Oggi la Commissione europea ha presentato la Strategia ProtectEU per la sicurezza interna volta a supportare gli Stati membri e rafforzare la capacità dell'UE di garantire la sicurezza dei propri cittadini. La strategia definisce una visione e un piano di lavoro ambiziosi per gli anni a venire, con una serie di strumenti legali più rigorosi, una maggiore condivisione delle informazioni e una cooperazione più approfondita.
In un ambiente di sicurezza modificato e in un panorama geopolitico in evoluzione, in cui le minacce ibride da parte di stati stranieri ostili e attori sponsorizzati dagli stati stanno aumentando, in cui potenti reti di criminalità organizzata stanno proliferando e criminali e terroristi stanno operando sempre più online, l'Europa deve rivedere il proprio approccio alla sicurezza interna. Annunciata dalla presidente von der Leyen nelle linee guida politiche, la strategia potenzierà la risposta dell'Unione alle minacce nuove e tradizionali alla sicurezza interna.
La strategia mira a promuovere un cambiamento di cultura sulla sicurezza interna, con un approccio che coinvolga cittadini, aziende, ricercatori e società civile. Gli aspetti della sicurezza saranno integrati nello sviluppo di nuove iniziative e un nuovo quadro di governance della sicurezza interna europea sosterrà l'attuazione della strategia.
Come ha affermato Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea: "La sicurezza è uno dei prerequisiti chiave per società aperte e dinamiche e un'economia fiorente. Ecco perché oggi lanciamo un'importante iniziativa per affrontare meglio le minacce alla sicurezza come il terrorismo, la criminalità organizzata, la crescente criminalità informatica e gli attacchi contro le nostre infrastrutture critiche. Rafforzeremo Europol e forniremo alle forze dell'ordine strumenti aggiornati per combattere la criminalità. Ma anche ricercatori, aziende e persino cittadini possono contribuire a una maggiore sicurezza per tutti".
La strategia europea per la sicurezza interna integra la strategia dell'Unione sulla preparazione e il Libro bianco sulla difesa europea. Insieme al prossimo Scudo europeo per la democrazia, formano un quadro completo per un'UE sicura, protetta e resiliente.
Obiettivi e azioni principali
Il nuovo panorama delle minacce richiede un cambiamento di mentalità e un approccio europeo alla sicurezza interna attraverso sette azioni chiave.
La prima riguarda una nuova governance della sicurezza a livello europeo, basata su:
- L'individuazione delle le implicazioni in termini di sicurezza e preparazione delle iniziative proposte dalla Commissione durante l'intero processo negoziale per la loro adozione e implementazione;
- L'analisi regolare delle minacce relative alla sicurezza interna per supportare il lavoro della Commissione nel suo nuovo formato voluto dalla von der leyen e denominato "Security College" e gli scambi in seno al Consiglio UE;
- Il Reporting periodico al Parlamento europeo e al Consiglio per monitorare e supportare l'attuazione delle iniziative principali.
La seconda riguarda la condivisione delle informazioni di intelligence, che in concreto vuol dire:
- Avere un panorama delle minacce alla sicurezza interna dell'UE, basandosi su varie valutazioni del rischio e della minaccia effettuate in particolare dalle agenzie dell'UE,
- Migliorare la condivisione di intelligence da parte degli Stati membri attraverso il Single Intelligence Analysis Capacity (SIAC) dell'UE,
- Garantire una migliore condivisione di informazioni da parte degli Stati membri con le agenzie e gli organismi dell'UE.
La terza azione chiave riguarda un rafforzamento degli strumenti di applicazione della legge. Infatti, le forze dell'ordine hanno bisogno degli strumenti giusti per essere efficaci. E con l'85% delle indagini penali che si basano su informazioni digitali, questo include l'accesso legale ai dati, in particolare la Strategia prevede:
- Un nuovo mandato per Europol per trasformarla in un'agenzia di polizia realmente operativa a supporto degli Stati membri,
- Rafforzare Frontex, Eurojust ed ENISA e garantire una stretta cooperazione tra le agenzie,
- Migliorare le capacità operative con un nuovo sistema di comunicazione critica per consentire la comunicazione transfrontaliera tra diverse autorità,
- Una tabella di marcia sull'accesso legale ed efficace ai dati per le forze dell'ordine,
- Una tabella di marcia tecnologica sulla crittografia e una valutazione d'impatto al fine di aggiornare le norme sulla conservazione dei dati dell'UE.
La quarta azione chiave riguarda la resilienza contro le minacce ibride per la protezione delle infrastrutture critiche, la cybersicurezza e le minacce online:
- Gli Stati membri devono attuare pienamente le direttive CER e NIS2,
- Un nuovo Cybersecurity Act e nuove misure per proteggere i servizi cloud e di telecomunicazione e sviluppare la sovranità tecnologica,
- Misure per ridurre la dipendenza da singoli fornitori esteri e ridurre i rischi delle nostre catene di fornitura da fornitori ad alto rischio, inclusa la revisione delle norme sugli appalti,
- Rafforzare la sicurezza degli hub di trasporto, con una strategia portuale dell'UE e nuovi sistemi di segnalazione per rafforzare la sicurezza aerea, i trasporti e le catene di fornitura,
- Un piano d'azione contro le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN).
La quinta azione chiave concerne il contrasto al crimine organizzato, ponendo l'accento sulla necessità di tracciare i flussi finanziari e proteggere i minori da questa minaccia:
- Un nuovo quadro giuridico sulla criminalità organizzata, con norme più severe sulle indagini,
- Una nuova strategia e un nuovo piano d'azione sulla droga e il traffico di droga,
- Un piano d'azione sulla protezione dei minori dalla criminalità,
- Rafforzare l'approccio "Follow the Money", anche mediante il pieno recepimento delle nuove norme sul recupero e la confisca dei beni,
- Una nuova legislazione contro il traffico di armi da fuoco; nuove strategie dell'UE sulla tratta di esseri umani e sui diritti delle vittime.
La sesta azione chiave riguarda la minaccia terroristica nell'UE, sempre molto elevata, di conseguenza l'UE deve essere ben attrezzata per anticipare le minacce, prevenire la radicalizzazione, proteggere i cittadini e rispondere agli attacchi:
- Una nuova agenda dell'UE per prevenire e contrastare il terrorismo e l'estremismo violento,
- Un nuovo set di strumenti per prevenire la radicalizzazione,
- uno studio di fattibilità per un nuovo sistema a livello dell'UE per tracciare il finanziamento del terrorismo.
Infine, la settima azione si rivolge alle realtà al di fuori dei confini dell'Europa, rafforzando la cooperazione internazionale in materia di sicurezza:
- Rafforzare le partnership con regioni chiave come l'America Latina e la regione del Mediterraneo,
- Concludere accordi internazionali da parte di Europol ed Eurojust, anche per istituire team operativi congiunti con le autorità locali di contrasto,
- Rafforzare lo scambio di informazioni con paesi terzi fidati,
- Completare la revisione del meccanismo di sospensione dei visti e affrontare le considerazioni sulla sicurezza nella prossima strategia sui visti.
L'intera Strategia poggia sull'analisi condotta dalla Commissione insieme con Europol nell'ambito del EU Serious and Organised Crime Threat Assessment (EU-SOCTA). La valutazione è stata presentata il 18 marzo ed evidenzia le aree di criminalità prioritarie e le principali minacce che l'UE dovrà affrontare nei prossimi quattro anni e che sono state riportate, come detto, nella Strategia.
Su Gaza l'Alto Rappresentante della UE per la politica estera ha dichiarato:
L'Unione Europea accoglie con favore il Piano di ripresa e ricostruzione araba presentato al Summit del Cairo il 4 marzo, adottato anche dall'OIC. Questo piano rappresenta una base seria per le discussioni sul futuro della Striscia di Gaza e l'UE discuterà queste idee con i suoi partner arabi.
Qualsiasi piano per il futuro di Gaza deve fornire soluzioni credibili per la ricostruzione, la governance e la sicurezza. Gli sforzi di ripresa e ricostruzione devono basarsi su un solido quadro politico e di sicurezza accettabile sia per gli israeliani che per i palestinesi, che fornisca pace e sicurezza a entrambe le parti.
L'UE è determinata a non lasciare alcun ruolo futuro per Hamas a Gaza e a non rappresentare più una minaccia per Israele. Continueremo a sostenere politicamente e finanziariamente l'Autorità Nazionale Palestinese e il suo programma di riforma, per aiutarla a prepararsi al suo ritorno a governare Gaza.
L'UE chiede la piena attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi, che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine definitiva delle ostilità.
L'UE è pienamente impegnata a far rivivere un orizzonte politico verso la pace in Medio Oriente, basato sulla soluzione dei due Stati. Ricorda l'importanza di una distribuzione sostenibile degli aiuti umanitari su larga scala in tutta Gaza.
Sulla Siria l'Alto Rappresentante ha dichiarato:
L'Unione Europea è gravemente allarmata dalla violenza diffusa nella regione costiera della Siria negli ultimi giorni, che ha causato un elevato numero di vittime, tra cui molti civili. Condanniamo fermamente gli attacchi delle milizie pro-Assad contro le forze di sicurezza. Condanniamo inoltre con la massima fermezza i crimini orribili commessi contro i civili, tra cui le uccisioni sommarie, molte delle quali sarebbero state perpetrate da gruppi armati che sostengono le forze di sicurezza delle autorità di transizione.
Accogliamo con favore gli impegni assunti dalle autorità di transizione, e in particolare l'istituzione di un comitato investigativo, al fine di assicurare i responsabili alle loro responsabilità in linea con le norme e gli standard del diritto internazionale. L'UE chiede che venga condotta un'indagine rapida, trasparente e imparziale per garantire che i responsabili siano assicurati alla giustizia. Invitiamo le autorità di transizione a consentire alla Commissione internazionale indipendente d'inchiesta sulla Repubblica araba siriana di indagare su tutte le violazioni. Bisogna fare tutto il possibile per impedire che tali crimini si ripetano.
L'UE continua a chiedere la fine della violenza in Siria e sollecita tutte le parti a proteggere i siriani di ogni estrazione religiosa ed etnica senza discriminazioni; chiede inoltre la distribuzione senza ostacoli di aiuti umanitari e il rispetto del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in ogni circostanza. Mettiamo inoltre in guardia contro la manipolazione dilagante delle informazioni, anche da parte di attori stranieri, per fomentare ulteriore violenza e instabilità.
L'UE accoglie con favore l'accordo raggiunto il 10 marzo tra le autorità di transizione e le SDF. Questo accordo potrebbe aprire la strada a una maggiore stabilità e a un futuro migliore per molti siriani. Incoraggiamo le parti a lavorare all'attuazione e siamo pronti a sostenere.
Il dialogo nazionale, iniziato a fine febbraio, dovrebbe essere determinante per garantire che la transizione soddisfi le aspirazioni di tutte le componenti della società siriana. In particolare, una giustizia di transizione completa è essenziale nel percorso verso la riconciliazione e la costruzione di una Siria pacifica e di una transizione politica inclusiva.
L'UE ricorda la sua recente sospensione delle misure restrittive come parte di un approccio graduale e reversibile. L'UE continuerà a esaminare possibili ulteriori sospensioni delle sanzioni sulla base di un attento monitoraggio della situazione nel paese.
L'UE chiede ancora una volta il pieno rispetto della sovranità, dell'unità e dell'integrità territoriale della Siria. L'UE si impegna a sostenere una transizione pacifica e inclusiva, lontana da maligne interferenze straniere, che garantisca i diritti di tutti i siriani senza distinzioni di alcun tipo.
La Commissione europea ha avviato oggi una consultazione invitando tutti gli stakeholder interessati a commentare la bozza del nuovo quadro sugli aiuti di Stato che accompagna il Clean Industrial Deal ("CISAF").
Il 26 febbraio 2025, la Commissione ha pubblicato la comunicazione sul Clean Industrial Deal: una tabella di marcia comune per la competitività e la decarbonizzazione, annunciando l'adozione di un nuovo quadro europeo sugli aiuti di Stato nel secondo trimestre del 2025. Oggi, la Commissione avvia una consultazione sulla bozza di testo del CISAF. L'adozione è prevista per giugno 2025.
Il CISAF accompagnerà il Clean Industrial Deal stabilendo come gli Stati membri possono progettare misure di aiuti di Stato per sostenere i suoi obiettivi, basandosi sull'esperienza con le disposizioni transitorie del Temporary Crisis and Transition Framework ("TCTF") (vale a dire sezioni 2.5, 2.6 e 2.8 TCTF). Una volta adottato, il CISAF sostituirà il TCTF e dovrebbe essere in vigore fino al 31 dicembre 2030, offrendo un orizzonte di pianificazione più lungo per gli Stati membri e prevedibilità e certezza degli investimenti per le aziende. Faciliterà alcuni requisiti standard, come la procedura di gara obbligatoria per l'assegnazione degli aiuti di Stato, che accelererà l'uso dei regimi una volta che saranno istituiti dagli Stati membri.
Le parti interessate possono rispondere alla consultazione fino al 25 aprile 2025. La proposta e i dettagli sulla consultazione sono disponibili nella sezione in abbonamento.
La bozza del CISAF stabilisce le condizioni in base alle quali gli aiuti di Stato per determinati investimenti e obiettivi sarebbero considerati compatibili con il mercato interno. La Commissione incoraggia gli Stati membri a istituire regimi di aiuti ove opportuno. Una volta autorizzati dalla Commissione, i regimi di aiuti di Stato consentono un rapido dispiegamento di sovvenzioni di aiuti individuali. Contribuisce pertanto alla semplificazione delle norme sugli aiuti di Stato per i progetti che contribuiscono ad accelerare gli obiettivi del Clean Industrial Deal.
La bozza del CISAF contiene disposizioni per i seguenti tipi di misure di aiuto:
- Misure che accelerano l'introduzione delle energie rinnovabili: gli Stati membri sarebbero in grado di istituire schemi per investimenti in energie rinnovabili e stoccaggio di energia con procedure di gara semplificate che possono essere implementate rapidamente, includendo al contempo sufficienti garanzie per proteggere la parità di condizioni. Gli Stati membri potrebbero ideare schemi per tecnologie specifiche in base al loro particolare mix energetico nazionale. Sarebbero anche in grado di concedere aiuti per tecnologie meno mature, come l'idrogeno rinnovabile, in un processo semplificato senza gara. Gli Stati membri dovrebbero garantire che i progetti ammissibili siano implementati entro una tempistica specifica per garantire un effetto di accelerazione efficace. La proposta contiene anche agevolazioni specifiche per gli aiuti di Stato per la flessibilità non fossile e meccanismi di capacità;
- Misure che facilitano la decarbonizzazione industriale: gli Stati membri sarebbero in grado di sostenere investimenti in tutte le tecnologie pertinenti che portano alla decarbonizzazione. Gli Stati membri potrebbero (i) istituire schemi basati su gare d'appalto o (ii) sostenere direttamente i progetti, senza gare d'appalto, entro determinati limiti. Per progetti molto grandi, gli Stati membri dovrebbero dimostrare che il finanziamento pubblico non supera il divario di finanziamento del progetto. Gli Stati membri dovranno garantire che i progetti ammissibili siano implementati entro una tempistica specifica per garantire un effetto di accelerazione efficace;
- Misure che garantiscano una capacità produttiva sufficiente nelle tecnologie pulite: la proposta consentirebbe il sostegno degli Stati membri per la produzione di determinate apparecchiature per tecnologie pulite (attualmente definite come: batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e utilizzo e stoccaggio della cattura del carbonio) nonché i componenti chiave e le materie prime essenziali necessarie per la produzione di tali apparecchiature. Gli Stati membri sarebbero in grado di istituire regimi di aiuti per sostenere gli investimenti necessari fino a determinati limiti (aumentati per gli investimenti nelle aree assistite). Fatte salve rigorose garanzie, gli Stati membri potrebbero anche fornire importi di aiuti più elevati per corrispondere al livello di sostegno offerto nei paesi terzi per un particolare progetto, per evitare che tali investimenti vengano dirottati lontano dall'Europa.
- Misure per ridurre i rischi degli investimenti privati: gli Stati membri potrebbero adottare misure per ridurre i rischi associati agli investimenti privati in energia rinnovabile, decarbonizzazione industriale, capacità produttiva nelle tecnologie pulite nonché determinate infrastrutture energetiche.
L'annuncio oggi nelle parole della Presidente della Commissione europea von der Leyen:
Stiamo vivendo nel momento più importante e pericoloso. Non ho bisogno di descrivere la natura grave delle minacce che affrontiamo. O le conseguenze devastanti che dovremo sopportare se tali minacce dovessero concretizzarsi. Perché la questione non è più se la sicurezza dell'Europa sia minacciata in modo molto reale. O se l'Europa debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza. In verità, conosciamo da tempo le risposte a queste domande. La vera questione che abbiamo di fronte è se l'Europa è pronta ad agire con la stessa decisione richiesta dalla situazione. E se l'Europa è pronta e in grado di agire con la velocità e l'ambizione necessarie. Nei vari incontri delle ultime settimane, l'ultimo dei quali due giorni fa a Londra, la risposta delle capitali europee è stata tanto clamorosa quanto chiara. Siamo in un'era di riarmo. E l'Europa è pronta ad aumentare massicciamente la sua spesa per la difesa. Sia per rispondere all'urgenza a breve termine di agire e sostenere l'Ucraina, sia per affrontare la necessità a lungo termine di assumersi una responsabilità molto maggiore per la nostra sicurezza europea.
Ecco perché oggi ho scritto una lettera ai leader in vista del Consiglio europeo di giovedì. Ecco perché siamo qui insieme oggi. E ho delineato in questa lettera ai leader il piano ReArm Europe. Questa serie di proposte si concentra su come utilizzare tutte le leve finanziarie a nostra disposizione, per aiutare gli Stati membri ad aumentare rapidamente e significativamente le spese per le capacità di difesa. Con urgenza ora, ma anche per un periodo più lungo nel corso di questo decennio. Ci sono cinque parti.
La prima parte di questo piano ReArm Europe è quella di liberare l'uso dei finanziamenti pubblici per la difesa a livello nazionale. Gli Stati membri sono pronti a investire di più nella propria sicurezza se hanno lo spazio fiscale. E dobbiamo consentire loro di farlo. Ecco perché a breve proporremo di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita. Ciò consentirà agli Stati membri di aumentare significativamente le loro spese per la difesa senza innescare la procedura per i disavanzi eccessivi. Ad esempio: se gli Stati membri aumentassero in media la spesa per la difesa dell'1,5% del PIL, ciò potrebbe creare un margine fiscale di circa 650 miliardi di euro nell'arco di quattro anni.
