Raggiunto l'accordo politico oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla Reform and Growth Facility da 6 miliardi di euro per i Balcani occidentali, a sostegno del piano di riforma e crescita proposto dalla Commissione nel novembre 2023. Si tratta di un'iniziativa senza precedenti che consentee ai paesi dei Balcani occidentali di accedere ad alcuni vantaggi derivanti dall’adesione all’UE prima dell’adesione. Lo strumento fornirà maggiore assistenza finanziaria in cambio delle riforme socioeconomiche definite nel contesto del processo di adesione.
L’importo complessivo dello strumento per il periodo 2024-2027 è di 6 miliardi di euro. Questo importo è composto da 2 miliardi di euro in sovvenzioni e 4 miliardi di euro in prestiti altamente agevolati. Almeno la metà della dotazione complessiva sarà assegnata attraverso il Western Balkans Investment Framework (WBIF), a sostegno degli investimenti nelle infrastrutture e nella connettività, compresi i trasporti, l’energia e le transizioni verdi e digitali. La parte restante verrà erogata come sostegno diretto ai bilanci nazionali.
I fondi saranno erogati due volte l'anno, sulla base delle richieste dei partner dei Balcani occidentali e previa verifica da parte della Commissione e, se del caso, del EEAS, il Servizio di Azione Esterna dell'UE, che tutte le condizioni pertinenti siano state soddisfatte. Tali condizioni includono che ai fondi erogati corrispondano progressi e i risultati, misurabili in termini qualitativi e quantitativi, nell’attuazione dei programmi di riforma, nonché condizioni generali relative alla stabilità macrofinanziaria, alla sana gestione delle finanze pubbliche, alla trasparenza e al controllo del bilancio.
Nel caso in cui alcune condizioni non siano soddisfatte, la Commissione può sospendere i pagamenti in parte o totalmente a seconda delle condizioni. A seguito di tale sospensione e nel caso in cui i partner dei Balcani occidentali non soddisfino le relative condizioni per una durata di un anno (o due anni nel primo anno di attuazione), l'importo sospeso verrà ritirato e potrà essere ridistribuito tra gli altri beneficiari negli anni successivi.
Per finanziare la parte di sostegno sotto forma di prestito, l’Unione Europea raccoglierà 4 miliardi di euro sul mercato finanziario fino alla fine del 2027. I 2 miliardi di euro di sostegno a fondo perduto saranno finanziati attraverso risorse aggiuntive provenienti dalla revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale (QFP).
Oggi la Commissione presenta tre iniziative per promuovere la cooperazione transnazionale tra istituti di istruzione superiore, con l’obiettivo finale di creare un titolo di studio europeo. Un titolo europeo volontario andrebbe a vantaggio degli studenti e della comunità dell'istruzione superiore incentivando la mobilità per l'apprendimento all'interno dell'UE e migliorando le competenze trasversali degli studenti. Aiuterebbe a soddisfare la domanda del mercato del lavoro e a rendere i laureati più attraenti per i futuri datori di lavoro, attirando allo stesso tempo studenti da tutto il mondo e stimolando la competitività europea.
Le tre iniziative affrontano gli ostacoli giuridici e amministrativi che impediscono alle università partner di istituire programmi di laurea congiunti competitivi a livello di bachelor, master o dottorato. Le proposte si fondano sull'autonomia istituzionale e sulla libertà accademica delle università. Rispettano pienamente le competenze degli Stati membri e dei governi regionali nel settore dell'istruzione superiore.
Il pacchetto odierno comprende una comunicazione su un progetto per un titolo di studio europeo e due proposte di raccomandazioni del Consiglio a sostegno del settore dell'istruzione superiore: una per migliorare i processi di garanzia della qualità e il riconoscimento automatico delle qualifiche nell'istruzione superiore, e l'altra per rendere le carriere accademiche più attraenti e sostenibile.
Il progetto per una laurea europea presentato oggi apre la strada a un nuovo tipo di programma congiunto, erogato su base volontaria a livello nazionale, regionale o istituzionale e basato su una serie comune di criteri concordati a livello europeo.
Un diploma europeo di questo tipo ridurrebbe la burocrazia e consentirebbe agli istituti di istruzione superiore di diversi paesi di cooperare senza soluzione di continuità a livello transfrontaliero e di creare programmi congiunti.
La comunicazione propone un percorso concreto di cooperazione tra gli Stati membri dell’UE e il settore dell’istruzione superiore verso la creazione di un titolo europeo riconosciuto automaticamente in tutta l’UE. In considerazione della diversità dei sistemi di istruzione superiore in tutta Europa, la Commissione propone un approccio graduale per gli Stati membri verso un titolo europeo, con due possibili punti di ingresso:
- Una certificazione provvisoria come primo passo per istituire un vero marchio europeo nell'istruzione universitaria: verrebbe assegnata ai programmi che rilasciano un diploma congiunto e che soddisfano i criteri europei proposti così che agli studenti viene rilasciato un titolo congiunto cui è stato apposto questo label europeo.
- Una laurea europea a pieno titolo: questo nuovo tipo di qualifica si baserebbe su criteri comuni e sarebbe ancorata alla legislazione nazionale. Verrebbe rilasciato congiuntamente da più università di diversi paesi o eventualmente da un'entità giuridica europea istituita da tali università: gli studenti ricevono un "titolo europeo" che viene automaticamente riconosciuto.
La Commissione faciliterà e sosterrà gli Stati membri nel lavoro verso la laurea europea attraverso una serie di azioni concrete, tra cui un laboratorio europeo sulle politiche dei titoli di studio sostenuto dal programma Erasmus+, da istituire nel 2025, con l'obiettivo di coinvolgere gli Stati membri e la comunità dell'istruzione superiore nello sviluppo di linee guida per una laurea europea.
Nel 2025 la Commissione prevede di lanciare i "progetti di percorsi di laurea europei" nell'ambito del programma Erasmus+ per fornire incentivi finanziari agli Stati membri, alle loro agenzie di accreditamento e garanzia della qualità, università, studenti e partner economici e sociali, affinché si impegnino nel percorso verso una laurea europea.
La proposta della Commissione per una raccomandazione del Consiglio su un sistema europeo di garanzia della qualità e di riconoscimento nell'istruzione superiore invita gli Stati membri e gli istituti di istruzione superiore a semplificare e migliorare i processi e le pratiche di garanzia della qualità. Queste sono condizioni necessarie per la responsabilità e la fiducia e per migliorare le prestazioni delle università. Gli Stati membri sono invitati ad adottare misure per consentire agli istituti di istruzione superiore di adattare più rapidamente i programmi offerti alle esigenze della società.
Questa raccomandazione sosterrebbe offerte pedagogiche innovative e garantirebbe che gli istituti di istruzione superiore possano creare programmi transnazionali di qualità garantita e automaticamente riconosciuti in tutta l’UE. Il titolo europeo dipenderà da una forte garanzia di qualità e dal riconoscimento automatico.
La proposta di raccomandazione del Consiglio su carriere attraenti e sostenibili nell'istruzione superiore mira a dare al personale coinvolto nel lavoro transfrontaliero nel campo dell'istruzione e nei metodi di insegnamento innovativi il riconoscimento e la ricompensa che meritano. Raccomanda di garantire che i sistemi nazionali di istruzione superiore affrontino il riconoscimento disomogeneo dei diversi ruoli assunti dal personale oltre alle attività di ricerca.
Il pacchetto sarà discusso con il Consiglio dell’UE e le principali parti interessate nel settore dell’istruzione superiore nei prossimi mesi. La Commissione invita il Consiglio, gli Stati membri, le università, gli studenti e le parti economiche e sociali a collaborare per rendere la laurea europea una realtà.
