Oggi, Caritas Europa presenta la sua nuova pubblicazione, con cui invita a inizio del nuovo ciclo istituzionale l'Europa a riformare urgentemente i modelli economici affinchè proteggano sia le persone che l'ambiente. Il rapporto evidenzia la necessità di approcci sostenibili che diano priorità all'uguaglianza sociale o, in altre parole, a un'economia giusta.
L'attuale sistema economico predominante, incentrato sulla crescita economica come obiettivo principale e sul PIL come principale misura del progresso, è una delle principali cause profonde dei principali problemi e ingiustizie contro cui Caritas Europa si batte. Infatti, quando si tratta di reddito, secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2022 il 9% della popolazione mondiale viveva in condizioni di povertà estrema e, secondo la Banca Mondiale, nel 2023 il 45,6% del mondo viveva con meno di $ 6,85 al giorno.
Nel rapporto si evidenzia come nonostante importanti misure e quadri per adattare la nostra economia e il nostro modello di sviluppo (tra cui più di recente l'Agenda 2030 e l'approccio della "crescita verde"), il sistema economico predominante continua a promuovere la ricerca infinita della crescita economica, le cui carenze e contraddizioni intrinseche continuano ad avere un impatto negativo sproporzionato su coloro che sono più indietro e un impatto insopportabile sulla Terra, la nostra casa comune. Finché la nostra economia sarà guidata dal profitto e da una crescita economica illimitata, continuerà a essere distruttiva, in termini sociali, ambientali e politici.
Il report continua delineando le sfide globali e come siano interconnesse: non può esserci giustizia ambientale senza giustizia sociale e viceversa, proprio come non possono esserci sicurezza, prosperità e un futuro vivibile in Europa senza lo stesso tipo di futuro nel Sud del mondo. Finché l'obiettivo schiacciante della massimizzazione del profitto delle più grandi aziende e degli individui più ricchi continuerà a determinare in modo efficace cosa produciamo, per quale scopo e a beneficio di chi, le persone che vivono in povertà ed emarginazione, così come la nostra casa comune, continueranno a pagare il prezzo più alto. Finché l'Europa continuerà a dare priorità alla sua crescita economica e alla sua competitività rispetto al lavorare in solidarietà e cooperazione con il Sud del mondo, non riuscirà a essere il leader globale per il clima e i diritti umani e il partner di fiducia che si sforza di essere.
Ma cosa intende la Caritas per Sud del mondo? I termini Global North e Global South non sono utilizzati come termini geografici ma piuttosto normativi. Si riferiscono al Sud del mondo come ai paesi storicamente colonizzati o a basso reddito, che hanno esperienze comuni nel sopportare costi sproporzionati del sistema economico predominante e nell'essere in posizioni storicamente subordinate nell'ordine internazionale. Mentre si riconoscono i limiti di questa definizione (come il fatto che ci sono molte persone in situazioni di sfruttamento, emarginazione o vulnerabilità a livello globale, compresi i paesi ad alto reddito, che le realtà nel Global South sono diverse e che il termine ospita dicotomie), viene utilizzata come uno strumento concettuale di potenza simbolica per riconoscere la gerarchia globale in termini di ricchezza e potere, senza alcuna implicazione che il Global South sia "meno" o in qualche modo "inferiore".
E dunque l'appello: che si dia ascolto alla voce sempre più forte di quanti - movimenti di base, di advocacy e campagne di sensibilizzazione - stanno sostenendo una trasformazione del sistema economico predominante, per un'economia giusta che dia priorità al benessere sociale ed ecologico, sia in Europa che a livello globale. Essi sottolineano la finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per garantire un futuro di speranza per tutti e l'importanza delle scelte e delle azioni implementate in questo decennio.
Il report sarà presentato al Parlamento Europeo il prossimo 11 dicembre.