Il Consiglio UE ha adottato la sua posizione negoziale (orientamento generale) su una delle proposte del cosiddetto pacchetto legislativo "Omnibus I", che semplifica e rafforza il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) dell'UE.
La proposta mira a semplificare e migliorare la conformità in termini di costi al regolamento CBAM, senza comprometterne gli obiettivi climatici, poiché circa il 99% delle emissioni incorporate nei prodotti CBAM importati rimarrebbe coperto. L'obiettivo generale è ridurre gli oneri normativi e amministrativi, nonché i costi di conformità per le imprese dell'UE, in particolare le PMI.
La proposta della Commissione europea prevede, come principale semplificazione delle norme CBAM, un'esenzione "de minimis" più ampia dagli obblighi CBAM, esentando gli importatori che non superano una soglia unica basata sulla massa, fissata a 50 tonnellate di merci importate per importatore all'anno. Questa nuova soglia sostituirebbe le attuali e molto più restrittive disposizioni del regolamento CBAM che esentano le merci di valore trascurabile. Si prevede che la misura proposta, nella maggior parte dei casi, esenterà dagli obblighi CBAM le PMI e i privati che importano quantità ridotte o trascurabili di merci coperte dal regolamento CBAM.
Inoltre, la proposta prevede diverse semplificazioni per tutti gli importatori di beni CBAM al di sopra della soglia. Ciò riguarda in particolare la procedura di autorizzazione, i processi di raccolta dati, il calcolo delle emissioni implicite, le norme di verifica delle emissioni, il calcolo della responsabilità finanziaria dei dichiaranti CBAM autorizzati (soggetti che desiderano importare beni soggetti al CBAM) durante l'anno di importazione nell'UE e la richiesta da parte dei dichiaranti CBAM autorizzati dei prezzi del carbonio pagati in paesi terzi.
Il mandato negoziale del Consiglio contiene diverse modifiche alla proposta della Commissione, volte a semplificare e chiarire ulteriormente le norme in materia di CBAM. Il Consiglio sostiene inoltre la nuova soglia minima di massa di 50 tonnellate di merci importate, proposta dalla Commissione. Dopo l’adozione odierna della posizione del Consiglio, la presidenza avvierà i negoziati con il Parlamento europeo su questo fascicolo.
Il Consiglio dell'UE ha adottato oggi la decisione di avviare la sesta ondata di progetti nell'ambito della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO), il quadro chiave dell'UE per lo sviluppo delle capacità di difesa.
Con 11 nuovi progetti collaborativi, il numero totale di iniziative PESCO ammonta ora a 75. Ciò testimonia l'impegno continuo, collettivo e risoluto degli Stati membri partecipanti a rafforzare la prontezza difensiva dell'UE.
In linea con gli orientamenti strategici forniti dal Consiglio europeo del 6 marzo 2025, l'UE sta intensificando gli sforzi per rafforzare le proprie capacità militari di fronte alle sfide immediate e future.
I nuovi progetti abbracciano diversi settori, tra cui la difesa terrestre, aerea, marittima, i facilitatori strategici e i moltiplicatori di forza, nonché le strutture di addestramento, nonché tecnologie all'avanguardia come i sistemi quantistici e le armi a energia diretta.
I progetti di cooperazione avviati comprendono:
- Joint European Electromagnetic Warfare Convergence Initiative (JEEWCI)
- Substitute for Lead in Infantry Ammunition (SLIA)
- Common Handheld Optronic Interface (CHOI)
- Infantry Navigation w/o GNSS (InfNav w/o GNSS)
- Directed Energy Systems (DES)
- Next Generation Dismounted Soldier System (NGDSS)
- Modular Seabed Vessel (MSV)
- Future (unmanned) Air-to-Air refuelling Capability
- Unmanned Air Transport of Injured Soldiers (UNATIS)
- Quantum Enablers for Strategic Advantage (QUEST)
- Medical Treatment Facility Role 2 Forward-Capability Development (MTF R2F-CD)
Molti di questi progetti rispondono direttamente alle priorità in termini di capacità individuate dai leader dell'UE, rafforzando il ruolo della PESCO nel rafforzare la posizione di difesa dell'UE e nell'approfondirne la sovranità strategica.
La decisione odierna dimostra che la PESCO continua a essere uno strumento centrale per colmare le lacune in termini di capacità dell'UE attraverso la cooperazione. Mobilita gli Stati membri partecipanti per mettere in comune le risorse, coordinare gli investimenti e migliorare l'interoperabilità delle proprie forze armate, rafforzando al contempo la Base Tecnologica e Industriale di Difesa Europea (EDTIB).
Con la Dichiarazione n. 806 dell’aprile scorso, dal titolo “Integrazione della dimensione di genere nella regione dell’Asia centrale”, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa è intervenuta sul problema delle tante donne cui sono negati i più elementari diritti umani, quando non addirittura costrette a vivere in condizioni di sudditanza, talvolta ai limiti della schiavitù. La Dichiarazione si inserisce nella “Strategia per l’uguaglianza di genere per il periodo 2024-2029” adottata dal Consiglio d’Europa lo sorso anno. Infatti, in linea con gli impegni precedenti, questa Strategia guida i lavori dell’Organizzazione internazionale verso una maggiore uguaglianza di genere, con un orizzonte di sei anni. Si tratta di una Strategia volta ad affrontare sfide attuali ed emergenti, che si snoda attorno a sei obiettivi, con lo scopo di garantire l’emancipazione femminile e la parità di genere nel contesto delle attuali sfide geopolitiche. Ed è in questo quadro che la Dichiarazione 806 pone il focus su un drammatico problema che, purtroppo, pur nella sua tragicità, non trova sui nostri media tutti gli spazi che meriterebbe: la spaventosa situazione che stanno vivendo le donne afghane dopo il ritorno al potere dei Talebani. Le misure progressivamente sempre più oppressive per le donne, introdotte dai Talebani, sono diventate il simbolo non solo della crisi interna del paese, ma anche della fragilità dei risultati ottenuti in materia di diritti umani. La Dichiarazione prende atto del fatto che, già nel 2019, l’Unione Europea e il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP, organizzazione internazionale sussidiaria dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nata il 1 gennaio 1966) lanciarono un’iniziativa per offrire opportunità di istruzione alle donne afghane in Kazakhstan, Uzbekistan e Kirghizistan. Entro il 2027, si prevede, infatti, che oltre 100 donne afghane conseguiranno titoli accademici e professionali presso università dell’Asia centrale. Altresì, va rimarcato che, di recente, con una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si è costituito il “Centro Regionale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l’Asia centrale e l’Afghanistan” ad Almaty (Kazakhstan); ente destinato ad attuare progetti e programmi regionali volti ad assistere i paesi della regione nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile nelle tre dimensioni, economica, sociale e ambientale, in stretto coordinamento con altre realtà delle Nazioni Unite coinvolte. Si tratta di un progetto del Presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev presentato durante la 74a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 2019. I membri firmatari della Dichiarazione 806 (che ha ricevuto il sostegno unanime di tutti e cinque i gruppi politici dell’Assemblea) invitano ora gli stati membri del Consiglio d’Europa a sostenere con forza e cooperare con il neonato polo regionale delle Nazioni Unite di Almaty come piattaforma chiave per coordinare gli sforzi internazionali nella regione e aiutare i paesi dell’Asia centrale nei loro sforzi per assistere le donne afghane.
Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale, fondata nel 1949, con sede a Strasburgo, che raggruppa 46 Stati membri, quasi tutti i paesi europei ed alcuni esterni al continente. La sua missione principale è quella di promuovere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Europa. In tale ambito, l’Assemblea Parlamentare rappresenta le forze politiche dei Parlamenti degli stati membri e promuove l’estensione della cooperazione europea a tutti gli stati democratici d’Europa. E’ composta da 306 parlamentari (e altrettanti supplenti) che formano le delegazioni dei paesi membri. Il numero dei rappresentanti dei diversi paesi è legato alla consistenza della popolazione e varia da un minimo di due ad un massimo di diciotto. L’Italia vi è rappresentata da 18 membri effettivi e 18 supplenti.
La creazione del Centro Regionale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) ad Almaty rappresenta un riconoscimento del ruolo che sta assumendo il Kazakhstan in Asia centrale. Un Paese caratterizzato da sempre maggiore stabilità, che si è scrollata di dosso velocemente la scomoda eredità sovietica, realizzando ora riforme giuridiche, economiche e sociali intese a portare la società kazaka verso standard sempre più vicini ai modelli liberali ed occidentali. Un ruolo enfatizzato dalla stessa Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che (con una ulteriore Dichiarazione, la 809) ha riconosciuto ed apprezzato gli sforzi del Kazakhstan nella sua politica di tolleranza zero nei confronti della violenza contro donne e bambini, dei maltrattamenti e della corruzione. Inoltre, viene riconosciuto il modello di successo con cui il Kazakhstan promuove l’armonia interetnica e l’unità nazionale. In un mondo dove le differenze religiose, culturali ed etniche sono motivo di crisi anche molto violente, il modello di tolleranza del Kazakhstan, in presenza di circa 130 differenti etnie, rappresenta un esempio di successo per il mantenimento dell’unità nazionale e l’equilibrio sociale. Pare dunque non troppo lontano il giorno in cui il Kazakhstan diverrà uno dei membri non europei del Consiglio d’Europa, al pari di altri che già ne fanno parte.
La nuova responsabilità assunta con le Nazioni Unite per il coordinamento degli sforzi umanitari nella regione, infatti, garantendo il sostegno infrastrutturale e politico al nuovo Centro, conferma l’impegno della giovane repubblica a ritagliarsi un ruolo non secondario nell’agone internazionale, su temi sempre all’ordine del giorno e mai facili da maneggiare. Un impegno sempre più evidente e riconosciuto, come peraltro anche dimostrato dal fatto che esso è da un po’ di tempo meta di continue visite di leader politici e di imprenditori stranieri interessati ad avviare od implementare partneship di varia natura, non solo in campo energetico.