Per garantire un’identità digitale affidabile e protetta per tutti gli europei, il Consiglio ha adottato oggi un nuovo quadro per l’identità digitale europea (eID). Le modifiche al regolamento costituiscono un chiaro cambiamento di paradigma per l’identità digitale in Europa. L’obiettivo è garantire che le persone e le imprese in tutta Europa abbiano accesso universale a un’identificazione e autenticazione elettronica sicura e affidabile.
In base al nuovo regolamento gli Stati membri offriranno a cittadini e imprese portafogli digitali in grado di mettere in relazione la loro identità digitale con altre informazioni personali (ad esempio patente di guida, qualifiche, conto bancario). I cittadini potranno dimostrare la propria identità e condividere documenti elettronici dai loro portafogli digitali in maniera più semplice, utilizzando ad esempio il cellulare.
I nuovi portafogli europei di identità digitale (EDIW) consentiranno a tutti i cittadini di accedere ai servizi online con la propria identità digitale nazionale, che sarà riconosciuta in tutta l’UE, senza dover utilizzare metodi di identificazione privata o condividere inutilmente dati personali. Sarò infatti garantita la condivisione solo delle informazioni che devono essere condivise.
E' stato mantenuto l'orientamento generale della proposta della Commissione relativa a un quadro aggiornato che migliorerà l'efficacia ed estenderà i vantaggi di un'identità digitale sicura e conveniente al settore privato e per l'uso mobile. Le discussioni interistituzionali hanno rafforzato la legislazione in diversi settori importanti per i cittadini. Il portafoglio conterrà una dashboard di tutte le transazioni accessibili al suo titolare sia online che offline, offrirà la possibilità di segnalare eventuali violazioni della protezione dei dati e consentirà l'interazione tra portafogli. Inoltre, i cittadini potranno integrare il portafoglio con gli schemi nazionali di identificazione elettronica esistenti e beneficiare di firme elettroniche gratuite per uso non professionale. Gli elementi principali della nuova legge possono essere così riassunti:
- entro il 2026, ogni Stato membro dovrà mettere a disposizione dei propri cittadini un portafoglio di identità digitale e accettare i portafogli digitali EDIW rilasciati da altri Stati membri in base alla nuova normativa;
- sono state incluse garanzie sufficienti per evitare discriminazioni nei confronti di chiunque scelga di non utilizzare il portafoglio, che rimarrà sempre su base volontaria;
- l’emissione, l’utilizzo e la revoca dei portafogli saranno gratuiti per tutte le persone fisiche
- per quanto riguarda la validazione dell’attestazione elettronica gli Stati membri sono tenuti a fornire meccanismi di validazione gratuiti solo per verificare l’autenticità e la validità del wallet e dell’identità dei soggetti;
- il codice dei portafogli: le componenti del software applicativo saranno open source, ma agli Stati membri è lasciata la libertà affinché, per giustificati motivi, componenti specifiche diverse da quelle installate sui dispositivi degli utenti non siano divulgate;
- è stata garantita la coerenza tra il portafoglio come forma di identificazione elettronica e lo schema in base al quale viene emesso.
Infine, la nuova legge chiarisce l’ambito dei certificati qualificati di autenticazione dei siti web (QWAC), che garantiscono che gli utenti possano verificare chi si nasconde dietro un sito web.
Il meccansimo della condizionalità è largamente praticato nel sistema di spesa dei fondi a carico del bilancio europeo. Lo è anche nel caso della PAC, che nella sua nuova veste per il periodo 2023-2027, ha posto a carico degli agricoltori il rispetto di alcuni standard ambientali e climatici, chiamati “buone condizioni agricole e ambientali” (GAECs). da cui dipendono la maggior parte dei pagamenti PAC ricevuti dagli agricoltori. La Commissione ha deciso di modificare questa serie di nove standard, sipratutto per quanto riguardo il loro funzionamento in chiave di condizionalità.
La Commissione propone pertanto di rivedere alcune condizionalità contenute nel Regolamento sui Piani Strategici della PAC. La revisione riguarda le seguenti condizionalità:
- GAEC 8 sui fattori non produttivi: gli agricoltori dell’UE dovranno mantenere gli elementi paesaggistici esistenti sui loro terreni ma non saranno più obbligati a dedicare una parte minima dei loro seminativi ad aree non produttive, come i terreni a riposo. Possono invece scegliere, su base volontaria, di mantenere non produttiva una parte dei loro terreni coltivabili – o di creare nuovi elementi paesaggistici (come siepi o alberi) – e quindi ricevere un ulteriore sostegno finanziario attraverso un eco-programma che ogni Stato membro dovrà prevedere nei propri piani strategici per la PAC. Tutti gli agricoltori saranno incentivati a mantenere aree non produttive a beneficio della biodiversità senza temere perdite di reddito.
- GAEC 7 sulla rotazione delle colture: gli agricoltori dell’UE potranno soddisfare questo requisito scegliendo se ruotare o diversificare le proprie colture, a seconda delle circostanze ambientali che devono affrontare, come siccità o alluvioni, ed a condizione che tale opzione della diversificazione delle colture sia inclusa nel piano strategico della PAC.
- GAEC 6 sulla copertura del suolo durante i periodi sensibili: gli Stati membri avranno più flessibilità nel definire quali si considerano periodi sensibili e le pratiche consentite, alla luce delle condizioni nazionali e regionali e nel contesto di condizioni meteorologiche molto più variabili.
Oltre a queste modifiche specifiche, la Commissione propone che gli Stati membri possano esentare determinate colture, tipi di terreno o sistemi agricoli dal rispetto dei requisiti in materia di lavorazione del terreno, copertura del suolo e rotazione/diversificazione delle colture (rispettivamente GAEC 5, 6, 7). E' possibile ricorrere ad esenzioni anche per consentire l’aratura per ripristinare i prati permanenti nei siti Natura 2000 nel caso in cui siano danneggiati a causa di predatori o specie invasive (GAEC 9). Tali esenzioni possono coprire l’intero periodo della PAC. Dovrebbero essere limitate in termini di area e istituite solo laddove si rivelino necessarie per affrontare problemi specifici. Sarà la Commissione Europea ad esaminare le modifiche necessarie per convalidare le esenzioni e mantenere la coerenza con gli obiettivi ambientali generali dei Piani.
In caso di eventi climatici estremi che impediscono agli agricoltori di rispettare gli standard GAEC, gli Stati membri possono anche introdurre deroghe temporanee. Tali deroghe dovrebbero essere limitate nel tempo e applicarsi solo ai soggetti direttamente interessati.
Per garantire agli Stati la possibilità di adattare più agilmente i loro piani strategici della PAC alle mutevoli condizioni, la Commissione propone di raddoppiare il numero di modifiche sotto forma di emendamenti consentiti ogni anno. Da ultimo la Commissione propone di esentare le piccole aziende agricole con meno di 10 ettari dai controlli e dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di condizionalità. Saranno così ridotti in maniera significativa gli oneri amministrativi per i piccoli agricoltori, che rappresentano circa il 65% dei beneficiari della PAC.
Da sottlineare che I piani strategici della PAC prevedono che il 32% del bilancio totale della PAC (circa 98 miliardi di euro) vada a premiare azioni volontarie che promuovono gli obiettivi ambientali, climatici ed il benessere degli animali. Le modifiche proposte mantengono questo bilancio senza precedenti e forniscono una maggiore flessibilità per raggiungere gli obiettivi ambientali della PAC.
Inoltre, gli Stati membri dovranno rivedere i propri piani strategici della PAC entro il 31 dicembre 2025 nel caso che specifiche normative ambientali e climatiche (ad esempio sulla conservazione degli uccelli selvatici e degli habitat naturali della fauna e della flora selvatiche e sulla protezione delle acque) vengano aggiornate a livello dell’UE .