La seconda proposta sarà un nuovo strumento. Fornirà 150 miliardi di euro in prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa. Si tratta fondamentalmente di spendere meglio e spendere insieme. Stiamo parlando di domini di capacità paneuropei. Ad esempio: difesa aerea e missilistica, sistemi di artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone; ma anche per soddisfare altre esigenze, dalla mobilità cyber a quella militare, ad esempio. Aiuterà gli Stati membri a mettere in comune la domanda e ad acquistare insieme. Naturalmente, con questa attrezzatura, gli Stati membri possono aumentare notevolmente il loro sostegno all'Ucraina. Quindi, attrezzatura militare immediata per l'Ucraina. Questo approccio di approvvigionamento congiunto ridurrà anche i costi, ridurrà la frammentazione, aumenterà l'interoperabilità e rafforzerà la nostra base industriale di difesa. E può essere a vantaggio dell'Ucraina, come ho appena descritto. Quindi questo è il momento dell'Europa e dobbiamo essere all'altezza.
Il terzo punto è usare il potere del bilancio dell'UE. C'è molto che possiamo fare in questo ambito nel breve termine per indirizzare più fondi verso investimenti legati alla difesa. Ecco perché posso annunciare che proporremo ulteriori possibilità e incentivi per gli Stati membri ce decideranno, se vorranno usare programmi di politica di coesione, di aumentare la spesa per la difesa.
Gli ultimi due ambiti di azione mirano a mobilitare capitali privati accelerando l'Unione del risparmio e degli investimenti e attraverso la Banca europea per gli investimenti.
Per concludere: l'Europa è pronta ad assumersi le proprie responsabilità. ReArm Europe potrebbe mobilitare circa 800 miliardi di euro per un'Europa sicura e resiliente. Continueremo a lavorare a stretto contatto con i nostri partner nella NATO. Questo è un momento per l'Europa. E siamo pronti a fare un passo avanti.
La Commissione europea ha adottato un nuovo pacchetto di proposte per semplificare le norme dell'UE e aumentare la competitività, nonché sbloccare ulteriore capacità di investimento. Si tratta di un importante passo avanti nella creazione di un ambiente imprenditoriale più favorevole per aiutare le aziende dell'UE a crescere, innovare e creare posti di lavoro di qualità.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha affermato: "Semplificazione promessa, semplificazione realizzata! Stiamo presentando la nostra prima proposta per una semplificazione di vasta portata. Le aziende dell'UE trarranno vantaggio da norme semplificate in materia di rendicontazione finanziaria sostenibile, due diligence sulla sostenibilità e tassonomia. Ciò renderà la vita più facile per le nostre aziende, garantendo al contempo che rimaniamo saldamente sulla strada giusta per i nostri obiettivi di decarbonizzazione. E un'ulteriore semplificazione è in arrivo".
La Commissione ha un obiettivo chiaro: realizzare uno sforzo di semplificazione senza precedenti, ottenendo almeno il 25% di riduzione degli oneri amministrativi e almeno il 35% per le PMI fino alla fine di questo mandato. Questi primi pacchetti "Omnibus", che intervengono in diversi ambiti legislativi collegati, riguardano la rendicontazione finanziaria sostenibile, la due diligence sulla sostenibilità, la tassonomia, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere ed i programmi di investimento europei.
L'intento dichiarato dall'esecutivo europeo è di ridurre la complessità dei requisiti UE per tutte le aziende, in particolare le PMI e le piccole società a media capitalizzazione (SMC), concentrandosi sulle aziende più grandi che hanno un impatto maggiore sul clima e sull'ambiente, consentendo comunque alle aziende di accedere a finanziamenti sostenibili per la loro transizione pulita.
Se adottate e attuate come stabilito oggi, si stima prudentemente che le proposte porteranno a un risparmio complessivo sui costi amministrativi annuali di circa 6,3 miliardi di euro e mobiliteranno una capacità di investimento pubblico e privato aggiuntiva di 50 miliardi di euro a sostegno delle priorità politiche.
Le proposte di semplificazione riguardano in particolare tre macro-settori legislativi, che ora vediamo nel dettaglio.
Principali novità in tema di rendicontazione della sostenibilità (CSRD e tassonomia UE):
- Rimuovere circa l'80% delle aziende dall'ambito della CSRD, concentrando gli obblighi di rendicontazione della sostenibilità sulle aziende più grandi che hanno maggiori probabilità di avere i maggiori impatti sulle persone e sull'ambiente;
- Garantire che i requisiti di rendicontazione della sostenibilità per le grandi aziende non gravino sulle aziende più piccole nelle loro catene del valore;
- Posticipare di due anni (fino al 2028) i requisiti di rendicontazione per le aziende attualmente nell'ambito della CSRD e che sono tenute a rendicontare a partire dal 2026 o dal 2027.
- Ridurre l'onere degli obblighi di rendicontazione della tassonomia UE e limitarlo alle aziende più grandi (corrispondenti all'ambito della CSDDD), mantenendo al contempo la possibilità di rendicontare volontariamente per le altre grandi aziende nell'ambito futuro della CSRD. Si prevede che ciò comporterà notevoli risparmi sui costi per le aziende più piccole, consentendo al contempo alle aziende che desiderano accedere alla finanza sostenibile di continuare a rendicontare.
- Introdurre l'opzione di rendicontazione delle attività parzialmente allineate alla tassonomia UE, promuovendo una graduale transizione ambientale delle attività nel tempo, in linea con l'obiettivo di ampliare la finanza di transizione per aiutare le aziende nel loro percorso verso la sostenibilità.
- Introdurre una soglia di materialità finanziaria per la rendicontazione della tassonomia e ridurre i modelli di rendicontazione di circa il 70%.
- Introdurre semplificazioni nell'applicazione del criterio "Do no Significant harm" (DNSH) per la prevenzione e il controllo dell'inquinamento correlati all'uso e alla presenza di sostanze chimiche che si applica trasversalmente a tutti i settori economici, come primo passo verso la revisione e semplificazione di tutti tali criteri DNSH entro la fine dell'anno.
- Adeguare, tra gli altri, il principale indicatore chiave di prestazione basato sulla tassonomia per le banche, il Green Asset Ratio (GAR). Le banche potranno escludere dal denominatore del GAR le esposizioni relative a imprese che sono al di fuori del futuro ambito della CSRD (vale a dire aziende con meno di 1000 dipendenti e un fatturato di 50 milioni di euro).
Le principali modifiche in materia di due diligence saranno:
- Semplificare i requisiti di due diligence in modo che le aziende interessate evitino inutili complessità e costi, ad esempio concentrando i requisiti di due diligence sui partner commerciali diretti; e riducendo la frequenza delle valutazioni periodiche e del monitoraggio dei loro partner da annuale a 5 anni, con valutazioni ad hoc ove necessario.
- Ridurre gli oneri e gli effetti a cascata per le PMI e le piccole mid-cap limitando la quantità di informazioni che possono essere richieste come parte della mappatura della catena del valore da parte delle grandi aziende;
- Aumentare ulteriormente l'armonizzazione dei requisiti di due diligence per garantire parità di condizioni in tutta l'UE;
- Rimuovere le condizioni di responsabilità civile dell'UE preservando al contempo il diritto delle vittime al pieno risarcimento per i danni causati dalla non conformità e proteggendo le aziende da un sovra-risarcimento, ai sensi dei regimi di responsabilità civile degli Stati membri;
- Dare alle aziende più tempo per prepararsi a conformarsi ai nuovi requisiti posticipando di un anno (al 26 luglio 2028) l'applicazione dei requisiti di due diligence per le aziende più grandi, mentre le linee guida per la pratica attuazione delle nuove norme saranno pubblicate entro luglio 2026.
In materia di meccansimo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM), le principali modifiche saranno:
- Esentare i piccoli importatori dagli obblighi CBAM, principalmente PMI e privati. Si tratta di importatori che importano piccole quantità di beni CBAM, che rappresentano quantità molto piccole di emissioni incorporate che entrano nell'Unione da paesi terzi. Ciò funziona introducendo una nuova soglia annuale cumulativa CBAM di 50 tonnellate per importatore, eliminando così gli obblighi CBAM per circa 182.000 o il 90% degli importatori, principalmente PMI, pur coprendo oltre il 99% delle emissioni nell'ambito.
- Semplificare le regole per le aziende che rimangono nell'ambito CBAM: sull'autorizzazione dei dichiaranti CBAM, nonché le regole relative agli obblighi CBAM, incluso il calcolo delle emissioni incorporate e gli obblighi di segnalazione.
-Rendere CBAM più efficace a lungo termine, rafforzando le regole per evitare elusioni e abusi.
Questa semplificazione precede una futura estensione di CBAM ad altri settori ETS, beni a valle, seguita da una nuova proposta legislativa sull'estensione dell'ambito CBAM all'inizio del 2026.
La Commissione propone inoltre una serie di modifiche per semplificare e ottimizzare l'uso di diversi programmi di investimento, tra cui InvestEU, EFSI ed altri strumenti finanziari.