Francesco Lombardi
La Commissione europea sta raccogliendo pareri sull'uso dei dati nell'intelligenza artificiale (IA), sulla semplificazione delle norme applicabili ai dati e sui flussi internazionali di dati per informare la prossima strategia sull'Unione dei dati.
La strategia per l'Unione dei dati aiuterà l'UE a creare set di dati di alta qualità, interoperabili e diversificati, necessari per l'intelligenza artificiale. La strategia mira a garantire la coerenza tra politiche, infrastrutture e strumenti giuridici in materia di dati. Si baserà sul lavoro esistente per abilitare flussi di dati transfrontalieri affidabili, supportare spazi dati comuni e i loro collegamenti con l'ecosistema dell'intelligenza artificiale e garantire la fiducia nella condivisione dei dati.
La Presidente Ursula von der Leyen ha annunciato la strategia per l'Unione dei dati nelle linee guida politiche, che rappresenta un elemento chiave del Piano europeo per diventare un continente basato sull'intelligenza artificiale. Sfrutterà il potenziale dei dati per supportare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale generativa.
La Commissione invita il mondo accademico, i ricercatori e l'industria a fornire il loro feedback sulla consultazione entro il 18 luglio al seguente link:
https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/14541-European-Data-Union-Strategy_en
Oggi il Consiglio ha approvato una serie di conclusioni intitolate "Verso una strategia dell'UE sull'IA nella scienza". In questo documento, il Consiglio auspica una strategia globale per promuovere l'adozione dell'IA nella scienza, con un approccio etico, sostenibile, inclusivo e incentrato sulla persona.
Le conclusioni del Consiglio riconoscono che il rapido sviluppo dell'IA e delle sue applicazioni nella ricerca scientifica ha portato a risultati rivoluzionari, trasformando il modo in cui la scienza viene praticata. L'IA è ampiamente utilizzata nell'analisi dei dati, nelle simulazioni e nei modelli linguistici di grandi dimensioni, favorendo nuove scoperte e migliorando l'efficienza della ricerca. Le conclusioni sottolineano l'importanza dell'IA nel supportare la ricerca sia di base che applicata e il suo ruolo cruciale nell'affrontare le sfide globali e nel migliorare la competitività, le esigenze della società e la transizione digitale in Europa.
La collaborazione in ambito di IA, in particolare i partenariati reciproci e non discriminatori a livello internazionale, è fondamentale per migliorare lo scambio scientifico, garantire l'interoperabilità e promuovere uno sviluppo responsabile dell'IA. Le conclusioni sottolineano l'importanza di un utilizzo etico, sostenibile e inclusivo dell'IA nella scienza, che contribuirà a rafforzare la ricerca, l'innovazione (R&I) e la competitività globale. Il testo ricorda che i sistemi e i modelli di IA specificamente sviluppati e messi in servizio al solo scopo di ricerca e sviluppo scientifico sono esenti dall'AI Act.
Nonostante la crescente importanza dell'IA nella scienza, l'UE attualmente non dispone di una politica specifica per facilitarne l'adozione in ambito scientifico, avvertono le conclusioni. La Commissione sta sviluppando una nuova strategia europea per l'IA nella scienza, che, come sottolineano le conclusioni, dovrebbe basarsi sulle migliori conoscenze e pratiche disponibili e svilupparsi in stretta collaborazione con gli Stati membri e la comunità di ricerca e innovazione. In particolare, la strategia dovrebbe integrare le iniziative esistenti e concentrarsi su ecosistemi di ricerca interdisciplinari, sviluppi politici coordinati, formazione dei ricercatori e garanzia di un accesso aperto a dati affidabili. Questa strategia dovrebbe inoltre enfatizzare l'uso responsabile ed etico degli strumenti di IA nella ricerca e innovazione (R&I), garantendo la privacy, l'integrità e la sicurezza dei dati. Inoltre, il testo chiede un'agenda europea comune per sostenere le comunità di ricerca sull'IA e migliorare l'accesso ai dati, alle risorse computazionali e ai talenti scientifici. Le conclusioni prendono atto dell'idea della Commissione di istituire un Consiglio europeo per la ricerca sull'IA, invitando al contempo la Commissione a collaborare con gli Stati membri sui dettagli di questa iniziativa, in particolare sulla sua missione e governance, per sfruttare al meglio le iniziative e le strutture esistenti.
Le conclusioni sottolineano inoltre l'importanza di migliorare le competenze e riqualificare ricercatori e innovatori nell'ambito dell'IA, con l'obiettivo di colmare il divario di competenze digitali attraverso programmi di istruzione e formazione. Ciò include iniziative per attrarre, trattenere e riportare in Europa i talenti dell'IA, in particolare provenienti da gruppi sottorappresentati, e promuovere la diversità e l'equilibrio di genere nei settori STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
L'adozione dell'IA in ambito scientifico presenta anche rischi quali algoritmi distorti, manipolazione dei dati e problematiche etiche, che potrebbero portare a disinformazione o interruzioni. Per mitigare questi rischi, il Consiglio sollecita lo sviluppo di parametri di riferimento, linee guida e best practice di qualità per l'uso dell'IA nella ricerca, garantendo integrità, trasparenza e riproducibilità del lavoro scientifico. Il Consiglio incoraggia la condivisione aperta dei dati in linea con i principi FAIR (reperibilità, accessibilità, interoperabilità e riutilizzabilità), promuovendo l'accessibilità dei dati, l'interoperabilità e pratiche etiche di IA.
In conclusione, il Consiglio chiede di migliorare l'integrazione dell'IA nella scienza attraverso il sostegno politico, promuovendo la collaborazione, garantendo standard etici e fornendo risorse per la formazione sull'IA.
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) hanno approvato nuove operazioni per un totale di 9,1 miliardi di euro per rafforzare tre ambiti: sicurezza e difesa, la leadership tecnologica e le infrastrutture critiche dell'Europa.
"Continuiamo ad aumentare gli investimenti in tecnologie all'avanguardia per la sicurezza e la difesa e in imprese innovative", ha dichiarato la Presidente del Gruppo BEI, Nadia Calviño. "La nostra priorità è chiara: sostenere progetti trasformativi che favoriscano la leadership tecnologica europea."
Il Consiglio di Amministrazione del FEI ha approvato un investimento nel primo fondo di credito privato europeo dedicato esclusivamente al settore della sicurezza e della difesa. Supportato dal programma InvestEU Defence Equity, il nuovo fondo fornirà finanziamenti su misura per aiutare le piccole e medie imprese (PMI) e le piccole imprese a media capitalizzazione ad ampliare la propria attività nella catena di approvvigionamento del settore europeo.
Inoltre, il FEI ha approvato il suo 13° investimento nell'ambito dell'iniziativa European Tech Champions in un mega fondo focalizzato sull'espansione degli investimenti tecnologici in tutta Europa, comprese le tecnologie deep e green.
Inoltre, il FEI ha investito per la prima volta in un fondo di acquisizione d'impresa in Italia. Il fondo italiano fungerà da ponte tra talenti imprenditoriali ad alto potenziale e PMI consolidate che necessitano di successione, consentendo acquisizioni strutturate volte a rivitalizzare le imprese e a preservare l'occupazione locale.
Questa iniziativa riflette un cambiamento più ampio in tutta Europa, dove l'imprenditorialità legata all'acquisizione sta emergendo come un potente strumento per affrontare il divario di successione e sostenere la resilienza economica attraverso la continuità.
Il Gruppo BEI sta finalizzando la sua iniziativa TechEU, che diventerà il più grande programma di finanziamento ad oggi a sostegno dell'innovazione e della leadership tecnologica, attraendo talenti, capitali e investimenti in Europa.
Il Consiglio di Amministrazione della BEI ha inoltre approvato 2,6 miliardi di euro per progetti di trasporto, tra cui l'acquisto di nuovi treni passeggeri regionali in Germania e la costruzione nella Repubblica Ceca di un collegamento ferroviario tra Praga e l'aeroporto cittadino.
I nuovi finanziamenti per l'energia includono la costruzione di quattro grandi impianti fotovoltaici in Spagna e di un parco eolico onshore in Grecia. Sono inoltre previsti finanziamenti per sostenere l'integrazione delle energie rinnovabili nelle reti elettriche in Francia e per l'ammodernamento delle reti elettriche comunali in Germania.
Il Consiglio di Amministrazione della BEI ha inoltre approvato nuovi finanziamenti a sostegno della ricostruzione e dei bisogni primari degli sfollati in Armenia, nonché l'integrazione dell'elettricità in America Centrale. Il Consiglio ha inoltre sostenuto iniziative di finanziamento alle imprese in Uganda, Guinea e Sierra Leone.
Cosa sono la BEI ed il FEI
La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria a lungo termine dell'Unione europea, di proprietà degli Stati membri. Finanzia investimenti in otto priorità fondamentali a sostegno degli obiettivi politici dell'UE: azione per il clima e ambiente, digitalizzazione e innovazione tecnologica, sicurezza e difesa, coesione, agricoltura e bioeconomia, infrastrutture sociali, Unione dei mercati dei capitali e un'Europa più forte in un mondo più pacifico e prospero.
Il Gruppo BEI, che comprende anche il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), ha sottoscritto nuovi finanziamenti per quasi 89 miliardi di euro per oltre 900 progetti ad alto impatto nel 2024, rafforzando la competitività e la sicurezza dell'Europa.
Promuovendo l'integrazione dei mercati e mobilitando gli investimenti, il Gruppo ha sostenuto un importo record di oltre 100 miliardi di euro in nuovi investimenti per la sicurezza energetica dell'Europa nel 2024 e ha mobilitato 110 miliardi di euro in capitale di crescita per startup, scale-up e pionieri europei. Circa la metà dei finanziamenti della BEI all'interno dell'Unione europea è destinata alle regioni della coesione, dove il reddito pro capite è inferiore alla media UE, mentre quasi il 60% degli investimenti annuali del Gruppo BEI sostiene l'azione per il clima e la sostenibilità ambientale.
