La Commissione deferisce nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia e propone sanzioni


Bruxelles, 8 dicembre 2016

La Commissione europea deferisce nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE per la mancata esecuzione della sentenza della Corte del 2012. Le autorità italiane devono ancora garantire che le acque reflue urbane vengano adeguatamente raccolte e trattate in 80 agglomerati del paese, dei 109 oggetto della prima sentenza, al fine di evitare gravi rischi per la salute umana e l'ambiente. Il 19 luglio 2012 la Corte di giustizia dell'UE aveva statuito (causa C-565/10) che le autorità italiane violavano il diritto dell'UE (direttiva 91/271/CEE del Consiglio) poiché non provvedevano in modo adeguato alla raccolta e al trattamento delle acque reflue urbane di 109 agglomerati (città, centriurbani, insediamenti). A distanza di quattro anni la questione non è ancora stata affrontata in 80 agglomerati, che contano oltre 6 milioni di abitanti e sono situati in diverse regioni italiane: Abruzzo (1 agglomerato), Calabria (13 agglomerati), Campania (7 agglomerati), Friuli Venezia Giulia (2 agglomerati), Liguria (3 agglomerati), Puglia (3 agglomerati) e Sicilia (51 agglomerati). La mancanza di adeguati sistemi di raccolta e trattamento in questi 80 agglomerati pone rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino.