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20/07/2023

Spazio comune europeo di dati per il turismo

Oggi la Commissione ha pubblicato una comunicazione che presenta gli elementi costitutivi di uno spazio comune europeo di dati per il turismo. Questo spazio di dati consentirà alle imprese del settore turistico e agli enti pubblici di condividere un'ampia gamma di dati per orientare lo sviluppo di servizi turistici innovativi, come pure di migliorare la sostenibilità dell'ecosistema turistico e di rafforzarne la competitività economica.

Il turismo è un ecosistema complesso e altamente dinamico che produce e consuma una mole enorme di dati. Lo spazio comune europeo di dati per il turismo:

  • agevolerà la condivisione di dati di varia origine (ad esempio imprese, enti locali e mondo accademico) portando il pubblico e gli altri portatori di interessi a collaborare per definire le caratteristiche fondamentali dello spazio di dati. Ad esempio, i dati sul consumo energetico degli alberghi possono essere utili per monitorare l'impatto ambientale del turismo su una determinata destinazione;
  • permetterà di accedere ai dati a un'ampia gamma di utenti, tra cui intermediari commerciali, gestori delle destinazioni, fornitori di servizi turistici e altri. Ad esempio, una start-up che offre servizi turistici basati sull'intelligenza artificiale potrà utilizzare dati più pertinenti; un'agenzia di viaggio disporrà di una visione migliore delle offerte per tutte le città, regioni e paesi; un ente locale disporrà di maggiori informazioni sui flussi turistici. Questo aiuterà le imprese (in particolare quelle più piccole) e gli enti locali a creare, migliorare e personalizzare i servizi e a supportare il processo decisionale correlato alla sostenibilità della loro offerta turistica;
  • promuoverà un quadro coerente, affidabile ed efficiente per la governance dello spazio comune europeo di dati per il turismo, basato sul rispetto della vigente legislazione UE e nazionale in materia di dati e delle norme comuni stabilite a livello dell'UE. Ciò garantirà un modello di governance dei dati sviluppato da tutti i portatori di interessi dell'ecosistema turistico: Stati membri, enti locali e regionali, settore privato e istituzioni dell'UE, con il sostegno di finanziamenti dell'Unione;
  • offrirà interoperabilità tra campi di dati e spazi di dati settoriali, come gli spazi comuni europei di dati su mobilità, energia, ambiente, salute, comunità intelligenti, patrimonio culturale e altri settori con evidenti collegamenti con l'esperienza turistica.

La comunicazione odierna illustra i principali fattori abilitanti di uno spazio di dati per il turismo e spiega inoltre perché sia necessario costruire tale spazio in modo graduale, affinché siano prese in considerazione tutte le esigenze dei portatori di interessi e il processo sia in linea con la creazione di altri spazi di dati settoriali, onde garantire l'interoperabilità tra i dati settoriali. Le azioni di coordinamento e sostegno nell'ambito del programma Europa digitale forniranno un piano per la realizzazione dello spazio di dati entro la fine del 2023.

Gli Stati membri, gli enti regionali e locali e il settore privato raccolgono dati, organizzandoli in base alle proprie norme ed esigenze. I dati raccolti in diversi ecosistemi sono rilevanti anche per il turismo. A livello dell'UE Eurostat ha concluso un accordo per la condivisione con il settore privato, su base volontaria, dei dati sulle strutture ricettive e il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha sviluppato nel 2021 il quadro operativo dell'UE per il turismo come strumento per monitorare la transizione verde e digitale e la resilienza dell'ecosistema turistico.

C. Lombardi Satriani

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19/07/2023

La ricerca europea alla prova dell'ambizione delle nuove Missioni

Nei primi due anni dalla loro creazione, le missioni dell'UE di Orizzonte Europa hanno sostenuto il lavoro della Commissione sul Green Deal europeo, per rendere l'Europa pronta per l'era digitale, e il piano di lotta europeo contro il cancro. Fin dal loro avvio, le missioni dell'UE hanno dimostrato il loro potenziale di accelerare il cambiamento. Sostenute principalmente dai finanziamenti di Orizzonte Europa, hanno anche collegato e sostenuto le politiche e i programmi dell'UE con l'azione locale e il coinvolgimento dei cittadini. Sono sulla buona strada per conseguire i loro ambiziosi obiettivi entro il 2030 in settori critici quali l'adattamento ai cambiamenti climatici, il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti oncologici, il ripristino degli ecosistemi marini e di acqua dolce, la creazione di città climaticamente neutre e la disponibilità di suoli in buona salute.

Queste sono le conclusioni della comunicazione sulle missioni dell'UE nell'ambito di Orizzonte Europa, adottata oggi. La comunicazione fornisce una valutazione approfondita dei progressi compiuti finora, come richiesto dai colegislatori dopo i primi due anni di attività. Mette in evidenza i principali risultati delle attuali cinque missioni, identificando nel contempo le sfide che hanno incontrato e proponendo una serie di azioni per affrontarle. Alla luce di questa valutazione equilibrata, la comunicazione di oggi propone anche di spendere l'11% del bilancio del pilastro 2 di Orizzonte Europa per le missioni dell'UE nell'ultima parte del programma, segnando quindi un aumento rispetto all'attuale 10%. Ciò corrisponde a un importo totale di oltre 3 miliardi di € per il periodo 2024-2027. Avvia inoltre i preparativi di una nuova missione dell'UE sul nuovo Bauhaus europeo.

La Commissione si impegna a rendere ancora più efficaci le missioni dell'UE, ad esempio:

  • intensificando le discussioni con gli attori politici, in particolare con gli Stati membri, su come razionalizzare la governance delle missioni dell'UE per renderla più efficiente, inclusiva ed efficace;
  • mobilitando un più ampio portafoglio di strumenti per garantire una maggiore partecipazione del settore privato, compresi i partenariati pubblico-privato e gli appalti pubblici per l'innovazione;
  • intraprendendo azioni mirate a sostegno degli sforzi di comunicazione a livello locale e nazionale per rafforzare il coinvolgimento dei cittadini e sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alle missioni dell'UE.

Visto il forte potenziale delle missioni di stimolare il cambiamento e considerando il fatto che l'iniziativa del nuovo Bauhaus europeo condivide già diverse caratteristiche con le missioni dell'UE, la Commissione avvia oggi la fase preparatoria di una nuova missione specifica dell'UE, seguendo lo stesso processo delle prime cinque missioni. Ciò comprende la nomina di un consiglio di missione e l'elaborazione di un piano di attuazione. Questi due elementi contribuiranno a definire gli obiettivi e i traguardi esatti della nuova missione.

C. Lombardi Satriani

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17/07/2023

Carenza di antibiotici. L'Europa si attiva

Oggi la Commissione europea, i capi delle agenzie per i medicinali (HMA) e l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) formulano una serie di raccomandazioni riguardanti azioni volte a evitare che, nella prossima stagione invernale, si verifichino carenze degli antibiotici chiave utilizzati per curare le infezioni respiratorie dei pazienti europei. Le raccomandazioni, elaborate dal gruppo direttivo esecutivo per le carenze e la sicurezza dei medicinali (MSSG), integrano il processo di elaborazione di un elenco UE di medicinali critici. In stretta cooperazione con gli Stati membri dell'UE, la Commissione adotterà azioni di seguito operativo, compresi, se necessario, eventuali appalti congiunti.

Se nella prossima stagione invernale la domanda sarà simile a un livello di consumo medio degli anni precedenti, in base ai dati raccolti, l'offerta nell'UE di formulazioni orali degli antibiotici chiave di prima e seconda linea per le infezioni respiratorie corrisponderà alla domanda. L'EMA e l'Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) continueranno a collaborare con i titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio per rafforzare le misure volte ad aumentare l'offerta di alcuni antibiotici per via endovenosa.

Per una preparazione ottimale in vista della stagione invernale, il gruppo direttivo esecutivo dell'EMA per le carenze e la sicurezza dei medicinali ha elaborato le seguenti raccomandazioni di azioni proattive.

  • Aumentare la produzione di antibiotici chiave: per evitare carenze nella prossima stagione autunnale e invernale, l'EMA e l'HERA raccomandano di continuare a dialogare con i titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio per intensificare le misure volte ad aumentare la produzione. Un'azione tempestiva prima della stagione autunnale e invernale dovrebbe dare ai fabbricanti tempo sufficiente per predisporre una capacità produttiva in grado di soddisfare la domanda.
  • Monitoraggio della domanda e dell'offerta: l'EMA e la Commissione, insieme agli Stati membri, continueranno a monitorare la domanda e le forniture in collaborazione con le imprese. Poiché le misure adottate sono concepite per garantire un approvvigionamento sufficiente, i portatori di interessi dovrebbero ordinare il normale quantitativo di medicinali: non c'è necessità di costituire scorte. L'accumulo di scorte di medicinali può provocare difficoltà nelle forniture e determinare o aggravare situazioni di carenza.
  • Sensibilizzazione del pubblico e uso prudente: gli antibiotici dovrebbero essere utilizzati con prudenza per mantenerne l'efficacia ed evitare la resistenza antimicrobica; i medici hanno un ruolo fondamentale in tal senso. Gli antibiotici dovrebbero essere prescritti solo per il trattamento delle infezioni batteriche: non servono e non sono efficaci per curare le infezioni virali come il raffreddore e l'influenza. Sono inoltre consigliate iniziative di sensibilizzazione dei cittadini.