Parlamento Europeo e Consiglio hanno trovato l'accordo per dare il via libera all'adozione del Cyber Solidarity Act. Si tratta di uno strumento normativo e operativo importante per Irafforzare la solidarietà a livello dell’UE e per individuare, preparare e rispondere meglio alle minacce e agli incidenti informatici. tanto più necessario nell'attuale contesto geopolitico fortemente preoccupante.
In pratica sono previste tre azioni:
- In primo luogo, la creazione di uno European Cybersecurity Alert System, costituito da una rete di National and Cross-Border Cyber Hubs, che farà leva su strumenti e infrastrutture all’avanguardia, come l’intelligenza artificiale e l’analisi avanzata dei dati, per rilevare minacce e incidenti informatici. Questa infrastruttura consentirà alle autorità ed agli enti implicati di avere contezza in tempo reale della situazione, in modo da poter rispondere efficacemente. Nell'aprile 2023 è stata avviata una sperimentazione pilota ad opera di due consorzi transnazionali per gestire e avviare tali strumenti e infrastrutture nell'ambito del programma Digital Europe.
In secondo luogo, viene istituito un Meccanismo di Emergenza per la Cybersecurity per migliorare l'azione preventiva e le capacità di risposta agli incidenti informatici su larga scala. Il meccanismo si articola in tre aree principali:
In terzo luogo, la proposta istituisce anche un European Cybersecurity Incident Review Mechanism per esaminare e valutare gli attacchi significativi o su larga scala dopo che si sono verificati, con l’obiettivo di fornire raccomandazioni per migliorare la posizione dell’UE in materia di cibersicurezza.
Inoltre Anche il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo per apportare una modifica allo Cybersecurity Act. In questo modo si introduce la possibilità di adottare schemi europei di certificazione per i c.d. servizi di sicurezza gestiti. II fornitori , una volta certificati come "fidati", potranno essere inseriti nella EU Cybersecurity Reserve.
I servizi di sicurezza gestiti svolgono un ruolo importante nella prevenzione e nella risposta agli incidenti di sicurezza informatica. Tuttavia, sono anche essi stessi un bersaglio per autori malintenzionati che cercano di accedere agli ambienti sensibili dei loro clienti. La certificazione di tali servizi rafforzerà la cibersicurezza in tutta l’Unione, promuovendo la fiducia e la trasparenza nella catena di approvvigionamento. E' questo un aspetto fondamentale per le imprese e gli operatori delle infrastrutture critiche, che avranno un chiaro punto di riferimento nell’acquisizione di servizi di sicurezza informatica.
Oggi la Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno presentato la prima strategia europea per il settore industriale della difesa a livello dell’UE e hanno proposto nuove azioni ambizionse a sostegno della competitività dell’industria della difesa. Alla luce di quanto sta avvenendo in Ucraina, ai confini dell'Unione europea, la strategia europea per l’industria della difesa (EDIS) vuol essere una visione chiara e a lungo termine di come preparare l’industria della difesa a possibili minacce. Come primo passo nell'immediato, la Commissione europea presenta oggi una proposta legislativa per un programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) e un quadro di misure per garantire la tempestiva disponibilità e fornitura di prodotti per la difesa.
In un ottica che copre i prossimi dieci anni l’industria della difesa europea e gli Stati membri devono investire di più, meglio, insieme ed a livello europeo. Per sostenere gli Stati membri nel raggiungimento di questi obiettivi, la strategia europea per l’industria della difesa presenta una serie di azioni volte a:
- per sostenere la domanda di armamenti in primo luogo vengono potenziati gli strumenti e le iniziative esistenti, come il Piano di sviluppo delle capacità (CDP), la Revisione annuale coordinata sulla difesa (CARD) e la Cooperazione strutturata permanente (PESCO). Saranno sostenuti incentivando la cooperazione degli Stati membri nella fase di approvvigionamento delle capacità di difesa;
- strategico sarà in tal senso lo European Defence Technological and Industrial Base (EDTIB), che deve essere reso più reattivo, in qualsiasi circostanza e orizzonte temporale. Saranno sostenuti gli investimenti degli Stati membri e dell'industria europea della difesa volti a sviluppare e immettere sul mercato le tecnologie e le capacità di difesa più avanzate . Vengono inoltre proposte misure per garantire che l'EDTIB abbia a sua disposizione ciò di cui ha bisogno anche in periodi di crisi, aumentando così la sicurezza dell'approvvigionamento dell'UE;
- Garantire che i bilanci nazionali e dell’UE sostengano con i mezzi necessari l’adattamento dell’industria europea della difesa al nuovo contesto di sicurezza;
- Integrare una cultura della preparazione alla difesa in tutte le politiche, in particolare rivedendo le competenze di settore della Banca europea per gli investimenti nell'erogazione dei prestiti;
- Sviluppare legami più stretti con l’Ucraina attraverso la partecipazione alle iniziative dell’Unione a sostegno dell’industria della difesa e stimolando la cooperazione tra l’UE e le industrie della difesa ucraine;
- Collaborare con la NATO e con gli altri partner strategici a livello internazionale.
Per quanto riguarda gli indicatori che dovrebbero misurare il progresso in termini di preparazione dell'industria della difesa europea, la Strategia stabilische che:
- almeno il 40% degli equipaggiamenti e armamenti sia acquistato congiuntamente da pià stati europei entro il 2030;
- entro il 2030, il valore del commercio della difesa intra-UE deve rappresentare almeno il 35% del valore del mercato della difesa dell’UE;
- entro il 2030 almeno il 50% del budget degli appalti di approviggionamento sia speso all'interno dell'UE, soglia che sale ad almeno il 65% entro il 2035.
Il Programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) è la nuova iniziativa legislativa che collegherà le misure di emergenza a breve termine, adottate nel 2023 e che termineranno nel 2025, a un approccio più strutturale e a lungo termine per raggiungere la preparazione industriale della difesa. Ciò garantirà la continuità nel sostegno alla base industriale e tecnologica di difesa europea, per accompagnare il suo rapido adattamento alla nuova realtà. Sul piano finanziario mobiliterà 1,5 miliardi di euro del bilancio dell’UE per il periodo 2025-2027 a beneficio dell’EDIRPA, strumento finanziario creato per agevolare la cooperazione tra gli Stati membri nella fase di appalto, e dell’ASAP , che riguarda l'incremento della capacità produttiva delle industrie europee e nasce con lo scopo preciso di aumentare la produzione di munizioni per l'Ucraiana. L'EDIP supporterà il passaggio alla fase di industrializzazione dei prodotti sviluppati da progetti comuni di ricerca e sviluppo sostenute dal Fondo europeo per la difesa. Il bilancio EDIP può essere utilizzato anche per istituire un Fondo per lAccelerare la trasformazione delle Catene di Approvvigionamento della difesa (FAST). Il nuovo fondo faciliterà in particolare l’accesso al credito e/o al finanziamento azionario per le PMI che operano nel settore delle tecnologie per la difesa e/o realizzano prodotti per la difesa. Il bilancio EDIP rafforzerà inoltre la cooperazione industriale della difesa dell'UE con l'Ucraina e sosterrà lo sviluppo della sua base industriale e tecnologica per la difesa. A tal fine, l’EDIP potrebbe eventualmente trarre finanziamenti aggiuntivi dai profitti extra derivanti dalle riserve finanziarie russe depositate nelle banche europee e congelate a seguito della guerra (soggetta a decisione del Consiglio su proposta dell’Alto Rappresentante).
