La Commissione europea lancia due iniziative nell'ambito della Strategia "Preparedness Union" adottata ad aprile: la prima riguarda lo stoccaggio e la seconda la rapida adozione di contromisure mediche in caso di crisi. Entrambe mirano a migliorare l'accesso ai beni essenziali per i cittadini, le società, le imprese e le economie europee, garantendo la continuità di beni essenziali e forniture mediche salvavita in ogni momento, in particolare durante crisi come gravi blackout energetici, calamità naturali, conflitti o pandemie.
La Strategia europea di stoccaggio è finalizzata a garantire la sicurezza di beni essenziali, come cibo, acqua, petrolio, carburante e medicinali, in caso di crisi. Si tratta del primo approccio globale dell'UE in materia di stoccaggio.
Le azioni chiave della strategia di stoccaggio includono:
Strategia di stoccaggio
- Istituzione di una Rete Europea di Stoccaggio insieme con gli Stati membri per condividere le migliori pratiche, coordinare le scorte e sviluppare raccomandazioni congiunte.
- Individuazione di carenze e duplicazioni nelle scorte attraverso la condivisione di informazioni e il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri e con l'UE.
- Ampliamento delle scorte a livello UE per colmare le carenze di beni essenziali, con il supporto di iniziative come RescEU per attrezzature mediche, rifugi, generatori e altro ancora.
- Miglioramento dei trasporti e della logistica per una risposta rapida alle crisi.
- Promozione di partenariati civili-militari, pubblico-privati e internazionali per massimizzare l'uso delle risorse in modo efficiente e tempestivo.
Strategia sulle Contromisure Mediche: rafforzare la preparazione alle crisi sanitarie
Con l'aumento delle epidemie e della resistenza antimicrobica, aggravato dai cambiamenti climatici, dal deterioramento della biodiversità e degli ecosistemi e dalle sfide geopolitiche, la Strategia dell'UE per le Contromisure Mediche mira ad accelerare lo sviluppo, la produzione, la distribuzione e l'accessibilità di strumenti medici salvavita.
Le azioni chiave della strategia includono:
- Promuovere vaccini antinfluenzali di nuova generazione, nuovi antibiotici per la resistenza antimicrobica, antivirali per le malattie trasmesse da vettori e migliorare l'accesso alle contromisure CBRN.
- Rafforzare l'intelligence e la sorveglianza sviluppando un elenco di contromisure mediche prioritarie, roadmap per la preparazione e sistemi sentinella per le acque reflue a livello UE e globale.
- Accelerare l'innovazione attraverso strumenti quali l'Acceleratore delle Contromisure Mediche,gli Hubs di ricerca e sviluppo e l'espansione del programma HERA Invest.
- Garantire una produzione modulabile grazie alla EUFAB, che sono partenariati istituiti nel 2022 e finanziati dalla UE per rendere sempre disponibili capacità manufatturire e di produzione dei vaccini anche in situazioni di emergenza sanitarie, e alla nuova partnership RAMP UP.
- Migliorare l'accesso e la distribuzione dei farmaci attraverso appalti congiunti e il supporto per laboratori pronti all'uso. Rafforzare la cooperazione globale e la collaborazione intersettoriale, compresa la preparazione civile-militare, gli sforzi pubblico-privati, la preparazione dei cittadini e gli investimenti nella forza lavoro.
Contesto
La Strategia per lo stoccaggio di scorte nella UE e la Strategia sulle contromisure mediche sono due delle azioni chiave contenute nella Strategia dell'Unione per la preparazione alle emergenze, adottata nel marzo 2025. sulla base delle raccomandazioni fornite dal report Niinistö. In particolare la strategia di stoccaggio delle scorte a livello dell'UE integrerà tutti gli sforzi di settore esistenti in materia di stoccaggio, rafforzerà l'accesso alle risorse critiche in tutta l'UE e combinerà le riserve centralizzate a livello UE con i contributi degli Stati membri, con il supporto di partenariati pubblico-privati per garantire efficienza, scalabilità ed economicità.
La relazione ha inoltre evidenziato l'urgente necessità di rafforzare la preparazione dell'UE alle minacce di ogni tipo. A tale proposito, la strategia sulle contromisure mediche mira a promuovere un'azione coordinata sia all'interno dell'UE che a livello globale per accelerare lo sviluppo, la produzione, la rapida distribuzione e l'accesso a strumenti medici salvavita, inclusi vaccini, terapie, dispositivi diagnostici e dispositivi di protezione individuale.
Al primo vertice UE-Moldavia tenutosi a Chișinău, la Presidente della Commissione europea Ursulavon der Leyen, il Presidente del Consiglio europeo António Costa e la Presidente della Repubblica di Moldavia Maia Sandu hanno concordato di approfondire la cooperazione nell'interesse dei cittadini dell'UE e moldavi. I leader hanno discusso di adesione all'UE e relative riforme, crescita economica e cooperazione in materia di sicurezza e difesa, inclusa la lotta alle minacce ibride.
Durante il vertice, la Presidente von der Leyen ha annunciato lo stanziamento di 270 milioni di euro di prefinanziamento a titolo del Piano di crescita dell'UE per la Moldavia, pari a 1,9 miliardi di euro, a sostegno delle riforme del Paese e dell'avvicinamento della sua economia al mercato unico dell'UE. Questo stanziamento si tradurrà in un nuovo ospedale regionale di Bălți, nel ripristino del teleriscaldamento a Chișinău e in una riduzione delle bollette di elettricità e gas per i cittadini moldavi. Nel complesso, il Piano di crescita sosterrà il miglioramento delle strade, la modernizzazione delle scuole, la creazione di nuovi ospedali, la crescita delle piccole imprese e la tutela del patrimonio culturale moldavo. Questo investimento sottolinea il forte impegno dell'UE per il successo della Moldavia. La Presidente von der Leyen ha inoltre annunciato che a partire dal 5 ottobre 2025 sarà possibile effettuare i bonifici bancari in euro grazie all'inclusione della Moldavia nell'Area Unica Europea dei Pagamenti (SEPA), concessa a marzo dagli Stati membri.
Infine, la Presidente von der Leyen ha proposto di integrare la Moldavia nell'area di roaming dell'UE a partire dal 1° gennaio 2026. L'iniziativa "Roam Like at Home" consentirà ai cittadini moldavi di effettuare chiamate, inviare SMS e utilizzare i dati mobili con numeri moldavi mentre viaggiano in uno qualsiasi dei 27 Stati membri dell'UE senza incorrere in costi di roaming.
I leader hanno concordato di intensificare gli sforzi per contrastare i continui attacchi ibridi e informatici da parte della Russia e dei suoi alleati, volti a destabilizzare il Paese in vista delle elezioni parlamentari di settembre.
L'UE ha ribadito il suo sostegno alla resilienza della Moldavia, anche attraverso la Missione di partenariato dell'UE in Moldavia e il supporto al Centro di comunicazione strategica della Moldavia, incaricato di individuare e smontare la disinformazione russa. I leader hanno sottolineato la necessità di una comunicazione chiara sui benefici dell'integrazione nell'UE e hanno sottolineato l'importanza di rafforzare la lotta alla corruzione e di salvaguardare l'integrità delle prossime elezioni.
Riportiamo di segugito il discorso tenuto dal Presidente del Consiglio UE Antonio Costa allla cerimonia di apertura del Summit:
È un vero piacere essere di nuovo a Chişinău. Grazie, Signora Presidente, per il suo caloroso benvenuto e per averci ospitato oggi, in occasione del nostro primo Vertice UE-Moldavia, che segna una vera e propria pietra miliare nell'approfondimento delle nostre relazioni.
Come i moldavi hanno deciso democraticamente, il futuro della Moldavia è nell'Unione Europea. Questo è il nostro obiettivo comune e l'Unione Europea è qui per sostenere la Moldavia in ogni fase del cammino.
Per quasi cinque anni, Lei, Signora Presidente, e il suo governo avete guidato la Moldavia e il suo popolo sulla strada europea con coraggio, visione e continue riforme.
La valutazione della Commissione è chiara: i progressi compiuti dalla Moldavia nel suo percorso verso l'Unione Europea sono notevoli. I leader dell'Unione Europea lo hanno riconosciuto all'unanimità nel Consiglio Europeo della scorsa settimana. Consentitemi di leggere questo paragrafo delle conclusioni:
"Il Consiglio europeo elogia la Repubblica di Moldova per il ritmo delle sue riforme legate all'adesione, accoglie con favore i significativi progressi compiuti e incoraggia la Repubblica di Moldova e la Commissione a intensificare i lavori nel processo di adesione. Il Consiglio europeo invita il Consiglio a intraprendere le prossime fasi del processo di adesione in linea con l'approccio basato sul merito, aprendo i cluster quando saranno soddisfatte le condizioni."
E, cosa molto importante, "Prende atto della valutazione della Commissione secondo cui il cluster sui fondamentali è pronto per essere aperto." Ora è il momento di accelerare i nostri lavori e compiere il passo successivo verso l'adesione.
Il processo di adesione non è un esercizio di spunta di caselle. Sforzi di riforma costanti producono risultati tangibili per il popolo moldavo. Offrono nuove opportunità per i vostri cittadini e i benefici della stretta cooperazione della Moldova con l'UE sono già visibili, sul campo e nella vita quotidiana delle persone. Dalla liberalizzazione dei visti al roaming. Dal sostegno energetico agli investimenti nelle infrastrutture.
Lo scorso inverno, l'UE ha contribuito con 60 milioni di euro in sovvenzioni per finanziare la compensazione per il riscaldamento e 30 milioni di euro per la compensazione per l'elettricità. L'UE ha finanziato 700 km di strade e 200 km di ferrovie, nonché la ristrutturazione di 22 ospedali e 120 scuole. Questi e altri benefici aumenteranno ulteriormente in futuro.
Durante il nostro incontro odierno, abbiamo concordato di lavorare per accelerare ulteriormente l'integrazione della Moldavia nel mercato unico dell'UE. Per stimolare la crescita economica. Per sostenere le imprese moldave. Per creare posti di lavoro e migliorare gli standard di vita. In una parola, per aumentare la vostra competitività.