InvestEU, il più grande strumento di condivisione del rischio dell'UE per sostenere gli investimenti strategici all'interno dell'Unione, svolge un ruolo chiave nell'affrontare le barriere finanziarie e guidare gli investimenti necessari per competitività, ricerca e innovazione, decarbonizzazione, sostenibilità ambientale e competenze. Attualmente, quasi il 45% delle sue operazioni supporta obiettivi climatici.
Le modifiche proposte sono:
- Aumentare la capacità di investimento dell'UE tramite l'uso dei rendimenti degli investimenti passati, nonché l'uso ottimizzato dei fondi ancora disponibili nell'ambito degli strumenti legacy, consentendo così di mettere a disposizione delle imprese maggiori finanziamenti. Si prevede che ciò mobiliterà circa 50 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati aggiuntivi. La maggiore capacità di InvestEU sarà utilizzata principalmente per finanziare attività più innovative a sostegno di politiche prioritarie, come la bussola della competitività e il Clean Industrial Deal.
- Rendere più facile per gli Stati membri contribuire al programma e sostenere le proprie imprese e mobilitare investimenti privati.
- Semplificare i requisiti amministrativi per i nostri partner esecutivi, intermediari finanziari e destinatari finali, in particolare le PMI. Si prevede che le misure di semplificazione proposte genereranno 350 milioni di euro di risparmi sui costi.
Ma è l'urgenza quella che colpisce di più. Infatti, La Commissione invita i colegislatori a trattare questo pacchetto omnibus con priorità, in particolare la proposta di posticipare determinati obblighi di informativa ai sensi della CSRD e la scadenza per il recepimento ai sensi della CSDDD, poiché mirano ad affrontare le principali preoccupazioni individuate dalle parti interessate.
Sotto la guida di da Eurojust sono state costituite delle squadre investigative congiunte (JIT) per accertare i crimini di guerra commessi in Ucraina; hanno finora intervistato 4.000 testimoni, oltre alle oltre 40.000 interviste condotte dalle autorità ucraine sul loro territorio. Come risultato della stretta cooperazione tra le parti della JIT (che rappresentano le autorità giudiziarie nazionali di Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia, Romania, Repubblica Slovacca e Ucraina), il servizio di Procura lituano ha emesso Avvisi di sospetto in contumacia nei confronti di sei sospettati. Inoltre, l'ufficio del Procuratore generale dell'Ucraina ha emesso un Avviso di sospetto nei confronti di un altro individuo per crimini di guerra contro un civile.
I membri della JIT sono stati impegnati a lavorare su una strategia di accusa comune, che dà priorità alle indagini sul crimine di aggressione, sui crimini di tortura, maltrattamenti e filtraggio in relazione ai siti di detenzione illegali, nonché sul crimine di genocidio.
Da marzo 2022, l'Agenzia ha organizzato 26 riunioni di coordinamento tra la JIT e altre autorità nazionali che indagano su presunti crimini internazionali fondamentali commessi in Ucraina. Ciò ha consentito ai paesi coinvolti di scambiare dati sulle rispettive indagini nazionali, discutere strategie e priorità e coordinare le misure investigative.
Eurojust è pienamente impegnata a continuare a sostenere l'importante lavoro della JIT e ha stanziato circa mezzo milione di euro per finanziare le sue attività. La JIT è supportata dal lavoro dell'International Centre for the Prosecution of the Crime of Aggression against Ukraine (ICPA) e del Core International Crimes Evidence Database (CICED), entrambi ospitati e gestiti da Eurojust.
Negli ultimi sei mesi, l'ICPA ha compiuto notevoli progressi nella compilazione di un solido pacchetto di casi. Questo pacchetto si basa su una strategia investigativa e di accusa comune sul crimine di aggressione, concordata dai partecipanti all'ICPA.
Il pacchetto di creazione del caso è destinato alla trasmissione al futuro ufficio del procuratore di un possibile tribunale speciale o di altre giurisdizioni.
L'ICPA ha garantito e continua a garantire la raccolta e l'analisi preliminare di potenziali prove che potrebbero riguardare individui ai massimi livelli della leadership militare e politica. Gli sforzi investigativi non sono limitati dalle posizioni ufficiali che gli individui potrebbero ricoprire. Mentre l'aggressione in Ucraina continua, c'è un crescente corpo di prove che l'ICPA sta attivamente indagando. L'ICPA ha ricevuto finanziamenti aggiuntivi e nel gennaio 2025 le sue operazioni sono state estese per sei mesi. A tal fine, è stato firmato un emendamento all'accordo di contributo tra Eurojust e il Servizio per gli strumenti di politica estera della Commissione europea.
Sin dallo scoppio della guerra, Eurojust è stata in prima linea nel sostenere l'accertamento delle responsabilità per i crimini russi. Solo tre settimane dopo l'invasione su vasta scala della Russia nel 2022, Eurojust ha supportato l'istituzione di una JIT che ora è composta da Ucraina, sei Stati membri dell'UE, la partecipazione della CPI ed Europol, nonché un Memorandum d'intesa con gli Stati Uniti.
In un panorama operativo frammentato e complesso, con la guerra in corso e le prove sparse tra paesi con sistemi legali diversi, la JIT consente ai partner di scambiare informazioni direttamente e in tempo reale. Aiuta inoltre i membri della JIT a semplificare le loro indagini, poiché le autorità nazionali coinvolte possono ora concentrarsi sulla costruzione attiva dei loro casi.
Eurojust fornisce competenze legali e analitiche nonché supporto logistico e finanziario alla JIT.
A febbraio 2023, Eurojust ha lanciato il Core International Crimes Evidence Database (CICED), sulla base di un'urgente modifica del mandato di Eurojust, a seguito dell'invasione dell'Ucraina.
L'International Centre for the Prosecution of the Crime of Aggression Against Ukraine (ICPA), istituito nel luglio 2023, è anch'esso ospitato da Eurojust e, insieme al CICED, supporta il lavoro della JIT.
Da marzo 2022, Eurojust ha partecipato attivamente alla task force EU Freeze and Seize istituita dalla Commissione europea per garantire l'attuazione efficiente delle sanzioni dell'UE contro gli oligarchi russi e bielorussi elencati in tutta l'Unione europea. Eurojust fornisce supporto operativo alla task force coordinando l'applicazione delle sanzioni dell'Unione da parte degli Stati membri attraverso il diritto penale.
Insieme all'ufficio del procuratore generale ucraino, Eurojust presiede il flusso di lavoro sulle indagini nazionali del gruppo di dialogo sulla responsabilità per l'Ucraina. Questo flusso di lavoro mira a identificare le sfide chiave nei principali casi di criminalità internazionale e a proporre congiuntamente soluzioni a livello politico, ad esempio sull'uso di prove open source nelle indagini e nell'azione penale per crimini internazionali nel contesto dell'Ucraina.
Oggi la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione su "La strada verso il prossimo quadro finanziario pluriennale". Delinea le principali sfide politiche e di bilancio che definiranno la progettazione del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP). Ciò getta le basi per riflessioni su come adattare il bilancio a lungo termine dell'UE alle mutevoli esigenze e priorità. Con questa comunicazione, la Commissione lancia anche parallelamente una campagna a livello europeo con una serie di parti interessate, tra cui governi degli Stati membri, entità regionali e cittadini.
Il bilancio europeo sostiene cittadini, agricoltori, ricercatori, aziende e regioni in tutta Europa e oltre. Si è dimostrato essenziale per migliorare la vita degli europei. Insieme a NextGenerationEU, ha contribuito a superare una pandemia e una crisi energetica, salvando milioni di posti di lavoro durante i lockdown e investendo nel nostro futuro pulito e digitale. Il bilancio dell'UE ha inoltre fornito un sostegno senza precedenti all'Ucraina e alla sicurezza dell'Europa, di fronte alla guerra di aggressione della Russia.
Nuove sfide e aspettative per l'azione dell'UE richiedono di riconsiderare il modo in cui funziona il bilancio dell'UE per renderlo adatto al futuro. L'obiettivo di un'Europa libera, democratica, forte, sicura, prospera e competitiva richiede un bilancio UE riformato e rafforzato, più semplice, più flessibile, più mirato e incisivo.
Il nuovo approccio per un bilancio UE moderno dovrebbe includere un piano per ogni paese con riforme e investimenti chiave, progettati e implementati in collaborazione con le autorità nazionali, regionali e locali. Un Fondo europeo per la competitività dovrebbe stabilire una capacità di investimento per supportare settori strategici e tecnologie critiche. Inoltre, un finanziamento rinnovato per l'azione esterna dovrebbe essere più incisivo, mirato e allineato con gli interessi strategici, contribuendo a una nuova politica estera.
La Commissione ha adottato il suo programma di lavoro per il 2025, che nel clima di profonda incertezza a livello globale che si va delineando dovrebbe fissare i punti di riferimento certi per l'azione dell'esecutivo comunitario nei prossimi cinque anni. Nello specifico, s'incentra su tre priorità strategiche: aumentare la competitività, migliorare la sicurezza e rafforzare la resilienza economica nell'UE, sulla base degli impegni stabiliti negli orientamenti politici dalla Presidente von der Leyen e nelle lettere di missione inviate a ciascun commissario.