Nell'ambito di un'iniziativa dell'UE volta a introdurre un vero multilinguismo nell'esperienza di navigazione degli utenti, la Commissione ha lanciato WEB-T, un plugin di traduzione automatica multilingue. Questo plugin consentirà ai proprietari di siti web di rendere disponibili i propri contenuti in oltre 24 lingue.
Accedere ai contenuti nella propria lingua madre è una parte importante dell'esperienza online per molti europei. Dati recenti della Commissione Europea hanno rilevato che il 59% degli europei preferisce leggere contenuti nella propria lingua madre e che alcuni gruppi, in particolare gli anziani, sono più propensi ad abbandonare una pagina se non è disponibile nella loro lingua preferita.
WEB-T affronta queste preoccupazioni, garantendo un accesso equo alle informazioni online. Offrendo contenuti per siti web in più lingue, i proprietari di siti web e i creatori di contenuti potranno rimanere competitivi e inclusivi, connettendosi con più utenti, migliorando il coinvolgimento e garantendo un ampio accesso ai loro spazi digitali: la ricerca dimostra che la traduzione automatica, da sola, ha il potenziale per incrementare enormemente il commercio intra-UE per le PMI dell'UE.
WEB-T è una soluzione di traduzione automatica multilingue per siti web sviluppata nell'ambito del programma DIGITAL Europe della Commissione Europea. Il plugin è disponibile gratuitamente e può essere integrato facilmente nei sistemi backend. È compatibile con le principali piattaforme web, tra cui WordPress, WooCommerce, Drupal, Magento e Joomla, e può anche essere integrato facilmente in diversi CMS. Oltre a offrire la traduzione automatica (MT) per connettere gli europei in diverse lingue, WEB-T ha integrato la traduzione automatica anche in altre importanti lingue globali, come cinese, arabo e giapponese. Ciò consente al plugin non solo di fungere da strumento per l'interconnettività europea, ma anche di supportare le aziende nei loro obiettivi di espansione globale.
Il lancio avviene poco dopo l'apertura di ALT-EDIC, che mira ad affrontare la carenza di dati linguistici europei per i modelli di intelligenza artificiale al fine di aumentare l'intelligenza artificiale multilingue in tutta l'UE. Lo Spazio europeo dei dati linguistici è stato lanciato in concomitanza con ALT-EDIC e migliora la raccolta e la condivisione di dati multilingue nell'UE.
Oggi la Commissione europea ha presentato la Strategia ProtectEU per la sicurezza interna volta a supportare gli Stati membri e rafforzare la capacità dell'UE di garantire la sicurezza dei propri cittadini. La strategia definisce una visione e un piano di lavoro ambiziosi per gli anni a venire, con una serie di strumenti legali più rigorosi, una maggiore condivisione delle informazioni e una cooperazione più approfondita.
In un ambiente di sicurezza modificato e in un panorama geopolitico in evoluzione, in cui le minacce ibride da parte di stati stranieri ostili e attori sponsorizzati dagli stati stanno aumentando, in cui potenti reti di criminalità organizzata stanno proliferando e criminali e terroristi stanno operando sempre più online, l'Europa deve rivedere il proprio approccio alla sicurezza interna. Annunciata dalla presidente von der Leyen nelle linee guida politiche, la strategia potenzierà la risposta dell'Unione alle minacce nuove e tradizionali alla sicurezza interna.
La strategia mira a promuovere un cambiamento di cultura sulla sicurezza interna, con un approccio che coinvolga cittadini, aziende, ricercatori e società civile. Gli aspetti della sicurezza saranno integrati nello sviluppo di nuove iniziative e un nuovo quadro di governance della sicurezza interna europea sosterrà l'attuazione della strategia.
Come ha affermato Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea: "La sicurezza è uno dei prerequisiti chiave per società aperte e dinamiche e un'economia fiorente. Ecco perché oggi lanciamo un'importante iniziativa per affrontare meglio le minacce alla sicurezza come il terrorismo, la criminalità organizzata, la crescente criminalità informatica e gli attacchi contro le nostre infrastrutture critiche. Rafforzeremo Europol e forniremo alle forze dell'ordine strumenti aggiornati per combattere la criminalità. Ma anche ricercatori, aziende e persino cittadini possono contribuire a una maggiore sicurezza per tutti".
La strategia europea per la sicurezza interna integra la strategia dell'Unione sulla preparazione e il Libro bianco sulla difesa europea. Insieme al prossimo Scudo europeo per la democrazia, formano un quadro completo per un'UE sicura, protetta e resiliente.
Obiettivi e azioni principali
Il nuovo panorama delle minacce richiede un cambiamento di mentalità e un approccio europeo alla sicurezza interna attraverso sette azioni chiave.
La prima riguarda una nuova governance della sicurezza a livello europeo, basata su:
- L'individuazione delle le implicazioni in termini di sicurezza e preparazione delle iniziative proposte dalla Commissione durante l'intero processo negoziale per la loro adozione e implementazione;
- L'analisi regolare delle minacce relative alla sicurezza interna per supportare il lavoro della Commissione nel suo nuovo formato voluto dalla von der leyen e denominato "Security College" e gli scambi in seno al Consiglio UE;
- Il Reporting periodico al Parlamento europeo e al Consiglio per monitorare e supportare l'attuazione delle iniziative principali.
La seconda riguarda la condivisione delle informazioni di intelligence, che in concreto vuol dire:
- Avere un panorama delle minacce alla sicurezza interna dell'UE, basandosi su varie valutazioni del rischio e della minaccia effettuate in particolare dalle agenzie dell'UE,
- Migliorare la condivisione di intelligence da parte degli Stati membri attraverso il Single Intelligence Analysis Capacity (SIAC) dell'UE,
- Garantire una migliore condivisione di informazioni da parte degli Stati membri con le agenzie e gli organismi dell'UE.
La terza azione chiave riguarda un rafforzamento degli strumenti di applicazione della legge. Infatti, le forze dell'ordine hanno bisogno degli strumenti giusti per essere efficaci. E con l'85% delle indagini penali che si basano su informazioni digitali, questo include l'accesso legale ai dati, in particolare la Strategia prevede:
- Un nuovo mandato per Europol per trasformarla in un'agenzia di polizia realmente operativa a supporto degli Stati membri,
- Rafforzare Frontex, Eurojust ed ENISA e garantire una stretta cooperazione tra le agenzie,
- Migliorare le capacità operative con un nuovo sistema di comunicazione critica per consentire la comunicazione transfrontaliera tra diverse autorità,
- Una tabella di marcia sull'accesso legale ed efficace ai dati per le forze dell'ordine,
- Una tabella di marcia tecnologica sulla crittografia e una valutazione d'impatto al fine di aggiornare le norme sulla conservazione dei dati dell'UE.
La quarta azione chiave riguarda la resilienza contro le minacce ibride per la protezione delle infrastrutture critiche, la cybersicurezza e le minacce online:
- Gli Stati membri devono attuare pienamente le direttive CER e NIS2,
- Un nuovo Cybersecurity Act e nuove misure per proteggere i servizi cloud e di telecomunicazione e sviluppare la sovranità tecnologica,
- Misure per ridurre la dipendenza da singoli fornitori esteri e ridurre i rischi delle nostre catene di fornitura da fornitori ad alto rischio, inclusa la revisione delle norme sugli appalti,
- Rafforzare la sicurezza degli hub di trasporto, con una strategia portuale dell'UE e nuovi sistemi di segnalazione per rafforzare la sicurezza aerea, i trasporti e le catene di fornitura,
- Un piano d'azione contro le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN).
La quinta azione chiave concerne il contrasto al crimine organizzato, ponendo l'accento sulla necessità di tracciare i flussi finanziari e proteggere i minori da questa minaccia:
- Un nuovo quadro giuridico sulla criminalità organizzata, con norme più severe sulle indagini,
- Una nuova strategia e un nuovo piano d'azione sulla droga e il traffico di droga,
- Un piano d'azione sulla protezione dei minori dalla criminalità,
- Rafforzare l'approccio "Follow the Money", anche mediante il pieno recepimento delle nuove norme sul recupero e la confisca dei beni,
- Una nuova legislazione contro il traffico di armi da fuoco; nuove strategie dell'UE sulla tratta di esseri umani e sui diritti delle vittime.
La sesta azione chiave riguarda la minaccia terroristica nell'UE, sempre molto elevata, di conseguenza l'UE deve essere ben attrezzata per anticipare le minacce, prevenire la radicalizzazione, proteggere i cittadini e rispondere agli attacchi:
- Una nuova agenda dell'UE per prevenire e contrastare il terrorismo e l'estremismo violento,
- Un nuovo set di strumenti per prevenire la radicalizzazione,
- uno studio di fattibilità per un nuovo sistema a livello dell'UE per tracciare il finanziamento del terrorismo.
Infine, la settima azione si rivolge alle realtà al di fuori dei confini dell'Europa, rafforzando la cooperazione internazionale in materia di sicurezza:
- Rafforzare le partnership con regioni chiave come l'America Latina e la regione del Mediterraneo,
- Concludere accordi internazionali da parte di Europol ed Eurojust, anche per istituire team operativi congiunti con le autorità locali di contrasto,
- Rafforzare lo scambio di informazioni con paesi terzi fidati,
- Completare la revisione del meccanismo di sospensione dei visti e affrontare le considerazioni sulla sicurezza nella prossima strategia sui visti.
L'intera Strategia poggia sull'analisi condotta dalla Commissione insieme con Europol nell'ambito del EU Serious and Organised Crime Threat Assessment (EU-SOCTA). La valutazione è stata presentata il 18 marzo ed evidenzia le aree di criminalità prioritarie e le principali minacce che l'UE dovrà affrontare nei prossimi quattro anni e che sono state riportate, come detto, nella Strategia.