Ininterrottamente, l'UE ha dimostrato di essere un partner affidabile e affidabile per il popolo moldavo. Un partner che vi è accanto nei momenti favorevoli e in quelli difficili. E continueremo a esserlo.
Rafforzare la sicurezza e la resilienza della Moldavia è stato un obiettivo chiave del nostro sostegno. Crediamo fermamente che la scelta di chi guiderà la Moldavia debba spettare al suo popolo, non a coloro che cercano di manipolarne, dividerne o minarne la volontà democratica.
Condividiamo un obiettivo comune: costruire un'Europa libera, sicura e in pace. Un'Europa basata sulla democrazia, sullo stato di diritto e su valori condivisi.
La Moldavia ha scelto la strada europea. E noi siamo qui per percorrerla al vostro fianco.
La Commissione europea ha adottato una serie di misure per semplificare l'applicazione della tassonomia dell'UE. In questo modo si vogliono ridurre gli oneri amministrativi per le imprese dell'UE, anche se alemno a parole si continua ad affermare che questo non incide sugli obiettivi fondamentali in materia di clima e ambiente. Il regolamento sulla tassonomia è entrato in vigore nel 2020 e i suoi obblighi di rendicontazione si applicano dal 2022. Fornendo un punto di riferimento comune in materia di sostenibilità per le società finanziarie e non finanziarie, la tassonomia sostiene gli investimenti che contribuiscono a una transizione sostenibile dell'economia dell'UE, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.
Queste le misure proposte:
- Le società finanziarie e non finanziarie sono esentate dalla valutazione dell'idoneità e dall'allineamento alla tassonomia per le attività economiche che non sono finanziariamente rilevanti per la loro attività. Per le società non finanziarie, le attività sono considerate non rilevanti se rappresentano meno del 10% del fatturato totale, delle spese in conto capitale (CapEx) o delle spese operative (OpEx) dell'azienda. La riduzione di questo onere amministrativo andrà a vantaggio delle aziende, consentendo loro di concentrarsi sulla rendicontazione e sul finanziamento delle loro attività principali e su come ciò contribuisca ai loro sforzi di transizione.
- Inoltre, le società non finanziarie sono esentate dalla valutazione dell'allineamento alla tassonomia per l'intera spesa operativa quando è considerata non rilevante per il loro modello di business.
- Per le società finanziarie, gli indicatori chiave di performance come il green asset ratio (GAR) per le banche sono semplificati e viene loro concessa la possibilità di non comunicare i KPI dettagliati della tassonomia per due anni.
- I modelli di rendicontazione della tassonomia sono semplificati riducendo il numero di voci riportate del 64% per le società non finanziarie e dell'89% per le società finanziarie. I
- I criteri per "non arrecare danno significativo" alla prevenzione e al controllo dell'inquinamento correlato all'uso e alla presenza di sostanze chimiche sono semplificati.
Le modifiche odierne vengono adottate sotto forma di un atto delegatoi. La Commissione ha pubblicato la bozza di tale atto delegato nel febbraio 2025 nell'ambito del pacchetto "Omnibus I", consentendo alle parti interessate di fornire commenti sulle misure proposte. L'atto delegato sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per il loro esame. Le modifiche entreranno in vigore una volta terminato il periodo di esame di 4 mesi, prorogabile di altri 2 mesi. Le misure di semplificazione previste dal presente atto delegato si applicheranno a partire dal 1° gennaio 2026 e riguarderanno l'esercizio finanziario 2025. Tuttavia, le imprese hanno la possibilità di applicare le misure a partire dall'esercizio finanziario 2026, qualora lo ritengano più opportuno.
La Commissione europea ha proposto una modifica alla legge UE sul clima, fissando un obiettivo climatico UE per il 2040 di riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra (GHG) rispetto ai livelli del 1990, come richiesto dagli orientamenti politici della Commissione per il periodo 2024-2029. Ciò offrirà certezza agli investitori e innovazione, rafforzerà la leadership industriale delle nostre imprese e aumenterà la sicurezza energetica dell'Europa. Proprio questa settimana, l'ultimo Eurobarometro ha mostrato un forte sostegno dei cittadini all'azione per il clima dell'UE, fornendo un solido mandato per mantenere la rotta dell'agenda di transizione pulita dell'UE. L'UE è sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo del 55% entro il 2030. La proposta odierna si basa sull'obiettivo giuridicamente vincolante dell'UE di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e definisce un percorso più pragmatico e flessibile per raggiungerlo, nell'ottica di un'economia europea decarbonizzata entro il 2050.
In linea con la Bussola della Competitività dell'UE, il Clean Industrial Deal e il Piano d'azione per un'energia accessibile, l'obiettivo climatico proposto per il 2040 tiene pienamente conto dell'attuale panorama economico, geopolitico e di sicurezza e offre a investitori e imprese la prevedibilità e la stabilità di cui hanno bisogno nella transizione energetica pulita dell'UE. Mantenendo la rotta sulla decarbonizzazione, l'UE vorrebbe stimolare gli investimenti nell'innovazione, creare più posti di lavoro e crescita, aumenterà la resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici e diventare più indipendente dal punto di vista energetico.
La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: "I cittadini europei, sempre più sensibili all'impatto dei cambiamenti climatici, si aspettano che l'Europa agisca. L'industria e gli investitori si aspettano che stabiliamo una direzione di marcia prevedibile. Oggi dimostriamo di essere fermamente convinti del nostro impegno a decarbonizzare l'economia europea entro il 2050. L'obiettivo è chiaro, il percorso è pragmatico e realistico".
La proposta definisce un modo per raggiungere l'obiettivo del 2040 in modo diverso rispetto al passato. Due elementi centrali della proposta sono la flessibilità e l'importanza di accelerare e rafforzare le giuste condizioni abilitanti per sostenere questo obiettivo del 90%. Un elemento centrale è la flessibilità che la Commissione prenderà in considerazione nella progettazione dei futuri atti legislativi per raggiungere questo obiettivo climatico entro il 2040. Tra queste rientrano la possibilità di conteggiare i crediti in termini di contenimento delle emissioni acquisiti nei confronti di paesi terzi a partire dal 2036, l'utilizzo di assorbimenti permanenti nazionali nel sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS) e una maggiore flessibilità di compensazione tra settori per contribuire al raggiungimento degli obiettivi in modo economicamente vantaggioso e socialmente equo. Concretamente, significa che uno Stato membro avrà la possibilità di compensare le difficoltà incontrate in un settore specifico con un risultato superiore alla media nella riduzione delle emissioni derivanti da rifiuti e trasporti.
La Commissione ha pubblicato oggi una comunicazione sull'attuazione delle prime proposte relative al Clean Industrial Deal, a pochi mesi dalla sua presentazione. La sua attuazione è fondamentale per il raggiungimento dell'obiettivo climatico del 2040.
Uno dei risultati chiave è il quadro normativo per gli aiuti di Stato del Clean Industrial Deal, adottato la scorsa settimana, per sostenere ulteriormente gli investimenti nella transizione verso l'energia pulita. È stata inoltre concordata la semplificazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM), esentando il 90% degli importatori, riducendo così la burocrazia e garantendone un'attuazione fluida. Questa semplificazione rappresenta il primo passo prima di una revisione più generale del CBAM a fine anno, accompagnata da proposte legislative volte a rafforzare il meccanismo. La comunicazione odierna illustra i risultati dell'analisi della Commissione su come trovare una soluzione al problema della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio dalle esportazioni.
A integrazione del quadro normativo sugli aiuti di Stato e della comunicazione odierna, la Commissione ha inoltre pubblicato la raccomandazione sugli incentivi fiscali per incoraggiare gli investimenti nelle tecnologie pulite e nella decarbonizzazione industriale, attraverso misure come l'ammortamento accelerato e i crediti d'imposta. Ha inoltre presentato una raccomandazione e documenti di orientamento per ottimizzare l'uso delle nuove norme UE sulle energie rinnovabili, volte a espandere le energie rinnovabili e ridurre i costi energetici.
Le misure per l'energia a prezzi accessibili volte ad aumentare la produzione di componenti di rete e a sostenere i contratti di acquisto di energia (PPA), il progetto pilota per la futura Banca per la decarbonizzazione industriale, il prossimo piano d'azione per l'industria chimica e i dialoghi settoriali con le parti interessate sono tra le azioni che contribuiranno alla realizzazione del Clean Industrial Deal. Attese per la fine di questo mese, le proposte per il prossimo Quadro finanziario pluriennale definiranno anche le modalità con cui il futuro bilancio dell'UE sosterrà la transizione verso un'economia pulita.
La legge europea sul clima, entrata in vigore nel luglio 2021, sancisce l'impegno dell'UE a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e l'obiettivo intermedio di riduzione di almeno il 55% delle emissioni nette di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione concordati, l'UE ha adottato un pacchetto legislativo per il 2030, noto come "Fit for 55", la cui attuazione da parte degli Stati membri – essenziale per il raggiungimento degli obiettivi del 2040 – è in corso. La valutazione dei Piani Nazionali per l'Energia e il Clima (PNEC) da parte della Commissione, presentata il 28 maggio, ha mostrato che l'UE si sta avvicinando collettivamente all'obiettivo climatico del 2030 di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra.
La legge sul clima prevede giuridicamente un obiettivo climatico intermedio per il 2040 per accelerare il raggiungimento della neutralità climatica, una proposta necessaria entro sei mesi dal primo Bilancio Globale dell'Accordo di Parigi, raggiunto nel dicembre 2023.
La Commissione Europea ha presentato la Strategia Quantum Europe per rendere l'Europa leader mondiale nel settore quantistico entro il 2030. La Strategia promuoverà un ecosistema quantistico resiliente e sovrano che alimenterà la crescita delle startup e trasformerà la scienza rivoluzionaria in applicazioni pronte per il mercato, mantenendo al contempo la leadership scientifica dell'Europa. Le tecnologie quantistiche rappresentano una rivoluzione dalle implicazioni fondamentali per affrontare sfide complesse: dalle innovazioni farmaceutiche alla sicurezza delle infrastrutture critiche. Offriranno nuove opportunità per la competitività industriale e la sovranità tecnologica dell'UE, con un forte potenziale a duplice uso per la difesa e la sicurezza. Entro il 2040, si prevede che il settore creerà migliaia di posti di lavoro altamente qualificati in tutta l'UE e supererà un valore globale di 155 miliardi di euro.