Il programma di lavoro si concentra sulle iniziative faro che la Commissione intraprenderà nel primo anno del suo mandato, rispondendo alle questioni che più contano per gli europei. Riflette la necessità di maggiori opportunità, innovazione e crescita per i nostri cittadini e le nostre imprese, promuovendo in ultima analisi un'UE più sicura e prospera. Le nuove iniziative proposte sono illustrate in un allegato dedicato insieme alle valutazioni e ai controlli di idoneità annunciati oggi.
Il workprogramme 2025 è accompagnato da un'importante comunicazione sulla semplificazione della complessa normativa europea, croce per le imprese e delizia per tanti attivisti in campo ambientale e non solo.. Definisce come la Commissione intende, nei prossimi cinque anni, semplificare l'attuazione delle norme UE nella pratica, ridurre gli oneri amministrativi e semplificare le norme UE. Contiene obiettivi e strumenti per aiutare ad alleggerire il carico normativo, aumentare la competitività e la resilienza e apportare miglioramenti rapidi e significativi per le persone e le aziende.
Un'agenda strategica per la semplificazione
Il programma di lavoro del 2025 si concentra fortemente sulla semplificazione. Include una prima serie di pacchetti Omnibus e proposte concepiti per far funzionare meglio e più velocemente le politiche e le leggi UE per rafforzare la competitività dell'UE.
Il primo Omnibus proporrà una semplificazione di vasta portata, in particolare nei settori della rendicontazione finanziaria sostenibile, della due diligence sulla sostenibilità e della tassonomia. Altre iniziative, come l'Industrial Decarbonisation Accelerator Act, semplificheranno la concessione di permessi, le autorizzazioni e i requisiti di rendicontazione. Una nuova definizione di piccole imprese a media capitalizzazione alleggerirà il carico normativo in modo che le PMI affrontino meno ostacoli quando cresceranno.
Le misure di semplificazione riguardanti la politica agricola comune e altre aree politiche che interessano gli agricoltori affronteranno ulteriormente le fonti di complessità e di eccessivo onere amministrativo per le amministrazioni nazionali e gli agricoltori. Saranno esplorate ulteriori proposte di semplificazione, tra cui un possibile omnibus nel settore della difesa per aiutare a raggiungere gli obiettivi di investimento che saranno stabiliti nel Libro bianco e per consentire alle aziende innovative di prosperare.
Di seguito elenchiamo i cinque obiettivi strategici da conseguire nell'arco di questa legislatura:
1) Prosperità e competitività sostenibili: la nuova bussola della competitività guiderà gli sforzi di crescita sostenibile, con la strategia UE per le start-up e le scale-up che dà potere agli imprenditori attraverso un migliore accesso al capitale. Al centro del piano collaborativo per la decarbonizzazione e la competitività c'è il Clean Industrial Deal, che aprirà la strada a un obiettivo proposto di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040.
2) Difesa e sicurezza: tra le tensioni nel panorama geopolitico, l'UE sta intensificando gli sforzi per salvaguardare la sicurezza e garantire la pace, svelando piani per costruire un futuro solido per la difesa europea. Investendo collettivamente e strategicamente con la cooperazione della NATO, l'UE mira a rafforzare la sua industria della difesa e ridurre le dipendenze. La strategia Preparedness Union migliorerà l'anticipazione e la resilienza delle crisi, rafforzata da iniziative come la strategia di stoccaggio dell'UE e il Critical Medicines Act per garantire risorse chiave.
3) Sostenere le persone, rafforzare le nostre società e il nostro modello sociale: con l'obiettivo di consolidare il modello sociale unico e molto apprezzato dell'Europa e di rafforzare l'equità sociale, la Commissione guiderà gli sforzi per modernizzare le politiche sociali attraverso il nuovo piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali. Con l'obiettivo di adattarsi alle trasformazioni tecnologiche, demografiche e settoriali, la Commissione presenterà l'Unione delle competenze per garantire che tutti i lavoratori abbiano l'istruzione e la formazione di cui hanno bisogno.
4) Sostenere la nostra qualità di vita: la Commissione presenterà una Vision for Agriculture and Food per garantire un quadro stabile per gli agricoltori e delineare una tabella di marcia per le proposte chiave. L'Ocean Pact creerà un quadro unificato per le politiche oceaniche, mirando a preservare la salute degli oceani e a dare impulso all'economia blu dell'UE. Inoltre, la strategia europea per la resilienza idrica adotterà un approccio dalla fonte al mare per gestire efficacemente le risorse idriche, affrontando gli impatti dei cambiamenti climatici come inondazioni e siccità. Un pacchetto di semplificazione della politica agricola comune affronterà le fonti di complessità e gli oneri amministrativi per gli agricoltori e le amministrazioni nazionali.
5) Proteggere la democrazia e sostenere i valori: iniziative come Democracy Shield affronteranno minacce come l'aumento dell'estremismo e della disinformazione. La Commissione prevede inoltre di migliorare le strategie per combattere la discriminazione basata su genere, disabilità, orientamento sessuale o razza, tra cui una rinnovata strategia per l'uguaglianza LGBTIQ e una nuova strategia antirazzismo.
6) Un'Europa globale: sfruttare il nostro potere e le nostre partnership: mentre lavorare per la libertà dell'Ucraina rimane una priorità, l'UE è impegnata per una pace giusta, globale e duratura basata sulla soluzione dei due stati in Medio Oriente. Un Patto per il Mediterraneo e una strategia per il Mar Nero si concentreranno sulla cooperazione regionale, sugli investimenti economici e sulla sicurezza, e una nuova agenda strategica UE-India fornirà un approccio globale per individuare aree di interesse strategico comune.
7) Realizzare insieme e preparare la nostra Unione per il futuro: la Commissione prevede di presentare un nuovo quadro finanziario pluriennale incentrato sulla semplificazione dell'accesso ai finanziamenti dell'UE e sul potenziamento dell'impatto finanziario per sostenere i finanziamenti nazionali, privati e istituzionali. Inoltre, un focus sulle revisioni delle politiche pre-allargamento valuterà ulteriormente le conseguenze e gli impatti dell'allargamento su tutte le politiche dell'UE, garantendo che le nostre politiche possano continuare a produrre risultati efficaci in un'Unione più ampia.
Ogni anno, la Commissione adotta un programma di lavoro che stabilisce l'elenco delle azioni che intraprenderà nell'anno successivo. Poiché il nuovo Collegio ha iniziato a lavorare il 1° dicembre 2024, il programma di lavoro della Commissione per il primo anno del nuovo mandato è stato adottato l'11 febbraio 2025.
La Commissione europee ha pubblicato le linee guida sulle pratiche proibite nella progettazione e uso dell'AI in base all'AI Act. Queste linee guida forniscono una panoramica delle pratiche di IA considerate inaccettabili a causa dei loro potenziali rischi per i valori europei e i diritti fondamentali.
L'AI Act, che mira a promuovere l'innovazione garantendo al contempo elevati livelli di salute, sicurezza e protezione dei diritti fondamentali, classifica i sistemi di IA in diverse categorie di rischio, tra cui proibiti, ad alto rischio e soggetti a obblighi di trasparenza. Le linee guida affrontano specificamente pratiche come la manipolazione dannosa, il punteggio sociale e l'identificazione biometrica remota in tempo reale, tra le altre.
Le linee guida sono progettate per garantire l'applicazione coerente, efficace e uniforme dell'AI Act in tutta l'Unione europea. Sebbene offrano preziose informazioni sull'interpretazione dei divieti da parte della Commissione, non sono vincolanti, con interpretazioni autorevoli riservate alla Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE). Le linee guida forniscono spiegazioni legali ed esempi pratici per aiutare le parti interessate a comprendere e rispettare i requisiti dell'AI Act. Questa iniziativa sottolinea l'impegno dell'UE nel promuovere un panorama di IA sicuro ed etico.
Secondo l'art. 5 del Regolamento europeo sull'intelligenza artificiale ( AI Act), adottato nel 2024, le pratiche vietate sono le seguenti:
a) l'immissione sul mercato, la messa in servizio o l'uso di un sistema di IA che utilizza tecniche subliminali che agiscono senza che una persona ne sia consapevole o tecniche volutamente manipolative o ingannevoli aventi lo scopo o l'effetto di distorcere materialmente il comportamento di una persona o di un gruppo di persone, pregiudicando in modo considerevole la loro capacità di prendere una decisione informata, inducendole pertanto a prendere una decisione che non avrebbero altrimenti preso, in un modo che provochi o possa ragionevolmente provocare a tale persona, a un'altra persona o a un gruppo di persone un danno significativo;
b) l'immissione sul mercato, la messa in servizio o l'uso di un sistema di IA che sfrutta le vulnerabilità di una persona fisica o di uno specifico gruppo di persone, dovute all'età, alla disabilità o a una specifica situazione sociale o economica, con l'obiettivo o l'effetto di distorcere materialmente il comportamento di tale persona o di una persona che appartiene a tale gruppo in un modo che provochi o possa ragionevolmente provocare a tale persona o a un'altra persona un danno significativo;
c) l'immissione sul mercato, la messa in servizio o l'uso di sistemi di IA per la valutazione o la classificazione delle persone fisiche o di gruppi di persone per un determinato periodo di tempo sulla base del loro comportamento sociale o di caratteristiche personali o della personalità note, inferite o previste, in cui il punteggio sociale così ottenuto comporti il verificarsi di uno o di entrambi gli scenari seguenti:
d) l'immissione sul mercato, la messa in servizio per tale finalità specifica o l'uso di un sistema di IA per effettuare valutazioni del rischio relative a persone fisiche al fine di valutare o prevedere il rischio che una persona fisica commetta un reato, unicamente sulla base della profilazione di una persona fisica o della valutazione dei tratti e delle caratteristiche della personalità; tale divieto non si applica ai sistemi di IA utilizzati a sostegno della valutazione umana del coinvolgimento di una persona in un'attività criminosa, che si basa già su fatti oggettivi e verificabili direttamente connessi a un'attività criminosa;
e) l'immissione sul mercato, la messa in servizio per tale finalità specifica o l'uso di sistemi di IA che creano o ampliano le banche dati di riconoscimento facciale mediante scraping non mirato di immagini facciali da internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso;
f) l'immissione sul mercato, la messa in servizio per tale finalità specifica o l'uso di sistemi di IA per inferire le emozioni di una persona fisica nell'ambito del luogo di lavoro e degli istituti di istruzione, tranne laddove l'uso del sistema di IA sia destinato a essere messo in funzione o immesso sul mercato per motivi medici o di sicurezza;
g) l'immissione sul mercato, la messa in servizio per tale finalità specifica o l'uso di sistemi di categorizzazione biometrica che classificano individualmente le persone fisiche sulla base dei loro dati biometrici per trarre deduzioni o inferenze in merito a razza, opinioni politiche, appartenenza sindacale, convinzioni religiose o filosofiche, vita sessuale o orientamento sessuale; tale divieto non riguarda l'etichettatura o il filtraggio di set di dati biometrici acquisiti legalmente, come le immagini, sulla base di dati biometrici o della categorizzazione di dati biometrici nel settore delle attività di contrasto;
h) l'uso di sistemi di identificazione biometrica remota «in tempo reale» in spazi accessibili al pubblico a fini di attività di contrastoa meno che, e nella misura in cui, tale uso sia strettamente necessario per uno degli obiettivi seguenti:
la localizzazione o l'identificazione di una persona sospettata di aver commesso un reato, ai fini dello svolgimento di un'indagine penale, o dell'esercizio di un'azione penale o dell'esecuzione di una sanzione penale per i reati di cui all'allegato II, punibile nello Stato membro interessato con una pena o una misura di sicurezza privativa della libertà della durata massima di almeno quattro anni.
Questo il testo della dichiarazione pubblicata dai Paesi che si oppongono al riconoscimento di palesi violazioni dei principi di tutela della libertà di voto.
"Siamo uniti nella condanna delle elezioni presidenziali fittizie in Bielorussia del 26 gennaio e delle continue violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime bielorusso. Le sanzioni annunciate di recente rappresentano uno sforzo coordinato e multilaterale per chiedere conto al regime di Lukashenko.
Nessuna elezione può essere considerata libera, equa o in linea con gli standard internazionali quando si tiene in un clima di continua repressione, caratterizzato da una stretta sulla società civile, detenzioni arbitrarie e restrizioni alla reale partecipazione politica. La decisione del regime di invitare l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa/Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani a osservare solo 10 giorni prima delle elezioni ha impedito all'ODIHR di accedere alle fasi chiave del processo elettorale. Queste azioni sono in contrasto con gli impegni internazionali della Bielorussia e dimostrano un chiaro desiderio di evitare la trasparenza nel processo elettorale.
Condanniamo le continue e spaventose violazioni dei diritti umani commesse dal regime di Lukashenko e chiediamo loro di liberare gli oltre 1.250 prigionieri politici che rimangono ingiustamente detenuti. Esortiamo la Bielorussia a rispettare i suoi obblighi internazionali in materia di diritti umani e gli impegni OSCE sotto tutti gli aspetti, incluso il ripristino di una società civile aperta, per creare un ambiente in cui si possano tenere nuove elezioni che rispettino gli standard internazionali. Siamo al fianco del popolo bielorusso e riconosciamo il suo diritto a determinare il proprio futuro in modo veramente libero ed equo, senza paura, oppressione o interferenze esterne.
Continueremo a sostenere le aspirazioni del popolo bielorusso per una Bielorussia libera, democratica e indipendente."
Lanciata il 6 gennaio, la campagna AdWiseOnline si propone di sensibilizzare i bambini e chi si prende cura di loro sulle pratiche di marketing manipolative che a volte si possono riscontrare nei videogiochi.
La campagna, frutto di una partnership tra Commissione europea ed il Centro Europeo per la sicurezza di internet, si concentra sulle tattiche di marketing in-game, come design persuasivo, dark pattern, loot box, meccanismi pay-to-win, tattiche FOMO (fear of missing out) e microtransazioni eccessive. Ha l'obiettivo principale di aumentare la consapevolezza delle pratiche manipolative e dei diritti dei consumatori dei bambini informando genitori, tutori, educatori e decisori politici su specifici giochi manipolativi, marketing digitale e pratiche dei consumatori che prendono di mira bambini e giovani.
La campagna mira a creare un ambiente di gioco e digitale più sicuro e responsabile, promuovere cambiamenti comportamentali per ridurre la spesa sfruttatrice in-game e incoraggiare migliori abitudini di spesa online. In definitiva, mentre i videogiochi possono offrire esperienze positive, cercano di ridurre l'incidenza di bambini e giovani che cadono vittime di pratiche di marketing manipolative. Nell'ambito della campagna, bambini e giovani saranno coinvolti in discussioni sugli ambienti di gioco e sui loro diritti generali di consumatori online.
Con una durata fino a metà febbraio, la campagna poggia su chiare evidenze per sostenere il suo messaggio. I dati sono stati raccolti in un rapporto completo sulle pratiche di marketing digitale manipolative rivolte a bambini e giovani online, pubblicato come parte di una campagna pilota organizzata tra febbraio e aprile 2024. Evidenzia le principali vulnerabilità e sfide affrontate dai consumatori negli ambienti online.
Oltre alla campagna condotta sui social media e alle collaborazioni con gli influencer, saranno messe a disposizione risorse educative come podcast, webinar per genitori e insegnanti, un corso online MOOC, video guidati dai giovani, approfondimenti di esperti e contenuti interattivi. La campagna include una versione adatta ai bambini della guida AdWiseOnline per superare in astuzia gli annunci online in 29 lingue. Spiega in termini semplici come le aziende guadagnano denaro tramite la pubblicità online e offre suggerimenti ai giovani su come orientarsi nelle pratiche di marketing manipolative.
Sito della campagna nella sezione in abbonamento.
Come annunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen al Parlamento europeo il 27 novembre 2024, la Commissione europea avvierà un dialogo strategico con l'industria automobilistica europea, le parti sociali e altri stakeholder chiave il 30 gennaio. Questa iniziativa sottolinea l'impegno della Commissione nel salvaguardare il futuro di un settore vitale per la prosperità europea, promuovendo al contempo i suoi obiettivi climatici e gli obiettivi sociali più ampi.
La Commissione riconosce l'urgente necessità di agire per proteggere l'industria automobilistica europea e darle un futuro all'interno dell'Unione europea. Sotto la guida della Presidente von der Leyen, il dialogo strategico mira a coinvolgere gli attori del settore, le parti sociali e gli stakeholder per comprendere in modo collaborativo le sfide, sviluppare soluzioni e intraprendere azioni concrete. All'interno della Commissione, il Commissario Tzitzikostas è stato incaricato di elaborare un piano d'azione per il settore, che trarrà vantaggio da queste discussioni.
Il dialogo strategico sarà presieduto dalla Presidente von der Leyen e consisterà in riunioni regolari che riuniranno rappresentanti del settore (produttori, fornitori), partner sociali, Commissari e altre parti interessate, anche della società civile. Gruppi di lavoro tematici presenteranno poi proposte dettagliate. Saranno inoltre condotte consultazioni più ampie con altre parti interessate del settore e altre parti della catena del valore dell'automotive. Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti durante tutto il processo.
I punti chiave della discussione includeranno innovazione, transizione pulita e decarbonizzazione, competitività e resilienza, relazioni commerciali e "parità di condizioni" internazionali, nonché semplificazione normativa e ottimizzazione dei processi. Ulteriori informazioni sono disponibili nella Concept Note allegata che guiderà le discussioni nel dialogo strategico.
La Commissione europea si impegna a collaborare con tutte le parti interessate per garantire la competitività, la sostenibilità e la resilienza a lungo termine dell'industria automobilistica europea. Il dialogo strategico è un passo fondamentale per raggiungere questo obiettivo.
L'industria automobilistica, pilastro dell'economia europea, impiega oltre 13 milioni di persone e contribuisce per circa il 7% al PIL dell'UE. Tuttavia, questo settore critico sta affrontando un periodo di significativa trasformazione, guidato dalla digitalizzazione, dalla decarbonizzazione, dall'aumento della concorrenza e da un panorama geopolitico in evoluzione.
Questi fattori stanno mettendo alla prova i punti di forza consolidati delle case automobilistiche europee. Per garantire la futura competitività del settore, la Commissione europea sta lanciando un dialogo strategico. Questa iniziativa mira a sviluppare e implementare in modo collaborativo soluzioni per mantenere la posizione globale del settore.