Su Gaza l'Alto Rappresentante della UE per la politica estera ha dichiarato:
L'Unione Europea accoglie con favore il Piano di ripresa e ricostruzione araba presentato al Summit del Cairo il 4 marzo, adottato anche dall'OIC. Questo piano rappresenta una base seria per le discussioni sul futuro della Striscia di Gaza e l'UE discuterà queste idee con i suoi partner arabi.
Qualsiasi piano per il futuro di Gaza deve fornire soluzioni credibili per la ricostruzione, la governance e la sicurezza. Gli sforzi di ripresa e ricostruzione devono basarsi su un solido quadro politico e di sicurezza accettabile sia per gli israeliani che per i palestinesi, che fornisca pace e sicurezza a entrambe le parti.
L'UE è determinata a non lasciare alcun ruolo futuro per Hamas a Gaza e a non rappresentare più una minaccia per Israele. Continueremo a sostenere politicamente e finanziariamente l'Autorità Nazionale Palestinese e il suo programma di riforma, per aiutarla a prepararsi al suo ritorno a governare Gaza.
L'UE chiede la piena attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi, che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine definitiva delle ostilità.
L'UE è pienamente impegnata a far rivivere un orizzonte politico verso la pace in Medio Oriente, basato sulla soluzione dei due Stati. Ricorda l'importanza di una distribuzione sostenibile degli aiuti umanitari su larga scala in tutta Gaza.
Sulla Siria l'Alto Rappresentante ha dichiarato:
L'Unione Europea è gravemente allarmata dalla violenza diffusa nella regione costiera della Siria negli ultimi giorni, che ha causato un elevato numero di vittime, tra cui molti civili. Condanniamo fermamente gli attacchi delle milizie pro-Assad contro le forze di sicurezza. Condanniamo inoltre con la massima fermezza i crimini orribili commessi contro i civili, tra cui le uccisioni sommarie, molte delle quali sarebbero state perpetrate da gruppi armati che sostengono le forze di sicurezza delle autorità di transizione.
Accogliamo con favore gli impegni assunti dalle autorità di transizione, e in particolare l'istituzione di un comitato investigativo, al fine di assicurare i responsabili alle loro responsabilità in linea con le norme e gli standard del diritto internazionale. L'UE chiede che venga condotta un'indagine rapida, trasparente e imparziale per garantire che i responsabili siano assicurati alla giustizia. Invitiamo le autorità di transizione a consentire alla Commissione internazionale indipendente d'inchiesta sulla Repubblica araba siriana di indagare su tutte le violazioni. Bisogna fare tutto il possibile per impedire che tali crimini si ripetano.
L'UE continua a chiedere la fine della violenza in Siria e sollecita tutte le parti a proteggere i siriani di ogni estrazione religiosa ed etnica senza discriminazioni; chiede inoltre la distribuzione senza ostacoli di aiuti umanitari e il rispetto del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in ogni circostanza. Mettiamo inoltre in guardia contro la manipolazione dilagante delle informazioni, anche da parte di attori stranieri, per fomentare ulteriore violenza e instabilità.
L'UE accoglie con favore l'accordo raggiunto il 10 marzo tra le autorità di transizione e le SDF. Questo accordo potrebbe aprire la strada a una maggiore stabilità e a un futuro migliore per molti siriani. Incoraggiamo le parti a lavorare all'attuazione e siamo pronti a sostenere.
Il dialogo nazionale, iniziato a fine febbraio, dovrebbe essere determinante per garantire che la transizione soddisfi le aspirazioni di tutte le componenti della società siriana. In particolare, una giustizia di transizione completa è essenziale nel percorso verso la riconciliazione e la costruzione di una Siria pacifica e di una transizione politica inclusiva.
L'UE ricorda la sua recente sospensione delle misure restrittive come parte di un approccio graduale e reversibile. L'UE continuerà a esaminare possibili ulteriori sospensioni delle sanzioni sulla base di un attento monitoraggio della situazione nel paese.
L'UE chiede ancora una volta il pieno rispetto della sovranità, dell'unità e dell'integrità territoriale della Siria. L'UE si impegna a sostenere una transizione pacifica e inclusiva, lontana da maligne interferenze straniere, che garantisca i diritti di tutti i siriani senza distinzioni di alcun tipo.
La Commissione europea ha avviato oggi una consultazione invitando tutti gli stakeholder interessati a commentare la bozza del nuovo quadro sugli aiuti di Stato che accompagna il Clean Industrial Deal ("CISAF").
Il 26 febbraio 2025, la Commissione ha pubblicato la comunicazione sul Clean Industrial Deal: una tabella di marcia comune per la competitività e la decarbonizzazione, annunciando l'adozione di un nuovo quadro europeo sugli aiuti di Stato nel secondo trimestre del 2025. Oggi, la Commissione avvia una consultazione sulla bozza di testo del CISAF. L'adozione è prevista per giugno 2025.
Il CISAF accompagnerà il Clean Industrial Deal stabilendo come gli Stati membri possono progettare misure di aiuti di Stato per sostenere i suoi obiettivi, basandosi sull'esperienza con le disposizioni transitorie del Temporary Crisis and Transition Framework ("TCTF") (vale a dire sezioni 2.5, 2.6 e 2.8 TCTF). Una volta adottato, il CISAF sostituirà il TCTF e dovrebbe essere in vigore fino al 31 dicembre 2030, offrendo un orizzonte di pianificazione più lungo per gli Stati membri e prevedibilità e certezza degli investimenti per le aziende. Faciliterà alcuni requisiti standard, come la procedura di gara obbligatoria per l'assegnazione degli aiuti di Stato, che accelererà l'uso dei regimi una volta che saranno istituiti dagli Stati membri.
Le parti interessate possono rispondere alla consultazione fino al 25 aprile 2025. La proposta e i dettagli sulla consultazione sono disponibili nella sezione in abbonamento.
La bozza del CISAF stabilisce le condizioni in base alle quali gli aiuti di Stato per determinati investimenti e obiettivi sarebbero considerati compatibili con il mercato interno. La Commissione incoraggia gli Stati membri a istituire regimi di aiuti ove opportuno. Una volta autorizzati dalla Commissione, i regimi di aiuti di Stato consentono un rapido dispiegamento di sovvenzioni di aiuti individuali. Contribuisce pertanto alla semplificazione delle norme sugli aiuti di Stato per i progetti che contribuiscono ad accelerare gli obiettivi del Clean Industrial Deal.
La bozza del CISAF contiene disposizioni per i seguenti tipi di misure di aiuto:
- Misure che accelerano l'introduzione delle energie rinnovabili: gli Stati membri sarebbero in grado di istituire schemi per investimenti in energie rinnovabili e stoccaggio di energia con procedure di gara semplificate che possono essere implementate rapidamente, includendo al contempo sufficienti garanzie per proteggere la parità di condizioni. Gli Stati membri potrebbero ideare schemi per tecnologie specifiche in base al loro particolare mix energetico nazionale. Sarebbero anche in grado di concedere aiuti per tecnologie meno mature, come l'idrogeno rinnovabile, in un processo semplificato senza gara. Gli Stati membri dovrebbero garantire che i progetti ammissibili siano implementati entro una tempistica specifica per garantire un effetto di accelerazione efficace. La proposta contiene anche agevolazioni specifiche per gli aiuti di Stato per la flessibilità non fossile e meccanismi di capacità;
- Misure che facilitano la decarbonizzazione industriale: gli Stati membri sarebbero in grado di sostenere investimenti in tutte le tecnologie pertinenti che portano alla decarbonizzazione. Gli Stati membri potrebbero (i) istituire schemi basati su gare d'appalto o (ii) sostenere direttamente i progetti, senza gare d'appalto, entro determinati limiti. Per progetti molto grandi, gli Stati membri dovrebbero dimostrare che il finanziamento pubblico non supera il divario di finanziamento del progetto. Gli Stati membri dovranno garantire che i progetti ammissibili siano implementati entro una tempistica specifica per garantire un effetto di accelerazione efficace;
- Misure che garantiscano una capacità produttiva sufficiente nelle tecnologie pulite: la proposta consentirebbe il sostegno degli Stati membri per la produzione di determinate apparecchiature per tecnologie pulite (attualmente definite come: batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e utilizzo e stoccaggio della cattura del carbonio) nonché i componenti chiave e le materie prime essenziali necessarie per la produzione di tali apparecchiature. Gli Stati membri sarebbero in grado di istituire regimi di aiuti per sostenere gli investimenti necessari fino a determinati limiti (aumentati per gli investimenti nelle aree assistite). Fatte salve rigorose garanzie, gli Stati membri potrebbero anche fornire importi di aiuti più elevati per corrispondere al livello di sostegno offerto nei paesi terzi per un particolare progetto, per evitare che tali investimenti vengano dirottati lontano dall'Europa.
- Misure per ridurre i rischi degli investimenti privati: gli Stati membri potrebbero adottare misure per ridurre i rischi associati agli investimenti privati in energia rinnovabile, decarbonizzazione industriale, capacità produttiva nelle tecnologie pulite nonché determinate infrastrutture energetiche.
L'annuncio oggi nelle parole della Presidente della Commissione europea von der Leyen:
Stiamo vivendo nel momento più importante e pericoloso. Non ho bisogno di descrivere la natura grave delle minacce che affrontiamo. O le conseguenze devastanti che dovremo sopportare se tali minacce dovessero concretizzarsi. Perché la questione non è più se la sicurezza dell'Europa sia minacciata in modo molto reale. O se l'Europa debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza. In verità, conosciamo da tempo le risposte a queste domande. La vera questione che abbiamo di fronte è se l'Europa è pronta ad agire con la stessa decisione richiesta dalla situazione. E se l'Europa è pronta e in grado di agire con la velocità e l'ambizione necessarie. Nei vari incontri delle ultime settimane, l'ultimo dei quali due giorni fa a Londra, la risposta delle capitali europee è stata tanto clamorosa quanto chiara. Siamo in un'era di riarmo. E l'Europa è pronta ad aumentare massicciamente la sua spesa per la difesa. Sia per rispondere all'urgenza a breve termine di agire e sostenere l'Ucraina, sia per affrontare la necessità a lungo termine di assumersi una responsabilità molto maggiore per la nostra sicurezza europea.