In linea con le conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2023, l'EMA e la Commissione attraverso l'HERA continueranno a monitorare attentamente la domanda e l'offerta e a interagire con i titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio per tutto il resto dell'anno al fine di individuare tempestivamente eventuali diminuzioni impreviste delle forniture e di poter adottare le misure necessarie. Giovedì 20 luglio si terrà una riunione del consiglio HERA, alla quale parteciperanno i rappresentanti dei ministeri della Salute degli Stati membri, della Commissione e dell'industria per discutere ulteriormente la questione e concordare eventuali misure supplementari. 

C. Lombardi Satriani

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14/07/2023

L'Italia davanti alla Corte di Giustizia Europea su discriminazioni verso i lettori stranieri nelle università

a Commissione europea ha deciso in data odierna di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver posto fine alla discriminazione nei confronti dei lettori stranieri: l'Italia non applica adeguatamente le norme di diritto interno che attuano le disposizioni UE in materia di libera circolazione dei lavoratori (regolamento (UE) n. 492/2011 e articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea).

A norma del diritto dell'Unione, i cittadini dell'UE che esercitano il diritto alla libera circolazione non devono essere discriminati a causa della loro cittadinanza per quanto riguarda l'accesso all'occupazione e le condizioni di lavoro. La legge italiana prevede un regime accettabile per la cosiddetta ricostruzione della carriera dei lettori stranieri nelle università italiane: tale aspetto è stato riconosciuto dalla Corte di giustizia dell'Unione europea nella causa C-119/04.

Ad oggi, tuttavia, la maggior parte degli atenei italiani non ha adottato le misure necessarie per una corretta ricostruzione della carriera dei lettori. Ciò comprende l'adeguamento della retribuzione, dell'anzianità e delle corrispondenti prestazioni sociali a quelli di un ricercatore con un contratto a tempo parziale, come pure il diritto al versamento degli arretrati a decorrere dall'inizio del rapporto di lavoro: di conseguenza, la maggior parte dei lettori stranieri non ha ancora ricevuto il denaro e le prestazioni cui ha diritto.

La Commissione ha avviato la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia nel 2021 e vi ha dato seguito con un parere motivato nel gennaio 2023. Nonostante le norme della legislazione nazionale italiana e la sentenza della Corte, i lettori stranieri continuano a essere discriminati: la Commissione ha pertanto deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE.

L'articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) vieta di discriminare i cittadini dell'UE a causa della loro nazionalità in un altro Stato membro dell'Unione per quanto riguarda l'accesso all'occupazione e le condizioni di lavoro.

Tale disposizione del trattato è ulteriormente dettagliata nel regolamento (UE) n. 492/2011 relativo alla libera circolazione dei lavoratori, il cui articolo 7, paragrafo 1, vieta agli Stati membri di trattare i lavoratori dell'UE in modo diverso dai lavoratori nazionali a motivo della loro cittadinanza per quanto concerne le condizioni di impiego e di lavoro, in particolare in materia di retribuzione.

C. Lombardi Satriani

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30/06/2023

Missione dell'UE "Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque"

La Commissione ha annunciato oggi 18 nuovi progetti che riceveranno oltre106 milioni di EUR per contribuire alla missione dell'UE "Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque". I progetti riuniscono oltre 370 beneficiari provenienti da 36 paesi, tra cui PMI, istituti di ricerca, autorità locali, scuole e imprese. Svolgeranno un ruolo fondamentale nel conseguimento della neutralità climatica e nel ripristino della natura proteggendo e ripristinando la biodiversità nelle acque, riducendo l'inquinamento, sostenendo un'economia blu sostenibile e sviluppando il gemellaggio digitale europeo dell'oceano. Tutti gli Stati membri dell'UE partecipano ai progetti, con azioni che spaziano dal Baltico al Mare del Nord, dal Danubio, dal Mediterraneo e dall'Atlantico.

Investire nella natura e nelle comunità locali

I progetti apporteranno un'ampia gamma di benefici agli oceani e alle acque, quali:

  • Soluzioni di protezione e ripristino degli habitat costieri e marini degradati
  • Protezione e ripristino delle zone umide, delle pianure alluvionali, delle zone umide costiere e delle paludi salmastre nel Danubio
  • Azioni volte a prevenire, ridurre al minimo e porre rimedio all'inquinamento chimico nel Mar Mediterraneo
  • Immettere sul mercato nel Mar Baltico e nel Mare del Nord prodotti e soluzioni sostenibili a base di alghe
  • Prevenire ed eliminare i rifiuti, la plastica e le microplastiche — soluzioni innovative per fiumi europei senza rifiuti
  • Ridurre i rifiuti marini e l'inquinamento utilizzando attrezzi da pesca intelligenti e a basso impatto ambientale
  • Integrazione dei dati di monitoraggio della biodiversità nel duplice oceano digitale
  • Creazione di una biblioteca elettronica delle specie marine e d'acqua dolce
  • Sviluppare modelli imprenditoriali locali di tipo partecipativo per l'agricoltura oceanica.

Maggiori dettagli sui progetti, compresi il bilancio e i beneficiari, sono disponibili nella panoramica dei progetti.

Contesto

Istituite nell'ambito del programma Orizzonte Europa per il periodo 2021-2027, le missioni dell'UE sono un nuovo modo per apportare soluzioni ad alcune delle principali sfide della società. Hanno obiettivi ambiziosi e produrranno risultati tangibili entro il 2030.

Avviata nel settembre 2021, la missione dell'UE "Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque" mira a proteggere e ripristinare la salute dei nostri oceani e delle nostre acque entro il 2030 attraverso la ricerca e l'innovazione, il coinvolgimento dei cittadini e gli investimenti nell'economia blu. La missione affronta l'oceano e le acque come un'unica missione e svolge un ruolo fondamentale nel conseguimento della neutralità climatica e nel ripristino della natura.

La missione sostiene l'impegno e la cooperazione a livello regionale attraverso le zone "Lighthes" nei principali bacini marittimi e fluviali: Atlantic-Artico, Mar Mediterraneo, Mar Baltico-Mare del Nord e Mar Nero. I faro delle missioni sono siti per sperimentare, dimostrare, sviluppare e dispiegare le attività della missione nei mari e nei bacini idrografici dell'UE.

I progetti odierni sono stati selezionati a seguito di un invito a presentare proposte pubblicato nel 2022, compresa una valutazione inter pares da parte di esperti indipendenti. I progetti saranno gestiti dalla CINEA (Agenzia esecutiva europea per il clima, l'infrastruttura e l'ambiente).

C. Lombardi Satriani

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29/06/2023

Portafoglio di identità digitale dell'UE

La Commissione accoglie con favore l'accordo politico provvisorio del Parlamento europeo e del Consiglio dell'UE sugli elementi principali della proposta relativa a un quadro giuridico per un'identità digitale europea. L'elemento innovativo fondamentale di questo quadro è che esso offrirà un portafoglio di identità digitale personale sotto forma di un'applicazione mobile pratica e sicura, il che consentirà a tutti i cittadini, i residenti e le imprese dell'UE di accedere in modo affidabile ai servizi online pubblici e privati in tutta Europa.

Il portafoglio di identità digitale dell'UE rivoluzionerà l'identificazione digitale perché consentirà agli Europei di avere il controllo sui loro dati personali con la praticità delle applicazioni mobili. Gli europei potranno utilizzare i servizi online e fornire credenziali di identità nel pieno controllo dei loro dati personali.

La Commissione sta già investendo 46 milioni di EUR dal programma Europa digitale in quattro progetti pilota su vasta scala per testare il portafoglio di identità digitale dell'UE in una serie di casi d'uso quotidiani, tra cui la patente di guida mobile, la sanità elettronica, i pagamenti, i titoli di istruzione e le qualifiche professionali. I progetti pilota sono stati avviati il 1º aprile 2023 e contribuiranno a migliorare le specifiche tecniche del portafoglio.

Per garantire che gli Stati membri siano pronti a fornire il portafoglio europeo di identità digitale entro i termini stabiliti dal regolamento, la Commissione è impegnata a sviluppare con gli Stati membri un pacchetto di strumenti tecnici per creare il prototipo della app del portafoglio europeo di identità digitale. La prima versione di questo pacchetto di strumenti è stata pubblicata su GitHub nel febbraio 2023 e continuerà ad essere aggiornata. I requisiti e le specifiche del pacchetto di strumenti diventeranno obbligatori una volta che sarà completato il processo legislativo sul quadro per un'identità digitale europea.

Prossime tappe

Sono necessari ulteriori lavori tecnici per completare il testo giuridico in linea con l'accordo politico provvisorio. Successivamente, il testo sarà soggetto all'approvazione formale del Parlamento europeo e del Consiglio. Una volta adottato, il quadro per l'identità digitale europea entrerà in vigore il 20º giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

Contesto

Il programma strategico per il decennio digitale 2030 definisce gli obiettivi di trasformazione digitale che l'Europa desidera raggiungere entro il 2030. Il portafoglio di identità digitale dell'UE contribuisce al conseguimento degli obiettivi del decennio digitale. In particolare, entro il 2030 tutti i servizi pubblici fondamentali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini dovrebbero poter accedere alle proprie cartelle cliniche online e tutti dovrebbero avere accesso a un'identificazione elettronica sicura che rafforzi la tutela della vita privata.

Il portafoglio di identità digitale dell'UE si basa sul vigente quadro giuridico transfrontaliero per le identità digitali affidabili, l'iniziativa europea in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari (il regolamento eIDAS). Adottato nel 2014, il regolamento eIDAS fornisce la base per l'identificazione elettronica transfrontaliera, l'autenticazione e la certificazione dei siti web all'interno dell'UE.

La proposta della Commissione relativa a un quadro aggiornato, su cui i colegislatori hanno raggiunto oggi un accordo politico, migliorerà l'efficacia ed estenderà i benefici di un'identità digitale sicura e pratica al settore privato e per l'uso mobile.  

