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01/07/2024

I diritti digitali sono garantiti in tutti gli Stati membri? La Commissione fa il punto

La  Commissione europea ha pubblicato uno studio - Monitoraggio dei diritti e dei principi digitali – Support study 2024 - che esamina il modo in cui gli Stati membri hanno finora dato seguito alla Dichiarazione europea sui diritti e principi digitali I suoi risultati confluiscono nel monitoraggio annuale effettuato dalla Commissione sull'applicazione dei diritti e dei principi digitali in tutta l’UE.

La Dichiarazione europea sui diritti e principi digitali traccia  la trasformazione digitale dael’UE secondo principi etici condivisi. . Oltre ai diritti e ai principi digitali, prevede l’impegno dell’UE e degli Stati membri ad agire per promuovere una trasformazione digitale in cui le persone siano al centro. La Commissione si è impegnata a monitorare l’applicazione dei diritti e dei principi digitali in tutta l’UE e d a pubblicare una relazione annuale di monitoraggio insieme con la  relazione sullo stato del decennio digitale.

Lo studio fornisce una panoramica dei progressi compiuti verso l’attuazione degli impegni della Dichiarazione in tutti gli Stati membri dell’UE. Individua le lacune nell’attuazione e fornisce raccomandazioni. identifica le iniziative nazionali rilevanti per la Dichiarazione, in particolare sull’educazione e le competenze digitali, sulla digitalizzazione dei servizi pubblici e sulla protezione dei bambini e dei giovani nell’ambiente digitale. Dalla relazione emerge tuttavia che permangono lacune in ambiti quali la promozione di tecnologie sostenibili o la garanzia di un ambiente digitale equo. Lo studio suggerisce che dovrebbero essere intraprese ulteriori azioni per rafforzare il profilo della Dichiarazione e garantire l’attuazione dei diritti e dei principi digitali a livello nazionale.

In particolare, in Italia vengono messe in evidenza le seguenti best pratices in fase di cantierizzazione:

Rete dei centri di facilitazione digitale.
Il progetto mira a promuovere una valorizzazione diffusa delle competenze digitali per favorire un uso autonomo, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie, promuovere il pieno godimento dei diritti di cittadinanza digitale attiva da parte di tutti e incentivare l’utilizzo dei servizi online forniti sia da soggetti privati ​​che, soprattutto, , la Pubblica Amministrazione. L'iniziativa prevede l'attivazione e/o il potenziamento di punti di agevolazione digitale diffusi sull'intero territorio nazionale (“Punti Digital Easy” – Punti Digitale Facile), dove figure professionali specifiche (quali bibliotecari, operatori dei centri per l'impiego, personale dei centri anziani, educatori, ecc.) .), opportunamente formato al ruolo di facilitatore, può supportare i cittadini (soprattutto quelli con competenze digitali assenti o scarse, nella fascia di età 16-74 anni) nel potenziare il proprio livello di preparazione e sviluppare maggiori competenze coerenti con il modello europeo DigComp. Questo supporto si concretizza in attività di accompagnamento individuale e in formazioni “blended”.
L’obiettivo del progetto è aprire 3000 centri di facilitazione digitale entro la fine del 2024 con l’aspettativa di raggiungere più di un milione di cittadini.

Servizio civile digitale.
L'iniziativa prevede il dispiegamento di una rete di giovani volontari in tutta Italia per fornire servizi di facilitazione ed educazione per lo sviluppo e il miglioramento delle competenze di base a soggetti a rischio di esclusione digitale. Il Servizio Civile Digitale fa parte del Servizio Civile Universale ed è svolto congiuntamente dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale. L’iniziativa si sviluppa nell’arco di tre anni per raggiungere progressivamente i seguenti obiettivi:
• Pubblicazione di tre bandi annuali rivolti alle organizzazioni non-profit accreditate presso l'Anagrafe del Servizio Civile Universale.
• Rafforzamento delle capacità delle organizzazioni che partecipano al bando annuale e lancio di progetti per la facilitazione e l'educazione digitale.
• Formazione ed esperienza sul campo in progetti di Servizio Civile Digitale per circa 9.700 volontari.
Il progetto, avviato all’inizio del 2022 e che terminerà nel 2025, mira a fornire ai cittadini 700.000 servizi di facilitazione digitale ed istruzione.

Hub Nazionale della Partecipazione a supporto delle politiche di partecipazione (Piano Nazionale Open Gov).
The Participation Hub è una piattaforma che promuove e catalizza le politiche di partecipazione pubblica realizzate in Italia, condividendo pratiche, percorsi e strumenti sia a livello nazionale che internazionale. L’Hub è il risultato di un impegno specifico contenuto nel 5° Piano d’Azione Nazionale per l’open governance, nell’ambito dell’azione 3.02, secondo il quale il Documento di Progettazione è stato definito dal rispettivo team, portando alla sua attuazione. Persegue i seguenti obiettivi:
• Promuovere competenze avanzate nelle pubbliche amministrazioni per integrare adeguate forme di partecipazione dei cittadini e dei gruppi di interesse organizzati nei processi di definizione delle politiche pubbliche.
• Promuovere una comunità di amministrazioni, cittadini e associazioni, esperti di processi partecipativi ed enti finanziatori interessati a diffondere e innovare le pratiche di partecipazione.
• Far emergere e mappare le esperienze partecipative esistenti nei territori per valorizzare, diffondere e replicare buone pratiche (nazionali e internazionali), identificare nuovi temi e aree di intervento e creare massa critica.
• Agire come collettore dei processi partecipativi locali, favorendo l'integrazione dei diversi ambiti delle politiche pubbliche in una logica interistituzionale e multilivello.
• Attivare uno spazio di dialogo tra esperti di partecipazione per confrontare approcci diversi, condividere principi e strumenti, valorizzare le competenze ed evidenziare le criticità.
Il Participation Hub si avvale di un forum dedicato sulla piattaforma nazionale ParteciPa, progettato attraverso un processo che ha coinvolto tutti gli stakeholder.

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Argomento
Focus
15/04/2024

Un'Europa senza valori è più indifesa di un'Europa senza Nato

Dovendo ragionare sul futuro dell'Europa, come da tempo si va ragionando in Europa, può capitare di rimpiangere di non averlo fatto prima, perchè ora tutto appare più difficile. Dinanzi alle incognite del tempo presente, infatti, si rischia che il disorientamento acuisca le divisioni sempre all'opera nel processo di integrazione europea. Quanto sta accadendo nel mondo, in più parti del mondo, è sotto gli occhi di tutti; ma come debba concretamente reagire l'Europa è nella mente di pochi. 

Di certo al Vertice europeo  che si svolgerà domani a Bruxelles se ne parlerà, sotto diverse angolazioni. Su tutte il tema della competitività economica. L'Europa, spiegata con concetti che non vogliono banalizzare ma recuperare una visione d'insieme,  si trova ad affrontare un mondo in guerra, e incomincia seriamente a chiedersi come farà a restare in sella se ile servono tanti soldi per  una difesa comune e se le regole in materia di commercio mondiale non la proteggono più come un tempo dagli appetiti smodati dei grandi competitor quali Cina, Stati Uniti, Russia. In altre parole, come restare a galla in mezzo agli squali.

In questi anni siamo stati fiduciosi e orgogliosi della bandiera europea che sventola gagliarda sul cammino dell'umonaità verso un futuro sostenibile e non più votato all'autodistruzione. La condivisione tra i 27 stati membri di obiettivi climatici così ambiziosi , per cui al 2050 l'Europa intende essere la prima economia a zero emissioni, si sta sgretolando dinanzi alle proteste generalizzate di agrioltori, industriali, proprietari di case e via dicendo; e sta cedendo ancor più alla paura di doversi difendere e non sapere come. Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno e l'industria, ha stimato in 100 miliardi il fabbisogno dell'industria della difesa europea nei prossimi anni. Nelle sue parole si intravede lo spettro, nel caso di  una  rielezione di Trump alla Casa Bianca, di una possibile intesa "non convenzionale" tra gli Stati Uniti e la Russia di Putin, a scapito della Nato, dell'Ucraina e dell'Europa tutta. Interessi che vanno oltre la dinamica tra grandi potenze e e sfociano nel puro e semplice imperialismo autoreferenziale.

Eppure l'Europa è il frutto della caduta degli imperialismi e dei totalitarismi e di  una forza nuova che è stata la pace. Non quella post bellica semplicemente, ma quella voluta e costruita con pazienza e tenacia da menti e cuori visionari. Se tutti gli europei sapessero fare appello a quella forza e testimoniarla a quanti oggi in tutto il mondo vi aspiranocon la stessa determinazione a dare tutto pur di averla, la follia della guerra troverebbe la sua giusta condanna.

Clotilde Lombardi Satriani

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Argomento
Editoriale
10/04/2024

Fuori dal coro, la voce della Caritas sul nuovo Patto sui migranti

Votato con sufficiente maggioranza ma ancor più celebrata da alcuni dei più atorevoli rappresentanti delle istituzioni europee come una svolta nelle politiche dell'Europa sull'immigrazione, il nuovo Patto non trova tutti entusiasti e all'indomani della votazione si leva decisa la voce della Caritas, da sempre in prima linea con tanto cuore e meno soldi nell'aiutare quanti giungono nel nostro continente in fuga da condizioni di vita non più sostenibili. 

Caritas sottolinea che  il Patto non è riuscito a riformare il disfunzionale sistema di Dublino, che rende responsabile del trattamento della richiesta di asilo il paese dell’UE in cui arriva per primo il richiedente asilo. Le nuove regole si basano invece su un complicato meccanismo di solidarietà in cui gli Stati membri dell’UE possono letteralmente pagare per evitare la ricollocazione dei richiedenti asilo, il che non compenserà la maggiore responsabilità che ricadrà sugli Stati membri alle frontiere esterne dell’UE.

Anche l’espansione dell’uso di procedure accelerate di asilo e rimpatrio alle frontiere per confinare i richiedenti asilo nei paesi di confine dell’UE e prevenire i “movimenti secondari” è problematica. Ciò comporterà una detenzione diffusa, anche di famiglie e bambini, procedure di asilo affrettate con garanzie limitate e standard di accoglienza inadeguati nei paesi di confine in difficoltà. Il nuovo screening rischia inoltre di aumentare e legittimare la profilazione razziale discriminatoria. L’uso più ampio del concetto di “paese terzo sicuro” significherà che più persone saranno rimpatriate in un paese di transito, come ad esempio la Tunisia, riflettendo la crescente tendenza all’esternalizzazione che cerca di spostare la responsabilità dell’asilo verso paesi extra-UE e incrementare i rendimenti.

Infine,secondo la Caritas  saranno disponibili ai governi una serie di misure eccezionali per ritardare l’accesso alla procedura di asilo e prolungare le procedure di frontiera in caso di situazioni di crisi, e verrà introdotto il controverso concetto di “strumentalizzazione” dei migranti da parte di paesi extra-UE. E' già successo quando la Bielorussia ha spinto migliaia di disperati ad attraversare la frontiera con la Polonia e sono stati respinti e di fatto abbandonati al loro destino nella terra di nessuno trai due paesi. 

Gli Stati membri hanno ora due anni per prepararsi all’attuazione del Patto. Caritas esorta a prevenire la detenzione generalizzata alle frontiere, a creare condizioni di accoglienza dignitose, compreso un adeguato supporto medico e assistenza legale, e a consentire alle ONG di accedere alle persone sottoposte a procedure di frontiera. Richiama la necessità di un monitoraggio efficace che coinvolga l’Agenzia per l’asilo dell’UE e la Commissione europea, con conseguenze concrete in caso di illeciti e mancato rispetto del diritto dell’UE. I dati sono drammatici come ricordato da michael Landau, Presidente di Caritas Euroa: "Dal 2014, oltre 30.000 persone sono morte nel Mediterraneo e questa situazione deve cambiare se vogliamo che l'UE sia all'altezza dei suoi valori. L'accesso a procedure di asilo e condizioni di accoglienza giuste e dignitose nell'UE, nonché percorsi sicuri fanno parte la soluzione.".

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