Gli aspetti normativi sono molto interessanti, e la vera novità in fondo. Si parla di un nuovo quadro giuridico, che sarà chiamato Struttura per il Programma Europeo di Armamento (SEAP), per facilitare e ampliare la cooperazione tra gli Stati membri, in complementarità e sinergia ccon la PESCO. Cardine centrale inoltre un nuovo regime a livello dell’UE per la sicurezza dell’approvvigionamento, per garantire a tutti gli stati l’accesso costante a equipaggiamenti e armamenti necessari in Europa e fornirà un quadro per reagire in modo efficiente e rapido a possibili crisi di approvvigionamento in futuro. Inoltre, l’EDIP prevede il lancio di progetti di difesa europei di interesse comune, che beneficierebbero del sostegno finanziario dell’UE. Infine, l’EDIP propone di istituire una struttura di governance, in cui gli Stati membri siano pienamente coinvolti, per garantire la coerenza complessiva dell’azione dell’UE nel campo dell’industria della difesa (il Defense Industrial Readiness Board).
Il Consiglio ha adottato tre atti legislativi relativi alla revisione del quadro finanziario pluriennale dell'UE per il periodo 2021-2027, dando il via libera definitivo al pacchetto, che rafforza il bilancio a lungo termine dell'UE per far fronte alle conseguenze della guerra in Ucraina a due anni dal suo inizio. Il pacchetto comprende un regolamento che modifica il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, e due regolamenti che istituiscono la Ukrain Facility e e la Piattaforma STEP per le tecnologie strategiche. vediamole nel dettaglio.
Le modifiche al quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 riflettono l’accordo raggiunto dai leader dell’UE il 1° febbraio 2024 e rafforzano il bilancio a lungo termine dell’UE in un numero limitato di settori prioritari. In totale, vengono resi disponibili 64,6 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi. I finanziamenti aggiuntivi coprono il sostegno all’Ucraina, la migrazione e la dimensione esterna, gli investimenti in tecnologie critiche nell’ambito della piattaforma STEP, il pagamento degli interessi del Next Generation EU e gli aiuti di emergenza in situazioni quali i disastri naturali e le crisi umanitarie nell’UE e nel mondo .
Questa la loror distribuazione:
- 50 miliardi di euro per lo strumento per l’Ucraina (17 miliardi di euro in sovvenzioni e 33 miliardi di euro in prestiti);
- 2 miliardi di euro per l'immigrazione e la gestione delle frontiere;
- 7,6 miliardi di euro per ila dimensione esterna, in particolare verso i paesi della sponda sud del Mediterraneo, Balcano e confini orientali;
- 1,5 miliardi di euro per il Fondo europeo per la difesa;
- 2 miliardi di euro per lo Strumento di flessibilità;
- 1,5 miliardi di euro per la Solidarity and Aid Emergency Reserve
In particolare la Ukraine Facility sarà un nuovo strumento dedicato a sostenere la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell'Ucraina, sostenendo al tempo stesso gli sforzi per riforme nell'ambito del suo processo di adesione all'UE. Convoglierà il bilancio dell'UE destinato all'Ucraina in un unico strumento, fornendo all'Ucraina un sostegno coerente, prevedibile e flessibile per il periodo 2024-2027, adattato alle sfide senza precedenti legate al sostegno a un paese in guerra.
Per quanto riguarda la Piattaforma STEP, avrà la missione di mobilitare gli investimenti nei settori del digitale e deep tech, delle tecnologie pulite e delle biotecnologie, con l’obiettivo generale di rafforzare la sovranità dell’UE e la competitività a lungo termine in queste tecnologie critiche. Attraverso un mix di incentivi finanziari e misure volte a facilitare il finanziamento dei progetti, i programmi ed i fondi UE esistenti, compresi i fondi della politica di coesione, InvestEU, Horizon Europe, il Fondo europeo per la difesa, il Fondo per l’innovazione e il nextgenerationEU saranno riorientati verso il finanziamento delle tecnologie critiche.
Le modifiche al regolamento che istituisce il quadro finanziario pluriennale entreranno in vigore il giorno della loro pubblicazione e si applicheranno, con effetto retroattivo, dal 1° gennaio 2024. I regolamenti che istituiscono lo strumento per l'Ucraina e lo STEP entreranno in vigore il giorno successivo alla loro pubblicazione.
Oggi la Commissione ha proposto una strategia globale per raggiungere la leadership industriale dell’UE nel settore dei materiali avanzati, una tecnologia abilitante fondamentale di grande importanza per la duplice transizione verde e digitale. La comunicazione sui materiali avanzati per la leadership industriale propone misure concrete che consentano di allineare le priorità e gli investimenti in ricerca e innovazione nell’UE, garantendo la leadership europea in questa tecnologia chiave. Questa iniziativa, attesa a lungo dalla comunità industriale, rappresenta il primo passo verso un approccio comune europeo per i materiali avanzati, ponendo le basi per ulteriori azioni.
I materiali avanzati sono materiali intenzionalmente progettati e ingegnerizzati per offrire prestazioni superiori o funzioni speciali, sviluppabili con una velocità senza precedenti grazie alla comprensione scientifica e alla potenza di calcolo di oggi. Sono fondamentali ad esempio per l’innovazione nei settori dell’energia, dell’elettronica, dell’edilizia e della mobilità, e quindi cruciali per la transizione verde e digitale. Si prevede che il primo elenco di aree di ricerca verrà ampliato nel corso del tempo in dialogo con il Technology Council, la cui istituzione è prevista a breve.
Si prevede che la domanda di materiali avanzati aumenterà in modo significativo nei prossimi anni, ad esempio per la produzione di energia rinnovabile, batterie, edifici a emissioni zero, semiconduttori, medicinali e dispositivi medici, satelliti, lanciatori spaziali, aerei o per altre applicazioni duali nonché equipaggiamenti per la difesa.
La strategia intende rafforzare la competitività a lungo termine dell’UE garantendo che l’Unione rimanga all’avanguardia in queste nuove tecnologie dei materiali, sostenendone le capacità di sviluppo, sperimentazione e impiego. Le azioni proposte dovrebbero inoltre rafforzare l’autonomia strategica e la sicurezza economica dell’UE riducendo la dipendenza dalle materie prime critiche o sostenendone il riciclaggio e il riutilizzo.
Queste le azioni che si articolano su cinque pilastri:
Il giorno dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, il 24 febbraio 2022, la Confederazione delle Caritas si è mobilitata per fornire sostegno immediato alle due organizzazioni cattoliche locali – Caritas Ucraina e Caritas-Spes Ucraina – che operano in 100 centri di aiuto in tutto il Paese. Da allora, i due enti di solidarietà hanno aiutato 3,8 milioni di persone e la Caritas oggi è il maggiore fornitore di aiuti umanitari e servizi sociali.
Tuttavia, il sostegno della Caritas si estende ben oltre l’Ucraina e si concentra anche sui bisogni di milioni di rifugiati ucraini che vivono in Europa. Caritas Europa ha un ruolo nel sostenere la risposta umanitaria regionale nei paesi vicini all'Ucraina (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania, Slovacchia, ecc.). Nel momento in cui la maggior parte dei governi europei, e la stessa Commissione Europea, riducono i finanziamenti umanitari per i progetti in Ucraina, la Caritas lancia un monito accorato sulle conseguenze in termini di assistenza alle persone in fuga dalla guerra.
Le organizzazioni Caritas nazionali nei paesi vicini segnalano con preoccupazione un crescente calo della solidarietà e difficoltà nell’attuazione della Direttiva europea sulla protezione temporanea (TPD), che garantisce procedure rapide nel rilascio dei permessi di soggiorno e di lavoro a milioni di rifugiati. Sempre più rifugiati faticano a ricevere un sostegno adeguato e rischiano l’esclusione dai programmi statali, compresi quelli che si trovano in situazioni vulnerabili. Pertanto, Caritas Europa esorta i governi europei a non diminuire il loro sostegno ai rifugiati ucraini e a garantire l’adeguata attuazione della TPD.
Inoltre, in vista della scadenza della Direttiva a marzo 2025, la Caeitas invita l’UE a pianificare in modo adeguato la transizione al regime normale. Dovrebbero essere previste diverse opzioni, insieme a un’ulteriore estensione della TPD, come il passaggio al sistema di asilo o altre forme di protezione temporanea.