La Strategia si concentra su cinque aree: ricerca e innovazione, infrastrutture quantistiche, rafforzamento dell'ecosistema, tecnologie spaziali e a duplice uso e competenze quantistiche.
Include le seguenti azioni:
1) Lancio dell'iniziativa di ricerca e innovazione Quantum Europe, un'iniziativa congiunta dell'UE e degli Stati membri per sostenere la ricerca di base e sviluppare applicazioni in settori pubblici e industriali chiave.
2) Creazione di un centro di progettazione quantistica e di sei linee pilota per chip quantistici, con un finanziamento pubblico fino a 50 milioni di euro, per trasformare prototipi scientifici in prodotti realizzabili.
3) Lancio di un centro pilota per l'Internet quantistica europea.
4) Espansione della rete di Cluster per le Competenza Quantistica in tutta l'UE e creazione dell'Accademia Europea delle Competenze Quantistiche nel 2026.
5) Sviluppo di una Roadmap per la Tecnologia Quantistica nello Spazio insieme con l'Agenzia Spaziale Europea e sostegno alla Roadmap Tecnologica nel campo degli Armamenti Europei.
Questa strategia mira ad aumentare la quota di finanziamenti privati globali che le aziende europee del settore quantistico ricevono, attualmente intorno al 5%, per stimolare la crescita di startup e scaleup europee e promuovere l'adozione di soluzioni quantistiche europee da parte delle industrie europee.
Una volta lanciata la proposta, parte l'iter di implementazione. La Commissione lavorerà a stretto contatto con gli Stati membri e la comunità quantistica europea, inclusi il mondo accademico, le startup, gli attori industriali e gli stakeholder dell'innovazione, nonché i loro rappresentanti, per trasformare gli obiettivi della strategia in realtà. verrà costituito un comitato consultivo di alto livello che riunirà i principali scienziati ed esperti di tecnologia quantistica europei, tra cui premi Nobel europei per la quantistic e fornirà una guida strategica indipendente per l'attuazione della Strategia
E' prevista inoltre, la presentazione entro il 2026 della proposta di un atto legislativo, il Quantum Act, che rafforzerà ulteriormente l'ecosistema quantistico e gli sforzi di industrializzazione, incentivando gli Stati membri, le aziende, gli investitori e i ricercatori a investire in impianti di produzione (pilota), nell'ambito di iniziative nazionali o regionali su larga scala a livello dell'UE.
La Commissione europea ha lanciato una nuova strategia per rendere l'Europa il luogo più attraente al mondo per le scienze della vita entro il 2030. Le scienze della vita – lo studio dei sistemi viventi, dalle cellule agli ecosistemi – sono fondamentali per la nostra salute, il nostro ambiente e la nostra economia. Promuovono l'innovazione in medicina, alimentazione e produzione sostenibile, aggiungendo quasi 1.500 miliardi di euro di valore all'economia dell'UE e sostenendo 29 milioni di posti di lavoro in tutta l'Unione.
Con un finanziamento di oltre 10 miliardi di euro all'anno dall'attuale bilancio dell'UE, la strategia definisce un approccio coordinato lungo l'intera catena del valore delle scienze della vita. Mira ad accelerare l'innovazione, facilitare l'accesso al mercato e rafforzare la fiducia del pubblico nelle nuove tecnologie, garantendo che apportino benefici alle persone e al pianeta.
Ottimizzare l'ecosistema della ricerca e dell'innovazione:
La Commissione elaborerà un piano di investimenti dell'UE per agevolare il finanziamento di sperimentazioni cliniche in più paesi e rafforzare le infrastrutture europee di ricerca clinica. Questa strategia promuoverà inoltre un approccio "One Health" alla ricerca e all'innovazione e mobiliterà fino a 100 milioni di euro nell'ambito dei programmi di lavoro di Horizon Europe 2026-2027, il programma di ricerca dell'UE, per sviluppare e implementare soluzioni basate sul microbioma. Inoltre, 250 milioni di euro saranno mobilitati per tecnologie intersettoriali nel campo delle scienze della vita, sostenendo lo sviluppo di nuovi prodotti che promuovano l'innovazione industriale e la sostenibilità, tra cui nuove metodologie di approccio, nuove molecole, materiali avanzati e una biofabbricazione più efficiente.
Consentire un rapido accesso al mercato per le innovazioni nel settore delle scienze della vita:
Per accelerare l'accesso al mercato per le innovazioni nel settore delle scienze della vita, la Commissione proporrà un atto legislativo sulle biotecnologie che creerà un quadro normativo più favorevole all'innovazione in tutti i settori biotecnologici. La Commissione lancerà inoltre un'interfaccia di matchmaking per mettere in contatto startup, industria e investitori, sfruttando il portafoglio del Consiglio europeo per l'innovazione e la sua rete di investitori (Trusted Investors Network).
Rafforzare la fiducia, l'adozione e l'utilizzo dell'innovazione:
La Commissione mobiliterà 300 milioni di euro per stimolare gli appalti per l'innovazione nel settore delle scienze della vita in settori quali l'adattamento ai cambiamenti climatici, i vaccini di nuova generazione e le soluzioni oncologiche a prezzi accessibili. La Commissione istituirà inoltre un gruppo di coordinamento per le scienze della vita per allineare le politiche e i finanziamenti tra i settori e sostenere il coinvolgimento delle principali parti interessate, tra cui industria e cittadini.
La Presidente von der Leyen aveva annunciato la Strategia nei suoi orientamenti politici come uno dei componenti della Bussola della Competitività. L'Europa è da tempo leader nelle scienze della vita, forte di una solida base di conoscenze e di eccellenza scientifica, ma ora sta perdendo terreno rispetto ad altri attori globali nel trasformare la ricerca in soluzioni concrete. Le sfide includono ecosistemi di innovazione frammentati, dati e intelligenza artificiale sottoutilizzati e una lenta diffusione sul mercato.
La strategia si basa su una consultazione pubblica e su un'ampia base di dati, tra cui due studi del Centro Comune di Ricerca della Commissione: "I settori delle scienze della vita nell'UE: motori di crescita economica e innovazione", che evidenzia 29 milioni di occupati e 1,5 trilioni di euro di valore aggiunto, e "Tendenze nei brevetti nelle scienze della vita: focus su prodotti farmaceutici e tecnologie mediche", che mostra come l'UE si collochi al secondo posto a livello mondiale con il 17% dei brevetti depositati.
La BEI stanzia 107,5 milioni di euro per sostenere sicurezza e difesa in Italia. Il finanziamento riguarderà l'acquisto di elicotteri per l'esercito. Si tratta del terzo accordo di finanziamento siglato tra l'istutizione bancaria europea ed i Ministeri italiani per ll'Economia e le Finanze e per la Difesa.
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha firmato un nuovo accordo strategico con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Difesa, con l'obiettivo di rafforzare ulteriormente le capacità di sicurezza e difesa dell'Italia.
L'operazione rientra nel più ampio impegno della BEI per la sicurezza e la difesa europea. Ha recentemente ampliato i criteri di ammissibilità al sostegno di progetti militari, in linea con le priorità dell'UE. Il prestito sarà erogato al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che a sua volta destinerà le risorse della BEI al Ministero della Difesa. Le condizioni favorevoli offerte dalla BEI sui mercati internazionali consentono al governo italiano di realizzare notevoli risparmi sugli interessi nell'arco dei 20 anni.
Si tratta del terzo accordo di questo tipo tra la BEI, il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Difesa. Nel 2022, la BEI ha erogato 240 milioni di euro per finanziare l'acquisto di 16 elicotteri leggeri per l'Arma dei Carabinieri e l'ammodernamento del sistema nazionale di controllo del traffico aereo, mentre nel 2020 ha erogato 220 milioni di euro per la costruzione di tre navi idro-oceanografiche.
"Questo accordo dimostra il crescente impegno della BEI a sostegno della sicurezza e della difesa europea ed è il risultato di un dialogo proficuo e costante con il Governo italiano per promuovere investimenti strategici che rafforzino la competitività e la sicurezza dell'Italia", ha dichiarato la Vicepresidente della BEI, Gelsomina Vigliotti. "Continueremo a lavorare fianco a fianco con i nostri partner per salvaguardare l'autonomia strategica dell'Unione Europea".
Contesto
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria a lungo termine dell'Unione Europea, di proprietà degli Stati Membri. Costruita attorno a otto priorità chiave, finanzia investimenti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi politici dell'UE, sostenendo l'azione per il clima e l'ambiente, la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, la sicurezza e la difesa, la coesione, l'agricoltura e la bioeconomia, le infrastrutture sociali, l'Unione dei mercati dei capitali e un'Europa più forte in un mondo più pacifico e prospero. Il Gruppo BEI, che comprende anche il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), ha sottoscritto oltre 900 progetti per un valore di quasi 89 miliardi di euro nel 2024, rafforzando la competitività e la sicurezza dell'Europa. Il Gruppo BEI ha sottoscritto 99 operazioni per un totale di 10,98 miliardi di euro in Italia nel 2024, contribuendo a sbloccare quasi 37 miliardi di euro di investimenti nell'economia reale. Tutti i progetti finanziati dal Gruppo BEI sono in linea con l'accordo di Parigi sul clima, come promesso nella nostra Roadmap per la Climate Bank. Quasi il 60% dei finanziamenti annuali del Gruppo BEI sostiene progetti che contribuiscono direttamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all'adattamento e a un ambiente più sano. Promuovendo l'integrazione dei mercati e mobilitando gli investimenti, i fondi messi a disposizione dal Gruppo hanno sbloccato oltre 100 miliardi di euro in nuovi investimenti per la sicurezza energetica dell'Europa nel 2024 e hanno mobilitato ulteriori 110 miliardi di euro per startup e scale-up. Circa la metà dei finanziamenti della BEI all'interno dell'Unione europea è destinata alle regioni della coesione, dove il reddito pro capite è inferiore alla media UE.
La Commissione europea muove il primo passo nello stabilire una normativa a livello trasnazionale per l'uso corretto dello spazio. Lo EU Space Act, si propone di introdurre misure ambiziose per rendere il settore spaziale europeo più pulito, più sicuro e più competitivo in Europa e nei suoi mercati di esportazione.
Le norme dei singoli stati in materia di spazio sono attualmente frammentate, con approcci diversi a livello nazionale. Questa frammentazione frena l'innovazione, riduce la quota di mercato europea e crea costi aggiuntivi. Un quadro chiaro e armonizzato a livello europeo garantirà sicurezza, resilienza e responsabilità ambientale in tutta l'Unione, aiutando al contempo le aziende a crescere e ad espandersi oltre confine.
L'EU Space Act intende ridurre la burocrazia, proteggere le risorse spaziali e creare condizioni di concorrenza eque e prevedibili per le imprese.
La nuova normativa europea poggia su tre pilastri:
- Sicurezza: lo spazio sta diventando sempre più congestionato. Oggi sono in orbita 11.000 i satelliti e si prevede che altri 50.000 verranno lanciati nel prossimo decennio. Allo stesso tempo, oltre 128 milioni di detriti circolano già nello spazio, aumentando notevolmente il rischio di collisioni. Nel peggiore dei casi, ciò potrebbe innescare collisioni a cascata che renderebbero inutilizzabili orbite chiave e interromperebbero l'accesso a servizi satellitari vitali. Per prevenire ciò, l'EU Space Act introduce misure per migliorare il tracciamento degli oggetti spaziali e limitare la formazione di nuovi detriti, inclusi requisiti per lo smaltimento sicuro dei satelliti al termine della loro vita operativa.
- Resilienza: lo spazio sta diventando sempre più conteso. Le infrastrutture spaziali affrontano crescenti minacce da attacchi informatici e interferenze elettroniche che prendono di mira satelliti, stazioni terrestri e collegamenti di comunicazione. Questi attacchi possono portare alla perdita di satelliti o all'interruzione di servizi critici. L'EU Space Act richiederà pertanto a tutti gli operatori spaziali di condurre valutazioni approfondite dei rischi durante l'intero ciclo di vita di un satellite, applicando norme di sicurezza informatica e segnalazioni di incidenti specifiche per il settore spaziale.
- Sostenibilità: con la crescita delle attività spaziali, la gestione delle risorse, delle emissioni di CO2 e dei detriti diventa fondamentale. Misurare l'impatto ambientale consente al settore di ridurre il proprio impatto e sostenere la sostenibilità dell'UE. L'EU Space Act stabilirà norme comuni per misurare tali impatti. Queste norme garantiranno dati coerenti e verificati e incoraggeranno l'innovazione in settori come la manutenzione nello spazio, per prolungare la vita utile dei satelliti e ridurre i detriti.
Le nuove norme si applicheranno alle risorse spaziali sia a livello UE che a livello nazionale, nonché agli operatori extra-UE che offrono servizi in Europa. I requisiti normativi saranno adattati alle dimensioni e al livello di maturità delle aziende e valutati in base ai rischi connessi. Sarà offerto supporto per mitigare i potenziali costi per il settore. Ad esempio includendo il rafforzamento delle capacità, l'accesso alle strutture di prova e l'assistenza agli operatori spaziali nella preparazione delle domande di autorizzazione. In questo modo si vuole dare sostegno in particolare alle start-up ed alle PMI.
Oltre allo Space Act dell'UE, la Commissione ha presentato oggi anche una Visione per l'Economia Spaziale Europea per affrontare l'evoluzione dell'economia spaziale globale e le sfide poste dalla concorrenza internazionale e dalle tensioni geopolitiche. Lo spazio è un settore di mercato ad alta crescita che contribuisce alla competitività dell'UE. Il settore comprende l'industria spaziale europea (manifatturiera e servizi) e i servizi spaziali in numerosi settori di mercato: dal clima e ambiente, all'agricoltura, all'energia, ai trasporti, alle assicurazioni e al settore bancario, alla sicurezza e alla difesa.
La proposta legislativa è soggetta a negoziati in seno al Parlamento europeo e al Consiglio, secondo la procedura legislativa ordinaria. La Commissione procederà ora all'attuazione delle azioni definite nella Visione, in stretta collaborazione con gli Stati membri dell'UE, l'Agenzia dell'UE per il Programma Spaziale (EUSPA), l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e altri partner spaziali, in particolare l'industria aerospaziale.
La Commissione istituirà inoltre uno "Space Team Europe", un forum di alto livello che riunirà tutti gli attori dell'ecosistema spaziale europeo, per federare l'eccellenza e le capacità europee in ambito spaziale in modo coerente ed efficiente. Inoltre, a partire dal 2025, la Commissione svilupperà una metodologia specifica per monitorare la competitività dell'UE nel settore spaziale.
La presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle modifiche allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee (EUPPF).Le modifiche mirano a migliorare la trasparenza dei partiti politici europei e a rafforzare il quadro normativo per il loro finanziamento, in particolare per contrastare i rischi di interferenze e manipolazioni straniere. Ridurrà inoltre gli oneri amministrativi e aumenterà la visibilità dei partiti politici europei presso i cittadini dell'UE.
I colegislatori hanno introdotto diverse modifiche alla proposta iniziale della Commissione al fine di rafforzare la trasparenza del contesto politico europeo, la visibilità delle EUPPF e la capacità dell'UE di prevenire il rischio di ingerenze straniere. Tali modifiche mirano principalmente a conseguire i seguenti obiettivi:
criteri di trasparenza e visibilità
Il testo specifica il tipo di attività che i partiti politici europei possono organizzare congiuntamente con i loro partiti affiliati, al fine di contribuire alla formazione di una coscienza politica europea. I colegislatori hanno tuttavia concordato di mantenere il divieto per i partiti politici europei di finanziare campagne referendarie nazionali, come avviene attualmente. Inoltre, il regolamento garantisce misure rigorose in materia di equilibrio di genere nei partiti e nelle liste dei candidati alle elezioni del Parlamento europeo.
regime finanziario
Il regolamento allinea i regimi applicabili ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee, portando il tasso di cofinanziamento per l'ottenimento di sovvenzioni europee al 5% per entrambi. Il testo garantisce inoltre un adeguato monitoraggio della nuova categoria contabile introdotta dalla Commissione, collegata ai proventi finanziari generati dalle attività degli EUPPF ("risorse autogenerate"), e prevede che tale fonte di entrate sia limitata al 3% del loro bilancio annuale per i partiti politici europei e al 5% per le fondazioni politiche europee.
rischi di interferneza straniere
Il testo impone agli EUPPF di presentare una dichiarazione scritta sulla propria conformità e su quella dei propri membri ai valori dell'UE, specificando che una nuova dichiarazione dovrà essere redatta in caso di modifica dell'appartenenza. Il regolamento limita inoltre il rischio di interferenze straniere applicando limitazioni alle categorie di recente creazione di "partiti membri associati" e "organizzazioni membri associate". Inoltre, i colegislatori hanno concordato di vietare quote associative o contributi agli EUPPF da parte di partiti o organizzazioni extra-UE, pur mantenendo la possibilità per i partiti di mantenere la cooperazione con i propri partner politici al di fuori dei confini dell'UE. Infine, il testo introduce garanzie per garantire che i membri dei partiti dell'EUPPF non siano soggetti a misure restrittive.
Contesto
Il 25 novembre 2021, la Commissione ha adottato il "Pacchetto Democrazia e Integrità per le Elezioni Europee", che includeva una proposta di rifusione del regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee. Il pacchetto includeva anche una proposta legislativa sulla trasparenza e la profilazione della pubblicità politica, già adottata dal Consiglio nel marzo 2024, e due proposte legislative sui diritti elettorali dei cittadini residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini alle elezioni europee e comunali, nonché una comunicazione che annunciava un meccanismo comune per la resilienza elettorale.
Riportiamo i punti salienti del policy paper pubblicato da Caritas Europa in vista dell'inizio dell'iter legislativo per l'approvazione del Nuovo Sistema Comune Europeo per i Rimpatri, proposto dalla Commissione lo scorso marzo; una riforma secondo Caritas, che dà priorità al rimpatrio forzato rispetto al rimpatrio volontario e pone le considerazioni di sicurezza al di sopra dei diritti umani. Caritas Europa è profondamente preoccupata che questo approccio porti alla detenzione sistematica, anche per i minori e le famiglie, e limiti gravemente i diritti dei migranti:
" Deploriamo il fatto he venga privilegiato il "rimpatrio a tutti i costi" per aumentare il "tasso di rimpatrio", trascurando le alternative al rimpatrio. La possibile creazione di centri di rimpatrio al di fuori dell'UE segnala ulteriormente un allarmante spostamento di responsabilità oltre i confini europei e comporta potenziali diffuse violazioni dei diritti umani.
Questo policy paper si basa su anni di esperienza pratica delle nostre organizzazioni affiliate, che implementano programmi di rimpatrio volontario e reinserimento e monitorano il rimpatrio forzato e la detenzione. Attraverso questo lavoro, hanno potuto constatare sia le sfide delle politiche di rimpatrio sia l'impatto disumano della detenzione su individui e famiglie.
Sulla base di questa esperienza, chiediamo un sistema di rimpatrio fondato sul rispetto dei diritti umani e della dignità. I rimpatri volontari dovrebbero sempre essere l'opzione preferita e sostenuta, non metodi punitivi e coercitivi. Sosteniamo un approccio che riconosca la necessità di esplorare alternative al rimpatrio e opzioni legali per rimanere su base individuale. Le politiche dovrebbero concentrarsi sul coinvolgimento delle persone soggette a decisioni di rimpatrio, offrendo loro consulenza indipendente e supporto personalizzato, piuttosto che fare affidamento sulla detenzione diffusa, su misure punitive o sull'uso della violenza. Ciò significa rifiutare pratiche che portano alla stigmatizzazione, alla disumanizzazione e alla criminalizzazione dei migranti. Solide garanzie, anche per i minori e le persone in situazioni vulnerabili, un accesso efficace al supporto legale e alle procedure di ricorso dovrebbero essere un elemento centrale della proposta. Ci opponiamo fermamente al ricorso alla detenzione e sottolineiamo che i minori e le famiglie non dovrebbero mai essere trattenuti.
