Esiste uno strumento di partecipazione democratica diretta, che ha il nome di "Iniziativa dei cittadini europei". Serve a consentire ai cittadini in Europa, attraverso una raccolta di firme su scala transnazionale, di suggerire interventi normativi in qualunque ambito d'interesse collettivo. In questi giorni la Commissione ha ricevuto ed accolto la proposta di dichiarare il cibo un diritto umano per tutti ed adottare tutte le misure per garantire a tutti l'accesso ad un'alimentazione sana. Sino a qui nulla di speciale, l'onda del salutismo convinto che infervora la cultura europea occidentale si confonde e si sovrappone oggi con le immagini della popolazione civile di Gaza.
Il cibo è un diritto per tutti. Ma forse lo è ancora di più amche l'acqua. e sarà nelle prossime settimane il lancio da parte della Commissione europea di una strategia per la reslienza idrica. Come possiamo in effetti dimenticare che l'Europa meridionale si avvia, pare quasi inevitabile, verso la desertificazione?
Ma qui si parla di diritti, di beni essenziali, come quelli oggetto di un'altra importante iniziativa lanciata in questi giorni - la Strategia per lo stoccaggio - che adombra la possibilità che in caso di crisi, di qualunque genere, las popolazione europea possa patire l'imporvvisa scarsità o mancanza di scorte di cibo o di medicine.
Insomma, gli scenari prospettati dal nuovo (di)ordine mondiale spingono le istituzioni europee a proiettarsi in tutte le direzioni per tappare le tante falle di oltre sessant'anni di agio. Non chiamamola pace, perchè non è certo la pace a rendere vulnerabili.
Ora le contraddizioni sorgono quando, con assoluta presunta innocenza, un apparato statale, deputato tra le altre cose anche alla gestione delle proprie risorse idriche sebbene in forma decentrata, stacca l'acuqa in piena estate per morosità di una parte di un condominio urbano. Appena coprendosi con la foglia di fico di un adeguato preavviso. Accade in Italia, in questi giorni di temperature roventi; e viene da pensare che evidentemente non si deve mai affamare la gente in tempo di guerra, ma la si può assetare in tempo di pace.
E' il principio che disorienta: da un lato enormi flussi di denaro per favorire l'innovazione e la competitività delle imprese europee; dall'altro l'atavico bisogno del cibo e dell'acqua, che ai poveri, per un motivo o per l'altro, può essere legale negare, anche nei suoi livelli minimi essenziali.
Adesso, anche se la Commissione darà seguito all'iniziativa dei suoi cittadini, è certo che andare al fondo di tali contraddizioni non potrà. Non ha il mandato per fare questo. E' totalmente priva degli attrezzi etici per correggere disorsioni non giuridiche, ma etiche appunto, nel funzionamento della macchina burocratica. In questo specchio fedele dello stesso disonore che accade, come abbiamo detto, a livello nazionale. Lasciando così spazio ad un'amara domanda: se già oggi l'uomo non riesce a governare gli apparati burocratici, per invertirene la rotta in caso di evidenti distorsioni, cosa sarà in grado di fare domani dinanzi alla imperturbabile "volontà" di una macchina intelligente?
CLS