Ecco perché oggi ho scritto una lettera ai leader in vista del Consiglio europeo di giovedì. Ecco perché siamo qui insieme oggi. E ho delineato in questa lettera ai leader il piano ReArm Europe. Questa serie di proposte si concentra su come utilizzare tutte le leve finanziarie a nostra disposizione, per aiutare gli Stati membri ad aumentare rapidamente e significativamente le spese per le capacità di difesa. Con urgenza ora, ma anche per un periodo più lungo nel corso di questo decennio. Ci sono cinque parti.
La prima parte di questo piano ReArm Europe è quella di liberare l'uso dei finanziamenti pubblici per la difesa a livello nazionale. Gli Stati membri sono pronti a investire di più nella propria sicurezza se hanno lo spazio fiscale. E dobbiamo consentire loro di farlo. Ecco perché a breve proporremo di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita. Ciò consentirà agli Stati membri di aumentare significativamente le loro spese per la difesa senza innescare la procedura per i disavanzi eccessivi. Ad esempio: se gli Stati membri aumentassero in media la spesa per la difesa dell'1,5% del PIL, ciò potrebbe creare un margine fiscale di circa 650 miliardi di euro nell'arco di quattro anni.
La seconda proposta sarà un nuovo strumento. Fornirà 150 miliardi di euro in prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa. Si tratta fondamentalmente di spendere meglio e spendere insieme. Stiamo parlando di domini di capacità paneuropei. Ad esempio: difesa aerea e missilistica, sistemi di artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone; ma anche per soddisfare altre esigenze, dalla mobilità cyber a quella militare, ad esempio. Aiuterà gli Stati membri a mettere in comune la domanda e ad acquistare insieme. Naturalmente, con questa attrezzatura, gli Stati membri possono aumentare notevolmente il loro sostegno all'Ucraina. Quindi, attrezzatura militare immediata per l'Ucraina. Questo approccio di approvvigionamento congiunto ridurrà anche i costi, ridurrà la frammentazione, aumenterà l'interoperabilità e rafforzerà la nostra base industriale di difesa. E può essere a vantaggio dell'Ucraina, come ho appena descritto. Quindi questo è il momento dell'Europa e dobbiamo essere all'altezza.
Il terzo punto è usare il potere del bilancio dell'UE. C'è molto che possiamo fare in questo ambito nel breve termine per indirizzare più fondi verso investimenti legati alla difesa. Ecco perché posso annunciare che proporremo ulteriori possibilità e incentivi per gli Stati membri ce decideranno, se vorranno usare programmi di politica di coesione, di aumentare la spesa per la difesa.
Gli ultimi due ambiti di azione mirano a mobilitare capitali privati accelerando l'Unione del risparmio e degli investimenti e attraverso la Banca europea per gli investimenti.
Per concludere: l'Europa è pronta ad assumersi le proprie responsabilità. ReArm Europe potrebbe mobilitare circa 800 miliardi di euro per un'Europa sicura e resiliente. Continueremo a lavorare a stretto contatto con i nostri partner nella NATO. Questo è un momento per l'Europa. E siamo pronti a fare un passo avanti.
La Commissione europea ha adottato un nuovo pacchetto di proposte per semplificare le norme dell'UE e aumentare la competitività, nonché sbloccare ulteriore capacità di investimento. Si tratta di un importante passo avanti nella creazione di un ambiente imprenditoriale più favorevole per aiutare le aziende dell'UE a crescere, innovare e creare posti di lavoro di qualità.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha affermato: "Semplificazione promessa, semplificazione realizzata! Stiamo presentando la nostra prima proposta per una semplificazione di vasta portata. Le aziende dell'UE trarranno vantaggio da norme semplificate in materia di rendicontazione finanziaria sostenibile, due diligence sulla sostenibilità e tassonomia. Ciò renderà la vita più facile per le nostre aziende, garantendo al contempo che rimaniamo saldamente sulla strada giusta per i nostri obiettivi di decarbonizzazione. E un'ulteriore semplificazione è in arrivo".
La Commissione ha un obiettivo chiaro: realizzare uno sforzo di semplificazione senza precedenti, ottenendo almeno il 25% di riduzione degli oneri amministrativi e almeno il 35% per le PMI fino alla fine di questo mandato. Questi primi pacchetti "Omnibus", che intervengono in diversi ambiti legislativi collegati, riguardano la rendicontazione finanziaria sostenibile, la due diligence sulla sostenibilità, la tassonomia, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere ed i programmi di investimento europei.
L'intento dichiarato dall'esecutivo europeo è di ridurre la complessità dei requisiti UE per tutte le aziende, in particolare le PMI e le piccole società a media capitalizzazione (SMC), concentrandosi sulle aziende più grandi che hanno un impatto maggiore sul clima e sull'ambiente, consentendo comunque alle aziende di accedere a finanziamenti sostenibili per la loro transizione pulita.
Se adottate e attuate come stabilito oggi, si stima prudentemente che le proposte porteranno a un risparmio complessivo sui costi amministrativi annuali di circa 6,3 miliardi di euro e mobiliteranno una capacità di investimento pubblico e privato aggiuntiva di 50 miliardi di euro a sostegno delle priorità politiche.
Le proposte di semplificazione riguardano in particolare tre macro-settori legislativi, che ora vediamo nel dettaglio.
Principali novità in tema di rendicontazione della sostenibilità (CSRD e tassonomia UE):
- Rimuovere circa l'80% delle aziende dall'ambito della CSRD, concentrando gli obblighi di rendicontazione della sostenibilità sulle aziende più grandi che hanno maggiori probabilità di avere i maggiori impatti sulle persone e sull'ambiente;
- Garantire che i requisiti di rendicontazione della sostenibilità per le grandi aziende non gravino sulle aziende più piccole nelle loro catene del valore;
- Posticipare di due anni (fino al 2028) i requisiti di rendicontazione per le aziende attualmente nell'ambito della CSRD e che sono tenute a rendicontare a partire dal 2026 o dal 2027.
- Ridurre l'onere degli obblighi di rendicontazione della tassonomia UE e limitarlo alle aziende più grandi (corrispondenti all'ambito della CSDDD), mantenendo al contempo la possibilità di rendicontare volontariamente per le altre grandi aziende nell'ambito futuro della CSRD. Si prevede che ciò comporterà notevoli risparmi sui costi per le aziende più piccole, consentendo al contempo alle aziende che desiderano accedere alla finanza sostenibile di continuare a rendicontare.
- Introdurre l'opzione di rendicontazione delle attività parzialmente allineate alla tassonomia UE, promuovendo una graduale transizione ambientale delle attività nel tempo, in linea con l'obiettivo di ampliare la finanza di transizione per aiutare le aziende nel loro percorso verso la sostenibilità.
- Introdurre una soglia di materialità finanziaria per la rendicontazione della tassonomia e ridurre i modelli di rendicontazione di circa il 70%.
- Introdurre semplificazioni nell'applicazione del criterio "Do no Significant harm" (DNSH) per la prevenzione e il controllo dell'inquinamento correlati all'uso e alla presenza di sostanze chimiche che si applica trasversalmente a tutti i settori economici, come primo passo verso la revisione e semplificazione di tutti tali criteri DNSH entro la fine dell'anno.
- Adeguare, tra gli altri, il principale indicatore chiave di prestazione basato sulla tassonomia per le banche, il Green Asset Ratio (GAR). Le banche potranno escludere dal denominatore del GAR le esposizioni relative a imprese che sono al di fuori del futuro ambito della CSRD (vale a dire aziende con meno di 1000 dipendenti e un fatturato di 50 milioni di euro).
Le principali modifiche in materia di due diligence saranno:
- Semplificare i requisiti di due diligence in modo che le aziende interessate evitino inutili complessità e costi, ad esempio concentrando i requisiti di due diligence sui partner commerciali diretti; e riducendo la frequenza delle valutazioni periodiche e del monitoraggio dei loro partner da annuale a 5 anni, con valutazioni ad hoc ove necessario.
- Ridurre gli oneri e gli effetti a cascata per le PMI e le piccole mid-cap limitando la quantità di informazioni che possono essere richieste come parte della mappatura della catena del valore da parte delle grandi aziende;
- Aumentare ulteriormente l'armonizzazione dei requisiti di due diligence per garantire parità di condizioni in tutta l'UE;
- Rimuovere le condizioni di responsabilità civile dell'UE preservando al contempo il diritto delle vittime al pieno risarcimento per i danni causati dalla non conformità e proteggendo le aziende da un sovra-risarcimento, ai sensi dei regimi di responsabilità civile degli Stati membri;
- Dare alle aziende più tempo per prepararsi a conformarsi ai nuovi requisiti posticipando di un anno (al 26 luglio 2028) l'applicazione dei requisiti di due diligence per le aziende più grandi, mentre le linee guida per la pratica attuazione delle nuove norme saranno pubblicate entro luglio 2026.
In materia di meccansimo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM), le principali modifiche saranno:
- Esentare i piccoli importatori dagli obblighi CBAM, principalmente PMI e privati. Si tratta di importatori che importano piccole quantità di beni CBAM, che rappresentano quantità molto piccole di emissioni incorporate che entrano nell'Unione da paesi terzi. Ciò funziona introducendo una nuova soglia annuale cumulativa CBAM di 50 tonnellate per importatore, eliminando così gli obblighi CBAM per circa 182.000 o il 90% degli importatori, principalmente PMI, pur coprendo oltre il 99% delle emissioni nell'ambito.
- Semplificare le regole per le aziende che rimangono nell'ambito CBAM: sull'autorizzazione dei dichiaranti CBAM, nonché le regole relative agli obblighi CBAM, incluso il calcolo delle emissioni incorporate e gli obblighi di segnalazione.