La Segreteria Generale di Caritas Europa, Maria Nyman ha dichiarato: "La storia dell’Europa è cambiata irreversibilmente due anni fa con l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia. Ho visitato l'Ucraina e ho constatato personalmente le conseguenze delle atrocità della guerra su così tante persone e in così tanti luoghi. La Caritas fornisce sostegno a coloro che sono sopravvissuti e alle loro famiglie, e a coloro che vogliono ricostruire la propria vita, casa e comunità. Continueremo a essere solidali e a fornire il nostro costante sostegno per tutto il tempo necessario e pregheremo per il giorno in cui il popolo ucraino potrà vivere di nuovo in pace."
Caritas riporta che le condizioni di vita in Ucraina sono ancora estremamente difficili, con oltre 14 milioni di cittadini in stato di forte bisogno in terminii di di aiuti umanitari. In particolare, Caritas-Spes Ucraina esprime la propria preoccupazione per la contaminazione di numerose fonti d'acqua, del suolo e degli ecosistemi. Inoltre, quasi 3,3 milioni di persone bisognose di aiuti vivono in comunità in prima linea nell’est e nel sud del paese. In queste regioni dell’Ucraina, compresi i territori sotto il controllo temporaneo della Federazione Russa, milioni di persone lottano per avere un accesso adeguato all’acqua, al cibo, alla salute, all’alloggio, alla protezione e ad altri servizi essenziali.
La Commissione ha presentato le iniziative nel prossimo futuro per favorire l’innovazione, la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture digitali. La competitività dell'economia europea dipende da queste infrastrutture e dai servizi avanzati di rete digitale, poiché una connettività veloce, sicura e ben distribuita è essenziale per la diffusione delle tecnologie strategiche in settori quali la telemedicina, la guida automatizzata, la manutenzione predittiva degli edifici, o l'agricoltura di precisione.
Il pacchetto presentato sulla connettività digitale segna l'avvio di una discussione su larga scala con gli syakeholders, gli Stati membri e i partner internazionali sulle seguenti proposte:
- Il Libro bianco su “Come gestire le esigenze delle infrastrutture digitali dell’Europa?” analizza le sfide che l’Europa si trova attualmente ad affrontare nello sviluppo delle future reti di connettività e presenta possibili scenari per attrarre investimenti, promuovere l’innovazione, aumentare la sicurezza e realizzare un vero mercato unico digitale.
- La Raccomandazione sulla sicurezza e la resilienza delle infrastrutture dei cavi sottomarini presenta una serie di azioni a livello nazionale e comunitario volte a migliorare la sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini, attraverso un migliore coordinamento in tutta l’UE, sia in termini di governance che di finanziamento.
Contestualòente la Commissione lancia una consultazione pubblica sul Libro Bianco rivolta a Stati membri, società civile, industria e mondo accademico, per raccogliere le loro opinioni sugli scenari delineati nel Libro bianco e offrire loro l'opportunità di contribuire alle future proposte della Commissione in questo ambito .
Il Consiglio ha deciso oggi di modificare il quadro UE sulle misure restrittive per combattere il terrorismo, introducendo un'eccezione umanitaria alle misure di congelamento dei beni per una durata iniziale di 12 mesi. Si tratta di una novità nelle procedure di aiuto umanitario dell'Europa, che consente ad alcune categorie di soggetti e partner del'Europa o di singoli Stati membri nella fornitura di aiuti umanitari , secondo la risoluzione 2664 (2022) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di effettuare transazioni con persone ed entità colpite da sanzioni senza alcuna autorizzazione preventiva, se lo scopo è fornire assistenza umanitaria o sostenere altre attività che sostengono i bisogni umani fondamentali delle persone bisognose.
Questa decisione vuole inviare un segnale forte sia agli operatori umanitari che a quelli economici, nonché a coloro che necessitano di aiuti umanitari: le sanzioni dell’UE non ostacolano la fornitura di assistenza umanitaria. Ciò dimostra la ferma determinazione dell’UE ad evitare conseguenze negative involontarie delle sanzioni sull’azione umanitaria e l’importanza attribuita alla piena aderenza al diritto internazionale nella politica delle sanzioni dell’UE.
Il 9 dicembre 2022, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 2664 (2022), che prevede un “carve-out umanitario” – un’esenzione umanitaria permanente – alle misure di congelamento dei beni imposte dai regimi sanzionatori delle Nazioni Unite. Di conseguenza, il 14 febbraio 2023 il Consiglio ha introdotto l'esenzione umanitaria ai sensi della risoluzione 2664 nei regimi di sanzioni delle Nazioni Unite nei cosiddetti regimi di sanzioni miste ONU/UE in cui le misure sanzionatorie dell’UE integrano le sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il 27 novembre 2023 il Consiglio ha introdotto ulteriormente l'esenzione umanitaria in alcuni regimi di misure restrittive dell'Unione.
L’obiettivo dell'operazione difensiva di sicurezza marittima è ripristinare e salvaguardare la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo. "Con il lancio di EUNAVFOR ASPIDES, l'Unione europea risponde rapidamente alla necessità di ripristinare la sicurezza marittima e la libertà di navigazione in un corridoio marittimo altamente strategico. L'operazione svolgerà un ruolo chiave nella salvaguardia degli interessi commerciali e di sicurezza, nell'interesse della dell’UE e della più ampia comunità internazionale.", queste le parole dell'Alto Rappresentante per la Politica Esrera e di Sicurezza Josep Borrell.
L'operazione ASPIDES garantirà la presenza navale dell'UE nell'area in cui numerosi attacchi Houthi hanno preso di mira navi commerciali internazionali dall'ottobre 2023. In stretta collaborazione con i partner internazionali che lsono allineati alle posizioni dell'Europa, ASPIDES contribuirà a salvaguardare la sicurezza marittima e garantire la libertà di navigazione, in particolare per le navi mercantili. e commerciali. Nell’ambito del suo mandato di natura difensiva, l’operazione fornirà informazioni sulla situazione marittima, farà da scorta alle navi e le proteggerà da possibili attacchi in mare.
L’operazione sarà attiva lungo le principali linee marittime di comunicazione nello stretto di Baab al-Mandab e nello stretto di Hormuz, nonché nelle acque internazionali del Mar Rosso, del Golfo di Aden, del Mar Arabico, del Golfo di Oman e il Golfo Persico.
Il comandante dell'operazione sarà l'Ammiraglio Vasilios Griparis, mentre il Comandante delle forze sarà il contrammiraglio Stefano Costantino. Il quartier generale dell'operazione avrà sede a Larissa, in Grecia.
L’operazione ASPIDES si coordinerà strettamente con EUNAVFOR ATALANTA per contribuire alla sicurezza marittima nell’Oceano Indiano occidentale e nel Mar Rosso, nonché con gli altri partner internazionali contribuendo alla sicurezza marittima nella sua area di operazione.
Il Consiglio ha adottato la sua posizione (mandato negoziale) sulla direttiva di modifica volta ad ampliare e potenziare ulteriormente l'uso degli strumenti e dei processi digitali nel diritto societario. Le nuove norme renderanno i dati aziendali più facilmente disponibili, miglioreranno la fiducia e la trasparenza nelle aziende di tutti gli Stati membri, creeranno amministrazioni pubbliche più connesse e ridurranno la burocrazia per le aziende e le altre parti interessate in situazioni transfrontaliere. Contribuirà in tal modo a un mercato unico più integrato e digitalizzato per le imprese.
Ai swnai della proposta di direttiva presentata dalla Commissione, e sulla quale il Consiglio ha adottato la sua posizione, le informazioni sulle imprese a livello dell’UE saranno rese disponibili i attraverso il Sistema di Interconnessione dei Registri delle Imprese (BRIS). La direttiva è intesa a garantire che i dati aziendali contenuti nei registri delle imprese siano accurati, affidabili e aggiornati.