C. Lombardi Satriani

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28/06/2023

Industria europea della difesa

La Commissione plaude all'accordo politico raggiunto ieri tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea sul regolamento sull'istituzione di uno strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA), con una dotazione di 300 milioni di €.

L'EDIRPA incentiverà gli Stati membri a collaborare per acquistare i prodotti della difesa più critici e urgenti alla luce dell'invasione ingiustificata dell'Ucraina da parte della Russia. Rafforzerà l'interoperabilità tra gli Stati membri per gli stessi prodotti, agevolerà i risparmi sui costi e rafforzerà la competitività e l'efficienza della base industriale e tecnologica di difesa europea. Gli appalti comuni degli Stati membri rappresentano un importante passo avanti verso un mercato europeo della difesa più integrato, capace di offrire maggiore prevedibilità all'industria europea della difesa e di darle la possibilità di investire per accrescere la propria capacità produttiva e adattarsi all'attuale contesto di mercato.

L'EDIRPA sosterrà lo sforzo degli Stati membri di spendere nei programmi collaborativi europei almeno il 35% del proprio bilancio destinato all'acquisto di materiale militare; contrasterà la frammentazione della domanda europea, che nuoce alla competitività della base industriale e tecnologica di difesa europea.

A complemento dell'EDIRPA i colegislatori si stanno inoltre adoperando per portare a termine i negoziati sulla legge a sostegno della produzione di munizioni, per sostenere in modo più diretto la capacità industriale di produrre munizioni per l'Ucraina e gli Stati membri dell'UE nell'ambito della strategia sulle munizioni a 3 pilastri concordata dai leader dell'UE.

Nell'adottare la bussola strategica, gli Stati membri si sono impegnati ad aumentare e migliorare la spesa nel settore della difesa allo scopo di affrontare più efficacemente realtà operative e nuove minacce e sfide. Incoraggiando gli appalti comuni, l'EDIRPA e l'imminente legge a sostegno della produzione di munizioni sosterranno questa svolta radicale da parte degli Stati membri.

L'accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione deve ora essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. La Commissione, che ha intenzione di attuare rapidamente l'EDIRPA, elaborerà un programma di lavoro con l'assistenza degli Stati membri in sede di comitato di programma.

 

Dopo il vertice di Versailles del marzo 2022, il 18 maggio la Commissione e l'Alto rappresentante/Vicepresidente Josep Borrell hanno presentato una comunicazione congiunta sulle carenze di investimenti dell'UE nel settore della difesa, proponendo azioni per porvi rimedio.

Sono stati individuati 3 aspetti di tali carenze. Il primo aspetto riguarda il bilancio: negli ultimi 2 decenni gli Stati membri hanno investito in misura insufficiente nel settore della difesa. Il secondo riguarda le capacità: le nostre forze armate non dispongono di determinati fattori abilitanti critici. Il terzo è di natura industriale: nell'UE le capacità di produzione di materiale militare sono adeguate a tempi di pace.

Per contribuire ad affrontare tali sfide la Commissione, insieme al servizio europeo per l'azione esterna e all'Agenzia europea per la difesa, ha istituito una task force per le acquisizioni congiunte nel settore della difesa onde valutare le esigenze più urgenti degli Stati membri e la capacità dell'industria della difesa dell'UE di farvi fronte.

Il 19 luglio 2022 la Commissione ha presentato il regolamento sullo strumento per il rafforzamento dell'industria europea della difesa mediante appalti comuni (EDIRPA), volto a rafforzare le capacità industriali nel settore della difesa sostenendo la cooperazione degli Stati membri per appalti comuni dei prodotti della difesa più urgenti e critici.

C. Lombardi Satriani

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28/06/2023

Pacchetto moneta unica

ggi la Commissione europea ha presentato due proposte per fare in modo che i cittadini e le imprese possano continuare ad accedere alle banconote e alle monete in euro, utilizzandole per i pagamenti in tutta la zona euro, e per definire il quadro relativo a un possibile nuovo formato digitale dell'euro che in futuro potrebbe essere emesso dalla Banca centrale europea, in aggiunta al contante.

L'euro continua a essere un simbolo dell'unità e della forza dell'Europa. Da più di vent'anni, in tutta la zona euro e oltre, le persone e le imprese sono abituate a pagare con monete e banconote in euro. Anche se il 60% delle persone intervistate vorrebbe continuare a poter utilizzare il contante, un numero crescente di consumatori sceglie di pagare digitalmente, utilizzando carte e applicazioni di banche e altre imprese digitali e finanziarie. Questa tendenza è stata accelerata dalla pandemia di COVID-19.

Per rispecchiare queste tendenze, oggi la Commissione ha proposto due serie di misure complementari per fare in modo che le persone abbiano sia la possibilità di pagare in contanti sia quella di pagare in maniera digitale quando vogliono utilizzare la moneta della banca centrale:

  • una proposta legislativa sul corso legale del contante in euro per salvaguardare il ruolo del contante e garantire che sia ampiamente accettato come mezzo di pagamento e che rimanga facilmente accessibile alle persone e alle imprese in tutta la zona euro;
  • una proposta legislativa che istituisce il quadro giuridico per un possibile euro digitale, a integrazione delle banconote e delle monete in euro. Oltre alle attuali opzioni sul mercato privato, ciò offrirebbe alle persone e alle imprese una scelta in più per effettuare pagamenti digitali nella zona euro con un formato di valuta pubblica ampiamente accettato, economico, sicuro e resiliente, in aggiunta alle soluzioni di tipo privato attualmente esistenti. Anche se la proposta odierna, una volta adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, istituirebbe il quadro giuridico per l'euro digitale, spetterà in ultima istanza alla Banca centrale europea decidere se e quando emetterlo.

Corso legale delle banconote e delle monete in euro

Il contante in euro ha corso legale nella zona euro. La proposta intende definire a livello normativo cosa implichi questo corso legale, concentrandosi in particolare sulle "due A": accettazione e accesso. Anche se il contante è, in media, ampiamente accettato in tutta la zona euro, sono emerse problematiche in alcuni settori e in alcuni Stati membri. Alcune persone hanno difficoltà ad accedere al contante, ad esempio a causa della chiusura di sportelli ATM e filiali bancarie.

La proposta odierna intende fare in modo che il contante continui ad essere ampiamente accettato in tutta la zona euro e che le persone vi abbiano sufficiente accesso per poter pagare in contanti, se lo desiderano.

Gli Stati membri dovranno garantire che i pagamenti in contanti siano ampiamente accettati e che l'accesso al contante sia effettivo e sufficiente. Dovranno monitorare la situazione, riferire in merito e adottare misure per affrontare gli eventuali problemi individuati. Se necessario, la Commissione potrebbe intervenire per specificare le misure da adottare.

La proposta garantirà che tutti nella zona euro siano liberi di scegliere il metodo di pagamento che preferiscono e abbiano accesso ai servizi di base per il contante. In tal modo verrà salvaguardata l'inclusione finanziaria dei gruppi vulnerabili che tendono a fare maggiore affidamento sui pagamenti in contanti, come gli anziani.

Euro digitale

Per adeguarsi alla crescente digitalizzazione dell'economia, la Banca centrale europea (BCE), come molte altre banche centrali in tutto il mondo, sta valutando la possibilità di introdurre l'euro digitale a integrazione del contante. L'euro digitale offrirebbe ai consumatori un'alternativa in più per i pagamenti a livello europeo, in aggiunta alle opzioni attualmente esistenti. Ciò si tradurrebbe in una scelta più ampia per i consumatori e un ruolo internazionale più forte per l'euro.

Come avviene oggi con il contante, l'euro digitale sarebbe disponibile insieme ai mezzi di pagamento privati esistenti a livello nazionale e internazionale, come carte o applicazioni, e funzionerebbe come un portafoglio digitale. Nella zona euro le persone e le imprese potrebbero pagare con l'euro digitale ovunque e in qualsiasi momento.

Va sottolineato che tale sistema sarebbe disponibile per i pagamenti online ma anche offline, permettendo quindi pagamenti da un dispositivo all'altro anche senza connessione Internet, come capita ad esempio in aree remote o nei parcheggi sotterranei. Le operazioni online offrirebbero lo stesso livello di protezione dei dati dei mezzi di pagamento digitali esistenti, mentre i pagamenti offline garantirebbero un elevato livello di riservatezza e protezione dei dati per gli utenti, in quanto consentirebbero loro di effettuare pagamenti digitali rivelando meno dati personali rispetto a quelli che vengono trasmessi oggi quando si paga con carta, proprio come avviene quando si paga in contanti o si preleva contante da uno sportello ATM. Effettuando pagamenti offline con l'euro digitale, nessuno potrebbe vedere cosa si stia acquistando.

Le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento in tutta l'UE distribuirebbero l'euro digitale alle persone e alle imprese, fornendo gratuitamente alle persone fisiche i servizi di base in euro digitale. Per promuovere l'inclusione finanziaria le persone fisiche che non dispongono di un conto bancario potrebbero aprire e detenere un conto presso un ufficio postale o un altro ente pubblico, come un ente locale. Sarebbe un sistema facile da utilizzare, anche per le persone con disabilità.

Gli esercenti in tutta la zona euro sarebbero tenuti ad accettare l'euro digitale, eccezion fatta per i piccolissimi esercenti che potranno scegliere di non accettare pagamenti digitali, dal momento che per loro il costo da sostenere per introdurre una nuova infrastruttura per accettare pagamenti in euro digitale sarebbe sproporzionato.

L'euro digitale potrebbe inoltre costituire una solida base per ulteriori ammodernamenti, consentendo alle banche, ad esempio, di fornire soluzioni innovative ai clienti.