Nel momento in cui il Parlamento europeo e il Consiglio preparano i loro emendamenti alla proposta di riforma della Commissione, il nostro policy paper delinea le seguenti raccomandazioni chiave:
- Dare priorità ai rimpatri volontari rispetto a quelli forzati e istituire un organismo di monitoraggio forte e indipendente sulle procedure di rimpatrio forzato. Abbandonare le misure incentrate sulla sicurezza, prevenire la profilazione razziale e limitare l'uso dei divieti d'ingresso.
- Passare da un modello punitivo a un approccio basato sul coinvolgimento, limitando le misure che impongono sanzioni e restrizioni sproporzionate al diritto alla libertà.
- Garantire che la detenzione sia rigorosamente una misura di ultima istanza, con motivazioni definite in modo rigoroso, mantenuta per la durata più breve possibile e soggetta a regolare revisione legale. Minori e famiglie non dovrebbero mai essere trattenuti. Il rischio di fuga deve essere definito in modo rigoroso e soggetto a valutazione individuale.
- Sviluppare alternative alla detenzione basate sulla gestione dei casi e sul supporto comunitario.
- Fornire consulenza indipendente e incentrata sulle persone per il rimpatrio e supporto al reinserimento, coinvolgendo le organizzazioni della società civile (OSC). Garantire la continuità tra le fasi pre-partenza e post-arrivo, con un monitoraggio post-rimpatrio, in particolare per le persone in situazioni vulnerabili, compresi i minori non accompagnati.
- Eliminare la possibilità di istituire centri di rimpatrio che trasferirebbero le responsabilità al di fuori dell'UE e comporterebbero rischi sproporzionati di diffuse violazioni dei diritti umani.
- Valutare individualmente se esistano alternative al rimpatrio o se vi siano motivi per rimanere (ad esempio, motivi umanitari, tratta di esseri umani, lavoro, legami familiari). Alle persone che non possono essere rimpatriate per situazioni al di fuori del loro controllo dovrebbe essere concesso un permesso di soggiorno per porre fine a situazioni di limbo giuridico.
- Rafforzare le garanzie per i minori, tra cui la valutazione dell'età, la valutazione del superiore interesse e il monitoraggio post-rimpatrio, insieme a un'adeguata consulenza e supporto.
- Migliorare l'accesso all'assistenza legale gratuita e garantire un effetto sospensivo del ricorso per garantire un rimedio efficace."
La Commissione europea ha lanciato la strategia dell'UE per le startup e le scaleup, "Scegli l'Europa per avviare e scalare", per fare dell'Europa un luogo ideale per avviare e far crescere aziende globali basate sulla tecnologia. La strategia è in linea con la più ampia iniziativa "Scegli l'Europa", lanciata dalla Presidente von der Leyen. Quest'ultima si è concentrata inizialmente sulla componente scientifica, promuovendo un approccio europeo unificato per attrarre e trattenere i talenti, rafforzando così la competitività dell'Europa.
Startup e scaleup sono essenziali per il futuro dell'Europa, poiché promuovono l'innovazione e la crescita sostenibile, creano posti di lavoro di alta qualità, attraggono investimenti e riducono le dipendenze strategiche. Eppure, nonostante solide basi, troppe faticano ancora a portare le idee dal laboratorio al mercato o a crescere su larga scala all'interno dell'UE.
La strategia affronta queste sfide supportandole durante tutto il loro ciclo di vita, dall'avvio alla crescita, fino alla maturazione e al successo nell'UE.
Identifica le esigenze chiave di startup e scaleup e propone una serie di azioni in cinque aree principali:
- Promuovere un ambiente favorevole all'innovazione: come delineato nella strategia per il mercato unico, startup e scaleup necessitano di una minore frammentazione, di minori oneri amministrativi e di norme più semplici e più favorevoli in tutto il mercato unico. La Commissione proporrà un 28° regime europeo per semplificare le norme e ridurre i costi del fallimento, affrontando aspetti critici in settori come l'insolvenza, il diritto del lavoro e il diritto tributario. Il portafoglio europeo per le imprese consentirà interazioni digitali fluide con le pubbliche amministrazioni in tutta l'Unione attraverso un'identità digitale unificata per tutti gli operatori economici. Il prossimo atto europeo sull'innovazione sosterrà ulteriormente l'innovazione promuovendo sandbox normativi.
- Migliorare i finanziamenti: startup e scaleup necessitano di finanziamenti più efficaci, di un mercato del capitale di rischio (VC) europeo più ampio e integrato e di un maggiore coinvolgimento degli investitori istituzionali europei. La proposta di istituire finalmente l'Unione del Risparmio e degli Investimenti giocherà un ruolo fondamentale per sbloccare maggiori opportunità di finanziamento e investimento nell'UE. A integrazione di questa iniziativa, la strategia mira ad ampliare e semplificare il Consiglio europeo per l'innovazione, a istituire un Fondo Scaleup Europe, in grado di colmare il divario di finanziamento delle scaleup deep tech ed a sviluppare un Patto europeo per gli investimenti nell'innovazione volontario per mobilitare i grandi investitori istituzionali affinché investano in fondi UE, fondi di capitale di rischio e scaleup non quotate.
- Sostenere l'espansione e l'adozione sul mercato: startup e scaleup necessitano di un percorso più rapido dal laboratorio al mercato. La strategia introduce l'iniziativa "Lab to Unicorn", che include gli European Startup and Scaleup Hub per contribuire a collegare gli ecosistemi universitari in tutta l'UE. Questo include un modello per la concessione dele licenze, la condivisione di royalty e ricavi e la partecipazione azionaria per le istituzioni accademiche e i loro inventori nella commercializzazione della proprietà intellettuale (PI) e nella creazione di spin-off, oltre a linee guida sulle norme relative agli aiuti di Stato in materia di PI.
- Attrarre e trattenere i migliori talenti: per trattenere e attrarre i migliori talenti, startup e scaleup necessitano di un migliore accesso a persone altamente qualificate. La strategia introduce l'iniziativa "Blue Carpet", concentrandosi in particolare sulla formazione imprenditoriale e sull'occupazione transfrontaliera. La Commissione promuoverà inoltre la direttiva "Blue Card".
- Facilitare l'accesso a infrastrutture, reti e servizi: startup e scaleup necessitano di tempi di commercializzazione più rapidi e di una commercializzazione più rapida. La strategia propone di semplificare e armonizzare le diverse condizioni di accesso e contrattuali per startup e scaleup alle infrastrutture tecnologiche e di ricerca attraverso una specifica Carta di Accesso.
Il Consiglio UE ha adottato la sua posizione negoziale (orientamento generale) su una delle proposte del cosiddetto pacchetto legislativo "Omnibus I", che semplifica e rafforza il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) dell'UE.
La proposta mira a semplificare e migliorare la conformità in termini di costi al regolamento CBAM, senza comprometterne gli obiettivi climatici, poiché circa il 99% delle emissioni incorporate nei prodotti CBAM importati rimarrebbe coperto. L'obiettivo generale è ridurre gli oneri normativi e amministrativi, nonché i costi di conformità per le imprese dell'UE, in particolare le PMI.
La proposta della Commissione europea prevede, come principale semplificazione delle norme CBAM, un'esenzione "de minimis" più ampia dagli obblighi CBAM, esentando gli importatori che non superano una soglia unica basata sulla massa, fissata a 50 tonnellate di merci importate per importatore all'anno. Questa nuova soglia sostituirebbe le attuali e molto più restrittive disposizioni del regolamento CBAM che esentano le merci di valore trascurabile. Si prevede che la misura proposta, nella maggior parte dei casi, esenterà dagli obblighi CBAM le PMI e i privati che importano quantità ridotte o trascurabili di merci coperte dal regolamento CBAM.
Inoltre, la proposta prevede diverse semplificazioni per tutti gli importatori di beni CBAM al di sopra della soglia. Ciò riguarda in particolare la procedura di autorizzazione, i processi di raccolta dati, il calcolo delle emissioni implicite, le norme di verifica delle emissioni, il calcolo della responsabilità finanziaria dei dichiaranti CBAM autorizzati (soggetti che desiderano importare beni soggetti al CBAM) durante l'anno di importazione nell'UE e la richiesta da parte dei dichiaranti CBAM autorizzati dei prezzi del carbonio pagati in paesi terzi.
Il mandato negoziale del Consiglio contiene diverse modifiche alla proposta della Commissione, volte a semplificare e chiarire ulteriormente le norme in materia di CBAM. Il Consiglio sostiene inoltre la nuova soglia minima di massa di 50 tonnellate di merci importate, proposta dalla Commissione. Dopo l’adozione odierna della posizione del Consiglio, la presidenza avvierà i negoziati con il Parlamento europeo su questo fascicolo.
Il Consiglio dell'UE ha adottato oggi la decisione di avviare la sesta ondata di progetti nell'ambito della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO), il quadro chiave dell'UE per lo sviluppo delle capacità di difesa.
Con 11 nuovi progetti collaborativi, il numero totale di iniziative PESCO ammonta ora a 75. Ciò testimonia l'impegno continuo, collettivo e risoluto degli Stati membri partecipanti a rafforzare la prontezza difensiva dell'UE.
In linea con gli orientamenti strategici forniti dal Consiglio europeo del 6 marzo 2025, l'UE sta intensificando gli sforzi per rafforzare le proprie capacità militari di fronte alle sfide immediate e future.
I nuovi progetti abbracciano diversi settori, tra cui la difesa terrestre, aerea, marittima, i facilitatori strategici e i moltiplicatori di forza, nonché le strutture di addestramento, nonché tecnologie all'avanguardia come i sistemi quantistici e le armi a energia diretta.