-Rendere CBAM più efficace a lungo termine, rafforzando le regole per evitare elusioni e abusi.
Questa semplificazione precede una futura estensione di CBAM ad altri settori ETS, beni a valle, seguita da una nuova proposta legislativa sull'estensione dell'ambito CBAM all'inizio del 2026.
La Commissione propone inoltre una serie di modifiche per semplificare e ottimizzare l'uso di diversi programmi di investimento, tra cui InvestEU, EFSI ed altri strumenti finanziari.
InvestEU, il più grande strumento di condivisione del rischio dell'UE per sostenere gli investimenti strategici all'interno dell'Unione, svolge un ruolo chiave nell'affrontare le barriere finanziarie e guidare gli investimenti necessari per competitività, ricerca e innovazione, decarbonizzazione, sostenibilità ambientale e competenze. Attualmente, quasi il 45% delle sue operazioni supporta obiettivi climatici.
Le modifiche proposte sono:
- Aumentare la capacità di investimento dell'UE tramite l'uso dei rendimenti degli investimenti passati, nonché l'uso ottimizzato dei fondi ancora disponibili nell'ambito degli strumenti legacy, consentendo così di mettere a disposizione delle imprese maggiori finanziamenti. Si prevede che ciò mobiliterà circa 50 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati aggiuntivi. La maggiore capacità di InvestEU sarà utilizzata principalmente per finanziare attività più innovative a sostegno di politiche prioritarie, come la bussola della competitività e il Clean Industrial Deal.
- Rendere più facile per gli Stati membri contribuire al programma e sostenere le proprie imprese e mobilitare investimenti privati.
- Semplificare i requisiti amministrativi per i nostri partner esecutivi, intermediari finanziari e destinatari finali, in particolare le PMI. Si prevede che le misure di semplificazione proposte genereranno 350 milioni di euro di risparmi sui costi.
Ma è l'urgenza quella che colpisce di più. Infatti, La Commissione invita i colegislatori a trattare questo pacchetto omnibus con priorità, in particolare la proposta di posticipare determinati obblighi di informativa ai sensi della CSRD e la scadenza per il recepimento ai sensi della CSDDD, poiché mirano ad affrontare le principali preoccupazioni individuate dalle parti interessate.
Sotto la guida di da Eurojust sono state costituite delle squadre investigative congiunte (JIT) per accertare i crimini di guerra commessi in Ucraina; hanno finora intervistato 4.000 testimoni, oltre alle oltre 40.000 interviste condotte dalle autorità ucraine sul loro territorio. Come risultato della stretta cooperazione tra le parti della JIT (che rappresentano le autorità giudiziarie nazionali di Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia, Romania, Repubblica Slovacca e Ucraina), il servizio di Procura lituano ha emesso Avvisi di sospetto in contumacia nei confronti di sei sospettati. Inoltre, l'ufficio del Procuratore generale dell'Ucraina ha emesso un Avviso di sospetto nei confronti di un altro individuo per crimini di guerra contro un civile.
I membri della JIT sono stati impegnati a lavorare su una strategia di accusa comune, che dà priorità alle indagini sul crimine di aggressione, sui crimini di tortura, maltrattamenti e filtraggio in relazione ai siti di detenzione illegali, nonché sul crimine di genocidio.
Da marzo 2022, l'Agenzia ha organizzato 26 riunioni di coordinamento tra la JIT e altre autorità nazionali che indagano su presunti crimini internazionali fondamentali commessi in Ucraina. Ciò ha consentito ai paesi coinvolti di scambiare dati sulle rispettive indagini nazionali, discutere strategie e priorità e coordinare le misure investigative.
Eurojust è pienamente impegnata a continuare a sostenere l'importante lavoro della JIT e ha stanziato circa mezzo milione di euro per finanziare le sue attività. La JIT è supportata dal lavoro dell'International Centre for the Prosecution of the Crime of Aggression against Ukraine (ICPA) e del Core International Crimes Evidence Database (CICED), entrambi ospitati e gestiti da Eurojust.
Negli ultimi sei mesi, l'ICPA ha compiuto notevoli progressi nella compilazione di un solido pacchetto di casi. Questo pacchetto si basa su una strategia investigativa e di accusa comune sul crimine di aggressione, concordata dai partecipanti all'ICPA.
Il pacchetto di creazione del caso è destinato alla trasmissione al futuro ufficio del procuratore di un possibile tribunale speciale o di altre giurisdizioni.
L'ICPA ha garantito e continua a garantire la raccolta e l'analisi preliminare di potenziali prove che potrebbero riguardare individui ai massimi livelli della leadership militare e politica. Gli sforzi investigativi non sono limitati dalle posizioni ufficiali che gli individui potrebbero ricoprire. Mentre l'aggressione in Ucraina continua, c'è un crescente corpo di prove che l'ICPA sta attivamente indagando. L'ICPA ha ricevuto finanziamenti aggiuntivi e nel gennaio 2025 le sue operazioni sono state estese per sei mesi. A tal fine, è stato firmato un emendamento all'accordo di contributo tra Eurojust e il Servizio per gli strumenti di politica estera della Commissione europea.
Sin dallo scoppio della guerra, Eurojust è stata in prima linea nel sostenere l'accertamento delle responsabilità per i crimini russi. Solo tre settimane dopo l'invasione su vasta scala della Russia nel 2022, Eurojust ha supportato l'istituzione di una JIT che ora è composta da Ucraina, sei Stati membri dell'UE, la partecipazione della CPI ed Europol, nonché un Memorandum d'intesa con gli Stati Uniti.
In un panorama operativo frammentato e complesso, con la guerra in corso e le prove sparse tra paesi con sistemi legali diversi, la JIT consente ai partner di scambiare informazioni direttamente e in tempo reale. Aiuta inoltre i membri della JIT a semplificare le loro indagini, poiché le autorità nazionali coinvolte possono ora concentrarsi sulla costruzione attiva dei loro casi.
Eurojust fornisce competenze legali e analitiche nonché supporto logistico e finanziario alla JIT.
A febbraio 2023, Eurojust ha lanciato il Core International Crimes Evidence Database (CICED), sulla base di un'urgente modifica del mandato di Eurojust, a seguito dell'invasione dell'Ucraina.
L'International Centre for the Prosecution of the Crime of Aggression Against Ukraine (ICPA), istituito nel luglio 2023, è anch'esso ospitato da Eurojust e, insieme al CICED, supporta il lavoro della JIT.
Da marzo 2022, Eurojust ha partecipato attivamente alla task force EU Freeze and Seize istituita dalla Commissione europea per garantire l'attuazione efficiente delle sanzioni dell'UE contro gli oligarchi russi e bielorussi elencati in tutta l'Unione europea. Eurojust fornisce supporto operativo alla task force coordinando l'applicazione delle sanzioni dell'Unione da parte degli Stati membri attraverso il diritto penale.
Insieme all'ufficio del procuratore generale ucraino, Eurojust presiede il flusso di lavoro sulle indagini nazionali del gruppo di dialogo sulla responsabilità per l'Ucraina. Questo flusso di lavoro mira a identificare le sfide chiave nei principali casi di criminalità internazionale e a proporre congiuntamente soluzioni a livello politico, ad esempio sull'uso di prove open source nelle indagini e nell'azione penale per crimini internazionali nel contesto dell'Ucraina.
Oggi la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione su "La strada verso il prossimo quadro finanziario pluriennale". Delinea le principali sfide politiche e di bilancio che definiranno la progettazione del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP). Ciò getta le basi per riflessioni su come adattare il bilancio a lungo termine dell'UE alle mutevoli esigenze e priorità. Con questa comunicazione, la Commissione lancia anche parallelamente una campagna a livello europeo con una serie di parti interessate, tra cui governi degli Stati membri, entità regionali e cittadini.
Il bilancio europeo sostiene cittadini, agricoltori, ricercatori, aziende e regioni in tutta Europa e oltre. Si è dimostrato essenziale per migliorare la vita degli europei. Insieme a NextGenerationEU, ha contribuito a superare una pandemia e una crisi energetica, salvando milioni di posti di lavoro durante i lockdown e investendo nel nostro futuro pulito e digitale. Il bilancio dell'UE ha inoltre fornito un sostegno senza precedenti all'Ucraina e alla sicurezza dell'Europa, di fronte alla guerra di aggressione della Russia.
Nuove sfide e aspettative per l'azione dell'UE richiedono di riconsiderare il modo in cui funziona il bilancio dell'UE per renderlo adatto al futuro. L'obiettivo di un'Europa libera, democratica, forte, sicura, prospera e competitiva richiede un bilancio UE riformato e rafforzato, più semplice, più flessibile, più mirato e incisivo.
Il nuovo approccio per un bilancio UE moderno dovrebbe includere un piano per ogni paese con riforme e investimenti chiave, progettati e implementati in collaborazione con le autorità nazionali, regionali e locali. Un Fondo europeo per la competitività dovrebbe stabilire una capacità di investimento per supportare settori strategici e tecnologie critiche. Inoltre, un finanziamento rinnovato per l'azione esterna dovrebbe essere più incisivo, mirato e allineato con gli interessi strategici, contribuendo a una nuova politica estera.
La Commissione ha adottato il suo programma di lavoro per il 2025, che nel clima di profonda incertezza a livello globale che si va delineando dovrebbe fissare i punti di riferimento certi per l'azione dell'esecutivo comunitario nei prossimi cinque anni. Nello specifico, s'incentra su tre priorità strategiche: aumentare la competitività, migliorare la sicurezza e rafforzare la resilienza economica nell'UE, sulla base degli impegni stabiliti negli orientamenti politici dalla Presidente von der Leyen e nelle lettere di missione inviate a ciascun commissario.
