L'Unione europea è stata la prima a dotarsi di una complessa e ambiziosa normativa sull'intelligenza artificiale ed il suo uso in coerenza con i valori fondanti del progetto di integrazione. In primis, la centralità della persona e la sua protezione dai rischi che un tale strumento dirompente può arrecare alla convivenza umana.
Qualche giorno fa una risoluzione del Consiglio europeo sposta l'attenzione su un vuoto normativo furi luogo nella corretta considerazione della posta in gioco, e cioè la non applicabilità della normativa europea sull'IA - l'Artificial Intelligence Act - alla ricerca scientifica; si applica infatti solo alle applicazioni concrete.Per cui è possibile stabilire una serie di pratiche proibite ai sensi dell'art. 5 dell'AI Act, esplicitandole nelle Linee Guida che la Commissione ha proposto lo scorso febbraio, ma non è possibile, almeno al momento, influire con strumenti legislativi sulle attività di ricerca in materia di IA.
Uno dei punti centrali, tra l'altro, del dibattere a livello istituzionale e non solo è la futura Strategia Europea sui Dati, linfa vitale per ogni modello di intelligenza artificiale generativa e, allo stesso tempo, materia delicata e preziosa come potrebbe essere la materia grigia estrapolata dalla corteccia cerebrale e, dunque, indifesa.
Siamo stati i primi, noi europei, a voler proteggere i citadini, tutti i cittadini senza alcuna discriminazione, criminali inclusi sotto certi aspetti, da strumenti invasivi della privacy, adottando il regolamento GDPR tra i più avanzati - e contestati - in materia. Ma gli scenari sono mutati in fretta, rivelando una sfida bifronte: innovazione e sicurezza. Infatti, la moltiplicazione dei potenziali ed attuali nemici dell'Europa ha trovato proprio nell'intelligenza artificiale lo strumento principale e più pericoloso di offensiva.
L'Europa dei 27 s'interroga su cosa fare di fronte ad elezioni palesemente insinuate da tecnoche di disinformazione manipolazione. Deve difendersi più dai robot che dai carri armati, perché la vulnerabilità è ontologica: qualunque democrazia applica il principio di autodifesa in caso di gerra; ma nessuna democrazia, salvo venire meno ai suoi stessi principi, può impedire che la libertà di espressione faccia il suo corso.
Vi è poi l'aspetto controverso di accesso ai dati da parte delle forze di polizia e giudiziarie. La recente Strategia europea sulla sicurezza interna, adottata dalla Commisione lo scorso 1° aprile, prende atto del fatto che in determinate circostanze il rispetto della privacy può andare a detrimento della capacità di contrasto alle minacce di ogni genere. E questo l'Europa non può più permetterselo, quindi vanno introdotti dei correttivi. Come e in che misura lo vedremo nei prossimi mesi con le iniziative legislative che saranno presentate.
Ci limitiamo ad osservare perplessi ed a chiederci: ma anche i robot ad un certo punto cercheranno di difendersi dagli umani?
CLS