I progetti di cooperazione avviati comprendono:
- Joint European Electromagnetic Warfare Convergence Initiative (JEEWCI)
- Substitute for Lead in Infantry Ammunition (SLIA)
- Common Handheld Optronic Interface (CHOI)
- Infantry Navigation w/o GNSS (InfNav w/o GNSS)
- Directed Energy Systems (DES)
- Next Generation Dismounted Soldier System (NGDSS)
- Modular Seabed Vessel (MSV)
- Future (unmanned) Air-to-Air refuelling Capability
- Unmanned Air Transport of Injured Soldiers (UNATIS)
- Quantum Enablers for Strategic Advantage (QUEST)
- Medical Treatment Facility Role 2 Forward-Capability Development (MTF R2F-CD)
Molti di questi progetti rispondono direttamente alle priorità in termini di capacità individuate dai leader dell'UE, rafforzando il ruolo della PESCO nel rafforzare la posizione di difesa dell'UE e nell'approfondirne la sovranità strategica.
La decisione odierna dimostra che la PESCO continua a essere uno strumento centrale per colmare le lacune in termini di capacità dell'UE attraverso la cooperazione. Mobilita gli Stati membri partecipanti per mettere in comune le risorse, coordinare gli investimenti e migliorare l'interoperabilità delle proprie forze armate, rafforzando al contempo la Base Tecnologica e Industriale di Difesa Europea (EDTIB).
Con la Dichiarazione n. 806 dell’aprile scorso, dal titolo “Integrazione della dimensione di genere nella regione dell’Asia centrale”, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa è intervenuta sul problema delle tante donne cui sono negati i più elementari diritti umani, quando non addirittura costrette a vivere in condizioni di sudditanza, talvolta ai limiti della schiavitù. La Dichiarazione si inserisce nella “Strategia per l’uguaglianza di genere per il periodo 2024-2029” adottata dal Consiglio d’Europa lo sorso anno. Infatti, in linea con gli impegni precedenti, questa Strategia guida i lavori dell’Organizzazione internazionale verso una maggiore uguaglianza di genere, con un orizzonte di sei anni. Si tratta di una Strategia volta ad affrontare sfide attuali ed emergenti, che si snoda attorno a sei obiettivi, con lo scopo di garantire l’emancipazione femminile e la parità di genere nel contesto delle attuali sfide geopolitiche. Ed è in questo quadro che la Dichiarazione 806 pone il focus su un drammatico problema che, purtroppo, pur nella sua tragicità, non trova sui nostri media tutti gli spazi che meriterebbe: la spaventosa situazione che stanno vivendo le donne afghane dopo il ritorno al potere dei Talebani. Le misure progressivamente sempre più oppressive per le donne, introdotte dai Talebani, sono diventate il simbolo non solo della crisi interna del paese, ma anche della fragilità dei risultati ottenuti in materia di diritti umani. La Dichiarazione prende atto del fatto che, già nel 2019, l’Unione Europea e il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP, organizzazione internazionale sussidiaria dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nata il 1 gennaio 1966) lanciarono un’iniziativa per offrire opportunità di istruzione alle donne afghane in Kazakhstan, Uzbekistan e Kirghizistan. Entro il 2027, si prevede, infatti, che oltre 100 donne afghane conseguiranno titoli accademici e professionali presso università dell’Asia centrale. Altresì, va rimarcato che, di recente, con una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si è costituito il “Centro Regionale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l’Asia centrale e l’Afghanistan” ad Almaty (Kazakhstan); ente destinato ad attuare progetti e programmi regionali volti ad assistere i paesi della regione nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile nelle tre dimensioni, economica, sociale e ambientale, in stretto coordinamento con altre realtà delle Nazioni Unite coinvolte. Si tratta di un progetto del Presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev presentato durante la 74a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 2019. I membri firmatari della Dichiarazione 806 (che ha ricevuto il sostegno unanime di tutti e cinque i gruppi politici dell’Assemblea) invitano ora gli stati membri del Consiglio d’Europa a sostenere con forza e cooperare con il neonato polo regionale delle Nazioni Unite di Almaty come piattaforma chiave per coordinare gli sforzi internazionali nella regione e aiutare i paesi dell’Asia centrale nei loro sforzi per assistere le donne afghane.
Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale, fondata nel 1949, con sede a Strasburgo, che raggruppa 46 Stati membri, quasi tutti i paesi europei ed alcuni esterni al continente. La sua missione principale è quella di promuovere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Europa. In tale ambito, l’Assemblea Parlamentare rappresenta le forze politiche dei Parlamenti degli stati membri e promuove l’estensione della cooperazione europea a tutti gli stati democratici d’Europa. E’ composta da 306 parlamentari (e altrettanti supplenti) che formano le delegazioni dei paesi membri. Il numero dei rappresentanti dei diversi paesi è legato alla consistenza della popolazione e varia da un minimo di due ad un massimo di diciotto. L’Italia vi è rappresentata da 18 membri effettivi e 18 supplenti.
La creazione del Centro Regionale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) ad Almaty rappresenta un riconoscimento del ruolo che sta assumendo il Kazakhstan in Asia centrale. Un Paese caratterizzato da sempre maggiore stabilità, che si è scrollata di dosso velocemente la scomoda eredità sovietica, realizzando ora riforme giuridiche, economiche e sociali intese a portare la società kazaka verso standard sempre più vicini ai modelli liberali ed occidentali. Un ruolo enfatizzato dalla stessa Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che (con una ulteriore Dichiarazione, la 809) ha riconosciuto ed apprezzato gli sforzi del Kazakhstan nella sua politica di tolleranza zero nei confronti della violenza contro donne e bambini, dei maltrattamenti e della corruzione. Inoltre, viene riconosciuto il modello di successo con cui il Kazakhstan promuove l’armonia interetnica e l’unità nazionale. In un mondo dove le differenze religiose, culturali ed etniche sono motivo di crisi anche molto violente, il modello di tolleranza del Kazakhstan, in presenza di circa 130 differenti etnie, rappresenta un esempio di successo per il mantenimento dell’unità nazionale e l’equilibrio sociale. Pare dunque non troppo lontano il giorno in cui il Kazakhstan diverrà uno dei membri non europei del Consiglio d’Europa, al pari di altri che già ne fanno parte.
La nuova responsabilità assunta con le Nazioni Unite per il coordinamento degli sforzi umanitari nella regione, infatti, garantendo il sostegno infrastrutturale e politico al nuovo Centro, conferma l’impegno della giovane repubblica a ritagliarsi un ruolo non secondario nell’agone internazionale, su temi sempre all’ordine del giorno e mai facili da maneggiare. Un impegno sempre più evidente e riconosciuto, come peraltro anche dimostrato dal fatto che esso è da un po’ di tempo meta di continue visite di leader politici e di imprenditori stranieri interessati ad avviare od implementare partneship di varia natura, non solo in campo energetico.
Francesco Lombardi
La Commissione europea sta raccogliendo pareri sull'uso dei dati nell'intelligenza artificiale (IA), sulla semplificazione delle norme applicabili ai dati e sui flussi internazionali di dati per informare la prossima strategia sull'Unione dei dati.
La strategia per l'Unione dei dati aiuterà l'UE a creare set di dati di alta qualità, interoperabili e diversificati, necessari per l'intelligenza artificiale. La strategia mira a garantire la coerenza tra politiche, infrastrutture e strumenti giuridici in materia di dati. Si baserà sul lavoro esistente per abilitare flussi di dati transfrontalieri affidabili, supportare spazi dati comuni e i loro collegamenti con l'ecosistema dell'intelligenza artificiale e garantire la fiducia nella condivisione dei dati.
La Presidente Ursula von der Leyen ha annunciato la strategia per l'Unione dei dati nelle linee guida politiche, che rappresenta un elemento chiave del Piano europeo per diventare un continente basato sull'intelligenza artificiale. Sfrutterà il potenziale dei dati per supportare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale generativa.
La Commissione invita il mondo accademico, i ricercatori e l'industria a fornire il loro feedback sulla consultazione entro il 18 luglio al seguente link:
https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/14541-European-Data-Union-Strategy_en
Oggi il Consiglio ha approvato una serie di conclusioni intitolate "Verso una strategia dell'UE sull'IA nella scienza". In questo documento, il Consiglio auspica una strategia globale per promuovere l'adozione dell'IA nella scienza, con un approccio etico, sostenibile, inclusivo e incentrato sulla persona.
Le conclusioni del Consiglio riconoscono che il rapido sviluppo dell'IA e delle sue applicazioni nella ricerca scientifica ha portato a risultati rivoluzionari, trasformando il modo in cui la scienza viene praticata. L'IA è ampiamente utilizzata nell'analisi dei dati, nelle simulazioni e nei modelli linguistici di grandi dimensioni, favorendo nuove scoperte e migliorando l'efficienza della ricerca. Le conclusioni sottolineano l'importanza dell'IA nel supportare la ricerca sia di base che applicata e il suo ruolo cruciale nell'affrontare le sfide globali e nel migliorare la competitività, le esigenze della società e la transizione digitale in Europa.
La collaborazione in ambito di IA, in particolare i partenariati reciproci e non discriminatori a livello internazionale, è fondamentale per migliorare lo scambio scientifico, garantire l'interoperabilità e promuovere uno sviluppo responsabile dell'IA. Le conclusioni sottolineano l'importanza di un utilizzo etico, sostenibile e inclusivo dell'IA nella scienza, che contribuirà a rafforzare la ricerca, l'innovazione (R&I) e la competitività globale. Il testo ricorda che i sistemi e i modelli di IA specificamente sviluppati e messi in servizio al solo scopo di ricerca e sviluppo scientifico sono esenti dall'AI Act.
Nonostante la crescente importanza dell'IA nella scienza, l'UE attualmente non dispone di una politica specifica per facilitarne l'adozione in ambito scientifico, avvertono le conclusioni. La Commissione sta sviluppando una nuova strategia europea per l'IA nella scienza, che, come sottolineano le conclusioni, dovrebbe basarsi sulle migliori conoscenze e pratiche disponibili e svilupparsi in stretta collaborazione con gli Stati membri e la comunità di ricerca e innovazione. In particolare, la strategia dovrebbe integrare le iniziative esistenti e concentrarsi su ecosistemi di ricerca interdisciplinari, sviluppi politici coordinati, formazione dei ricercatori e garanzia di un accesso aperto a dati affidabili. Questa strategia dovrebbe inoltre enfatizzare l'uso responsabile ed etico degli strumenti di IA nella ricerca e innovazione (R&I), garantendo la privacy, l'integrità e la sicurezza dei dati. Inoltre, il testo chiede un'agenda europea comune per sostenere le comunità di ricerca sull'IA e migliorare l'accesso ai dati, alle risorse computazionali e ai talenti scientifici. Le conclusioni prendono atto dell'idea della Commissione di istituire un Consiglio europeo per la ricerca sull'IA, invitando al contempo la Commissione a collaborare con gli Stati membri sui dettagli di questa iniziativa, in particolare sulla sua missione e governance, per sfruttare al meglio le iniziative e le strutture esistenti.