La Commissione europea ha aperto oggi le candidature per il Premio europeo per i giovani imprenditori, ideato per dare risalto alle iniziative innovative dei giovani in tutta Europa. Questo premio offrirà ai giovani innovatori l'accesso a preziose opportunità di tutoraggio e finanziamento.
Le presentazioni finali avranno luogo il 5 giugno, in occasione della Giornata europea dell'industria, a Rzeszów, in Polonia. I finalisti presenteranno i loro progetti a leader del settore, decisori politici e potenziali investitori provenienti da tutta Europa. Ciascuno dei 10 finalisti riceverà un supporto personalizzato del valore fino a 20.000 €. Ciò include consigli da parte di esperti del settore, accesso a reti professionali e strumenti pratici per aiutarli a sviluppare le loro idee e garantire il loro successo a lungo termine.
Il Young European Entrepreneurs Award è un concorso che celebra l'innovazione e l'imprenditorialità in tutti i settori. Aperto a imprenditori under 40 provenienti da contesti diversi, il concorso mira a fornire alle start-up e agli innovatori le competenze, le conoscenze e le risorse necessarie per prosperare in uno scenario economico sempre più competitivo. I candidati sono invitati a presentare progetti in linea con le priorità dell'Unione Europea, quali sostenibilità, trasformazione digitale e impatto sociale positivo.
Link al sito per iscriversi nella sezione in abbonamento. C'è tempo sino al 14 marzo 2025.
Dichiarazione dell'Alto Rappresentante per la politica estera
L'Unione Europea si congratula calorosamente con Joseph Aoun per la sua elezione a Presidente della Repubblica del Libano. Questo passo significativo segna un momento di speranza e rinnovamento per il popolo libanese.
Ci congratuliamo con i parlamentari libanesi per aver raggiunto un ampio consenso, dimostrando responsabilità. Uno spirito di unità nazionale è fondamentale per consentire la partecipazione di tutti i cittadini, in tutte le componenti della società, al superamento delle conseguenze dei recenti conflitti, all'avanzamento degli sforzi di ricostruzione e all'avvio di un percorso di stabilizzazione politica e ripresa socioeconomica.
L'UE ribadisce il suo fermo sostegno al popolo libanese. Attendiamo con ansia la rapida formazione di un governo a pieno titolo, in grado di portare avanti un programma orientato alle riforme e lungimirante. Ciò aprirà la strada a un rinnovato sostegno internazionale e al pieno rilancio del partenariato UE-Libano.
Riportiamo la dichiarazione del Servizio di Azione Esterna dell'Unione Europea sui gravi fatti in corso nella Repubblica Democratica del Congo, un paese martoriato che non trova pace e da tempo al centro di interessi egemonici delle principali èpotenze per la sua ricchezza di materie prime, anche rare.
L'UE condanna fermamente la recente occupazione da parte del gruppo armato M23 della città di Masisi e delle zone circostanti, nel Nord Kivu. La continua avanzata dell’M23 costituisce una palese violazione del cessate il fuoco concordato nell’ambito del processo di Luanda. Questi sviluppi minano in modo significativo gli sforzi volti ad una risoluzione pacifica del conflitto nella parte orientale della RDC.
L’UE esorta l’M23 a ritirarsi immediatamente e a rispettare pienamente il cessate il fuoco. L'UE esorta il Ruanda a porre fine alla sua cooperazione con l'M23 e a ritirare le sue forze militari dal territorio della RDC. L'UE sottolinea l'importanza che tutte le parti in conflitto allentino la situazione e attuino tempestivamente tutte le decisioni e gli impegni concordati nell'ambito del processo di Luanda, verso il quale l'UE ribadisce il suo pieno sostegno e impegno. L'UE esorta inoltre la RDC a cessare ogni cooperazione con le FDLR e altri gruppi armati.
L'UE è pronta a prendere in considerazione nuove misure restrittive contro i responsabili del conflitto armato, dell'instabilità e dell'insicurezza nella RDC.
La Commissione europea, attraverso la sua Direzione generale competente per il settore el digitale CNECT, ha bisogno di costituire un gruppo di esperti, circa 80, specializzati nelle tecnologie digitali e ha lanciato a tal fine un invito a manifestazioni d'interesse.
Sono invitati a partecipare, segnalando la propria disponibilità, esperti in tecnologie digitali critiche ed emergenti e il loro uso attuale o futuro, che spaziano dai semiconduttori e dalla fotonica all'intelligenza artificiale, dati, robotica, quantistica, calcolo ad alte prestazioni, ma anche connettività avanzata, Internet di nuova generazione e mondi virtuali, cloud, edge, Internet delle cose o comunicazione e sicurezza digitale avanzata, govtech e interoperabilità, tra molte altre.
L'invito è rivolto ad un ampio spettro di stakeholder, tra cui ricercatori, innovatori, esperti di mercato e industriali, ma anche ONG e altri utenti della tecnologia. Dovranno dare in particolare un contributo a due studi in corso per migliorare la comprensione delle future tecnologie e capacità digitali strategiche per l'Europa. Considerando la rapida evoluzione delle tecnologie e dei mercati digitali, il contesto geopolitico, l'intensificarsi della corsa tecnologica globale e l'importanza della trasformazione digitale e sostenibile dell'industria e della società, questi due studi commissionati dalla DG CNECT mirano a ottenere ulteriori conoscenze e prove sulla necessità di supportare la ricerca, lo sviluppo e l'implementazione di tecnologie e capacità digitali critiche ed emergenti in Europa nel medio termine dal 2028 al 2040.
i due studi hanno come tema: 1) “Lo sviluppo delle capacità digitali critiche dell’UE oltre il 2027”, focalizzato sullo sviluppo (integrazione, applicazione e implementazione) di tecnologie e infrastrutture digitali e sul relativo sviluppo delle competenze; 2) “Concetti chiave per le tecnologie digitali strategiche per il 10° Programma Quadro di ricerca e sviluppo”, incentrato sul futuro prossimo del programma europeo di ricerca, sviluppo e innovazione delle tecnologie digitali strategiche.
A tal fine le attività rilevanti che saranno svolte con il coinvolgimento del gruppo di esperti sono articolate su tre passaggi: 1) A fine febbraio 2025 verrà organizzata una discussione di gruppo per discutere e perfezionare l'elenco delle tecnologie e delle capacità critiche strategiche ed emergenti rilevanti per gli investimenti a livello dell'UE; 2) Un sondaggio Delphi sarà condotto a marzo e aprile 2025 (due round) per raccogliere e perfezionare opinioni di esperti sulle tendenze future e sulle intuizioni sulla generazione e l'implementazione di tecnologie e capacità digitali emergenti e critiche e dei relativi ecosistemi entro gli orizzonti del 2028, 2034 e 2040, nonché sui fattori contestuali che avranno un impatto su questi sviluppi; 3) infine Un ciclo di cinque workshop di previsione nella primavera e nell'autunno del 2025 avrà lo scopo di sviluppare opzioni di investimento per i programmi di finanziamento dell'UE per il periodo 2028-2034, esplorando un ampio spettro di possibili futuri per la generazione e l'implementazione di tecnologie e capacità digitali emergenti e critiche, con esercizi di creazione di scenari e di backcasting.
Gli esperti, selezionati in numero tra i 50 e gli 80, dovranno possedere le seguenti caratteristiche professionali:
- competenza in specifiche tecnologie digitali, con una comprovata conoscenza approfondita dei progressi tecnologici correlati alla ricerca e/o all'implementazione di tecnologie e capacità digitali, comprese le tendenze e le esigenze emergenti;
- comprensione dell'ecosistema industriale e della ricerca digitale dell'UE correlato allo sviluppo di questa specifica tecnologia digitale e delle sue applicazioni in vari settori;
- conoscenza del posizionamento competitivo dell'UE in relazione a questa specifica tecnologia su scala globale e la consapevolezza di eventuali dipendenze all'interno delle catene del valore globali.
Per inviare la propria manifestazione d'interesse, entro il 20 gennaio, collegarsi al link riportato nella sezione in abbonamento
La ricerca di nuovo personale interessa l'Ufficio per l'intelligenza artificiale della DG CONNECT e riguarda gli aspetti dell'intelligenza artificiale attinenti le scienze sociali. In particolari il rafforzamento di personale riguarda le seguenti unità: AI Excellence e Robotics, AI Regulation e Compliance, AI Safety, AI Innovation e Policy Coordination e AI for Societal Good. I profili ricercati sono quelli di Legal e Policy Officer.
In quanto centro di competenza dell'UE in materia di IA, l'Ufficio europeo per l'IA svolge un ruolo chiave nell'implementazione dell'AI Act, in particolare per l'IA di uso generale, promuovendo lo sviluppo e l'uso di un'IA affidabile e la cooperazione internazionale. L'Ufficio per l'IA è all'avanguardia nella politica e nell'innovazione globale in materia di IA, istituito all'interno della Commissione europea, come parte della DG CONNECT. Il team collabora a stretto contatto con gli Stati membri, le autorità di regolamentazione e altri organismi dotati di competenze specifiche, nonché con paesi terzi e organizzazioni internazionali competenti.