L'ampia disponibilità e l'uso di una valuta digitale emessa dalla banca centrale rappresenterebbero elementi fondamentali anche per la sovranità monetaria dell'UE, in particolare nel caso in cui altre banche centrali nel resto del mondo iniziassero a sviluppare valute digitali, oltre ad essere un elemento importante nel contesto dello sviluppo del mercato delle criptovalute.

La proposta odierna definisce il quadro giuridico e gli elementi essenziali dell'euro digitale che consentirebbero alla Banca centrale europea, previa adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, di introdurre eventualmente una valuta digitale che sia ampiamente disponibile e utilizzabile. Spetterà alla BCE decidere se e quando emettere l'euro digitale; questo progetto richiederà dunque un ulteriore e importante lavoro tecnico da parte della BCE.

C. Lombardi Satriani

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28/06/2023

Nuova normativa europea sui dati

La Commissione accoglie con favore l'accordo politico raggiunto oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell'UE sulla normativa europea sui dati, proposta dalla Commissione nel febbraio 2022.

La rivoluzione dell'internet delle cose (IoT) sta alimentando una crescita esponenziale e si prevede che, nei prossimi anni, i volumi di dati aumenteranno vertiginosamente. Una quantità significativa di dati industriali resta tuttora inutilizzata e racchiude un potenziale non realizzato.

La normativa sui dati intende dare un impulso all'economia dei dati dell'UE sbloccando i dati industriali, ottimizzandone l'accessibilità e l'uso e promuovendo un mercato europeo del cloud competitivo e affidabile. Si prefigge inoltre di fare in modo che i benefici della rivoluzione digitale siano condivisi da tutti.

Concretamente, la normativa sui dati comprende:

  • misure per permettere agli utenti di dispositivi connessi di accedere ai dati generati da tali dispositivi e dai servizi a essi collegati. Gli utenti potranno condividere tali dati con terzi, il che consentirà di promuovere i servizi post-vendita e l'innovazione. Nel contempo, i fabbricanti continuano a essere incentivati a investire nella produzione di dati di alta qualità, potendo contare sulla tutela dei loro segreti commerciali;
  • misure di tutela contro clausole contrattuali abusive imposte unilateralmente. L'obiettivo è tutelare le imprese dell'UE da accordi ingiusti, promuovere trattative eque e permettere alle PMI di partecipare al mercato digitale con maggiore fiducia;
  • meccanismi per consentire agli enti pubblici di accedere ai dati detenuti dal settore privato e di utilizzarli in caso di emergenze pubbliche quali inondazioni e incendi, o ai fini dell'esecuzione di un mandato giuridico, qualora i dati necessari non siano immediatamente disponibili con altri mezzi;
  • nuove norme che offrono ai clienti la possibilità di cambiare fornitore di servizi di trattamento dei dati su cloud. Tali norme mirano a promuovere la concorrenza e la scelta sul mercato, impedendo nel contempo il lock-in. La normativa sui dati contiene inoltre garanzie contro i trasferimenti illeciti di dati, il che garantirà un ambiente di trattamento dei dati più dinamico e sicuro;
  • misure volte a promuovere l'elaborazione di norme di interoperabilità per la condivisione e il trattamento dei dati, in linea con la strategia di normazione dell'UE.

Prossime tappe

L'accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio è ora soggetto all'approvazione formale dei due colegislatori. Una volta adottata, la normativa sui dati entrerà in vigore il 20o giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e sarà applicabile 20 mesi dopo l'entrata in vigore.

La normativa sui dati integra il regolamento sulla governance dei dati del novembre 2020 chiarendo chi può creare valore dai dati e a quali condizioni. Deriva dalla strategia europea per i dati, annunciata nel febbraio 2020, che mira a porre l'UE all'avanguardia nell'era della società basata sui dati.

Collettivamente, queste iniziative creeranno un mercato unificato che permetterà la libera circolazione dei dati all'interno dell'Unione europea e tra settori diversi, avvantaggiando i consumatori, le imprese, i ricercatori, le amministrazioni pubbliche e la società. Ciò alimenterà la collaborazione e l'innovazione, dando alle industrie e ai cittadini europei maggiori mezzi d'azione attraverso soluzioni basate sui dati.

C. Lombardi Satriani

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31/05/2023

Iniziativa dei cittadini europei

Oggi la Commissione ha deciso di registrare un'iniziativa dei cittadini europei (ICE) dal titolo "Efficace applicazione del concetto di precedente giudiziario nei paesi dell'UE".

Gli organizzatori dell'iniziativa invitano la Commissione a introdurre un meccanismo che garantisca il riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie definitive adottate dagli organi giurisdizionali di altri Stati membri su materie analoghe o identiche che richiedano l'applicazione del diritto dell'Unione e che presentino implicazioni transfrontaliere, nonché la possibilità di invocare i precedenti giudiziari emessi dagli organi giurisdizionali del paese in questione.

La decisione di registrazione è di natura giuridica e non pregiudica le conclusioni giuridiche e politiche finali della Commissione sull'iniziativa, né l'eventuale azione che andrà a intraprendere se l'iniziativa otterrà il sostegno necessario.

Poiché l'iniziativa dei cittadini europei soddisfa le condizioni formali stabilite nella legislazione pertinente, la Commissione la ritiene giuridicamente ammissibile, pur non avendola ancora analizzata nel merito.

Prossime tappe

A partire da oggi, data di registrazione dell'iniziativa, gli organizzatori avranno sei mesi per avviare la raccolta delle firme. Se entro un anno riusciranno a raccogliere un milione di firme in almeno sette Stati membri, la Commissione sarà tenuta a reagire e potrà decidere se dare o meno seguito alla richiesta, giustificando la decisione.

Contesto

Prevista dal trattato di Lisbona come strumento per dare modo ai cittadini di influire sul programma di lavoro della Commissione, l'iniziativa dei cittadini europei è stata varata nell'aprile 2012. Una volta registrata ufficialmente, consente a un milione di cittadini provenienti da almeno sette Stati membri di chiedere alla Commissione europea di proporre atti giuridici nei settori di sua competenza. Per essere ammissibile, l'azione proposta 1) non deve esulare manifestamente dalla competenza della Commissione di presentare una proposta di atto giuridico, 2) non deve essere manifestamente ingiuriosa, futile o vessatoria, 3) né manifestamente contraria ai valori dell'Unione.

Dal varo dell'iniziativa dei cittadini europei la Commissione ha ricevuto 126 richieste di registrazione, di cui 101 ammissibili e quindi registrate.

C. Lombardi Satriani

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30/05/2023

Incendi boschivi: l'UE raddoppia la flotta antincendio rescEU per l'estate 2023

Facendo seguito al discorso sullo stato dell'Unione pronunciato dalla Presidente von der Leyen nel settembre dello scorso anno, il Commissario per la Gestione delle crisi Janez Lenarčič ha annunciato oggi, in un discorso tenuto in occasione del 10° anniversario del centro di coordinamento della risposta alle emergenze, il raddoppio della flotta aerea antincendio di rescEU per affrontare la stagione degli incendi boschivi di quest'anno.

 

La flotta antincendio rescEU per il 2023 

  • La riserva di velivoli antincendio di rescEU comprende 24 aerei e 4 elicotteri messi a disposizione da 10 Stati membri:
    • due areomobili antincendio di media portata dalla Croazia
    • Due aeromobili leggeri da Cipro
    • Due elicotteri dalla Cechia
    • Due areomobili antincendio di media portata e un elicottero dalla Francia
    • Due aeromobili leggeri dalla Germania
    • Due areomobili antincendio di media portata, due aeromobili leggeri e un elicottero dalla Grecia
    • Due areomobili antincendio di media portata e due aeromobili leggeri dall'Italia
    • Due aeromobili leggeri dal Portogallo
    • Due areomobili antincendio di media portata dalla Spagna
    • Quattro aeromobili leggeri dalla Svezia
  • Inoltre, Austria, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia invieranno circa 450 vigili del fuoco da stazionare in Francia, Grecia e Portogallo.

Facendo seguito agli inviti dei ministri dell'UE e del Parlamento europeo, nel 2022 la Commissione ha elaborato inoltre un piano d'azione per la prevenzione degli incendi boschivi. Il piano d'azione ruota attorno a tre obiettivi: 1) migliorare la capacità amministrativa; 2) migliorare le conoscenze; 3) aumentare gli investimenti in azioni di prevenzione degli incendi boschivi.

Nell'ambito del piano d'azione per la prevenzione, l'UE avvia oggi una nuova metodologia di valutazione inter pares degli incendi boschivi. Si tratta di un nuovo strumento che, oltre ad aiutare i paesi a valutare le rispettive capacità di prevenire e fare fronte agli incendi boschivi, favorirà lo scambio di buone pratiche tra i paesi europei nell'ambito del meccanismo di protezione civile dell'UE.

Inoltre, nell'ambito del Centro di coordinamento della risposta alle emergenze è in via di istituzione una squadra di sostegno per gli incendi boschivi, al fine di consentire un monitoraggio e un'analisi quasi in tempo reale della situazione degli incendi boschivi da metà giugno a metà settembre.

Le azioni di prevenzione, preparazione e risposta agli incendi boschivi, tra loro strettamente connesse, hanno l'obiettivo di salvare vite umane e mezzi di sussistenza e di proteggere l'ambiente. La disponibilità di esperti in materia di incendi boschivi, di vigili del fuoco ben addestrati, di tecnologie dell'informazione e di mezzi di risposta sufficienti fa la differenza.