Il programma di lavoro si concentra sulle iniziative faro che la Commissione intraprenderà nel primo anno del suo mandato, rispondendo alle questioni che più contano per gli europei. Riflette la necessità di maggiori opportunità, innovazione e crescita per i nostri cittadini e le nostre imprese, promuovendo in ultima analisi un'UE più sicura e prospera. Le nuove iniziative proposte sono illustrate in un allegato dedicato insieme alle valutazioni e ai controlli di idoneità annunciati oggi.
Il workprogramme 2025 è accompagnato da un'importante comunicazione sulla semplificazione della complessa normativa europea, croce per le imprese e delizia per tanti attivisti in campo ambientale e non solo.. Definisce come la Commissione intende, nei prossimi cinque anni, semplificare l'attuazione delle norme UE nella pratica, ridurre gli oneri amministrativi e semplificare le norme UE. Contiene obiettivi e strumenti per aiutare ad alleggerire il carico normativo, aumentare la competitività e la resilienza e apportare miglioramenti rapidi e significativi per le persone e le aziende.
Un'agenda strategica per la semplificazione
Il programma di lavoro del 2025 si concentra fortemente sulla semplificazione. Include una prima serie di pacchetti Omnibus e proposte concepiti per far funzionare meglio e più velocemente le politiche e le leggi UE per rafforzare la competitività dell'UE.
Il primo Omnibus proporrà una semplificazione di vasta portata, in particolare nei settori della rendicontazione finanziaria sostenibile, della due diligence sulla sostenibilità e della tassonomia. Altre iniziative, come l'Industrial Decarbonisation Accelerator Act, semplificheranno la concessione di permessi, le autorizzazioni e i requisiti di rendicontazione. Una nuova definizione di piccole imprese a media capitalizzazione alleggerirà il carico normativo in modo che le PMI affrontino meno ostacoli quando cresceranno.
Le misure di semplificazione riguardanti la politica agricola comune e altre aree politiche che interessano gli agricoltori affronteranno ulteriormente le fonti di complessità e di eccessivo onere amministrativo per le amministrazioni nazionali e gli agricoltori. Saranno esplorate ulteriori proposte di semplificazione, tra cui un possibile omnibus nel settore della difesa per aiutare a raggiungere gli obiettivi di investimento che saranno stabiliti nel Libro bianco e per consentire alle aziende innovative di prosperare.
Di seguito elenchiamo i cinque obiettivi strategici da conseguire nell'arco di questa legislatura:
1) Prosperità e competitività sostenibili: la nuova bussola della competitività guiderà gli sforzi di crescita sostenibile, con la strategia UE per le start-up e le scale-up che dà potere agli imprenditori attraverso un migliore accesso al capitale. Al centro del piano collaborativo per la decarbonizzazione e la competitività c'è il Clean Industrial Deal, che aprirà la strada a un obiettivo proposto di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040.
2) Difesa e sicurezza: tra le tensioni nel panorama geopolitico, l'UE sta intensificando gli sforzi per salvaguardare la sicurezza e garantire la pace, svelando piani per costruire un futuro solido per la difesa europea. Investendo collettivamente e strategicamente con la cooperazione della NATO, l'UE mira a rafforzare la sua industria della difesa e ridurre le dipendenze. La strategia Preparedness Union migliorerà l'anticipazione e la resilienza delle crisi, rafforzata da iniziative come la strategia di stoccaggio dell'UE e il Critical Medicines Act per garantire risorse chiave.
3) Sostenere le persone, rafforzare le nostre società e il nostro modello sociale: con l'obiettivo di consolidare il modello sociale unico e molto apprezzato dell'Europa e di rafforzare l'equità sociale, la Commissione guiderà gli sforzi per modernizzare le politiche sociali attraverso il nuovo piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali. Con l'obiettivo di adattarsi alle trasformazioni tecnologiche, demografiche e settoriali, la Commissione presenterà l'Unione delle competenze per garantire che tutti i lavoratori abbiano l'istruzione e la formazione di cui hanno bisogno.
4) Sostenere la nostra qualità di vita: la Commissione presenterà una Vision for Agriculture and Food per garantire un quadro stabile per gli agricoltori e delineare una tabella di marcia per le proposte chiave. L'Ocean Pact creerà un quadro unificato per le politiche oceaniche, mirando a preservare la salute degli oceani e a dare impulso all'economia blu dell'UE. Inoltre, la strategia europea per la resilienza idrica adotterà un approccio dalla fonte al mare per gestire efficacemente le risorse idriche, affrontando gli impatti dei cambiamenti climatici come inondazioni e siccità. Un pacchetto di semplificazione della politica agricola comune affronterà le fonti di complessità e gli oneri amministrativi per gli agricoltori e le amministrazioni nazionali.
5) Proteggere la democrazia e sostenere i valori: iniziative come Democracy Shield affronteranno minacce come l'aumento dell'estremismo e della disinformazione. La Commissione prevede inoltre di migliorare le strategie per combattere la discriminazione basata su genere, disabilità, orientamento sessuale o razza, tra cui una rinnovata strategia per l'uguaglianza LGBTIQ e una nuova strategia antirazzismo.
6) Un'Europa globale: sfruttare il nostro potere e le nostre partnership: mentre lavorare per la libertà dell'Ucraina rimane una priorità, l'UE è impegnata per una pace giusta, globale e duratura basata sulla soluzione dei due stati in Medio Oriente. Un Patto per il Mediterraneo e una strategia per il Mar Nero si concentreranno sulla cooperazione regionale, sugli investimenti economici e sulla sicurezza, e una nuova agenda strategica UE-India fornirà un approccio globale per individuare aree di interesse strategico comune.
7) Realizzare insieme e preparare la nostra Unione per il futuro: la Commissione prevede di presentare un nuovo quadro finanziario pluriennale incentrato sulla semplificazione dell'accesso ai finanziamenti dell'UE e sul potenziamento dell'impatto finanziario per sostenere i finanziamenti nazionali, privati e istituzionali. Inoltre, un focus sulle revisioni delle politiche pre-allargamento valuterà ulteriormente le conseguenze e gli impatti dell'allargamento su tutte le politiche dell'UE, garantendo che le nostre politiche possano continuare a produrre risultati efficaci in un'Unione più ampia.
Ogni anno, la Commissione adotta un programma di lavoro che stabilisce l'elenco delle azioni che intraprenderà nell'anno successivo. Poiché il nuovo Collegio ha iniziato a lavorare il 1° dicembre 2024, il programma di lavoro della Commissione per il primo anno del nuovo mandato è stato adottato l'11 febbraio 2025.
La Commissione europee ha pubblicato le linee guida sulle pratiche proibite nella progettazione e uso dell'AI in base all'AI Act. Queste linee guida forniscono una panoramica delle pratiche di IA considerate inaccettabili a causa dei loro potenziali rischi per i valori europei e i diritti fondamentali.
L'AI Act, che mira a promuovere l'innovazione garantendo al contempo elevati livelli di salute, sicurezza e protezione dei diritti fondamentali, classifica i sistemi di IA in diverse categorie di rischio, tra cui proibiti, ad alto rischio e soggetti a obblighi di trasparenza. Le linee guida affrontano specificamente pratiche come la manipolazione dannosa, il punteggio sociale e l'identificazione biometrica remota in tempo reale, tra le altre.
Le linee guida sono progettate per garantire l'applicazione coerente, efficace e uniforme dell'AI Act in tutta l'Unione europea. Sebbene offrano preziose informazioni sull'interpretazione dei divieti da parte della Commissione, non sono vincolanti, con interpretazioni autorevoli riservate alla Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE). Le linee guida forniscono spiegazioni legali ed esempi pratici per aiutare le parti interessate a comprendere e rispettare i requisiti dell'AI Act. Questa iniziativa sottolinea l'impegno dell'UE nel promuovere un panorama di IA sicuro ed etico.
Secondo l'art. 5 del Regolamento europeo sull'intelligenza artificiale ( AI Act), adottato nel 2024, le pratiche vietate sono le seguenti:
a) l'immissione sul mercato, la messa in servizio o l'uso di un sistema di IA che utilizza tecniche subliminali che agiscono senza che una persona ne sia consapevole o tecniche volutamente manipolative o ingannevoli aventi lo scopo o l'effetto di distorcere materialmente il comportamento di una persona o di un gruppo di persone, pregiudicando in modo considerevole la loro capacità di prendere una decisione informata, inducendole pertanto a prendere una decisione che non avrebbero altrimenti preso, in un modo che provochi o possa ragionevolmente provocare a tale persona, a un'altra persona o a un gruppo di persone un danno significativo;
b) l'immissione sul mercato, la messa in servizio o l'uso di un sistema di IA che sfrutta le vulnerabilità di una persona fisica o di uno specifico gruppo di persone, dovute all'età, alla disabilità o a una specifica situazione sociale o economica, con l'obiettivo o l'effetto di distorcere materialmente il comportamento di tale persona o di una persona che appartiene a tale gruppo in un modo che provochi o possa ragionevolmente provocare a tale persona o a un'altra persona un danno significativo;
c) l'immissione sul mercato, la messa in servizio o l'uso di sistemi di IA per la valutazione o la classificazione delle persone fisiche o di gruppi di persone per un determinato periodo di tempo sulla base del loro comportamento sociale o di caratteristiche personali o della personalità note, inferite o previste, in cui il punteggio sociale così ottenuto comporti il verificarsi di uno o di entrambi gli scenari seguenti:
d) l'immissione sul mercato, la messa in servizio per tale finalità specifica o l'uso di un sistema di IA per effettuare valutazioni del rischio relative a persone fisiche al fine di valutare o prevedere il rischio che una persona fisica commetta un reato, unicamente sulla base della profilazione di una persona fisica o della valutazione dei tratti e delle caratteristiche della personalità; tale divieto non si applica ai sistemi di IA utilizzati a sostegno della valutazione umana del coinvolgimento di una persona in un'attività criminosa, che si basa già su fatti oggettivi e verificabili direttamente connessi a un'attività criminosa;
e) l'immissione sul mercato, la messa in servizio per tale finalità specifica o l'uso di sistemi di IA che creano o ampliano le banche dati di riconoscimento facciale mediante scraping non mirato di immagini facciali da internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso;
f) l'immissione sul mercato, la messa in servizio per tale finalità specifica o l'uso di sistemi di IA per inferire le emozioni di una persona fisica nell'ambito del luogo di lavoro e degli istituti di istruzione, tranne laddove l'uso del sistema di IA sia destinato a essere messo in funzione o immesso sul mercato per motivi medici o di sicurezza;
g) l'immissione sul mercato, la messa in servizio per tale finalità specifica o l'uso di sistemi di categorizzazione biometrica che classificano individualmente le persone fisiche sulla base dei loro dati biometrici per trarre deduzioni o inferenze in merito a razza, opinioni politiche, appartenenza sindacale, convinzioni religiose o filosofiche, vita sessuale o orientamento sessuale; tale divieto non riguarda l'etichettatura o il filtraggio di set di dati biometrici acquisiti legalmente, come le immagini, sulla base di dati biometrici o della categorizzazione di dati biometrici nel settore delle attività di contrasto;
h) l'uso di sistemi di identificazione biometrica remota «in tempo reale» in spazi accessibili al pubblico a fini di attività di contrastoa meno che, e nella misura in cui, tale uso sia strettamente necessario per uno degli obiettivi seguenti:
la localizzazione o l'identificazione di una persona sospettata di aver commesso un reato, ai fini dello svolgimento di un'indagine penale, o dell'esercizio di un'azione penale o dell'esecuzione di una sanzione penale per i reati di cui all'allegato II, punibile nello Stato membro interessato con una pena o una misura di sicurezza privativa della libertà della durata massima di almeno quattro anni.