Le nuove norme mirano inoltre a ridurre la burocrazia quando le società utilizzano le informazioni aziendali contenute nei registri delle imprese in contesti transfrontalieri. Ad esempio, la proposta elimina formalità quali la necessità di apporre un’apostilla sui documenti aziendali e incoraggia l’uso del “principio una tantum” quando le società creano più filiali e sedi distaccate in un altro Stato membro. Introduce inoltre un certificato aziendale multilingue dell’UE da utilizzare nelle situazioni transfrontaliere.
Contenuti principali della posizione del Consiglio
Il mandato negoziale del Consiglio condivide gli obiettivi principali della proposta di direttiva ma introduce alcuni miglioramenti per semplificare alcune procedure e ridurre gli oneri amministrativi per le imprese e le autorità nazionali. Ad esempio, specifica meglio il principio “una tantum” per lo scambio e l’accesso alle informazioni da parte di una società quando crea filiali transfrontaliere. Al fine di ridurre gli oneri amministrativi sia per i registri delle imprese che per le società, non saranno più richieste le informazioni sui gruppi di società. Il mandato del Consiglio tutela anche le diverse tradizioni nazionali per quanto riguarda la registrazione dei dati personali nel certificato aziendale dell'UE.
Inoltre, la posizione del Consiglio introduce alcuni allineamenti tecnici che aumentano la facilità d’uso delle procure digitali a livello europeo, diminuendo il rischio di sviluppare sistemi paralleli non interoperabili in maniera uniforme. Infine, il testo prevede una proroga di sei mesi del periodo di recepimento per consentire alle imprese di adattarsi ai nuovi requisiti.
Il mandato concordato dalConsiglio stabilisce un quadro di riferimento per avviare i negoziati con il Parlamento europeo. La proposta di direttiva è stata presentata dalla Commissione Il 29 marzo 2023 come modifica e adeguamento della direttiva del 2019 sull’uso degli strumenti e dei processi digitali nel diritto societario.
Ieri la Commissione ha concluso quattro indagini di mercato avviate il 5 settembre 2023 ai sensi della nuova normativa sui mercati digitali (Digital Market Act), stabilendo che Apple e Microsoft non devono essere designate come gatekeepers per i seguenti servizi offerti dalle loro piattaforma: il servizio di messaggistica di Apple iMessage, Il motore di ricerca online di Microsoft Bing, il browser Edge e il servizio di pubblicità online Microsoft Advertising.
Le indagini della Commissione sono stateavviate in seguito alla notifica da parte di Apple e Microsoft nel luglio 2023 dei core platform services che rientravano nelle soglie quantitative stabilite dal DMA. Tra questi servizi figurano anche i quattro servizi interessati dalle decisioni odierne. Apple e Microsoft tuttavia hanno presentato le cosiddette argomentazioni di “confutazione”, spiegando perché, nonostante il rientro nelle soglie quantitative, tali servizi non dovrebbero, a loro avviso, essere qualificati come gateway.
Nella decisione del 5 settembre 2023, la Commissione ha ritenuto che le argomentazioni avanzate da Apple e Microsoft meritassero un’analisi approfondita. A seguito di tale valutazione approfondita e tenendo conto del contributo delle parti interessate e dopo aver ascoltato il Digital Market Advisory Committee la Commissione ha concluso che iMessage, Bing, Edge e Microsoft Advertising non si qualificano come servizi di gatekeeper.
La Commissione europea ha lanciato una gara d'appalto per finanziare la crezione di una Rete tra i luoghi che hanno visto l'accadere tragico della Shoah. Il contesto è dato dall'adozione nell'ottobre 2021 della prima Strategia europea per combattere l'antisemitismo e far conoscere la cultura ed i costumi ebraici. Sotto la spinta dell'allarme legato al risorgere in Europa e altrove di forme di intolleranza antisemita, la Commissione europea ha lanciato una propria strategia articolandola su tre pilastri: 1) prevenire tutte le forme di antisemitismo; 2) proteggere e promuovere la vita ebraica, 3) promuovere la ricerca, la formazione e la memoria sui fatti della Shoah.
Attraverso la creazione di una rete si vuole far sì che la memoria delle vittime dell'Olocausto sia conservata, e ne venga al contempo preservata la verità storica contro ogni tentativo di negazionismo sempre presente. Preseervando i siti dell'Olocausto si vuole far sì che sia le autorità locali sia le comunità facciano propria una coscienza collettiva e chiara delle atrocità accadute in Europa lo scorso secolo.
Un'importanza particolare viene assegnata ai sopravissuti dell'Olocausto, che ancora tengono vivo il ricordo di quei fatti. E' una generazione che sta scomparendo, e quindi ancora più urgente e vitale valorizzarne il contributo di testimoni.
I siti dell'Olocausto sono rappresentati dq uei luoghi - campi di concentramento nazisti, luoghi dove avvennero le fucilazioni, punti di deportazione e luoghi dove gli ebrei vennero nascosti - che insieme combinano un mosaioco della tragedia della Shoah.
ha dichiarato il Vice - Presidente Schinas : Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un’ondata allarmante di crimini d’odio antisemiti, discorsi di odio, miti di cospirazione e disinformazione che ci ricordano i capitoli più oscuri della nostra storia. Dobbiamo concentrarci sulla preservazione dei luoghi segnati dall’Olocausto, così da non dimenticare mai cosa succede quando lasciamo che l’antisemitismo e altre forme di odio si diffondano senza problemi”.
La gara d'appalto è del valore di 3 milioni di euro. La scadenza per parteciparvi è il 24 maggio. Informazioni maggiori qui:
https://ted.europa.eu/en/notice/-/detail/80397-2024
Il progetto HuMUS rientra nelle attività finanziate dall'Unione Europea attraverso le Missioni del programma Horizon Europe. Si tratta di grnadi contenitori tematici che cpncentrano grandi risorse finanziarie su consorzi di ricerca vasti e in grado, proprio per le loro dimensioni allargate, di produrre un impatto forte. A loro volta, per favorirne la conoscenza da parte anche delle comunità locali, una delle misure complementari e intregrative è rappresentata dalla promozione di un metodo di governance partecipativo.
Le Missioni sino sei. Una di queste riguarda nello specifico il suolo, la" A Soil Deal for Europe". Da questa specifica Missione nasce il progetto HuMUS, che a sua volta lancia un bando di 600.000 euro rivolte alle autorità locali e regionali affinché si facciano promotori di 20 Progetti Pilota per la salvaguardia ed il ripristino del suolo. La scadenza è il 24 febbraio. Maggiori informazioni qui:
https://humus-project.eu/open-call/
Per accelerare la diffusione dell’infrastruttura di rete Gigabit in tutta Europa, lConsiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto oggi l' accordo su una proposta per sostituire la direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga (BCRD) del 2014 con la legge sull’infrastruttura Gigabit (GIA).
Il GIA è uno dei pilastri legislativi strategici per raggiungere gli obiettivi e i traguardi di connessione in Europa, come stabilito nella bussola digitale dell’UE per il decennio, e per implementare le reti di comunicazione elettronica di prossima generazione nell’UE.
La nuova legge mira a ridurre i costi elevati della realizzazione dell'infrastruttura di comunicazione elettronica, in parte legati a inutili e lunghe procedure di concessione delle autorizzazioni o dell'aggiornamento delle reti. Queste procedure sono ancora complesse, spesso diverse da uno Stato membro all’altro.
Il regolamento mira inoltre ad accelerare la realizzazione delle reti, garantire certezza giuridica e trasparenza per tutti gli attori economici coinvolti e stabilire processi di pianificazione e realizzazione più efficienti per gli operatori delle reti pubbliche di comunicazione elettronica.