L'UE garantisce un approccio coordinato alla prevenzione, alla preparazione e alla risposta agli incendi boschivi quando questi superano le capacità di risposta nazionali. Quando l'entità di un incendio boschivo supera le capacità di risposta di un paese, quest'ultimo può chiedere assistenza tramite il meccanismo di protezione civile dell'UE. Una volta attivato, il centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'UE coordina e finanzia l'assistenza messa a disposizione dagli Stati membri dell'UE e da altri nove Stati partecipanti attraverso offerte spontanee. L'UE ha inoltre creato il pool europeo di protezione civile per disporre di un numero critico di capacità di protezione civile immediatamente attivabili che consentano una risposta collettiva più forte e coerente. Qualora l'emergenza richieda un'ulteriore assistenza di primo soccorso, interviene la flotta di riserva antincendio rescEU, che fornisce mezzi aggiuntivi per far fronte alle catastrofi in Europa. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze opera inoltre un monitoraggio dell'andamento degli incendi boschivi avvalendosi di sistemi di allarme rapido, quali il sistema europeo d'informazione sugli incendi boschivi, mentre il servizio dell'UE di mappatura satellitare di emergenza Copernicus permette di integrare gli interventi con informazioni dettagliate dallo spazio.  

C. Lombardi Satriani

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24/05/2023

Orientamenti strategici nell'ambito del semestre europeo

La Commissione presenta oggi i suoi orientamenti agli Stati membri nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo 2023. L'obiettivo è costruire un'economia solida e adeguata alle esigenze future, che garantisca competitività e prosperità a lungo termine per tutti in un contesto geopolitico difficile. Ciò richiede un approccio integrato in tutti i settori d'intervento: promozione della sostenibilità ambientale, della produttività, dell'equità e della stabilità macroeconomica. A questo fine il semestre europeo rappresenta il quadro di coordinamento delle politiche, integrando l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza con quella dei programmi della politica di coesione. Nel ciclo del semestre europeo sono inoltre previste relazioni aggiornate sui progressi compiuti verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutti gli Stati membri.

 

Prospettive migliori tra difficoltà che permangono

L'economia europea continua a mostrarsi resiliente in un contesto mondiale difficile.

Il calo dei prezzi dell'energia, l'allentamento delle strozzature nell'approvvigionamento e un mercato del lavoro vigoroso hanno sostenuto una crescita moderata nel primo trimestre del 2023, dissipando i timori di una recessione. Al tempo stesso, mentre l'inflazione continua a diminuire, l'inflazione di fondo si è consolidata, determinando un ulteriore inasprimento delle condizioni finanziarie.  

Secondo le previsioni economiche di primavera 2023 l'economia dell'UE crescerà dell'1,0% nel 2023 e dell'1,7% nel 2024. Si prevede che l'inflazione si attesti al 6,7% nel 2023 e al 3,1% nel 2024.

Secondo le proiezioni, quest'anno la crescita dell'occupazione sarà pari allo 0,5%, con un successivo calo allo 0,4% nel 2024. Stando alle previsioni, il tasso di disoccupazione rimarrà appena al di sopra del 6%.

Un'attuazione efficace del dispositivo per la ripresa e la resilienza e della politica di coesione: motori fondamentali di un'economia dell'UE solida e adeguata alle esigenze future

A due anni dalla sua attuazione il dispositivo per la ripresa e la resilienza, cardine del piano per la ripresa dell'Europa "NextGenerationEU" da 800 miliardi di €, continua ad accelerare una transizione verde e digitale equa e inclusiva in tutti gli Stati membri, rafforzando la resilienza dell'UE nel suo complesso. Il semestre europeo integra l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e quella dei programmi della politica di coesione in modo che siano complementari e fornisce orientamenti strategici agli Stati membri sulle principali sfide economiche e sociali.

Con tutti i piani nazionali per la ripresa e la resilienza in corso e 24 richieste di pagamento trattate finora, la Commissione ha erogato, nell'ambito del dispositivo, oltre 152 miliardi di € per l'efficace attuazione delle riforme e degli investimenti chiave. Gli Stati membri dovrebbero mantenere lo slancio impresso all'attuazione dei loro piani e procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione. Gli Stati membri dovrebbero proseguire sul cammino della decarbonizzazione dell'economia e della base industriale dell'UE, correggere le carenze e gli squilibri tra domanda e offerta di manodopera e di competenze, sostenere la creazione di posti di lavoro di qualità, potenziare la ricerca e l'innovazione e creare le condizioni per garantire la prosperità, la competitività, l'equità e la resilienza a lungo termine dell'UE. L'inclusione del capitolo REPowerEU nei piani degli Stati membri, che comporta finanziamenti aggiuntivi, contribuirà ad affrontare le sfide dell'UE in materia di sicurezza energetica e ad accelerare la transizione verso l'energia pulita e un'economia a zero emissioni nette.

e raccomandazioni specifiche per paese sono suddivise in quattro parti:

  • una raccomandazione sulla politica di bilancio che comprende, se del caso, riforme di bilancio strutturali,
  • la raccomandazione di proseguire o accelerare l'attuazione del piano nazionale per la ripresa e la resilienza, compresa la revisione e l'integrazione del capitolo REPowerEU, tenendo conto dei potenziali rischi di attuazione specifici per paese, e di attuare rapidamente i programmi della politica di coesione adottati,
  • una raccomandazione aggiornata e più specifica sulla politica energetica in linea con gli obiettivi di REPowerEU, nonché
  • se pertinente, un'ulteriore raccomandazione sulle sfide strutturali in essere e/o emergenti.

Orientamenti di bilancio

All'approssimarsi della fine del periodo di attivazione della clausola di salvaguardia generale, la Commissione riprende a formulare raccomandazioni specifiche per paese, quantificate e differenziate, sulla politica di bilancio.

  • Gli Stati membri che hanno raggiunto il loro obiettivo di bilancio a medio termine (l'obiettivo di bilancio fissato per ciascun paese nell'ambito del patto di stabilità e crescita), sulla base delle previsioni di primavera 2023, sono invitati a mantenere una posizione di bilancio solida nel 2024.
  • Tutti gli altri Stati membri sono invitati a garantire una politica di bilancio prudente, in particolare limitando l'aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024.
  • Tutti gli Stati membri dovrebbero preservare gli investimenti pubblici finanziati a livello nazionale e garantire l'assorbimento efficace delle sovvenzioni erogate nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'UE, in particolare per promuovere le transizioni verde e digitale.
  • Entro la fine del 2023 tutti gli Stati membri dovrebbero eliminare le misure di sostegno connesse all'energia esistenti. Qualora un nuovo aumento dei prezzi dell'energia richiedesse l'attuazione di misure di sostegno, queste dovrebbero essere mirate alle famiglie e alle imprese vulnerabili, restare sostenibili a livello di bilancio e continuare a fornire incentivi per il risparmio energetico.
  • Per il periodo successivo al 2024 gli Stati membri dovrebbero continuare a perseguire una strategia di bilancio a medio termine di risanamento graduale e sostenibile, combinata con investimenti e riforme che favoriscano una maggiore crescita sostenibile, al fine di conseguire una posizione di bilancio prudente a medio termine.

C. Lombardi Satriani

 

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22/05/2023

Alluvioni: l'UE mobilita attrezzature di emergenza per assistere le autorità italiane

A seguito di una nuova richiesta di assistenza da parte dell'Italia, l'UE ha mobilitato offerte di attrezzature di pompaggio provenienti da Austria, Bulgaria, Germania, Francia, Polonia, Romania, Slovenia e Slovacchia attraverso il meccanismo di protezione civile dell'UE per aiutare le autorità italiane a far fronte alle gravi inondazioni. La richiesta è stata presentata a seguito di condizioni meteorologiche avverse in Italia che hanno provocato inondazioni e frane negli ultimi giorni, colpendo in particolare la regione centro-settentrionale dell'Emilia-Romagna.

Il 21 maggio le autorità italiane hanno attivato il meccanismo di protezione civile dell'UE. La richiesta di assistenza riguarda le attrezzature di pompaggio ad alta capacità del pool europeo di protezione civile. 

Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'UE è in costante contatto con le autorità italiane, che stanno attualmente valutando le offerte, e l'UE è pronta a fornire ulteriore aiuto se necessario. 

Il servizio Copernicus dell'UE ha inoltre fornito una mappatura satellitare di emergenza delle zone colpite, a seguito di una richiesta dell'autorità italiana di protezione civile del 16 maggio.

Contesto

Quando un'emergenza supera le capacità di risposta di un paese in Europa e nel resto del mondo, il paese può chiedere assistenza attraverso il meccanismo di protezione civile dell'UE. La Commissione europea svolge un ruolo fondamentale nel coordinare la risposta alle catastrofi a livello mondiale. Dalla sua istituzione nel 2001, il meccanismo di protezione civile dell'UE è stato attivato per oltre 600 emergenze e crisi all'interno e all'esterno dell'UE. Il meccanismo di protezione civile dell'UE mira a rafforzare la cooperazione tra i 27 Stati membri e i 9 Stati ora partecipanti (Islanda, Norvegia, Serbia, Macedonia del Nord, Montenegro, Turchia, Bosnia-Erzegovina, Albania e, più recentemente, Ucraina) nel campo della protezione civile al fine di migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta alle catastrofi.

Un approccio comune contribuisce inoltre a mettere in comune le competenze e le capacità degli operatori di primo intervento, ad evitare la duplicazione degli sforzi di soccorso e a garantire che l'assistenza risponda alle esigenze delle persone colpite. La messa in comune delle capacità e delle conoscenze in materia di protezione civile consente una risposta collettiva più forte e coerente.