Questo il testo della dichiarazione pubblicata dai Paesi che si oppongono al riconoscimento di palesi violazioni dei principi di tutela della libertà di voto.
"Siamo uniti nella condanna delle elezioni presidenziali fittizie in Bielorussia del 26 gennaio e delle continue violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime bielorusso. Le sanzioni annunciate di recente rappresentano uno sforzo coordinato e multilaterale per chiedere conto al regime di Lukashenko.
Nessuna elezione può essere considerata libera, equa o in linea con gli standard internazionali quando si tiene in un clima di continua repressione, caratterizzato da una stretta sulla società civile, detenzioni arbitrarie e restrizioni alla reale partecipazione politica. La decisione del regime di invitare l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa/Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani a osservare solo 10 giorni prima delle elezioni ha impedito all'ODIHR di accedere alle fasi chiave del processo elettorale. Queste azioni sono in contrasto con gli impegni internazionali della Bielorussia e dimostrano un chiaro desiderio di evitare la trasparenza nel processo elettorale.
Condanniamo le continue e spaventose violazioni dei diritti umani commesse dal regime di Lukashenko e chiediamo loro di liberare gli oltre 1.250 prigionieri politici che rimangono ingiustamente detenuti. Esortiamo la Bielorussia a rispettare i suoi obblighi internazionali in materia di diritti umani e gli impegni OSCE sotto tutti gli aspetti, incluso il ripristino di una società civile aperta, per creare un ambiente in cui si possano tenere nuove elezioni che rispettino gli standard internazionali. Siamo al fianco del popolo bielorusso e riconosciamo il suo diritto a determinare il proprio futuro in modo veramente libero ed equo, senza paura, oppressione o interferenze esterne.
Continueremo a sostenere le aspirazioni del popolo bielorusso per una Bielorussia libera, democratica e indipendente."
Lanciata il 6 gennaio, la campagna AdWiseOnline si propone di sensibilizzare i bambini e chi si prende cura di loro sulle pratiche di marketing manipolative che a volte si possono riscontrare nei videogiochi.
La campagna, frutto di una partnership tra Commissione europea ed il Centro Europeo per la sicurezza di internet, si concentra sulle tattiche di marketing in-game, come design persuasivo, dark pattern, loot box, meccanismi pay-to-win, tattiche FOMO (fear of missing out) e microtransazioni eccessive. Ha l'obiettivo principale di aumentare la consapevolezza delle pratiche manipolative e dei diritti dei consumatori dei bambini informando genitori, tutori, educatori e decisori politici su specifici giochi manipolativi, marketing digitale e pratiche dei consumatori che prendono di mira bambini e giovani.
La campagna mira a creare un ambiente di gioco e digitale più sicuro e responsabile, promuovere cambiamenti comportamentali per ridurre la spesa sfruttatrice in-game e incoraggiare migliori abitudini di spesa online. In definitiva, mentre i videogiochi possono offrire esperienze positive, cercano di ridurre l'incidenza di bambini e giovani che cadono vittime di pratiche di marketing manipolative. Nell'ambito della campagna, bambini e giovani saranno coinvolti in discussioni sugli ambienti di gioco e sui loro diritti generali di consumatori online.
Con una durata fino a metà febbraio, la campagna poggia su chiare evidenze per sostenere il suo messaggio. I dati sono stati raccolti in un rapporto completo sulle pratiche di marketing digitale manipolative rivolte a bambini e giovani online, pubblicato come parte di una campagna pilota organizzata tra febbraio e aprile 2024. Evidenzia le principali vulnerabilità e sfide affrontate dai consumatori negli ambienti online.
Oltre alla campagna condotta sui social media e alle collaborazioni con gli influencer, saranno messe a disposizione risorse educative come podcast, webinar per genitori e insegnanti, un corso online MOOC, video guidati dai giovani, approfondimenti di esperti e contenuti interattivi. La campagna include una versione adatta ai bambini della guida AdWiseOnline per superare in astuzia gli annunci online in 29 lingue. Spiega in termini semplici come le aziende guadagnano denaro tramite la pubblicità online e offre suggerimenti ai giovani su come orientarsi nelle pratiche di marketing manipolative.
Sito della campagna nella sezione in abbonamento.
Come annunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen al Parlamento europeo il 27 novembre 2024, la Commissione europea avvierà un dialogo strategico con l'industria automobilistica europea, le parti sociali e altri stakeholder chiave il 30 gennaio. Questa iniziativa sottolinea l'impegno della Commissione nel salvaguardare il futuro di un settore vitale per la prosperità europea, promuovendo al contempo i suoi obiettivi climatici e gli obiettivi sociali più ampi.
La Commissione riconosce l'urgente necessità di agire per proteggere l'industria automobilistica europea e darle un futuro all'interno dell'Unione europea. Sotto la guida della Presidente von der Leyen, il dialogo strategico mira a coinvolgere gli attori del settore, le parti sociali e gli stakeholder per comprendere in modo collaborativo le sfide, sviluppare soluzioni e intraprendere azioni concrete. All'interno della Commissione, il Commissario Tzitzikostas è stato incaricato di elaborare un piano d'azione per il settore, che trarrà vantaggio da queste discussioni.
Il dialogo strategico sarà presieduto dalla Presidente von der Leyen e consisterà in riunioni regolari che riuniranno rappresentanti del settore (produttori, fornitori), partner sociali, Commissari e altre parti interessate, anche della società civile. Gruppi di lavoro tematici presenteranno poi proposte dettagliate. Saranno inoltre condotte consultazioni più ampie con altre parti interessate del settore e altre parti della catena del valore dell'automotive. Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti durante tutto il processo.
I punti chiave della discussione includeranno innovazione, transizione pulita e decarbonizzazione, competitività e resilienza, relazioni commerciali e "parità di condizioni" internazionali, nonché semplificazione normativa e ottimizzazione dei processi. Ulteriori informazioni sono disponibili nella Concept Note allegata che guiderà le discussioni nel dialogo strategico.
La Commissione europea si impegna a collaborare con tutte le parti interessate per garantire la competitività, la sostenibilità e la resilienza a lungo termine dell'industria automobilistica europea. Il dialogo strategico è un passo fondamentale per raggiungere questo obiettivo.
L'industria automobilistica, pilastro dell'economia europea, impiega oltre 13 milioni di persone e contribuisce per circa il 7% al PIL dell'UE. Tuttavia, questo settore critico sta affrontando un periodo di significativa trasformazione, guidato dalla digitalizzazione, dalla decarbonizzazione, dall'aumento della concorrenza e da un panorama geopolitico in evoluzione.
Questi fattori stanno mettendo alla prova i punti di forza consolidati delle case automobilistiche europee. Per garantire la futura competitività del settore, la Commissione europea sta lanciando un dialogo strategico. Questa iniziativa mira a sviluppare e implementare in modo collaborativo soluzioni per mantenere la posizione globale del settore.
La Commissione europea ha aperto oggi le candidature per il Premio europeo per i giovani imprenditori, ideato per dare risalto alle iniziative innovative dei giovani in tutta Europa. Questo premio offrirà ai giovani innovatori l'accesso a preziose opportunità di tutoraggio e finanziamento.
Le presentazioni finali avranno luogo il 5 giugno, in occasione della Giornata europea dell'industria, a Rzeszów, in Polonia. I finalisti presenteranno i loro progetti a leader del settore, decisori politici e potenziali investitori provenienti da tutta Europa. Ciascuno dei 10 finalisti riceverà un supporto personalizzato del valore fino a 20.000 €. Ciò include consigli da parte di esperti del settore, accesso a reti professionali e strumenti pratici per aiutarli a sviluppare le loro idee e garantire il loro successo a lungo termine.
Il Young European Entrepreneurs Award è un concorso che celebra l'innovazione e l'imprenditorialità in tutti i settori. Aperto a imprenditori under 40 provenienti da contesti diversi, il concorso mira a fornire alle start-up e agli innovatori le competenze, le conoscenze e le risorse necessarie per prosperare in uno scenario economico sempre più competitivo. I candidati sono invitati a presentare progetti in linea con le priorità dell'Unione Europea, quali sostenibilità, trasformazione digitale e impatto sociale positivo.
Link al sito per iscriversi nella sezione in abbonamento. C'è tempo sino al 14 marzo 2025.