Le conclusioni sottolineano inoltre l'importanza di migliorare le competenze e riqualificare ricercatori e innovatori nell'ambito dell'IA, con l'obiettivo di colmare il divario di competenze digitali attraverso programmi di istruzione e formazione. Ciò include iniziative per attrarre, trattenere e riportare in Europa i talenti dell'IA, in particolare provenienti da gruppi sottorappresentati, e promuovere la diversità e l'equilibrio di genere nei settori STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
L'adozione dell'IA in ambito scientifico presenta anche rischi quali algoritmi distorti, manipolazione dei dati e problematiche etiche, che potrebbero portare a disinformazione o interruzioni. Per mitigare questi rischi, il Consiglio sollecita lo sviluppo di parametri di riferimento, linee guida e best practice di qualità per l'uso dell'IA nella ricerca, garantendo integrità, trasparenza e riproducibilità del lavoro scientifico. Il Consiglio incoraggia la condivisione aperta dei dati in linea con i principi FAIR (reperibilità, accessibilità, interoperabilità e riutilizzabilità), promuovendo l'accessibilità dei dati, l'interoperabilità e pratiche etiche di IA.
In conclusione, il Consiglio chiede di migliorare l'integrazione dell'IA nella scienza attraverso il sostegno politico, promuovendo la collaborazione, garantendo standard etici e fornendo risorse per la formazione sull'IA.
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) hanno approvato nuove operazioni per un totale di 9,1 miliardi di euro per rafforzare tre ambiti: sicurezza e difesa, la leadership tecnologica e le infrastrutture critiche dell'Europa.
"Continuiamo ad aumentare gli investimenti in tecnologie all'avanguardia per la sicurezza e la difesa e in imprese innovative", ha dichiarato la Presidente del Gruppo BEI, Nadia Calviño. "La nostra priorità è chiara: sostenere progetti trasformativi che favoriscano la leadership tecnologica europea."
Il Consiglio di Amministrazione del FEI ha approvato un investimento nel primo fondo di credito privato europeo dedicato esclusivamente al settore della sicurezza e della difesa. Supportato dal programma InvestEU Defence Equity, il nuovo fondo fornirà finanziamenti su misura per aiutare le piccole e medie imprese (PMI) e le piccole imprese a media capitalizzazione ad ampliare la propria attività nella catena di approvvigionamento del settore europeo.
Inoltre, il FEI ha approvato il suo 13° investimento nell'ambito dell'iniziativa European Tech Champions in un mega fondo focalizzato sull'espansione degli investimenti tecnologici in tutta Europa, comprese le tecnologie deep e green.
Inoltre, il FEI ha investito per la prima volta in un fondo di acquisizione d'impresa in Italia. Il fondo italiano fungerà da ponte tra talenti imprenditoriali ad alto potenziale e PMI consolidate che necessitano di successione, consentendo acquisizioni strutturate volte a rivitalizzare le imprese e a preservare l'occupazione locale.
Questa iniziativa riflette un cambiamento più ampio in tutta Europa, dove l'imprenditorialità legata all'acquisizione sta emergendo come un potente strumento per affrontare il divario di successione e sostenere la resilienza economica attraverso la continuità.
Il Gruppo BEI sta finalizzando la sua iniziativa TechEU, che diventerà il più grande programma di finanziamento ad oggi a sostegno dell'innovazione e della leadership tecnologica, attraendo talenti, capitali e investimenti in Europa.
Il Consiglio di Amministrazione della BEI ha inoltre approvato 2,6 miliardi di euro per progetti di trasporto, tra cui l'acquisto di nuovi treni passeggeri regionali in Germania e la costruzione nella Repubblica Ceca di un collegamento ferroviario tra Praga e l'aeroporto cittadino.
I nuovi finanziamenti per l'energia includono la costruzione di quattro grandi impianti fotovoltaici in Spagna e di un parco eolico onshore in Grecia. Sono inoltre previsti finanziamenti per sostenere l'integrazione delle energie rinnovabili nelle reti elettriche in Francia e per l'ammodernamento delle reti elettriche comunali in Germania.
Il Consiglio di Amministrazione della BEI ha inoltre approvato nuovi finanziamenti a sostegno della ricostruzione e dei bisogni primari degli sfollati in Armenia, nonché l'integrazione dell'elettricità in America Centrale. Il Consiglio ha inoltre sostenuto iniziative di finanziamento alle imprese in Uganda, Guinea e Sierra Leone.
Cosa sono la BEI ed il FEI
La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria a lungo termine dell'Unione europea, di proprietà degli Stati membri. Finanzia investimenti in otto priorità fondamentali a sostegno degli obiettivi politici dell'UE: azione per il clima e ambiente, digitalizzazione e innovazione tecnologica, sicurezza e difesa, coesione, agricoltura e bioeconomia, infrastrutture sociali, Unione dei mercati dei capitali e un'Europa più forte in un mondo più pacifico e prospero.
Il Gruppo BEI, che comprende anche il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), ha sottoscritto nuovi finanziamenti per quasi 89 miliardi di euro per oltre 900 progetti ad alto impatto nel 2024, rafforzando la competitività e la sicurezza dell'Europa.
Promuovendo l'integrazione dei mercati e mobilitando gli investimenti, il Gruppo ha sostenuto un importo record di oltre 100 miliardi di euro in nuovi investimenti per la sicurezza energetica dell'Europa nel 2024 e ha mobilitato 110 miliardi di euro in capitale di crescita per startup, scale-up e pionieri europei. Circa la metà dei finanziamenti della BEI all'interno dell'Unione europea è destinata alle regioni della coesione, dove il reddito pro capite è inferiore alla media UE, mentre quasi il 60% degli investimenti annuali del Gruppo BEI sostiene l'azione per il clima e la sostenibilità ambientale.
Nell'ambito di un'iniziativa dell'UE volta a introdurre un vero multilinguismo nell'esperienza di navigazione degli utenti, la Commissione ha lanciato WEB-T, un plugin di traduzione automatica multilingue. Questo plugin consentirà ai proprietari di siti web di rendere disponibili i propri contenuti in oltre 24 lingue.
Accedere ai contenuti nella propria lingua madre è una parte importante dell'esperienza online per molti europei. Dati recenti della Commissione Europea hanno rilevato che il 59% degli europei preferisce leggere contenuti nella propria lingua madre e che alcuni gruppi, in particolare gli anziani, sono più propensi ad abbandonare una pagina se non è disponibile nella loro lingua preferita.
WEB-T affronta queste preoccupazioni, garantendo un accesso equo alle informazioni online. Offrendo contenuti per siti web in più lingue, i proprietari di siti web e i creatori di contenuti potranno rimanere competitivi e inclusivi, connettendosi con più utenti, migliorando il coinvolgimento e garantendo un ampio accesso ai loro spazi digitali: la ricerca dimostra che la traduzione automatica, da sola, ha il potenziale per incrementare enormemente il commercio intra-UE per le PMI dell'UE.
WEB-T è una soluzione di traduzione automatica multilingue per siti web sviluppata nell'ambito del programma DIGITAL Europe della Commissione Europea. Il plugin è disponibile gratuitamente e può essere integrato facilmente nei sistemi backend. È compatibile con le principali piattaforme web, tra cui WordPress, WooCommerce, Drupal, Magento e Joomla, e può anche essere integrato facilmente in diversi CMS. Oltre a offrire la traduzione automatica (MT) per connettere gli europei in diverse lingue, WEB-T ha integrato la traduzione automatica anche in altre importanti lingue globali, come cinese, arabo e giapponese. Ciò consente al plugin non solo di fungere da strumento per l'interconnettività europea, ma anche di supportare le aziende nei loro obiettivi di espansione globale.
Il lancio avviene poco dopo l'apertura di ALT-EDIC, che mira ad affrontare la carenza di dati linguistici europei per i modelli di intelligenza artificiale al fine di aumentare l'intelligenza artificiale multilingue in tutta l'UE. Lo Spazio europeo dei dati linguistici è stato lanciato in concomitanza con ALT-EDIC e migliora la raccolta e la condivisione di dati multilingue nell'UE.
Oggi la Commissione europea ha presentato la Strategia ProtectEU per la sicurezza interna volta a supportare gli Stati membri e rafforzare la capacità dell'UE di garantire la sicurezza dei propri cittadini. La strategia definisce una visione e un piano di lavoro ambiziosi per gli anni a venire, con una serie di strumenti legali più rigorosi, una maggiore condivisione delle informazioni e una cooperazione più approfondita.
In un ambiente di sicurezza modificato e in un panorama geopolitico in evoluzione, in cui le minacce ibride da parte di stati stranieri ostili e attori sponsorizzati dagli stati stanno aumentando, in cui potenti reti di criminalità organizzata stanno proliferando e criminali e terroristi stanno operando sempre più online, l'Europa deve rivedere il proprio approccio alla sicurezza interna. Annunciata dalla presidente von der Leyen nelle linee guida politiche, la strategia potenzierà la risposta dell'Unione alle minacce nuove e tradizionali alla sicurezza interna.
La strategia mira a promuovere un cambiamento di cultura sulla sicurezza interna, con un approccio che coinvolga cittadini, aziende, ricercatori e società civile. Gli aspetti della sicurezza saranno integrati nello sviluppo di nuove iniziative e un nuovo quadro di governance della sicurezza interna europea sosterrà l'attuazione della strategia.
