesso vengono aggirate, portando al contrabbando e al traffico illecito di armi da fuoco nell'UE".

La Commissaria per gli affari interni, Ylva Johansson, ha dichiarato: “I criminali cambiano costantemente il modo in cui contrabbandano armi mortali nell'Unione europea. Dobbiamo stare un passo avanti. La sicurezza interna dell'UE per ridurre l'uso e il traffico illegali di armi da fuoco deve basarsi su una buona cooperazione tra le autorità di contrasto, una buona intelligence e procedure trasparenti. Questa proposta lo fa. La proposta odierna semplifica anche le regole per i detentori di armi in regola  e le imprese ".

C. Lombardi Satriani

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25/10/2022

Pagamenti: la Commissione propone di accelerare l'introduzione dei pagamenti istantanei in euro

La Commissione ha adottato oggi una proposta legislativa per rendere i bonifici istantanei in euro disponibili per tutti i cittadini e le imprese titolari di un conto bancario nell'UE e nei paesi SEE. La proposta mira a garantire che i bonifici istantanei in euro siano accessibili, sicuri e processati senza ostacoli in tutta l'UE.

I pagamenti istantanei consentono alle persone di trasferire denaro in qualsiasi momento di qualunque giorno della settimana in dieci secondi. E’ molto più veloce dei bonifici tradizionali, che vengono ricevuti dalle banche solo durante l'orario lavorativo e arrivano sul conto del beneficiario solo il giorno lavorativo successivo, e quindi richiedono fino a tre giorni di calendario. I pagamenti istantanei aumentano notevolmente la velocità e la convenienza per i consumatori, ad esempio quando si pagano bollette o si ricevono bonifici urgenti (ad esempio in caso di emergenza medica). Inoltre, aiutano a migliorare in modo significativo il flusso di cassa e portano risparmi sui costi per le imprese, in particolare per le PMI, compresi i rivenditori. Liberano denaro attualmente bloccato in transito nel sistema finanziario, il cosiddetto "pagamento fluttuante", che può essere utilizzato prima per consumi o investimenti (quasi 200 miliardi di euro sono bloccati giornalmente). Ma all'inizio del 2022, solo l'11% di tutti i bonifici in euro nell'UE era istantaneo. Questa proposta mira a rimuovere le barriere che impediscono la diffusione dei pagamenti istantanei e dei relativi vantaggi.

La proposta consiste in:

-Rendere i pagamenti istantanei in euro universalmente disponibili, con l'obbligo per le banche che già offrono bonifici in euro di offrire anche la loro versione istantanea entro un periodo  certo.

- Rendere accessibili i pagamenti istantanei in euro, con l'obbligo le banche di garantire che lo stesso costo praticato per per i bonifici tradizionali.

- Aumentare la fiducia nei pagamenti istantanei, con l'obbligo per i fornitori di verificare la corrispondenza tra il numero di conto bancario (IBAN) e il nome del beneficiario al fine di segnalare possibili errori o frodi prima che il pagamento venga effettuato .

C. Lombardi Satriani

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