Il meccanismo contribuisce inoltre a coordinare le attività di preparazione e prevenzione delle catastrofi delle autorità nazionali e contribuisce allo scambio delle migliori pratiche, facilitando così lo sviluppo continuo di norme comuni più rigorose che consentano alle squadre di comprendere meglio i diversi approcci e di lavorare in modo intercambiabile in caso di catastrofi.

C. Lombardi Satriani

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18/05/2023

La Commissione pubblica la prima relazione sulle prospettive dell'industria europea dei media

ggi la Commissione ha pubblicato la prima relazione sulle prospettive dell'industria europea dei media, che analizza le tendenze nel settore audiovisivo, dei videogiochi e dei mezzi di informazione. Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, ha presentato la relazione al Forum del cinema europeo, organizzato nel quadro del Festival di Cannes.

La relazione sulle prospettive per i media fornisce dati di mercato e individua le sfide e le tendenze tecnologiche di fondo comuni alle industrie dei media. Tra le altre cose, sottolinea l'impatto strutturale del cambiamento in atto nella fruizione dei media, un impatto favorevole agli operatori digitali. Secondo la relazione, la crescita è trainata principalmente da segmenti quali il video on demand (VoD), i giochi per dispositivi mobili o i contenuti immersivi.

La relazione menziona anche una risorsa strategica come i diritti di proprietà intellettuale (PI), sottolineandone l'importanza per le imprese del settore dei media e ricordando che il mantenimento, l'acquisizione e lo sfruttamento di tali diritti può contribuire a un aumento delle entrate nonché alla possibilità di investire o di rimanere indipendenti. Sottolinea inoltre che un'adozione precoce ma prudente di tecnologie e tecniche innovative (ad esempio, della produzione virtuale basata sull'IA) è fondamentale per adattarsi, conquistare nuovi mercati e diventare più competitivi. Inoltre è opportuno ricorrere a strategie orientate sul pubblico, facendone la base su cui costruire modelli imprenditoriali di successo.

C. Lombardi Satriani

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28/04/2023

La Commissione propone norme digitali semplificate e più chiare per i detergenti nel mercato unico

Oggi la Commissione ha proposto un regolamento riveduto sui detergenti che semplifica e rende a prova di futuro le attuali norme per proteggere meglio la salute e l'ambiente, nonché garantire un migliore funzionamento del mercato unico dei detergenti. Le norme rivedute riguardano nuovi prodotti innovativi come i detergenti contenenti microrganismi e nuove pratiche sostenibili come la ricarica dei detergenti. Le nuove regole introducono anche un'etichettatura digitale e un passaporto dei prodotti per detergenti e tensioattivi.

La presente proposta aggiorna le norme esistenti in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, della strategia per la sostenibilità in materia di sostanze chimiche e della comunicazione della Commissione recentemente adottata sulla competitività a lungo termine dell'UE.

In particolare, la proposta mira a:

- Semplificare le regole del mercato abolendo alcuni requisiti ormai divenuti superflui o ridondanti: tra questi, quali: i) l'obbligo di fornire una scheda degli ingredienti per i detergenti pericolosi; ii) l'obbligatorietà dell'intervento dei laboratori riconosciuti che dovevano eseguire le prove previste dal Regolamento; iii) la possibilità di richiedere una deroga per i tensioattivi che non soddisfano il criterio della biodegradabilità ultima; e iv) l'obbligo per i fabbricanti di detergenti e tensioattivi di stabilirsi all'interno dell'Unione.

Inoltre, le etichette saranno anche semplificate e razionalizzate per ridurre gli oneri amministrativi per l'industria dei detergenti e, allo stesso tempo, aumentare la comprensibilità delle etichette da parte degli utenti finali.

- Introdurre l'etichettatura digitale volontaria: la proposta distingue tra prodotti preconfezionati e prodotti venduti in formato ricarica. Per i prodotti preconfezionati, gli operatori economici possono scegliere di trasferire determinate informazioni obbligatorie dell'etichettatura su un'etichetta digitale, in combinazione con un'etichetta fisica. E per i prodotti venduti in formato ricarica, la possibilità di fornire tutte le informazioni sull'etichettatura, ad eccezione delle istruzioni di dosaggio per i detersivi per bucato di consumo, solo in formato digitale. L'introduzione dell'etichettatura digitale ridurrà gli oneri ei costi per l'industria e fornirà ulteriore facilità d'uso e consapevolezza per i consumatori e gli utenti professionali.

- Facilitare la vendita di prodotti innovativi e sicuri: il settore della detergenza ha recentemente sviluppato nuovi prodotti per la pulizia innovativi che agiscono sull'azione dei microrganismi. Poiché questi microrganismi possono presentare alternative promettenti alle sostanze chimiche nocive, il regolamento rivisto introdurrà requisiti di sicurezza per i microrganismi nei detergenti e l'obbligo per i produttori di indicare in etichetta la presenza di microrganismi nei detergenti in modo che i consumatori siano meglio informati. Ciò non solo consentirà a questi prodotti di circolare liberamente nel mercato unico, ma contribuirà anche a proteggere la salute e l'ambiente.

- Aumentare la sostenibilità e la sicurezza attraverso norme chiare per i detersivi ricaricati: la proposta garantisce che i consumatori ricevano le informazioni necessarie quando acquistano detersivi ricaricati. La proposta chiarisce che i detersivi ricaricati sono soggetti alle stesse norme dei detersivi preconfezionati. La proposta introduce inoltre l'etichettatura digitale volontaria per i detergenti ricaricati come mezzo per facilitare ulteriormente questa pratica sostenibile, che riduce la quantità di imballaggi e rifiuti di imballaggio.

- Rafforzare l'applicazione: l'introduzione di un passaporto per i prodotti rafforzerà la sorveglianza del mercato e garantirà l'ingresso nel mercato unico solo di detergenti sicuri conformi alle nostre norme. Il riferimento al passaporto del prodotto dovrà essere inserito in un registro centrale della Commissione e dichiarato alla dogana quando i detergenti ei tensioattivi vengono presentati alle frontiere dell'UE. Gli ispettori nazionali continueranno ad essere responsabili dello svolgimento dei controlli sui prodotti, sebbene un nuovo sistema informatico controllerà tutti i passaporti digitali dei prodotti alle frontiere.

C. Lombardi Satriani

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26/04/2023

La Commissione propone nuove regole di governance economica

La Commissione ha presentato oggi proposte legislative per attuare la riforma più completa delle regole di governance economica dell'UE dall'indomani della crisi economica e finanziaria. L'obiettivo centrale di queste proposte è rafforzare la sostenibilità del debito pubblico e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso riforme e investimenti.

Le proposte affrontano le carenze del quadro attuale. Tengono conto della necessità di ridurre i livelli del debito pubblico, che sono molto aumentati, si basano sugli insegnamenti tratti dalla risposta politica dell'UE alla crisi della Covid-19 e preparano l'UE alle sfide future sostenendo i progressi verso un'economia verde, digitale, inclusiva e resiliente economica e rendere l'UE più competitiva.

Le nuove norme faciliteranno le riforme e gli investimenti necessari e contribuiranno a ridurre gli elevati indici del debito pubblico in modo realistico, graduale e duraturo, in linea con il discorso sullo stato dell'Unione del 2022 della presidente von der Leyen. La riforma semplificherà la governance economica, migliorerà la titolarità nazionale, porrà maggiore enfasi sul medio termine e rafforzerà l'applicazione, all'interno di un quadro comune UE trasparente.

I piani strutturali di bilancio nazionali a medio termine sono la pietra angolare delle proposte della Commissione.

Gli Stati membri elaboreranno e presenteranno piani che stabiliscono i loro obiettivi di bilancio, le misure per affrontare gli squilibri macroeconomici e le riforme e gli investimenti prioritari per un periodo di almeno quattro anni.

Tali piani saranno valutati dalla Commissione e approvati dal Consiglio sulla base di criteri comuni dell'UE.

L'integrazione degli obiettivi di bilancio, di riforma e di investimento in un unico piano a medio termine contribuirà a creare un processo coerente e semplificato. Rafforzerà la titolarità nazionale fornendo

Stati membri con maggiore margine di manovra nella definizione dei propri percorsi di risanamento fiscale e impegni di riforma e investimento. Gli Stati membri presenteranno relazioni annuali sullo stato di avanzamento per facilitare un monitoraggio e un'applicazione più efficaci dell'attuazione di questi impegni.

Il nuovo processo di sorveglianza fiscale sarà integrato nel semestre europeo, che rimarrà il quadro centrale per il coordinamento delle politiche economiche e occupazionali.

Regole più semplici che tengano conto delle diverse sfide di bilancio.

La situazione fiscale, le sfide e le prospettive economiche variano notevolmente nei 27 Stati membri dell'UE. Pertanto, un approccio unico per tutti non funziona. Le proposte mirano a passare a un approccio più basato sul rischio

quadro di sorveglianza che ponga al centro la sostenibilità del debito pubblico, promuovendo nel contempo una crescita sostenibile e inclusiva. Questo approccio aderirà a un quadro comune UE trasparente. I piani degli Stati membri definiranno i loro percorsi di aggiustamento di bilancio. Questi saranno formulati in termini di obiettivi di spesa pluriennali, che costituiranno l'unico indicatore operativo per la sorveglianza fiscale, semplificando così le regole di bilancio.

Per ciascuno Stato membro con un disavanzo pubblico superiore al 3% del PIL o un debito pubblico superiore al 60% del PIL, la Commissione pubblicherà una "traiettoria tecnica" specifica per paese. Questa traiettoria cercherà di garantire che il debito sia posto su un percorso plausibilmente discendente o rimanga a livelli prudenti e che il disavanzo rimanga o sia portato e mantenuto al di sotto del 3% del PIL nel medio termine.