Questa legge che pone requisiti minimi di armonizzazione affronta anche la realizzazione e l’accesso alle infrastrutture fisiche interne agli edifici. Faciliterà inoltre le applicazioni transfrontaliere e consentirà alle parti interessate, agli operatori di comunicazioni elettroniche, ai produttori di apparecchiature o alle società di ingegneria civile, di realizzare migliori economie di scala.
L'accordo mantiene l'orientamento generale della proposta della Commissione. I colegislatori hanno tuttavia modificato alcune parti della proposta, riguardanti principalmente i seguenti aspetti:
- come passaggio intermedio è stato introdotto un meccanismo di conciliazione obbligatorio tra enti pubblici e operatori di telecomunicazioni per facilitare la procedura di concessione delle autorizzazioni
- è stata introdotta l'eccezione di un periodo transitorio per i comuni più piccoli, nonché disposizioni specifiche per promuovere la connettività nelle zone rurali e remote
- Sono stati chiariti i fattori nel calcolo delle condizioni eque e ragionevoli di accesso
- è stata introdotta una disposizione specifica che riguarda la presenza di intermediari tra proprietari terrieri e gestori delle infrastrutture
- sono state concordate disposizioni specifiche su un’etichetta volontaria “fibre-ready” per gli edifici
- nel testo sono state incluse diverse eccezioni per le infrastrutture nazionali critiche.
Infine, considerato che l’attuale prezzo al dettaglio per le comunicazioni intra-UE regolamentate scadrà il 14 maggio 2024, l’accordo provvisorio prevede il mantenimento della tutela dei consumatori, soprattutto degli utenti vulnerabili, estendendo i limiti tariffari, che sono di 0,19 euro al minuto per le chiamate e 0,06 € per SMS.
L’accordo garantisce nel complesso che gli Stati membri abbiano un’ampia autonomia nell’emanare norme più rigorose e dettagliate sui diversi elementi del nuovo regolamento. La nuova legge verrà applicata 18 mesi dopo la sua entrata in vigore, con alcune disposizioni specifiche che diventeranno operative in una fase successiva.
CLS
a Commissione ha pubblicato oggi una valutazione d'impatto dettagliata sui possibili percorsi per raggiungere l'obiettivo concordato di rendere l'Unione europea neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Sulla base di questa valutazione d'impatto, la Commissione raccomanda una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990 , avviando un dibattito con tutte le parti interessate; la proposta legislativa sarà presentata dalla prossima Commissione, dopo le elezioni europee, perchè sarebbe impossibile al oggi avviare una discussione serena. Questa raccomandazione vuol essere in linea con il parere del Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici (ESABCC) e con gli impegni assunti dall'UE nell'ambito dell'accordo di Parigi. Vediamo nel dettaglio.
La comunicazione di oggi stabilisce una serie di condizioni politiche necessarie per raggiungere l'obiettivo del 90%. Tali misure comprendono la piena attuazione del quadro concordato per il 2030, garantendo al contempo la competitività dell’industria europea, una maggiore attenzione a una transizione giusta che non lasci indietro nessuno, condizioni di parità con i partner internazionali e un dialogo strategico sul quadro post-2030. , anche con l'industria e il settore agricolo.
l punto di partenza è la piena attuazione della legislazione esistente per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. L’aggiornamento in corso dei Piani Nazionali per l’energia e il clima (PNEC) è un elemento chiave nel monitoraggio dei progressi e la Commissione si sta impegnando con gli Stati membri, l'industria e le parti sociali per agevolare ltale attuazione.
Nella visione della Commissione Il Green Deal deve diventare un accordo per la decarbonizzazione industriale che si basi sui punti di forza esistenti, come l’energia eolica, idroelettrica e gli elettrolizzatori, e continui ad aumentare la capacità produttiva nazionale in settori in crescita come batterie, veicoli elettrici, pompe di calore, fotovoltaico, CCU /CCS, biogas, biometano ed economia circolare. Anche il carbon pricing e l’accesso ai finanziamenti sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni da parte dell’industria europea. La Commissione istituirà una task force dedicata per sviluppare un approccio globale al carbon pricing e ai mercati del carbonio. L’Europa dovrà inoltre mobilitare il giusto mix di investimenti del settore pubblico e privato per rendere la propria economia sostenibile e competitiva. Nei prossimi anni sarà necessario un approccio europeo alla finanza, in stretta collaborazione con gli Stati membri.
Nonostante le proteste sempre più accese, la Commissione indica nel dialogo la via necessaria per perseguire una transizione giusta. infatti, nel documento è detto che il dialogo aperto con tutte le parti interessate è una precondizione cruciale per realizzare la transizione pulita. La Commissione ha già avviato dialoghi formali con l’industria ed il settore agricolo. Il dialogo strutturato con le parti sociali dovrebbe essere rafforzato nei prossimi mesi per garantire il loro contributo, concentrandosi su occupazione, mobilità, qualità del lavoro e investimenti nella riqualificazione e nel miglioramento delle competenze. Questa continua azione di sensibilizzazione aiuterà la prossima Commissione a presentare proposte legislative per il quadro strategico post-2030 che dovrebbe raggiungere l’obiettivo del 2040 in modo equo ed efficiente in termini di costi. Il ritmo della decarbonizzazione dipenderà dalla disponibilità di tecnologie che forniscano soluzioni prive di emissioni di carbonio e anche da un uso efficiente delle risorse in un’economia circolare.
Si prevede che il settore energetico raggiungerà la completa decarbonizzazione subito dopo il 2040, sulla base di tutte le soluzioni energetiche a zero o a basse emissioni di carbonio, comprese le energie rinnovabili, il nucleare, l’efficienza energetica, lo stoccaggio, la CCS, la CCU, la rimozione del carbonio, l’energia geotermica e idroelettrica. L’Alleanza industriale sui piccoli reattori modulari, lanciata oggi, è l’ultima iniziativa volta a migliorare la competitività industriale e garantire una forte catena di approvvigionamento dell’UE e una forza lavoro qualificata. Un vantaggio importante di questi sforzi è una minore dipendenza dai combustibili fossili grazie a una riduzione dell’80% del loro consumo energetico tra il 2021 e il 2040. Il quadro politico post-2030 costituirà un’opportunità per sviluppare ulteriormente queste politiche e integrarle con misure sociali e politiche. politiche industriali per garantire una transizione graduale dai combustibili fossili.
Il settore dei trasporti si decarbonizzerà attraverso la combinazione di soluzioni tecnologiche e fcarbon pricing. Con le giuste politiche e il giusto sostegno, anche il settore agricolo può svolgere un ruolo nella transizione, garantendo al tempo stesso una produzione alimentare sufficiente in Europa, assicurando redditi equi e fornendo altri servizi vitali come il miglioramento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio. Un dialogo olistico con l’industria alimentare nel suo insieme, anche oltre i confini dell’azienda agricola, è fondamentale per il successo in questo settore e per lo sviluppo di pratiche e modelli di business sostenibili.
Emerge come cruciale in questo quadro, dunque, la tariffazione del carbonio, che dovrebbe svolgere anche un ruolo importante nell’incentivare gli investimenti in tecnologie pulite e nel generare entrate da spendere nell’azione per il clima e nel sostegno sociale alla transizione.
Il raggiungimento dell’obiettivo raccomandato del 90% richiederà sia la riduzione delle emissioni che la rimozione del carbonio. Richiederà l’implementazione di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, nonché l’uso nell'industria del carbonio stoccato. Quest'aspetto si riallaccia alla Strategia di Gestione del Carbonio industriale dell’UE, che dovrà sostenere lo sviluppo di catene di approvvigionamento della CO2 e delle necessarie infrastrutture per il trasporto della CO2. La cattura del carbonio dovrebbe essere mirata ai settori difficili da decarbonizzare in cui le alternative sono meno sostenibili dal punto di vista economico. La rimozione del carbonio sarà necessaria anche per generare emissioni negative dopo il 2050.