Come ha affermato Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea: "La sicurezza è uno dei prerequisiti chiave per società aperte e dinamiche e un'economia fiorente. Ecco perché oggi lanciamo un'importante iniziativa per affrontare meglio le minacce alla sicurezza come il terrorismo, la criminalità organizzata, la crescente criminalità informatica e gli attacchi contro le nostre infrastrutture critiche. Rafforzeremo Europol e forniremo alle forze dell'ordine strumenti aggiornati per combattere la criminalità. Ma anche ricercatori, aziende e persino cittadini possono contribuire a una maggiore sicurezza per tutti".
La strategia europea per la sicurezza interna integra la strategia dell'Unione sulla preparazione e il Libro bianco sulla difesa europea. Insieme al prossimo Scudo europeo per la democrazia, formano un quadro completo per un'UE sicura, protetta e resiliente.
Obiettivi e azioni principali
Il nuovo panorama delle minacce richiede un cambiamento di mentalità e un approccio europeo alla sicurezza interna attraverso sette azioni chiave.
La prima riguarda una nuova governance della sicurezza a livello europeo, basata su:
- L'individuazione delle le implicazioni in termini di sicurezza e preparazione delle iniziative proposte dalla Commissione durante l'intero processo negoziale per la loro adozione e implementazione;
- L'analisi regolare delle minacce relative alla sicurezza interna per supportare il lavoro della Commissione nel suo nuovo formato voluto dalla von der leyen e denominato "Security College" e gli scambi in seno al Consiglio UE;
- Il Reporting periodico al Parlamento europeo e al Consiglio per monitorare e supportare l'attuazione delle iniziative principali.
La seconda riguarda la condivisione delle informazioni di intelligence, che in concreto vuol dire:
- Avere un panorama delle minacce alla sicurezza interna dell'UE, basandosi su varie valutazioni del rischio e della minaccia effettuate in particolare dalle agenzie dell'UE,
- Migliorare la condivisione di intelligence da parte degli Stati membri attraverso il Single Intelligence Analysis Capacity (SIAC) dell'UE,
- Garantire una migliore condivisione di informazioni da parte degli Stati membri con le agenzie e gli organismi dell'UE.
La terza azione chiave riguarda un rafforzamento degli strumenti di applicazione della legge. Infatti, le forze dell'ordine hanno bisogno degli strumenti giusti per essere efficaci. E con l'85% delle indagini penali che si basano su informazioni digitali, questo include l'accesso legale ai dati, in particolare la Strategia prevede:
- Un nuovo mandato per Europol per trasformarla in un'agenzia di polizia realmente operativa a supporto degli Stati membri,
- Rafforzare Frontex, Eurojust ed ENISA e garantire una stretta cooperazione tra le agenzie,
- Migliorare le capacità operative con un nuovo sistema di comunicazione critica per consentire la comunicazione transfrontaliera tra diverse autorità,
- Una tabella di marcia sull'accesso legale ed efficace ai dati per le forze dell'ordine,
- Una tabella di marcia tecnologica sulla crittografia e una valutazione d'impatto al fine di aggiornare le norme sulla conservazione dei dati dell'UE.
La quarta azione chiave riguarda la resilienza contro le minacce ibride per la protezione delle infrastrutture critiche, la cybersicurezza e le minacce online:
- Gli Stati membri devono attuare pienamente le direttive CER e NIS2,
- Un nuovo Cybersecurity Act e nuove misure per proteggere i servizi cloud e di telecomunicazione e sviluppare la sovranità tecnologica,
- Misure per ridurre la dipendenza da singoli fornitori esteri e ridurre i rischi delle nostre catene di fornitura da fornitori ad alto rischio, inclusa la revisione delle norme sugli appalti,
- Rafforzare la sicurezza degli hub di trasporto, con una strategia portuale dell'UE e nuovi sistemi di segnalazione per rafforzare la sicurezza aerea, i trasporti e le catene di fornitura,
- Un piano d'azione contro le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN).
La quinta azione chiave concerne il contrasto al crimine organizzato, ponendo l'accento sulla necessità di tracciare i flussi finanziari e proteggere i minori da questa minaccia:
- Un nuovo quadro giuridico sulla criminalità organizzata, con norme più severe sulle indagini,
- Una nuova strategia e un nuovo piano d'azione sulla droga e il traffico di droga,
- Un piano d'azione sulla protezione dei minori dalla criminalità,
- Rafforzare l'approccio "Follow the Money", anche mediante il pieno recepimento delle nuove norme sul recupero e la confisca dei beni,
- Una nuova legislazione contro il traffico di armi da fuoco; nuove strategie dell'UE sulla tratta di esseri umani e sui diritti delle vittime.
La sesta azione chiave riguarda la minaccia terroristica nell'UE, sempre molto elevata, di conseguenza l'UE deve essere ben attrezzata per anticipare le minacce, prevenire la radicalizzazione, proteggere i cittadini e rispondere agli attacchi:
- Una nuova agenda dell'UE per prevenire e contrastare il terrorismo e l'estremismo violento,
- Un nuovo set di strumenti per prevenire la radicalizzazione,
- uno studio di fattibilità per un nuovo sistema a livello dell'UE per tracciare il finanziamento del terrorismo.
Infine, la settima azione si rivolge alle realtà al di fuori dei confini dell'Europa, rafforzando la cooperazione internazionale in materia di sicurezza:
- Rafforzare le partnership con regioni chiave come l'America Latina e la regione del Mediterraneo,
- Concludere accordi internazionali da parte di Europol ed Eurojust, anche per istituire team operativi congiunti con le autorità locali di contrasto,
- Rafforzare lo scambio di informazioni con paesi terzi fidati,
- Completare la revisione del meccanismo di sospensione dei visti e affrontare le considerazioni sulla sicurezza nella prossima strategia sui visti.
L'intera Strategia poggia sull'analisi condotta dalla Commissione insieme con Europol nell'ambito del EU Serious and Organised Crime Threat Assessment (EU-SOCTA). La valutazione è stata presentata il 18 marzo ed evidenzia le aree di criminalità prioritarie e le principali minacce che l'UE dovrà affrontare nei prossimi quattro anni e che sono state riportate, come detto, nella Strategia.
Su Gaza l'Alto Rappresentante della UE per la politica estera ha dichiarato:
L'Unione Europea accoglie con favore il Piano di ripresa e ricostruzione araba presentato al Summit del Cairo il 4 marzo, adottato anche dall'OIC. Questo piano rappresenta una base seria per le discussioni sul futuro della Striscia di Gaza e l'UE discuterà queste idee con i suoi partner arabi.
Qualsiasi piano per il futuro di Gaza deve fornire soluzioni credibili per la ricostruzione, la governance e la sicurezza. Gli sforzi di ripresa e ricostruzione devono basarsi su un solido quadro politico e di sicurezza accettabile sia per gli israeliani che per i palestinesi, che fornisca pace e sicurezza a entrambe le parti.
L'UE è determinata a non lasciare alcun ruolo futuro per Hamas a Gaza e a non rappresentare più una minaccia per Israele. Continueremo a sostenere politicamente e finanziariamente l'Autorità Nazionale Palestinese e il suo programma di riforma, per aiutarla a prepararsi al suo ritorno a governare Gaza.
L'UE chiede la piena attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi, che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine definitiva delle ostilità.
L'UE è pienamente impegnata a far rivivere un orizzonte politico verso la pace in Medio Oriente, basato sulla soluzione dei due Stati. Ricorda l'importanza di una distribuzione sostenibile degli aiuti umanitari su larga scala in tutta Gaza.
Sulla Siria l'Alto Rappresentante ha dichiarato:
L'Unione Europea è gravemente allarmata dalla violenza diffusa nella regione costiera della Siria negli ultimi giorni, che ha causato un elevato numero di vittime, tra cui molti civili. Condanniamo fermamente gli attacchi delle milizie pro-Assad contro le forze di sicurezza. Condanniamo inoltre con la massima fermezza i crimini orribili commessi contro i civili, tra cui le uccisioni sommarie, molte delle quali sarebbero state perpetrate da gruppi armati che sostengono le forze di sicurezza delle autorità di transizione.
Accogliamo con favore gli impegni assunti dalle autorità di transizione, e in particolare l'istituzione di un comitato investigativo, al fine di assicurare i responsabili alle loro responsabilità in linea con le norme e gli standard del diritto internazionale. L'UE chiede che venga condotta un'indagine rapida, trasparente e imparziale per garantire che i responsabili siano assicurati alla giustizia. Invitiamo le autorità di transizione a consentire alla Commissione internazionale indipendente d'inchiesta sulla Repubblica araba siriana di indagare su tutte le violazioni. Bisogna fare tutto il possibile per impedire che tali crimini si ripetano.
L'UE continua a chiedere la fine della violenza in Siria e sollecita tutte le parti a proteggere i siriani di ogni estrazione religiosa ed etnica senza discriminazioni; chiede inoltre la distribuzione senza ostacoli di aiuti umanitari e il rispetto del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in ogni circostanza. Mettiamo inoltre in guardia contro la manipolazione dilagante delle informazioni, anche da parte di attori stranieri, per fomentare ulteriore violenza e instabilità.
L'UE accoglie con favore l'accordo raggiunto il 10 marzo tra le autorità di transizione e le SDF. Questo accordo potrebbe aprire la strada a una maggiore stabilità e a un futuro migliore per molti siriani. Incoraggiamo le parti a lavorare all'attuazione e siamo pronti a sostenere.
Il dialogo nazionale, iniziato a fine febbraio, dovrebbe essere determinante per garantire che la transizione soddisfi le aspirazioni di tutte le componenti della società siriana. In particolare, una giustizia di transizione completa è essenziale nel percorso verso la riconciliazione e la costruzione di una Siria pacifica e di una transizione politica inclusiva.
L'UE ricorda la sua recente sospensione delle misure restrittive come parte di un approccio graduale e reversibile. L'UE continuerà a esaminare possibili ulteriori sospensioni delle sanzioni sulla base di un attento monitoraggio della situazione nel paese.
L'UE chiede ancora una volta il pieno rispetto della sovranità, dell'unità e dell'integrità territoriale della Siria. L'UE si impegna a sostenere una transizione pacifica e inclusiva, lontana da maligne interferenze straniere, che garantisca i diritti di tutti i siriani senza distinzioni di alcun tipo.