Per gli Stati membri con un disavanzo pubblico inferiore al 3% del PIL e un debito pubblico inferiore al 60% del PIL, la Commissione fornirà informazioni tecniche agli Stati membri per garantire che il disavanzo pubblico sia mantenuto al di sotto del valore di riferimento del 3% del PIL anche nel medio termine.

Queste traiettorie tecniche e informazioni tecniche guideranno gli Stati membri nella progettazione degli obiettivi di spesa pluriennali che includeranno nei loro piani.

Si applicheranno salvaguardie comuni per garantire la sostenibilità del debito. I valori di riferimento del 3% e del 60% del PIL per il disavanzo e il debito rimarranno invariati. Il rapporto tra debito pubblico e PIL dovrà essere inferiore alla fine del periodo di piano rispetto all'inizio di tale periodo; e dovrà essere attuato un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5% del PIL all'anno come parametro di riferimento fintanto che il disavanzo rimane al di sopra del 3% del PIL. Inoltre, gli Stati membri che beneficiano di un periodo di aggiustamento di bilancio esteso dovranno garantire che lo sforzo di bilancio non sia rinviato agli anni successivi.

C. Lombardi Satriani

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26/04/2023

Unione europea della sanità: la Commissione propone una riforma farmaceutica per medicinali più accessibili, economici e innovativi

Oggi la Commissione propone di rivedere la legislazione farmaceutica dell'UE - la più grande riforma in oltre 20 anni - per renderla più agile, flessibile e adattata alle esigenze dei cittadini e delle imprese in tutta l'UE. La revisione renderà i farmaci più disponibili, accessibili e convenienti. Sosterrà l'innovazione e rafforzerà la competitività e l'attrattiva dell'industria farmaceutica dell'UE, promuovendo nel contempo standard ambientali più elevati. Oltre a questa riforma, la Commissione propone una raccomandazione del Consiglio per intensificare la lotta contro la resistenza antimicrobica (AMR).

Le sfide affrontate da questa riforma sono fondamentali. I medicinali autorizzati nell'UE non raggiungono ancora i pazienti abbastanza rapidamente e non sono ugualmente accessibili in tutti gli Stati membri. Vi sono notevoli lacune nell'affrontare le esigenze mediche insoddisfatte, le malattie rare e la resistenza antimicrobica (AMR). I prezzi elevati per i trattamenti innovativi e la carenza di farmaci rimangono una preoccupazione importante per i pazienti e i sistemi sanitari. Inoltre, per garantire che l'UE rimanga un luogo attraente per gli investimenti e un leader mondiale nello sviluppo di medicinali, deve adattare le sue norme alla trasformazione digitale e alle nuove tecnologie, riducendo al contempo la burocrazia e semplificando le procedure. Infine, le nuove norme devono affrontare l'impatto ambientale della produzione di medicinali in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

La revisione include proposte per una nuova direttiva e un nuovo regolamento, che rivedono e sostituiscono la legislazione farmaceutica esistente, compresa la legislazione sui medicinali per bambini e per le malattie rare. Si prefigge di raggiungere i seguenti obiettivi principali:

- creare un mercato unico dei medicinali che garantisca a tutti i pazienti in tutta l'UE un accesso tempestivo ed equo a medicinali sicuri, efficaci e a prezzi accessibili;

- continuare a offrire un quadro attraente e favorevole all'innovazione per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di farmaci in Europa;

- Ridurre drasticamente l'onere amministrativo velocizzando notevolmente le procedure, riducendo i tempi di autorizzazione dei farmaci, in modo che raggiungano i pazienti più velocemente;

- Migliorare la disponibilità e garantire che i medicinali possano sempre essere forniti ai pazienti, indipendentemente da dove vivono nell'UE;

- Affrontare la resistenza antimicrobica (AMR) e la presenza di prodotti farmaceutici nell'ambiente attraverso un approccio One Health;

- Rendere i medicinali più sostenibili dal punto di vista ambientale.

Per raggiungere questi obiettivi, la riforma riguarda l'intero ciclo di vita dei farmaci.

Elementi chiave della proposta:

- Migliore accesso a farmaci innovativi e convenienti per i pazienti e i sistemi sanitari nazionali: nuovi incentivi incoraggeranno le aziende a mettere i loro farmaci a disposizione dei pazienti in tutti i paesi dell'UE e a sviluppare prodotti che rispondano a esigenze mediche insoddisfatte. Inoltre, sarà facilitata la disponibilità anticipata di medicinali generici e biosimilari e semplificate le procedure di autorizzazione all'immissione in commercio. Saranno introdotte misure per una maggiore trasparenza del finanziamento pubblico dello sviluppo dei medicinali e sarà incentivata la generazione di dati clinici comparativi.

- Promuovere l'innovazione e la competitività attraverso un quadro normativo efficiente e semplificato: la riforma creerà un ambiente normativo favorevole all'innovazione per lo sviluppo di nuovi medicinali e la riconversione di quelli esistenti. L'Agenzia europea per i medicinali (EMA) fornirà un migliore supporto normativo e scientifico agli sviluppatori di medicinali promettenti per facilitare la rapida approvazione e aiutare le PMI e gli sviluppatori senza scopo di lucro. La valutazione scientifica e l'autorizzazione dei medicinali saranno accelerate (ad esempio, le procedure di autorizzazione dell'EMA richiederanno 180 giorni, contribuendo a ridurre l'attuale media di circa 400 giorni) e l'onere normativo sarà ridotto attraverso procedure semplificate (ad esempio, abolendo nella maggior parte dei casi rinnovo dell'autorizzazione all'immissione in commercio e introduzione di procedure più semplici per i medicinali generici) e digitalizzazione (ad es. presentazione elettronica delle domande e informazioni elettroniche sui prodotti). Saranno mantenuti i più elevati standard di qualità, sicurezza ed efficacia per l'autorizzazione dei medicinali.

- Incentivi efficaci per l'innovazione: la protezione normativa fino a un massimo di 12 anni per i farmaci innovativi, combinata con i diritti di proprietà intellettuale esistenti, garantirà che l'Europa rimanga un polo attraente per gli investimenti e l'innovazione. Per creare un mercato unico dei medicinali, la riforma allontanerà l'attuale sistema dalla sua protezione normativa "unica per tutti" verso un quadro di incentivi più efficace per l'innovazione che promuova anche gli interessi della salute pubblica. Per raggiungere questo obiettivo, propone un periodo minimo di tutela regolamentare di 8 anni che può essere prorogato nei seguenti casi: se i medicinali vengono lanciati in tutti gli Stati membri, se rispondono a esigenze mediche insoddisfatte, se vengono condotte sperimentazioni cliniche comparative o se viene sviluppata una nuova indicazione terapeutica. La combinazione dei diritti di proprietà intellettuale esistenti e dei nuovi periodi di protezione regolamentare salvaguarderà anche il vantaggio competitivo dell'UE nello sviluppo farmaceutico, uno dei più protettivi al mondo. La riforma guiderà gli sforzi affinché la ricerca e lo sviluppo si concentrino sulle maggiori esigenze dei pazienti e vi sia un accesso più tempestivo ed equo dei pazienti ai medicinali in tutta l'UE.

- Affrontare la carenza di medicinali e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento: la riforma introduce nuovi requisiti per il monitoraggio della carenza di medicinali da parte delle autorità nazionali e dell'EMA e un ruolo di coordinamento più forte per l'EMA. Gli obblighi delle aziende saranno rafforzati, compresa la segnalazione anticipata di carenze e ritiri di medicinali e lo sviluppo e il mantenimento di piani di prevenzione della carenza. Verrà stilato un elenco di farmaci critici a livello dell'UE e saranno valutate le vulnerabilità della catena di approvvigionamento di questi medicinali, con raccomandazioni specifiche sulle misure che devono essere adottate dalle aziende e da altri soggetti interessati della catena di approvvigionamento. Inoltre, la Commissione può adottare misure giuridicamente vincolanti per rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento di medicinali critici specifici.

- Maggiore protezione dell'ambiente: una migliore applicazione degli attuali requisiti ambientali limiterà le potenziali conseguenze negative dei medicinali sull'ambiente e sulla salute pubblica.

- Lotta alla resistenza antimicrobica (AMR): la resistenza antimicrobica è considerata una delle tre principali minacce per la salute nell'UE. La riforma offre incentivi attraverso buoni trasferibili alle aziende che investono in nuovi antimicrobici in grado di trattare agenti patogeni resistenti, affrontando l'attuale fallimento del mercato. Saranno inoltre introdotti misure e obiettivi per un uso prudente degli antimicrobici, compresi l'imballaggio adattato e l'obbligo di prescrizione medica, per mantenere l'efficacia degli antimicrobici.

C. Lombardi Satriani

 

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24/04/2023

RescEU: oltre 106 milioni di euro per il primo ospedale da campo paneuropeo

La Commissione stanzia 106,2 milioni di euro a Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Turchia per sviluppare la nuova capacità rescEU EMT (Emergency Medical Team).

L'obiettivo è potenziare il sostegno medico di emergenza alle popolazioni colpite da catastrofi naturali o provocate dall'uomo su vasta scala.

Il progetto istituirà 3 squadre mediche di emergenza di tipo 2 (EMT2), che includeranno servizi di chirurgia e diagnostica. Inoltre, 17 team di assistenza specializzati offriranno terapia intensiva, trattamento delle ustioni, trasporto dei pazienti, diagnostica avanzata, supporto materno-infantile, riabilitazione, supporto per la salute mentale, cure ortopediche, laboratorio, fornitura di ossigeno e supporto alle telecomunicazioni.