Il documento della Commissione traccia anche i benefici derivanti dall'ambizione obiettivo climatico per il 2040, in terminoi di riduzione dei rischi di eventi meteorologici estremi e delle relative perdite, ma anche una migliore qualità dell’aria e benefici per la salute, una ridotta dipendenza dai combustibili fossili importati e benefici per la biodiversità. Quest benefici superano di gran lunga il costo dell’azione per il clima.
CLS
La Commissione ha proposto oggi di rinnovare per un altro anno la sospensione dei dazi e delle quote di importazione sulle esportazioni ucraine verso l’UE, rafforzando al contempo la protezione dei prodotti agricoli sensibili dell’UE. Ciò avviene in linea con gli impegni dell’UE a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario.
Si tratta di misure commerciali autonome, a carattere straordinario, in vigore da giugno 2022 e che rappresentano un pilastro fondamentale del costante sostegno dell’UE all’Ucraina per alleviare la difficile situazione affrontata dai produttori e dagli esportatori ucraini in conseguenza della guerra.
Sebbene l’obiettivo principale di queste misure sia sostenere l’Ucraina, La Commissione ha deciso di tener conto anche della sensibilità degli agricoltori dell’UE e di altre parti interessate. A tal fine, e considerando un aumento significativo delle importazioni di alcuni prodotti agricoli dall’Ucraina verso l’UE nel 2022 e nel 2023, il provvedimento contiene un meccanismo di salvaguardia rafforzato. Questo al fine di garantire che possano essere intraprese azioni correttive rapide in caso di perturbazioni significative del mercato dell’UE o dei mercati di uno o più Stati membri.
Per i prodotti più sensibili – pollame, uova e zucchero – è previsto un freno di emergenza che stabilizzerebbe le importazioni sui volumi medi di importazione nel 2022 e nel 2023. Ciò significa che se le importazioni di questi prodotti superassero tali volumi, le tariffe verrebbero reimposte per garantire che i volumi delle importazioni non superino in modo significativo quelli degli anni precedenti.
Parallelamente, la Commissione propone di rinnovare di un altro anno la sospensione di tutti i rimanenti dazi sulle importazioni dalla Moldavia in vigore da luglio 2022.
Le proposte saranno ora esaminate dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell'Unione europea. L’obiettivo è garantire una transizione senza soluzione di continuità entro la scadenza dell’attuale regime di esenzione, il 5 giugno 2024 per l’Ucraina e il 24 luglio 2024 per la Moldavia.
Contesto
In vigore dal 4 giugno 2022, il regime di esenzione per le importazoni dall'Ucraina hanno avuto un chiaro effetto positivo sugli scambi commerciali dell'Ucraina con l'UE. Insieme alle corsie di solidarietà, queste misure hanno assicurato che i flussi commerciali dall’Ucraina verso l’UE restassero stabili nel 2022 e nel 2023, nonostante le gravi interruzioni causate dalla guerra e contro la tendenza generale di una diminuzione del commercio ucraino nel suo complesso. Le importazioni totali dell’UE dall’Ucraina sono ammontate a 24,3 miliardi di euro nei 12 mesi fino all’ottobre 2023 rispetto ai livelli prebellici nel 2021 di 24 miliardi di euro.
Di natura unilaterale e temporanea, queste misure ampliano significativamente la portata della liberalizzazione tariffaria nell'ambito dell'Accordo di libero scambio UE-Ucraina (DCFTA) sospendendo tutti i dazi, le quote e le misure di salvaguardia sulle importazioni ucraine in un particolare momento di bisogno da parte dell'Ucraina. Parallelamente, l’UE e l’Ucraina continuano le discussioni su un’ulteriore liberalizzazione tariffaria permanente e reciproca ai sensi dell’articolo 29 dell’accordo di associazione UE-Ucraina.
Per quanto riguarda la Modavia, le misure speciali di esenzione dai dazi sono in vigore dal 25 luglio 2022. Le esportazioni della Moldavia verso il resto del mondo hanno sofferto dell'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina poiché spesso dipendevano dal transito attraverso il territorio ucraino e dalle infrastrutture ucraine. Le misure hanno aiutato gli sforzi della Moldova per riorientare le esportazioni attraverso l'UE. Nel complesso, le esportazioni dalla Moldavia verso l’UE sono aumentate da 1,8 miliardi di euro nel 2021 a 2,6 miliardi di euro nel 2022. La Commissione propone ora di rinnovare di un altro anno la sospensione di tutti i dazi sulle importazioni dalla Moldova. Ciò significa in pratica che le esportazioni di sette prodotti agricoli soggetti a contingenti tariffari dalla Moldavia continueranno ad essere completamente liberalizzate: pomodori, aglio, uva da tavola, mele, ciliegie, prugne e succo d'uva.
Clotilde Lombardi Satriani
La Commissione europea viene incontro alle preoccupazioni degli agricoltori e apre alla possibilità di deroghe per l’anno 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. La proposta della Commissione fornisce una prima risposta politica concreta per affrontare le preoccupazioni sul reddito degli agricoltori. Fa inoltre seguito alle richieste di diversi Stati membri.
Per ricevere il sostegno della PAC gli agricoltori sono tenuti a rispettare una serie di standard a protezione di ambiente e clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola nell’UE e svolge un ruolo importante per integrare pratiche agricole sostenibili. Questo insieme di standard è denominato GAEC, good agricultural and environmental conditions”.
Lo standard GAEC 8 richiede, tra le altre cose, di dedicare una quota minima di terreno coltivabile a zona non produttive. Si fa riferimento di solito a terreni incolti ma anche ad aree occupate da siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo. Oggi la Commissione offre la possibilità a tutti gli agricoltori dell’UE di essere esentati da questo requisito e di continuare ad avere diritto ai sussidi di base della PAC.
Inoltre, il requisito del 4% di terreno lasciato incolto si considera soddisfatto anche per quegli agricoltori che coltivano colture in grado di fissare l’azoto sul terreno (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture c.d. intercalari sul 7% dei loro seminativi . Le colture intercalari sono piante che crescono tra due colture principali. Queste colture possono servire come foraggio per gli animali o come concime verde. L’uso di colture che fissano l’azoto e di colture intercalari apporta una serie di benefici ambientali per la salute del suolo, compresa la biodiversità del suolo e la limitazione della lisciviazione dei nutrienti. Le colture dovranno essere coltivate senza prodotti fitosanitari.
Pertanto la proposta della Commissione vuole raggiungere un giusto equilibrio tra le esigenze deglii agricoltori in sofferenza da un lato, e la protezione della biodiversità e della qualità del suolo, dall’altro. Il regolamento si applicherà retroattivamente dal 1° gennaio 2024. Gli Stati membri che desiderano applicare la deroga a livello nazionale devono notificarlo alla Commissione entro 15 giorni in modo che gli agricoltori possano essere informati il prima possibile.
Le parole della Von der Leyen cercano di dare ragione degli sforzi della Commissione per essere sempre in ascolto di tutti, ma suonano come una tardiva corsa ai ripari:
“Gli agricoltori sono la spina dorsale della sicurezza alimentare dell’UE e il cuore delle nostre zone rurali. L’impegno duraturo della Commissione viene portato avanti attraverso il bilancio della politica agricola comune del valore di 386,7 miliardi di euro, che aiuta a stabilizzare il reddito degli agricoltori europei, premiando al contempo i loro sforzi sul clima e sulla sostenibilità. La misura odierna offre ulteriore flessibilità agli agricoltori in un momento in cui devono affrontare molteplici sfide. Continueremo a dialogare con i nostri agricoltori per garantire che la PAC raggiunga il giusto equilibrio tra la risposta alle loro esigenze e la continua fornitura di beni pubblici ai nostri cittadini. "
Clotilde Lombardi Satriani