I candidati per la posizione di Policy Officer devono possedere almeno tre anni di esperienza nelle politiche digitali dell'UE, forti capacità analitiche e di ricerca, nonché la capacità di tradurre i risultati in politiche attuabili. Il ruolo comporta varie responsabilità, come contribuire alla formulazione di politiche e procedure per la politica UE sull'IA, monitorare lo sviluppo dei mercati e delle tecnologie dell'IA, nonché collaborare con le parti interessate per raccogliere conoscenze e prove per l'implementazione delle politiche sull'IA. I Policy Officer contribuiranno anche alla preparazione di documenti politici, briefing e diversi eventi politici. Lo scopo principale di questa posizione è di affrontare le sfide politiche e garantire una comprensione e un'implementazione complete delle politiche sull'IA nell'UE e oltre.
I candidati per la posizione di Legal Officer devono avere almeno tre anni di esperienza nella legislazione digitale dell'UE e ottime capacità analitiche e comunicative. Deve avere una conoscenza approfondita delle questioni legali relative all'IA e all'EU AI Act. Inoltre, è essenziale avere esperienza pratica nella stesura e revisione di documenti legali, linee guida, decisioni e altri atti pertinenti per l'AI Office. L'esperienza nella standardizzazione sarebbe vantaggiosa. Le responsabilità di questo ruolo includono il contributo alla fase preparatoria dell'implementazione dell'AI Act sviluppando approcci, linee guida e quadri analitici basati su prove. Anche la collaborazione con terze parti per raccogliere conoscenze e prove per l'applicazione dell'AI Act è un compito essenziale. Il candidato lavorerà per garantire l'efficace implementazione delle norme dell'AI Act, tra cui legislazione secondaria, linee guida, codici di condotta, codici di condotta o standard pertinenti.
Le candidature vanno presentate entro il 15 gennaio, tramite il sito web dell'ufficio epso per il personale. Link nella sezione in abbonamento.
La durata iniziale del contratto è di un anno, con possibilità di estensione fino a 6 anni totali. Entrambe le posizioni appartengono al Function Group IV.
Il Consiglio chiede un maggiore sostegno ai giovani che vivono in aree rurali e remote, in particolare migliorando l’accesso alle opportunità “glocali” nell’istruzione e nell’occupazione, come un modo per combattere le sfide demografiche in Europa.
Le comunità rurali sono una parte fondamentale dell'identità dell'UE e svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo sostenibile. Tuttavia, persistono notevoli disparità tra aree rurali e urbane. I giovani in particolare affrontano sfide legate a minori opportunità di lavoro, minore accesso a un'istruzione di qualità e limitata disponibilità di servizi sociali e sanitari. Questi fattori aumentano la probabilità che i giovani si spostino dalle aree rurali e remote in cerca di migliori opportunità, e sono causa del loro progressivo spopolamento.
Il Consiglio chiede alle autorità dell'UE di intensificare gli sforzi per garantire ai giovani nelle aree rurali e remote un accesso equo ai servizi essenziali, consentendo loro di beneficiare di opportunità "glocal". Il termine "glocal" si riferisce alla capacità di pensare globalmente e agire localmente, nonché all'integrazione del locale e del globale. In particolare, le conclusioni incoraggiano gli Stati membri a:
- migliorare l'accesso dei giovani rurali ai servizi digitali, ad esempio rafforzando l'infrastruttura digitale;
- coinvolgere i giovani che vivono in aree rurali e remote nel processo decisionale a tutti i livelli;
- favorire la creazione di più opportunità di lavoro, istruzione e formazione di qualità, più diversificate e in settori quali l'agricoltura e l'adattamento climatico;
- incoraggiare la solidarietà e l'interazione intergenerazionale, anche tramite organizzazioni giovanili locali;
- formare operatori giovanili, educatori e professionisti per riconoscere i diversi talenti dei giovani.
Il Consiglio invita inoltre la Commissione a migliorare l’accesso alle iniziative e ai fondi pertinenti dell’UE e ad aumentare la visibilità dei giovani rurali nei programmi dell’UE per i giovani, compresa la strategia dell’UE per la gioventù post-2027.
Oggi, l’Ufficio per l’intelligenza artificiale (IA) della Commissione avvia un processo di consultazione sulle future linee guida per orientare le imprese e tutti i soggeti interessati sull'applicazione della nuova normativa europea, in particolare per quanto riguarda la definizione di sistema di IA e l’implementazione di pratiche di IA che presentano rischi inaccettabili.
Le linee guida aiuteranno le autorità nazionali competenti, nonché i fornitori e gli operatori a conformarsi alle norme dell'AI Act la cui applicazione è fissata a partire dali 2 febbraio 2025.
L'AI Office invita tutte le parti interessate, tra cui i fornitori di sistemi di IA, le aziende, le autorità nazionali, il mondo accademico, gli istituti di ricerca e la società civile, a fornire il proprio contributo. I contributi ricevuti confluiranno nelle linee guida della Commissione sulla definizione di sistema di IA e sulle pratiche di IA vietate ai sensi dell'AI Act, che saranno pubblicate all'inizio del 2025.
I criteri giuridici riguardanti la definizione di sistema di IA e le pratiche di IA proibite sono già stabiliti nell'AI Act. Tuttavia la consultazione cerca ulteriori esempi pratici da parte delle parti interessate per fornire ulteriori linee guida più chiare sugli aspetti pratici e sui casi d'uso.
Per questo motivo nel questionario proposto , che si compone di due sezioni incentrate rispettivamente sui due aspetti della normativa - definizione di sistema di AI e vincoli al'uso, i partecipanti possono avvalersi della facoltà di rispondere solo alle domande per loro rilevanti e sono invitati a fornire il maggior numero di esempi concreti. E' possibile anche rispondere per conto di un gruppo di organizzazione, c.d. risposte collettiva - laddove ne risulta agevolata la partecipazione.
La data ultima per partecipare è il 13 docembre 2024. Nella sezione in abbonamento il link.
Oggi, Caritas Europa presenta la sua nuova pubblicazione, con cui invita a inizio del nuovo ciclo istituzionale l'Europa a riformare urgentemente i modelli economici affinchè proteggano sia le persone che l'ambiente. Il rapporto evidenzia la necessità di approcci sostenibili che diano priorità all'uguaglianza sociale o, in altre parole, a un'economia giusta.
L'attuale sistema economico predominante, incentrato sulla crescita economica come obiettivo principale e sul PIL come principale misura del progresso, è una delle principali cause profonde dei principali problemi e ingiustizie contro cui Caritas Europa si batte. Infatti, quando si tratta di reddito, secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2022 il 9% della popolazione mondiale viveva in condizioni di povertà estrema e, secondo la Banca Mondiale, nel 2023 il 45,6% del mondo viveva con meno di $ 6,85 al giorno.
Nel rapporto si evidenzia come nonostante importanti misure e quadri per adattare la nostra economia e il nostro modello di sviluppo (tra cui più di recente l'Agenda 2030 e l'approccio della "crescita verde"), il sistema economico predominante continua a promuovere la ricerca infinita della crescita economica, le cui carenze e contraddizioni intrinseche continuano ad avere un impatto negativo sproporzionato su coloro che sono più indietro e un impatto insopportabile sulla Terra, la nostra casa comune. Finché la nostra economia sarà guidata dal profitto e da una crescita economica illimitata, continuerà a essere distruttiva, in termini sociali, ambientali e politici.
Il report continua delineando le sfide globali e come siano interconnesse: non può esserci giustizia ambientale senza giustizia sociale e viceversa, proprio come non possono esserci sicurezza, prosperità e un futuro vivibile in Europa senza lo stesso tipo di futuro nel Sud del mondo. Finché l'obiettivo schiacciante della massimizzazione del profitto delle più grandi aziende e degli individui più ricchi continuerà a determinare in modo efficace cosa produciamo, per quale scopo e a beneficio di chi, le persone che vivono in povertà ed emarginazione, così come la nostra casa comune, continueranno a pagare il prezzo più alto. Finché l'Europa continuerà a dare priorità alla sua crescita economica e alla sua competitività rispetto al lavorare in solidarietà e cooperazione con il Sud del mondo, non riuscirà a essere il leader globale per il clima e i diritti umani e il partner di fiducia che si sforza di essere.
Ma cosa intende la Caritas per Sud del mondo? I termini Global North e Global South non sono utilizzati come termini geografici ma piuttosto normativi. Si riferiscono al Sud del mondo come ai paesi storicamente colonizzati o a basso reddito, che hanno esperienze comuni nel sopportare costi sproporzionati del sistema economico predominante e nell'essere in posizioni storicamente subordinate nell'ordine internazionale. Mentre si riconoscono i limiti di questa definizione (come il fatto che ci sono molte persone in situazioni di sfruttamento, emarginazione o vulnerabilità a livello globale, compresi i paesi ad alto reddito, che le realtà nel Global South sono diverse e che il termine ospita dicotomie), viene utilizzata come uno strumento concettuale di potenza simbolica per riconoscere la gerarchia globale in termini di ricchezza e potere, senza alcuna implicazione che il Global South sia "meno" o in qualche modo "inferiore".
E dunque l'appello: che si dia ascolto alla voce sempre più forte di quanti - movimenti di base, di advocacy e campagne di sensibilizzazione - stanno sostenendo una trasformazione del sistema economico predominante, per un'economia giusta che dia priorità al benessere sociale ed ecologico, sia in Europa che a livello globale. Essi sottolineano la finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per garantire un futuro di speranza per tutti e l'importanza delle scelte e delle azioni implementate in questo decennio.
Il report sarà presentato al Parlamento Europeo il prossimo 11 dicembre.