Questa capacità di rescEU diventerà gradualmente operativa a partire dal 2024 e consentirà di rispondere a un'ampia gamma di scenari di calamità. Le squadre potranno operare in autonomia e supportare le strutture sanitarie nazionali esistenti nel caso in cui queste ultime non siano in grado di far fronte a una determinata emergenza. Questa nuova struttura integrerà il ruolo cruciale nella risposta alle emergenze già assicurato da 15 squadre mediche di emergenza offerte dagli Stati membri e partecipanti al pool europeo di protezione civile.

Lo sviluppo di questo rescEU EMT è in linea con l'iniziativa EMT dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che mira a ridurre la perdita di vite umane e prevenire la disabilità a lungo termine causata da disastri, epidemie e altre emergenze.

Questo EMT di rescEU integrerà gli EMT esistenti nel mondo e in Europa fornendo standard elevati nella risposta medica e garantendo una risposta efficace e completa in un'ampia varietà di eventi catastrofici che colpiscono la salute della popolazione.

A seguito dell'attivazione del meccanismo di protezione civile dell'UE, rescEU fornisce un ulteriore livello di protezione e garantisce una risposta più rapida e completa alle catastrofi. La riserva rescEU è finanziata al 100% dall'UE e la Commissione europea mantiene il controllo delle loro operazioni in stretta collaborazione con il paese che ospita la riserva. In caso di emergenza, la riserva rescEU fornisce assistenza a tutti gli Stati membri dell'UE e agli Stati partecipanti al meccanismo e può essere inviata anche ai paesi limitrofi dell'UE.

C. Lombardi Satriani

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19/04/2023

La Commissione interviene per promuovere l'equilibrio tra lavoro e vita privata nell'UE

Per salvaguardare il diritto all'equilibrio tra lavoro e vita privata in tutti gli Stati membri, oggi la Commissione europea ha deciso di proseguire le procedure di infrazione nei confronti di Belgio Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia inviando loro un parere motivato per non aver notificato le misure nazionali che recepiscono integralmente le norme dell'UE che stabiliscono diritti sulla conciliazione vita-lavoro per genitori e tutori.

La direttiva sull'equilibrio tra lavoro e vita privata è un punto di svolta per i genitori e i tutori che lavorano. Rende più facile conciliare famiglia e carriera stabilendo standard minimi per i congedi come il congedo di paternità, parentale e di assistenza. Prevede inoltre il diritto di richiedere modalità di lavoro flessibili per genitori e tutori. Queste nuove regole aiutano le persone a sviluppare la loro carriera e la loro vita familiare, migliorando al contempo il loro benessere generale. Il suo obiettivo è migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita privata per tutti e rendere più facile per i genitori e gli accompagnatori gestire le proprie responsabilità.

La Direttiva prevede i seguenti diritti:

- Congedo di paternità: i padri hanno diritto ad almeno dieci giorni lavorativi di congedo di paternità intorno al momento della nascita del figlio. Il congedo di paternità deve essere retribuito almeno a livello di indennità di malattia;

- Congedo parentale: ogni genitore ha diritto ad almeno quattro mesi di congedo parentale, di cui due mensili retribuiti e non cedibili. I genitori possono richiedere il congedo in forma flessibile, a tempo pieno, part-time oa segmenti;

- Congedo per accompagnatori: tutti i lavoratori che prestano assistenza o sostegno personale a un parente oa una persona convivente hanno diritto ad almeno cinque giorni lavorativi di congedo per accompagnatori all'anno;

- Accordi di lavoro flessibili: tutti i genitori che lavorano con figli fino a otto anni e tutti gli accompagnatori hanno il diritto di richiedere orari di lavoro ridotti, orari di lavoro flessibili e flessibilità nel luogo di lavoro.

Dopo l'adozione della direttiva nel 2019, gli Stati membri avevano tempo fino al 2 agosto 2022 per recepirla nelle rispettive legislazioni nazionali. Il 21 settembre 2022 la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a 19 Stati membri per non aver comunicato le misure di recepimento della presente direttiva nel loro diritto nazionale. Dopo aver analizzato le loro risposte, la Commissione ha riscontrato che la direttiva non era stata ancora pienamente recepita in 11 Stati membri e ha pertanto deciso di compiere un ulteriore passo avanti nella procedura di infrazione inviando un parere motivato a Belgio, Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia. Questi Stati membri dispongono ora di due mesi per adottare le misure necessarie per conformarsi al parere motivato. In caso contrario, la Commissione può decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell'Unione europea.

C. Lombardi Satriani

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18/04/2023

Anno europeo delle competenze e le nuove iniziative per una formazione digitale di qualità

La Commissione ha adottato oggi due proposte di altrettante raccomandazioni del Consiglio, nel contesto dell'Anno europeo delle competenze, finalizzate ad aiutare gli Stati membri e il settore dell'istruzione e della formazione a fornire a tutti i cittadini europei istruzione e formazione digitale di alta qualità, inclusiva e accessibile, e a svilupparne le competenze digitali.

Le proposte affrontano le due principali sfide comuni individuate congiuntamente dalla Commissione e dagli Stati membri dell'UE: 1) l'assenza di un approccio unitario e coordinato in merito alle politiche di istruzione e formazione digitale; 2) le difficoltà incontrate nel tentativo di dotare i cittadini delle competenze digitali necessarie.

Rafforzamento dei fattori abilitanti fondamentali

Malgrado i progressi compiuti ed alcuni eccellenti esempi di innovazione, finora gli sforzi congiunti non hanno portato a una trasformazione digitale sistemica nel settore dell'istruzione e della formazione. Gli Stati membri faticano ancora a raggiungere livelli sufficienti di investimenti nell'istruzione digitale e in infrastruttura digitale per l'istruzione e la formazione, attrezzature e contenuti didattici digitali, formazione digitale (miglioramento delle competenze) degli insegnanti e del personale e monitoraggio e valutazione delle politiche in tema di istruzione e formazione digitale.

La proposta di raccomandazione del Consiglio sui fattori abilitanti fondamentali per il successo dell'istruzione e della formazione digitale costituisce un invito a tutti gli Stati membri a garantire l'accesso universale all'istruzione e alla formazione digitale inclusiva e di elevata qualità per colmare il divario digitale, che è diventato ancora più evidente alla luce della crisi della pandemia di COVID-19. Questo obiettivo potrebbe essere conseguito dando vita a un quadro coerente di investimenti, governance e formazione degli insegnanti per un'istruzione digitale efficace e inclusiva. Si tratta di una proposta di orientamenti e iniziative che gli Stati membri possono fare propri per mettere a punto un approccio unitario, coordinato e multipartecipato, oltre che una cultura dell'innovazione dal basso e della digitalizzazione guidata dal personale impegnato nel settore dell'istruzione e della formazione.

Miglioramento dell'insegnamento nel campo delle competenze digitali

La seconda sfida comune individuata è costituita dalle differenze di livello in merito alle competenze digitali nei diversi segmenti della popolazione e alla capacità dei sistemi nazionali di istruzione e formazione di porvi rimedio. La proposta di raccomandazione del Consiglio sul miglioramento dell'offerta relativa alle competenze digitali nel settore dell'istruzione e della formazione affronta ciascun livello di istruzione e formazione, invitando gli Stati membri a iniziare tempestivamente a fornire competenze digitali in modo coerente a tutti i livelli del sistema educativo. Questo fine può essere conseguito stabilendo obiettivi incrementali e interventi mirati per specifici gruppi prioritari o difficili da raggiungere. Con questa proposta gli Stati membri vengono invitati a sostenere l'informatica di alta qualità nelle scuole, a integrare lo sviluppo delle competenze digitali per gli adulti e ad affrontare le carenze nelle professioni del settore delle tecnologie dell'informazione adottando strategie inclusive.

La Commissione è pronta a sostenere l'attuazione delle due proposte agevolando l'apprendimento reciproco e gli scambi tra gli Stati membri e tutti i portatori di interessi rilevanti attraverso strumenti dell'UE come lo strumento di sostegno tecnico. La Commissione promuove inoltre l'istruzione digitale e le competenze digitali mediante la cooperazione nell'ambito del Polo europeo dell'istruzione digitale e attraverso finanziamenti dell'UE quali quelli per Erasmus+ e il programma Europa digitale, il Fondo per una transizione giusta, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo Plus e il dispositivo per la ripresa e la resilienzaOrizzonte Europa, e NDICI-Europa globale.

Progetto pilota di un certificato europeo delle competenze digitali

Un'azione chiave della Commissione consisterà nell'agevolare il riconoscimento della certificazione delle competenze digitali. A questo fine, la Commissione attuerà insieme a diversi Stati membri un progetto pilota riguardante il certificato europeo delle competenze digitali. Si tratta di un certificato che mira a rafforzare la fiducia nella certificazione delle competenze digitali e la sua accettazione in tutta l'UE, e che aiuterà le persone a vedere riconosciute in modo esauriente, rapido e semplice le loro competenze digitali da parte di datori di lavoro, soggetti erogatori di corsi di formazione ecc. I risultati del progetto pilota saranno presentati nell'ambito di uno studio di fattibilità del certificato europeo delle competenze digitali verso la fine dell'anno. Il certificato europeo delle competenze digitali definitivo sarà introdotto nel 2024 sulla base dei risultati del progetto pilota e dello studio.

Prossime tappe

La Commissione invita gli Stati membri ad adottare rapidamente le due proposte odierne di raccomandazioni del Consiglio.

Basandosi sul successo del dialogo strutturato e sul gruppo di coordinatori nazionali, la Commissione istituirà un gruppo ad alto livello sull'istruzione e le competenze digitali per sostenere l'attuazione delle due raccomandazioni.

Clotilde Lombardi Satriani

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